Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 46/47 - nov./dic. 1993

il conflitto del Medio Oriente. Avendo capito questo, prese la decisione di recarsi a Gerusalemme, di andare personalmente a trovare questi israeliani contro i quali aveva combattuto per lunghi anni. In quella serata di sabato del novembre 1977, egli fece cadere il muro della diffidenza, del rancore, dell'odio. Adesso, israeliani e palestinesi devono incontrarsi, imparare a conoscersi, scambiare messaggi di cultura, di speranza, di pace. Non sarà certamente facile dopo un passato così recente di lutti e di violenze subite, ma si può fare; anzi abbiamo già iniziato ad operare in questa direzione. Ogni aiuto da parte degli amici dall'estero sarà il benvenuto. Con la conoscenza reciproca, viene il rispetto, con il rispetto si crea l'atmosfera favorevole al negoziato. La seconda chiave del successo è la chiave economica. Negli ultimi quarant'anni tutta la regione ha speso somme esorbitanti per la guerra e per l'acquisto di armi di distruzione. Lo sviluppo economico d'Israele è im- {)!LBIANCO ~ILROSSO • 11•)-ièJ • a ; 1 pressionante, però avremmo potuto realizzare molto di più se non fossimo stati costretti ad assicurare la nostra sicurezza con l'acquisto dei più perfezionati mezzi di difesa, dal prezzo elevatissimo. Dall'altra parte, se i Paesi arabi avessero dedicato al benessere dei loro popoli e. alla soluzione del problema palestinese solo un decimo delle somme devolute per la guerra e il terrorismo contro Israele, ci troveremmo davanti a un Medio Oriente totalmente diverso. Un proverbio arabo dice: «Ilpassato è morto». Infatti non porta alcun giovamento lamentarsi sul passato del Medio Oriente; oggi è doveroso per tutti noi guardare in avanti. Per ricostruire e sviluppare la regione, per assicurare una vita decente ai popoli impegnati nella trattativa, per risolvere il problema dei profughi, è necessario uno sforzo internazionale di grandissima ampiezza. In questo ambito il ruolo dell'Europa sarà essenziale. Non si chiede nessuna carità. Parlo di un piano d'investimenti su 80 una base economica, che potrà essere di grandissimo interesse per i Paesi dell'Europa colpiti dalla disoccupazione e dalla recessione. Il nuovo Medio Oriente potrebbe diventare una fonte di grandiosi progetti che potrebbero dare lavoro a tante ditte europee alle prese oggi con una situazione socio economica molto difficile. Progetti come il Canale Mar Rosso-Mar Morto, in cui l'Italia si è già impegnata, o come le «autostrade della pace» tra Israele e i paesi arabi vicini, o ancora, le nuove linee ferroviarie -che si stanno progettando, il rinnovamento delle infrastrutture elettriche, dell'acqua, del gas naturale e moltissime altre idee considerate nell'ambito della pace, sono altrettante possibilità dei contatti fruttuosi per coloro che sapranno mobilitarsi presto e con coraggio. Credo che sia arrivata l'ora per l'Europa di riscoprire Israele, come Paese e come Popolo. Credo anche che sia arrivato il momento per l'Europa di tornare nel Medio Oriente come partner attivo della pace.

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