DlLBIANCO Qil.. ILROSSO MikiiliQ Ma se l'ipotesi di supermercati di replicanti opportunamente selezionati, interi o frazionati nei loro organi sa di fantascienza, altri aspetti reali non sono meno inquietanti. Tralasciando le possibilità di atti di sostituzione, furto, scambio di gameti, i problemi di paternità e maternità dell'embrione crioconservato o trapiantato in utero surrogato, magari di donne, nonne per anagrafe, o di abbandono di embrioni scartati e in eccesso, sono realtà con cui ci si deve confrontare, per una saggia quanto urgente regolazione. Come l'individuo di fronte alla sessualità si pone in una dimensione di inquietudine, così la società, quando si confronta.con problemi della riproduzione, ha brividi di timore antico nel porre regole comportamentali nel momento in cui dubbi etici e scientifici sono ancora irrisolti. Tuttavia le regole non sono più procrastinabili proprio perché il bambino «artificiale» è diventato sempre più reale. Attualmente la biologia molecolare consente diagnosi genetiche pre-impianto e terapie fetali. Recuperando l'uovo fecondato (4-8 cellule) prima di impiantarsi in utero, si offre alla coppia, a rischio genetico, una diagnosi precocissima e sicura che non comporta angosce connesse a programmi di interruzione di una gestazione appena avviata. Data la semplicità, la tecnica, offre il fianco anche a selezioni volontarie di dubbio significato. Non solo, effettuando prima della 20° settimana di gestazione in un feto con malattia ematica un trapianto di cellule staminali sane, prelevate dal fegato di un feto alla 14 ° settimana, si posso61 no già curare malattie congenite come la betatalassemia e la immunodeficienza grave. La tecnica, risolutiva per un feto, fino a che punto è innocua per l'altro? Il diritto della coppia, al figlio sano, che sostituisce il vecchio concetto del figlio ad ogni costo, si può scontrare con il diritto del figlio? Se ciò succede, la società deve tutelare solamente il diritto della coppia a ricercare con ogni mezzo tecnologico un proprio programma riproduttivo quale estremo momento di libertà o di diritto alla privacy, come dicono gli americani? E i diritto del futuro bambino? L'embrione, anche se non ha raggiuto il pieno stato di persona, ha sufficiente diritto di chiedere all'adulto garanzie sociali di tutela e di rispetto, proprio perché il suo passato artificiale non condizioni il suo futuro naturale. Alla certezza che ogni manipolazione dannosa per il bambino futuro va proscritta, corrisponde l'incertezza del quando. In altre parole: l'embrione come entità giuridica viene difeso dalla società a cominciare da quale epoca gestazionale? Dallo stadio di moru - la, blastula? 8, 16, o 18cellule? Il dibattito è in corso in tutti i paesi in cui c'è ricerca in materia riproduttiva. Alcuni governi hanno già emanato direttive sull'utilizzo di gameti, embrioni o tessuti fetali. Anche in Italia sono ormai molti i centri di fecondazione assistita e occorre far presto. Certamente non ci si nasconde dietro un dito. Varata la legge non è risolto il problema, ma la trasparenza di regole chiare e precise non è più rinviabile.
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