svolgere un ruolo, secondario alla fine, di gruppo di pressione tra altri. Si può ricordare la sufficienza di De Mita, come poi di Forlani, rispetto a certe esigenze espresse dagli ambienti cattolici. Quegli stessi ambienti che a più riprese si erano svuotati di alcune delle loro migliori energie per portare il «doveroso contributo» al partito di denominazione cristiana. Era però come fare una trasfusione di sangue ad una betoniera. Ma, da un anno a questa parte, l'autonomia del politico è andata in pezzi, e del partito raccomandato dai vescovi restano a terra i gusci vuoti. A quelle stesse gerarchie ecclesiastiche che avevano raccomandato il partito della Dc come diga al comunismo e, finito il comunismo, lo avevano ancora raccomandato agli elettori come diga ali' edonismo e al radicalismo borghesi, ora, finita quella stessa Dc, {'!L BIANCO ~ILROSSO • n•~-m •a ; 1 si è aperto lo spazio (e la tentazione) per ritornare «alle origini»: al potere costituente, legittimante; non più soltanto dunque horror vacui per il possibile declino della Dc, dietro il cui schermo ci si è a lungo adagiati, ma diretta gestione del vacuum prodotto dalla sparizione della Dc. Come nell'altro crollo di regime: 1943-1993. Ecco dunque il lavoro ecclesiastico e laicale dietro «Carta '93», ed operazioni analoghe con inserimenti di nuove energie nel contenitore politico cristiano: ogni volta con nuove ragioni. E con un ritorno alle gerarchie ecclesiastiche del potere di legittimazione e conformazione: il potere delle chiavi nella città terrena. Un nuovo partito a fattura ecclesiastico-laicale. Resta il dubbio, sostanziale, se questo sia davvero il compito della gerarchia ecclesiastica ed anche del «laicato». O se per la prima non sia opportuno concentrarsi sull'evangelizzazione e, in politica, pensare al ritorno alla teoria dell'indifferenza, che usa una diplomatica equidistanza ma che può essere più produttiva: in termini di rapporti e sollecitazioni con più forze politiche ove militino liberamente i credenti; e per il secondo non sia più utile diversificare il proprio capitale, in termini di potenzialità e formazione nel mondo delle professioni, sul lato della solidarietà come dell'intrapresa. Una chiesa e un cattolicesimo-italiano che sappiano finalmente tornare a guardare alto mirando, con vera laicità, ad un nuovo spirito pubblico, oltre il mito ingannevole dell'unità dei cattolici: ad un futuro politico post-ideologico, cioè ad un libero confronto politico ed istituzionale di forze democratiche post-socialiste e post-democristiane . • ---=---=:---1•---------t ------~·~---- :«1lOJU1111110lltl111 I Il ■ ■· ■-. 11obto 11c d1l1g:lno 49
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