{)!LBIANCO 0.L.ILROSSO 1111-"'SO IA «Cattolico»non è piùuna identitàpolitica. E ora? - I 1 tentativo di Martinazzoli di sostituire il ceto dirigente della Dc, senza cambiarne lanatura, di attribuire la crisi del partito dei cattolici democratici ad alcuni - o anche a molti - - uomini che avrebbero deviato, mostra la corda. Senza una seria riflessione sulla sua storia, lo sforzo del rinnovamento della Dc sembra avviarsi inesorabilmente verso lo stesso negativo esito dei tanti generosi e falliti tentativi del passato. Il clamoroso infortunio dell'esposto alla Magistratura presentato dai capigruppo di Camera e Senato in merito al presunto complotto ordito dai pentiti ai danni della Dc, è la prova, l'ultima in ordine di tempo, ma la piu grave, di quanto il gruppo dirigente di Martinazzoli sia debole e soggetto ad essere fagocitato dal risucchio conservatore del vecchio blocco di potere. Ha lo stesso tenore anche la reazione - «orgogliosa» si è detto - del segretario democratico cristiano contro la riduzione della storia della Dc a quella di una associazionea delinquere. Chi mai tuttavia ha compiuto una simile identificazione? Chi dimentica o disconosce il ruolo e la funzione decisivi della Dc - o più precisamente dalla sua leadership cattolico-democratica (assieme a quella altrettanto decisiva del Partito Comunista Italiano) - nella edificazione e nella difesa della democrazia italiana, messa a rischio dalla contrapposizione frontale della guerra fredda e continuamente ridotta ali' emergenza? Ma sarebbe altrettanto stolto e pericoloso non prendere atto anche dei di Giulia Rodano prezzi gravissimi che la tradizione cattolico-democratica ha dovuto pagare alla grande frattura della guerra fredda. La asserita impossibilità di ogni alternanza, di ogni ricambio della classe dirigente del paese, ha condotto alla pretesa/necessità di fare del partito dei cattolici il centro del sistema. L'ispirazione cristiana, la tradizione cattolico-democratica, fornirono lo strumento per tenere insieme, nello stesso partito, forze diverse, sia per le opzioni economiche e sociali, sia per le scelte politiche e istituzionali, sia addirittura per riferimenti ideali e culturali, utilizzando a tal fine il cemento della comune appartenenza di fede. Ma in tal modo la cultura politica del cattolicesimo democratico divenne prigioniera, consapevole e consenziente, della necessità di attrarre consensi da destra e da sinistra, di costruire un processo di allargamento consociativo del sistema, di evitare a tutti i costi l'alternanza. Via via che sono venute meno le giustificazioni della presunta impraticabilità dell'alternanza, il cattolicesimo democratico, prigioniero dell'unità politica dei cattolici, è divenuto sempre più debole nei confronti delle ricorrenti tentazioni integriste; non è riuscito a ritrovare la tensione critica delle cose presenti; ha finito per far sua, o almeno per coprire, la conquista del consenso al partito e ai singoli attraverso l'intreccio perverso tra scambio clientelare e richiamo all'appartenenza ideologica. Il sistema politico costruito attorno alla scelta di centralità della Dc, ha fi44 nito per identificarsi anche con il sistema della «questione morale». Ormai la necessità della trasformazione del sistema politico è evidente. Il paese ha bisogno di vedere giudicata politicamente - e non solo nelle aule dei tribunali - la sua classe dirigente e di cambiarla. Nella Dc si è aperta così la vera questione: la coabitazione innaturale tra cattolici progressisti e cattolici conservatori e la altrettanto innaturale contrapposizione tra progressisti cattolici e progressisti laici sono ormai impossibili. Diviene insomma impraticabile quella gestione della Dc, che ha a lungo consentito a una minoranza cattolico-democratica, legata, sia pur laicamente alla Chiesa, di esercitare un'egemonia su una maggioranza di tipo doroteo, spesso agnostica, dedicata a raccogliere i voti con le pratiche più discutibili. Il nuovo inizio del cattolicesimo democratico non può che partire da qui. Non è dunque sufficiente affidarsi, per ricostruire un futuro del cattolicesimo democratico, alla azione di pulizia dei magistrati. La Dc non può non riflettere sulla sua storia negli anni della guerra fredda. La caduta del muro di Berlino mette fine non solo alla identificazione, consentita dalla guerra fredda e dall'anticomunismo, tra ispirazione cristiana, presenza dei cattolici in politica e il partito della Dc, ma anche tra la Dc e l'esperienza politicamente e culturalmente determinata del cattolicesimo democratico. I cattolici democratici potranno esprimere le loro potenzialità, la ricchezza dei loro rapporti con la
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