Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 39 - aprile 1993

' {)!LBIANCO ~ILROSSO 111 1}.1§•M ;J Il futuro?Egiàcominciato. Unpartitopopolare pluralista - I mutamenti in allo nel paese in tutto lo scenario politico - ma anche, sociale, culturale, economico - non consentiranno ad alcuna «aggregazione» di rimanere quale è stata nel pas- - salo, anche recente. Dalla capacità di rimettersi in discussione dal punto di vista culturale, organizzativo, morale, dipende la sopravvivenza di ogni gruppo associato che voglia continuare a fare vivere, profondamente innovando, il suo patrimonio culturale, la sua esperienza politica; a non vanificare, cioè la sua «storia». Il sostegno convinto alla elezione diretta del Sindaco, la scelta per un sistema elettorale maggioritario, il sì al referendum elettorale proposto per il Senato, ma anche le proposte di modifiche istituzionali presentale in Parlamento e il sostegno a quanto, in questo senso, si è fatto nella Commissione bicamerale, dicono che la Dc sta dentro il cambiamento, opera in esso, ne accetta la sfida. Del resto già Moro - più di 15 anni fa - identificava nella «democrazia incompiuta» uno dei «mali» della nostra Repubblica; e De Mila, segretario Dc negli anni 80, insistevanella necessità di adoperarsi per un futuro contrassegnato dalla «alternativa». Meravigliano, per la verità, le molte dichiarazioni un po' «scandalizzate» dopo le recenti elezioni francesi nel constatare che, nei sistemi prevalentemente (o assolutamente) maggioritari, chiunque vinca vince di più di quanto i consensi conquistali gli consentirebbero, e chiunque perde, perde di più in relazione ai voli ricevuti. di Maria Eletta Martini Diversamente dalla enfasi e le aspettative quasi mitiche per i referendum - risolutori di tutti i guai - di qualche tempo fa, la scelta per il sistema maggioritario mi sembra oggi più matura; la si fa in vista della stabilità dei governi e ad essa - alla questione politica - si sacrifica anche la minore giustizia rappresentativa di ogni forza politica che si ha - e da noi si è avuta - col sistema proporzionale andato in crisi, per la verità, per cause squisitamente «politiche»: la sempre crescente frammentazione della rappresentanza, il disinvolto mutamento di alleanze Ira forze politiche che spesso è il segno del privilegio dei numeri sui programmi fa parte di questa riflessione più matura che la Dc ha fattopropria. Già di fronte a queste scelte - anche se il problema della moralità pubblica ha aggravato tutto - il radicale cambiamento del Partito è staio ritenuto un fatto essenziale dai più attenti militanti della Dc, e una sollecitazione di tanti elettori; questa convinzione ha portato, i primi di ottobre, alla elezione a Segretario Politico di Mino Marlinazzoli, all'azzeramento del tesseramento, perché, pur avendo «memoria e orgoglio del nostro passato (perché) abbiamo guidato lo sviluppo della nazione evitando agli italiani lo scontro degli estremismi, battendo il comunismo sul terreno della democrazia ... (e con noi) l'Italia ha raggiunto livelli di benessere senza precedenti nella sua storia ... abbiamo, ora, coscienza di una crisi e capacità di riconoscere i nostri errori e i guasti provocali da una lunga consuetudine con il potere. Intendiamo emendarci per ridurre la 42 disparità del!' azione rispetto alla fresca attualità e al significato perenne di un'idea democratica e cristiana. Per questa idea vogliamo tenere il campo, quale che sia il nostro ruolo, con la nostra altitudine di partito popolare». (dall'Appello «a quanti hanno passione civile» di Marlinazzoli). «Emendarsi», e ricominciare, non è facile; anzi, il rinnovamento è faticoso; «non è una passeggiala» ricorda RosyBindi, segretario della Dc Venela che su questo fronte è emblematicamente impegnata; ne sono segni evidenti i dati degli aderenti al manifesto di Marlinazzoli che, se ancora incompleti, rivelano quanto siano numericamente inferiori agli iscritti di ieri, anche se c'è una buona quota di «nuovi» e giovani; lo indica il tempo che a Marlinazzoli è occorso per varare, il 23 u.s., la nuova direzione riducendola da 30 a 15, in gran parie nuovi. E non può far velo alla «novità» l'applicazione dello Statuto che prevede la presenza in essa dei responsabili dei gruppi parlamentari e degli ex Segretari del Partilo con volo consultivo. La strada continua, in salila; è di oggi il varo del «codice di comportamento» dei democratici cristiani. Per un passaggio vero, ma non drammatico dal vecchio al nuovo, al «taglio delle leste», che giudica impraticabile e non cristiano, Marlinazzoli preferisce l'opera di convinzione, l'invito a partecipare, a costruire insieme. E, contemporaneamente, pone come obiettivo la rifondazione della politica e dell'organismo «partilo»: «intendiamo non disperdere ma continuare una storia, e così pensiamo, nel nuovo

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