Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 39 - aprile 1993

si è riconosciuta nella Democrazia Cristiana. Questo continuerà a verificarsi anche per il futuro? É difficile dare una risposta sicura. Si deve in ogni caso constatare che in molte zone del Nord già oggi non è più così. Perché il voto della maggioranza dei cattolici praticanti è andato alla Lega. A questo si aggiunga che il massiccio coinvolgimento della Dc in Tangentopoli induce un numero crescente di credenti e dei loro pastori a domandarsi se (ammesso che lo sia stato per il passato) una presenza dei cattolici in forma partitica si debba ancora considerare necessaria. Com'è noto in Europa si sono seguite due strade diverse. Da un lato la strada francese e spagnola (dove pure con Lecanuet e Suarez sono stati fatti, senza particolare successo, tentativi di dar vita a partiti di ispirazione cattolica) e per certi aspetti anche inglese. In questi paesi si è verificata la dispersione dei cattolici nei vari partiti, in base al confronto tra programmi ed aspettative. In sostanza i cattolici di destra sono andati con la destra, quelli di sinistra con la sinistra. Particolarmente limpido, da questo punto di vista, il caso inglese. Tra i cattolici inglesi gli operai hanno sempre votato laburista, ed il ceto medio conservatore. In paesi come l'Italia, il Belgio, l'Olanda, la Svizzera, la Germania, si è invece scelto la strada di un partito di ispirazione cristiana (anche se di tipo non confessionale). Ovunque in genere questo partito ha beneficiato del sostegno, più o meno esplicito, della gerarchia ecclesiastica. Se questa formula - che (combinata con la dispersione proporzionalistica e la presenza in Italia del più forte partito comunista d'Occidente) ha consentito alla Democrazia Cristiana di svolgere per quasi mezzo secolo un ruolo preminente nella vicenda politica italiana - avrà ancora un futuro dipenderà da una serie di fattori. Intanto dal fatto che si realizzi, o meno, una riforma istituzionale ed elettorale di tipo bipolare. Che alla fine comporti, cioè, due programmi, due schieramenti, due candidati. Se si andrà ver- {).!J, BIANCO ~ILROSSO •11 •)-1§ 18; 1 so un sistema di democrazia dell'alternanza i democratici cristiani dovranno anche loro scegliere da che parte stare. In tal caso non è difficile prevedere che la componente popolare si collocherà con la sinistra e quella liberalmoderata e liberal-conservatrice, con la destra. Ma non è nemmeno da escludere (tenendo conto delle resistenze emerse nella Bicamerale) che anziché verso un sistema bipolare ci si incammini verso un sistema tripolare. Padre Sorge (analista delle cose della politica, ma soprattutto delle cose della Democrazia Cristiana) non nasconde la sua preferenza per questo sbocco all'italiana. Egli prevede, infatti, una riaggregazione delle forze politiche esistenti fondamentalmente intorno ad un polo laburista, a uno popolare-centrista ed, infine, ad uno conservatore. Con pun31 ti di forza rispettivamente: nel Pds, nella Dc, nella Lega. Perché ciò si possa realizzare sostiene che è però necessario il passaggio dalla «Dc di De Gasperi, al Partito Popolare di Sturzo». Non si capisce, tuttavia, cosa, oltre il nome e la dimensione, abbiano avuto di diverso i due partiti. La cosa che conta comunque è che Padre Sorge non considera affatto esaurita l'utilità di una presenza dei cattolici in forma partitica. Questa convinzione lo spinge ad ammonire Segni che «extra ecclesiam nulla salus». Che cioè fuori dalla Dc per lui non c'è salvezza. Perché farebbe la fine di Orlando. Capo di una piccola formazione politica senza prospettive, perché senza identità. L'opinione di Padre Sorge è certo importante anche se appare più di auspicio che una previsione. Per stabilire se la formula Dc (popolarismo cattolico, più moderatismo laico, in dosi variabili) ha ancora un futuro si deve tener conto se (ed in che modo) si farà la riforma istituzionale. Una prima ipotesi è che il sistema politico si trasformi in senso bipolare. In questo caso anche la dislocazione dei cattolici in politica seguirebbe strade diverse. Se, invece, (anche con inevitabili aggiustamenti) il sistema multipolare riuscisse a sopravvivere il futuro della Dc sarà condizionato da una serie di fattori in parte interni ed in parte esterni al mondo cattolico. I fattori interni sono quelli legati alla capacità della Dc di rigenerarsi, di elaborare una nuova piattaforma programmatica, di rinnovare (al centro come in periferia) la propria classe dirigente, di corrispondere alle aspettative di moralizzazione della vita politica che gran parte del mondo cattolico si aspetta, almeno come tardiva riparazione al massiccio coinvolgimento della Dc in Tangentopoli. Un altro importante fattore è che il variegato mondo dell'associazionismo cattolico (che con la sua capacità di alimentare cordate organizzative ed elettorali continua ad essere un punto di forza) sia nuovamente disponibile a dare credito alla Dc. Per

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