Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 33 - ottobre 1992

{)JL BIANCO lXILHOSSO Miiliiiilil è più, posto che lo sia mai stato, un problema di tessera di partito, e il solo appiglio di interessi materiali e di protezioni politiche risulta del tutto indigeribile alla stessa avvertita coscienza di massa dei cattolici italiani, e degli stessi preti e vescovi. È probabile, voglio dire, che questa Dc o cambia radicalmente o sarà costretta, e presto, a rinunciare all'appoggio ufficiale dei vescovi italiani. Già qualche esempio forte si è realizzato. Ne ricordo uno per tutti. Il vescovo di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro, noto per le sue denunce delle collusioni tra camorra e politica, ha recentemente dichiarato ai giovani delle Acli che «LaChiesa viene delegittimata da una Dc che è sopravvissuta perché ha cancellato l'aggettivo cristianae si è specializzata in affari. Essaoggi non deve mai fare partito, ma deve essere casa dell'ospitalità per tutti gli uomini. Dal secondo dopoguerra abbiamo politicizzato la Chiesa, oggi per fortuna finisce l'uso ideologico della fede e può rivelarsi la vera anima missionaria dell'annuncio cristiano» ( «Adista» 26/10/92). 3. Unmessaggio complessivo: i comandamenti dei vescovi alla società incerta. Non credo che i vescovi italiani si siano accordati, di questi tempi, per concentrare i loro interventi sulla speranza e sull'impegno necessari per uscire dalla crisi molteplice che attanaglia il paese, e tuttavia è chiaro che alcuni orientamenti di fondo si possono ricavare, dai diversi e numerosi interventi che si sono succeduti di recente . . ==~...r.: .1....=~=- ' I ~rr Il mondo secondo Eratostene (III s. a.C.) 15 Senza la pretesa di dire tutto, e di toccare tutti i temi affrontati, vale la pena di provare a sintetizzare, tenendo presenti soprattutto i documenti dei singoli vescovi ricordati sopra (Martini, Biffi, Saldarini, Mattiazzo ecc.) e quelli della Cei, in particolare la Conclusione, resa nota il 28 settembre, dell'ultima sessione del Consiglio Permanente della Cei. È innanzitutto chiaro che tutti gli interventi danno per scontata la situazione contemporanea. Le ideologie sono finite, tutte o quasi, salvo quella del profitto assoluto e del mercato come unico metro del progresso, ma gli uomini di Chiesa non guardano alle idee. Essi pensano agli uomini concreti, e pur nella loro diversità di cultura e di sensibilità personale su cose e persone, esprimono una serie di orientamenti comuni. A) - Ruolo religioso della Chiesa. Il primo è quello del ribadire la natura religiosa e pastorale del proprio intervento. I vescovi ricordano ai loro interlocutori che essi sono vescovi, cioè sono uomini di religione, cui spetta non la gestione o il giudizio diretto sulle cose sociali e politiche, ma l'annuncio del Vangelo e, con esso, l'illuminazione delle coscienze. Gli interventi diversi («Vigilate», di Martini, «Guai a me se non annuncio il Vangelo», di Biffi, « Voisiete il sale della terra», di Saldarini) partono dal Vangelo. La Chiesa e i cristiani come tali non sono prima di tutto altro che segni di Cristo Salvatore. È un forte senso della distinzione tra fede e politica, tra illuminazione delle coscienze e gestione

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