i.l.!L BIANCO l.XILROSSO MiAOiillll Non senza convincente ragione si è fatto notare come l'autonomia reciproca tra Parlamento e Governo e quant'altro, facciano parte di una riforma istituzionale più ampia che preveda, anche, l'incompatibilità tra le responsabilità di parlamentare e di ministro. Questo impianto logico formale benché ineccepibile, fa tornare alla mente l'acuto rilievo del Principe di Salina sulla necessità che «tutto cambi perché nulla cambi». Ma senza questa mossa imprevista, estemporanea, priva di quadro di riferimento, la prospettiva di un ritocco istituzionale nel rapporto tra Parla-· mento e Governo sarebbe altrettanto forte e credibile come appare ora? Non c'è forse un rapporto immediato tra questa decisione e il saggio suggerimento di Montesquieu sull'a divisione dei poteri? Rivelando che con essa le cose funzionano e, senza di essa, si cade nella situazione semi caotica che conosciamo da tempo. Ma la mossa di Forlani significa qualcosa di profondo anche per la Dc. Con essa il partito accetta di restituire «quel più» di potere che, nel suo stesso interesse non avrebbe mai dovuto avere. Con essa ha cominciato e continuerà a selezionarsi la sua classe dirigente. Con essa il suo stesso gruppo dirigente fornisce una credibilità diversa al rinnovamento del partito e del sistema dei partiti. In definitiva, con essa la Dc ha sconfittouna con9 statazione finora irrefutabile: l'inemendabilità del sistema dei Partiti. La proposta indica che è possibile restituire poteri non propri, tornare al ruolo «vero» dei partiti, come sede di pura politica e spiace che eguale prova di emendabilità non abbiano saputo dare i partiti altrettanto necessari al sistema democratico e al futuro del Paese. I cambiamenti indotti da una decisione unilaterale già considerevolmente applicata per gli uomini della Dc, sono stati profondi e significativi e si intensificheranno nel prossimo futuro. Dibattiti, scontri e conflitti interni ai partiti, che appaiono già vistosamente in questi giorni, tenderanno ad intensificarsi. Sono i costi visibili di un inevitabile e necessario processo di ristrutturazione e rinnovamento del sistema politico. Questa è l'ora di ritrovare i fondamenti veri di quell'equilibrio democratico voluto dalla Costituzione che si fonda sulla stabilità delle procedure e sulla divisione dei poteri. Oggi sappiamo quanto è costato al Paese allontanarsene. Ma sappiamo anche quanto sia necessario e benefico per tutti, ritornarvi, anche se i costi saranno alti. Per questo l'incoraggiamento al cambiamento è indispensabile anche se comporta costi. Chi, nell'intento di evitarli, rinvierà ogni scelta non farà altro che peggiorare la situazione e rendere ancora più costoso l'aggiustamento futuro.
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