Proseguimento della politica Gli obiettivi e i criteri per la politica comunitaria sono descritti dettagliatamente nelle «Treatyprovisions lor the Convention» (4.11.1991)elaborate nel quadro della Conferenza di pace nonché nelle «Guidelines on the Recognition of New States in Eastern Europe and in the Sovietic Union» e nell'allegata «Declaration on Yugoslavia» (17.12.1991)del Consiglio (allegato 6). Le «Treaty Provisions» Le relazioni tra le repubbliche si basano sui seguenti presupposti: a. sovranità e indipendenza delle repubbliche; b. una libera associazione; c. uno stato comune per le repubbliche che lo desiderino; d. una regolamentazione globale dei diritti dell'uomo e dei diritti delle minoranze, compreso il controllo sul relativo rispetto; e. coinvolgimento europeo; f. riconoscimento delle repubbliche all'interno dei confini esistenti. Le repubbliche devono rendersi conio che una reciproca collaborazione e l'instaurazione di una libera associazione miglioreranno le prospettive di più strette relazioni con la Ce. Il lesto della Conferenza di pace è particolarmente rigoroso e dettagliato sul punto dei diritti dell'uomo e dei diritti delle minoranze. Essoprevede un'autonomia per le zone in cui le minoranze costituiscono una forte percentuale della popolazione. Si parla di una polizia locale - con una composizione rappresentativa - e del diritto ad una rappresentanza proporzionale nei governi delle repubbliche in questione (secondo l'esempio belga). Viene assicurata in tal modo una piena parità di tutti i gruppi di popolazione. Le zone autonome - etnicamente miste - debbono secondo tale proposta essere permanentemente smilitarizzate. Si prevede un controllo internazionale permanente sull'applicazione di questi diritti. Verrà istituito un organo di ricorso sotto forma di Corte dei diritti dell'uomo composto di un pari numero di giudici delle repubbliche e degli Stati i)JJ, BIAN(:O l.XILROSSO i H 6i ki) i&i I i MG tu~• dii membri della Ce, sotto la presidenza comunitaria. Secondo le «TreatyProvisions» altri settori di cooperazione potrebbero essere: a. cooperazione economica sotto forma di unione doganale o addirittura di un mercato interno con conseguenti accordi monetari (parallelamente al Sistema monetario europeo) e armonizzazione della politica macroeconomica, fiscale e sociale. Ciò richiede l'istituzione di un Consiglio dei ministri per la cooperazione economica; b. consultazione e cooperazione ad hoc nelle questioni di politica estera; c. lotta contro la criminalità internazionale, il terrorismo e il traffico di droga. Per ciascuna di queste forme di cooperazione è previsto un Consiglio dei ministri e si parla addirittura di un organo parlamentare. Le «Guidelines on the Recognition of New States Negli orientamenti e nell'allegata dichiarazione vengono ribadite alcune delle condizioni della «TreatyProvisions», segnatamente: - rispetto dei principi dello stato di diritto e dei diritti dell'uomo; - inviolabilità di tutti i confini; - disponibilità a comporre le controversie mediante accordi o arbitrato; - regolamentazione dei diritti delle minoranze conformemente alle «TreatyProvisions»; - accettazione delle altre proposte contenute nelle «TreatyProvisions». Inoltre: - le unità politiche che sono il risultato dell'aggressione non saranno riconosciute; - nell'ambito della politica di riconoscimento si terrà conto degli effetti sugli Stati limitrofi; - l'appoggio agli sforzi del Consiglio di sicurezza dell'Onu e un proseguimento della Conferenza di pace costituiscono condizioni per il riconoscimento; - le repubbliche devono garantire nella loro costituzione e nella loro politica di non accampare rivendicazioni territoriali nei confronti di Stati membri della 52 Comunità confinanti e non conducono nei loro confronti attività ostili di propaganda compresa l'utilizzazione di una denominazione che implichi rivendicazioni territoriali. Forze dell'Onu e osservatori della Comunità Dalla metà di marzo 1992 è stata data esecuzione al mandato dell'Onu di stazionare «caschi blu» a tutela della pace nelle zone di conflitto in Croazia. I quartieri generali sono stati installati nelle città bosniache di Sarajevo e Banja Luka. Il quindicesimo cessare il fuoco in Croazia è stato ragionevolmente rispettato e ciò ha consentito l'insediamento delle forze dell'Onu, la cui presenza ha un effetto molto positivo in territorio iugoslavo. Il disarmo delle milizieirregolari e la smilitarizzazione delle zone interessate verranno effettuati dalle forze dell'Onu e sotto il loro comando. Si tratta di un compito difficile, in quanto il possesso di armi è generalizzato tra la popolazione e la fiducia reciproca e tutt'altro che solida. Gli osservatori della Comunità si possono dedicare maggiormente a compiti di prevenzione del conflitto, in particolare in Bosnia-Erzegovina. Essi sono particolarmente ben visti dalla popolazione, in quanto la loro presenza contribuisce a promuovere la sicurezza. Vi è pertanto ogni motivo di mantenere l'intervento degli osservatori della Ce finché sussisteranno minacce per la sicurezza. Riconoscimento delle repubbliche Slovenia e Croazia La richiesta di riconoscimento da parte di 4 delle 6 repubbliche è stata vagliata da una commissione d'inchiesta della Comunità, presieduta dal giurista francese Badinter, alla luce dei criteri delle «Guidelines». La Slovenia risponde pienamente ai criteri previsti. La Croazia è stata invitata a modificare la sua Costituzione in funzione delle norme previste al capitolo II delle «Treaty Provisions for the Convention». Il governo della Croazia ha reagito positivamente alla richiesta e disciplinerà i diritti delle mi-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==