_i>J). BIANCO il..11. ROSSO ihilr\lM•• Asilinido l'urgenzdai nuovestrade di Erminia Gianfelice - Donatella Urbani ostituiti con una legge del- e lo Stato nel 1971, per il superamento del concetto di assistenza e custodia rivolta all'infanzia realizzatodall'Onmi (Opera Nazionale Maternità e Infanzia) e per le lotte e l'impegno delle donne costrette a fare i conti con le esigenze della propria emancipazione, gli Asili Nido costituiscono una vittoria delle forze progressiste nel nostro paese. Il sindacato, la classe politica, gli operatori hanno rivolto i loro sforzi al superamento di mille difficoltà, ed hanno aiutato così la donna a crearsi un'autonoma collocazione nel mondo del lavoro. Gli operatori del servizio, forniti di una forte coscienza sociale, e consci del compito loro affidato; muniti di una preparazione culturale specifica non indifferente hanno dato grande solidarietà e comprensione alle famiglie, facendo spesso da «trade-union» tra gli asili nido e gli altri servizi presenti nel territorio: consultori, servizio materno infantile, centri d'igiene mentale. Gli asili nido si sono cosi trasformati, nel corso degli anni, da servizi per la custodia e l'assistenza all'infanzia, in una struttura socio-educativa d'interesse pubblico; nel quadro di una precisa politica formativa della prima infanzia. La legge demanda la gestione di questo servizio agli Enti Locali, nella giusta convinzione che solo a livellolocale, questi potessero arrivare alle più svariate realtà sociali presenti nel nostro paese e di conseguenza inserirsi nelle necessità territoriali con propri regolamenti. Ma i nidi nell'esperienza romana, hanno solo per una breve stagione brillato di luce propria, e, come tutti i servizi che vivono all'ombra del Campidoglio si sono BibliotecaGino Bianco ammalati di quei mali che affliggono la nostra città: degrado, abbandono, inefficienza, burocrazia ottusa, strumentalizzazione politica, disorganizzazione, e incapacità nella realizzazione di qualsiasi progetto. Ovviamente gli asili nido destano in questa situazione, molte preoccupazioni specialmente in quelle persone che come noi credono in questo servizioe che nonostante tutto considerano ancora la sua piena validità. I nidi, per la loro specificità, hanno bisogno di un'attenzione ed una politica più che mai responsabile, poiché la loro peculiarità impone scelte e comportamenti adeguati per la particolarità dei soggetti che vengono ospitati: bambini da O a tre anni. Adriano Ossicini, senatore e psichiatra, esperto dei problemi dei più piccoli, intitola così un suo articolo: «Asili:necessari, ma anche pericolosi». L'AsiloNido, come struttura nasce da un bisogno dell'adulto e non del bambino. Se proprio non se ne può fare a meno, mettiamolo almeno in grado di rispettare lo sviluppo psicologico dei piccoli. Per evitare quindi traumi ai bambini, gli asili nido devono garantire un livello di qualità molto alto, ponendo al centro dell'attenzione lo sviluppo psico-fisico del bambino e le sue necessità: non sarebbe male che si introducesse come prassi una maggiore attenzione; farlo non costerebbe niente visto che le strutture ci sono e il persona I e anche. Aggiornamento permanente degli operatori, copertura degli organici, colloqui preparatori tra genitori e operatori con l'ausilio dell'equipe psicopedagogica operanti presso le circoscrizioni per conoscere il nido, il personale, per controllare i movimenti di ansia dei genitori e non trasmetterli al bambino, l'inserimento graduale e la vicinanza dei ge74 nitori al figlio in questa nuova esperienza. Tutto dipende dalla gestione del servizio e dalla volontà dell'Amministrazione: lasciare morire un servizio come gli asili nido nella Capitale è profondamente ingiusto; se il loro costo è insostenibile e la gestione è difficile, che si trovino nuove strade, ...ce ne sono tante e tutte portano a Roma. Prima di tutto è necessario conciliare le esigenze del bambino con quelle della famiglia, utilizzando a pieno le leggi di cui disponiamo e che permettono ad entrambi i genitori di poter esercitare il loro diritto dovere di curare e di assistere il proprio figlio; incoraggiando così il più possibile la permanenza del bambino in famiglianel primo anno di vita. L'attuazione di una scuola deJl'infanzia che accompagni il bambino fino all'età scolare, garantendogli così una continuità educativa e sicuri punti di riferimento; una maggiore e razionale utilizzazione delle strutture accoglierebbe un maggior numero di utenti, rispondendo così ad un maggior numero di bisogni. Come donne sottolinearne l'esigenza che la maternità venga riconosciuta nella sua dignità e nel suo alto valore sociale e che venga assunta responsabilmente dalla società e non vissuta da parte delle donne come una colpa con un altissimo prezzo da pagare nella società e sul posto di lavoro. A questo proposito la legge 125(articolo 2 commae) recita testualmente: «favorire,anche mediante una diversa organizzazione del lavoro delle condizioni e del tempo libero, l'equilibrio tra responsabilità familiari e professionali e una migliore ripartizione di tale responsabilità tra i due sessi». Auspichiamo che quanto sopra citato venga pienamente realizzato con il contributo di tutti, nessuno escluso.
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