~JLBIANCO lXILROSSO Mi•kliiill scovi e alla Chiesa. Monsignor Giampaolo Crepaldi, all'assemblea di Assago, ha proclamato che la Dc, e si intendeva solo la Dc, «non ha mai disatteso le indicazioni e i richiami della Gei e dei singoli vescovi». Una specie di assoluzione e benedizione generale, che la Dc ha incassato, magari con un pensierino di rivalsa sulle parole severe che il cardinale Martini aveva indirizzato ai suoi dirigenti solo tre giorni prima, e che apparivano ben diverse, come si può vedere in questo stesso numero, nel «Documento» che pubblichiamo. Inutile stare a discutere che non basta proclamare i valori, la risposta è che gli altri partiti neppure li proclamano. e anzi programmaticamente li avversano. E in questo qualche ragione può aversi. In sostanza, come appare da molte parti, l'atteggiamento della Chiesa attuale, ufficialmente, è ancora quello di attenzione privilegiata alla Dc, pur riconoscendone i limiti di testimonianza e di coerenza. È una spinta al rinnovamento, un richiamo all'urgenza delle riforme istituzionali, una specie di scialuppa di salvataggio, di riconoscimento estremo della sua necessità, e dell'obbligo dei cattolici come tali di continuare a votarla. Che nei fatti questo non si realizzi, che di fronte ad una percentuale di credenti italiani che sfiora 1'85%, e di «scelta» della religione nella scuola che supera il 90%. la Dc abbia ormai tra il 30 e il 35% dei voti non cambia la posizione ufficiale. Lo vedevamo alla conclusione dell'articolo scorso. La Dc è al massimo rimandata, e talora è ancora promossa senza esami, come ad Assago, nonostante dubbi e critiche generali, ma non per questo gli altri partiti vengono promossi. Essi per l'ufficialità sono bocciati a priori, e non sono neppure ammessi agli esami. Come esemplare di questo atteggiamento, che è reale, e con cui occorre fare i conti, se si vuole che le cose cambino, prendo una citazione, un p6 lunga, ma necessaria, da «Studi Cattolici», la rivista vicina all'Opus Dei, che può incarnare bene le posizioni di certo mondo cattolico moderato. Nell'editoriale del numero di ottobre '91 il direttore, Cesare Cavalleri, espone con assoluta chiarezza la situazione, dal suo punto di vista, che non è solo il suo: «Se dal piano dei principi si passa alla concreta valutazione storica, bisogna domandarsi: «Quali sono i partiti che, oggi come oggi, promuovono i valori che i vescovi indicano come irrinunciabiBibliotecaGino Bianco 15 li?» La risposta è: «Nessuno».Infattiproprio di quei valori è carente la nostra società, che -contro la piena verità dell'uomo-ha legalizzato il divorzio e l'aborto, per citare solo i guasti più macroscopici. La domanda va allora riformulata in questi termini: «Quali sono i partiti politicamente significativi che, almeno programmaticamente, sono in linea con quei valori, e hanno storicamente compiuto qualche tentativo per difenderli?» (Ho detto «politicamente significativi» per lasciar fuori il Msi, attualmente allo sbando e con un'eredità ideologica neopagana, anche se strumentalmente ha in passato difeso alcuni di quei valori). La risposta dunque è: «laDemocrazia cristiana». Volesse il cielo che ci fossero altri partiti, ispirati ai valori indicati dai vescovi, sui quali potesse convergere l'impegno dei cattolici, ma qui e ora, purtroppo, non ce ne sono». Ci si può lamentare quanto si vuole, di questa situazione, ma non è certo con i lamenti che la si può cambiare. È tuttavia certo che non pare che gli altri partiti stiano facendo il possibile per superarla, né con la tattica né con la strategia, né con le buone né con le cattive, che pur sarebbero possibili ambedue, come vedremo nel prossimo articolo. - Le Associazioni cattoliche ufficiali. A questo proposito occorre prendere atto di un cambiamento notevole, che era iniziato da anni, probabilmente proprio dai tempi del Convegno di Loreto, che ha subito una accelerazione dopo le prese di posizione dei vescovi, e che ha segnato un riavvicinamento ufficiale delle associazioni cattoliche, pur in mezzo a mille distinguo, alla Dc. Inutile, qui, stare a ragionare sui motivi, che sono interni al mondo cattolico stesso, certo, ma anche dovuti a situazioni ad esso esterne. L'Azione cattolica italiana si è riavvicinata ufficialmente, dopo le parentesi polemiche degli scorsi anni, con la presidenza Monticone e la «scelta religiosa», che tanto avevano disturbato i vertici della Dc, e non solo quelli. Il riavvicinamento è stato realizzato apertamente, con incontri e dialoghi, inusuali da molti anni, con la Dc di questi giorni. Anche le Acli «sono tornate all'ovile», pur con ripetute affermazioni di non collateralismo. Capisco che l'espressione suoni dura, e qualcuno possa offendersi, ma non è colpa mia se gli attuali dirigenti si sono mossi come tutti abbiamo visto, ed hanno consentito senza repliche che l'incontro recentissimo con Giovanni Paolo II fosse presentato
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