L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVIII - n. 73 - 15 luglio 1947

Anno XXXVIII (nuova serie) N. 73 ZurigoF 1 S luglio 1947. LIBERAREE FEDERARE QUINDICINALE SOCIALISTA Redazione-Amministrazione: Militarstrasse 36, Zurigo - Conto postale No. VIII 26 305; Abbonamento annuo Fr. 4.-. semestrale Fr. 2.-. sostenitore Fr. 20.-, una copia cent. 20 Telefono 23 44 7 5 L'insegnamento del partito d'azione cadde e scomparse :ii1partito. Per eccesso di acume politioo; per l'esasperata e aTtificiale ricerca di «una» funziorne; per aver diimenticat,o che un partito esiste sopratutto in virtù della fede dei suoi militanti e della coerenza e wnsegucm,a della sua linea. Il Partito d'Azione, il più giovane dei par_ titi italiani, giunse alla fine della lunga vigilia cospirativa e partigiana carico forse di trO'ppa gloria. Esso aveva contrOlfirmato col nome dei suoi Caduti tutte le cambiali storiche che la nuova Ita1ia repubblicana e socialista aveva emesso in nome del futuro. Quei morti e quella glori.a legavano il Partito all'adempimento di un -compito immane. Carlo Rosselli, l'iniziiatore, enunciati i princiiPi, aveva seguìto nel supremo sacriJ'icio j caduti della guen·a di Spagna, iprecedendo quelli della cospirazione e della guerra partigiana, ari. quali aveva mostrata « la via». L'alba della libeTazione vide a Milano l'uscita de « L'Italia libera», il primo quotidiano della riscossa, il cui nome fu urlato nelle strade come una sfida e come un grido di vittoria, mentre nazisti e fascisti non avevano ancoria aibbandonato la città. Attorno al Partto Si raccolse quasi tutta la inteHettualità italiana: mai forse nella storia dell'Italia moderna un partito potè vanta1·e tra i prO!pri aderenti un numero altrettanto grande di filosofi, di politici, di toonici~ di studiiosi, -per la massima pal'te di fama indiscussa e di autentico e indiscusso v-aloire. Sembrò, quello, l'inizio di una gran de ascesa e fu invece ril princi-pio di un declia:lo che ha condotto il partito, a poco più di 2 anni dai.I 25 aprile, ad una morte senza gloria, mentre il testamento del partito defunto non è che un'ultima oontorsione, un ultimo cont:r'addizione, un ultimo vano tentativo di ritar<lare la chial'ificazione. Per le ideologie alle quali a. suo tem1Po iparve ii.spirarsi, il Partito d'Azione è og.gi considerato da molti come una SJI>OOidei P. S. L. I. ante littm-(Jfm,, come i,l partito cioè che, contro le torbide e negative e-sperienze orientali, aveva cercato pel' il primo di moondurre il socialismo nel grande alveo della libertà. « Socialismo e libertà» - avev·a affermato Carlo Rosselli. «Liberal-socialismo » - aveva sogg:iunto Guido Calogero; un inutile e brutto neolog-ismo che ,pure rendeva testimonia:nza dell'intuizione di una verità fondamentale alla qua4e anche il P.S.L.I. si richiama. La stol'ia del P.d.A. presenta quindi un interesse notevole per coloro che si sono riproposti ancora u,na volta quel problema, e fontano oggi faticosamente, co.n -diSJperato coraggio, di ri-affermare che socialismo e libertà sono termini inscindibili: che non può esservi libel'tà piena ed intera senza socialismo; che, sopratutto, non può esservi socia1i&mo senza libertà; e ohe, non solo riaffermano tutto questo, ma giorno per .giorno traducono in atta politici concreti qum winciipi e tengono 1ncroillabilmente fede a quell'impegno. Rispondiamo dunque al quesito: il P.d.A., che era anch'esso portatol'e di quella verità, come ha notuto deviare, tradnre di fatto la Causa e il mandato dei Morti, e in.fine ingloriosamente perireT Esso aveva nel suo seno una pletora di dirigenti e di «quadri»; soffriva così della malaittia .più graive che possa oolpi.re un partito: la malattia dei « ca,pi ». E tutti costoro - ed erano decine di migliaia - si sentirono purtroppo in dovere di ragionare e di argomentare per fornire la prova della Jo.ro saipienza politioa. La «situazione» fu infinite volte esarrnfoata e analizzata dai «dottori» del parti.to. Questa esame li ricondusse o:grui volta ,a,1-Jacolllstatazione di un dato fondamentale e indiscutibile costituito dal fatto chP✓ il P.C. contr-01Java 1 le gTandi masse •dene officine ed esercitava nel paese un'enorme infuenza; esso era, è vero, nettamente orientato in senso totalitario e dittatoria1e, in conformità alla e6lJ)erienza e al modeHo sovietico e in contra,sto quindi insamabile con •le dottrine del P. d. A., ma era nello stesso tem])o anche un eccellente contra,ppeso cU fronte alla minaccia di un ritorno offensivo de1la desb'la conservatrice e reazionaria. O,li alchimisti del P.d.A. ne trassero la conclusione che la saggezza im])oneva di non cer- ,care di aittenuare Ja potenza di quel tossiw; che .iro. reaHà poteva e doveva agire nel corpo sociale come il migliore degli an,tidoti. Fu così che i'l P.,d.A. aocaTezzò e blandì sistematicamoo te il P.0.I., evitò scrupolosamente di denunziarne lo spirito autoritario e autide,mocratico e 1-inunziò ad « operare» in seno alle masse de1Qe officine, il che avrebbe potuto fare sofo ponendosi su un piano di spiegata concorrenza col P.C.I. Con qu ta « 1·i~unzia » fu oal}C-eHaJodi fa_tto dal ~i i_o d" Rosselli il eqp,1(10 ,- llDe: la li-be-T à~ Restaiva il « sociallismo ». Ma dopo aver rinunciato alla sua possibile espansiione in mezzo aUe masse operaie, al P.d.A., non rimaneva che un campo obbligaito: i ceti medi, la « sinistra borgheoe », cioè la zona di oiperazione as egnataigili da Togliatti; una zona nella qualle per aigil.'0 efJ,icaoemente bisognava per forza smorzare e attenuare i toni dei soc•ialismo azionista. Così a,r.gomentarono i «politici» del pai~tito e cancellarono anche l'a'ltro termirne, riduce,ndoo,i alla affemnazione di un generico e inconsistente democraticismo. Caduto così per• intero il bfoomio, che costituiva la sintesi di tutta la sua ideolog,:ia, Questa dolorosa esperienza ci insegna una cosa sola, che è tuttav,ia essenziale: ed è che il par{ito dal ocialisrno demooratico non può transigere coi nemici della libeTtà anche se questi si travestam.o da partito di sinistra e controllam.o temipoil"aneamente le masse operaie. Così come non '.I)UÒ transigere con le classi privilegiate e oon i partiti che ne esprimono g·li interessi. Non vi è pe1, fi partito detl socialismo libero aJl tra scelta. Carlo Andreoni Per l'unità dei socialisti • Alla vigHia della marcia su Roma la vita politica italiana era caratterizzata dalla mania patologica del frantumamento dei grandi partiti in tanti piccoli grup'pi quante erano le ambizioni dei capi. Da una parte -c'eTano i liiberali democratici, i democratici liberali, i de,mooratici sociali e i democratici italiani; il gruppo marxista· era suddiviso in unitaristi, ter,zinternazionalisti e comunisti con possibilità di altre autoiprolifica.zio ni. Queste di visioni giovarono es-elusivamente al trionfo del fascism.o Do,po venticinque anni dii tragica esperienza la situazione italiana si presenta come prima, anzi peggio. All'interno il ,perie(J'lodi una dittatura, favorito grandemente dalla fame e dalla miseria delle classi popolari, è una realtà presente che non sfugge a nessuno. Il popolo stanco dell'inoapacità di questo o quel governo democratico a risolvere, gli urgenti e gravi problemi economici-finanziari può .faoilmente oadere, coscientemente o incoscientemente, sotto un'altra dittatura. Ma il pericolo più grave deriva dalla politi-ca internazionale. · Qui la minaccia di un nuovo conflitto mondiale brucia le tappe. Lo scontro tra l'imperialismo degli Stati Uniti e della Russia sovietica è già in atto: forti contrasti per la questione tede.sca e austriaca., aiuti di Truman alla Grecia e a!lla Turch~a e reazione russa oon il -colpo di Stato ungherese e con 1 'offensiva dei partiti comunisti nei var'Ì Stati. Il piano del segretario di Stato americano Marshall, -a oui hanno aderito gli Stati d'Euroipa centro-occidentale, per i russi non è uno sforzo per la .ricostruzione ooonomica europea ma un'equivooa manovra. L'accordo fra le due potenze è molto difficile e la guerra, pertanto, non sembra troppo lontana. In queste circoslanm fa domanda che ci facciamo è questa: - Il premere di questi eventi, interni ed esterni, lascerà le forze socialiste italiane .ancora f.rantumate, disunite e, pertanto ineffica.ci ? Permetteranno esse che l'Italia sia ancora, un'altra volta, travolta in un conflitto imperialistico, oggetto <li altre tremende distruzioni spirituali e materiali ? Non si scappa.., la questione è chiara: sostenere De Gaspe,ri significa schierarsi per l'America, per il bloco occidentale, antirusso; d'altro canto, fare una politica di subordinazione ai comunisti vuol dire mettersi al servizio della Russia. La qualcosa, nell'uno e nell'altro caso, porterebbe alla guerra civile e all'intervento straniero, saremmo la più disgraziata delle nazioni, ci ammazzeranno l'un con l'altro. Le forze socialiste italiane, consapevoli deHa tremenda minaccia che urge, sulla nazione, coscienti che tanto De Gasperi quanto Togliatti, in politica estera, nell'imminente co:,,zo, rappresentano la guerra, dovrebbero sentire il sacrosanto dovere di ri-costitui,rsi unitariarnen te per adempiere la più grande, la più importante funzione ohe la storia oggi assegna a loro: all'inte.rno, salvare la democrazia da qualsiasi pericolo di dittatura mediante un pTogramma economico reai]jstico atto ad allontanare la miseria e la fame, foriere di tutte le, tentazioni totalitarie; all'estero, len tare, con tutti i mezzi <li mettere l'Italia al di fuori della tregend'a infernale della guerra ato- .rruica . Questa la dura realtà d'oggi; mano mano ch'essa si comprende e, si va:luta in tutte le sue ripercussioni vicine e lontane, in molti sooialisti dei due tronconi si fa strada la persuasione che è neoessario superare, vincere tutte le miserie interne, le polemiche personali per affretta.Te la nooessari•a riunione di tutta la famiglia socialista. La <riunificazione socialista non è - come ha scritto Lelio Basso - nè un artificio nè una manovra ma un urgente problema, una nobile esigenza sentita da tutti i lavoratori sociallisti, essa si attuerà necessariamente nella piattaforma del socialismo democratico ~ autonomo, sempre che gli uomini che militano nei due paTtiti socialisti sappiano vedere al di là del loro naso, abbiano tratto una esperienza dalla recente crisi ministeriale, e amino di più i lavoratori che la loro persona. c. B. L'Europa non vuol morire Thomas Mann è il più grande scrittore tedesco vivente, e, per le persecuzioni subìte ad opera dei nazisti, rappresenta ùi forza del pensiero che lotta e vince per affermare i suoi diritti alla libertà. Richiesto sul destino della sua patria, così si è espresso: «La GennGJnia, oggi, è la più infelice delle nazioni, i vincitori l'hanno frantumata, divisa, spogliata e affamata. Il marco, praticamente, non esiste più' è stato so: stituito dalle sigarette americane! «lo sono convinto - ha continuato Mann - che la Germania futura sarà una federazione di stati socialisti democratici. Qual-- siasi altra strada sarebbe assurda. Jfolt{ mi domandano qual'è l'eredità della Germania. Non posso ammettere che la Germania abbia una eredità che non sia quella deU'Europa. E l'eredità dell'Europa si chiama sociali.smo democratico». I primi a dar,ne la prova sono stati i tedeschi stessi; nelle elezioni di Berlino e in quelle amministrative dei lands, essi, sotto il naso dei russi, <Jhehanno imposto con la forza la fusione dei comunisti e socialisti, hanno irnrposto con la forza Ùl fusione dei comunisti at1 Pi!~ socialismo democratico e autoLo S.P.D., cioè il partito socialista tedesco, oggi-è in grandissimo sviluppo, ha soppiantato di gran lunga il S.E.D., il partito che risulta dalla fusione tra coniunisti e socialisti, e rappresenta la speranza dei tedeschi. l(urt Schumacher, il leader dello S.P.D., ha detto: «La dittatura ha tradito e rovinato i tedeschi, il socialismo li potrà salvare solo . s'è democratico». In Francia, durante il 37.o Congresso del partito socialista è stato respinto un tentativo delùi 'ltnificazione tra i due partiti marxisti per due ragio,ni: la 1.a, interna, dice testualmente: «i comunisti hanno un temperamento differente dal nostro ... riflettono meno. Non c'è opposizione nel loro Comitato ç_e,ntrale; per essi il fine giustifica i mezzi, per noi socialisti è diverso. Più l'ideale è nobile - e il socialismo è il più nobile degli ideali - nieno esso si deve servire di qualsiasi anna»; la 2.a, esterna, afferma: «l'attaccamento dei comunisti alla Russia sovietica è qualcosa di p·iù di una subordinazi<>Jte». Anche in Inghilterra i comunisti hanno cercato di fondersi con i socialisti ma il congresso laburi,sta si è nettamente rifiutato ad u,n loro ingresso in massa e totalitario. (Continua in 2.a pagina) UN PENSIONATO L'ho incontralo ai Giardini. Era un omino curvo, sparuto, dallo sguardo assente; attraverso il vestito trasparente, gli si contavan /'ossa, poverino. Pallido, immolo. Ai piedi (o mi sembrò?) aveva le ciaballe di Char/o/. Dapprima mi guardò con diffidenza, quGJldO gli dissi eh' ero UJ1 giornalista; ma dopo mi concesse U11'inlervista, dicendomi : • Sia breve, abbia pazienza ! Ilo poche forze ed il parlar mi nuoce, per cui mi tocca risparmiar la voce •. Mi chinai su di lui rabbrividendo (sentiva di cadavere). In un soffio : • Io son - mi disse - il cavalier Scartoff io, pensionalo statale•· • Ora comprendo!•. Gli strinsi con la debita caule/a, la mano, gialla come UJ1a candela. • E dica, come mai non è ancor morto?•· • Eh, cosa vuole! li caro-{U11erale ...•. • E come passa il tempo? •· • In generale, leggo il Conte Ugolino e mi conforto: pensi che, nonostante i miei sbadigli, non ho mangialo ancor .nipoti e figli!•· • Una gran forza d'animo la sua ... Si parla dei digiuni memorandi di quel bluffisla ch'è il mahatma Gandhi, il quale, al suo con{ ronlo, è un Gargantua ... Posso - gli chiesi - offrirle uno spuntino?•· e Grazie; ier l'allro ho preso un capuccino •· e Ci facciamo due passi?•· • E' UJ1a pw·o/a, caro signore ! • • E dica, in qual partilo milita? • Apri le labbra, il denutrito, ma la risposta, ahimè, gli mori in gola; e per farsi capir, pur senza voce, tracciò nell'aria il segno d'una c.roce. e Ora spira I, pensai; ma in quel momento vedendo un gruppo d'uomini ribeUi che passavaJI di là con dei cartelli: • Pace e giustizi.a ! • • Alloggio e nutrimento !, e Il pane ai pensionali ! • e cosi via, in lui si ridestò qualche e.nergia. Si scosse dai suoi squallidi pen.sieri.: e Presto! M'aiuti a sollevar le braccia•· L'aiutai; f ecc un gesto di minaccia: e Sovversivi ! - gridò. - Fi.libuslieri ! Nemici delle patrie istituzioni! Porci I Venduti! ... ,. E cadde giù bocconi. CAVALIERE D1-vagazlonl Moite persone, wn e .senza la ba,rba,hawno una e-atti.vaopinione dei giovani in genere, e purtroppo le appar<:r1zesembirano ,convalidaJ·equeste co11r m·nzioni. L'eccessivo aitaccame,nto al ballo, Mlo sport e ad altre f.orme di sva.go non swrebbero com,. pensate nei giovani, da 11.m inte.re.s.se'J)<>Sitivaolie cose della 'IJ.-ita. Giorni fa ~ oopitiato a me di soirprendere un gruppo di ,giovail1iidiiscutere <Zi .cose sme ;più groindti di loro, con impegno. Essi stessi, avvertivano il loro ma,le e, accora,.. laJmente ne commentavano le tristi co-n,seguenze. A11.z>lh11li dri que.sto e di all.t.ripartii.i, i .giovani discutano! Non è questo un buon segno ? ••• Leggendo ha terza pagina de.U' «A va,nli ! » di uno degli ul.tiJm:i fllU1nE•ri, ci ha colpito, con la evidena:a di u·nia rivel,azJlo-ne, una, (otog~a.fli!ariproducente una gio'L'l/lMpa,d,r-0na di ca-sa dis.cinta, con a /iJanco la oanncrie-ra,in attesa di aiutarla a vestu-si. Le -due figure, i due ad.te.ggia.memi,erano lì . ad esprimere uin OOJratteresaliente della nostra società. E' pacifii,c-0, è acquvsito <JJ/lementi elementari, -che l'attuale società è dti:vi,sa ( cihe.cchè l1'M dicaino i fini ,pensatari, .gli idealisti) in due zone distinte: da una parte .ci sono i ipadror1.i,dall'altra i senii,. I prilmi guardano i secondi daLl'alto in l>asso e i secondi hwn:no come campo dei loro desideri, de-lle loro aspira,ziarlfi,un mondo che ha dei .c.onfini netti, flimrU!ati. Un comples.so d'inf e.riorità cke .si tramanda di pad1re vn figlio, U •Uene Leigal,i al carro di wna tradizione che falsa i valori r.eaU. Soltanto qu.alche rara l'.Ccezionerompe le dimsorie e sale nella scala soctkl!le. La 1Wil:u,ra ci ha fatto uguali, gli uomini hanno e.reato c,a,teg01-ie.,fiiveUi, g'Mdazioni che sono tanti assurdi oswcoli 1>err glli spon liberi. 1 l senso comune, a,L/1J·iotremendo avver.sario d.el prog1,e,sso, sanziona inappeblabilmente tale siluazùme. Il Socia.lismo è un potente strumento di liberaanone anche delle coscienze. Esso continua la lot/Ja,del ,primo cristia.nes-ianoe f<llràgli uomini u.guali non solamente di fror1;t,ea Dio, ma, fra loro. • • • La r1osf;roRepubblica fatica am,che in alleg<Yria a. salire le erte ripide. A Fi:renze, durante la sfilata dei ocwri .a,lLe.gorici, in occasione del Festival Nazional,e d.eU,aJgioventù ita,lta!n'o, il beMissimo Ca?'ro rapwesen.ta nte l-0,Repubblic<a, su cui e,ra assisa la 17iù beUa ragazza d'll.alva, a wn certo momento Si Cl1'restò:il cava,ltloche lo trainava non ce la fticeva. Si •e:rain saln,ta e i giovroni ()he circondavano il oa,rro si adoperarono immediatamente a spingerlo: non fu Uei-e lo sforzo ma la «Repubbli,ca » passò. Questo episodio <(LC(j_Uisla 1m parrticolare signifi.c'ato,fuo1· <l,all'aDlegorwD. iffiooltà ben piu g7•am e di, altro o.rdine ostacolKvnoil camm1ino deUa Repubblioa, ma i giovam lavorai-ari .s.o-n.ovigili e, anche fuori, dalfoOle.goria. Es.s'<Lpasserà!

\ I I Bib NOTIZIARIOINTERNAZIONALE La Conferenza di Parigi La partecipazione dell'Italia a paritàdi diritti ROMA: GU ambasciatol'i ,d'Italia a Lon,dra ed a Par~i hanino comunicato di essersi ,rhspettivamente incontrati con il Ministro degli Esteri inglese Bevin e con quello francese Bidaull, i quali hanno dato assicurazione che la partecipazione italiana alla Conferenza per la cooperazione economica europea a,·- vcrrà su piede di parità. Il Ministro Bevin ha insistilo decisamente sulla opportunità che il Ministro Sforza si trovi a Parigi per la riunione del 12 luglio. Ha soggiunto che l'Inghilterra appoggerà anche il principio di parità nel comitato di coordinamento ed in generale per la posizione dell'Italia alla conferenza. Ha quindi dato assicurazioni che e tulio sarà fallo per dare soddisfazione all'Italia ,. Il Ministro Bidault da parte sua ha dichiarato in un cordiale colloquio con l'ambasciatore Quaroni di avere apprezzato le dichiarazioni falle alla stampa dal Ministro Sforza sul diritto italiano di parità ed ha soggiunto di capire perfettamente il punto di vista italiano. Ha quindi espresso la sua vivissima attesa per l'incontro con Sforza. Si apprende intanto negli ambienti di Palazzo Chigi che i Governi degli Stati Unili, Inghilterra e Francin sarebbero per fare un passo ufficiale verso il Governo russo per chiedergli di ratificare il trattato con l'Italia. PAIRIGI: Sette ·Nazioni tianino ufficialmente rifiutato d'in,tervenib-eaU.a conferenH del 12: BuJga.ria, Jugoslavia, Polonia, Romania, Ungheria, Albania e, da ultimo, dopo avere accettalo, la Cecoslovacchia. Nessuna risposta ufficiale è giunta dalla Finlandia su cui ancora si spera. Hanno accettato le quattordici Nazioni restanti, alcune però con riserve. La Svizzera da parte sua ha posto la condizione che la conferenza sia economica e non politica, non comprometta cioè la sua neutralità; e così pure, a un dipresso, hanno fatto le nazioni scandinave: Svezia, Norvegia e Danimarca. Queste, si giudica qui, non sono vere riserve, perchè tutti i Paesi sono liberi di ritirarsi quando lo giudicassero opportuno. Gran Bretagna, Italia, Belgio, Irlanda, Olanda, Portogallo e forse· Norvegia, oltre alla Francia, saranno rappresentate dai loro ministri tlegli Esteri: gli altri probabilmente dai loro ambasciatori o ministri a Parigi. tc-ndenza a ritornare alla situazione economica delJ';integuerra, quando la Germania era il centro economico dell'Europa. Sarebbe una rinascila dell'imperialismo tedesco. La Polonia si oppone a vedere la Germania ricostruita prima delle sue vittime ed a loro dnnno. La nota 1 del1la Jrugos1,av.i'a. Con una mola del 28 giugno il Governo jugoslavo chiedeva di partecipare alle prime conversazioni. A questa nota non è sta!o risposto: si propone solo adesso d'intervenire ad una 01 ganizzazione già formata e che per di più non permette ai Paesi vittime della guerra di partecipare con eguaglianza. Le disposizioni del trallato di pace rispetto alla Germania rischiano di venire compromesse, specialmente se si insiste nella partecipazione della Germania occidentale. La pos,izion,reumena. Ln. quamto alla Romania ess:i pone in primo piano e, come direbbero gl'ingle~i, e enfatizza, l'argomento dell'assenza dell'Unione Sovi('tica. L'Unione Sovietica, dice la Romania, è il centro e l'elemento fondamentale indispensabile della ricostruzione europea. Il rifiuto 1ungherese - ,La decisione gover.nat.iva. • Sul rifiuto ungherese si apprende da Budapest che la decisione del Gabinetto rélativa alla non partecipazione dell'Ungheria alla conferenza <li Parigi è stata presa • con profondo rincrescimento •· La decisione, secondo l'agenzia ufficiale ungherese, è stata nv'ltivata dal fatto che la conferenza tripartita di Parigi ha dimostrato che le grandi Potenze non possono raggiungere un accordo sull'argomento; l'Ungheria non ritiene di poter partecipare ad una conferen?a in cui le grandi Potenze non si trovino d'accordo e che non si svolga con la partecipazione di tutte le Potenze. H motiiVO del IJ'iUro ldeN'adesionececos,lov-aoca. Secondo notizie da Praga il ritiro dell'adesione c<:coslovacca alla conferenza di Parigi è da attribuirsi ad una imperiosa nota sovietica inviata l'altra mattina. La nota che costituisce una vera e propria minaccia disponeva che entro le ore 14. ora locale, venisse disdetta l'adesione del Governo Marx e ,. I cc·roslovacco alla conferenza del 12 luglio, pena l'immediato decadimento del trattato di alleanza cecosr,vielico. Il pu,ntodi 'Vista francese r.is,pettoa!Jevarie obiezioni. 'n portavoce dal Q,uai -d'Ol'Say ha e5posto iii punto di vista francese di fronte a queste obiezioni. Sorvolato il problema già troppo discusso della indipendenza e sovranità dei vari Stati e sorvolala la obiezione dei danni portati dall'assenza dell'Unione Sovietica e dall'isolamento delle Potenze occidentali con le parole e colpa loro,, si è soffermato a lungo sul problema tedesco che interessa la Francia jn modo speciale: Su questo punto le risposte del Governo fnincesc sono piuttosto ansiose, e,·asive e incerte e si ha l'impressione che ci si arrampichi sui vetri. Ecco quelle risposte. Nessuno autorizza a credere che si voglia rimettere in piedi l'imperialismo tedesco: la stessa presenza della Francia garantisce il contrario. In quanto allo sviluppo della produzione tedesca, <11cuni rami di essa possono essere sviluppati senza pencolo e nell'interesse comune, come l'agricoltura e l'industria carbonifera. Per quanto riguarda invece alcuni settori più delicati come quello dell'acciaio, il Governo francese sosterrà che la produzione tedesca è ancora notevolmente inferiore al limite già conce~- sr.le: è inutile dunque parlarne alla conferenza: prima si raggiunga quel limite e poi si vedrà. FRA•NCOFORTE : O,pposizionesoviettica tMfa riconiferma ,del -stndaoosocialista di Berlioo. 11 consiglio alleato di controllo di Berlino si è rifiutato og•gi Ji cO'Ilfe11mare l'elezione a sindaco delJa città di Fer&nst Reuter del parlito .social--democratico. la comitato di coordi,namenio deJ Consiglio aveva. pTeceden temente esaimiinaito le obiezioni a11'elezione di Reuter che 1Si possO'Ilo .riaissumere nel fatto che R-eutm-, poiohè appart.ell.'Ile un tempo .al partito comunista, non sarebbe ~,a persona ;più adatta. per ricoprire la carica di sindaco di Bedi1J1.0. ATENE: La situ.a2ione ,rn Grecia si fa simipre •più grave. Misure 1Tepressi;ve del governo reMio- ,nario. La siLu.azione crHioa. che si è venuta a determinare durante le ultime quarantotto ore in seguito agli arresti che la polizia governativa ha operato fra elementi comunisti che a quanto affermano le fonti di notizie ufficiali, avrebbero dovuto compiere oggi un colpo di Stato, non accenna a distendersi. Il Gabinetto reazionario si è riunito questa notte per tre ore e i vari ministri si sono trovati pienamente d'accordo sulle misure prese dal Governo. li numero delle persone arrestate sale complessivamente a 2600: nella sola capitale sono stati iermati 613 elementi di sinistra. tedeschi Fatto acquisito; la ms,titu~ione di un blocco orient~le. E' ,fonque U-D, fatto acquhsHo ormai. il rifiuto di tutti i Paesi orientali, la creazione almeno provvisoria di un blocco economico orientale. In Bulgaria e in Polonia abbiamo già notato, e ne abbiamo dato relazione a suo tempo, la tendenza autarchica, quasi fanatica, del mondo slavo base dei suoi programmi di industrializzazione e della sua paura che qualcuno intervenga a modificarli; e abbiamo anche notato, come in Paesi per la maggior parte agrico 1i e· industrialménte arretrati, una •tale autarchia sia difficile da realizzarsi. Un portavoce del Quai d'Orsay ha esposto e analizzato le varie risposte negative, ,confrobattendo i loro argomenti dal punto di vista francese. La risposta bulgara (che aderendo, la Bulgaria non potrebbe svolgere il suo piano economico) è la meno importante. di Kurt Schumacher I motivi •dell irif.ruto. •~ ,punto ,divista deUaPo1onia. I Paesi che si rifiutano d'intervenire alla conferenza e specialmente la Polonia vedono in essa un principiv di liquidazione dei risultati delle sanzioni, dello stato d'animo della guerra: nella sua divisione netta tra :vincitori e perdenti, tra vittime e aggressori. Una persistenza di .questo e stato di guerra • tramutate oggi in spinta rivoluzionaria, interessa troppo all'Unione Sovietica e agli Stati satelliti perchè vi po.ssano rinunciare di buon grado. La Polonia teme di vedere nella conferenza una L'Europanon vuol morire (Continuazione dalla 1.a pagina) Il socialismo italiano deve, se vuole vivere divenire la forza divina. della nostra storia, rwostitufrsi unitariamente< sulla strada eu,. ropea. Su ques.ta strada, cioè sul socialismo autcmomo e democratico, l'Italia e l'Europa tp0ssono conservare la conquista più grande dell'età moderna, la libertà di pensiero, e costruire la giustizia del lavoro; sol,o su questa strada si può impedire la corsa alla terza ·guerra mandiale, che distrug.gerebbe definitivamente la civiltà europea. Nel medio evo ai barbari invasori e distrut- ·tori si <Y[)1X)Se il cristianesimo; nell'età moderna. sui tur<>hi l'Europa latina prevalse ancora; oggi sul socialismo democratico e aut~ nomo si raccog-lie La lede e la speranza dell'Europa che non vuole morire. Sotto l'assillo di questa istanza di vita in questi giorrni s'è riunito a Parigi un congresgresso per gli «Stati U,witi socialisti d'Euro- .pa» con la partecipazione ullif:iale del n?stro partito. Ad esso hanno partecipato Inghilter- !ra, Francia, Belgio, Lussemburgo, Italia, ·svizzera Germania, Austria, Norvegia e Grecia.Delid Polonia, Jugoslavia e Stpagna erano presenti i rapprese.ntanti del socialism~ clandestino dato che qui per ragioni evidenti non è peT':nessoun socialismo libero e indipendente. . . « La Russia sovietica e i partiti comuntsti degli altri Paesi - ha detto Rob Edwards, presidente (!,el co.ngres~o - essendo netta~ mente ostili all'idea socialista non hanno risposto all'invito». Scopo del Congresso è quello di esami~are .la possibilità di costituire u"!a Feder_azw"':e europea socialista per imp~ire la ~maccia di un terzo co.nllitto mondiale, che, m base alla politwa degl'i imperialismi russo e americano, grava sull'umanità. . 'L'E_wropa avverte, dunque la grave m-i"!a~- cia alla sua esistenza e si rivolge al social~ a?hole Sal'Varsi. o I a Discorso pronunciato a Treviri dal presidente del partito socialista tedesco alla inaugurazione della ricostruita casa di Carlo Marx. Nessuno in Germania, amico o avversario che fosse del movimento proletario, ha potuto ignoran Carlo Marx. Lo stesso Ferdu:iando Lassa/le con la sua forte persono.lilà .non polè impedire che la classe lavoratrice tedesca venisse ispirala e sempre più dominata dalle idee di Marx. • Carlo Marx vive in ogni tedesco che abbia ,in ($,~ interessi politici : vive in lui tome ,tradizione, COf!le leggenda, come prodotto della contropropaga.nda, come immagine semplificala della conoscenza, a secondn delle capaci là ricettive del singolo individuo: talvolta, sebbene molto raramente, vive davvero in lui come l'uomo dell'opera che eg/,i ha realmente creala. Ciò che i seguaci e gli avversari hanno fa.flo di Marx è stata nel passato ed è oggi nella sua azione esterna wia forza mnggiore di ciò che fu lo stesso Marx. lill vari paesi sono sorti negli ultimi decenni movimenti proletari non marxisti, ma in nessun caso essi hanno potuto conservare il loro carattere originario: col volgere degli anni, man mano che le crisi economiche, politiche e sociali venivano prendendo pro" porzioni più vaste, tutti questi movimen_li vennero portali a contatto sempre più stretto con l'opera spirituale d,i Carlo Marx. Tutto è stato evocato contro · Marx : la morale, la religione, la filoso{ ia e le scienze di ogni specie. Ma gli avversari hanno saputo combattere soltanto coni,ro il Marx che essi si erano crealo su misura, mai o solo ,parzialmente colltro l'uomo che era i.n realtà Carlo Marx. Si è cercalo di {,are di Marx, essenzialmente antidogmatico, una specie di edificio basalo sui dogmi e costruito di dogmi. Si è combattuto intorno a un catechismo nel nome di un uomo che era contrario a ogni catechizzazione. Carlo Marx è un critico che arriva fino all'ultima conseguenza. Ciò siglli{ica che egli è antidogmalico, che egli ·non si perde mai nel- /'inf inilo e nel/'• al di là•· Egli cerca di seguire In logica del/e cose, di darci un'analisi esalla delle for=r, del suo tempo e dei tempi avvenire, di studiare le /orme di sviluppo del capitalismo. E in questo egli non usa violenza alle cose, ma ricerca soltanto quali tendenze esse portino in sè. Molti sono coloro che hanno imbraccialo le armi di Marx e se ne sono fal/i un ornamento per le loro schermaglie, senza essere minimamente legillima/i a portare queste armi. Si sono chi'a,ru;iti e continuano a chiamarsi marxisti anche coloro che nulla hanno capilo dèl pensiero di Marx, coloro che non hanno capilo che le possibilità di soluzione variano col variare delle condizioni, che vi sono soluzioni-chiave valevoli ,per ogni tempo e luogo, per ogni grado rii sviluppo e ogni forma di mani{ estazione di questo sviluppo. Molli hrumo compulsato coscienziosamente i libri di Marx senza accorgersi, in questo loro studio minuzioso, che vi sono diversi stadi nella concezione di Marx e nella sua conoscenza delle cose e che vi sono· variazioni derivanti dalla diversità degli oggelli dei suoi studi. La politica tedesca, la rivoluzione francese e l'economia inglese sono invero argomenti assai diversi /'uno ,dal/'alt.ro. * Monopolizzare il marxismo e farne una specie di religione di stato significa uccidere lo spirito che ha informato la vila di Cru·/o Marx e le sue ricerche, signif ie-0 abbassare la scienze. al ruolo della sem~lic~ propaganda. Abbiamo assistilo spesso a lentatw1 d1 servirsi del metodo dialettico, arti{ iciosamenle devialo e snaluralo, per giusli/icare praticamente una poi1lica imperialistica. Con questi metodi si è abusalo del malerialismo storico e si è cerwlo di presentare come e marxismo , qualcosa che è assolutamente estra- c:.;aarx e al suo spirito. Marx vive come metodo. Non sono i risultati delle sue ricerche che sono decisivi, ma il modo con cui egli è ,pervenuto a questi risultali. Questo è il Marx e vivo,, che studia nuovamente le nuove situazioni e cerca di arrivare a nuovi risu/1-ali. Egli è stato rw,•- duto in tutti i campi, completalo e confutalo. Ma d'improvviso, nell'acme delle crisi decisive, tulle le revisioni e le con{ulazioni si sono dimos-lrate antiquate e i metodi e lo spirito informatore di Marx sono tornali più vivi e più validi di prima. Avversari e seguaci dimenticano troppo spesso che Marx ha analizzato un determinalo periodo del capitalismo e la economia /iberistie-0. G/J interventi :le/lo stato nel campo dell'economia, lo sviluppo de/la Lec11ica, le rivoluzioni industriali e politiche dei secoli XIX e XX hanno determinalo un mutamento ne/In scala dei oolori de/I'wnanilà e nei rapporti della classe lavoratrice con lo stato e la nazione. Il mondo si è cambiato, e con esso la composizione qualitativa e qua 0 nlilaliva delle masse Iavoratirici. Lo sviluppo spirituale e la maturità politica de/le masse non procedono più di pari passo con i mutamenti del mondo circostante. Il mondo di ieri non esiste più, oppure esso è ancora presente nella coscienza degli uomini e svolge il suo ruolo antirivoluzionario. Carlo Marx ha avverti,to /'importanza della sopraslruttura ideologie-0, la sua tendenza a rendersi indipendente e le ,reazioni che essa provoca. La polUica minaccia di disperdersi in una guer,ra nelle ideologie, mentre dietro la linea del fronte i resti del capitalismo cercano di assicurarsi il possesso del potere economico ,e ,di cl are allo stato una forma che sia loro accell-a. Quanto pericolose possano divenire queste tensioni .tra l'essenza della società e la coscienza politica, lo dimostrano le diverse strade attraverso le quali le democrazie sono state por/aie a trasformarsi in stati totalitari. Senza queste tensioni e senza la incomprensione del processo di· sviluppo storico, i nazisti non sarebbero mai .riuscili a impadronirsi del ,potere in Germania. Con argomentazioni pseudo-marxistiche è stata sgombrata la via alla controrivoluzione, mentre non si è saputo di{endere vittoriosamente le trasformazioni verso nuovi ordinamenti del/a società che erano m atto in altri paesi. Come nel 1933, esiste anche oggi la minaccia di una controrivoluzione. Noi assistiamo in Germania a una -trasformazione morale e sociale, a nuove st,ratif icazioni di classi. Questo è dunque il momento per il socialismo democratico di dimostrare che esso non onora soltanto Cw·lo Marx come colui che ha scf)- perto le leggi eterne d.c/reconomia; è il momento di chiamarlo in proprio aiuto come il grru1de indagatore e scopri/ore delle soluzioni dei problemi di og11i epoca. Il marxismo non dev'essere per noi una dot- -Jrlna esoteric-a segreta, cosi come J1011 dev'essere semplicemente propaganda. Esso deve aiutarci ora a trovare i nuovi conjini delle classi in formazione e ad analizzare le mutale condizioni del possesso e dello sfruttamento. I compiti del marxismo sono lo studio delle nuove premesse sociali e l'analisi della nostra classe di lolla composta di elementi completamente nuovi. Esso deu' essere per noi uno strumento di difesa co11lro le ,tendenze a/l'impoverimento insite nel capitalismo, uno strumento per la nuova costruzione del socialismo. Il marxismo è un metodo indispensabile nella lotta per la liberazione dei lavoratori. Ma non esiste alcuna monopolizzazione di metodi: in questo senso sarebbe anzi antimarxistico ritenere che il marxismo sia l'unico motivo e runico mezzo del socialismo. La grandezza storica di Carlo Marx e il suo contributo alla liberazione del/'umani.tà sono tanto immensi, che il marxismo non ha alcun bisogno di rivendicare a se stesso · tm monopolio di natura spirituale. Ouasi come prima Evita a Roma Un mio coLlega .ohe -abita nei pr:.essi di Piazza dei Re di Roma è riml(J;Slo motto male quamdo ha , visto che vl corteo delle macchine su una delle quali cira La signora Petr0?1-,sv-olliatndo ,per La campa.gna, fra una breccia e l'aJtra degli antichi acque- <Wt/Ji, prendeva per l'Appia Antùa.. Così come B<>- no rimasti molto male quei buonri cittadini di San Giovannli i qua/ti erano scesi tnelle strode pe,r vedere /,a bel.La sgnora e non l'hanno vista. La. signora Peron infatti è stalla, fatta entrare in Roma per la s.trada più suggestiva, giù, lun90 Le tombe di Ceciltia Metella, e degl;i, Scipioni là dove il tramonto di fuoco impi.gliandosi nei verdi. compatti dei cipressi e dei pini ad ombrello sonleva Languori daUe pietre della v-ecchia strada romana. L'itinerario era sta lo fnf,all>i prestabibvlo allo s-copo di far subito vedere alt,.a gentile ospite argentina le bel.le cose di cui palflanio le guUe. Così la signoria Peron non ha visto i romani, quei romani veri che abita.no nelle grandti e tristi case della periferia., i romani di San Giovanni msomma. E questo assomiglia mohto alle visite che sa.ppia,rno, qU(l)ndo il Podestà e il segretario federa-Le gLi ,dicevano: ..-p: er di qua, ecceLle,nza », chè se fosse aindato datl'alt.ra pa,rte avrebbe visto troppe cose. Così era stato tutto sta.,biliJto anc-he a Ciatmpino dove i bambini dovevano agilialre bandler.i.ne e bisognama veàe.re come S'i arravbiavano i sokrt,;, opera.t,Olfi cinematografici se i bambini, invece che agitare d.e bandti:.erine, stavano buoni buoni sotto gli .spigol;i, per evitare il sole che venUllV giù tremendo sulle loro tl!'ste. Mentre invece sarebbe sta.lo molto più bello la,scia,r-e che tutti facessero a modo loro, badando soltanto che non avvenissero disordini. Così 0ome è ,s,J.,ato be~lo ..-:sentire » quel silenzio ohe si sentì, quando la signora Eva si affacciò allo sporteno della Dou9las, che aveva compiuto un atterraggio perfetto, e tutU dissero: è veramente bella. La signora Peron infatti, molto elegante, è am,che bellis.sima e que.sto non guasta: po:i manda baci e soUeva l'entusiasmo de• gli uomini, che non è per niente wn enliusiasmo politico perohè .con la bellezza e iL fascinw di ,una beuà donna la polritica •ha b,e,n poco a che f,ar-e. Davantii all'ambasci,a,t,a. argentina., quando il corteo delle macchine fu gi.un:to, preceduto da una ira di dio di celere con sir-ene, oombrò che tutto dovesse procedere alla perfezione; e inve-ce le celere si dimostrò deplO'revolmente inca.pace di fare quelLo che dO'Veva,f 0;re e i cordoni furono rotti per-chè tuPPi gli uomini volevano vedere la l>ella signora. Notati ai/l'aeroporto il pa.nama del Conte Sforza e il gruppo delle donne elettrici che avevano noleggia.to Diego Calcagno con stilo9rofica; notato Padtre Pedro con macohina lussuosa e voce infantile il qualie volle assalutamente toccare con ma,no •la sigwra Peron ed è MULato molto agitandosi con -certe bandiierine che aveva neLle mani. La signora Pe,ron è andata d,al Papa, ric-evuta in forma uffioiale. M. I « Cavalieridel lavoro~ La creazione di quest'Ordine caval,leresco venne annunciata una trentina d'anni or sono: e la notizia destò una certa curiosìtà. Si ·credette -lì per lì · che tra i due Ordini civili venisse ad mserirsene uno nuovo riservato agli uomini del lavoro: un premio, un ri.conoscimento a quegli operai <>he si q.istinguesserQ per perizia tecnf,ca. Ma, dopo qualche giorno, Si seppe di che cosa realmente ~i trattava: la nuova onorif i.cenza era per . . . gli industriali. Ma allora - si osservò dalle persone intellL genti - si doveva dire « cavalieri dell'industria» con termine più proprio ... E difatti così in un primo tempo s'era pensato. ~fa c'era un guaio di mezzo: di cavalieri d'i.ndustria ce n'erarw parecchi in giro, anche se non costituiti in Ordine, e tal,uni d'essi di tanto in tanto onoravano di loro pre-senza le patrie galere. Così lu giocoforza ripiegare sul ... l,a_ voro - termine che, al postutto, suona sempre simpaticO. Senonchè, come al solito, si fecero le cose a metà, poichè, per un'esigenza elementare di proprietà di linguaggio, si doveva dire « Oavalieri del lavoro altrui». Non è compito precilpuo dell'industriale reclutare, · organizzare, dirigere le persone atte a compiere u,n dato lavoro? Le · tavole dell'Ordine furono così imiprontaté arl un criterio selettivo aristoératico: la onorilficenia era solo per coloro che sì segna_ lassero per ardite iniziative, per i pionieri, in una parola. Perciò il numero degli insi,g.niti doveva essere necessariamente limitato. E così è stato: i « Cavalieri » in parola sono oggi a;ppena 200, mentre di commendatori se ne contano a dectne di migliaia e di cavalieri deg.Uordini comuni a centinaia di migliaia. Ed è ,perciò ohe i Cavalieri del lavoro si sono costituiti in Associazione nazionale e tengo.no le loro assise nazionali: cosa che non è mai venuta in mente ai decorati degli altri Ordini. Essi si riuniscono -in a,gape fraterna e brindano; brindano abbo.ndantemente, a sazietà, e, naturalmente, al l(lll)oro ch'essi impersonano eh'è tutt'uno con la prosperità nazi.onal,e. · Pare che Le o.norilicenze volgano al tramonto: e aUora quei brindisi sarebbero come il canto del cigno degli aristocratici cavalieri. ~fa se, per avventura, ciò non fosse, noi consigliere-mrrno loro di tenersi pure ben caro il loro ciondolo( che, se.bbe.neraro, è sempre un ciondolo) di ciondolarselo quanto vogliono, ma di risparmiarsi i d'hllusi comunicati echeggianti i loro giocondi convegni che al, pubbli. co interessano proprio rnulla. Ti~rafia « Grafica Bellinzona • S. A. Gerente resp.: Pietro Bianchi, Zurlit0

I Bib DUE DEMOGRAZIE? E' invrulso ormai pe.r taluni, nel limguaggio politico, l'uso di parlare di democrazia orientale» -come di cosa distinta ,e conLra.pposta alla « democra,1,ia oooidentaile ». Distinzione sottile in a:pparenza seducent.e, comoda soprattutto per avallare certe tesi. Distinzione però che anche se conial,a di fresco, appare all'attento osservatore imprecisa, già logora come una vecchia, mon-eta, <lai contorni smussati. Una moneta che il grosso pubblico può accetta- :re per buona, anche se falsa. Quando e come si generalizzò questo facile slogan del,l,e «due» democrazie? E' difficile precisarlo. Grosso modo, si potrebbe dire, un paio d'anni fa. Quando il mondo si accorse di essere minacciato da uno scisma, e tentò di definirlo. Molte furono !le definizioni, o megJio i tentati vi di definizione. Il Carr, ad ooempio, cre- <lebte di individuare una « democrazia borghese•, ,basato sulla proprietà privata, come contrapposto di una « diemocrazia, popola.re•, basata sull'eguaglianza, sul livellamento de.Lle classi e sul predominio delle classi più numerose e più povere: in altri termini, una democrazia sociale. Questa può essere una definizione, e come tale viene genera,lmente accolta. Ma il problema va esaminato anche sotto altri aspetti. Il De Ruggie.ro, ad esempio, acutamente individua una « idea occidentale » della democra.2ia, secondo la quale il governo dieUa maggioranza postula la libera discussione, -e una « idea orientale», secondo ,la quaJe il govermo di una élite esi,ge una acritica un:iJfonmità. Su questa interpretazione sostanzialmente con corda anche °l-Iarold Lasky, il quale, ·pur dichiarando essere la Russia una società più democratica della Gran Bretagna, in quanto non conosce privilegi <li nascita, d,i ricchezza, di razza, di re.li~ione, ammette altresì che non si può parlare a.i un governo democratico nell'Un.ione sovietica~ e che il oomunismo non è a.Uro che J'aspetto totalitario di una dottrina di cui il socialismo è l'aspetto democratico. (i[} che combacia con altra precedente defi- .nizione, di Laski, essere, la, democrazia una forma di governo rivolta a sostituire una « p.roc.edura di coercizione»). Infine, per citare anche un rus....c:op,otremo ricordare la formula di Ko.rneev, il qu,aile, sul Bol,,scevik, aiferma che per giudicaire una democrazia di un paese bisogna vedeTe se il partito che lo dirige rappresenta veramente gli interessi deHe masse, e precisa che nell'Unione Sovietica, es-, sendoci u.n solo partito, essen<lo inesistemti i part.iti reazionari che op,primerebbero i diritti e la libertà dei Jarvoratori, si ha una democrazia superiore alle alt.re. Questi tentativi di definizione ci portano, come og.nun ve<le, assai lontano. Attraverso essi vien perdendosi (o meglio, vien anche tropp-0 ben lumeg11ialo !) quel fondamento di libertà persona.le, ~i liJbero gioco e di rispetto delle volontà minoritarie, che costituisce il presupposto stesso di una vera democrazia. Non tanto si tratta quindi di tra..cciare una linea di demarcazione fra « due » democr~ie, quanto di identificaro la ve.ra democrazia di fro:nte a forme di non democrazia. In fon.do, il problema della democrazia è stato ben impostato da Li.ncoln con la sua classica formula: Governo del 'Popolo, per il popolo, a mezzo del popolo. Quasi un secolo è passato, ma nulla si può aggiungere, se non p,leonastiche chioae, a questa formula. Regimi si sono succeduti a regimi. Si è cercato di generalizzare sempre più il Gove1-nodel popolo e per il popolo. Anche in Russia, vogliarrno credere, queslo si è fatto. Ma veramente democratici possono dirsi solo quei regimi che mirano a realizzare anche la terza condizione di Linooln: a<l assicurare cioè il Gov,erno a mezzo de,l popolo. E questo non sembra essere il caso delle cosiddette democrazie orienta.Li. Certamente, esse, e il regime sovietico in particolare sono regimi di massa, regimi progressivi; ma questéll terza condizione non l'hanno realizzata 1 o quanto meno, non l'hanno ancora realizzata.. Questo ci può portare ad esaminare il problema sotto un altro angolo, particolaire, ma appunto per ciò più ,concreto. Il •prablema delIl socialismoe gli Stati Unitid'Europa Il primo congresso i;nterna.2ionale per ,gJi Stati Uniti, Socia.listi d•Euroq>a venne tenuto ,a Londra il '22, 23 febbraio 1947. La. data nel C011gresso coiinoise con fla pubblioa2ione del p.rimo n'1l.Dlerodella nuova serie del JlOb--U-O settimanale, oh3 dedicò appunto él!l['ar,gomento ~a lsua prima :paginla. Org.anizza.io.ri del congresso eromo stalli il J>artito Jaibu.rista incliipendente 'im.g1ese e .i.a Società F.abiia,. n.a: vi parteciparono alhri anov.imenti di siJJistr.a inglesi e 'i partiti sooiaJllst'i della F,r,amci.a, delJ•Olanda, delLa Grooia e deLLa Spagna; anche tre dehg.ati del ,partito sooi,a.]jsta tedesco erano giUIDti iper la. pri!ma volta a Londra.. Fur0010 due giornate di di.s,cuseioni oalme, come di e06'tume nei rheetings in, Jin~terra,, ma fornirono ,]'oocas:iooe ,alla Gran Breta~na, d'una parte, e ,a,l socialismo d,aàf,a.Jtr.a, di 'POI\Sidi fronte a.J. le proprie re5'J)OJJSa.biliià e di ruesamiillare realistioa.me:nte dei concetti o.rmaii c3U,peralii&ia ;per l'una, che P3r ll',a.Jtro, anche se nessuno ,aveva avuto fino allora la franchezza ,di denunciare d'equivoco. La, vecchi.a Inghilterra tradizion.aùe individualista e orgogliosa, scopri ohe il 5'1.lopnimato 'Ilei campo ecooomico e dilplomatico era crol1.ato. lJl v,ec. chio socialismo tr,adiz:ional.e scopri a.nch'es.so, con un minore spavento seppure CO!D minor reaJ.ismo, ohe il suo primato nel campo politico e sociale era. seri.amenb miinacci.ato. Il con,gresso fu un reattivo e una, ip.rova. Il momento era. stato ben scelto, comimciando ail.lora a w.;;i senti:re in Gr~rn Brei,aigna, le conseguen'lA.' della cr,isi industri,a.J.e e a.limenta,re. Il problema po-fè es«9er posto tanto più agevolmente ne.li.a, sua g:i,11siel,uc3. L'Inghilterra non ,poteva più ba.stare a se stoos,a e ,a,veva bisogno degli ,aJltri paesi: Le due basi sulle qua.le av-ev,a costruito .J.a. sua 'J"'Oprietà - iJ iprofitto pri.va.to e lo sfrutl0Jment.) dell'impero - erano crollate. Surc!..assata me! cam-po econcmrico dag-Li U .S. A. e nel e,a,mpo p.).titico dall'URSS, J'foghilterra si vedev.a, mprovvis:a,mente isolaia e oostr3Lta a volger,s.i vel'60 iJ continente. Non sob il sistema. economico, ma. ,amche la politica tradfaiona;lie del Foreign 01fice - ohe aveva fino atllo.ra mì:rato {l.lla, div,isiome deJ.l'Europa, sforzandosi di mantener.e mediante UJD'.albiJest~ teg,i,a.di bilanciamenti, un equiJ,i'brio ,artificiale tra gli stati conti.Dentali - -amdava .rhveduta e mutata .r.adioo.lment3. I S.)Ci.a.Llstifoglesi, d',aJtronde, ID-On erano sta.ti i solà. ad arriiwi.ire a tali conclusioni. l\e1 gennaio Chu:rohillJ ,aveva J,anci.a.to il suo programma per ,gLi Stati Uni1Ji d'Europa.: il congresso di Londra. costituiva, IDel pia.no politico inglese, runa .rispo&ta ,a,ll'inifbi.aiiv,a dei conservatori, contrarppomendt> un piano di salvezza in un°11Diooo socica.liGta ad µi.ano di ea,lvez,z.a,im u.n·unione ca.- ,pitalistica. L'opinione jng.lese .si interessò enormemente ai dibattiti. del congresso e i ,loo.din;l.Si pax-vero convinti dai mamilfesii ru.r.a,Li <N~<"<SU!!Hl. paoo per J,a Ing,bilt.erra call'im[uo.ri degli Stati Uniti Socialisti d'Europa,>. &mlibrò che si fo.&se trovata per !Tnghilterra una .soluzione solid-a, per il fotto stasso della su.a nov.ità. in un'Europa sooiialliista. Il sociaJismo, invece, •rimase di fronte .a, suoi veochi sloga,ns, senza aver e,vuto iJ tempo di .rifletter3 ad alt.ni. I congreGGisti Sl separarono ooin •la sensazione di non aver .fatto molto di 'Più ohe scambia- ·re idee e progetti. Il p11Dto di pa.r.tenz,a,, tutt.avfa, era e preciso e i:I male er.a stato di,aignost.icato con sudlfriciem.te esattezza. Tutti S'i irovairono d'.a,ocordo sulla mece&sità di evitan .ili. cozzo tra i due blooohi riilV.a.lei di equiJibrare ooonomie.amon~ Ja Arnerioa e poLitieamente I.a, Russia; tutti si trJ• varono d'accordo nel rifiutrure sia, il <capitalismo econom,ico> anoorica.no sia la. <hmoor.a~w,, totalitaria.> I'11S6a., nel nic&nosce.re che <ill <S"ocialisrno ha bisogno di ,una nuo-v.a. dafinizione> ~ ohe <.l',a,tteg. giamento difensivo della Jotta oontro I.a borgh35,i,a deve orma.i lfrur ,poeto a sfor.zi costrubtivh. t a o 1a Ainche se a Lo:ndriai non si andò più in là di queste enunciazioni, .iil congresso costituì una piatta.forma. sulla qua,le li militanti soci.ali.6ti rimasti ifedeli ,allll'.intermazi001a,lismo si incontr.arJno per cooxdinane i -loro sforz.i iper J.a oreazio~ degli Stati Uni.ti Sooi.aJisth d'Europa.. Al oongressJ 6Voltos:i i·n questi ,giorni a Prurjgi il progetto è stai-o Òiiseusso dagli elementi più r.a-p,presentaitivri.,a titoli divemi, d3l soci,a,lismo .i.nternazionade &lilla base concreta del foder.aJismo politico e del:l'eoomomia. piiamiificata.1Delquadro della democrazia. In queati quattro mes.i s'è fo,tta molto stra.ùa. La persua.sione della necessità storie.a, della. f-eclerezione euro.pea, si è diJtfusa tra Je c!Q&si11avo.ratrioi di tutti j ,pa3si e 'le oresce-nti ditfIicolià., comuni im. queE>todopoguerra a. tutbi i ipo· poi.i. del vecchio eontinente, hanno re.so ipiù UI· ,gente la soluziooe lfed.erativ.a. Il ,co:ngres.so di· febbraio a Londra si 'ir1&eri.v.a nel pro-oesso della silent ,revolution ohe si sta com- 'J)iiendo oltremanioa., e.ra un segno del.La volontà ài questo veoollio pa$e di &posare le rea,ltà gio• vani, .ma doveva triteners'i d,i 1 Gignifioato stretta.- mente ingle,se. Il recente C01D•gressodi Pca,r1gi ha invece un Sliigni:ficato -assai più vasto: esso ha dimostrato ohe J"idea degli Stati Uniti Socialisti d·Eu.ropa, muove e .ièlpira le correnti più v,ive del sooi.aJi.5mo europ3o e costituisce ogg~ il loN ;programma d'azione ,po/1:it.i<oa. V. Libera. • Cose cU PalestJna Il tristocasdoeMl aggiForaerran Con gr<We irnbarazZ-OIe .rossore la st,amp-a Jon- <linese è mat,a ohbli,gruta oo oocupal\Si -del caoo del maggiore Fa.rra.n, caso che ha ,gettato una ~uce sinistra .sui metod!i aù quaJi •®rll"IJ'Pispechalh ,a,n.- ti terrorii.9tioi hao:JJD.o I,atto .ricorso in PaJe.stina. LI ma,ggiore F,a;rram, reo oonfesw di aver rapiio e it-0Tl11ralo un. giovarne eb:reo dfoiaoottenne, che venne poi abba.ndo.nato mO'rto sulla via deserta di Gerico, è eva,so da11a oaserma A.11.enhy illl. Gerusailemme, non .san.za -&<>spetto cli alte complicità nell'e.sercHo e <tra le ,a11torità ,di occu,paJJione •britanniche. Come già, ai ilempi <leJJ.a. lotta. conlro i «Sinn Feine.11S•e contro i rivoluzionari !Ìl1lam,de,,Jie -autorità brita:rmicbe, non potentlo froniteggi.ar fa situazione coi mezzi ~egalii., ricoo,sero al ter.rorismo dei ,blacks ,a.nd tams•, cosi ora in Paùestina ,gruppi di 'llf,fici·a.li e dJi. 'Poliziotti, ~ J.'evi<lenit.ecompJir cità deJ.le awtorità, ha ,fatto :ricorso aù terrorismo contro gli ebrei. Nell'ap·rile scors;o vennero create i'Dfalli Jn Palestina isei squadre specia,]i ,cli ri.1omi.nidal 'I)Ugno •li ferro, ohe, al dioopra <lei. metod,i polizieschi legali, com im,ciarrono; come g,1i uomini d'01.la gestapo nel continente, a -prelevar la gente aJ lo:ro don:riciaio, a strappare <lelle con,fe.s ioni con lai ·tortura, a fax riCOTSO a itutta la tu11)e scien,,,a,, che Je polizie politiche totalitairie héllil.Ilo cosi ia.bbond-a'Illtemente ilnpi,egato in questo periodo. LI ma;ggioxe Farra.n in pasrtioolaro prelevò nelle stra.Je di Gerwsa.lemme, in~ieme con due o tré agenti in borghese, il dici'cl:001,tenm.eb. reo Rubowi tz. Gettato in un'automobile e portato sulla vi.a <li Gerico, iJ raga.zw soccombette ad.la tortura di oltre un'ora cui fu oottoposto. 1d suo corpo Iu con- &egnato a 'UJl gruppo di BeduitDi passa.ti lì accanto dagli assassini c'he pexdeLtero ,la testa. Dopo !'arre.sto del maggiore (ohe i -suoi 6Uperio.ri dec,i~ro solo qumdici giorni dopo il deHitJ), una stretta cen6ura suJ ,(atto veruie imposta dalle ~e autorità britanniche. Alla vigi•lia del prooosoo il CO la democrazia, o meglio della realizzazione della democrazia., oon si pone mai in astratto, ma germina con tratti ed aspetti di versi a se.conda delle diversità ambientali, cioè di luogo e di tempo. KoestJer faceva di ;recente osservarre su un giornale svi~zero oome i ~a1:i movime_nti oipe~ rai rispecchrno le cara-tter1st1-ch-edei nspettiv1 Paes.i. CosL, la durezza (Koestler usava veramente Ja parola « crudeJtà •) sovietica rispecchia la mentalità semi-asiatica della gran massa di t&rre e di genti ohe forma l'U.R.S.S. La e,laborata pesantezza dottrinale del socialismo ted,e.scoè frutto della pedanteria germanica. La suggestiva .facondia dei grandi tribuni socialisti francesi riecheggia l'eredità <lella eloqu_enza latina. Il !ruburismo brittrunico è modellato sulla moderazione e sulla limitata fantasia politica del popolo inglese. Qualcosa di analogo potrebbe ripetersi della demo,crazia. Ogni popolo avrà la democrazia che si merita. &lo con lento progresso, con faticosa conquista, Si può di gra.do in grado ascendere verso forme di democrazia sempre più matun. Ognuno deve quindi percorreTe il suo cammino. Noi oooidentali il nosiro; i satelliti della Russia nell'Europa or:ientaile -e la gran massa euro-asiatica dei popoh della U.R.S.S., rispettivamente, il loro. Chi parla di «democrazia progressiva• in astratto, come di una formula nata in Oriente e trasferibile in 0ccid'ente, gioca consapevolmente sulle parole. La democrazia occidentale può e deve progredire da democrazia politica a democrazia sociale. ~fa deve farlo, e lo sta in, parte .facendo, battendo sue vie. La Russia è ben indietro. Di questo deve rendersi conto anche ohi ha fin qui guardato a taluni aspetti (soprattutto a taluni risultati esteriori) deUo esperimento sovietico. La Russia sta percorrendo il suo cammino. Ma sia ben chiairo a tutti, anche agli « amici dell'U.R.S.S. », che essa è dietro di noi. Può darsi, se p,roprio si vuol usare questo equivoco termine, che essa sia allo stadio del•la « democrazia di massa » nel senso di Korneev. Ma sia chiaro che questo è un ben triste e basso stadio. Bruno Pagani magg,io.re, ~he ;prima era Gt.ato a disp)s,izione deL ~e autorità di polizia, venne conseg,nato aihl'autorità militare, ohe Jo imip,rigiionò a,Jila. caserma Allenhy. Di qui • ev.ase • il 20 giugno e una caccia spettacolare quanto innoooo venne organizzata oontro lii fuggitivo, che è tuttora uccel di bosco. V A,genzi.a 0braica della Palesti,na chiede, oltre alla pun,izion3 dei co1"pevo-li, J.a sowressione delle autorità brit.am.niohe ohe 0JP>pa,ionocolpevoli di favoreggi'811Jlentonell,a fuga o di complicità nel delit. to e nell'attiv,iià. squ.adristica. NOTIZIARIOITALIANO H P. S. L I. c:oolr-ario all'attuale govenno e ai «blocchi popolari». L'esecutivo -del P-aimito sociiarlista lavoraltori i ba.li ani ,ha di<ramato un maniJeslo. 'n manifesto .analizre,, ine11,a; sua prima, p-arte, fa struttura -dell'attuaJe ,gover.no De Ga.spe.ri. -defi.nilo quaùe risultato della .pohlica rinuncialtaJr:iai del vecchio partilo soci,ad;ist,ae qua,le strumento tipico ,della -riscossa monaTchica, olerioale e coruwrvaitrice. Di fronte a ta,le ,governo lo aUeggia,mento del P. S. L. I. non può ,essere <li opposizione. Ma questa opposizione deve d!ifferen~airsi da quella, condotta ,faJ. P. S. I. e dai! P. C. I., e n:rira a :rioonqu.il!:lta.reJe •Jeve di coma.n-do• attl'averso ll'll'cl, nuova edizione del tri1>8JI'tito. In p-al'tioolaTe il P.C.I., nell'aittuale ,fase polii..tica ten-de ,aiLla farma:bione di •blocchi popolari•, qua,l.i, data 1a preponde.Nlmza oomum,i-sta ohe in e.s.s:i inevi-1,abilmenite .si .forma, n<m sono ohe 'llno strumento dli asservimento cli tutti i parhlti di si.ni<stra. Per W-i tragioni il P.S.L.I. ~i oppone sia ai blocchi ,popolar.i che ai tent:a.tivi <li :rifusione oooia.l<ista puTa e semplice su!Ja baiSie •fol P.S.l., e riaf-ferma. che Ja sola. garam2ia per Le isli1uzioni democ.raliohe e repubblicane oornsisle neJ,i,a, formaizione <li un governo - perfett.amente aLtuaibi1e nel presen,te ~hieramento deLI~ .forze parlamen1:ari - avente la propria baBe di maggioranza lllclla p,rurte sc'hiettamenie repubblioama deld,a D.C., illel P.S.L.I., nei partiti di centro &iniistra e me.hle forze autonomiste rimaste nel P. S. I. Affinchè tale maggioranza si formi e possa da.re vi4a a 11.1a1 ,governo efffoie.nte è neoes,,ia,rio: 1. ohe lllella D. C. -pren.da.no il sopravvento le forze achletita.menie democratiche; 2. che il P. S. I. riaoqui..sti un.a, effettiva arutonomia di fronte al Partàto comunista. Quamto a quest'udtimo conclude la dichiarazione - esso •dev,e soegùiere se appoggiare lealmente ·la formaz,ione di un governo ,a, òiTezion·e oocial,i'!>ta e fare cosi ,gli imteroosi della cJ.asse lavoratrioe e della democrazia, oppure continuare nelda sua opera di dis-gregau.ione e di asservimento deNe forze socialiste e democraliche•. ArSTI: Nella provincia di Aisti si è fatto grave il problema della -disooo~azione. Noi dicembre del '45 la disoccupazione nell'Astigiano annoverava 4126 unità tra uomini e donne. Al 31 gennaio 1946, i cli• S(>ccupati avevano superato i 5000. Da gennaio al 31 maggio nello stesso anno, poterono essere impiega:i 1681 disoccupati 1li cui 1271 uomini e 410 donne. Attualmente il problema della disoccupazione si presenta ancora grave, e potrà essere risolto solo attraverso vaste op_ere pubbliche e l'emigrazione, per• ché tutte le aziende industriali e commerciali sono sature di personale. A tutt'oggi i disoccupati ammontano a 4045 unità: uomini 2320 e donne 1725. Le industrie dell'alimentazione, dell'edilizia, com• prendendo personale in gran parte di manovalanz:i, sono in lesta con 2395 disoccupati. Segue il settore dell'industria meccanica con 911 uomini e 974 donn<>; il commercio con 29 uomini e 88 donne. L'unico ad a,·ere una disoccupazione insignificante è il settor<! dell'agricoltura con 73 uomini e 12 donne. l'ammonimento d llParavda Dagli atltacchi -che la < P;avda • ha fat~ con tre successi vi a.rticoli alle < destre .• dei partiti socialisti, durante la conferenza mte:- nazìonale di Zurigo, si è vol~to d-edurr~ eh~ 11 partito comunista russo abbia d~to d_1rettive, orienta.menti, ai comp-agni eu.rope1, tali da 5ta,. bilire un « nuovo corso» politico. La cosa potrebbe essere verosimile perchè «La Pavda » è assieme a « Le I.swestia » organ.o uf.fi-ciale, om'è noto, del governo e del partito unico russo. D'altronde, malgrado la ostenta~ _sicure~ za di certuni nel fallimento del soe1alismo autonomo così -come è concepito, in ogni nazione fu~ri dalla, influenza sovietica, esso sta tri~nfando e, sia pure lentamente, esso impo: ne una definitiva chiarificazione dei rapporti fra socialismo e comunismo. I russi, naturalmente, pa.rterulo, da p.remesse errate perchrè - come è loro a,bitudine - giudican; i so-cialisti dell'occidente solo in rapporto alla politica estera sovietica, classificando i labur,isti, assieme ai comp,agni francesi, italiani, norvegesi, belgi, olandesi, a~- striaci e danesi, socialisti di « deiStra • e pedine del giuooo americano. Pe.r questa ragione essi ~~ano ad ait~i: rarli nell'orbita della lol'O politica, tanto pm che nella maggior parte dell'Europa i 50Cialisti hanno dietro di loro la maggioranza della classe lavoratrice. Infatti i rapporti di forze - elettorali - fra socialisti e comunisti sono di 10 a 1 in Norvegia, Svezia, Austria e sono ~ualmente importanti in Olanda, Helgio, Da. romarca e Germania o-ccidenitale dove il rapporto fra i due partiti è di circa 3 a 1 ed anche 4 a 1, sempre a favore dei nostri. Non parliamo della Inghilterra dove le forze -comuniste sono trascurabili. Solo in Francia ed Italia i comunisti sono più numerosi dei socialisti autonomisti; ma in Fl"ancia le elezioni supplettive dell'inizio deL l'anno registrano - sopratutto nei distretti industriali - una notevole ripresa a favore dei nostri. Si pensa che dopo· la prima guerra mondiale non vi era nessun governo europeo in cui il movimento operaio disponesse di una maggioranza, « conquistata democra.ticamente •1 e che solo nel 1929 nella Scandinavia -e nel 1932 nella Nuova Zelanda ciò avvenne, Si ·può dedurre - senz'altro - che le posizioni del socialismo democratico sono seriamente assicurate in Europa -e, che i risultati ottenuti col metodo lega.le sono superiori ad altri sistemi. Ecco perchè gli artiooli de «La Pravda » fortemente polemici, potrebbero indicare la ripresa di quella tattica che i comunisti usarono nell'altro dopo-guerra - espulsione del~ la « destra» socialista vista l'impossiibilit.à di agganciare integralmente al loro car.ro i partiti socialisti ool!la formula dell'unità d'azione. Lasky, Bevin, Blum, Renner, hanno preso oggi il posto 1,i Turati, Mac Donald, Renaudel, Kaut:Bky. Debbono essere cacciati assieme ai loro seguaci - dice la «Pravda> - dai partiti socialisti, perchè stanno ripetendo gli «errori• faLti dopo la prima guerra mondiale. E' opinione de.I giornale sovietico che vi sia ancOTa ab-bastan2a ifor~, fra i socialisti dell'Europa occidentale, per rovesciare la direzione dei loro capi di «destra> e stabilire un fronte unito con i comunisti e gli ailtri partiti di sinistra. Naturalmente le «destre» <la<00iatedalla porta dovre;bbero poi aderire senz'altro a questa specie di fronte popolare, <laso<lontrario «tra.direbbero» la (lauasa della classe operaia. Il gioco è chiaro. Indebolito con la eventuale scissione, il socialismo autonomo, tanto da non disporr-e più di una forza efficiente, il partito comunista assumerebbe il ruolo di «conducator> del fronte, che agirebbe cosl secondo le direttive moscovite. «La Pravda, ammonisce i compagni «illuminati» che se il corso stabilito dai capi eo- <lialisti europei non sarà modificato la <lolpa ricadrà sul!lo loro spalle. Ed aggiunge poi, molto espìicitamente: «Be. gli elementi fusionisti non insorgono contro i loro capi per creare questa nuova situazione, mancano di coraggio ed hanno paura di -causaire scissioni nel loro paTt.ito». Torneremo alle polemiche del 1921' - divisione dei compiti - sarà adesso la vittoria, o la scissione - contrasti fra partiti -- dividerà le forze classiste e porterà ancora alfa sconfitta,? Il «coraggio>, invocato dal giornale russo l'avranno i nostri fusionisti o l'incei:,te.zrz,ali porterà ancora al 19,22 ? La classe lavoratrice aspetta una risposta cihiara a questi interrogativi, perehè solo dalla chiarezza - semplii.-ce e nud'a - es.sa sa t.rarre precise conclusioni. AYTl110 al tettori lettori, gli amici e I oompagni ohe ricevono ;;_ golarmente il giornale e che ancora non hanno rimesso l'importo dell'abbonamento sono cortesemente p.regati di ,rimeitercelo al più presto. Non è necessario indicare che abbiamo bisogno del toro aiuto più concre1o. P,reg-hiamo di versare l'Importo sul <n0stro Conto Chè.ques postale VI 11 26.305 Zurigo. Abbiamo pure incominciato ad Inviare I primi rimborsi. Facciamo viva praghlera a chi Il riceywà di acc:Qglierll benevolrmnte. Grazie a tutti.

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