L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVIII - n. 71 - 15 giugno 1947

Anno XXXVIII (nuovaserie) M. 71 15 giugno 1947 LIBERAREE FEDERARE QUINDICINALE SOCIALISTA Redazione-Amministrazione: Militarstrasse 36. Zurigo - Conto postale No. VIII 26 305; Abbonamento annuo Fr. 4.-. semestrale Fr. 2.-. sostenitore Fr. 20.-. una copia cent. 20 Telefono 23 44 75 GiaCODIO Matteotti ri.;sima. Essa s'esasperò nel periodo del dopoguerra. Gli agrari di questa provincia orga.nizzarono nel 1920 i fasci pe1, domare i lavoratori a mezzo della violeuza. Matteotti è stato uno dei protagonisti di questa lotta. Eg-li opponeva una tattica di successivi progressi a quella della sinistra sindacalista, i di cui capi erano tutti passati al fascismo. Tutti, compre ovi quel :M:arinelli, più tardi commendatore e segretario amministrativo del partito fascista e che figurerà al banco degli accusati fra gli assassini_ di Matteotti. La intransigenza di "Matteotti nell'azione sindacale era ugualmente lontana dal « massimalismo» avventuTiero che dall'opportunismo rii'ormista. Il 2 maggio 1915 tre giorni avanti del discorso di D'Annunzio a Quarto, ebbe luogo in Rovigo un comizio di protesta contro la guerra, nel quale Matteotti prese la par,ola. Egli previde una guerra lunga, difficile, disastrosa, anche per i vincitori: egli ne denunziò la inutilità. Matteotti, ripetè il suo discorso al Consiglio Provinciale di Rovigo, dopo la dichiarazione di guerra, allorohè gli altr,i pacifisti tacevano. Processato per il suo «disfattismo», condannato davanti a.i tribunali, condannato in appello, egli si auto-difese, senza rinnegare per nulla il suo gesto, ostinandosi anzi a farne risaltare la legittimità. La sua protesta contro la guerra non era niente affatto disfattismo, ma un atto di fede: vi era in :Matteotti giurista, economista, amministratore, uomo di grande senso pratico, un bisogno quasi disperato d'utopia, di ideali mo assoluto, una rea?;ione incoercibile contro il filisteismo dei falsi realisti. Sicuro come un apostolo, Matteotti si fece assolvere in Oas- ~azione. Minacciato da una malattia che aveva uccisi ancor giovani due dei suoi. foatelli. Matteotti fu arruolato lo stesso. Dovette subire un corso cli allievi ufficiali, ma gli si rifiutò il diploma a causa delle sue opiniom politiche. Si volle inviarlo al fronte, malgrado il suo stato di salute, in una compagnia composta di criminali comuni che era obbligata in trincea sotto la sorveglianza dei carabinieri. Si rifiutò. dichiarando che egli sarebbe andato al fronte come soldato, ma non come un criminale al macello. Fu allora i_n.viato in un campo di con<:emramento sotw la sorveglianza del figlio del bri•gante Vassalone; 1Iatteotti sopportò impassibile la solitudine, le angherie e le persecuzioni. Egli accettava la logica conseguenza della sua posizione di « sovveTsi'lo », quella dell'eresia e dell'impopolarità: egli el'a, contro la guerra, un «combattente» generoso. :\,J atteotti non fu mai popolare. I compagni g-li rimproveravano la sua fortuna, gli avversari lo odiavano come un transfuga. )Iatteotti era un artistocratico per lo stile, non per la sua fami•glia. Entr-ò nel partito socialista a 14 anni, probabilmente sotto la influenza cli suo fratello, socialista lui stesso. Suo padre veniva da una famiglia di calderai, emigrato dal Trentino ,attaccato al guadagno, impiegate le sue economie a comperare ogni anno un pezzetto di terra. Giacomo fo.ce i suoi studi di <l'.i.ritto a Bologna e si specializzò nella procedura criminale. Aveva una larga cultura giuridica e letteraria. Studiò l'inglese per poter leggert. Shakespeare nel testo. Preso nella lotta politica, egli nascondeva quasi gelosamente i suoi gusti filosofici così distanti dall'ambiente misoneista nel quale doveva agire. Ma il segreto della vitalità di :Matteotti risie_ deva precisamente in• questo: che si poteva sentire in lui, al cli là delle sue azionj, una vita interiore dagli impulsi variati, profondi, dia quali traeva la sua costante ispirazione. Dal che, questa attitudine riservata e questa fredda e,nergia ohe soggioga va i compagni. Dietro la rigida maschera di }fatteotti in pubblico vi erano dei pensieri elaborati nella solitudine, già sottomessi ai tormenti dialettici di una in cli vid uali tà possente. Nella provincia di Rovigo, nel Polesine, la lotta fra salariati ed agraTi fu sempre duMatteotti resta l'uomo che sapeva dare l'esempio. Era uno spirito politico solido, sicuro. Nessuno può dire quel che avrebbe potuto fare, se egli avesse potuto dare tutta la sua misura come ministro dell"interno o delle finanze. Posseggo una lettera d'un lavoratore cli Tenara, scrittami il 16 giugno : « Si direbbe che l'incanto della paura s'è dissipato, la gente parla liberamente. La perdita porterà i suoi frutti che rendei-anno allo pirito del nostro grande eroe pace e gioia per il sacrificio compiuto. :Matteotti era uomo capace d'affrontare volontariamente la morte, se egli avesse visti i mezzi di ridare al proletariato la libertà perduta». Non si può immaginare commemorazione più spontanea e più generosa. E come se i lavoratori avessero ricevuto da lui la loro parola d'ordine. Ppichè la generazione che noi dobbiamo creare è precisamente quella, la. generazione dei volontari della morte, per Ti<lare al proletariato la libertà perduta. Piero Gobetti Riflessioni sullép conferenza socialista di Zurigo Si è chiusa l'altro giorno a Zurigo la prima conferenza .socialista internazionale dopo la fine della guerra. Tre problemi fondamentali erano all'ordine del giorno: la questione italiana, l'ammissione del partito socialdemocr-atico tedesco e il problema della ricostituzione della Internazionale socialista. ~essuno dei tre è stato risolto. In ordine cronologico è stata affrontata per prima la questione della scissione in I~ talia. Il rappresentante del partito scissionista dichiarava all'inizio dei lavori che non esiste,·a 1ma questione italiana. La conferenza rispondeva nominando una commi sione per discutere la questione italiana, e proporre all'a semblea una risoluzione. In sede di commissione, dove i delegati del P.S.L.I. ebbero modo di far udire la loro voce e di intervenire nella discussione, i è giunti ad un voto che non è andato affatto al di là del potere della commissione stes a, e sendo un voto di raccomandazione alla conferenza. Questo voto ha un valore preciso. Le richieste della nostra delegazione circa l'intervento dell'Internazionale per la riunifjcazione socialista a determinat'3 COI\- dizioni, e l'invi-o cli una commissione in Italia. riassunte in una proposta del presidente della commissione, Bringolf, Yenivano accolte con 13 voti oontro 6, e endosi schierato il P.S.I. col blocco dei socialisti orientali e sostenendo la te i di una semplice mai.ione di invito al P.S.L.I. a rientrar-e nel P.S.I., una sconfitta per i fusionisti che era stata preceduta da una brutta figura del delegato Lelio Basso, il quale si rifiutava di rispondere a precise domande del francese Boubien circa la democrazia esistente in seno al suo partito, e che al momento della propo ta del medesimo pel' l'invito ai delegati del P. S. L. I. alla conferenza in qualità cli osservatori, ricattava i delegat<l_stranieri minacciando di allontanar i dalla conferenza stessa. Non è quindi una prete a incompetenza, come è stato affermato dal!'« Avanti» ma un ricatto, ciò che ha indotto la commissione a n-0n procedere ad una votazione separata, come era stato proposto, ulla arnmj sione del P.S.L.I. all'assemblea plenal'ia. In sede di conferenza plenaria un abile e dolce discorso cli Pietro Nenni che fa l'apologia della democrazia influenzando i delegati più incerti, unitamente all'a.s cnza della no tra delegazione e ad altri fattori di ordine diplomatico, mutano la ituazione: contro la nostra ammis ione votano 11 delegazioni. due i a tengono, 6 ins.istono sulle proposte della commissione. lV~a con ;iò la question, italiana_ non oh. usa, oro(; T b'e af T'mlzue fondo dell'« A vanti!» di ieri 'l'altro; essendo stato demandato al comitato di collegamento di Londra il compito di studiare e di seguire le vicende italiane, dopo un appello per la riunificazione indirizzato dalla conferenza, la questione italiana resta aperta. La s-cissione italiana, affermava il compagno Haele,Y in sede cli <!Ommissionc, oltre ad essere una tr-ageclia, è una questione che riguarda tutto il movimento internazionale. Per essere obbiettivi si dovrebbe dire, come non ha fatto l'«Avanti! », che nè le nostre richieste, nè quelle fusioniste, sono tate integTalmente accettate; e che il problema del socialismo italiano Timane insoluto. Per l'ammissione della Germania la cui delegazione diretta da Kurt Schuma0he11 è stata ascoltata a lungo dalla conferenza, non si sono raggiunti i 2/4 di maggioranza qualificata per ammettere quel partito alla conferenza. L'a tensione fusionista, cli fronte a 9 voti favorevoli e 5 oontrari, ha determinato la non accettazione alla conferenza del più forte pal'tito socialista europeo che ha dietro di sè, dopo le 1·ecenti elezioni amministrative in Germania, più di 14 milioni di voti. Terzo risultato: il rinvio ad una prossima conferenza del problema della ricostituzione dell'Internazionale, affidato nell'intervallo ad una a,pposita commissione. Quali le vere riflessioni dopo Zul'igo, Che il continente europeo cammini ogni giorno di più verso una 'J)rofonda frattura fra oriente ed occidente. I fatti di Ungheria e Romania da una parte, la politica di Ti·umau e la collaborazione americana dell'Europa dall'altra, ne sono gli aspetti più allarmanti. In mezzo sta il movimento sociali ta il quale non potrà dire la parola decisiva se non sarà unito. Questa unità i può fare solo in una Internazionale il cui compito storico è quello di giungere rapidamente ad e sere un efficiente o forte strumento cli pace, prima che la pace ia pregiudicata nell'urto fra i due blocchi. A Zui 1igo non si è fatto molto in questo senso; perchè la debolezza dell'Internazionale. che una volta ri iecleva nell'e sere i partiti ocialisti all'oppo izionc, esclusi cioè dai governi e dal potere, è oggi quella di essere al goYerno o parte dei governi, ma enza essere in grado di avere, in seno a questi governi, il potere cli dettar-e una nuova politica socialista internazionale. Zurigo è solo una prima tappa. La lotta per rin ternazionale continua .... Matteo Matteotti Conie Hatteottl gludlcava l coniunlstl I socialisti coi sociallsti 1 coniunisti coi coniunisti 1ld una proposta di collaborazione eia parie del Pru·/ilo Comunista, Giacomo Jfalleolli, Segretario del Partilo Socialista Unitario, risponcieva .nell'aprile ciel '23 con la seguente lellera : • Alla Direzione del Partilo Comunista• ROJI A RiccYiamo la YOSlra lcllera contenente la solita proposta poligrafala per tulle le occasioni. L'cspe• rienza delle altre volle e dell'ultima in particolare, ci ha riconfermati nella convinzione che codeste rnstre proposte, apparentemente formulale a scopo di • fronte unico , sono in sostanza lanciale ad esclusivo scopo di polemica coi partiti socialisti, e di nuove inutili dispute. Ciò può recare piacere e vantaggio a Yoi, come al governo fascista, dominante con gli stessi metodi di dillalura e di Yiolcnza che voi auspicate. )fa non fa piacere nè a noi nè alla classe lavoratrice, che subisce il danno delle \'OSlrc disquisizioni e dei riaccesi dissensi. Chi ha moltiplicato e inasprito le ragioni cli scissione e di discordia nella classe lavoralricc, è inutile e ridicolo si torni a camuffare da unitario e da fronte unico•· Restiamo ognuno quel che siamo : voi siete comu.nisli per la dillalura e per il metodo della violenza delle minoran,:e : noi siamo socialisti, e per il metodo democratico delle libere maggioranze. Xon c'è quindi nulla di comune tra noi e voi. \"oi stessi lo dite ogni giorno, anzi ogni giorno ci accusale di tradimento contro il proletariato. Se siete quindi in buona fede, è malvagia da parte vostra la proposta di unirvi coi traditori; se siete in malafede, noi non intendiamo prestarci ai trucchi di nessuno. Perciò, una volta per tulle, vi avvertiamo elle a simili proposte non abbiamo nulla da rispondere. Tanto per vostra norma e definitivamente: in<lipcndcnlcmenle da quella che sarà la decisione della nostra cl()ne intorno alla festa del 1.o )[aggio. Giacomo Malleolli 10 Giugno 1924-1947 Ventitreesimoanniversario dell'assassiniodi G. Matteotti .Jl.llavoratorlJ .Il. tuttl gU uonilnl 11berl! Il venlilreesimo anniversario dell'assassinio di Malleolli sarà M noi commemoralo in modo degno di lui se sarà un'occasione per ricordare agli immemo,:i e agli ignari che cosa è stato il fascismo e a quali complicità esso dovè il suo trionfo; se approf il/eremo di questa dala per approfondire nei supe.rf iciali e nei fiacchi la coscien.w della grave crisi politica, sociale e morale in cui l'umanità si diballe; se la rievoca.zione servirà a rincuorare i vili e i tiepidi a restare fedeli anche nei momenti dei facili compromessi alla causa degli umili e degli oppressi. Dopo 23 anni della sua fine violenta, il morto Malleoli i è oggi più vwo che mai : vivo nel cuore di milioni di ilaUani che nel suo nome rivendicano la propria wnanilà offesa; vivo nelle migliaia di cospiratori e di pru·tigiani che hanno /olialo per la libertà e la giustizia; vivo nel vigoroso rifiorire dell'ideale del socialismo democratico. La vitalità di Malleolli ha radici profonde che vanno oltre il suo martirio glorioso. Egli fu un socialista esemplru·e avendo rif iulalo gli agi e le lusinghe che la società borghese gli offriva. .Vell'organi.zzazione operaia egli fu un nemico implacabile della demagogia, del miracolismo, delle frasi. La sua milizia socialista fu u.n apostolato di una purezza assoluta. Il significalo di .\Ialleofli trascende luflavia gli w1gusli limiti della politica sellaria. Nei confronti del fascismo, .\falleolli rappresenta, insieme ad Amendola. a Gramsci, a Gobelli ed a molti altri martiri noli ed ignoti, non sollanlo un diverso ideale politico ma anche una diversa e opposta maniera di concepire e vivere la vita, e quasi una diversa e opposta umanità. Contro il fascismo che è stato menzogna, prepotenza, retorica, morie, i martiri sopraricordali hanno incarnalo la serietà, la dignità, l'onore, la gentilezza, la nobiltà del popolo italiano. Questi martiri sono i migliori testimoni del popolo italiano di fronte agli allri popoli. Questi martiri sono il pegno della risw-rezione immancabile del popolo italiano. Viva l'Italia di Matleolli, l'Italia dei lavoratori, l'Italia repubblicana e socialista. « LaPravda » la pensacosì Noi però non slanio d'accordo La • Pravda >, organo del paxt.ito comunista rUS'90, ha consacreto lre articoli a.i rappor,l!i fra il governo e il capilaJÌl!,Jno americamo e i goveTDi dell'Europa occid.enlale, per deli.neare gli elementi che spmgono l'Uuione Sovietica a ritenere elle J.'America cerca. di conlTollare l'Europa occide:nt,a;le. L'organo ufficiale de'! Comita,to Centrale del Prurt.i,t,oComunista Ru,soo s:i è poi pau-ticolairmente occupalo dei partili soci.a.Hsti dell'Europa oocdenLalle, e cioè del JJarliLo laburi la ingle.se e dei partili f>ocialisti framcesi. ilalia1J10, norvegese, belga, olandese, auslriaco e dfilleoo. affermam.do che g'.li elementi di •de.stra> òi questi parli1li si.anno facendo il giuoco degli americani. Que ti articoli sono l16'Cit:.isuJ•la •Pravda• conlemporaneamenle ai lavori della confereinza lei pa.rtili sociali li elle i è chi'llsa. qua:lche giormo fa a Zurigo e sono riassunti in un telegramma delJa • A~ocialed Press >. Ne&un accenno è si.alo fallo agli elementi di • destra •· dei partiiLi sociahsli di Svezia e Finla.11:lia In questi lre aa1.icoli. fo.rleme-nte polemici, la •Pravda• ha affor:rnato che i capi dei governi o dei pai lili sociali li slan1J10 ripel.t>ndo gli •errori• faLti lo.po ]a prima guerra mondiafo, riferendosi. paa1.icolarmente ai nomi del Prnioosare Harold Laski, già Prwi-denle del •Lahour Parlp, E-rnesl Bevin, )[inislro deg'.li E leri nel govemo fa.buri.sla j ng<Je-e. Léon Bl1Um, Pre idente del parlilo socialista france.se, e Krurl Renner, Pre.sidewt,e oociaJdemooralico della Repubblica Au briaca. Va ricordalo a que- . lo proposito, che fra le 21 condizioni p~le dal Te-rzo Congress,o )foncliale della Terza InlernazionaJe, da Lemi'll nel 1921, per fade ione dei parti ti oociali li di a~1ora ailrinlern.azionaJe 8lessa, ve ne era una che :indicava la necc ~ilà de8'e-sclusione dehle cd •lre• di quei pavliLi, affin-chè fo.sooro ammessi neJola famiglia dei prurliit.i comuniisti. Le oondizioni che pone oggi la •P1,aNcla•, se ri peUrut.e, potrebbero preludeire a una campagna Jei parrtili com1tlll.Ì.sti µer J;i, fo ione con i parli li sociah.sli epura Li daUe foro destre. La •Pravda'> ba pure e.sp,resso la propria conNinzione, illl uno dei lre a•rlico3i oopra citali, che vi è aa)ba ;ta1J1M forrza fra i ocia:lié<li dehl'E1 1.1rapa oocidenlale per 'l'Ove.sciare la di,reziO'llo dei loiro capi di • de lra • e slabi1 iire un fronte un:iJlo con :i oomunisti e gli aJtri partiti di ini lra. La •Pravda• D,()ID. indica -se cli que to fJ"on<leipopodare dcl~e sini,sbre, :iinsieme con ~li ail<lri ;partiti dt f>inislra, dovrebbero p11re far parte gli e-le-menli .sociia:ti1s-lidi destra eliminali diai rispellivi parliJli. La •Prarvda> dice poi che se il coro sWJiiJi,lo <lai carpi sociahsli in Europa nom arà modificalo, la oolpa iricadrà $1.1.]Jespalli.e de,giJti errnooLi «ilQ,u~ millla li• in ~ono ai! paTli lo e cl1e ogni na.zione gi_ tr-0_ ve<rebbc al punto in oui slava -wlla vigili.a della seoonfa guerra anO'Ildcia1e.La •ragione peT cui gili elementi fusfoni li non insoo-go.no .a'.IlOOracontro i foro ca'f)i. ha dello iJ giorn,ale, è ohe manicano dii coraggio ecl hamno pan.ira di causare sci &ioni ne-1 loro parli lo. Rifere,ndosi inHne a1 !recente Ccm,,crressolaòuri,sla, la •Pravcla•, ha delLo dei labumli britannici, che e..."<S•i,procla1111amdo a ,parole la nec<.>ssità dell'indipendenza i!Ilgtlooefagli Slaili Unili, condl\lcono a faLli una polHi.ca che dega laillLo Ja poliilica, quan Lo l'economia britannica sempre più a1 orurro del ca.'pila1ismo americano•. /

' Bit NOTIZIARIO ITALIANO Dopo il C-ongresso di Firen:;e L'unità della classe lavoratrice nella C. C. I. L. FIRENZE: Il Congresso della Confederazione Generale ltal 1 i1 ana del ,lavoro. Ciirca 2.000 delegati di ogni professione e di ogni provincia, aderenti a diverse correnti politiche, si sono riuniti assieme e si sono trovati d'accordo sulla soluzione da dare ai più gravi cd urgenti problemi che interessano le masse lavoratrici e la vita della ::--azione: d'accordo quintli sull'orientamento generale che de\'e seguire la grande organizzazione unitaria dei lavoratori italiani. La composizione stessa del Congresso dava un'idea chiarissima dell'aspcllo piit nuovo dell'unità che si va sviluppando nelle Jile della C.G.I.L., quello dell'unità fra proletariato e celo medio, fra lavoratori manunli cd inlcllettuali. Operai, contadini, braccianti. tecnici, industriali ed agricoli, impiegali di Enti pubblici e pI"ivati, ingegneri, maestri, professori, artisti e professionisti, si son trovati Lulli uniti, fusi come in una grande famiglia, legati dalla fondamentale identità dei loro interessi e delle loro aspirazioni sociali. La grande maggioranza dei congressisti d'ogni corrente, ha portato la propria attenzione sui problemi d'interesse più palpitante per il popolo lavoratore come quelli della lotta contro l'inflazione, contro il carovita e per stroncare la speculazione, quella dell'applicazione immediata e concreta dei quattordici punti della lotta contro la disoccupazione, della tregua salariale e della contropartita da chiedere agli industriali mediante rn fornitura, a prezzi di costo, di quantità sufficienti di viveri, di tessuti, di calzature e di altri prodotti di largo consumo da distribuire ai lavoratori ed al popolo, a mezzo degli Enti comunali di consumo, delle cooperative e degli spacci aziendali. Ma il Congresso non s'è limitato ad elaborare un programma puramente rivendicativo, in favore dei lavor!ltori: esso ha affrontato tutti i problemi essenziali della Nazione, da quello dell'aumento della pr'.lduzionc e della riduzione dei costi, a quello dell:l. riattivazione degli scambi economici. L'esame analitico di tali problemi, ha messo in luce l'urgente necessità di realizzare le riforme sociali già formulate dalla C.G.I.L. al Congresso di !\'apoli, e cioè : riforma agraria, riforma previdenziale e nazionalizzazione di tutti i servizi pubblici e dell'industria elettrica e mineraria. E' pure in relazione agli ste;;si problemi che è stata riaffermata dal Congresso l'esigenza dei Consigli di gestione. Il fatto che sulle soluzioni a problemi cosi com- -plessi e gravi sia stata possibile una votazione unanime, costituisce una dimostrazione clamorosa del rafforzamento dei lavoratori italiani. MILAiNO: Giacomo Matteotti e ì frateldi RosseUi C0101,e,IOl'ati in tutf Italia. L'a.nniiveraa.rio della morte di Giacomo Matteotti e dei fratelli Carlo e Nello Rosselli è stato celebrato ieri in tutta Italia con una serie di manifestazioni promosse dai partiti socialisti. A Firenze la commemorazione dei fratelli Rossem ha assunto carattere di particolare solennità per la adesione del Capo dello Stato, on. De Nicola. Alla cerimonia erano presenti la madre dei Caduti, i famigliari nonchè tutte le autorità cittadine. Dopo il saluto recato dai rappresentanti del Comune, del P.S.L.I. e degli altri partiti, ha pronunziato il discorso ufficiale !'on. Calamandrei, che fu compagno di gioventù di Rosselli. Ha parlalo poi l'on. Riccardo Lombardi e a conclusione della celebrazione è stata scoperta una lapide commemorativa nella casa natale dei Rosselli. A Na,poli le manifestazioni hanno avuto luogo nella Galleria al Museo, dove dinanzi a una grande folla hanno parlato i rappresentanti dei vari partiti. Ieri al primo Presidente della Repubblica eletto dal- !' Assemblea nazionale, se la proroga dei poteri della Costituente sarà breve. Su Lale soluzione sembra orientarsi la maggioranza parlamentare, il che permetterebbe lo srnlgimento delle elezioni in autunno. Se tale decisione sarà adottata, si ritiene che !'on.le De Nicola non vorrà negare il suo assenso ad una proroga del mandato conferitogli. Quindi tulle le voci che hanno voluto farlo apparire come assolutamente deciso a rientrare il 21 giugno a vita privala non lro\·ano, allo staio attuale, precisa rispondenza nei falli. Si ha, anzi, fondato motiYo di ritenere che l'alta collaborazione del Capo dello Stalo nei prossimi mesi, fino a11'autunno, non potrà mancare al Paese, che guarda a lui con profonda fiducia. ROMA: I respons,abili della catastrofe italiana al rmomen,to dell'armistizio. Una denuncia presen:tata dal generale Car,boni ~Ila Segreteria della Procura della repubblica. Il maresciallo Badoglio ,indicato come il maggiore res.poinsabile. Gli avvocabi OUorino Petroni e Carlo D'Agostino della difesa del generale Giacomo Carboni, hanno presentato alla segreteria della Procura della Repubblica presso il tribunale militare di Homa una denuncia, a firma dello stesso generale Carboni, nella quale in termini vibrati vengono precisate le accuse che dovrebbero essere mosse contro eminenti personalità che e hanno provocalo la catastrofe militare italiana al momento dell'armistizio con gli alleati e il successivo armistizio concluso a Homa coi tedeschi invasori >. La maggiore responsabilità secondo la denuncia del generale Carboni, è da imputarsi al maresciallo d'Italia Pietro Badoglio • perchè quale Capo del Governo militare nel momento della più grave crisi· della storia d'Italia, dopo aver condotto con ritardo, insiptenza e debolezza le trattative per l'armistizio con gli alleati, dopo aver accetlato la disonorevole resa incondizionata e non avere saputo esigere che l'annuncio non fosse anticipato rispetto alla data promessa, abbandonava Roma e le forze combattenti all'alba del 9 settembre dando clamoroso esempio di viltà >. Oltre al generale Giuseppe Castellano incolpato dal · Carboni di estrema e colpevole leggerezza e di avere volutamente fatto mancare alla difesa di Roma il concorso aereo alleato, la denuncia nomina il generale Vittorio Ambrosio, al quale è fatto carico di non aver provveduto alla preparazione psicologica e all'organizzazione militare per il previsto rovesciamento di fronte e di essersi allontanato dalla sede del Comando per •interessi privati>. Un altro generale contro il quale si scaglierà la denuncia è Mario Roatta; egli, quale Capo di 'Stato Maggiore dell'Esercito e comandante titolare della <lifesa di Roma, avrebbe impiegato le truppe della difesa mobile solo per proteggere la propria fuga e qufla degli altri capi. Il generale Antonio Sorice è incolpato dal genetlle Carboni di non aver assunto la direzione della resistenza contro i tedeschi. Chiudono la serie i nomi dei generali Giuseppe De Stefanis e Carlo Calvi <li Bergolo, incolpato quest'ultimo di aver ,rifiutato ripetutamente di combattere con le sue truppe contro i tedeschi>. La denuncia conclude domandando che tutti i responsabili siano perseguiti a norma di legge anche al di fuori di quelle più gravi responsabilità di ordine politico ai medesimi riferibili>. CREMONA: DeSitituito li questore ,per non M'er siaputo ·proteggere ,le) svolgimento del Congresiso region,ale deH'U.Q. E' gt.art,o comunica,to ru.f,fjoiaàmente da Roma che il ministro dell'interno ha rimosso dalla carica il questore di Cremona per non aver saputo fronteggiare gli incidenti che hanno impedito lo svolgimento del congresso provinciale del partito dcll'U.Q. Come è noto gravi incidenti sono avvenuti in conseguenza del congresso provinciale dell'U.Q. che avrebbe dovuto svolgersi nell'aula magna di un collegio cittadino. Già nella notte precedente una cinquantina di individui avevano aggredito e percosso a sangue tre persone che nel centro della città stavano attaccando i manifesti. ~clic prime ore della mattinata diverse C'cntinaia di persone, fra cui alcune donne, occupavano e bloccavano tulle le vie. La polizia interveniva senza poter stabilire l'ordine. Anche il questore recatosi sul posto veniva malmenalo e insultato. Alcuni reparti dell'esercito con autoblinde e carri armati sono accorsi per fronteggiare i tumultuanti e hanno fatto uscire sotto la loro proiezione i pochi congressisti che si erano asseragliati. Cn ispettore generale è stato invialo dal ministero dell 0interno a Cremona con l'incarico di condurre una severa inchiesta sugli incidenti, che (pur essendo comprensibili, sollo un certo aspetto, come reazione passionale contro la ventennale oppressione della iiberlà effettuata dalla destra reazionaria e fascista) costituiscono una manifestazione d'intolleranza incom• patibile col regime della democrazia. MILANO: L'inau{lurazione ,della Fiera di Milano. La partecipazione di Carlo Sforza, per la « Giornata 1delle Nazioni ». La Fie-ra iDJternazionaJe che, verrà ap0rla ai visiitartmi ille ore 10 <li .sabato, sarà inaugurata ufficialmente nella successiva mattinata di domenica 15 con l'intervento del ministro dell'Industria e commercio , Togni, in rappresent~nza del Governo. Per la ,giornata delle Xazioni>, fissala il 26 giugno, è preannunciato l'arrivo del ministro degli Affari esteri conle Sforza. li biglietto d'ingresso costerà quest'anno 100 lire; dopo le ore 21 verrà dimezzato a 50 lire. Sono stati inoltre istituiti biglietli a riduzione per comitive di almeno 50 persone, e (essere valevoli per l'intero periodo della manifestazione al prezzo di lire mille. In occasione della Fiera poi, allo scopo di facilitare gli scambi, le attività commerciali ed i servizi organizzativi inerenti alla manifestazione, la Prefettura autorizza in via eccezionale,. e per il periodo dall'11 al 30 giugno corr. la libera circolazione festiva e serale, sia in città sia in provincia, di tulle le autovetture e motocicletle munite di regolare permesso permanente o temporaneo. 1ROMtA: L'ufficio stampa del ,Mfoistero del Lavoro e della Previdenu Sociale comunica: • 1ll •a giugno corrente si aprirà a Ginevra la trentesima sessione della conferenza internazionale del lavoro nella quale saranno trattati vari problemi di particolare rilievo come quelli concernenti l'elaborazione di un sistema di norme dirette a garantire la massima possibile occupazione e l'ispezione sul lavoro delle aziende industriali e commerciali. L'Italia che annette grande importanza ai lavori della conferenza, sarà rappresentata a Ginevra direttamente dal Ministro del Lavoro on. Amintore Fanfani e da una delegazione della quale fanno parte gli on.li Gaetano Barbareschi ed Ezio Villani delegati governativi, l'on. Lizzadri delegato dei lavoratori e l'irrg. Pietro Campanella delegalo dei datori di lavoro. I delegati saranno assistiti da consiglieri tecnici. ROM1A: Saragat e Matteotti p-artono per New York. Giooeppe Sairag.at e Matteo Maitteot1.i aTriveranno domenica prossima all'aeroporto La Guardia di Nuova York. • All'aeroporto saranno presenti Norman Thomas, capo del partito socialista degli Stati Uniti, Luigi Antonini, presidente del Consiglio italo-americano del lavoro, nonchè altre personalità del partito socialista americano. Saragal e Matteotti ripartiranno immediatamente alla volta di Cleveland, dove il primo pronuncerà un discorso al Congresso Nazionale dei Sindac:iti tessili. vita, in oui ognumo e.saJI.U"i.sce l proprie capaciità, un Jjmite che ooffoca ~a fant.ama: ecco perchè a Cislernimo non c'è sta.La mai runa pToduzione poetica d",imtO<llazione Jocale; ecco perchè aa. lavoro per i carmpi, pe~i!Jlo di primavera, non cam.tamo mai; ecco percbc, mancando sémp,re qualsiasi iniziaiiv,a, spiriiua!le, il paese è rimasto al uno stadio rudi~ menrtale di civitltà. Logicamente, u01llÌID.i.simili hanno cons,e-rvarto d~JJe concezioni religiase P1imitive. La ·re'.liJgiooe è i[ primo momento della vita spirituale d-leJl'uomo. Esba, come è noto, non sorge mai come una fede. razionaJmente formruta e si esprime, da principio, attTaverso forme di superstizione, sorte dall te.nore de1l'incognirlo. Que.ste superstizioni rimasero sempre cnell'autimo degli abilanti di Ci- ~teamino. Jl cattolicesimo iu da essi rn.w.so alla stregua di una idolatria e d'altra parte fil clero locale non Ieee mai 1J1ien-te per era<lioare questo stari.o d'amimo, anzi, Jo peggiorò ~fruttamdolo. Poichè, senza volere oon questo riecheggiare una annosa e a ai 1Ti'9le po1emica, è noto che è più comodo averc un gregge orcdrulo, epperciò più facilmoote .sfruttabil-e, che 1.liila massa epiriturulmente coscien1e. Qu01,to è finccmveniente di ogni religione che, aLliravel\SO i .suoi mini-stri, i fa strumento ii governo; e il merirdione è uno de.L maig:giori sopporlatori di queslo inoonve:111i.ent.e. Non vi forono, a·a.Hronde, iIJemme:no in.fluan~ di paesi più p,rogredirt.i, non invasi001i ohe servi6.sero a sov\·et1ii1·e ila greve e immobile ,a;tmo.sfara di qu,e,Jfo regioni, poichè anche la '9Ua posizione geografica, e.strarriarta dalQe grandi vie di comlM'.licaiziooe, 0001tnihuì aJ suo isola:rnento. E parfim.,o la rivouuzione del 1799, ohe i'll ,tanti rulltri cC'lltri deJrla Puglia portò veramente un isoffio Jel'la muova me:nta3i1à 1li!herafle ed umanisti.ca, pais.sò su CisteTilri!Jlo oome acqua sulla pietra, senza la.sciar it.raccia. E i,l paese rfona.se sep0'1to ,nella sua viria quotidiana, fatta -di eterno Javoro ,su campa, sem.i!Jlaii di pietre. Non ci fu pM}se in cui, oome a Ci,sternino, ili feuda!lismo attecchì im un modo taauto !I'adicaJe. li creciere cieeamenrt.e ,alllle prurdle del p,rete .si accoppiò all'ohbetliTe li1111dhscutiilJilaeg:li or,di.ni ;:le] signore. Si lStratiifica:r0010 oosì nel paese quabtro ordini di perS-Oile: d'ordme -dei preti, sovrranrirtà 6pi!I'itua.Je e rtemporaile a.950lluia; t!'-or.dime deg'li artigia.n.i, sfrutta.ti dai pr;imi ,diue, ma sfruttatori •:lei conlt.adim; il'oJ.\Clme dei coniadilni, iJl p1u numer060, -sfl'Ulttarto -da itu111.i e pieno di un odio oog,reto e pereomeme.nte trepTes90, pex un complesso -d4 paura e di soggezione 6tratiifica.to d-a,gli alll.Di. e divenuto secon.i,a :namra. Ma.noava Ja hoo-gihesia IÌJUteli~alle, mancò oompre ogni forma <li civiJrtà, mancò ogni voce che potoose jlliSÌlIJ.ruaremille ma,sse dei oontad'irni il \90spe!Jto ohe quehla ,gerarohia di caste non, :fosse urn fatto àJmmodifi.oaibiile e ,ydJruto da Dio ma ii! p.rodotlo -deHa v<Jl1<Xlll-idàegli 'llomi,ni, lo schema d-e.!Ja i<Yro sog.gezione. Questa ripartizione irn. cal9l.e sussiste -amoor oggi, ma ailquan,to 000rnm.es,oo,. I preti hamno pallJl'a. del comrurruismo, ii sig'l1orli. -da.nino s-eg,ni de1i1a doa-o lecadenza moraile e, ai vdlte, arnclle economica. E tuttaivia ambedue sono a:ncora gli arbiitri della situazione poichè, oome si sai, tra una .situaeione di dommi.o ~ e i.nootn.tmsta:to di un,a dasge e iJL 19uo defim.iitivo traJrnonto, quando • quel potere paaserà completamoo.te ~a di.asse subentNlJil t.e, resta oomprre un mairgillle di vuooo-, me! qualle queMa •cloose pa,ruron-a.> oonltilnua a esercita.re il suo :potere vi,vendo dre.ll'erediJtà della 6Ua p&9Sata cfo:rza oggettiva> e &fruttamdo Ja di.sooig-a- •nizza.zione e Ja inoerteua e l'.iamufficente ,a,ut.ocoscien,za di coloro che .sa:ranno domami i1 '91.lOi affos.sa.tori. E così è a Cisternino, dove quel poco d: medi.a 1bo1ighesira f-a.tiC()ISl(lment,eformatasi. è orribiJmen~ ilgnoirallll!.e e 1 ccmtadimi oono que!J.lo che aJbbia.mo letto. A ·Milano, al Teatro Lirico, ha parlato l'on. Angelo Corsi, del P.S.L.l. Al termine del discorso è stato scoperto un busto in bronzo di Giacomo Malleolti sulla facciata della Casa Matteotti. lnc.fjlesta sul me:;:;oglorno Ii prob'l0'IIla di Oiistmmi.no è 11 pTohl~a ooci-a.- Je tipico d-e.l :Mezzogiorno. Per Ti\Sdhverlo, è ;i1I1JUtile contimurure a parllare d,i questione mei-idionaJe, ma è ~s.sario reaàizzrure una r.iivoùuziOIIlemeridionale, come ci i.nsegm.ra,v-a.Guido Dorso, oominciraire a eduoa:re in. Oigm.:i modo questa massa meridion-aile che, amO<Xra adesoo, !l>i•dimoo-bra ba,r;barica ed è veramente -amalfrubeta,. Può essere, an,ziJ è benissimo, un gr-amde compiito morale oociaili.sta.: diffondere runa nuova morade, la mooale socialli6ia nelle cannpaig,n,e deJ Mezzogiroo,no. E' un compi.ito di educazione. Senza di questa -si verifo:fue:r-alillllo-runoora caSi -d,j paNlJll-Oia 1.r~gio.sa co.ldetti:va octme quelli di Cir;,wrnino. A For/1 rappresentanti del P.S.L.I. hanno pronunziato discorsi commemorativi. Alla R.A.l. ha commemorato ieri sera i fratelli Rosselli Umberto Calosso. ROMA: E' aumentata notevolmente f,a ,popolazione italiana. Sooon.cio i dati, ela;boo-ati da:H'J.st.iJtrulo centrale di statistica in base alla rilevazione attuale provvisoria del movimento naturale e sociale della popolazione dei singoli comuni, la popolazione residente in Italia al 31 ottobre 1946 risulta di 45.646.000 abitanti esclusa la Venezia Giulia e Zara la cui popolazione al 31 dicembre 1942 risultava di 1.028.395 abitanti. L'ordine di importanza delle regioni secondo la popolazione residente è la seguente : Lombardia 6.298.000, Veneto 4.654.000, Sicilia 4.336.000, Campania 4.175.000, Piemonte 3.580.000, Emilia 3.488.000, Lazio 3 milioni 150 mila, Toscana 3.90.000, Puglia 3.027.000, Calabria 2.006.000, Abruzzi e Molise 1.687.000, Liguria 1 milione 506 mila, Marche 1.352.000, Sardegna 1.196.000, Umbria 780.000, Venezia tridentina 689.000, Lucania 594.000. La provincia più popolata risulta essere quella di Milano con circa 2.397.000 abitanti, seguita da quelle di Roma 2.006.000, Napoli 1.991.000, Bari 1 milione 1'16 mila, Torino 1.388.000 e poi dalle altre tutte al disotto di un milione di abitanti. La ,graduatoria delle città secondo la loro popolazione residente alla fine del 1946 risulta in cifre tonde come segue: Roma 1.555.000, Milano 1.270.000, Napoli 950 mila, Torino 702 mila, Genova 661 mila. Seguono le altre con una popolazione al disotto del mezzo milione di abitanti. R,OM•A: La proroga della Costituente. De Nlioola resterà ,in carica f,ino al prossimo autunno. Il ministro di Grazia e Giustizia ha sottoposto alla firma del Capo dello Stato il decreto che autorizza il Governo a presentare alla Costituente il disegno di legge concernente la proroga dei poteri dell'Assemblea stessa fino alla fine dei suoi lavori costituzionali e ~omunque non oltre il 15 settembre 1947. Tale decisione propone nuovamente all'attenzione di tutto il Paese la questione della permanenza dell'on. De Nicola nell'alta carica, che da un anno ricopre con cosi alto senso di responsabilità e di equilibrio. Dal colloquio avuto con una personalità politica vicina al Presidente della Repubblica l'Ansa è in grado di trarre la conclusione che l'on. De Nicoia acconsen.v,rà a esiedere I comp)etamento d lavoro per lf 1.nea Co;iTtùzione, pqr ri'r~e . Ol ~ PARANOIA RELIGIOSA di Domenico Semeraro I giorrna/U ha,,mw già irvfonnato di quello ohe ~ successo nei giorni scorsi e che sta ancora succedendo nel paese d,;, Cisternino rnelle Huglie. I fra,tti, in b·nev,e, sono questi: il bo,rsaro nero Nicol,a Na-toU, detto Ci-anna.ddu ,e specializzato sino a poco tempo fa nello smercio clandestino délla ca,rne di (l)W,ia,le,un bel ,giorno si sentì ( o finse di serntiirsi) i~o da Dio -e d,a,ll,aMadonna e am,dò suLia .pia;zza ool paese sfidando il marescia,l- ~.o dei carabinieri a mettere aUa !prova il s,u,o potene e la sua elez.ime. <Slringeterm,;, i polsi con Le (11li(1ffl,ette - dtisse - ,fu, Madonna me 1/ti .Ubererà. Voi vedirete se sono un poozo e u,no -sper.giur-<>». J,l mairescia,llo man -Lo pr.ese sul -se1,io, ma rnon ,così i corntadini e ,le donri-e eh.e ,oomi,nciMono a guardMe vl Ciannuddlu. con un misto dti terrore e di rispetto. Percfo~ da quelle pa,rU un uomo oh,e <Uce: 4:Sono J':inww,to deU.a M{l,d,onrr,a» non si può dti1·lo cosi -semplicemente un traffa,torie. Lo si a,- scolta in silerwi,o -e si attendono J,e iJ>rove. Le p.,..Oll)eve,n:n,er,o presto, alnneno le prove che servivano a q,u,e.Blagent~ fiduciosa. QUJOJlcheguarigime, qualche f'p,cile .profezia che si aooerò. La fortuna del Ciannullru. era fatta. Fu un deUrio, racconta un cronista., i fede-li ,aumentaa-ono di giorin,o in gi,orno, tn.i.;tlj, ai SU<>i piedti !l)er ,e.hiedeirgU il mirocolo. Urn g'iorno r/JuUa la popolazione si miise die/.iro a rlui, mar,cia,ro,no verso ,la chies-a, e ,le autor-Uà a -scanso di pe.ggi,o furono cos-tr,,ette a,d a,- prvda. Le cose p<Yi,gi-Olrno ,per giorno, si c<nnplicarono e div.ent,a,r.ono drammatiche. Un gi,<Yr,n,o, ·1 n una delle freq_umti riunioni propwia,torie a cui pa,rtecipava tutto il paese, ,l'in'Viail,o della M-Oldonna chUJJmòun.o dei suoi fedeU, gli ingiunse d,;, inginocchiarsi e di baciMgli, i ,piedi. P<Yi menbre il feàe,le si china1va v-e-rso di flui, egli ro,pidissimw aff,errò un sasso e -lo-coipì a-lla testa fra,cassandogliela. La folla guatr.d.,ava mwta e te>rrorizzal!a. Il Cia.nnuddu ,a;ffe,nròun frucile e C017111,'-naciòsparare su d4, essa; iil ,patto di sangue l!na -l'invasato e i S<U<>i f eàeVi e,ra crami concluso. La sua atUtorità awm.ent,a,va ogni giòr.no, guai a metter,la in duhbio. Dopo fu il ,oa,so dti una donna, che, ,su esor- fC'Qel Ciannaddu, sgozzò il ,maa·ito all'alba, mentre era am,coro in letto per ottemperare a,d a,lCU71ti, c-ornpUooti riti. P<Yi dti 1.m'dUira. donna che, s,ennpre esor1ia.ta da,l tauma,turgo, Si suicidò gettandosi nel pozzo. Ciononostam,te, qwamdo i cara,bi- -nrieri riuscirono finalmente a.d arrest,a,re l'uomo, tutto il pa.es,e insorse, ,e voleva da1· fruoco aUa prigione (int,anto San Oi8111Duddu avrebbe ftrovaw modo di sfuggire alla fiamme) e assali,re la caserma dei carabimeri: si t-ranqu'lll,Uzzò soltanto allor.ohè ri,l prigioniero .fece -sapyre ohe presto la Mado-nna sarebbe ve'rllUtaa liberarlo. Ora l,a popolazione aspetta iJl 'miracolo eà è in runo ,sta;to di tens1Joneisterico colleUiva.. Il ccmLa-dJIJlo cCi,a1111Duddtu•o, he ha uma vi.sione de]!J,a,M:-adoillila, fa dei miira.coli . viJSi.bili, ei amm~z.a un uomo per propizi,aire Ila dritvini,tà, potrebbe e.ssere beaii,ssiano un volgare truffatore ohe oohi-a ideaJto 1a cosa per ottener.ne dei va.nita@gi economi.ci. M:a questo a noi mon. importa.. I111teressa iì11vece molti&Siano lo 81,ato <là, sug.gootione collettivo che ,ne è d-ea-:i,vato in molrt.i 81,rait.i del!la pop-0U ,eo,,npagno France.s·co Semerarro è un gi,O'l)(Jtrl,e l·a.zione, ISJ)ecie mei oonrt.a:dini. Quelle ,i.n.finrute pa-ormedfoo, sosUbuto ,ndl.la ,oondotta dti Cisternino. Gli cessioni reJri fodelà. di.le <Si Teca'Vam.o ,d,aJ] 19él.Dto a a.bbiaimo chiesto il su,o q>airere ,su,g/i st,raordinari , cllieiere aa ,g-ra.zi-a,,quello ♦stato dii. <tensione, emotiva fatti ,che abbiamo t1UJ,-nraJ.i -e siamo l'ielli di pubbLi- ohe si p1rodruceva rD.e'Lla fo1ilrai ogDJi qu.ailvolta pamlaoare La sua ,risposta>. va l'ispiraito, i!>ono U'Ill sinwmo ohiruri&Sil!IlO-di 'l.llla L'episodrio ,di, paT-a.n.oi,a; rel,i,giooa •iiffusa ohe .si d,iffooia9ima e p,rofonda wgmoram.z,a, ohe è proprri-o è verificaJto nei ,gjoroi. \SICOTSÌ. a Gi~o .n<>n J:n.- a. .favore di cJbiunque riesca a imporgli il ;proprio rtro-essa tam,t,o per il .suo J-a.to ipa,tologi.co, q;u,a,Jlito:per aooend,ente, anche mostruoso. Così ~•ne-ruso ascen- ~1 su-o ~-ato -soci,aàe. A'VVenimenti m.orbooi dii queato de:nt.e di •Ci,amniu-d,dlll> imponeva -a un,a, don1I1a <li gooare, iirufarot.i, oono foci~menrte ricondrucirbiili a caro.- ucoiide:re irl mruriito ne1 sonno, e. J-a ·:iOOllllai ao fece a -se ohe, ,gen0'riorumen<te, poo.si,amo di.re ambienlta!li: colipi di m-a.rit.elilo .sllil, cr.amio; ,a, ìl.l!ll'ailtra -donna ed è qui ,a!lìora o'be ocoone pol-a.ri.zzrure J'iim.<l,a,gin.e,di ammazzarsi. PeT 6-0ddi,sf.a,re .La divi!Jl,i•tà, e 4a robtroond~i ,a;Ba sug,gestiom-e dcl cca:ratteristico>, -donna isi. suicidò ,pTooiJpita.noo ii.n un poozo pTodel ccolm,e, per rica,vrure druhl'esame quallohe con- fon-do. Epàisodi questi -dri, feroci-a, 1l ·ii bairha,rie, ma creta. in.dica.zione. silutom-a.tiOi di !\lilla. •si.tua.zione aissurda di questa E' difrficille a.ooo.r,ger.si. •lel, vero amano di. un popolazione ooh.ieU,ameairt.e moo-i,dicxn.aJe, irn predia paese come Ci.ster,n,iln:o. A.ppa:renrt.emenlt.e e<mSer- a 'l.lll-a. d-isedu.cazi.one morale -allti.ssim-a.. La qu.aile va -d<efile tradiziOIIli &a.niis.sime, UJDJ p-airimonio -di poi Ìlil gran p,au1.e po11,a a 1llll riti~ ,n,e11!,o ~ ,u.is,a,nze mol'to ~<la forunat08i e trrum·anda.to in eoon,oonico, ra volte veramente prirmirt.i-vo: così Civruri, oocdli -di ooili.1ienza. La ;prima. impTeSSi()(Ile è s-t.emino è urn. p-a.ese' Ìil1 oui mon. ci 60no fognatUJre, qu€1lla dri u:n,a. popolaa:iooe tranquitlfla, serena im. i-n, oui ffe -str-adie lSO'Il -rumnnaiss,i. d fan.go nellrl'invermo qu.e!J'a1ita.ccamen to a,J tJ.,a,voroe ial que!J-a ac.cetia- e C\lJD11JJli ,di pdlvere !lle1Festate, im, cui -g.la uomizi-on.e ded.Oa 1eg~ come 'lllil, tatto Ì!llIDl'tlt.aih'illle ie ni ♦aibi:tamo m cootruzioni airca.iche el ,a1rutii,gieruiobe ineilutLrubi~e. •1mica estirirnsooa,zfoue dello stato, ca- a[ ma.ssi.mo, • i rt.iru~Ji•.>E' 'lllil.raJ con-dri:mone deoolanra"bleri.stiohe dii ogni popo1a.zione meri-d.io:ruale. Ed te di vila, questa. Ma 'IlOD• è 6"o'ltanfo .d,i Ci,steimino. occorre p·enetrare a! cuore ::Li qu-€:191.uesamze, ailda Vi oono rne.1 M~zogi,orno miJ,le, due milla Oisterrrud~ce del .semp,licismo ohe oo'lo ,rupparan.temen.te nino in prtd,a ,a llln rdilsaigio pToJon<lo di ~stanza. è un- eilemen.to dii txrluie, per cOIIllJ)ren•dere ira por- Que.sto dis!lgio n◊'n si sana .agi:tando dema,gogicata.ta negart.iva -di. q;ueJ primitivo, il peso ohe esso menite i( probi-ama del M:~zogiorno, ma reailizTappres,enta nelfo svot!gianento .di Ulil:a ord,im.art.a.vi- z.an·:io u.na vera rivdlruzione meridiomralle. ta 1 sooia.le. E' un circolo chiooo dii esperienze di (dra «<Erurop:aSoctali&tai.).

....... B Per una nuova Internazionale Soclallsta di Benedikt Kautski Benedikl Kaulski, figlio del nolo teorico del marxismo, ha militalo per lunghi anni nelle file del socialismo austriaco. Dopo l'i.nvasione nazista dell'Austria venne deportato nel campo di Buchenwald, sul quale scrisse il libro Tculcl und Vcrdammtc. Vive attualmente in Svizzera e collabora al Volksrccht. IL NAZIONALISMO TOMBA D1E,LLA 11 INTERNAZIONALE Tutti avevano compreso che il tramonto della II Internazionale era stalo provocato nel 1911I dal nazi:>• nalismo, dalla politica di difesa del proprio paese e di appoggio al proprio governo che aveva trasformato i contrasti tra i paesi belligeranti in contrasti tra i partili socialisti. :\fa nell'ultima guerra questi contrasti non csislcvano : nessun socialisla cli uno slato fascista sostenne il governo del proprio paese, e il caso della socialdemocrazia finlandese la quale, con un lotalc disconoscimento della realtà, si schierò dalla parte della Germania di Ilitlcr restò fortunatamente un caso isolato. Quali sono dunque le cause del Jisfacimento dell'Internazionale - poichè si tratta di disfacimento e non di scioglimento? Koi sappiamo oggi che l'Internazionale era, prima dello scoppio della guerra, paralizzata dai progressi del fascismo, il quale aveva creato sempre nuovi partili di emigranti, e che la situazione non migliorò affatto a Londra durante la guerra, dove l'Internazionale era rappresentata, praticamente, oltre che dal partilo laburista, soltanto da emigrati. l\la perchè non è risorta l'Internazionale dopo la guerra, col risorgere dei partiti socialisti nei paesi del continente europeo? Le cause non possono evidentemente essere ricercate nella situazione esistente prima della guerra o durante la guerra, nè nei contrasti creatisi fra i leaders socialisti in esilio. Gli anni della guerra non furono affatto propizi alle organizzazioni proletarie internazionali. Che la unione internazionale dei sindacati fosse paralizzata era cosa naturale, in quanto non v'è posto durante una guerra per un'attività sindacale su scala supernazionale. Sorprendente fu invece lo scioglimentÒ dcll'latcrnazionale comunista, avvenuto ufficialmente proprio nel momento in cui le si offriva un vasto terreno d'azione nei paesi fascisti per la propaganda e l'attività illegale, nel campo, cioè, dov'essa si era particolarmente distinta. Ora è certo che questa specie di attività non cessò affatto con lo scioglimento dell'organizzazione, e molti osservatori sono perciò inclini a credere che la decisione dello scioglimento sia stata una manovra puramente formale, tanto più che la motivazione data a suo tempo - che si voleva cioè mostrare ai paesi capitalistici la propria buona volontà per la reciproca comprensione e rappacificazione - non corrispondeva già allora alla verità e non ha più oggi alcun significato. A mio avviso, lo scioglim_ento non fu soltanto formale. La III Internazionale non fu mai un'istituzione democratica, ma fu costantemente in una posizione di subordinazione spirituale e materiale nei confronti del partito comunista russo e, poichè questo si identifica col governo sovietico, nei confronti dell'URSS. Tuttavia, la III Internazionale teneva allora riunioni e congressi semipubblici, doveva· render note le proprie decisioni e i delegati ai congressi erano tenuti a rispondere alle domande dei loro mandanti nei paesi d'origine, paesi per lo più con istituzioni e abitudini democratiche, cosi come i capi della centrale di Mosca dovevano dare notizie delle opinioni e delle correnti esistenti nell'tJnione sovietica, anche se questo poteva essere talvolta un còmpito molto ingrato. Tutti questi • inconvenienti> ebbero fine con lo scioglimento della III Internazionale. Indubbiamente l'organizzazione continua ad esistere in una forma o nell'altra, i partiti comunisti dei diversi paesi continuano a ricevere gli ordini e le informazioni come prima, ma è sparita qualsiasi possibilità di discussione : la dittatura del partito è stata perfezionata su scala internazionale, l'Internazionale comunista, o meglio il surrogato di essa, è diventata una mera istituzione di governo. LA NUOVATATTICA DEU.'INTEIRNAZIONALECOMUN 1IST,A I potenti di Mosca non si sono liberati con ciò soltanto di un peso fastidioso, essi hanno ottenuto anche un considerevole vantaggio : fino a quando esisteva la III Internazionale, infatti, era necessario rendere noto quali partiti ne facevano parte. Oggi il Cremlino non ha più questa preoccupazione. In tal modo è stato assai facilitato il compito di far marciare i partiti comunisti sotto bandiere straniere e di cancellare i confini tra i • gruppi di sinistra •· E' un segno dei nostri tempi il fatto che alcuni partiti comunisti tentano di nascondere, già nella loro denominazione, la propria origine. Questo è il caso, ad esempio, del • partito del lavoro • svizzero, dell'omonimo partito polacco, del • partito d'unità socialista > tedesco, il quale sconfessa espressamente la propria appartenenza al mondo ideale comunista. Particolarmente interessante è la situazione in Jugoslavia, dove ogni partito ha l'obbligo di Iar registrare i propri iscritti : il solo partito che non ha ottemperato all'obbligo è il partito comunista, il quale dovrebbe quindi essere considerato ilJegale. Fino a quando i comunisti si chiamarono comunisti, essi dichiararono che la diversità di valutazione del concetto di democrazia era la maggiore differenza che li divideva dai socialisti. La diversità non consisteva nel giudizio sulla democrazia attuale, borghese - nessun socialista l'ha mai dichiarata perfetta, anzi ciascuno di noi cerca di perfezionarla nel socialismo e per mezzo del socialismo; non consisteva nemmeno nell'identificazione dello scopo finale della lotta, che sia per i socialisti che per i comunisti può essere soltanto una democrazia socialista, ma consisteva nella valutazione della democrazia come mezzo di lotta e terreno di lotta. Per i socialisti il trionfo del socialismo si può ottenere più facilmente sul terreno della democrazia, perchè la maggiore forza del proletariato - il numero - è qui un fattore determinante e perchè la democrazia è il miglior mezzo di educazione delle masse alla libertà di pensiero, all'autodisciplina e all'autorcsponsabilità, alla tolleranza e al rispetto della personalità altrui, le quali sono tutte premesse per il funzionamento di un'economia socialista. I comunisti, per contro, credono che il mezzo più rapido e più sicuro sia l'abbandono della democrazia, la dittatura del proletariato, con l'aiut~ del quale un o gruppo deciso d'avanguardia della classe lavoratrice deve creare anzitutto le premesse per il socialismo : quando queste saranno state create, l'ordinamento spirituale delle masse ciel nuovo sistema avverrà da sè. ROSALUXEMBURG DEFl1NISCE LA LIBERTA' Ora si può discutere cd essere di parere diverso circa le possibilità di raggiungere lo scopo seguendo una via o l'altra : è tuttavia indiscutibile che i due metodi sono inconciliabili. Ed è chiaro, in ogni modo, che come il socialismo riuscì vittorioso ne:Ja ballaglia combattuta contro l'anarchismo e il sindacalismo soltanto in quanto seppe tener fede ai propri principi e ne diede pubblica testimonianza, così noi potremo riuscire vittoriosi sollanto se dichiariam,) chiaramente ciò che ,·ogliamo e ciò che ci divide dal comunismo. Qualsiasi tentativo di nascondere o di rimpicciolire artificiosamente queste differenze non potrà che indebolirci. Koi dobbiamo perciò affermare, come nostro principio inalienabile, il carattere democratico del socialismo internazionale. Kon vi dev'essere nessun compromesso in questo campo. !\on si tratta di indicare, ad esempio, il centralismo francese o il federalismo americano, il parlamentarismo inglese o la legislazi•Jnc svizzera come la panacea comune, ma si tratta di stabilire il principio di democrazia. • La libertà è sempre la libertà degli allri > è la definizione di Rosa Luxemburg : la democrazia non è concepibile senza tolleranza, senza rispetto della minoranza. Non si può parlare di democrazia dove non esista libertà di pensiero, di riunione, di stampa e di ricerca scientifica, di organizzazione culturale e religiosa, dove non esistano garanzie contro punizioni e arresti arbitrari, dove esista un solo partito, dove non sia possibile sottoporre, a libera critica il governo e i suoi organi. Se vogliamo costruire una nuova Internazionale del socialismo democratico, dobbiamo perciò pretendere dai partiti che vogliano farne parte che essi si riconoscano in questi principi democratici. Se la nuova Internazionale rinunzierà a stabilire questi principi, essa lascerà nell'incertezza i confini col mondo della dittatura e non potrà mai essere una forza spiri- ! uale nè politica. M. SOCIALISMODEMOCR1ATICO D,IFRONTE ALL'UiNION,ESOVl,ETl,CA Si può obiettare che stabilire chiaramente questi principi significherebbe pregiudicare le possibilità di intendersi con i comunisti e con la Russia. E' necessario, a questo punto, esaminare quali sono gli scopi di questa intesa. Se si intende arrivare con questa intesa all'unità del movimento operaio, occorre allora osservare che si potrà parlare di unità soltanto quando i comunisti cesseranno di riconosce~e il valore dei princ1p1 democratici solo dove essi sono i più deboli e lo riconosceranno anche dove sono al potere. Ciò non esclude, naturalmente, che possano essere creali in singoli paesi coalizioni e patti di unità d'azione per scopi determinati. Circa la formazione di tali coalizioni non è possibile dare una regola che yalga per tutti i paesi. La convenienza dei patti d'unità d'azione è determinata dalle circostanze, dalla situazione economica e politica genr.- rale, dalla forza dei partiti borghesi, ecc. In alcuni paesi questo problema non ha alcuna importanza, in altri è un problema essenziale. La sua importanza viene aucòr maggiormcn le accentuata dal problema dei rapporti del socialismo democratico con l'Unione sovietica. Anche qui i problemi sono completamente diversi nei singoli paesi, a cominciare dalle regioni dove, come nella zona sovietica della Germania, l'esistenza di un partito socialista è semplicemente proibita dall'autorità d'occupazione - a quegli stati che si trovano nella sfera d'influenza russa, dove i partiti socialisti esistono soltanto nominalmente - fino ai paesi democratici dove non esiste nessun partito comunista del quale valga la pena di parlare. Kell'attcggiamento dei diversi partili socialisti nei confronti dell'Unione sovietica noi possiamo riscontrare tutte le gradazioni di sentimenti, dall'odio alla paura alla simpatia più aperta e cordiale. E' comprensibile che questi diversi atteggiamenti siano influenzati dal comportamento delle forze d'occupazione russe, la cui presenza viene giudicata in alcune zone come un peso insopportabile, in altre - ad es. in Polonia - viene apprezzata come quella di protettori dai quali ci si attendono grandi vantaggi politici. Ma diversi sono da paese a paese i sentimenti verso l'Unione sovietica anche nelle zone dove non esistono forze d'occupazione russe. In tali condizioni appare estremamente difficile stabilire, anche solo in linea di massima, i principi di una condotta comune da parte dei partili aderenti a un'Internazionale socialista; è qui anzi che si presenta il problema di gran lunga più difficile per l'organizzazione dell'Internazionale. Non è un segreto per nessuno che per parecchi partiti socialisti dell'est potrebbe rappresentare una decisione molto grave prendere posizione positivamente di fronte a certi principi, che vengono invece accettati ovviamente dai partiti democratici di tutti gli altri paesi dell'Europa occidentale e del mondo intero. I partiti sociali<;ti dell'est e del sud-est d'Europa cercano di rimandare questa decisione. I loro paesi sanguinano ancora da mille ferite : la loro speranza è che, con una ripresa economica, si renderà possibile una graduale normalizzazione della vita politica. (Continua in 4.a pagina) CRONACHE DELL'EMIG~AZl,ONE ITALIANA E' morto Battista Bertoglio Il compa(/910Battista, come usavamo chia• marlo fami,gliarmente, sia in patria che in esilio è sempre stato un fulgido esempio di vita integerrima, onesta, dedicata da cinquant'anni alla grande Causa del Socialismo. A Ginevra l'abbiamo avuto compagrno inI aticabile -per 22 anni e la notizia deUa sua rrwrte avvenuta il 24 maggio nella sua Crevacuore (Vercelli) ci ha costernati. La sua dipartita ci lascia tutti nella più profonda afflizione. Alla sua degna compagna Primina, a SU-O tiglio Comunardo e Santfna,~ ni lamigliarl tutti giunga in queste 01'~ di angosci.a la devota solidari,età dei compagrn,i di. Ginevra. Il Comitato della Sezione socialista di Ginev.ra, nel dare la ferale rn-Otiziacrede di far cosa grata nel riportare integralmente l'articol,o pwbblicato sul «CorriMe Biellese» del quale il povero Battista è stato uno dei fan. datori. « Il cuore generoso del compagno Bertoglio ha cessato di battere. Aveva 70 anni e faeeva parte della eletta schiera dei veterani del no.stro Partito. Mezzo secolo di tenace lavoro -per l'ideale è possibile solo a chi <3 ,corazzato di una grande fede. Galantuomo nel senso più v.ru;to della pa- :r-0la,spese tutta la vita per il socialismo, per il bene del proletariato, lavorando senza soste, senza debolezze o deviamenti, mal'grado le tante difficoltà incontrate. Per lui il Socialimo rappresentava lo scopo di una vita bene spesa per l'umanità; così l'aveva vissuta dando tutto per l'idea, esempio a tutti di un forte carattere e di cittadino onesto e buono. Godeva •grandi simpatie nella su.a cara Orevacuooo, ove aveva dedicato tanta parte dell'attività, sia come ,consigliere ,comunale dal 1900, successivamente, per oltre un decennio, come Sindaco, posto lasciato nel triste 1922 in seguito alla occupazione del Comune da parte delle forze brute del .fasciBmo. Consigliere provinciale per il Mandamento di Orevacuore dal 1910, il Suo nome era noto a tutti gli operai della Valseasera che ne ammiravano la .gNlilde bontà d'animo e la generosa passione .per la lotta di redenzione degli umili. E con il caro Scomparso erano in quei I noti e assortiti locali della ,, .Cibreria :um Elsil.sser'' Limmatquai 18 (vicino alla Wasserkirche) Zurigo aspettano tutti gli amici della letteratura italiana e ticinese ! Il nostro reparto speciale: ,,Il ~ibro Italiano•• al 1 ° piano / Tel. 32 16 34 è finora l'unica libreria di lingua italiana esistente nella Svizzera Tedesca Il nostro ricco assortimento include: LIBRI CLASSICI, SCIENTIFICI, TECNICI, D'ARTE, per BAMBINI, ROMANZI, GRAMMATICHE, RIVISTE, ecc. Su richiesta siamo ben volontieri duposti a mandarvi a casa qualsi.asi libro desiderato, anche a scelta. anco tempi altri nomi plll'e indimenticabili come il Bianco, il Crosa, Milanaoo.io, Angelino e tanti altri socialisti. Quaranta o cinquanta anni addietro portare luce e fede nelle tenebre di tante coscienze di modesti .lavoratori conquistarle al socialismo, significava lav~rare senza soste e con piena dedizione alla causa. Con pochi coraggiosi seppe dare vita alla gloriosa « Campana » della Valsesia, sosten&- re le dure e sfortunate lotte politiche per il collegio di Varallo. Riparato a Ginevra nel 1922, aveva sa,puto crear-e un quella ospitale città, nel suo ristorante, una oasi per tutti i fuorusciti continuando così quella missione che formava lo scopo della sua esistenza. E nella ospitale casa trovarono conforto, fede ed aiuto tutti i compagni, dai.i grandi capi ai più umili. Ritornato dopo la liberazione nella sua adorata Crevacuore, riprendeva con incessante passione le· Sue attività per il Partito, confortato dalla simpatia e dall'affetto dei compagni. Poi venne il male: dapprima leggero poi insidioso e ostinato da minarne gradatamen te il forte orgasmo -malgrado le cure della scienza mediea e quelle affettuose della Sua cara P1,im.ina. Ancora poche ore prima di chiudere i suoi buoni ooohi, informato che arrivavo da Biella, mi chiese notizie dj_ Ron-. dani, di Luisetti, Carpano e Gro860, stringendomi poi la mano come per salutare con me tutti i cari compagnj per i quali il caro Scomparso non potrà che rimanere vivo nel cuore esempio della incessante lotta per la redenzione dell'umanità». Wlaterthar LE'ITERlE Cari compagni, Genova, 5 giugno 1947. siamo ritornati alla nostra Genova dopo la visita in Svizzera e da qui vi inviamo i nostri più vivi e più affettuosi ringraziamenti per la vostra ospitalità che non dimenticheremo più. E oome .potremmo dimenticarla? I vecchi compagni che ricordavamo da tanto tempo ci hanno riconfermata la loro veooh.ia amicizia, i nuovi hanno voluto e saputo diventare amici e per noi il breve periodo passato a Winterthur è stato un ritorno ai tempi belli del pa.s.sato che ci rioorda tante e tante co.se .a noi oomUlDii. Ci rioordiamo anche del-la b~lla feeta, delle recita e dei cantedni ticinesi che ei hanno veramente allietata la serata. AnCJheai bravi a,rtisti s.ia della scena eome del ,canto un meritato applau- • so per quello che ,hanno saputo fare e un vivo augurio per la loro attività futura aJ. fine di dare alla oollettività di lingua italiana di Winterthui, dei compleBBi artistici di valore così grande da onorare all'estero n buon nome dell'emdgr-azi001e operaia italiana. E da ultimo ancora grazie e grazie a tutti voi o compagmi _dell-aCooperativa per tutto quello.. che avete fatto per noi. Serivét.ooi di fa-equJ·" te, fatevi vivi e non dimenticateci mai. Ricevete per intanto il più fraterno abbr~io dai vostri Teresa e Giacomo Valeriani l/n errore da correggere L'esclusionedi Schumacher Ooin9 vofli faivor.e.voli,5 contrairi e 4 astenuU (fra cui era an,ch.equello de-l P. S. I., ~ parlito s~idemocraf/4cotedesco, che ha conseguito recentemen-- te il suffragio dìi, 14 mili,o,n,i di eletto,r,i,non è staro aimmesso a Zwrigo ne,U,afamiglia dei parti"ti sooiaUsti, per -non aver oUenut.o la 100,.ggioran.za ai due terzi de:i votainJi, necessaria a tale swpo. Norn si può :non sottoltineare la gravllà cli fliffatta decisione, alla quale Mhll1l,Q contribwi.to pi,ù di tutti i ,parl:i,ti soci.alist,,;d, eLl'Ewropa -arie,nfale; •t.alle decisione è s/Jrainamente in Linea con ,l'1.1'lfVllclo.he la «Pravda-. ha inviato in qrueisli gi01Vlli, ai sociabini fusiortisti di e!UminMe ,gli e,lei,neflU di des1ira da,i ~ srettivi partUi. Il part;;,ios,octi.aldemocratic-toedesco, ddrelJto da Schumacher, ohe lo ka eloquentemeriu ra.ppr,esent.atoa Zurigo, è infatti -costituU,o da q'I.Ull'ala cosidetta di <destra>ch,e rifiutò, dopo la li;ber<wione della Germami.a, di segu,itre la csilnistira:. ndla sua fusicme con i comunisti e MJ.la f arrn,az,w. ne di un partito s,oeùJ,Usta detto e unificato -., con-- servando. in tal modo alla Germtll'li.a un pam,ro socw,Usta veramente autonomo. Probabilmente e PM'f.iti sOci,alisti verame,nte mao. n007!,ìroppre.senta;U a Zwrri.go,spi,nti da tilrrwre di ve&ere i soe,w.liS'U oriemtal,i aJilontanar.si d.a una r,i,cosUtwitalouenuiz.iana.1.e-sociaJlista,hanno avuto la debolezza di swbire ainch'essi, sebbene i'ndirutame>nte, ila pressiane comunista, non avranno pera d-Oto i,n questo modo un inwro,ggi,amemo aii fusio- -nisti dei vari paes-i nel promuovere sc:is8'ioni, dm,e siano possibibi, coin -la es,putsione di. uomini e-0.me Laski, B(!'l,•in,Blwm e Renrver ? Oc-correaff.ermare con vigore che ,una pressione dii questo genere non può e-8'8ere annmesia, nemmeno p~ de.Urio <Ù ipotesi, da qu,a,l,s.i,asi socw,lista in bu,o.na fede. A vvl■o al lettori I lettori, gli amici e I compagni che ricevono regolarmente Il giomale e che aooora non hanno rimesso ••importo del·l'-abbonamento sono cortesemente p.regati di ,rimettercelo aJ più presto. Non è necessario lndk:are che ablano bisogno del foro aiuto più concreto. P,reghiamo -di versare l'Importo sul "°" stro Conto Chèques postale VII I 28.305 Zurigo. Abbiamo pure mcomlnclato ad Inviare I primi rimborsi. Facciamo viva preghiera a chi n riceverà di accoglierli benevolmente. Gt'azle a tutti. ---------------------- ., Tlpopafla • Grafica Belllnzona • S. A. Gerente nsp. : Pietro Bianchi, ZtWlgo

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