L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVIII - n. 64 - 28 febbraio 1947

Bit Conrieorganizzare il movimento socialiistataliano? Perciò, sollamto un concreto programma di azione <leve animare 11n movimento che pretenda di governare il paese e a tal Jine miri a conseguire il consenso di milioni di cittadini. Come riorganizzare il Movimento Socialista Italiano? Questa domanda è stata posta da ~Eu1·opa Socialistcu,, fa bella rivista romana diretta da Ignazio Silone. Fra le molte a1.Ltorevoli risposte, nel primo nume1·0 della nuova serie ne abbiamo scelto 2, quella di: Virgilio Luisetti, Deputato alla Costituente, seg·retario della Federazione del Partito Socialista Italia.no di Biella, aderente al gruppo parlamentare de.l Pa,•tito Sociulista lta.liano e quella di: Angelo Co·rsi, deputato alla Costituente, membro deUa Dfrezione del Partito Socialista, dei Lavoratori Italiani. Virgilio C,uise1ti All'epilogo della lotta clandeslina, le fot•ze socialiGte, m~le.sicu,rezztJ..del compito loro asse~nalo, optevano trarre i molivi per una decisa azione unitaria. Il loro prestigio nel paese prebbe assunto forme impensate ji a~soluta superiorità su tutte le altre correnti politiche. Non l'hanno saruto fare e la scissione di Roma ha accresciuto il disorientamento. L'attuale configurazione dei due partili socialisti risultanti ·dalla scissione non convince circa la ri1)<:lrlizionedelle forze: in linea .stirelt.amenle politica &i nota nel P.S.I. la permanenza di notevoli agglome.rati che, ideologicamente, si trovano sul terreno del P.S.L-I. e, per cont-rapposlo, vi è in quest'ultimo una frazione - forse la maggioranza - lontana dalla concezione democratica e gi-adualista ch'è alla base jel suo programma. In linea generale, v'è da tener presente che il rapporto dei voti socialisti in confronto degli iscritti - stando ai ri&ultati. elettorali <iel 2 giug,no '46 - è di circa 6 a 1. Sollanlo la nuova prossima consultazione potrà indicare l'orientamento della vasta massa di simpatizzanti. SOCIALISMO: MOVIMENTO DI CLASSE Allo stato attuale della nostra situazione politica l'unità del movimento socialista italiano potreb- ~ ancora avere possibilità di rea1izzazione. E' _però nece&sario astrarni da jis.sertazioni ideologiche per impostare l'azione su un programma concreto che tenti di realizzare le aspirazioni della claase lavoTatrice. La formulazio.ne doitrinairia richiede uho sforzo cerebrale ohe non è nelle possibilità di tutti. Al socialismo i più son venuti e yengono per sentimento, per il forte e suggestivo richiamo di una vi&ione che impernia il mondo su basi di giustizia e che costituisce dal Cristianesimo in poi l'aifanno costante della coscienza umana. . Non v'è dubbio che il movimento sbcialista debha continuare aJ affermarsi e ad agire come espressione della cliu,se lavoratrice. Esso è sorto sotto l'imperio del bisogno di eguaglianza fra gli uomini, ed è stato l'alfiere della rigenerazione mornle della olàsse operaia. Un partito socialista che scordasse le sue origini classiste e non fonda,,se la sua azione &Ula base lavoratrice, potrà contenere postulati democratici, non avrà invece l'essen'za che deve fare lei bocialismo la forza nuova del mondo futuro. Ma· in un grande partito socialista possono uni-ficarsi soltanto quei gruppi che con.sentono n~i principH fondamentali delJa libertà ordinata in _uno Stato democratico e 'prog-ressista come espressione di un nuovo costume di vita e di azione, libertà. che no..n può con&entire riserve od eccezioni. O<>niaccordo per la realizzazione di postulati immediati che potenziano il concetto Jella libertà umana - individuale e-collettiva - è sempre utileMa utile in funzione di successi più vasti e duraturi nei quali possono ritrova·rsi fQrze politiche disc~rdanti i:n linea ideologica, ma animale da S\Dceri propositi di rinnovamento sociale. . . . La vexata quaestio dei rwppor-ti fra socialisti e comunisti ha turbato il partito socialista dalla liberazione ad oggi. C'è una finalità comune, un q1:1asi ilentico obbiettivo da raggiungere per i socialisti e per i comunisti. Ma c'è la profonda differenza di metodo. L'imposizione di una dottrina nega i p'rincip( dii libertà, caratteristici del socialismo. Può accelerare il p-rocesso di lra....,formazione della società, non può garantire la solidità del mondo nuovo. Penso che il partilo socialista jebba avere per og:ni'problema una sua soluzione, meditata e lineare. Se verso queste soluzioni convergono i comu- ~isti, non c'è ragione per ripudiare il contatto: in cabo contrario ognuno seguirà la sua via, senza aprire. trabocchetti alll'altro. L'unifà sindacale, gara.ntita finora dai tre partiti di massa, dovrà sempre formare oggetto di attenzione da parte del parti lo sociali.sta. Tutta la storia det movimento operaio italiano è legata alla storia• del sociaùsmo. E maggiormente se l'unità del movimento socialista sarà fon:Iata bU un programma concreto più che su una dottrina astratta od evanescente, si determinerà l'obbiigo di .interve- , nire con decisione nel movimento sindacale, il quale mira a concretrzzare l'azione del parli to nel raggiungimento di un maggiore benessere sociale ~ù economico della classe lavoratrice. I .llng.elo Corsi Alla caduta del fascismo le forze socialiste italiane .si ricostituirono in forme e modi ·che erano .!.iati superati' dall'ultima scissione del 1922 (allorchè sorse il Partito sociali.sta. tlllitario) ignoranJo così, implicitamente, i contrasti i 1 deoJogici e Je esperienze pratiche che avevano determinata questa necessaria cbia.rificazfone. Alla ba.se di una tale ricostituzione era un accordo avvenuto fra alcuni_ compagni durante iJ loro esilio, accordo i?noraJo, peraltro, dalla quasi totaljlà degli aderen,ti al P. S.I.U.-P. L'-errore e la irrazionalità della nuova confu.;a formazione apparivano più gravi per la posizione in essa ·assunta dagli antichi «massimalisti> e loro seguaci, J quali, pretendendo di allu~re a non !ontana' scaJenza una fusione col partito comunista, tendeva.no e tendono. in sostanza, a riportare la azione &ocialista ancor più verso il suo ormai lontano p~ato, vale a dire all'unità precedente alla scis ione comunista (Livorno), che aveva avuto profonde e sostanziali ragioni. Tale prel~sa appar~ priva di ogni realismo politico qua1Ddos1 con~1~en che, da questa data, cospicue correnti pohhche (Giu.~tizia e Libertà, partito d'azione, -~artito ~epubbliccmno) si sono avvirnate_ ad un11: P:U 'm' a'l'llCa ino lenna uta rs.LiJa oneez1one c1 hsl . Or ora è intervenuta l'ultima scissio.ne di Roma, che ha ripristinata la essenziale chiare,:za Jel metodo e del fin.e di un socialismo democratico e graduale, contro ogni deviazione e contro ogni rinnovata e pericolosa illu&ione. Così si è dimostrata, allresì, la va1Dilà di un superficiale tentativo a ritroso contro le acquisizioni storiche del pensiero e deila prassi socialista. Per altro, non può consi,derarsi giustificata la odierna ripartizione delle forze &ocialiste, poichè è chiaro come risulti priva cli ogni fine la persistenza Jel P.S.I.U.P-, ribattezzatosi, per tattica, P.S.I. Dopo quanto è avvenuto, esso n0,n ba più alcun ostacolo all'auspicato congiungimento col P.C. e può bene realizzarlo. Infatti, la formula di Nenni •qundo vorremo le .stesse co&ee le vorremo nelio stes&o modo> può applicarsi alla loro attuale e concreta omogeneità di vedute. Al cootrario, la esistenza del P.S.I. può spiegarsi unicamente come espediente e lattica per eludere e vincere ]e resistenze di tutti coloro, e sono molti, i quali, pure repuguando a concezioni e metodi che sicialisti non sono, non penetrano o non vogliono penetrare la 1ncongmenza di una posizione dilatoria che ri&ulta della vita di un partito predesUnato ad esauril'si per lo stesso fine fusionista che lo anima. Un movimenlo socialis-ta efficiente e fedele alle sue più vere tradizioni può formarsi, quindi, unicamente intorno al partito sociali&ta dei lavoratori italiani, che riafferma l'autonomia della sua vita e della sua azione. Le basi di questa nuova unilà dovrebbero essere: LE BASI DELLA NUOVA UNITA' a) Un programma più che una ideologia• Le ideologie adempiono al loro fine essenziale, che è que~ di crea.re una fràttura fra superate e nuove interpretazioni di vita- Ma nel loro sviluppo si arricchiscono di esperielllze impreveJute e di contributi altrui. Co&ì è avvenuto per il celebre manifesto del 1848, del quale AnlO'TlioLaibriola disse che non volle essere altro e di meglio se non il primo filo conduttore di una scienza e di una pratica, che la sola esperienza e gli anni potevano e dovevano sviluppare. Potrebbe aig,giunger.si che, a distanza di un secolo dalla formulazione, il manifesto può e.s- &ere rimasticato e glossato da cenacoli eruJiti, non già da parliti polit,ici che per compito hanno la immediata sodjisfazione dei bisogni degli uomini. b) Le classi lavoralrici intese nel senso più largo poiché, appunto, il fine Jel sociali&roo è la liberazione e la elevazione del lavoro wnano da ogni oppressione spirituale ed economica. c) La unifica,:ione organizzativa con , il partito repubblica.no, poiché le antiche e nobili su.e tradizioni, il contenulo sociale del suo programma possono armonizzarsi col nostro palrimonio di lotte, di ideali e di azione odierna. Anche col partito d'azione, neTie sue frazioni che più oi richiamano a «Giustizia e Lbertà> e a Rosselli. • d) Ma tale unificazione dovrebbe essere preceJuta da accordi limitati e temporanei. Potrebbe, infatti, risultare dannosa e inoperante una immediata commissione che contrasti con abiti mentali e metodi diversi. L'esigenza della unità organizzativa può .nascere soltanto dalla con&11etudinee dalla solidarielà nell'azione. P) Tullo ciò non esclude intese col partito comunista. Kes~uno pensa d'ignorare un altro movimento al quale aderisce larga parte della gente che lavora e che ha fra i suoi capi uomini jegnis:-.imi per l'austerità della vita e i grandi sacrifici patiti. :'.Ila tali intese dovranno riferirsi a problemi concreti e definire aiioni determinale, dove gli .scopi reciproci coincidano nell'interesse della libertà e della ùemocraziaD'altra parte, i presuppo ti essenziali di ogni collaborazione debbono essere la. lealtà e la coerenza. ~on possiamo tollei-are che la no&tra azione venga travisala e i nostri uomini vengano diffamati, come avviene ora aj opera dei giornali e dei propagandisti comunisti. Nè che si dia, come si dà conlillluamente, ai nostri compagni l'ostracismo dalle organizzazioni sindacali. La nostra condotta, pertanto, sarà condizionata da quella comuni-'>ta. f) Il partito socialista deve intervenire nella politica. sindacale con i suoi uomini e le sue idee per favorire e difendere: 1) l'unità organizzativa :li tutti coloro che in ogni campo lavorano, e ciò senza distinzioni religiose o politiche; 2) la costante ed effeltiva applicazione del sistema democratico nella vita dei sindacati; 3) la creazione e lo sviluppo di una azione autonoma della clas&e lavoratrice e della sua organizzazione. Lettera da Napoli 1 , I • . . Miseria e fame nell'Italia meridionale Gli stranieri che vengono in Italia, vanno in estasi davanti allé nostre vetri.ne. Favoriti d,al vantaggioso ,cambio della loro moneta, possono mangiare dbi preli_bati senza incontrare .nessuna restrizione, po~no appagare . tutti ·quei desideri rimàsti insoddisfatti durante la guerra, possono ripartire equipaggiati dai piedi alla , testa e -con valigie piene .d~ biancheria, indumenti o artiooli di lusso. Gh strànieri in Italia trovano veramente del buono e del bello; e tutto in vendita libera. Proprio il contrario dell'Inghilterra dove è osservato un severo razionai:nento <lai generi alimentari a quelli• di abbigHa.rriento. E' questa una delle ragioni per cui. molti militari inglesi si so~o tra.sf.ormati 1n -001:1-mercianti e· si danno molto da lare per mtrodurre nel proprio paese articoli, razionati in Jnuhilterra ed in vendita libera in Italia, realiz~ando così dei considerevoli guadagni. Eppure, con t~tta questa abbonda~a il popolo i'taliano soffre la fame e non riesce a vestirsi. C'è da stupirsi che tanta genie affamata possa sopportare quietamente lo spettacolo di tanta açbondanz_a. . .Ma · ultimamente ha manifestato 11 suo scontento, la fine della sua rassegnazione -con scioperi scoppiati un po' ovunque e snPcialmente nell'Italia meridionale dove la miseri.a .è veramente più grande. Gli italiani chiamati due volte alle urne nel 1946, per le elezioni politiche e per qu~lle ammini,stra ti ve, si sono trova ti del usi m tutte le speranze che i cli.scorsi elettor_ali, c~sì generosi di promesse, avevan~ susci~ato m molti. Si sono trovati alla soglia dell'i.nverno 1947 ,con prospettive terribili. I pochis.simi ueneri razionati non venivano distrjbuiti, la ~azione di pane di· 240 grs- giornalieri mina-coiava di essere ridotta, la disoccupazione in aumento ed i , prezzi che sali vano vertiginosamente. A Napol,i., dal mese di ottobre alla fine di di<!embre, abbiamo avuto una razione supplementare di pasta di 500 grs. -. decretata d'urgenza per calmare que$_to popolo che si calma veramente con poco. iamo ben 1011tani dalla •razione di 2 kg. mensili ch'era sia.- la fissata in pr.incipio ed anche da quella ri~ <loila di 1 ku. stabilila qualche mese fa. I soli generi razio~ati. che abbiamo avuto in questi mesi ·sono lo zucchero {300 grs. per mese, una. fortuna, questa, perchè. per. anni la razio_ne è stata di circa 100 gr.) ed 11 pane la cui razione di, 240 grs. è empre in serio pericolo poichè si parla continuamente di_ scorie grànarie sufficienti per qualche seltimana. Ci troviamo, quindi, di fronte al disoc:cupal-0 c)1c .devo arrangiarsi o con l'elcmosrn~ (dato che è irrisorio il sussidio che perç,ep.1sce) o con il furto vero e proprio o con l'altra specie di furlo che è il mercal?_ nero., e.d a chi la,ora, che trova ancora p1u economico saziare· in parle la sua fame con il tradizionale piatto di pasta che compra al mercat.o nero all'incredibile prezzo di lire 3-70 al chilogramn;1-0. Le pes ime condizioni economiche, l'incertezza emprc maggiore delle possibilità di l~- voro (due giorni per settimana tulle le officine o gli stabilimenti sono fermi per ma~- canza di elettricità) mantengono il popolo rn continua agitazione e potrebbero essere c_ausa di movimenti più seri di quelli che abbiamo avuto finora. Fino ad oggi la gente si è a•c- ~(tè~a di manifestare tranquillamente nelle vie, di asoociarsi agli scioperi che ci sono st~ti in varie parti. A Napoli ne abbiamo avuto uno il 17, 18, 19 dicembre che è riuscito perchè ha mggiunto la completa astensione dal lavoro degli operai e degli impiegati- Tutto era immobilizzato: i servizi pubblici e privati non hanno funzionato. Questo sciopero è riuscito a non avere contro di sè la stampa di destra. Erano così modeste le rivendicazioni ,che esso chiedeva, che nessun reazionario, . anche se . in cuor suo ne aveva voglia, ha osato . mettersi contro gli soioperanti. Un teptativo di questo genere fatto dài• democristiani ha avuto per effetto la sospensione del loro giornale «Il Domani d'Italia». Che cosa chiedevano gli scioperanti? Di dar mano ai lavori pubblici che debbono assorbir~ u~a p_arte de~ disoocupati, di effettuare la <l1stnbuz10ne de1 generi razionati a cu~ abbiamo diritto,_ di me~- tere un «alt» al conlwuo aumento dei prez7,1, qualche mite provvidenza per i reduci ed i disoccupati. Per mostrare quanto siano cattive le condizioni alimentari di Napoli, basta dire che durante le giornate · di sci,opero venne preso un prnvve<limento perdi,è_ le patate non _fosse- .ro esportate in altre regioni e non ve,n1ssero vendut.e ad un prezzo superiore a L. 4.2 il kg. La Camera del lavoro ,h,a promosso e diretto questo sciopero e molti hanno voluto vedere in esso una fulminea risposta all'insediamento del Consiglio Municipale monarchicoqualunquista. Noi non possiamo essere che d,alla parte della gente che protesta per il suo diritto alla vita e vorremmo che protestasse in un modo più energico, più concreto di. quello che ha fatto durante il recente sciopero. Se le condizioni. d'Italia in generale sono' cattive, quelle del Meridionale sono pessime ed è una ".e:gogna vedere !4~ spe-culazione1c!1e i monarchici• ed i qualunquisti fanno su questa fame• Essi sfruttano la· miseria: per rimet-· tere in piedi un regime che, anche senza Mus- · solini, non sarebbe meno' feroce e meno oppressivo di quello che ha imperalo per 20 anni. E mai i reazionari si sono mostrati così trafoLtenti come iQ questo periodo. Oslen'tano le loro simpatie per la monàrchia; ricostituiscono il partilo fascista. Iinanzìano il movimento qun.lunquisla. A N'apoli un ,uomo cl'or<linei com'è Nitti non ha potuto t~nere il di corso di inaugurazione dell'an.no uniYersitario per<!hè impedito dai fascisti- qualunquisti. · Il Mezzogiol'no d'Ital~, così retrogrado per le dominazioni straniere che Yi si ~ono succedute, per l'abbandono in cui è stato tenuto dai vari governi italiani, per lo sfrullamen to a cui è sottopo lo dagli uomini d'affari e -dalle banche <l'Italia, CO$litui$CC una vera piaga per il no tro pae c. Per potrrvi rimediare sono 11ece sarie iniziative coraggiose, riforme radicali, soppres.sione dei privilegi che oonservano 1rn carattere feudale a molti paesi del :,,1ezzogi-0rno: mi ure ehe troviamo annunciate nei programmi dei vari partiti, che ono agitate <luranle · i periodi elettorali e dimenticale quando -chi ne era strenuo difensore ha ottenuto il uo seggio parlamentare od amminislraliv?· Finchè il popolo non saprà far piazza pulita non troverà la via della su·a salvezza. G.B. Pietre 6asilari. Il programma di Cenova (1892) Considerando che nel preaent~ ordinamento della So~ietà umana gli uomini sono costretti a viver-e in <lue classi, da un lato i lavoratori sfruttati, dalJ'altro i capitalisti detentori e monopolizzatol'i delle rioohezze sociali; che i salariati -d'ambo i ses.si, di ogni arte e condizione, formano per. la loro dipendenza economica, il proletariato, costretto ad uno s~ato di miseria, d'inferiorità e di oppressione; che tutti gli uomini, purchè concorrano secondo le loro forze a creare e a mantenere i benefici della vita sociale, hanno lo stesso diritto a fruire di codesti benefici, primo dei quali la sicurezza ~ciale della e~istenza; riconoscendo che gli attuali organismi economico-sociali, difesi dall'odierno sistema politico, rappresentano il dominio di monopolizzatori dello ricchezze sociali e naturali sul-la classe la voratJ'lice; che i lavoratori non potranno conseguire la loro emancipazione se non mercè la socializzazione, dei mezzi di lavoro (frrre, miniere, fabbriche, mezzi di trasporto, ooc,) e la gestiono socia,le della produzione; ritenuto che tale scopo finale non può raggiungersi che mediante l'azione del proletariato organizzato in Partito di classe, indipendente da tutti gli altri Partiti, esplicantesi sotto jl doppio aspetto: 1) della lotta di mestieri per i miglioramen ti immediati della vita operaia (orari, salal'i, regolamenti di fabbrica, 00<!.), Jotta devoluta a.Jle Camere del Lavoro ed alle alfre associazioni di arti e mestieri; 2) di una lotta più ampia intesa a conquistare i poteri pubblici (Stato, Comuni, Amministrazioni pubbliche, ecc.), per trasformarli ,da stTU1Denti ohe oggi sono <li op,prec;;- sione e di sfruttamento, in uno strumento 'Per l'espropriazione economica e politica deL la classe dominante; i lavoratori italiani, che si propongono la emancipazione della propria classe DELIBERANO di costituirsi in Partito informato ai principi su e.spooti. Carta dell'Unità· Socialista votata a Parigi nel 1930 Il Congresso di unità del P.S.I. (Sezione dell'Internazionale Oper-aia Socialista) saluta nella ricostituita unità socialista l'inizio di un nuovo e fecondo periodo di attività del Partito, ri.volge un vivo appello ai veçehi militanti e ai giovani, ,perchè prendano nel Partito il loro posto di responsabilità e di lotta e concreta nei seguenti punti la carta dell'unità: Il P.S.I. fondandosi sulla dottrina marxita e sulla e.siperienza di decennali lotte di emancipazione della classe lavol'atrice italiana, di cui è l'espressione -politica, pone come suo fine ·1a liberazione dell'u,manità dalla servitù politica ed economica del capitalismo. Il P.S.I. a&Solve questo suo compito attraverso lo sviluppo della lotta di cJaSBe, richiamando il proletariato ailla coscienza dello stato di oppressione in cui lo costringe il .;istema capitalista, organizzando i lavoratori sul teTreno sindacale e politico è .lottando ,pei, la conquista dei pubblici poteri con l'intento di trasformarli da strumento di oppre.sBione in strumento di liberazione della classe sfruttata. Il P.S.I. lotta rper organfazare un regime di democrazia in cui il libero sviluppo di ciascuno sia la condizione del -libero sviluppo di tutti. . . pemocratico nel fine, esso 1-0 è anche nei mezzi. Il P.S.I. con,sidera l'insurrezione come resercizio del diritto inalienabile del proletariato nel resping-ere le violenze -delle classi dominanti contro l'autonomia della cla se lavoratrice e contro le comuni Hbe'rtà. Il P.S.I. non riconosce alcuna pregiudiziale tattica e si ser,ve dei mezzi che giudica più eff i~aci in rapporto coi fini immediati · e generali della propria azione. Quando acc~de ad alleanze politiche esso marnliene inalterato il pro.prio carattere di partito della c-lru; e lavoratric 1e, in 01pposizione fondamentale col regime capitalista. Di fronte al regime fascista, che 'J)er .;;chiacciàrr i lavoratori e soffocare la lib.ertà, ha coalizzato capitale. monaTchia e paTJ~to. Il P.S.T. fa appello alle masse lavoratrici e a tntti gli spiriti liberi, r>erchè trovino nella coscienza ~01 p_e1,enne.Ta !ore della libertà e nella coscienza ·cJei loro interessi e degli iute-ressi •generali dqlla nazione, la volontà inflessibile e la forza per abbattere la clittatul'a e per in taurare la repubblica democra~ tica dei lavoratori. · ' Il P.S.I. -pew,eg-iie la sofozione dei 1)roblemj nazionali italiani sul piano della politica p;enerale della T.O.S., politica di guerra alla gncrra, di arbiirato, di disarmo e 'di solida1"Ìi>tà fra i po'J)oli uniti in una comun0 volontà di pace, cli redenzione del lavoro e di libert.ft. I gradi della moralità possono variare secondo i paesi, il tempo, le classi sociali, ma l'essenza clella moralità è in fonclo sempre la stessa: volontà di ciò che nell'uomo è di più umano, bisogno cli libertà, di onestà, di fraternità.

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