L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVII - n. 58 - 9 novembre 1946

B .Anno XXXVII (nuova serie) H. 58 Zurigo, 9 noverw..>re1946 UBERARE E FEDERARE QUINDICINALE: ·SOCIALISTA Redazione e Amministrazione: Casella postale No. 225 Selnau. Zurigo 2: Conto postale No. VIII 26305: Abbonamenti: 24 numeri Fr. 4.-. 12 numeri Fr. 2.-. una copia cent. 20 Telefono 27 4 7 02 Necessità 'di giustizia L'ultima offesa alla giustizia è la scarcerazione cli ,01,istini, ,che tante vit,time ,ha sulla coscienza. Questo recente fatto ci spinge a fermare la noafra attenzione sopra un aspetto della politica governativa. Si ha ormai l'impressione che i Governi succedutisi dalla liberazione di .Roma ad oggi non abbiano seriamente cercato ,di sondisfare la sete di giustizia del popolo italiano. Pare che e.ssi si siano solo preo<'cupati di essere clementi au coloro che tante sciagure causarono al nostro paese dimenticando di queste sciagure le vittime. .Così si è avuta una epura'Z.ione mancata e una sciagurata amnistia. E mentre in conseguenza cli questo si vedono rientrare in circolazione e ripr,endere i loro impieghi ex-fascisti autori Ji azioni criminose, si constata con sdegno che chi ha sofferto sotto il fascismo e sotto la dominazione nazista è tenuto in disparte o peggio abbandonato alla sua miseria. Vi sono antifascisti che non hanno ancora ottenuto l'accoglimento della loro domanda di riassunzione in servizio e di l'Ìcostruzione della loro carriera in virtù del decreto del 6 gennaio 1944. Centinaia ,poi cli ferrovieri e di :roòtelegrafonici allontanati dall'impiego con la equivoca formula dello « scarso rendimento» perohè avevano partecipato agli scioperi politiei del 1m e del 1922 ,11onriescono ad ot~ tenere quella giustizia cui hanno diritto. Essi si vedono coatretti a lottar-e con la più nera miseria mentre debbono constatare che i loro antichi ,posti sono c,ggi occupati da ex-fascisti. Ricordiamo inoltre quegli ufficiali dell'esercito e quegli impiegati statali che sotto il regime re-pll'bblichino, pur di non andare al ~orrl e pur di mantener6i quindi devoti alla tausa della libertà, chiesero le dimissioni. Gran parte di co.;;toro nonostante le loro insistenze non sono stati riassunti; invece impiegati ed ufficiali repubblichini, hanno riottenuto i loro posti e fanno carriera. La stessa sorte soffrono gli insegnanti che nel 1925 fil'marono la dichiarazion~ di protesta per l'assas3inio di J.Vl:atteotti. Ma è doveroso fermare la nostra ed altrui attenzione su un'altra categoria ,di <>ittadini: i perseguitati politici. Vi sono centinaia di italiani ohe per avere combattuto il fascismo sin dal primo momento, hanno subito persecuzioni di ogni genere e sacrificato ogni loro avere. Molti di essi hanno dovuto vivere lungamente in carcere, al confino, in eòilio, perdendo così non solo l'impiego ml! quanto a:vevano racimolato per sè e per la loro fa- .miglia con anni di penoso lavoro. Nessuna vera radicale riparazione hanno essi ottenuto, salvo per alcuni una ,:.altuaria assistenza che non var•rà mai a sollevarli dalla indigenza in cui vivono. La posizionedel PartitoRepubblicanIot.aliano A designarlo «storico•, il Partito repubblicauo, ci mettono una punta di grossa ironia. Vogliono dire nobile, venerando, quasi antico : vogliono dire veechio. Chi penetra questa designazione polemica, vi acorgc lo sforzo e la crisi attuale di un Partito cl1e tende al trapasso, molto <lifficile da compiere rapidamenle, dalla «storicità• allo « storicismo». La .«storicità» dei repubblicani er::i una nffermazione alquanto rigida di eresia, una protesta fermamente eguale a :::<' stc::- ba contro il compromesso i-tituzio11alc in cui si era, per loro; smorzato il soffio religioso della democrazia ri5-0rgimenlalc. Di quì era fatale che la protesta si cstende::.;:e. :in-che non volendo, alla politica in genere come e,omuromrsso: a ripetere chè con «quella,, politic·a non si rlovcYano a,·crc rapporti. >'i eliminaYa in realtà 02:ni rapporto fattivo con la politica in g;encrale e qu<>Iche è P?ggio, _anche cun la realtit soi;iale. TI repubbh-canec::1mo nveYa distanzialo, fino a dimenticarlo. il razionalismo illuministico. senza peraltro per- ,·enirc propriament allo ;:torici-mo; giacchè an,·a respint0, ai suoi bri gion~i, il ~1at~- rialismo storico. per o,lio trologr,..o: 11<..' in giorni più ,·icini. aw~·a accolt~ _qu_a!"ilo f' ~ra da 1.mparare dall'idealismo :=:tonc1stic-0 1 e cioè la sua esigenza di concretezza. Il monwntD del Pal'iiio HcpuLblicano cloH'- va essere ~l 25 lu0 rrlio, e, con più evidenza, 1'8 ciar<li del 14 settembre: una somma di richie- :=:te, minime per l'opposizione, massime, oggi come oggi, per un governo di coalizione. Restare fuori del governo permetteva anehe, con una stima fedelmente mazziniana della sovranità dell'As.;;emblea, reclamare un allargamento <li poteri, che promuovesse la responsabiliU~ parlamentare del Governo. Invece la Repubblica ba afflosciato i Repubblicani: così rhc nei giorni della <irisi Corbi,no ·non hanno saiputo abbandonare il gover- :10; e tutto sommato; si potrebbe paradossalmente apprezzare il tempismo del voto conirndrlitono pronunciato il 15 ottobre in sede di Comitato Centrale del Partito, quando per due YOti si è prudentemente soprasseduto a nrorncarc una crisi ri.;;caldata artificiosa- ;nente, d:il momento che non e ne presenta1·ano dati nuovi e assoluti. )[a la quasi mag- ~ioranza raccolta da Pacciardi indica pure la ,·ia ~iusta: lasciare il governo appena se ne presenti una ragione <li portata sostanziale. · ' P.u que.:::ta via i repubblicani sarebbero una l'orza Yirtualmentc alleata al socialismo, che potrcbbr accompagnarlo. in completa libertà P f-cioltezza di parole e di mo,·imento 1 verso I<' elezioni, per la conqui ta di un governo di effeltiva democrazia. Orbene noi chiediamo se questo è giusto. Quando il -Governo c,he deve aopratutto essere espressione delle forze che hanno lottato contro il fascismo lasciando io questa lotta tutto ciò che -di più caro e di più prezioso avevano, quando si deciderà a prendere in seria com,iderazione la penosa e spesso tragica sorte di tutte que.:;te dimenticate vittime del fascismo1 Fino ad oggi il Go·verno ha dato l'impressione di rimanere indifferente a questa nostra richieata. E questo assume l'aspetto ùi vera ingiuòtizia. Temp0 .fa noi seri vemmo che il concetto cli «libertà» non deve molto anelare disgiunto dal con<ietto di « liberazione dal bisogno». Completiamo oggi il nostro pensiero affermando che premessa necessaria della libertà è una vera giustizia. Un popolo poi che esce da venti anni di arbitrii, di persoouzioni, di soprusi sente prima di tutto un profondo bisogno di giuòtizia. E senza una vera giustizia non si potrà mai avere un regime democratico solido. Sugli atti di giustizia vivono regimi dittatoriali i quali aippunto solo con questi atti possono reggel'Si. Un regime democratico se vuole vivere e consolidar.si deve invece e.ssere .;;oprattutto giusto. Soltanto così riuscirà ad approfondire le sue radici nell'animo del ,popolo. E ciò che chiediamo oggi al Governo è prooisamente ,di essere giusto se vuole esse:·e democratico. Sandro Pertini Come .possibili alleati, vorremmo trovare nei repubblicani non tanto degli uomini che ridi<iono nelle nostre formule le nostre aspirazioni, ma uomini ehe trovano il linguaggio, non discorde e pur.e div•erso dal nootro, che penetri nel loro pubblico elettorale. a stimolarne i fermenti anticonsen·atori; che contribuisca a distacca re i I ceto medio dalla protezione «alla don ,Rodrigo» -che gli offrono Je destre; che lo conforti in un lai<iismo senza titubanze ma an~he c:enza veleno, nel momento in cui persino la destra di tradizione laicista rischia cli compromettersi, con il basso conformismo cattolico di monarchici e qualunquisti. Il sarcasmo che si rivolge a loro così dai liberali eome dai clemocrdiaoi, cleYe avere per i repubblicani il valore di una indicazione. Il Partito repubbiicano va incontro alle elezioni eon le notevoli possibilità di un racli- .calismo cli centro 9inistro: gJ'importanti reclutamenti ,falle file della sinistra liberale e del Pc1rtito d'Azione possono contribuire a rlargl i concretezza. I repubblicani hanno bisogno di fare, con tanti eretici, un pochino di «chiesa• sul serio, vogliamo dire di guadag-nare in organizzazione e in tempesiivitù. E se il governo che uscirà dalle prossime elezioni non farà per lo ro1 restino tranq uil Ii, ancora a Il 'opposizione: in Italia non ci si vuol conYincere che organizzare democraticamente l'opposizione 1gnifica dar battaglia per il governo. U. 11 L;a farsa settembre: rientrare risolutamcnté ne a sto- Un proee~so Inutile ria, per fare, ora, la repubblica, at-traYer.so la di 'N,,.imberga Resistenza comr <' moto di popolo: momento Se il processo si fosse svolto come avevamo diritto di pretendere che si svolgesse, ne sapri,·ileo-iatamentc mazziniano. Troppo tardi ? Il pop;lo rra lato. ormai. ra~giunto in e:::tei~- rebbe scaturito un tremendo atto d'accusa contro la nostra attuale civiltà. :=:ione e in profonrlitù dallr lorzc del m,~rxi- Quando la Germania crollò irrimediabil- gli altri undicimila o centomila c<,mplici smo; le punle borghc.5i chr "'.i r~cero popolo mente sotto il peso della aeonfitta, così da necessari all'attuazione di tanti delitti. E i)"iuno-cnino alla Re,-i;::tenz:, pr1nctpa]menle da r -, · r·1t t tt ·1 toirliere per sempre ad ogni fanatico futuro una lezione crociana 1 ra a a ra ,·cr-:o 1 go- ~ bettismo e il li berali:=mo: prr-:ino il rattoli- slor-ico della potenza tede ca la benchè micesimo ,era in certi momenti più vicino al nirna po ibilità di trovare attenuanti al sipopolo chr i repubblicani, p~rch<' attra,·rr.;:;o gnificato totale cli questa sconfitta, il mondo la pubblica ::offerrnza .1,•,·prt_i,·a. ~ome clero aUeurleYa un grande atto di giustizia puniminore, la 1·i,·acit,\ <lrarnmatira di una pre- ti,·a nei riguardi di coloro che i erano pubi'enza cristiana. blicamente assunti la responsabilità di risuI repubblicani non rupp,'ro 1 _H'1, ·+1 ~l loro .-,eitare la ,,;anguinosa mitologia delle genti irri~idamento. non rntrarono nei C. L. ;,;.. non germaniche. prepararono nella qonsulta la _Cu;::titurnte. E?- Xessuno, allora, avrebbe avuto il coraggio bero invece il 2 gwgno un "IJt!!olarc _.;;ucce~- so elettorale, premio di una fecle:'.tà 8 n~1ca, e... di pensare alla po ibililà di difendere i reconsenso equiYoco al loro ;1nt1mnrx1.smo. E . ponsabili della pazza ideologia che ave,va nella politica entrarono ~o,:;l finalmente dopo raggiunto i vertici cli una crudeltà ignota il 2 O'liuano: ma senza rntendere che queillo alle epoche più barbare. La più o;;cnra <leìlG rra f;rsc° il momento di potenziare, cli rrnde- ,-ittime, anebbe avuto il diritto cli uccidere re' attualr la loro preYalenic ncazi_one <li op- all'angolo di una strada, come cani idrofobi. positori. Restare - per la Repubblica - .r~o- non olo gli undici impiccati di orimberri del go~er~o, .rn la premefsa d~ t~:1_mi~i~- ga (undici meno uno, racconta la, stampa ~f j f~ 1t·~:;1cri;:s::i~1~~~.' ~ 0 ~: 1 a·r-t edvizia diparticolari), ma anche sarebbe stata veramente giu.stizia, anche senza le solite formalità della legge_ Come si può applicare un metro normale a ciò che esula da ogni po.· ibilc normnlitàt Del resto, la forma del giudizio sarebbe stata coerente alla immensità del crimine. Parte Lesa, l'umanità; Pu,bblico Accusator,e, l'umanità; Giudice. l'umanità; Esecutore, l'uml'lnità; aula del tribunale. le rovine fumanti della Germania sconfitta; tomba dei giustiziati, i forni crematori di un qual~iasi campo di eliminazione. I formalisti potevano essere soddisfatti. Poi, il ileozio sarebbe finalmente sceso su questi uomini e sui loro delitti. C'era tanto da fare ancora prima di potei, ridare fiducia nella vita e pace agli ,,;piriti sconvolti di interi popoli! (Continua in 2.a pagina) Fratelli Sedeva a cena sotto i ,cedri in fiore. Splendea sereno il ,plenilunio; intorno S'addormivono i campi; e la pensosa Tranquillità deU'<Yra,il casto lume Del cielo, il canto delle assidue rane Ondeggiante a La placida campagna Vaporosa al respir novo d'aprile, Persuadeano al mio spirito un mesto Desiderio di paoe alla, infinita. Intento, più che al cibo, era il mio sguardo A un sorriso di nwr, ohe scintillante F,ra una siepe s'apria d'alberi foschi; E già per quella via d'oro e d'azzurro Veleggiava il ,pensier, quando uno strano, E orrendo potrei dire, ospite venne: Una forma indistinta, un mucchio vivo Di cenci e di• lordura, ove tra un fitto Orror di peli luccicavan due Occhi o punte d'acciaro insanguinate, E più sotto, una chiostra as.pra di bianchi Denti di belva. E come belva in antro, Ringhiando entrò; di fronte a me si assise, E allungando la branca ischeletrita, M'indicò sghignazzante il cibo e il vino. F'ra ribrezzo e rpietà tutto io gli porsi; Egli, il tutto in due parti eque diviso, L'una in corpo cacciò, l'a.Ura a me spinse, Indi satollo e barcollante sorse; Jf i battè su la spalla, e «Addio fratello» Con un beffardo rm:ugolìo mi disse; E tale un guardo mi lanciò, che in seno Balzar sentii, qual battuta onda, il sangue. Ed io, non so perohè, sin da .quell'ora Colpevole mi sento; e quel suo sguardo In cor mi sta., come un pugnal confitto. MARIO RAPISARDI ~•llegrlnl dell'ideale Pietro Gori e il socialismo libertario Forse, tra i giovani, a conoscere questa singolare figura di poeta e di ,propagandista libertarrio, non saranno in moUi. Pietro Gori, nato a ltf essina da genitori oriundi toscani, nwrì nel 1911 a Portoferrajo nell'Elba, l'isola tanto cara al suo ouore, a soli 42 a:nni, consunto da una vita intensa spesa in continue lotte ,per l'ideale. Poeta •di delicato sentimento avrebbe potuto conquistarsi un posto notevole nel eampo letterario; oratore fecondo, avrebbe potuto raggiungere alta rinomanza; avvocato principe, che accoppiava alla pro- •fonda conoscenza del giure i doni di un'eloquenza (Perfetta, avrebbe potuto desiderare per sè ricchezza, onori, potere. Preferì invece essere il cantore e l'apostolo di una grande idea di giustizia e di libertà, il difensore gratuito dei poveri, dei reietti, dei ribelli, e ,pellegrino deU'ideale errò di terra in terra, perseguitato dai sogni della sua mente e dalle raffiche dell'altrui reazione. Il decennio tra il 1880 e il 1890 vide diffondersi, nel nostro paese, le idee sociaUste e libertarie. Erano falangi sempre più fitte di operai che lo sviluppo industriale e le lotte per il salario spingevano ornwi verso forme organizzative e metodi di lotta contrastanti con le voochie società di mutuo soccorso mazziniane; erano gru1ppi smnpre più numerosi di contadini che le condizioni gravose di contralti agrari di sopravvivenza medioevale spingevano aUa battaglia per la vita; erano studenti e intellettuali che atperto il cuore alle speranze dei poveri, cercavano ansiosamente i mezzi atti a risolvere l'urgente «questione sociale» e lare di una plebe misera e affamata un popolo libero e dignitoso. • • • Pietro Gori aderi ancora giovinetto al socialismo libertario ed era appena diciottenne quando si ebbe il ,primo processo per «eccitazione all'odio di classe», in seguito alla pubblicazione di un op1,1,Scoldoi propaganda. Nelle idee esposte dal giovanissimo autore l'autorità giudiziaria aveva ravvi.salo chi sa quale pericolo per ,la società costituita e solo con una snwgliante difesa di Enrico Ferri l'imputato fu assolto. Da questo momento però Pie/ro Gori si dedica con ardore alla propagandq socialista e libertaria, iniziando una attività politica inten-sa, intrammezzata da continui arresti, processi, persecuzioni, esili, che cessarono con la morte. In quegli anni andò svilihppandosi ed ebbe anzi una certa voga nel mondo universitario e tra i cultori di scienze sociali, quel comple so di studi di antropologia, di criminologia e di sociologia che facevano capo alla «scuola positiva». Non c'è quindi da nieravigliarsi se anche Pietro Gori volle svolgere, per la sua laurea, una tesi su «La miseria e il delitto», ottenendo i pieni voti da un consesso d'insegnanti, che cli certo non nutriva alcuna predilezione per le idee del giovane sovversivo. Qualche tempo prima, un altro poeta dell'azione, autore anche lui di non disprezzabili versi, si era sentito attratto dagli stessi problemi e per gli esami di laurea in giuris,prudenza aveva presentata una dissertazione su «// clelilto e la questione sociale». Si chiamava F'ili.ppo Turati. (Continua in 2.a pagina)

NOTIZIARIO ITALIANO Il Partito Socialista e il Partito Comunista,hanno conclusoe firmatoil nuovopatto per "l'unità d'azione" ROM1 A: Il testo del patto. - Il Pariito Socialista Italiano di Unità Proletaria ed il Parrno Comunista Italiano, interpreti delle aspirazioni e degli intcrel>'- si dei la voraLori; decisi a rcalizzal'e nella lolla contro le Jorze reationaric conserva Lrici e per la conquista del potere da parte de!le cla si lavoratrici, la concentrazione ,li tulle le forze popolari; convinti che i lavoratori non potranno raggiungere i loro obiettivi fo.ndamenlali ed assolvere la loro funzione :lirigenle e rinnovatrice della vita politica e sociale italiana senza la concentrazione e l'unificazione degli sforzi dei due Partili: convengono - nella loro piena indipendenza ed autonomia - sulla nece&Silà di prechsaTc e rafforr.are il patto di unità d'azione esistente tra i due Partili. Obiettivi del patto di unità sono: 1) la liquidazione di ogni resi:luo Jascisla e di ogni tentativo di rinascila del vecchio regime; 2) la difesa ed il consolidamento della Repubblica democratica. e delle pubbliche libertà; 3) la Tiforma industriale basata sulla realizzazione di un piano organico cli ricostruzione e di rinnovamento in:lu!>lriale; la nazionalizzazione del· le industrie monopoli&liche, delle grandi banche e dei servizi pubblici; l'istituzione dei Co.nsigli di gestione; 4) la riforma agraria basata sulla liquidazione del latifo.ndo e della grande proprietà fondiaria con l'incremento delle forze cooperative di pro:luzione e di trasformazione dei prodotti agrari, il mi· glioramento dei contratti agrari e l'as-sistenza da darsi a tulle le foTme di collivazione diretta della terra; 5) il miglioramento -delle condizioni di vita :lei lavoratori del braccio e della mente mediante la difesa del !>'ala.rio, degli stipendi, delle pensioni, dei sussidi ed il loro a:leguamento al costo della vita ed il miglioramento -delle effettive condiz,ioni economiche generali del Paese; 6) la dife.sa della per.so.nalità e della dignità umana dei lavoratori con una legisla2,ione sociale che "aTantisca a tutti il lavoro, assicura.odo il minimo lndi.spenl>'a:bile per vivere, la casa, la scuola, l'as sistenza mE:dica e la prevUenza contro le malattie, gli infortuni e la vecchiaia; 7) la difesa del valore reale del guadagno dei lavoratori, delle pensionj e dei piccoli redditi mediante la dife-sa della lira da realizzarsi con la tassazione rigorosa :lei redditi <leHe classi abbienti, l'imposta straiordinal'ia sul patrimonio, la riforma tributaria e l'incremento di tutte le attività produttive della nazione; 8) la pace con una politica estera che permettendoci di riacquista.Te al più presto possibile l'indipendenza politica ed economica della nazione, e cioè libertà di produrre, di commerciare e di emigrare, &i basi sul principi-O Jella organizzazione internazionale, della sicurezza collettiva e della solidarietà fra i popoli e fra le associazioni operaie democratiche di tutti i Pae!>'i. Per il pieno raggiungimento cli questi obiettivi il patto di unità d'azione tende alla conquista democratica della maggioranza dei suffragi ed -alla più stretta collaborazione dei Jue Partili con tulle le altre ,forze della democrazia. neces»ario e a richiesta di una delle parti. Un membro della delegazione sociali la e tmo della delegazione comunista avranno la funzione di segrelal'i e cureranno l'attuazione delle deliberazioni; 2) l'azione parlamentare sarà coor:linala da una Giunta esecutiva composta di tre deputati socialisti e tre comunisti e dei seg1,etari dei due Partili che si riunirà tulle le volte che ,sia 1·ichiel>lo da u.na delle due delegazioni; 3) l'azione governativa sarà coordinata in riunioni di ministri e sottosegretari socialisti e comunisti alla presenza dei segretari dei due Partili; 4) localmente saranno create Giunte esecutive Ji intesa, a giuri,,di1.ione provinciale e comunale, composte di tre membri per ciascun Partito di cui uno socialista e uno comunista saranno investili deile funzioni cli segreLari per l'attuazione delle deliberazioni; 6) le disposizioni generali per l'impostazione della lotta elettorale saranno date dalle Giunte esecutive pvovinciali in conformità delle deliberazioni della Giunta centrale. La formazione Jelle li~le per le elezioni amministrative saTà avocata alla Giunta d'inle a locale; 6) in caso di mancalo accordo in sede comunale le Giunte locali rimetteranno le questioni alle Giunte provinciali e queste alla Giunla centrale. CONCLUSIONI 1) Tutti i c0munisti e tutti i socialisti .sono tenuti all'osservanza leaie delle deliberazioni prese e !>ono chiamati ad applicarle nell'interesse ,superiore delle classi lavo!·alrici; 2) 5-0cialisti e comunhsli devono sentirsi leaimente solidali neila loro azione di cla.!-Se considerando che llJ1 attacco portato contro uno dei due Partiti e contro il patto di unità d'azione nuoce all'interesse, al prestigio e alla compagine dei due Partiti; 3) il mancato raggiungimento degli accordi su un determinalo problema rende ai ùue Par-Liti, per quanto concerne il problema stesso, la loro rispettiva libertà d'azione ma non determina la deca:lenz.a ciel patto i::hc rimane in vigore fiochi no,n .sia disdetto da tma delle due parti; 4) un'azione unitaria particolare dovrà essere concordala per il Mezzogiorno d'Italia con il concorso di quegli altri raggruppamenli politici ~incera.mente democratici che possano contrilbuire efficacemente alla soluzione dei p1'0blemi Jell' Italia meridionale. Nenni, Togli(JJtli, Pertini, Saragat, Longo, Scoccimarro, lvan .i\fotteo, Lombardo, Lombardi, Jacometti. ROMA. L'attività del P,artito Socialista i,n vista del «Congresso.» La Direzione del Partito, riunitasi in Roma nei giorni 23, 24 e 25 ottobre 1946, ha fisf.ato il seguente programma di attività del l"a:~to nei prossimi mel>i: , dal 17 novembre ali' 8 dicembre avranno lu9go in tutta l" Italia dei co.nvegni regionali cui pa,rteciperan,no gli eìementi responsabili delle Federazioni provinciali. Ai convegni saranno discussi i prvblemi relativi all'organizzazione e sarà esaminata la situazione Jel Partito in relazione ai :risultati elettorali; dall' 8 dicembre al 6 gennaio 1947, me.se del!' •Avanti!,, l>arà celebralo, co.n manifestazioni a carattere nazionale e locale, il cinquantesimo anniversa- !"io cle:r• • Avan li! . Durante questo periodo avranno luogo tre convegni interregionali, rispet1ivarnente a Pal!anza per r Italia settentrionale, ad Arezzo 1-rr 1· It·dia. centi·ale ed a Reggio C::ilabria per l' Italia rnc>riclionalc, per d1-,,culere i problemi organizzalil'i della stampa. .~ocialista, dal 12 gennaio al .20 febbraio 19lt7 avranno luogo in tutta l'Italia i congres.,i delle FeJerazioni pro- , inciali prepara lori del 25.mo Congres,,o nazionale ciel Partilo che si lei rà in Roma. dal 9 al 13 martO 191~7. ROMA. Il delitto Matteotti rit-0rna in assise: Dopo 20 anni dal processo cli Chieti si ritornerà a di- .~cutere, vero la fine di questo mese, raffare ~ratfeolli. Aile assil>C cli Roma. le udienze si s,·olgeranno quasi contemporaneamente a quelle contro la banda Pollastrini. le jue più clamorose vicende che hanno segnato gli inizi e la fine dei regime fascista. Prima della liberazione del nord. l'istruttoria per il delitto )latteol.li era .stata riunita con quelle riguardanti aJLri falli accaduti nello stesso periodo di tempo, cosicchè bi sarebbe dovuto avere un unico grande processo contro la cCeka del ì'iminalc• nel quale figural'ano 72 imputati. in testa ai quali er-a segnato il nome di Benito ~fussolini. Questi fatti comprendevano, oltre l'uccisione elci deputato .socia.- lista, la prima aggressione subita a Roma dall'on. Amenclola, Je altre due aggrel>Sioni contro gli on. )lisuri e ~fazzolani, e l'a..c;salto al villino abitato da Francesco Saverio Xitti. Il processo che Si di.scuterà alla fine del me&e sarà invece molto più ridotto: dei 72 colpevoli. 15 ono morti nel frattempo. Xe sono rima ti 57 e di questi 32 .,ono stati ri'Ilviati a giudizio soltanto 7 dei quali in stato Ji detenzione, e cioè: Cesare R-0s- .o-i, Amerigo Dumini, Francesco Giunta, Poveromo, Panzieri e Bernacchia. L'amnistia ha ridotto ancora le cose: il J>. :;yr. ha chiesto difatti in questi giorni alla corte d'appello l'applicazione ciel provvedimento di clemenza per coloro che debbono rispondere delJe impulazi-0ni minori, quali le lesioni in danno cli 'Misuri; la devastazi-0ne del villino :li ~itli. ecc. Se la Corte accoglierà que,,te richieste, il processo della Ceka si Tidurrà al solo fatto 11atteolti, con 8 imputati in Lutto. Fra quelli che potranno godere dell'amni;,tia ci sono i nom.i di fascisti notissimi, quali Arconovaldo Bonaccorsi, Gae· tano Poi vere lii, )[ari o Candelori, Italo Foschi, Ulisse Igliori ecc. Giorni or !>ono Cesare Rossi, aYeva chiesto l'amnistia per le imputazioni minori che gli vengono conte.state. Fin dal suo primo interrogatorio. quando fu arrestato subito dopo la liberazione Ji :fapoli, egli ha sompre negato la sua partecipazione al delitto Matteotti. Perciò insisteva affinchè venti anni di antifascismo, con la condanna di 30 anni di rechi.sionc datagli dal tribunale .speciale, 13 dei quali scontali in vari rec]u,,ori, servis.sero a. ridargli Ja libertà della quale è privalo da circa 20 anni. )fa la sua richiesta non è stata accolta ed egli Jovrà essere giudicalo ora insieme agli altri. Particolare interesse presenta il caso cli uno degli 8 imputati, Filippo Filippelli, l'avventuriero che era riu.scito a diventar direttore ciel •Corriere Italiano• e a farne uno dei più diffusi giornali di quel tempo. Dopo la soppre&sione del giornale, il Filippello ave· va subì lo varie peripezie, era stato implicalo in truffe e in altre vicende scandalose, finchè un giorno dell'inverno l93J, Jopo un drammatico addio alla famiglia, parti da )Iilano e non dette più sue notizie a nessuno. Da qualche indicazione la famiglia pen!'lò che si fosse diretto in Germania. ma nessuno ne ha più ,,apulo nulla. La mancanza di qualsiasi indizio. nonostante le ricerche falle dalla polizia italiana e da queile alleate, rende particolarmente misteriosa la sua -sparizione. I due Partili riconosoono necessario per il raggiµngimento degli obiettivi sopra elencati di. concordare le proprie attività politiche e coordinare le loro ri.spettive unità. A que.sto soopo .si impegna.no di consultarl>i periodicamente su tutte le que.stioni di interesse comune. In particolare si impegnano di consultarsi e di cercare l'accordo preventivamente; ,:;,., far•a di 1.V orim•erg• processo Inutile 1) per tutta l'azione governativa, parlamentare e comW1ale; 2) qua.nfo ..si profilano o .si verifichino cril>i governative; 3) ogni qualvolta uno dei Partiti ritenga opportuno promuovere agitazioni comuni a base nazionale e di importanza uazion-ale anche se localizzale neUe loro man i festazioni; 4) nell'azione sindacale cooperativa per studiare e adottare i 'provvedimenti alti a coordinare, nel· l'interes-se generale delle classi lavoratrici, razione decisa dalle rispettive organizzazioni; 5) per l'elezione dei dirigenti &mdacali _pe~ !e quali, in omaggio alla democrazia e al pn?c1p10 Jell'unità .sindacale, gli attivisti sindacali dei due Partili dovran,no far.si promotori di liste composte di organizzatori che godano la fiducia degli organizzati e di provata capacità sindaca,le. Quando manchi l'io tesa con Je altre correnti politiche dovrà essere sostenuta l'applicazione del sil>tema proporzionale delle elezioni; 6) .nelle campagne elettorali, sia poli_ti~h~ che amministrative, per far .si che i due Part1h s1 pre~ sentino sempre con programma concordato nei suoi punti essenziaìi e Ja. di.fendere di comun_e accordo contro gli attacchi di tutti gli avverl>ar1. Quan~o i due Partili si presentano ciascuno con la propria lista si deve e\'itare di dare alla lotta elettorale un carattere di rivaìità tra i due partiti ma di emulazione e di solidarietà contro tutti i partili concorrenti; 7) per l' U. D. I. e quegli organismi in cui entrambi i Partili abbiano autorizzato i propri ade· renti a partecipare al Jine di coordinare l'azione e .:li.sciplinare l'elezione alle cariche interne in modo da garantire la rappresentanza paritetica e proporzionaie. ORGANI DEL PATTO Organi e mezzi del patto per ì'applicazione delle suddette clausole sono i .seguenti. 1) per lo studio, il coordinamento e la decisione su tutti i problemi sarà creata una Giunta d'intes~ centrale composta di 3 membri della Direzione de, Partito socialista e 3 della Direzione :lel Partito comunista oltre ai due .segretari. La Giunta si riun.irà periodicamente almeno una volta al mese per trattare di tutte le questioni ge- 'terali e di orientamento ogni qualvolla si ritenga (Continuazione di 1.a pagina) Invece, no. Si è voluto fare il proce.sso « monstre », si è voluto montare il grande spetta.colo. Interrogatori senza fine, tonnellate cli testimonianze de,bitamente firmate, te.stimonianze inutili pofohè l'umanità er.a il testimone unico, il sadismo della stampa che riferiva i particolari più stupidi della vicenda, hanno snaturato il significato del processo di Norimberga Il grande atto di giustizia si è tramutato in farsa, le conclusioni della Corte sono state accolte dal pnbblico quasi con indifferenza, ì'esecuzione dei condannati - non ostante la baldoria di titoli dei giornali della sera - ha interessato mediocremente. Ciò che doveva rimanei·e impresso nelle menti di tutti gli uomini in maniera indelebile, è passato tra la notizia di una rapina e quella delle sorpresa della polizia in un ritrovo clande~tino di invertiti. Molti dicono che tale modo di condursi è stato poco intelligente o, come si esprime qualcuno, controproducente. Infatti, non solo il tempo trascorso ha allontanato dalla memoria di trop,pa gente i delitti compiuti dai criminali nazisti, ma tutto lo svolgimento ,del iprocesso sembra fatto appoata per conrvincere i fanatici del nazismo a metter3 nel Pantheon dei loro dei Goering e i suoi complici. Le lunghe arringhe di difesa hanno. rinfocolato le speranze dei fedeli e hanno scosso le convinzioni da poco formate •dei tiepidi, che stavano l)er aibbandonare la causa di fronte alla evidente enormità dei crimini commessi. Non è certo la taTdiva dispersione delle ceneri dei giustiziati che impedirà a.Ila gioventù tedesca di pensare a loro come agli eroi della 1,iscossa, di creare una leggenda mistica intorno alle parole dette, ai gesti compiuti, alle accuse lanciate contro i loro giudici dai morti condottieri della razza eletta. E' il minore dei risultati a cui condurrà il puritano amore per la Bib 10eca l:JIno 1anco fol'Jlla che ha SJ)into gli Alleati a insoonare il processo di Norimberga. Ma c'è da fare un'altra fonda.mentale considerazione. La impressione più ùiff usa (e, secondo me, più giusta) è che a .N'orimberga i vincitori abbiano fatto il proce-,,so ai vinti proprio perchè loro erono i vincitori e gli altri i vinti; che Goering e compagnia siano stati condannati non peT aver dichi~- rato guerra alla umanità, ma per averla dichiarata agli Alleati; e sopratu~to che, i-u questo piano, la r-esponsabilità della guerra ricade anche sui giudici. L'unica che doveva essere eternamente presente nelle aule del tribunale, l'umanità, non ha potuto far sentire la sua voce. Per darle un contentino ~i è incluso nell'elenco dei ca'Pi di imputazione un paragrafo che la riguardava. Un piccolo paragrafo quasi inutile, che scom.pare di fronte ai contraatanti interessi degli accusatori e dei difensori. Forse non sapremo nemmeno tutta la verità intorno a ciò che si è detto e non detto a Norimberga. Una cosa è certa. Se il processo si fosc;e svolto come avevamo diritto di pretendere che si svolge.sse, ne sarebbe scaturito un tremendo atto d'accusa contro la nostra attuale civiltà. Le classi dirigenti di tutti i paesi del mondo, che sarebbero state coinvolte in questo atto d'accusa, hanno voluto formalmente evitare; ancora per un poco, il riconoscimento ufficiale della loro complicità. Ma non è con questi metodi che esse possono cancellare la verità esistente nei fatti. Una classe dil'igente, tma società, una intera civiltà dimostrano la loro inevitabile decadenza quando non riescono a illlJPrimere ai loro giudizi e alle loro azioni un valore universale, rendendosi interpreti in quel momento delle esigenze dell'intera umanità e traeu-do la loro forza di convinzione da questo intimo nesso con la realtà morale e sociale di un'epoca. A. F. 'Pellegrini dell'Ideale Pietro Gori e il socialismo libertario (Continuazione di 1.a pagina) Assai nwvimentate iurono in seguito l'attività politica e scientifica di Pietro Gori e le vicissitudini della sua oila. Nel 1891 partecipò cOn .l!alatesla, ,llerlino, Cipriani e allr~ al Congresso Libertario di Capotago e poi al Congresso del Partito Operaio t~u~o a Genova nel 1892 ohe finì con la scissione tra la tendenza «~nlilegalitaria», ,capeggiala da Cori e Galleani e quella «legalitaria» di Turati e Prampolini. Questa scissione segnò la nascita del partito socialista italiano e un certo distacco dei libertari dal nwvimento operaio, che il passare degli anni rese talvolta semrpre più proiondo. Nel 1894 per aver preso parte ai nwti della Lunigiana fu costretto a prendere la via dell'esilio. Lo ritrovicnno così nel 1896, a Londra con Pietro J( ropotkin,' Luisa M,ichc!!, Enrico J/ aiat_es-ta ed altri rivoluzionari esuli. Delle esperienze di questo esilio londinese troviamo un'eco in un suo crpuscolo di ricordi dall'ironico titolo di «Tra i iucinatori di bombe». 1\"el 1896 percorre l'America del Nord ver un giro di pro- ])ciganda tra i lavoratori emigrati da ogni parte del nwndo e vi suscita un _grande entusiasmo. Al suo ritorno in Italia si trova in prima linea nelle agitazioni del 1898 ed è colpilo da una condanna a 12 anni reclusione. Scampato all'arresto compie un lungo giro attraverso l'America latina e vi svolge un'alacre attività propagandistica e scientifica. Quando, all'alba del nuovo secolo, abbandonati per opportunismo i foschi proponimenti reazionari, la nwnarchia sabauda consentirà il ritorno degli esuli e la liberazione dei perseguitati clalle galere rigurgitanti e dalle isole infami, anche Pietro Cori potrà rientrare in patria, {f)er riprendervi il suo posto di tenace lottatore. La sua attività giornalistica fu notevole e incessante. Jfolte pubbV[cazioni .politiche, scientifiche e letterarie furono da liti dirette. Ricordiamo per tutte: «L'Amico del Popolo» nel 1891-92, «La lotta Sociale» nel 1894, «La Questione Sociale», a Paterson nel 1896, «La Crim,inologia» Jfoderna» a Buenos Aires nel 1900-1901 e in -collaborazione con Luigi F,a,bbri «Il Pensiero» a Roma dal 1903 al 1911. Collaborò pure attivamente a «L'Agitazione» di Ancona, a «L'Alleanza Libertario» di Roma, al «Libertario» di .Spezia, alla «Ciencia Social» di Buenos Aires, al «The Torc.h di Londra. Celebri le sue arringhe diJensionali a ✓avore di Paolo Schicchi alle assisi di Viterbo, di Camilla Di Sciullo a quelle di Aquila, di Enrico Malale$ta a quelle di Ancona. Conferenziere brillante, tenne in Italia e all'estero numerose conferenze politiche, dandone ,poi alle stampe alcune sotto il titolo di «Conferenze Libertarie». Tenne pure discorsi e prolusioni di earaltere soc~ologico e giuridico (L'evoluzione della sociologia .criminale, Pauperismo e .criminali. Il delitto nella società futura, ecc.), nonchè diverse commemorazioni (Ferrer, Zola, Bovio, ecc.). Va ricordato perchè notevolissimo per l'ardore polemico e la forza ragionativa, il suo opuscolo «La nostra utopia», nel quale difende la bellezza dell'ideale libertario, prend,endo spunto da un articolo che Giovanni Bovio, col signHicativo titolo di «Giù il coltello!», aveva indirizzalo agli anarchici, dopo l'uocisione di Umberto. L'o:pera poetica di Pietro Cori è degna dt rilievo per la rlelicatezza di sentimento, per la robustezza e la arnwnia del verso, per la serietà del contenuto. I suoi volumetti di poesie ( «Prigioni e Battaglia - Ideali e Battaglie - Canti di Esilio») ebbero notevole diffusione, mentre furono rappresentati con successo anche diversi suoi bozzetti dram,matici di pretta intonazione sociale.' «Primo Maggio», «Senza Patria», «Ideale», «Gente onesta», «Proximus Tuus» e infine «Calendimaggio», niusicato dal maestro Pietri. • • • Del socialismo marxistico Pietro Cori, accettava tutta La parte economica. ed il cmwne d'interpretazione storica (non bisogna dim,entware -che egli ,fu il prinw a tradurre ed a presentare in Italia u «Manifesto dei comunisti»). Ma la tendenza libertaria, di cui si era fatto portavoce, si stacca però nettamente, dal ceppo sociali.sta tradizionale per la sua negazione dello stCiito, per l'avversione al pa.rlamentarisnw, per la soverchia ifiducia nell'azione spontanea delle masse, rper l',e.ccessivaaccentuazione federalistica e ,autonomistica. Egli pensava che se l'«associazione» (il «mutuo appoggio» di Kropotkin) è supre1na legge biologica e sociologica d'innalzamento a forme superiori di vita, l'associazione umana ideale è quella che sviluppa il suo progredire infinito. senza coazione esterna di leggi o di capi. Siamo è vero nel ,cam,po delle aspirazioni ideali, nessuno può negare però La imrpo:rtante funzione crUica e stimolatrice dei libertari nella vita e nella lotta sociale: essi rappresentano veramente un .fecondo lievito propulsore nella formazione dell'«uma.nità nova». Piet.ro Gori a servizio deUa causa dei lavoratori pose generosamente tutto sè stesso. In tutta la sua esistenza, fino a,gli ultimi suoi aneliti di ammalato, fu un idealista puro e disinteressato, .caro alle folle che J,o comprendevano, ,caro ai ,comrpagni che lo adoravano. Poeta e pensatore, ebbe sicura fede nel progresso dell'umanità e agli scettici ,tristanzuoli, irricl,enti ad ogni a.s,pirazione ideale, oppose la santa ribellione degli oppressi e dei diseredati, il suo sogno di virtù rinnovatrice contro le bassure e le infamie della società presente. CIVIS •

Bi ~a Voce degli Italiani Vita e Cronache della Emigrazione· Italiana In Svizzera Il "ComitatoCentraleAllargato"del Partito SocialistaItalianoinSvizzera, si è riunitoa Zurigo in tali violazioni. Simili falli potrebbero indurre anche altri operai ed imprencli lori a sperare e tentare cli imitarne resempio triste. Oc<:o-rre per ciò, ohe quelde .sezio,ni nostre, nelle z-one delle quali le violazioni dei patti e la mancata adesione degli operai .stagionali alla nostra F~clerazione .si sono verilfi.-ca:le,csig.ano •immediatamente con la ma.ssima risolutezza per mellere ordine e far compren iere chiara.mente, in tutti i modi e con tutti i mezzi di1 sponibili agf'.imprend,it.o,ri ed a,gli operai malconsigliati che siamo risoJuli a fare os· servare da tutti i palli di lay,oro stipulati. Quelle se;,ioni ohe per compiere tale opera hanno bisogno cloll·au.silio del aogireloriiato centra.le ,gli -scriwrno. Il Pariito Socialista riconosce legittime le rivendicazioni poste ,dalle « Colonie Libere Italiane» e ritiene ungenti e necessarie ,le creazioni delle «Consulte Consolari» e degli' « Uffici Sociali». La se_ql'eteria del Pal'lilo Socialista comunica: La Commissione EsecutiYa allargata tlel P.S.I. in !svizzera, riunita a Zurigo il <J:7 ottobre 1946, ha esaminato ia situazione attuale del movimento delle Colonie Libere in seno alle collettività italiane in lsvizzera, la posizione del Partito cli fronte alle Colonie Li bere e l'atteggiamento genera le delle auto1,itù diplomatiche e consolari. Essa è arrivata alle conclusioni seguenti, ohe riassumono e sintetizzano il pen.;;iero unanimo elci compagni e cioè: 1) a) Il P.S.I. in !svizzera considera b ricostituzione delle collettività italiane come lo scopo primo che le Colonie Libere devono perseguire, inteso ad unire gli italiani nella democrazia. Perta-nto Je Colonie Libere - in quanto costituiscono le ,depositarie natumli dei valori ideali della lotta per la li'bertà - devono essere il nucleo originario intorno al quale e nel quale tale ricostituzione deve compforsi; b) Il Partito .Socialista Italliano in Svizzera considera la valorizzazione ed il potenziamento delle Colonie Libere. come il mezzo più efficace per difendere e consolida-re, nelle <;olletti-dtà, le premesse e le condizioni di quella democrazia integrale che Ja giovane Repubblica Italiana don·à tradurre in atto. 2) Il P.S.I. in !svizzera considera che le Colonie Libere, in qua.nto espressione della volontà di cittadini italiani liberamente organizzatisi, debbono reggersi, in assoluta . .indipcnclenz-a, economica e politica, di fronte alle autoriità diplomatiche e conso1ari, che raippresentano lo stato italiane. Il P.S.I. in !svizzera considera che le rivendicazioni presentate dalle Colonie Libere alle autorità consolari, e cioè la Consulta consolare e l'Ufficio Sociale debbono e-ssere soddisfatte se le suddette autorità consolari vorranno portare un contributo realo alla democratizzazione delle collettività e collruhorare più officacemente alla tutela dei diritti dei lavoratori italiani io !svizzera. 3) Il PiS.,I. ,in 1Sviizzcra fa appello ai nuovi lavoratori emigrati •perchè stabilisca.no con le Colonie Liber-e dei rapporti fraterni e, nello stesso tempo, rileva la necessit,à. di prendere tutte quelle iniziative atte ad ambientarli e ad assisterli moralmente e cultura!- mente. I Per molti operai stagionali si avvicina la scadenza del permesso cli soggiorno tra di noi. Gl'imprenditori di parecchie località e regioni, vistQ che il lavoro abbonJa tutt'ora, hanno chiesto alle autorità un prolungamento di tale permesso e le autorità hanno inLerpellato in merito anche la nostra Feclerazio?1e. Noi non ci ,siamo oppo&ti e non ci opponiamo alla concessione del prolungamento, nei ca.si in cui la organizzazine paclranale e le a:utorità ci garantiscano ch'esso non sarà causa nemmeno nel i,rossimo inverno di disoccupazione per i compagn; indigeni. L'opera che i compagni stagionali sv-01geranno in que&te condizioni sarà utile a molli e non nuocerà ad alcuno, essa varrà ad affrettare la costruzione di aJ)ilazioni di cui la popolazione ha grande bisogno e permetterà ai compagni italiani Ji guadagnar i ancora alcuni franchi per i duri mesi dell'inverno. Si completi quindi dov·è necessario, il periodo lavorativo dei compagni italiani, con ,il .prolung,amen!o richiesto nella 1Svjzz.era e si chiudu nell'armonia, nello spirito di solidarietà e fratellanza operaia nel quale si è svolto ,finora. Bienne «COLONIAUBERA ITAUA1N1A» COMUNICATO Gli operai stagionali italiani in Svizzera Il Comita.to dclla «Colonia Libera Italiana» di Biem1e visto l'arti,colo volgarmente tendenzioso «Socialisti o oamaleonti fascisti?» pubblicato sul giornale «Il Lavoratore» organo uifficiale del Partito del Lavoro del Canton Ticino · N. 40 del 4 ottobre), firmatu molto genericamente «L'antifascista», e nel quale, con sii.sterni che .non hanno nulla a che fare con l'onestà e .Ja moralità politica vengono ,attaccati due nostri soci, al fine di evi-tare poss~bili errate interpretazioni, rend-e noto che H «Comitato della Colonia Libera Italiana» di Bienne non ha nuHa in comune con l'articolo indicato. Valido riconoscimento <L' Ed'ili2ia Svizzera> organo della Federazione. Svizzera dei lavoratori edili e del .legno, pubblica soUo il titolo <Degli o,pera,i stagionali> il seguente articolo che ci piace riprodurre, perchè è un sincero riconoscimento. dell'opera utile e .silenziosa, compiuta dai nostri connazionali dell'arte edile, venuti temporaneamente in Svizzera, a guadag.nars'i un pane meno duro, che l'Italia, oggi, assillata da tanti e tremendi problem.i, ancora non può dare. Ringraziamo «L'Edilizi~ Svizzera» e la Federazione Edile, per il vaiido appoggio e la sicura prova di fraterrnità offerta ai nostri operai, in nomR di quella solidarietà in,te.,.nazionale, che non può e non deve essere soltanto una aspirazione e una parola. Ecco l'articolo : Constatiamo con gran piacere che la grandi&sima maggioranza dei compagni muratori venuti dall'Italia .per cooperare con noi all'e5€cuzione dei lav0ri nece.ssari ed urgenti hanno aderito alla nostra Federazione, hanno rispettato e fatto rispettare i patti di lav-0ro vigenti, si sono comportati e si comportano da buoni compagni. Il loro intervento ha valso ad affrettare la costruzione di ntunerose abitazioni, con grande 90llievo di numero&e famiglie ohe sofilr0010 della. penur,iia di appartamenti. A quanto ci risulta ooso non ha nuociuto in alcun senso ai nostri compa.gni svizi,eri, non ha causato loro nè disoccupazione e nemmeno perdila di guadagno. E' quinji dimostrato che le preoccupazioni nutrite la worsa primavera da alcuni compagni nostri circa temuti dannosi effetti dell'intervento dei compagni i tali ani erano infondate. Un'altra consta.taz.ione piacevole è questa: i com· pagni indigeni hanno accollo ovunque quelli venuti dall'Italia amichevolmente, hanno fraternizzalo e fraternizzano con essi. Per quanto ci consta non si è verifica.lo in alcun sito •alcun contrasto e la coilaborazi-one tra gli indigeni e gli immigrali, tanto nei can·tieri quanto fuori, è stata ed è ovunque cordiale. tNeHe aesemb-lee speciaU, convooate per i eompagni di lingua italiana in numero&e località della Svizzera, gli operai stagionali sono stati informali ampiamente degli avvenimenti svolti nell'arte muraria svizzera negli ultimi .sette anni, delle lotte svolte falla nostra Federazione per migliorare le condizioni di lavoro, di salario, di vacanza ecc., clell'alteggiamento tenuto dalla Federazione svizzera dei capomastri e dall'imprenditorato edile in generale in confronto delle legittime aspirazioni dei la· voratori. Es&i sanno anche quali sono i nostri pro· po.siti per la primavera ventura, .sanno che chiederemo ulteriori notevoli miglioramenti, che siamo risoluti a strapparli agl'imprenJilori anche con la lotta, se non ba.sleranno le molivazi-0ni e le argomentazioni. I compagni stagionali che alle assemblee predette sono intervenuti in gran numero, hanno manifestata la loro &oddisfazi-0ne per l'accoglienza avuta da parte delle nootre sezioni, hanno riconosciuto giusto l'atteggiamento della nostra Federazione tendente a limitare il numero degli immigrali in modo da non causare la disoccupazione dei compagni indigeni ed banno approvato tutte le condizioni da e$$a poste alle autorità ed al padronato edile per la venuta. di operai dall'ester-0. Essi hanno pre&o atto con pia.cere delle conquiste reaLizzate dalJa nostra Federazione in favore di tutti gli operai edili e quindi anche per loro e si sono dkhiarati pien·tmente solidali con il programma da noi abbozzato per la primavera ventura. Se come si spera essi pol/I"anno tornare tra noi l'anno venturo Si &chiereranno unaojmi e riooluti al no.stro fianco e ee gl'imprenJitori ci costringeranno ad affrontare lotte es.si lotteranno con noi fino alla villoria. Se la Federazione svizzera dei capomastri op· pure singoli imprenditori nutrissero la -speranza e l'intenzione di profittare ed abU&are degli operai o italiani stagionali per opporsi alle nostre richieste si di.silludano fin d'ora. Tali operai non faranno i crumiri. In generale dunque possiamo essere contenti della venuta di mural.ori italiani e del contegno da essi tenuto e che tengono vei·so la nostra FeJerazione cd i patti di lavoro vigenti. Vi &ono tuttavia delle . deplorevoli eccezioni, particolarmente nelle campagne, dove sin.goli operai .stagionaìi o gruppi di essi non hanno .sentito il dovere di aderire alla nostra Federazione e si -sono prestati al gioco padronale cli lavorare oltre l'orari,o stabilito. Queste eccezioni non hanno causato finora grave danno, ma potrebbero causarlo se fo&sero tollerate a lungo, se gli operai é grjmpren iitori che banno potuto violare i palli potessero sperare di continuare indi.sturbati 111 «Conutat9» deHa «Colonia Libera Italiana» dichiara la sua solidarietà con i due soci così' ignobilmente oifesi, e dichiara altresì di fo:tervenire nel futuro, contro qua:lsiasi abuso della sua fiducia e contro ogni attacco ingiu,stif-icato che nuoce alla rispettabilità dei suoi soci. Il «Comitato» Al ministero degli affari esteri Una situazione da rl~edere Riproduciamo questo articolo apparso sull' « ltalia Libera» di Roma, giornale diretto da Fernando Schiavetti, (N_ 217) sotto il tito'lo: «Tutto ai fascisti nulla per g,li a1tri». E' bene che la nostra emigrazione conosca quel che ancora avviene nei ministeri e sappia in quali mani, lino a ieri, era affidata la sorte della nostra rappresentanza diplomatica. Noi .ci augurianw vivamente, che il compagno Nenni, ministro degli affari esteri, possa validamente contribuire alla chiarificazione necessaria, ,così da ilare finalmente di Palazzo Chilgi, u.n luogo ,rispettabile. Ee<!o altri documenti del predominio del persona1e fascista al mini.stero degli est.cri. Per la cosiddetta ricostituzione dt?lla car•- ricra diplomatica sono stati richiamati in servizio tre ministri: Soragna, Do Nobili, e Sidney Ricotti. Il Soragna, che doveva e.;;:;ere inviato alla Santa Sede come ambasciatore, fu richamato in po-chi giorni, con una discutibile manipolazione dei vel'bali del Consiglio dei Ministri, e utilizzato subito come ambasciatore, forse perchè fino al 1931 aveva servito il Governo fascista, in qualità di ministro a Tirana ed a Stoccolma, ed era stato messo a riJ)oso più o meno per incapacità. Da .ciò tra-ev.a le sue ,aspirazioni ad essel"e nominato, dopo i trionfi della Conferenza, nostro ambasciatore a Parigi. ·Gli altri richiamati, Rino De Nobili e Sidney Ricotti, sono gli unici due diplomatici di carriera, oltre .Sforza, -che erap.o usciti dalla car,riera volontariaJnente per condi•videre, a un certo punto, le responsabilità rlcl fascismo. Per essi si sono avute. da cparte di vari Uffici del Ministero e ..;;opratutto da quello del Person.ale, tutte le difficoltà e gli o.struzionismi possibili. Si è perfino cercato, sbagliando più volte i decreti, di far tra.scOl'- rere i termini fossati per la riammissione! Finalmente, dopo una lotta cli mesi, tutto è ASSOCIAZIONE POLIR I CREATIVA ITALIANA • ZURIGO Saboto 16 novembre 1946 alle ore 20.30 precise avrà luogo alla V O L K S HA U S Helvetiaplatz, Zurigo 4, una Grande Veglia Ofi;anizzata dalla Associazione Poliricreativa Italiana (API) di Zurigo Fabio Massimo Barblan presenta: PARATA FA\.N'JrA\.SIAl Rivista musicale in 7 quadri e sketch di il}termezzo con il concorso di G. Cestonato, campio11e svizzero di step del te11ore Tavoli di Liliana Bnma del fa11t~sisu_1Gabbani della coppia _Rudi e Tilde, del Sig. Masi~a, de comi~i Rico, 'Gigi e Gw11111. - Regw e scerrografia: F. M. Barbian. - Coreografia:. G. Cestorrato, La CORALE DELL'API eseguirà sotto la direzione ,lella Maestra SYLVIA KIND: Il gra11de ca1101ie. - La ca11zone del muleta, - Il coro del « Nabucco » di G Verdi - ft!. Ferrero, tenore .. R. _Pedrazzoli, baritono, M. Gentile, soprano, della ~adio ii Tonno, canteranno arie d1 opere e romanze. Seguirannò ballo e ricchissima lotteria ORCHESTRA ELMER anco Ingresso: Signori fr. 1,65, Signore fr. 1,10. Tassa da ballo fr. 0,55. Tassa cant. compr. KassaoHnung 20.00 Uhr. Kassaschluss 23.00 Uhr. in regola, ma ... per loro non vi sono posti all'estero. Ricotti sarebbe atato ottimo per il Cai1\J, ma il Yeto dell'onn.ipot,ente tribù Colonna 'l'heodoli ha fatto sì che no fosse escluso, per mandarvi un insignificante funzionario; è stato poi de.stinato a.cl At 1ue, quando si sapeva benissimo che i greci non volevano un ministro, ma un semplke in.caricato d'affari, gli è stato precluso l'adito a Parigi, anche come e.;;perto delle questioni coloniali, nelle quali è pa.rticolarrrnente versato (è Comm.issario dell'Istituto Coloniale italiano e conosce molto beno le malefatte di certi esperti coloniali che si trovano tuttora a Parigi) ; e,puratore del Ministero della Marina, nel 1944, doveva quasi subito dimettersi di fronte alla guerm fattagli da De Courten che voleva, e vi è riuscito, salvare a tutti i costi anche le più equivoche figure del .c;uo ministero. Quanto al De Nobili, egli è stato messo ad arte al J)rimo l])osto fra i ministri cli prima classe e dovrebbe, in questa sua qu::iìità, andare ambasciatore; ma come al solito si è avuto cura di fa1~gli tro-vare molto praticamente « tutto occupato». A parte que.sto, e data la grande im:portanza del posto, starebbe benissimo a Berna, ma an.che per lui, come per altri, si fanno correre v0ci false .sull'ostilità che incontrerebbe in Svizzel'a, dove in realtà è visto ottimamente. In un altro settore, si parla dell'allontanamento dal ministero del Direttore Generale degli Aifari Politici, Ministro Zoppi, il qua- •le andrebbe a Vienna. Lo Zoppi gode la fama di un funzionario di valore, puntuale e grande lavoratore, ma è un inveterato fascista e sopratutto Ulll incurabile nazionalista. Suo padre, gener.al'e dell'esercito e, con sorprasa generale, disc:nimfoato nell'epurazione del Senato, er-a membro del Direttorio del P.N:F. Alla ispirazione personale di questo ministro si dehbono vari articoli che non hanno certo contribuito ad acquistarci le c-impatie. dell'estero, cper e.sempio, quelli che con "vari pseudonimi ha pubblicato sul « Giornale d'I-. talia » l'ex-8Jlllbasciatore nazionali,sta -e fascista Cantalupo. Ora sta cel'cando di ispirarenella stessa guisa il Misairoli succe..,.c;ore di Jacobia aUa direzionè del «M~saggero». Comunque_, il grave è che a successore di Zoppi sarebLe _de.stmato l'attuale incaricato d'af.fari a Berna, Beno. Tale -scelta sarebbe, a giudfaio unanime c~la~lrnfica e non può ,spiegar.si che con le inten~ ~10n1 saibotatrici cli qualche elemento del Ministero, il_ quale vorrebbe dimostrare che quanto più &i cambia lauto più si va male. Zurigo COLONJALIBERA ITALIA.i~A CONI?ERENZASACER,DOTE Per la prima volta il compagno · Cesare Sac~r-dote, presidente della Colonia Libera Italiana di Ginevr~, ha parlat-0 a Zurigo. II t;ma è stato particolarmente interessante e 1 ora~or_e,ha trovato fra il pubblico la quasi unamm1ta dei oonsensi. . ~esare Sacerdote ha saputo dire in brilla.nt1ss1ma sin~esi, {)Osa sia stato nelle origini e che ·CO~as1~ attualmente il movimento delle « Co~onie L1be1:e Italiane». Noi ci auguriamo che 11_nost~o gio~ane :-?mpagno ritorni presto fr~ noi cosi_ da nstab1hre contillluità fra.terna dei rapporti fra le Collettività italiane di •Ginevra e di Zurigo. Un vi~ace contra.ddit.orio fra compagni, che non ha mcontrato le simpatie di tutti ha chiuso l'interessante serata. ' Wlalerthar SEZl10NE SOCliALISTA IT1ArLl1AN1A _D_omenica 24 novembre alle ore 14 porne,. ridiane, nel solito locale, sarà tenuta l'assem?lea ordiu'aria della Sezio,ne Socialista !tahana .. Tutti i compagni sono pregati di 111 tervemre. II Comitato Sottoscrizione per l' A vvenlre del La•oratorl .I/emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori sbessi ». Carlo Marx. Somma precedente Fr. 2.110,30 Zurigo: Sezione socialista WinLerthur: Sezione sociaJi,sta ThalwiJ: Biblioteca Pop. di lingua italiana K_reuzlingen: I compagni, a mezzo Da Rin Bienne: Mcrazzi Angelo Ercole Grisoni Gi.nevra: Battista Berretti salutando Greppi Grenchen: G. Alloè ' 26,- 53,- 10,- 13,- 5,- 5,- 5,- 1,- Totale Fr. 2.228,30 Gerente resp. : Pietro Bianchi, Zurigo TiJH)Grafia « Grafica Bellinzona » S. A. /

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