L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVI - n. 32 - 30 settembre 1945

B Anno DXVI (nuova ••rie) N. 32: Zurigo 30 Settembre 19A5 QUINDICINALE SOCIALISTA REDAZIONE e AMMINISTJIAZI0NE Casella postale No. 213, Zurigo 6; - Conto postale No. VIII 26305; • Telefono: 23 70 87 • ABBONAMENTI: 24 numeri Fr. 4.-, 12 nu1nerl Fr. 2 - UNA COPIA ctnt. 20 L'Incubo del 30 settembre Il 30 settembre c5cade in ltalia l'accorcio sti!PUlato ai primi cli luglio tra il ,governo, le industrie dell'Alta Italia e le organizzazioni operaie. che bloccava i licem.iamenti e assiourava il 75 ·pe1· cento del salario a vaste masse ,di lavoratori, che altrimenti oi sarebbero trovate sul lastrico. L"accordo era stato fatto nella previsione che nel corso clelresLate sarebbe stato possibile procurart<i le materie prime e riattivare le industrie. Le "'peranze si sono rivelate infondate. e ntalia è oltre tutto il resto, minacciata proprio sulla oglia dell'inverno, da una grave ,disoccupazione. Nelle previsioni si parla cli milioni di senza Ja- \lOrO, cifra ohe non appare esagerata se 6i con6idera che già ora, prima dello 6bloccamento, il loro numero nell'Alta Italia è di 700 mila. sempre in una ,situazione di inferiorità cli fronte a quelle nazioni, e c;:ui no.miniamo -principalmente ringhilteITa e l'America, che posseggono in 6ovrabbonclanza. quelle materie prime. Continua quindi Vali ani: « I costi di produzione dovranno adeguarsi a quelli del mercato mondiale in via cli ricostruzione. Gli intere i degli impiegali siano strenuamente cli.fesi ma non a 1,;capito dell~L diminuzione dei co ti. chò sarebbe controproducente». In questa formula abbiamo in geJ·me la larola clo:·· dine ron la quale la. borghesia credette, in tutti i paesi, cli poter ùominare una 6ituazic,ne simile alla fine clella. phma ,guena mondiale: produrre di più e consumare di meno. Le crisi economiche nel periodo intermedio tra le clue guerre e la i::econ-cla guerra mondiale don-ebbero a 1·er mv trato anche ai ciC'c-!1i. tl'lY<' si vada a finire accre cendo la produzione e ricluccnclo il consumo. Di fronte alla spietata lotta di concorrenza ,;;ui mercati mondiali che riprende e 'ad opi• nioni come Ciuella che abbiamo citato, noi .sociali ti non 'J)OS6iamo fare altro che conJermare una volta di più la convinzione n06ti-a ' che non .sarà possibile uscire dal circolo vizio- <"Onel quale ci trO\'ia1110, e dul 11iara.-;rna nel quale rischiano cli affogare, se p1·ima non sarà st.ato 'PO ibilc irnpo~laie la viia economica, la produzione e la di. tribuzionc delle merci, .su baoi nuo,·c, nelle quali sia eliminata 'a concorrenza e ,-(abilito un equilibrio tra 1,ro~luzione e consunw. E· inutile pensare a Società delle ~azioni. a rlio;armo. alla 1·ie<lueazione delle nuove generazioni ecc., :;e prima non diciamo <Sisia risoltO quel problema, ma 6ia sul terreno nazionale ohe su quello internazionale non .·i ·iano poste cerie basi p<'r an·iarsi in c;:uella clirezionC': fi11 tanto c11e delle ma· e notevoli .,0110 esposte alla situazione moralmente umiliante. demoralizzante ccl economicamente diciagcvole della disoccupazione, e altre .si 6entono continuamente minacciate dal mede.simo pericolo. La politica non conBi.ste solo cli clesideri ed aspirazioni, ma e~-'ln deve anche fare i co!\ti con le forze reali della ,·ita economica e sociale. e al101·a bisogna 1·icono;;cerc che le soluzioni sociali.6te si scontrano in quet5to momento in Italia in cliUicoltà enormi. La maggiore è da ricono ce1"tSi nella ùipendenza dall'Italia dagli aiuti cli quell'America che si mostra più fedele cJ1e mai al princi-pio della iniziati va privata <'<i a v,·e1·s,1 a tu !io ·ciò che sa-ppia di socialismo. E. V La pro-posta cli prolungare raccordo viene r~spinto, non potendo Stato e industria accollarsi più a lungo un onere così grave. Bisogna innanzi tutto cercare di attenuare il più ohe sia poosibile gli effetti dello sbloccamento <lei licenziamenti. E' 6Lata nominata un'apposita comm.i,se,ione ohe si è messa a c,ontatto con le autoritù e gli organ:smi responsabili dell'Alta Italia per studiare le possibilità di eseguire dei grandi lr\vori e coordinare Je diverse iniziative; in tutte le provincie della Alta Italia hanno avuto luogo delle conferenze con la partecipazione cli ra"J)<presentanti di tutti gli organiE>-mi interessati, dalle autorità comunali e provinciali alle organizzazioni GinDO O U liii E N>TAZIO NE ' <lacali e padronali. E' annunciato un grandiooo programma di lavori pubblici. Il Mini6tero dei lavori pubblici conta di poter assumere in tutto il paese circa 380 mjJa operai, per una durata di 12 mesi; le ferro"i~ dello Stato circa 175 mila per 18 mesi, altri contingenti .saranno assorbiti dall"agricoltura, dalla marina mercantile e così via. Oltre 1M miliardi di Hre sono stati investiti in queste opere. Alcune grandi imprese in<l_U6tri~li -hanno annunciato cli de.sistere dai l1cenz1amenti un altro -provvedimento al .quale si pensa' ricorrere è quello della ii:;tituzione dei turni di Ja voro. 11 Partito socialista e quello comunista hanno 6tabilito una serie di punti che dovrebbero venire ao-itati nella ma66a operaia. Il Z. punt_o di-ce: -:,,Ji:nte carta bianca ai padroni per i licenziamenti che devono invece eSoere a~me~- si solo in via eccezionale quando siano gmstIficati in sede tecnica ed economica e -sian~ controllati dalle Commi,9Bioni interne, dai C.L.N. aziendali e -da1Je Camere del Lav~r?. Oltre a ciò si chiede integrazione <lei_6Ues 1_d10 d · disocm.1,pazione e CO}'l&igli di gestione, im1 · t" ed media confisca dei patrimoni fasc1s 1 evocazione dei profitti di guerra e rapin~. Solo !"esperienza dirà. se e in -quale IDJsura i diversi provvedimenti escogitati per aff~•ontare la crisi 6aranno val6i ad attenuar~ gli effetti. L'importanza del problema co~s1ste 1~el non avere esso solo un·importanza immediata ma di porre ea o la nazione di fronte al 6u'o problema esistenziale con un·evidenza e una crudeltà mai conosciute nel pas6ato. L~ domancla è molto sem,plice: Come òebbono g~1 italiani procurarsi i mezzi necessa1·i pe1~ vivere ? Dovendosi riorganizzare la produz10ne, secon,do quali criteri biso~a farlo? è attorno a. çuesto problema c~e p_iù c~i~ramente t~ &cindono i progrn.mm1 cle1 part1t1. _Le sop . inòicate richieste dei socialisti e dei co_muni1,ti non sono soltanto un programma. im_mediato, ma esse dicono anche in qu~le direz1o_n~ quei partiti , ogliono ohe si ceroh1 la soluzione <lefinit.iva del problema. Per !"altra parte possiamo registrar~ l'op_inione di Leo Valiani, direttore dell « Italia Libera)>. organo del Partito c1·azione: « !I problema fondamentale ohe va a.ffr_ont_ato'. e quel~ lo del ri,sanamento dell'industria italiana. Lu nootrr imprese dovranno affrontare f~·a non molto. forse fra un anno, for-s'anohe pri_ma, la concorrenza della produzione ester~, ·?1 quella americana in particolare». ~iust1E=s1mo, m_a bbligata. com'è l'inòustria ita.J1ana ad acqu1- :1arç, il più delle materie prime. ferro, carbo- I nr. rorrr a:u· . ero rHri tro, e < I I lavoratori della Ftat chiedono I Consigli di gestione TORINO, settembre. - Ieri il C.L.N. degli stabilimenti della Fiat, Mirafiori in un imponente comizio di tutte le maestranze, ha trattato i problemi dell'epurazione e della gestione commissariale. Alla fine del comizio sono stati approvati due ordini del giorno. Con il primo si chiede la istituzione del Consiglio nazionale di gestione con rappresentanze paritetiche di lavoratori e di azionisti. Con il secondo ordine del giorno le maestranze si sono pronunciate contro la eve,:ituale cessione delle aziende Fiat a gruppi di capitalisti stranieri chiedendo inoltre chiarimenti alle autorità competenti e all"attuale commissario sulle voci che circolano in proposito e che sono state riportate anche dalla stampa. Assorbimento della 01ano d'opera nelle Industrie del Piemonte TORINO, settembre. - I dirigenti della Camera del lavoro di Torino hanno fatto alcune dichiarazioni in merito al problema della disoccupazione: « Il numero attuale dei lavoratori occupati in Piemonte si aggira intorno ai 700 mila, dei quali 300 mila appartengono all"industria. Se al 30 settembre lo sblocco dei licenziamenti avrà luogo gradualmente la situazione non si presenterà critica come certe I• fonti vorrebbero far credere. E' noto che in alcuni porti italiani è stato sbarcato carbone, lana e cotone. Se a ciò si potrà aggiungere un po' di gomma, a Torino l'industria automobilistica migliorerà senz"altro. mentre già buona si presenta la situazione dell'industria tessile e dell"abbigliamento. Inoltre un aumento di invii di carbone all'Italia incrementerebbe anche la ripresa dell'edilizia. rendendo possibile la ripresa della fabbricazione del cemento. li problema più grave resta tuttavia quello dei trasporti. Con l'arrivo di quantitativi di gomma, i potrebbero utilizzare conseguentemente gli autoveicoli già pronti presso la Fiat. Anche il riattivamento dei carri ferroviari con il recupero del materiale lungo le linee, potrebbe agevolare l'impiego di nuova mano d'opera. E' necessario però incoraggiare l'iniziativa privata, molto dubbiosa sino ad ora, e peraltro provvedere che la disoccupazione, ora temporanea, non diventi cronica. Per il momento tuttavia appare necessaria l'istituzione di casse professionali per garantire ai disoccupati una integrazione del sussidio di Stato». Infine i dirigenti torinesi della Camera del lavoro hanno dichiarato che da informazioni raccolte dagli italiani che rientrano in patria, risulta che la Francia presto chiederà una forte aliquota di mano d'opera straniera. Riunione di la voratorl a Novara In vista del 30 settembre NOVARA, settembre. - E' stata tenuta nel tardo pomeriggio di ieri al teatro Faraggiana una riu· nione di lavoratori per protestare contro i licenziamenti. Hanno parlato i segretari della Camera del lavoro, Meloni, il quale ha trattato della perequazione dei salari necessaria data il continuo aumento dei costi - perequazione già in parte accolta dai datori svolto dalla Camera del lavoro in ogni clmpo; e Carretto sul problema grave della disoccupazione e sul modo di parzialmente alleviarla. E' stato anzitutto chiesto di negare agli industriali la libertà assoluta dei licenziamenti che devono invece essere ammessi solo se giustificati. Per alleviare la disoccupazione è stata proposta la riduzione delle ore lavorative, allo scopo di occupare maggiore mano d"opera, mentre è stato espresso il desiderio che il sussidio di disoccupazione sia di entità tale da non avvilire maggiormente il lavoratore. Sono stati 1 pure date confortanti comunicazioni sulle pratiche già avanzate per l'esecuzione di opere pubbliche. Il problerna degli alloggi Il vice commissario capo avvocato Boerci del Commissariato alloggi riferisce che più di 200.000 famiglie chiedono una sistemazione qualsiasi entro il prossimo inverno e si calcola che si riuscirà nella migliore delle ipotesi a dare evasione olamcnte al 5 per cento delle richieste. Il Commissariato per gli alloggi ha raccolto le eredità di un lavoro fatto con criteri non pienamente rispondenti alla necessità di risolvere in maniera soddisfacente l'assillante problema. Per i casi più urgenti si sta provvedendo alla requisizione di sei grandi alberghi; si sta anche affrontando il problema di una rapida riparazione degli stabili danneggiati e della ricostruzione, malgrado non sia di diretta competenza del commissariato. Bozzettotontemporaneo Cl 'è ancora Girella L·na ciHù qual ia. i della • vizzera. llfonso .Ve, i. Be della frutta Fin1:1mia1orc del Fa cio !oc-aie Calvo. gra soccio. ,(";tifo di nero. Cri.~lina. Cic)\ .inc clr•ganle .\folti anelli alle dilé.1 1111po rozze Tipo di mas<-aia ali.i Donna Hac-hele. Cau. GireUa. Gio, anc: elegante i11 11n e-on olatri italiano. ( ·.i n<·ell i ere Una dome.~tica. .\TTO I (1910) Salotto in casa Neri (Ll pJdro11c <.· in smol,.ing e 1,1.a per 11~c·irC') 'Enl Girella verril a prendemii con f';mto. E" un maftacchione simpafico. Pensa, ieri hc1. .,cri/lo ad Il/I amico nel Ticino indirizzando co.5ì: /,ugano ed in parenfe!ìi ... (Lombilrdia). Ah! Ah! CRJ TI.\J.\ Sii pmdente Alfonso. \on rac- <011lare a tuffi certe cose. E poi ... 11011 dovresti i:llldare a questa festa ... in fondo siamo in Svizzera. .\l~RI Sei 11wfta? I uoi che rinunci ;id 1111 inoilo del Co,uolé1/o tedesco? A"l banchelto inferverra11110 delle personalitii di primo piano. Gli svizzeri? 1\'on mi far ridere. Fra qualche me. e la {!uerrn .~anì vinta ed i padro11i quì snremo noi. CRI fJ):.\. - (ba uno S<:atlo i terico) Ti ho detto di parlar piano. /,a donna di servizio ha buone orecchie. ::\ERI - li~ciandosi i barri. peltoruw cd ottimi ra. guarda la moglie dall'alto con al feito). Lasciala ascoltare. Ricordati cara che trii ,wn mollo la polizia svizzera quando pa.5.erai tu ... proprio fu ... Cristina Neri ... si metler,ì sul/'alfen ti. LA D0.\1E TIC\. E arrivalo il Cav. Girella. ~ERT - Vengo -~ubilo. (Bacia la moglie ccl c<'ce). ATTO lf (1943) Salotto in casa Neri CJUSTl! A - Distraili, esci. oai al cio11ema./>iù ci pensi e più li addol.ori ... E... poi ... vacci una biwna volta; il Consolalo è per tutti. In fondo sei un italiano anche tu. • 1fJU - Mi chiuderanno la porta in 1accia. Chi sopporterebbe tale umiliazione? lo, il Commendator Neri. es ere messo aUa porta? CRISTI TA_ - Ma vacci, si tratta .5empre dèf Consolato ilaliano. Ci sarà della genie nuova ... Ma se sélrai gentile in fondo non fi mangermuw ... • 1ERI - Ti giuro che se non si trnffusse del rinnovo del passaporto... mi ritirerei a vita privata ... non vorrei vedere più nessuno. CRISTrNA - Senti Alfonso, decidili 1111.abuona volta. NERI - (Pensoso) Però nessuno potriJ dirmi che io sia sfato un assassino. (Si alu:i, pas~ggia concitato e poi aifferra il caippello). CTlISTINA - Ecco! Bravo. Neri esce, non bacia la moglie e chiude la porta con ,·iolenzo. ATTO III Ritorno del Comm. Neri LUOGO D-EI.J.,'AZIONE: La scalinata di casa Neri. ì'ìERl ("aie alcuni calini un iman<lo. La pancia gli pesa). Cristina! CIUSTL ,.\. - (ansiosa: dull"aho del pianerottolo) Alf 011so! Com'è andata? ,'lERI - (si ripo a ansante) Sono pronti ali spi:1ghefti? CJlJSTINA - (piìi 1ranq11illa) il,Ja si! Ma si! J En l - Prendi Il/I f illSCOdi Chianti. CRJ. TL .i\ - (pi ì1 Iieta) Quello vecchio? ~EHI - Il più vecchio. CHISTl~A - (Battendo i piedi) M11 i11so111mB come è andata? Non mi far stare in pem1. !\"ERI - (E' arri,alo ul pianerot.tolo. Abbraccia la mog·lie) Come sei bella! CIU TI •A - Burlone! Parla! Tu mi torturi! NERI - (con gii occhi brillanti ed 1111 rare vispo. Solletica cou l'indice il collo gra occio della moglie) Come dei fratelli{ CHI ·111 A - (con In bocca scm.iaperta) Come dei fratelli? . ER f Ma se c·è ancora llli! CRI ·ni A - Chi fui? l ERI - Ma Girella!! CIH TI ~A - C·è ancora Girella. . 'ERl i c·è ancora Girella . CALA LA TELA l. s.

Bi ITALIA D'OGGI VITA. BBOI0A SMINA.TORI Dae mlllenl 111mine In %500ettari di terreao • Mai il rauolto dell'uva fu più copioso ma noa si paò toccarlo · 56 partigiani vi hanno già lasciato la vita Quello che angoscia, che rode l'auima in queata già fiorente zona del Ravennate' che sta fl'a il Lamone, il enio e il ,Reno, cioè al confine con Ferrara, è l'abbandono forzato dei campi. Il campo abbandonato è tragico, specialmente in questa te1Ta che sempre a giusto titolo menò , anto della 6Ua agricoltura che fu anche eroica, come al tempo delle bonifiche. E tl'agica è questa gente che deve stare al limite del campo, sulla proda dei focS6i, perchè se s'avventura nel campo - e qualcuno s'avventura, attirato da un irreai6libile richiamo - ricSohia di saltare in aria. I campi Gono minati, qui fra il ,Lamone il Senio e il Reno, per una estensione di 2500 ettari. Qui, nell'invernata scorsa, Ja guel'ra si congelò, e questo .stagnare salvò l'Alta Italia dalla distruzione, poiohè, con la primavera gli AJieati poterono sfetTare la vittoriooa ofJensi\,a, coronata dalla vittoriosa insurrezione. hanno movenze caule, feline; talora atanno per muovere un pacSBo ma poi si fermano for6e percl1è un misterioso intuito, una segreta voce interna ha suggerito loro, improvvisamente, no, non avanzare, .fermati, 11011osate. i ritraggono, ritirano il piede ~ià alzalo, scrutano sotto la zolla, ed ecco la mina. Era lì nascosta come una ,ipe1·a sotto l"e:·ba, pron'ta a mordere. Così i lavoratori della tena del Havennate si riconquistano la vita che il tedesco cercò con ogni mezzo cli rubare loro. Alfonsine, Fusignano, Villa RocS6etta, Cotignola: cittadine e borgate e villaggi che furono. Solo gente del paese può riconoscerli nell'apocalittica rovina che fecero i tedes~hi per con traslare I ·avanzata alleata. Un terremoto non avrebbe fatto -di più. Alfonsine aveva una vasta piazza. I tedeschi a\ vertirono un giorno gli abitanti ohe occorreva sloggiare poichè facevano saltare lutto. Sotto ogui casa fu me&Sa una mfoa, poi avvenne il finimon-do. Da dietro l'argine del fiume gli alfonsine6i videro le case saltare una dopo l'altra fra nembi di polvere e di rottami. Al centro delle rovine, ora, scorgi appena trac. ciata la via maggiore della cittadina. Coi rottami qualcuno ha già costruito qualche casetta, ma i locali sono aperti a tutti i v<'nli poichè non c'è materiale ·per Jc .serrande. ln compenso, s'aggirano in tutto il paese miriadi {li topi cui la Jame dà un coraggio inaudito Corrono a torme fra i -piedi della gente come se non la ve.decS6ero. S'insinuano ovunque una famiglia abbia trovato un alloggio di fortuDA, attirati dai cibi. Saltano sulle tavole ove 6i mangia, schifosi e famelici. rubano tutto, insozzano tutto, distruggono peggio delle termiti. Vanno e vengono dai mucchi delle rovine ove hanno già costruito le loro città sotterranee. Certo s'aggireranno anc'he fra le mine. ma sono troppo leggeri, per farle esplodere. (\'Secondo quanto ne di&Se1·0 i tedeschi - mi dice H compagno Camilla Garavini che fu già eccellente sindaco del luogo natale di Vincenzo Monti - abbiamo qui due milioni di mine». I partigiani sminato1·i sono decisi a scovarle tutte. AMILCARE MOBIGL Però i ravennati hanno pagala cara questa salvazione dell'Italia -del orci. Sono letten.1.lmentc rovinati. Percorrendo la strada Reale, ohe, staccandosi dalla via Emilia a pochi otiilometri da Ravenna porta a Ferrara, vedi i call'l{pi squ~llidi fra il verdeggiare degli olmi e delle "iti. Le erbacce crebbero alte più di mezzo metro, spesse, fitte, furiosamente gaI ealonl di l'ontamara • ,gliarde. I 60li estivi cucinarono q,ueste erba:- ce, ed ora la campagna minata ,ha assunto un colore grigio, cinereo, il colore della savana. Le case coloniche diroccate, aridi mucchi di mattoni sbriciolati che l'acqua, il sole, i venti Jiniscono <li ridurre in polvere, danno al viaggiatore una vaga idea dell'appoderamento. I conta,dini senza caaa e i braccianti senza lavoro s'aggirano intorno alle case distrutte e alle terre incolte, talora si fermano immobili. .mut.i, davanti ai loro campi, d'ogni zolla dei quali potrebbero narrare la storia ,poichè le irrorarono di sudore; e non po sono far niente, non possono tentare nulla. La terra li chiama ancora una volta, come ai ·primordi, ma vuole lo scotto della "ita. Li alletta ad ogni levare del sole; ma è una beffa dolorosa: non si può mettere il piede oltre il filare degli olmi e -delle viti perchè si salta per aria. J..a vite è una <lelle maggiori fonti di reddito in queste terre, dopo il grano, il granoturco, il foraggio, la bietola da zucchero. Di questa stagione vedesi le ragazze ridenti sotto i tralci staccare i grappoli turgidi, sorvegliate <ia.l -compratore esigente e talora ,pignolo. che quel .graµpblo lo voleva ma. quell'altro no. Le ragazze erano pazienti, stacca vano il grappolo prescelto e lasciavano l'altro pendulo: lo avrebbero staccato per la famiglia, per il vino da bere in casa. Poi l'inebriante profumo del mosto si spandeva per tutta la zona. Le « castel!ate » -dell'uva pigiala, trainate <lai buoi romagnoli dalle ampie corna lunate volgevano verso le città per recare il mosto ai clienti. Il contadino - di solito un ragazzo - guidava il lento traino a cavaloioni della « castellata » come un giovane Bacco. Goccie di mosto cadevano rigando la strada di una scia rossa e dietro il carro - il bellissimo ,plaustro ra\>ennate ohe reca immancabilmente la visione ·pittorica di San Michele C!he uccide il drago - dondolava la cesta d'uva, la più scelta, ohe per tradizione spetta come regalia al compratore del mo6lo. I contadini ,hanno dovuto dire addio a tutto questo. E per colmo di òerisione, mai l'uva ·fu più bella e copiosa. Mai i ,grappoli del «trebbiano» apparvero più dorali di questo anno, e la « cagnina» più .purpurea. Il conta- <iino non ha potato, non ha irrorato col verde solfato, e tuttavia l'uva è venuta tale oome da anni non si vedeva. Ma ò intoccabile perdhè una fittissima rete sotterranea di mine crea un baBtione invisibile ma terrorizzante. Cool i contadini vedranno l'uva dicS6ecca1-i::i: la vedranno marcire stando con le braccia rn- -orociate al limite del .fosso. L'uva è lì, si potrebbero contare gli acini di ogni grappolo, si vedono .quelli succhiati dagli uccelli ingordi -che s'inebriano e, chi56à, forse si ubria-cano di uva; .ma non Ja tocchi, non la puoi loccarr. O se vuoi toccarla, corri il rischio. Lo sanno i partigiani della zona, cl1e lasciati il mitra e la bomba a mano si sono messi in capo di Liberare la loro terra dalle mine dopo averla liberata dall'odiatissimo invasore. Si sono cootituiti in squa,d,re. ,hanno già .fatta una certa pratica, ma debbono lottare con la perfidia, oltre ohe con la di.sumana ferocia dei tedesohi che colà stanziarono: le mine sono -di galalite, non ,di metallo. Perciò gli apparecchi :Per lo smina:mento non servono. Sono mine mute. Non si palesano se non quando ruggooo nello scoppio che dilania. Fino alla aettimana scorsa cinquantasei partigiani sminatori avevano laBciata la vita in questa lotta eroica per la seconda redenzione ,della terra. Altre decine sono mutilati, e quasi tutti orrendamente, definitivamente, muti Lati nelle gambe. Vedi gli sminatori aggirarsi circospetti f.ra la ocoulta morte sotterranea; diresti che 6a no, pe e.o · gio fisi 01, ·· legg r.ì; i.\Iolti c:he hanno letto il romanzo famoso di Silone hanno cercato sulle carte Fontamnrn. trovata. ou l'hanno Fontamara era chiamata uu tempo una via vec:- chia cli P"'Sc:ina, poche case scure agganciate l'11nu all'altra come un treno io salita, cùn una :iensilina di ~rbe e pietre che ·ervi\·a a comunicare le vite degli abitanti. Poi venne il terremoto del 'lfi. le casupole sc:ure si sciol ern e, al loro posto ingegne1·i minist<>riali eressero case gialle rettangolari. Ora sembra una via di Gallarate o di Magenta con un po' più di sole, e nessunù la chiama ,ii:1 Fontamara. :\fa Fontamarn non è una localit,ì geografica. :--on lo era neppure quando esi teva la c:ura contrada di Pescina. U'ontamara è piuttosto il luogo id'é!ale che rias~ume il grande recipiente ..-erde appoggiato alle pendici del Vehno, chiuso aì venti esterni come una sperduta Shangri-là: la t~rra dei ?\Tarsi e del cafvni. Questi cafoni discendono dai l\larsi, e sono il pro· dotto umano di una storia chiusa, come lu valle che la contenne. (Il nome è usato a Roma con dispregio, " ma così come l'usa Silone sta a s1gniflcare una rpri· mordial'é! purità paesana, è un appellath-o folcloristico). Ad avvicinarsi negli abituri un po' staecati dalla civiltà ufficiai~, sui lembi delle montagne, sembrano uomini brulli che iano sorti dalle rocce pelate e si confondono con esse e <:on le loro case. Lavorano e tacciono. Sùno monotoni e duri. Portano su, più su sul sasso le piccole Yiti scheletrich~. la biada gialla e nana. Si direbbe che il loro problem..1• è quello di lHorare dove è maggior difficoltà, per un po' di grano, un po' cli cicerchie, un po' <li vino forte e aranciatù. E' una fatica sacerdotal<>. La vita dei cafoni assume gli aspetti di una liturgia e gli uomini di sacrificatori. Forse dipende dal silenzio: i pochi e rari motori corrono sulla statale lontana, e a olata. Forse è un'antichità che soprav\"ive intatta nel fondo chiuso della :\larsica. l cafoni adorano il serpente, lo adorano ancora as 1eme alle icone della Vergine ~!aria e del bambino Gesù. ~lagari li attorcigliano alle sacre immagini per non far torto a nessuno, com~ fanno i cafoni cli Cùcullo per San Domenico. Dicono che il serpe sia l'acqua sottorranea che qm è ,iù preziosa <lell'oro. Dicono rhe sia il div tenibile sorto dalle petraie ad uccidere ratlù, invisibile. Non 'é!ra un dio della mitologia latina, ma lo hanno innalzato loro nei boschi d'acero e cli faggio ùove vi\·ono gli orsi, dio proprio. esclusivo. I cafoni adorano l'u<>rù candido e c:aldo. Lo por- ~ono ancora religiosamente all'o pite noto o sconosciuto. come un'ostia eucaristica. Non acc.-ettarlo sarebbe sacrilegio. E' il germ'é! vivù della dta, il sangue primordiale, la premessa dello spirito, il simulacro della Natu1·a che si fonde con gli Ernngeli, ed è divina quanto più è parca di farori ecl esigenze di co11tributi sacrificati. La \"itu dei ca fon i è religiosa e la religion° è rnssegnazione: una alluvione sommerge il paese, e i cafùni im·ec<' di costruir(' una diga votano una cappella. Opernno, i c:afoni, t· non hanno 1'11· ·ilio de! passalo. La storia la portano n<>llecellule e non curano le pietre famose. Attorno a 101·0le ere i stratificano e si confondono, senza che nessuno Si dia peso di distruggere le :)l·ecedenti. A Pescina in alto in alto on,, la mura m~galiliche. che soprarvanzano Roma: più giù il castello caltedrnle del Rinascimento, i tetti ro si delle palazzine antisismiche. Sui muri leggi ancora nitide le scritte di propaganda el~ttorale per il candidato :\[uratori del '9 e per il candidato Scellingo ciel '09: neppure i fu ·cisti ne furono aclombrati. ln piazza con lo tes o c:arminio è scntto: « Abbasso le Nazioni Unite» ~ « Viva le Nazioni ,te : e;anto <:he la seconda è più viva. Sono contraddizioni a cui nvn si deve far ca ·o. Queste cose sono un sovrappii1 imposto dalla civilti1 ufficiale. r cafoni per conto loro ne farebbero a meno, come fa1·eb~ro a meno della burocrazia. dei carnbinieri, del padrvne lontano, tre entità che si equi valgono e coincidono, sono borboniche prima e dopo i Borboni, ecl è impo: ib1le che sia diversamente. In una t~ITa spezzettata cli piccole proprietà sempre in pericolo, dove un anno di grandine o di sec:cù po ·ouo di ·truggere la cootinuiti:t dei ,ecoli, le < gride» del Comune e il fucile dei carabini~ri sono li nemico in agguato, pronto ad avallare con la Ci· \·it~t ufficiale le aHersitù di\·ine o i furori de! padrone lontano. Sono queste cose medesime il pa· dron<>. A Fontamara le distinzioni non hanno grande effettù; segretario comunale, mare!';ciallo, Il principe Torlonia, sono il « partito dominante». il Governo. E guai a provocare il C:o\·erno ! Sarebbe capace di fare come i funzionari c:he costruirono la ferro\·ia e, 1rritati l)';!r una <:erta mala accoglienza, condannaron,) i pesc:inesi ad udire il fischio della locomotiva senza vederne il fumo e contro economiu fecero fare ai binari un giro \·izioso. 3arebbc c:a::iac:edi far" come 11ministro della Ri· c:o·truzione: il Genio Civile aveva cùnce so ai pe scinesi di rifarsi la scuola elementare distrutta, PM· mettendo il rimborso delle fatiche; l'i -~ttore inviato per accertare il ·comp11nento del lavoro, dopo un buon pranzo. concesse l'appalto dei lavùri a due ricchi fascisti; i pescrne'i la \·orarono e gli ap,altatori d0vevano prend~re i quattrini; alle proteste colorite degli interessati In burocrazia oppose una denuncia per oltraggio ... Sarebbe capace di fare come il catiitnno dei carabinieri di A \·ezzano, che ,er protP,ggere i fa cisti ha ottenuto l'epurazione del presidente <lei C.L.r-i .. unico epurato uella clttit con il pretestù che nve\·n modi troppo aut<>ritari nei confronti d~i disonesti. l cafoni allora ·i teng0no quanto più in di part<' possono. Odiano gli impiegati, odiano l carabinieri. odiano il padrone lontano. Hanno vaura degli avvocati. E' un odio sordo e silenzioso, che prnrompe impron·i o e inorganizzalo quando può, e poi C'ade sotto il piombo dei fucili. Una ola volta, si racco11ta, i carabinieri Dùo poterono nulla. Fu nel 1900, quando i radicali che si 09ponP,rnno a Giolitti indirono l'oculista Scellingo quale candidato nel collegio mar i<:an<1contro 11 pacirone Torlonia. S<:Cllingo e ne arrivò tutto solù e :-conosciuto una mattina, e non erano ad accoglierlo c:he quattro ragazzetti. l <:afoni non potevano .... He ne andò senza av<>r pronunciata parola. Dopo a1-ri\·ò il padrone 'l'orlonia. Arrivò su una « carrozza senza caYalli », che era la prima autom<>bile che i pescinesi vedernm), e i c:hiusero m casa per il terrore, " inrncarono la :\Iadonna che il fumo <lella benzina non an-elena se le \·iti. come si credern. L'auto att1·a\·ersò il pne e. Il padrone non Si degnava cli ari'<'. tar. i. Ba lll\"H farsi vedere, di solito. Alle urne tutte le schede furono per cellingo. Questi non ca9h·a perchè. Era diventato il rapp1-eseutante cl~i raf0ni al Parlamento senza capire 1 cafoni. Quanto al paclr<>ne, per consolarlo i: re l<) fec-e senatore, e continui> ad essere il padrone e le straducole c:ontinuarono a portare il suo nome P, quellù della sua casa. E continua Fontamarn. Case che non sai se siano macerie, macerie che sono ancora case. Odor cli !)figlia e di urine. Uomini faticati, seguono chini gli a ini chini. Donne belle di giovinezza, a\·vizzi cono al sudore e bimbetti nudi e bronzei giocano nella pula. Gli uomrni si iscri\"ùno ai partiti, le donne hanno il diritto di voto. Re:stano In burocrazia, i cara binieri, il padrone lontano. Ugo Zatte.rin. FIGURI Ritrovamento di un cadavere Giovanni Ansaldo è stato fermato su un treno mentre viaggiava travestito da militare alleato. E' riuscito difficile a tutta prima stabilire la sua identità; l'abitudine a mentire e a mutare casacca e lo sbalordimento di esser stato acciuffato, gli impedirono per alcuni minuti di ritrovar sè stesso Disse di esser stato un giornalista socialista, di av;r fatto della propaganda radiofonica, di essere una spia, di aver venduto elogi sperticati a Mussolini, di essere stato un amico di vari Stati esteri e un nemico degli stessi in diversi periodi. Sul principio i poliziotti pensarono che si trattasse di Marco Ramperti, del quale mancavano notizie da tempo e che pareva strano non fosse riuscito ancora a fuggire dal carcere di Venezia. Tradotto in Questura l'ex direttore del Telegrafo veniva riconosciuto da una prostituta fermata per commercio di stupefacenti e d6po l'identificazione dichiarato in arresto. Si è in attesa che le autorità giudiziarie istruiscano il processo e che alcuni colleghi, i quali senza bisogno di travestimenti si son fatti editori di giornali umoristici, compilino un memoriale per dimostrare che Ansaldo fu antifascista della prima orà, l'anno precedente a quello in cui divenne fasci sta della seconda. li detenuto è stato posto in una cella con una raccolta completa delle sue conversazioni radiofoniche contenenti la dimostrazione logica e la giustificazione storica della immancabile vittoria dell'asse e dell'italianità della Corsica. La notizia del suicidio è smentita: Giovanni Ansaldo è uno di quei cadaveri che continuano a camminare. PltlgrUU Dunque, anche Pitigrilli « era de/l'Ovra »: le te· stimonianze, le accuse precise riempiono un dossier di oltre duecento cartelle. L'ultimo scritto del «brillante umorista» - quando lo avremo arrestato - sarà soltanto il memoriale di difesa oggi caro ad ogni inciminato politico. Su Pitigrilli il capitolo è chiuso; ma resta aperto ravvivato da/1' «incidente» di questo untorello, un più grande problema: il problema del doppio gioco degli intellettuali, degli uomini di lettere, degli scrittori, dei giornalisti, di quanti insomma si fecero portavoce, per un pubblico piccolo o grande, di un pensiero al quale apposero la convalida del loro nome. Per noi, il problema non merita, perchè lo si risolva, tante amletiche incertezze: chi scrisse per il fascismo o fu in buona fede o non lo fu; in tutt'e due i casi - ma soprattutto se barò al gioco, parlando in malafede - non lo vogliamo, oggi, fra noi. Noi crediamo che sussista una scala di valori e di responsabilità fra lo spazzino che del suo pensiero parlava a se stesso e alle immondizie raccolte dalla strada, e l'intellettuale che ogni giorno parlava a migliaia e migliaia di uomini. La parola scritta è l'arma più valida per difendere la libertà o per ucciderla. Chi scrive impegna tutto se stesso; per le sue debolezze morali non ha attenuanti nè giustificazioni; non v'è doppio gioco che discrimini chi ha tradito nello spirito la parola della libertà o chi con le parole abbia tradito il suo spirito. Su Pitigrilli il capitolo è chiuso. Ma non lo è ancora su troppi altri. E resta aperto il problema. Appellus rinviato alle Assise ROMA, settembre - Mario Appelius, il più fanaftco degli 1 apologeti del regime fascista, sarà giudicato dalla Corte d'assise di Roma entro il mese di novembre e dovrà rispondere di atti rilevanti per il mantenimento del fascismo al potere. lnf atti il P. G. ha dep-0sitato la sua requisitoria che chiede il rinvio al giudizio dei giurati dell'Appelius, accusato di avere anteriormente e fino al 1943, fatto un 'accesa propaganda in favore del fascismo e della guerra con articoli di _giornali e con conversazioni radiofo1:iche. Nella requisitoria si parla di Appelius come del più fazioso radiocommentatore, scelto per la sua fedeltà al fascismo e per il suo odio contro la Gran Bretagna, tanto che soleva porre termine alle sue invettive con l'invocazione « Dio stramaledica gli inglesi». Si deve alla fantasia dello stesso Appelius la trovata del famoso « spettro radiofonico». Appelius, quantunque sia stato ricoverato vario tempo ali' ospedale per sospetto di tumore al cervello, per cui si profilò l'ipotesi che il magpiore propagandista del defunto regime fosse un mentecatto, si è difeso abbastanza abilmente nei suoi interrogatorii. « Non ebbi mai la tessera fascista. Non ricoprii mai cariche nel partito - ha affermato tra l'altro. - Ciò non vuol dire non abbia creduto nel fascismo inteso come movimento a rendere l'Italia grande, ricca, socialmente progredita». Lo scrittore, che fu per lunghi anni inviato speciale del « Popolo d'Italia» dal quale percepiva un ingentissimo stipendio cui davano il loro contributo i fondi segreti della Presidenza del Consiglio, ha sostenuto dinanzi ai magistrati che molti dei suoi famigerati articoli sul giornale milanese gli vennero imposti; ma ha anche ammesso di non essersi reso conto che la guerra a fianco della Germania era contraria ai sentimenti e agli interessi dell'Italia. Tuttavia verso la fine del 1942, avverti che le cose non andavano per il loro verso, ed ebbe allora un cofloquio con Mussolini che lo tranquillizzò completamente. Qualche tempo più tardi, persistendo la crisi di coscienza, Appelius ebbe un successiYo abboccamento con Mussolini. Questi lo ricevette freddamente e alle rivelazioni del giornalista tagliò corto chiedendogli: - Siete anche voi contagiato di disfattismo 7

Bi TECNICA .T ulti ricorderanno il grande scalpore 1negli Stati Uniti circa dieci anni or sono dei tecnocratici. E sollevato dalle tesi Secondo costoro le crisi che turbano periodicamente e tragicamente lo sviluppo de/l'economia ca- _pitalista sono dovute al fatto che mentre la produzione, valendosi della tecnica moderna, procede con incrementi fortissimi, le possibilità di consumo delle grandi masse non si sviluppano con parallela progressività. La colpa di questo squilibrio è attribuita alle inestricabili sovrastrutture che soffocano la tecnica produttiva (costi, prezzi, salari, profitti, cambi, debiti, oro, ecc.) determinando periodicamente eccedenze di produzione non smaltita e quindi disoccupazione, miseria, avventure politiche, imperialismi e guerre devastatrici. Per porre rimedio a raie situazione secondo i tecnocratici sarebbe necessario sostituire la economia liberale individualista, con una economia pianificala; sostituire la moneta a base aurea con titoli rappresentativi dell'unità di misura « energia »; far partecipare le masse ai vantaggi della tecnica e della aumentata produzione; o soprattutto affidare la cosa pubblica, non a politici, filosofi e finanzieri, ma ad esperti tecnici ed a economisti convinti della verità .del verbo tecnocratico. « Noi dobbiamo porci dinnanzi al fatto - scriveva Howard Scott - che il mondo sta attraversando una crisi che è essenzialmente tecnologica per cui nessuna soluzione è possibile se non concepita da un punto di vista tecnologico ». Questo orientamento verso una più attenta considerazione del posto che deve essere riservato ai dirigenti il processo produttivo in una nuova società collettivista trova eco notevole anche negli scritti di alcuni laburisti inglesi. Senza arrivare alle tesi estremiste dei fautori della tecnocrazia, il professor Colle, ad eesempio, in un suo lavoro sulle « Moderne teorie e forme della organizzazione industriale >> sostiene che nella /ase attuale del capitalismo l'effettiva condotta degli affari non dipende dagli azionisti ridotti al ruolo di semplici « tagliatori di cedole » m;; a dirigenti stipendiati che tendono pertanto ad acquistare sempre più coscienza del loro ruolo determinante. T aie evoluzione: 1) consente al dirigente di orientare la sua azione con prospettive sociali più libere ed umane; 2) diminuisce in esso il sentimento di essere in guerra coi lavoratori come rappresentante delle potenze del danaro; J) aiuta l'affermarsi nei dirigenti di una linea di condotta ispirata alle vedute professionali ed agli interessi generali. Sempr:e secondo il Colle, in una società socialista .come in una società capitalista i dirigenti scelti tra persone competenti, le quali saranno poste alla dipendenza dei superiori organi di controllo e di coordinamento economico. I metodi educativi sòcialisti estrarranno d'altra parte dalle masse grz.ndi energie, ora latenti, che rivoluzioneranno le possibilità organizzative e produttive dell'intero sistema economico. Il ruolo che i dirigenti sono destinati ad assumere in una società socialista non ha mancato tuttavia di creare, in certi settori, delle apprensioni presto tradotte in prospettive piuttosto paradossali. Cosi nel 1941 un autore americano, ]ames Burnham, in un suo libro sulla rivoluzione dei direttori (The Managerial Revolution) ha sostenuto la tesi che la classe rivoluzionaria destinata a sostituire i capitalisti nei posti di comando, ed a costituire l'impalcatura della nuova società collettivista, non sarebbe quella proletaria, ma bensì quella dei direttori di azienda. Le Tivoluzioni svoltesi tanto in Russia quanto in Germania non avrebbero avuto altro risultato, pur sotto la copertura di diverse ideologie, che quello di porre in primo piano un gruppo di funzionari economici che controllando il meccanismo statale e quello delle grandi aziende, venivano praticamente ad essere i dominatori -di fatto dell'ordinamento sociale. Ne risulta, secondo il Burhnam, che mentre il proletariato, avente una coscienza di classe, lotta per l'estensione dei poteri dello Stato, e la riduzione dei poteri del capitalista, non è a suo vantaggio che tale trasferimento di poteri avviene ma bensì a vantaggio di una burocrazia statale e aziendale, tecnica ed amministrativa, che pur senza avere una chiara coscienza di classe finisce coll'essere investita di una forza di governo ogni giorno sempre più estesa. Siamo evidentemente di fronte a schemi storici molto arditi, che non possono certo essere accolti nella loro totalità, ma che comportano tuttavia un avvertimento degno di seria considerazione. Dal punto di vista della dottrina socialista infatti non basta risolvere il problema del « che cosa controlla lo Stato», ma è necessario risolvere anche il problema del « -chi controlla lo Stato». A nostro avviso la questione dovrebbe tuttavia essere posta nei seguenti termini: I) la figura dell'imprenditore, proprietario e condottiero di una grande industria, è destinata a perdere progressivamente di importanza nella organizzazione futura della produzione; 2) la condotta dell'economia attraverso un « piano » crea e potenzia due classi di funzionari economici e tecnici; quelli dipendenti dalle aziende produttrici, e quelli dipendenti dal sistema statale, o dalle grandi organizzazioni economiche; J) se è vero che storicamente tali funzionari sono sempre sfati l'espressione delle direttive e degli interessi dell'imprenditore, come singolo o come classe, è anche vero che tale situazione di dipendenza si va progressivamente attenuando e che i funzionari sia statali che privati tendonq sempre più a criteri tecnici o politici che si allontanano dalla linea del margior profitto aziendale. RIVOLUZIONE con la base e che tanto l'una che l'altra abbian;J una ' 1 sufficiente conoscenza della tecnica del processo economico per poter fare da freno ad ogni tendenza sa dei lavoratori e cercano di conservare una situazione di indipendenza che valga ad assicurare loro , un ruolo quasi arbitrale nella futura organizzazione sociale. E' arbitrario tuttavia trarre da ciò la deduzione che i funzionari dirigenti le aziende, o l'apparato economico statale, tendono a divenire di tanto Berna CtmU••• llberazloae Nazi••••• la Svizzera i dittatori della società nuova; 5) l'esistenza di forze politiche inquadrate nei partiti e aventi la possibilità attraverso questi e attraverso il Governo di scegliere od influenzare le grandi direttive dell'azione economica, congiuntamente alla possibilità di controllo svolta alla base dalle masse lavoratrici, può costituire un adeguato contropeso a qualsiasi pericolo di strapotere da parte dellà burocrazia; 6) perchè questo equilibrio tra alta direzione politica, direttiva tecnica (burocrazia) e controllo di base, abbia a svolgersi adeguatamente è necessario che l'alta direzione politica sia in stretto contatto esclusivista ed egemonica della burocrazia; 7) soprattutto è necessario che la burocrazia non costituisca una classe chiusa, ma che essa sia continuamente epurata dai suoi elementi incapaci o antisociali e rinsanguata con elementi aventi adeguata preparazione, maturati attraverso la lotta politica o estratti largamente anche dai settori popolari operai, contadini, impiegatizi, artigianali, attraverso una scuola di grado superiore aperta a tutti i ragazzi meritevoli e chiusa a tutte le nullità. Il problema della scuola viene cosi a porsi al centro della riforma sociale, ed esso deve essere quindi affrontato con la necessaria spregiudicatezza, rapidità ed energia rivoluzionaria, perchè dalla sua soluzione dipende in larga misura la possibilità di instaurare, inquadrare e migliorare una vera società socialista. Virgilio Dagnino. Croaaebe. dell'emigrazione Italiana Zurigo GIIaatlfasclstl alla Casadtgll Itallaal Sabato, 15 settembre, in serata. con una bella ~P semplice manifestazione gli antifascisti italiani di Zurigo, già dissidenti dalla Colon:1n libera, si sono recati alla Casa degli Italiani, rendendo così effettivo il rappacificamento dell~ due parti. E' intervenuto un <folto pubblico, la sala del teatro era quasi piena; gli antifascisti al completo. La Bandella ticinese suonò alcuni pezzi cli musica prima nel cortile della Casa. l)Oi nella sala, ri ·cuotenclo clei ,ivi applausi. A presidente di giornata ,·enne eletto per acclam,1zione il compagno Annuzzi. La nunione Yenoe aperta, con bre,·i ed appropriate parole dal compagno Armari, al quale seguì prima il compagno Buzzi che indicò la decisint importanza dell'iniziati ,·a presa dall'antifascismo militante di Zurigo, poi il prof. Chiostergi \I quale illustrò la ituazione italiana sulla se0rta della tanta esperienza acqui ita nel recente Italia; egli si riferì anche ai c.:>mpiti pa senti e futuri dell'emigrazione. viaggio in a ti e :)reE' tata dunque anZ1onata alla Ca a degli Italiani la conciliazione tra la Colonia lìbera italiana di Zurigo e quegli antifascisti che di · entendo da certi criteri organizzati\•i e atteggiamenti di que ta a,·ernno assunto nei suoi confronti un atteggiamento di n~tta 011'.)0sizione, raccogliendosi attorno alla Scuola libera. ·01 ci rallegriamo di tutto cuore per la ristnbihtn concordia e speriamo che Si possano relegare per empre nel museo delle anticaglie gli episodi spiacevoli cbe banno accompagnato il conflitto. Ferrua rimane invece la scissione tra gli elementi che i trovano concordi in una incera condanna clel regime fascista e nella volontà di contribuire alla lotta per la nuova Italia democratica, ~ coloro che furono im·ece i complici. i sostenitori attivi e i profittatori del fascismo e gli abbietti esecutori, le spie, i provocatori ecc. I discol'si pronunciati• i! 15 settembre alla Casa degli Italiani. hanno trovato l'unanime consen ·o e non lasciano sussistere alcun dubbio sulla ferma intenzione degli italiani stretti attorno alla Colonia libera d1 mantenere anche nel ra neni re tale sC'isi::ione.Ed è hene che sia co--1. L'accordo gioverà ad ambedue le pal'ti: eh\ un lat0 gli antifa cisti militanti ritroveranno il contatto con la mai:: a, enza il quale tutta la loro azione, è conclaonata alla ·terilità; r0rganizzazi0ne del'.a colonia libera non potrà che an-antaggiar i dell'adesione di un gru:ipo di uomini cli prornta fede, •battaglieri ed t>sperimentati, che hanno dimo trato praticamente la loro capacità creando e mantenendo )n vita attra ,·erso difficoltà di ogni SJ~cie la «Scuola Libera». Quel vassato di azione, di lotta, costituì ::e però non solo un titolo d'onore per gli antifasci ·ti. ma anche un impegno di lavoro intenso e . eno. ~on mancheranno certam':!nte le occasioni agli attivisti, tra e si! In linea generale sarà nece sari') allargare la cerchia clei rpartecipanti attivi alla dta della Colonia libera e mantenere in <>s a un'atmo ·fera di cordialità e di stima reciproca col praticare rigidamente nella vita interna dell'organizzazione e nella ·ua attività esterna le regole del la democrazia. Chiarita una volta per semprt> la situazione 11e1 confronti di quelle persone con lt> qua li nes unv mole a,·ere più nulla a che fare. his0gna n nostro parere transigere con coloro che Yengono orn a noi do:>o essere stati sia in eguito a passioni, . ia per paura, per ignoranza o S<:>lpoer ind1ffereuzu i seguaci passi vi del fascismo ; non si dovrebbe più perdere troppo tempo a sezionare ognuna <li queste per one e urlare allo scandalo se dopo lunghis ime ricerche o dopo aver ruminato per chi· à quanto tempo nella propria infallibile memoria s1 riesce a scoprire che nel corso dei « venti unni " quel tale una YOlta... ecc. Vi sono degli altri comJiti concreti più degni delle nostre cure. In primo luogo quel lo della Scuola libera. Liquidata la scuola paritetica fascista, si manterrà in vita il doposcuola, runica forma di scu()la italiana che abbia una vera ragione d'e sere in Svizr.era. Si è già raccolto un buon numero d'iscrizloni, trnvat-0 il per.·onale )nsegnantc. si tratta ora di assicurare alla scuola i mezzi per funzionare. Sarà poi necessario ri:>rendere al più presto pos- .·iblle quelle lezioni di cultura quindicinale politica c·he furono una delle ~nizlatirn più felici e fortunate della Scuola libera e del prvfe sor Scbla vetti. Avvicinandoci all'Inverno ,sarà un dovere per gli Italiani di Zurigo di pensare ai loro compatrioti in lria, esP,"l>Stai lla fame, al freddo, alla cltsoccupazione. Bisognerà com'.)iere il massimo degli sforzi per lenire quelle sofferenze. Come si vede. non rnancauo le occasioni di laYoro per gli attivisti, anche al cli fuori clegh esercizi della memoria. Aldo Sampltrl informaferc dtll' Ovra r giornali Italiani hanno pubblicatv i nomi di alcuni figuri agenti della polizia segreta fascista, la Ovra; tra gli altri abbiamo letto quelli di Cassinelli, Del Re, Aspettati. Cousani, e di due che compivano la loro opera nefasta tra gli italiani residenti in Snzzera, Baldacci in Ginevra e Aldo Sampieri in Zurigo. A. Sampieri è conosciutissimo negli ambienti antifascisti di Zurigo, nella quale città risiede da decenni esercendo,·i un negoz10 di generi alimenta1·i. Ha un pa sato politico as ai variopinto: repubblicano prima ,aderì poi al Partito re~ubbllcano socialP, poi a « Giustizia e Libertà », ultimamente s1 era iscritto al Partito Comunista. ::\!oralmente egli era già squalif:icato presso tutt.:>un settore dell'antifascismo per alcune sue indegne azioni ; la Scuola L11 beru Italiana lo a ,·eva espulso. :\folto invadente per carattere, ora sappiamo che lo era anche per assolvere meglio il suo triste compito, e grande lavoratore, eglt riesclva empre a intrufolarsi in una delle tante associazioni italiane di Zurigo, e ad emergere. L'ultima volta tale giuoco gli era riuscito nella Colonia Libera, della quale era diventat'.> il segretario . Il Partito Comunista e la Colonia Libera hanno subito delibernto l'espulsi.:>ne della spia, la Colonia compirà poi anche una inchiesta ~)er ap:)llrare con precisione tutti i fatti relativi al caso e per lnd:- Ylduare ~ventuali altri informatori. CemltatoCentraleColoaleLibereltallaat li Comitato centrale della Federazione Colonie Libe1·e italiane è stato e0nvocato in sPduta straordinaria domenica 16 settembre. • Erano pre enti i rappresentanti della Colonia di Zurigo, cli quella di Ginevra, Basilea, Sclaffusa e il delegato p':lr la Svizzera orientale. Era rappresentat'> l'e ecutivo federale. 1I C'.L.N. di Zurigo e il C.L.N. in Sv. Le trattande all'ordine del giorno erano le se- .g~1enti: 1) Ricostituzione ùell'Es~cutiYO. 2) Pagina dell'F,migraziooe italiana. 3) Varie. Pre idente di givrnata era stato nominato l'amico prof. Chiostergi. Tutti i compagni intervennero nella discussione po1tand'> ognuno il proprio contributo al fine di raggiungere una int':lsa armo111ca e fattiYa. Le trattande furono svolte con lo spirit.:> di compren ione e cli serietà che contraddistinguono oramai tutte le nostr<' riunioni. Le conclusioni furono le segu<:?nti: La nuova costituzione dell'esecutivv è Jrov,·isoria e i delega Ginevra ad a sumere l'esecutivo, la presidenza e la segreteria della Federazione. Si decide la con,·ocazione del convegno delle Colonie Libere italiane in data fissata per il 14 <:>ttobre a Lugano. Per il e0nvegno cli Lugano è tato accettato il seguente ordine del giorno: 1) Verifica dei poteri e nomina della presidenza. 2) Relazione sull'opera svolta dalla Federazione. 3) Epurazione nelle collettiYità italiane in Svizzera, per raggiungere l'unitù delle nostre colo111e. -!) Rappresentanza clegli italiani all'e tero e loro partecipazione alla Con ulta e alle elezioni della C0stituente. 3) Rappresentanza diplomatica e con ·oJure italiana in s,•izzera e proposta di istituire un se1·- vizio ~ociale presso ogni consolato generale. G) Organizzazivne della Federazione (Statuto) e nomina del Comitato Il'ederale. Pubblicazione dell'organo uffic-iale delle t Colonie Libere» (Federazione). 7) Varie. Coaf ereaza 'fr•■rhet su Mollntlla Invitiamo a partecipare alla riunione elle a\'l'tt luogo il giorno 3 nttobre alle ore 20 nella sala bianca del Volk._haus. Il compagno TMnchet dl Ginevra 'J)arle1•à in francese illu trando il plano dell'opera di soccorso In favore ciel Comune agricolo di ì\Iolinella, che 11 Socevrso Operaio svlz1.ero (Schweizerisches ArbeiterHilfswerl,) sta organizzando. Il compagno Tronchet, che si è recato or è poco In Italia. riferirà inoltre f:Ulle sue impressioni di viaggio. Si è riunito domenica nel pomeriggio a Berna, tempestivamente conYocato, il C. L. N. in Svizzera. Erano presenti I delegati ciel Partitv Democristiano, riel Partito ·comunista, del Partito Repubblicano e del Partito Socialista. Dopo una discussione preliminare di chiarificar.ione, è :;tato .1crettato l'ordine del giorno stabillto dal Comitato C'entrale della Federazione delle Colonie Libere, per 11 convegno che avr,\ luogo a Lugano il 14 di ottobre. 11 C. L. K. iu Svizzera ha pure ùeci:;o di invitare il C. L. N. Alta Italia ad im•iare un suo rappresent,tnte al con,·egno di Lugano. SaJpiamo che il C.• ·. L. A. 1. ha accettato l'inYito e iud1chiamo che li cvmpagno Rodolfo Morandi presidente del C. L. X A. 1. sarù presente fra noi a Lugano il 14 ottobre. Baallea Assembleadella Coloala Libera Sabato 22 ha avuto luogo a Basilea un'assemblea con l'intervento del -console Vie!. Si sono discussi Yari problemi come quello della costituzi.:>ne d'un omitato di Liberazione Nazionale locale che donebbe es ere eletto non nell'ambito d~lla colonia libera ma da un'assemblea composta <la tutti gli italiani re ideati a ,Basilea. Il procedimento sarebbe quindi diverso <la quello di Zurigo dove il comitato nazionale locale è composto da nlppresentanti dei rnri partiti aggiunti a. quelli delle associazioni esistenti nella colonia. Si è inoltre discusso l'invio di delegati al convegn0 delle colonie libere di Lugano, l'amm1ssione di nuovi soci ed infine il problema dell'epurazione. Da tutta la discussione abbiamo avuto l'impressione che in quanto concerne l'epurazione è decisivo lo sviluppo della s1,tuaziooe italiana. Finora aV\·engono fatti sorprendenti. Il consvle Yl.1tale prima a Basilea era stato sospeso dalle sue funzivni. Egli che proveniva dallo squadrismo non pote,·a aspettarsi altro. Tornato a Roma però lo attende,·a una heta sorpresa: venl,rt pienamente 1-eintegrato nelle sue funzioni ed otteneva persino un po to di fiducia. Se in Italia le iose stanno ancora a questo punto molti fatti che avvengon0 all'estero trovano la loro spiegazioM. Solo la lotta dei partiti proletari condotta felicemente a termine, l'abbattirpento della monarchia e la creazione d'una repubblica solidamente sorretta dall~ correnti progressiste, potrà ris.:>lvere a fondo il problema dell'epurazione. Esso non va inteso come sterile ed incivile atto di vendetta; ma deve a,·ere i suoi limiti ed i suoi sco!)I. Esso deve allontanare dai posti politici delicati persone che potrebbero sab.:>tare e minare le basi del nuorn Stato. Bisogna evitare in Italia Il ripetersi del dramma spagnolo. Il co)po d1 mano di Franco fu dovuto appunto alla mancata epurazione oolla prima repubblica spagnuola che lasciò uomini pericolvsi negli alti uffici dell'esercito e della burocrazia statale. Noi/zia rio Trenta milioni sequestrati all'ex presidente del Tribunale Speciale. - Rom.a, settembre. Guido Cristini, ex presidente del Tribunale speciale, di cui è stato più vdlte erroneamente annunciato l'arresto, continua a rimanere ucce1 di bosco. Si apprende che le operazioni di sequestro condotte ora a termine su tutti i beni immobili di sua proprietà. consentono di stabilire che l'ammontare complessivo di essi supera i 30 milioni. Le ulti1me truppe brasiliane hanno lasciato l'Italia. - NlpoJi, settembre. L'ultimo scaglione delle truppe del corpo di spedizione brasiliano, composto di 133 ufficiali e 2647 uomini di truppa, è partito ieri da Napoli diretto a Rio de Janeiro a bordo di una ruwe-lraspor.to nordamericana. L'emigrazione italian,a nel Sud-America. - Roma, settembre. Sono stati iniziati da parte italia. na, secondo quanto apprende l'« Ansa », scambi di dati e di notizie e prese di contatto con glt organi cornpelenli del Brasile, Argentina e Perù, allo scopo di studiare le possibilità. di avviare corr~nli migratorie verso tali Paesi. Si tratta tuttavia di conversazioni del lutto preliminari. Si a,pprende irwltre che il Governo italiano solleciterebbe a I avore dei lavoratori che emigreranno un insieme di provvidenze, già. in corso di ela.- borazione, afte a garantire loro u.n trattamento che li equipari, per quanto è possibile, alla mano d'opera loca·te. Parla Pacciardi - A Terracinia, il glorioso comandante della Brigata Garibaldi, ha tenuto un comizio davanti a migliaia di ascoltatori. Pacciardi, ora segretario generale del Partito Repubblicano, contin1U1 la sua energica campa• 6na propagandistica contro ·1a Monarchia. L·oratore, dopo aver affermato che la monarchia è responsabile della disonorevole situazione iffllia.na, ha aggiunto che i nostri diritti devono essere di/ esi dai democratici e dagli antifascisti e non da monarchici o da nazionalisti. Pacciardi, dopo aver sottolineato l'indispensabilità della costituente, ha espresso il desiderio che tl pwssimo convegno di Londra non crei falsi imperialismi. " Poco ci importa delle colonie di prestigio - ha concluso Pacciardi. - Ci interessa l'integrità ILazionale e Trieste italiana. ,,

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