L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXV - n. 10 - 30 maggio 1944

Bi Per la federazione europea Compitie responsabilitàdei socialisti ing·lesi In questi giorni avrebbe dovuto aver luogo in Inghilterra il congresso annuale del Partito Laburista che, tra l'altro, dovrà stabilire la futura politica del proletariato inglese nelle questioni internazionali. L'importanza delle decisioni laburiste per l'avvenire dell'Europa, non può essere da alcuno sottovalutata, specie ove si accetti come verosimile l'ipotesi che al Partito Laburista spetterà, in successione al governo di Churchill, la direzione della politica inglese subito dopo l'armistizio. Incomberà, allora, al Partito Laburista l'immane compito della ricostruzione economica, sociale e politica della comunità inglese che non potrà essere risolto nei quadri dell'attuale struttura imperialista; e accanto a quello, ma non dopo di quello, incomberà, altresi, al P. L., una volta al potere, il compito, non meno nobile ed essenziale del primo, di contribuire, energicamente e decisamente, all'avvento ed al consolidamento della rivoluzione democratica e socialista in Europa, e ad una intima unione - politica ed economica - di questa Europa, cosi rinnovata e federata, con le repubbliche socialiste sovietiche; senza di che la prossima pace non sarà che una sinistra pausa preparatrice di una terza guerra mondiale. Se cosi frequentemente su questo foglio offriamo ai lettori larga documentazione sulle correnti politiche demo-socialiste in Inghilterra, non è per fatua ed anacronistica anglomania (i nostri documenti, anzi, come i lettori avranno osservato, sono, per lo più, a ragion veduta, molto critici verso l'Inghilterra ufficiale) ma, perché siamo convinti che sia di importanza fondamentale realizzare con le forze democratiche e socialiste inglesi una completa e robusta intesa e collaborazione in ordine alla attività e agli scopi suaccennati. In attesa che l'annunciato, e per ora rinviato, congresso laburista di cui sopra abbia luogo, e si possano, quindi, conoscerne i rapporti e le risoluzioni, diamo, per intanto, e qui di seguito, alcune info~mazioni a completamento di quelle degli scorsi numeri. Sulla «Tribune», settimanale di sinistra inglese, è stato pubblicato, col titolo «La politica europea del Partito Laburista inglese» un lungo articolo del deputato laburista Aneurin Bevan, che è stato cosi riassunto dalla «Tribune de Genève» del 12 aprile: «Dopo aver fatto la storia della politica inglese prima della guerra e dopo lo scoppio della guerra, Bevan constata che questa politica è stata sempre più influenzata dai partiti di sinistra. «Ciononostante durante i due ultimi anni la debolezza della rappresentanza laburista in seno al governo ha permesso ai conservatori di eliminare qualsiasi segno di politica estera progressista. L'iniziativa è di nuovo sfuggita di mano alla sinistra; ma sarebbe un errore credere che l'abbia completamente ripresa la destra. La verità è che né negli affari interni né in quelli esteri, i conservatori hanno un minimo di filosofia coerente. A loro volta i laburisti hanno delle convinzioni, non delle tradizioni sulle quali poggiare una politica estera. E' per questo che c'è un vuoto nella politica estera inglese, ed in tali circostanze l'iniziativa passa all'America ed all'U.R.S.S. «Studiando la politica estera degli Stati Uniti, Bevan la paragona a quella della Gran Bretagna del XIX secolo, ma applicata con metodi moderni. In sostanza essa obbedisce alla spinta verso l'espansione del capitalismo americano, come la politica estera inglese esprime gli appetiti della sua finanza e della sua industria. Bevan non attende dall'America una politica estera progressista, qualunque sia il suo governo, democratico o repubblicano. Tanto l'uno che l'altro seguiranno una politica d'imperialismo, almeno fino a quando il popolo americano sarà disposto a fare per essa il sacrificio supremo. «Parlando in seguito della politica estera russa Bevan scrive: "Ma se l'America ci dà mal di testa, la Russia ci dà mal di cuore. I risultati ottenuti dall'armata rossa e le sue tradizioni rivoluzionarie fanno ottenere alla in "una condizione atomica,,, ossia a creare nell'occidente un certo numero di nazioni deboli, politicamente diverse dal punto di vista della loro organizzazione, con una cintura di piccole nazioni sotto la sua dominazione economica e politica, Bevan aggiunge che ciò sarebbe un errore. «In verità, l'unificazione dell'Europa deve essere un atto liberamente voluto dall'Europa stessa, e lo scopo dei laburisti inglesi dovrebbe essere il permettere il compimento di questa unificazione, il più facilmente e il più pacificamente possibile. E' proprio perché si è provato che non si può imporre con la forza un qualsiasi ordine a dei popoli che posseggono un'alta coltura ed uno spirito nazionale molto sviluppato, che qualsiasi tentativo di spezzettare la Germania non solo sarebbe un attentato alla civiltà, ma avrebbe conseguenze disastrose per la pace e il ristabilimento dell'ordine sul continente. «Concludendo Bevan preconizza la costituzione d'una confederazione delle nazioni occidentali dell'Europa, che dovrebbe vivere a fianco di una Germania e di una Austria sane, e di una Inghilterra progressista. Questa è la politica che dovrebbe seguire il Partito Laburista, giacché il mondo attende che si mostri una direzione più chiara e più intelligente di quella che si è vista fin'ora, e non esiste in questo momento un'autorità più adatta del Partito Laburista inglese per dare tale direzione.» Questo articolo, interessante per le osservazioni a proposito della politica estera dei conservatori e dei laburisti inglesi, degli americani e dei russi, ci sembra assai ingenuo per le proposte che affaccia sulla riorganizzazione dell'Europa. A parte l'assurdità di un'Austria che possa avere una «vita sana» indipendente dalla Germania, è per noi chiaro che, se non ci si prospetta la formazione di un organismo federale, con la esclusività degli armamenti ed il controllo dell'industria pesante, di cui la Germania possa far parte con diritti e doveri uguali a quelli degli altri stati-membri, senza pericolo che - per la sproporzione delle forze - essa acquisti una posizione di preminenza tale da trasformare la federazione stessa in uno strumento della propria egemonia, non è concepibile una politica generosa verso il popolo tedesco alla fine della guerra. Solo l'unità federale dell'Europa con la partecipazione dell'Inghilterra e della Germania potrà permettere la pacifica collaborazione del popolo tedesco all'opera di ricostruzione dell'Europa ed all'ulteriore sviluppo della nostra civiltà. L'unica alternativa seria che si presenterà ai paesi vincitori sarà una pace cartaginese che, spezzando l'unità del Reich in tanti piccoli stati, imponendo ai tedeschi il disarmo unilaterale, demolendo la loro industria pesante e controllando la loro politica interna li renda inoffensivi per il periodo più lungo possibile. Noi non crediamo che questa soluzione - che aggraverebbe straordinariamente la miseria ed esaspererebbe gli odi già tanto gravi - potrebbe assicurare la pace per molto tempo, perché si richiederebbe un continuo accordo fra le tre grandi potenze - Gran Bretagna, Stati Uniti, Russia - che hanno interessi fra loro contrastanti, e perché non ci sembra che essa possa conciliarsi con la permanenza delle istituzioni democratiche in Inghilterra. Ma stabilendo delle condizioni molto più onerose per la Germania di quelle contenute nel trattato di Versaglia, comprendiamo che si possa avere la speranza di far durare la pace qualche anno di più di quello che è durato il periodo fra le due guerre. E per uomini politici di corta vista un tale risultato può anche sembrare soddisfacente. Quel che non riusciamo invece a capire è che, dopo la tragica esperienza degli ultimi anni, ci si possa ancora prospettare, come fa Bevan, una riorganizzazione dell'Europa che non tenga conto dell'estrema gravità del problema tedesco. Russia un posto speciale nella simpatia dei Per ora non troviamo dei sintomi che ci persocialisti; tanto che molti di loro sono pronti mettano di sperare altro che se ci volgiamo ad accettare ch'essa dia il tono in tutte le alla attività di particolari gruppi che costiquestioni riguardanti le relazioni interna- tuiscono le pattuglie di punta def partito: spezionali. Questo rappresenta non solo una ri- cialmente il gruppo dei collaboratori del New nuncia a qualsiasi giudizio, ma è anche voler S t a t e s man a n d N a t i o n ' il Gruppo Soignorare il fatto fondamentale che la Russia cialista di Avanguardia, che si raccoglie inha avuto la sua rivoluzione e noi no. Essa ha torno alla rivista S o ci a 1i s t C o mm e n - quindi tendenza ad avere una visione diversa t a r Y, ed il gruppo della F ab i a n S o - dalla nostra dei propri bisogni. C'è stato un ci et Ytempo in cui gran parte dei socialisti crede- Il N e w s tate s m a n a n d N a t i O n , vano che tutto dovesse essere subordinato al l' autorevole settimanale diretto da Kingsley problema della difesa della rivoluzione sovie- Martin, l'autore di T h e Magi c O f MO _ tica. Ma sarebbe uno strano pervertimento del n a r c h y che pubblica scritti di H. I. Laski, socialismo se si arrivasse a pensare che questo giurista di fama mondiale e vice presidente del risultato può solamente essere conseguito im- Partito Laburista, di G. D. H. Cole, economista pedendo dovunque il progresso.,, e sociologo noto per i suoi studi sul marxismo «Dopo aver sottolineato che la diplomazia e sul sindacalismo, e di molti altri fra i migliori sovietica teme il ritorno dell'aggressione capi- scrittori socialisti - fin dal principio della tailista e f embra tendere i tenere l'E _ a: ~uerrcompre sostenuto le tesi federaliste e continuamente pungola il pesante Partito Laburista per incitarlo ad uscire dalla gretta politica degli interessi sezionali inglesi, e farsi difensore, con una politica lungimirante, degli interessi generali dei lavoratori di tutto il mondo. Fra le iniziative del Gruppo Socialista di Avanguardia, una delle manifestazioni più significative è stata quella del convegno tenuto a Londra nell'aprile del 1942, a cui presero parte J ef Rens per il Belgio, Willi ·Eichler per la Germania, Bernard Drzewieski per la Polonia, Louis Lévy per la Francia, Paolo Treves per l'Italia e Georges Green per l'Inghilterra. I discorsi di questi oratori furono raccolti in un opuscolo che noi abbiamo già recensito. Dallo stesso gruppo emana l'appello per la federazione europea da noi pubblicato nel numero scorso. La politica federalista ha trovato comunque un validissimo sostegno nella F ab i a n S o - c i e t y , la organizzazione di studi che, con le sue ricerche e le sue proposte, negli ultimi cinquanta anni ha avuto tanta influenza per determinare la politica del Partito Laburista e per segnare le direttive generali della legislazione del parlamento inglese, specialmente per le questioni di carattere sociale. Uno degli opuscoli più interessanti della F ab i a n S o c i e t y è quello pubblicato nel maggio del 1942 (no. 256), col titolo «Una parola sull'avvenire ai socialisti inglesi» che contiene la proposta di un completo programma, in cui la ricostruzione della Gran Bretagna viene presentata come un particolare aspetto della ricostruzione socialista del mondo. Stralciamo da questo opuscolo il seguente brano che riguarda in modo particolare il problema dell'organizzazione internazionale dell'Europa: «Le conseguenze economiche della divisione politica dell'Europa in uno sciame di piccoli stati indipendenti sono state quasi sempre pessime. Tale divisione ha condotto ad erigere malsane barriere sulla via del commercio internazionale. Essa ha condotto alla produzione, a costi elevati, all'interno di queste barriere, di beni che avrebbero potuto essere prodotti molto più a buon mercato altrove. Ciò impedì di sviluppare un sistema di trasporti per l'intera Europa. Lasciò alcuni paesi senza sbocchi commerciali, e forzò il commercio e gli scambi dentro ogni sorta di canali artificiosi. In breve, fu l'origine principale della miseria europea e per conseguenza del malcontento rivoluzionario da cui trasse partito il fascismo. «Sarebbe il colmo della follia se i popoli di Europa, dopo l'abbattimento del nazismo, dovessero ristabilire quelle barriere sul cammino del loro comune benessere. Ma è appena concepibile che le barriere non siano ristabilit-e se dopo la guerra l'Europa sarà nuovamente divisa in un gran numero di stati sovrani completamente indipendenti, ognuno rivendicante il diritto di regolare i suoi affari nell'esclusivo interesse della propria "nazione", senza riguardo agli interessi comuni di tutti i popoli. Il rimedio a questo pericolo è l'internazionalismo, vale a dire l'unificazione delDi~ionario Partito Laburista (ingl. Labour Party). Partito Socialista Britannico, membro della I.O.S. Nelle elezioni del 1935 ha ottenuto 168 seggi alla Camera dei Comuni su 615. Il Partito Laburista è composto dei sindacati (Trade Unions), di società socialiste e· cooperative che sono membri collettivi e di organizzazioni politiche locali consistenti di membri individuali. Il programma socialista del Partito è di ispirazione prevalentemente fabiana, moderato, evoluzionista e democratico. Esso tende alla nazionalizzazione dell'industria e dei trasporti, all'economia pianificata ed all'abolizione della distinzione di classe che è considerata interesse di tutti. Questa meta sarebbe da raggiungersi non in modo rivoluzionario ma attraverso un processo evolutivo graduale, alla legislazione sociale ed un'estensione del controllo dello stato sulla vita economica. Il programma non è marxista ma i metodi e la fraseologia del marxismo sono spesso usati ed il partito appartiene ad un'internazionale su fondo marxista. L'originario radicale pacifismo ed anti-militarismo sono stati abbandonati col sorgere della minaccia nazista e per anni il partito ha invocato un atteggiamento decisamente anti-nazista della politica estera britannica. Il Partito Laburista, ha preso due volte parte al governo (nel 1924 e nel 1929-31), ma ambedue le volte soltanto quale minoranza ed allora non venne presa alcuna misura di nazionalizzazione. Jarnes Ramsay MacDonald, il leader del partito, rimase tuttavia anche dopo il 1931 nel governo (di carattere conservatore), e per questo fatto venne espulso dal partito. MacDonald costituì allora il Partito Laburista Nazionale (National Labour Party) che conta un piccolo numero di aderenti ed 8 seggi alla Camera dei Comuni. Dal 1931 il Partito Laburista rimase all'opposizione rifiutando anche di partecipare al gabinetto di guerra all'inizio delle ostilità. Successivamente, con !"ascesa di Churchill al potere, esso diede, sicl'Europa, o di quanto di essa possa essere unificato, sotto un patto comune, con sufficiente potere centrale per assicurare l'adozione di un piano comune. Anzi per prendere due esempi: è perfettamente chiaro che tutta l'Europa dovrebbe avere un sistema comune di trasporti per ferrovia, per via fluviale e per grandi autostrade, come pure per aria e per mare; ed è non meno certo che il commercio europeo dovrebbe essere organizzato su una base pianificata d'investimenti di capitali e di scambi di beni volti ad elevare il tenore di vita dell'intero continente. Si può invero sostenere che un tale sistema dovrebbe essere applicato su una scala mondiale, ma ciò è volere troppo per ora. Può essere già troppo sperare che un tale sistema possa venir applicato a tutta l'Europa; ma a questo dobbiamo cercare di avvicinarci il più possibile. «Dobbiamo perciò evitare ad ogni costo di ricostruire tutti i piccoli stati d'Europa sulla vecchia base d'una completa indipendenza nominale, invitandoli soltanto dopo a rinunciare a qualche parte della loro sovranità nel comune interesse. Dobbiamo cercare di edificare fin dal principio l'unità internazionale sulla più vasta area possibile, creando gli organi di cooperazione economica internazionale prima di adottare una rettifica qualsiasi delle frontiere politiche, salvo quelle di carattere provvisorio. «Questa politica non implica alcuna negazione delle aspirazioni democratiche nazionali. E' bene che ogni popolo si governi da sé nei suoi affari interni; e senza questo autogoverno è impossibile l'esistenza di una effettiva democrazia. Ma è altresì indispensabile, date le condizioni tecniche di oggi, che l'autogoverno nazionale esista entro il quadro di una più ampia unità supernazionale. Senza autogoverno nazionale quest'unità si trasformerebbe in tirannia di coloro che s'impadronissero della macchina centrale; ma è anche vero che senza l'unità i gruppi nazionali s'impoverirebbero per mancanza di cooperazione nello sviluppo della loro ricchezza potenziale, e si sentirebbero continuamente minacciati dal timore di nuove guerre.» • Per ce:-to il laburismo inglese è qualche cosa di più vasto e complesso di questi gruppi d'intellettuali, anche se i rapporti tra la massa e i dirigenti sfuggono ad ogni criterio quantitativo. La grande incognita, in Inghilterra come in tutti gli altri paesi, è rappresentata da quelli che ora sono al fronte o ~ei campi di prigionia, dagli uomini nuovi ai quali la guerra sta facendo subire una scuola politica eccezionale. Tutto ciò che finora ci è dato conoscere del modo di sentire e di pensare dei combattenti inglesi è di un interesse estremo perché rappresenta una rottura radicale col vecchio mondo tradizionale. Se gli spiriti più svegli del laburismo sapranno ottenere un contatto diretto anche con gli ex-combattenti, essi troveranno più agevolmente e più sicuramente il modo di rinnovare l'Inghilterra e di aiutarci a risolvere i problemi europei secondo i bisogni della pace e della civiltà. come dà, tutto il suo appoggio al governo nazionale nella prosecuzione della guerra contro l'Hitlerismo. Tra i suoi membri più notevoli ricorderemo Attlee, che ne è il leader, Greenwood, Morrison, che attualmente fa parte del gabinetto, Dalton, Laski, Ellen Wilkinson. - Il Partito Laburista Indipendente (Indipendent Labour Party) è un piccolo gruppo semiradicale del laburismo inglese con un programma essenzialmente marxista. La sua storia è stata contrassegnata da una politica oscillante: per lungo tempo esso si è mantenuto a mezza strada tra il Partito Laburista ed il comunismo, ma talora ha dato l'impressione di essere persino più radicale del comunismo. Nelle elezioni del 1935 ha ottenuto 4 seggi alla Camera dei Comuni. Boxers. (In cinese i-ho-huan, «i pugni patriottici».) Società fanatica antieuropea sorta in Cina col proposito di scacciare gli stranieri e distruggere i cristiani. Il 5 giugno 1900, distrutta la ferrovia ed il telegrafo tra Pechino e Tien-Tsin i Boxers d'accordo con le truppe imperali assediavano la città di Pechino: L'assedio durò due mesi ma non vinse la resistenza degli europei e dei cinesi cristiani. Una prima spedizione di soccorso britannica comandata dall'ammiraglio Seymour non riusci a liberare gli assediati. Soltanto il 14 agosto una spedizione composta di truppe britanniche, americane, francesi, italiane, germaniche, austriache, giapponesi e russe riusciva ad occupare la città. Nel frattempo nella provincia avevano avuto luogo massacri di missionari e di cristiani in genere. Il 17 novembre 1901 l'episodio aveva fine con un trattato col quale la Cina si obbligava al pagamento di indennità, riconosceva il diritto agli stranieri di mantenere una polizia e di fortificare le proprie legazioni. Ve~iv~no inoltre emanati editti contro le agitaz10ru xenofobe, ed emendate le convenzioni commerciali già esistenti. Si può dire che dopo tale trattato la Cina fu definitivamente alla mercé delle grandi potenze.

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