L'Avvenire del Lavoratore - anno XXXI - n. 50 - 10 dicembre 1927

ANN.O XXXI. (A. P.) ZUR1~J. 10 DJCEMiBRE 1927. Num. 50. ' T-ELEFGNO 4475 - Cuit~ N. VIU-3646. SETTIMANALE DEL PARTITO S6CIALISTA ITALIANO NELLA SVIZZER~ -----• ------ ·-c--------------:---------------- REDAZIONE: ABBONAMENTI PER LA SVIZZERÀ PER L'ANNO 1926: 1 anno, fr. 6.-; 6 mesi, fT. 3,-; 3 mesi ir. 1.50 PER L'ESTERO: 1 anno, ir. 16;· 6 mesi fr. 8; 3 mesi, lr. 2.so. , L' .Avvenire del Lavoratore , Zurigo DISCUTIAMO.! la Direzione del Pnrlito ha del'iberalo di ,-i-etarc al prol'.simo Convegno di Mar.siglia ogni e qua.1sias~ discussione inlorno al programma e a la lattica dcl Partito. Ci ha fatto sapere poi d1e non ~i presenterà· dimissionaria e eh.e accetterà so'tanto di sottoporre ai com· pagrti d'Italia I-e eYenluali modiftcazioni (dettagli) della sua composizione che il Convegno creJdlesse di proporre. Dw1.CJUei rapip,1·esenlanli delle Sezioni ed i soc1 non hanno m{lla da dire ciTca la lallica e la Direzione rimarrà in cari.ca anche se, per ipotesi, il Convegno la rilcnà inella. Le sue dec.isioni sono gravi, sanno di arbilrio e di dillalu1·a sul Partito e non poss'Ono es.sere aaae.LLale e nemmeno subite senza umiliazione e senza riserva. dirci di esam:nare sprcgiudicatamenle la situazionè pe1 vedere cosa e quanto di megLio si può fare contro il comW1e nemico, per iJ socia\ isir.10, nell'inleresise di lutti gli oppressi e quindi anche dei compagni d'Italia. q~nlo facciamo contro 1l fa.c;cismo, per iii.socialismo. Ciò che per essi è U11J desiderio, per noi dev'essere ttn <loYere, un obbligo imperativo. E noi possiamo fare di più, se ci è lecito discutere e rettificare qualche allcggiamento. Io ne sono con:vinto e . rcro di pol-erlo dimostrare nrl prossimo numero. Un'ultima os-servazione di non u'- lima importanza. L'ultimo Con~·esso de.1 Parlito, ha vielalo d1 cliscutere di dottrine e di tendenze al1'infuori dei limitali periodi pre·congre~- suali. La Direzione. depositaria ed esecutrice della vo1onlà e clc''1edcci- . sioni del Congresso, polè pig' iaTe clcltlc • gaffes> di discrete dimensioni, potè annasparé a deslra ed a manca in un labirinto di ~onlraddizioni, potè esagerare, esorbitare, commeltere errori facilmente evìlab;b] i "Cd i clissenzien li dovelle1:o lacei·c. Ciò non contribuì a'~o svilt1ppo del Pnrtilo, non aumentò i. 1 l'>UOprestigio, non gio,·ò aliJ'educazi~~e de) la,·oralori. Ora sj ,·uol pro1bll"e d1 di.soulere anche al Congiresso. E allora q1iando discuteremo? Quan·do caclrà il fascismo - se n:cl frallempo clirigenli e clirelli non si AMMINISTRAZIONE: PltEZZI DELLE INSERZIONI; Commissione Esecutiva del P. S. 1. Per l:inea. 0 -,.zio di J,inea (lwgbezza una colonna), 2e> Zurigo. MiJitarstrasse 36 Pw réciama continaa.ta, prezzi da 001:t'WWNi e------- saranno ta 1menle adattati ed abilua.lì a!Uerispellive funzioni e sorti da. vo• ler conservalo lo slalu quo. Esagcrn? Dico cos~ amare? Può darsi; rifle~s.o dell'amaritudine mia. (Prego i com_ragni che da ,1:"'id>!s~ scnlono e parl1colarmcnlc g 1 anuc1 de.'1''allua.le Direzione, ~i •~on ,·~de1~c in quanto tclico nessunissimo nfrn· mento personale). . . . Di male in J?egg.1OP. eggt_o per I_ educazione socialista, per 1~ Pn111lo ed il suo an·enirc. Negale Ja. ,,icerca l'esame la discuss.:one ed imp·eclirete la f~rmazione e la plasmazione deH-e coscienze socia'.isle. Negale ai compagni il diritto. e la pos.si~iDtà di manifestare e d1 cercçire d1 far pren,lere il proprio pe~si~ro ed i pro,pri concetti e li durnnllln·ete, 11 umilierete, li intdòsporrele, :c,pegnerele in essi l'entusiasmo e diminuirete la loro Yolontà di operare per il Partilo. 11 noslro Partito non deYe temere la disc·u.ssione; non ha proprio n-essunissimo moliYO di evitarla; al eonrtrario da essa trarrà 1u1O,·a vitafil'\ r capacilà comballiYa. Discutiamo! A. VUA ITOLO. rjetta romana, sta il bi.1ancio preventitv,o di diJlte che scignaa10 Ja ~erra per imp,iniguire i por,l,aif,o'glli. . . . E dobbiamo ai~giun.g.ere., no.i 1lalban1, che se Mussolini, non .wendo più niente da tirar fuori ,per ga.lva'll.izzare i Languen- ~ en!Lusia,srni de!i!e sue turbe, pensa di scatenare, ccme driive,r-,iivo,una gt:er.ra - gli italjani veri non e.5isteran.no a scindcTe ]a re:?1pon3abiJi-tà lc-ro da1la sua e da quella deg,1i avventurieri che lo circondano. EDG. ROV. • Non è vercohMe ussolini ... Par·anclo alla Camera francese dei :-apport; ;ra ia Francia e l' ~taJfa, Briand ha ,·oiulo fnre un comp'.m1ento a ~Iussolini dichiarandolo ~o dei primi fautori dc l'inlel'\·enlo 1dlell'Italia in guerra. B1·iand cel"lo sorridern fra ~è e sè quando face,·a quel comrJimento di prammatica. E a lri sorndevano co· n1e lui a,;Ja Camera f1-ancese. C'era Cachin? I dittatori· J dillalori si som;g11ano o si plaglano, o ubb'1d;i.scono agli istinti çli Ì111aslessa psico'ogfa. L' inlen?.'ita che il mare~c;a·lo PLld~uschy, dtltator-e di Polonia ha concesso i11q1ue· sii giorni a'Ja ;tampa circa g!i, inci- , denti con !a Liluania è del più perfello sti~c mt1ssoliniano. E le note sulJo stesso argomento di Volde· ma.rs, il sanguina1·io dittatore ,Una· no, sembrano uscile da~i ttffici di Palazzo Chigi. Boria, pre~unzio11e, ignoranza, mancanza ,assoluta d'ogni senso di responsabiUà, rnno le· caraltcristitche castani i che informano lutti g1i alli pubblici e privali di questi fiori dìi clillalori sbocciati ne',;'Europa del dopo gueh-a. L'in tervis,ta di Pildsusky è islrul· lh·a a questo proposito. Essa mostra ai popo'i il pericolo cost::µ1le rap-oresentato dalla presenza nel mondo di questi falto1i di torbidi e di gue1Te, non guidati da a.'!re preoccttpazioni c~e. non siano quelle diel proprio presllg1O personale e d·eJJa conservazione del proprio precario dominio. Ma come? Da! 1921. data deH'u!'limo Congresso, si sono verificali dei rivo'g:menli radicali~simi nel _pacsP. e nei partili e la Direzione crede che non si debba neppure ·esaminare se la tattica· e g'i atleggiamenli decisi 6-7 anni fa siano o no utili ancora al Pru:tito e ailla causa Qperaia? Dice la Direzione: Non abbiamo dirillo di toccare le decisioni del• 1921; non è co1Telto modifìcar'e in assenza dei còmpagni iahe si trovano in Italia. Ma chi ci clice che i compagni cl'Jlalia sono conii.rari a che si d.Jscuta e clle evenluai 1mente. si rivedano e si correggano le decisioni del 1921? I com1pagni che da'fllalia infolìl'lano (e gu~idlano) la Direzione. Sta ben.e: ma qu-esti sono comip-agni_isolali ed espongono il loro pensiero persona· le. e forse, quello cli qua1ch'e alb·o compagno col qua'c possono esS<!re in re'azionc. AILri compagni d'Ila'ia, non meno meritevoli ed aulore,·o'i dei µrimi. potrebbero a,·cr scritto e scrivere a qua,1che noslro am·ico sosten.endo, in nome proprio e di altri compagni, upa tes-i dimeslrai'menle opposta a quel'a degili informatori o guidatori della Direzione. Chi ha rag:one? Chi interpreta il pens!cro clc'la maggioi-a.1iza? Pc1·chè i primi e non i i,econdi, o viccve1'!'.a?La Ycrilà è c1he la maggioranza idlei compagni non po~sono comunicar~i il loro pensiero. E aflora siamo coslrelli a procedere per induzione. Stabiliamo anzilutlo che gli uomini ed i pa1·tili non fossilizzali, ! partiti ,·ivi, di avvenire e di lolla., rettificano i propri• atteggiamenti e li adattano alle mutale e muteva'i cirCO.$lanle. Il nostro Congresso di_Milano ebbe una intonazione assai diyer_a di quello di Ancona. L'anno scorso al Congresso della Federa1ione !c'Yizzeradel noslro Partito, Congresso fed'era1e tenuto in v;'sla di que1Jo progellato nazionale, il Segretario del Partilo - rappresenlante dc-·la corrente al potere - diede ampie assicurazioni eh.e nell'avvenire si sarebbero evitate certe • e~razio• ni • sinislra 1i, che Ja Direzion:e a· vrebbe p1·ovYcduto ad impedire le , esagerazioni • cli qualche redattore de.' i' Avanti! e precisam-ente di quel galantuomo di redattore-capo che, dtopo soppresso .l'Avanti!. passò al fascismo. Vuol dire che il pensiero Si evo~'Ve,che ciò che si riten-eva giusto ieri, può non e~ere consiiderato adallo oggi. Contro la guerra Sorrideva pe.rcJ1è er/ i sa henissi- . mo che Musso.'ini non''ru un fautore deiì'intervenfo dell'}talia nel conflil· to ew·opeo se non quando 11 governo francese mise mano alìa cassaforte e pagò 1autamenl.c l'allua"e duce per il ser'Vizio. 1·n fallo dw non molti conqscono. l'na delegazione l'edeSlCia,·enne ne::· agoslo 1914 in Italia e sii intraltcnne con -.'.adirezione del Partilo Scda 1isla llaLano al fine di assic.u1arsi l'appoggio dei parlit·o almeno ad una poJilica di neulra,tilà. Uno dei compagni si res•c inlerprcle dei sentimenti <li tulla la Direzione dichiarando che il Partilo Sociaìista Italiano era, irreducibilmenlc- fautore doiia neutralità per ragioni idli princ:pio; ma che l'attituclin-c del pai-lilo non do,·eya essere in a!cun modo interpretala come prova di attaccamcn.Lo a'~a Germania imperiaJ-ista e militarista. Chè anzi il Partito -Socia· Ida Italiano s; scntiYa S1pririluia'menle al lralto ,·erso la Francia d·emocraf-ca, repubblicana. - • Di fronte alle provocazioru; li· iuane - ha dichiaralo Pi!<lsusky - io ho subito capito che bis'<>gnava agire immediatamente. Per una notte intera io mi sono dibattuto tra le due soluz:Olli: quella di rispondere con fa guerra o di rimettere la vertenza alla Società delle Na::.ioni. Ali' alba mi Dunque, siccome i compagni d'Italia sono messi nel1a. imposSi.bilità di r\mirsi, di dis'Culere. di manifestare il loro parere, non discutiamo neppure noi; se i compagni 1 dl'It.alia son.o ìn galera, andiamoci anche noi. Chi ·non ,·ede l'asstu-clilà cli 'un sim d' e: ragion amen lo'? Siccome poi, secondo ogni log'ca preYisione, i compagni d'Italia non potranno nè riunirsi nè disculef'e fino a tanto che i\ fascismo rimarrà al •potere, Yi rimaneN>e anlC'he 3ù ann.i, noi per a1Lri 30 anni saremmo tenuti ad nnifor'Jnarci al!·e decisioni prese in un ambiente assolulamenle diverso da'i 'àlluale e del futuro, 6-7 anni or sono. Ginngcremmo quindi a qaesla slrana conclus:one: allencllere c.he il ~ignor fascismo ci usi 'a co1lesia di andarsene per pennellerei di discutere ampiamente di tutto. os~i~ anch_<' dc"a tatl:ca, al fine di esco!!:lare ;] . modo ed ~I m-e7..zomigliore per cac- • 1 ClarJO ... E' socialisti-ca, è ri\·oh1zionano Lutto dò? 1o· dico che 110:1 é tJ.c-anche scrio. Ma che cons.:sienza, quale ,·a.'orehanno !e spiegazioni della Direzione? Ved:amo. La Dire;r,ior:e nomina· la da' Congresso -dlel 1921, \"anno ~-orso, prima di scio~·iersi. nominò una nuoYa Dirr;r,ione a!l'estern e 'e ""-- rìmisl: i poteri s.r·nza r· serY<'. L'allo della di.."dolla Direz:onc po(e,·a es· sere dis.cusso ,olio di ,·ers: a,c;pelli, ma. allribuenclo~h carattere; di pro,·- v:&or:età. non polc,·a non e-:sere acl'Cllalo. Infalli fu accetlalo; nr~s.una istanza -::-ompetentc Il<' impugnò 1a y~lifl là " ·a Direzione allua:·e rimal'e i1weslita dei poteri direziona,'i. cscluca qualsiasi· subo~dinazion~ .. Tn prcpos:Lo nessun dubbio_ è !)O!-'S1btk; eh L ne dubi lasse favor1soa legf!ere la decisione della Direzione <liscio. ta cd a.'c,unc decisioni del'a Direz:ionc in carica. Ira cui queJla conccmenLe lo scioglimento de'!a sc7:;•oni>di Parigi e quella convo~nlc_ l~ C<;>ngresso del PaTlito. Con ra,11 decisi on I la nuova Direzione oonfermò la propria investitura e fece uso dei poleri. Pertanlo la ques1ione git'.ridica è ris,o'.ta; il dirillo, e a mio an·iso an· che il dovere. de'la Direzione c1· con- ,·oca.re un Congrcss&o è fuo1·i <li discussione. Rimane ìa questione dcl,'a correl: Lena della delicatezza. Io credo d1 non 'sentire meno di alcun a'tro i do,·eri di r:conoscenza che noi lulii abbiamo ,·crso i Yccchi compagni che die-dc1o al P&rlilo lcsor: cli attività, c.he per esso so~1i1:ono, priv:a· zioni, s<tenli, perse<;,uz,10~1,ca unmc, sacrifici e dolo1•i di og111genere. J o ammirc, come ogni a1lro cruei com .. pagni che in JLalia., .in r~ez_zo ~i pc· ri<:oìi più gra,·i e immediall, a'.1me 1 nlano la fiamma del comune idea e, ma ciò non m'impedisce di ragiona· re. J1 scnlimenlalis.mo, che non <: ma1~xisrno e che SOYente ca'Ude COI) questo, non può e non clc\'r imJ)('- Dopo l'tt'timo Congresso del ParUo sono an·enuli fatti di tale impo.-Lanz..ache non possono non avere inf:uito sulla maggioranza dei compaoni. L"an·ento del fascismo al potei~ iì suo con so' idamenlo (sia inleso' in senso relaliYo), il ma,s~acro cli ogni libertà, i\ liYelJamento di lull1 i partiti soyvcn,ivi ne1la comune devastazione, !'impossibilità creala per lutti tali partili cli una _lolla che non sia antimonarchica e coo carattere ri,·oluzionario deYono aver imposto ai coml?agni un P?' 1dl!i•:pet sione e probabtlmcnle dt renSJone delle proprie opin.ion i nei riguardi dt'l'a tall:ca. de]'alleggiamcnlo Yerso gE a.itri Partili, ecc. . Pet· me è cei lo che se 1ICongre:;so tli noma, inYcce di a,·er ~ntlo luogo nei 1921, ~i lcnes$e ora, nessuno pro· porrebh" l'esclusione dei compagni ù: destra con a capo Turali e Treves; i·uth> poi sicuro che, dato e non e:◊n~ cesso che una tale proposta Yeru&se a,·anzata. sarebbe respinta a gran·. cU~sima maggioranza. E credo che (o.no assai poohi i compagnj che in prooosito la pensano di,·ersamente. Si conclude che se è lecito ritenere che una parle dei compagni J'I!~: 1ia abbiano con ervalo inlallo il punto di Yisla la mentalità del 1921. è a 1trellanlo !~cito credere che molli abbiano riveduto e l'uno e J'allra. Può darsi ch'e chi è rimasto attaccalo dgidamente aJ!e formule de.l 1921 norn abbia piacere che le si modifichino; ma chi se ne è slaccalo alquanto e le ritiene superate, non p\.1 risJ>on·denti alle esigenze del Par· lito e del'Jc sue ballaglic rte,'!a nuova situazione, è lieto e desidera che le si rivedano e correggano. Almeno JYerquanto concerne quesli ullimi, rhe io ritengo i più, una re,'isrone compiuta anche in loro a,<;scnzanon 1}1tÒ essere rilenuta nè scorretta e r1cmmcno indelicala. Tutl'aJlro. V'è poi un'aHra questione, sul'a quale il parere dei compagni d'flalia de,·'eéJ:;e1-eunanime: quella del fa1·e, dc11·ae1i1·c.:'\on y'è a.1cun dubbio che rulli dc~iderano che noi, re'aliYa· n1C'ntc liberi, facciamo d-i più cl\ t e ca G no 1anco . oj abbiamo deLlo il nos~ro parere a propc-si'lo del tiraltalo d'amicizia e d'arbibrailo concluso fra la F.rancia e la Jugo-slaivia. .LI lesto, che abbiamo visito ,pubbUcalo in qu~;ti giorn;_ he.nobè innocen- ~i&simo per s\! irl~sc\ r.,~ n modifica la no.stra im!Pl'es-siqn-zsfav0Tevo1le. E' il metodo, nel S\19 principio fondamenlaile, c.he non ci piace. No1 òobbiamo volere - se il desiderio di pace è s1nce.ro e non è una fint'\ per masoheraTe ,pre,para-tàvi di guerra - che tu//' gl: Slaté ,siano legati da un unico patto di amicizia, di arbitra'.o, dli,mutua ~is1en:z.a. Quando ,gruippi di Sta-ti miinori ,si polaT"izzano aLlo:mo ad t1'\ g,.,n~e Start.o, sia pure ccn le mi~liori :rtlcnzi,,ni pacifiche, si creano situazion: !)vOTC'\'Oli a.Jle gelosie fra gTu1p,poe gll'uppo, e al'lo scooppio di contflitli che posson,J ,br ,uog,o a guer. rz-. Teniamoci b-e.1e m mente che al gic-rno d'oigi loca.li.i:L,Jre un con:flitt.o in mooo che, se la guer~a è ine-và~abiJe, essa no,n allr<lll~ga che g,u Start.i più dir~tt.a,mearle icn.teires,sa.:i, è co:sa imlJ)oS1sibi·le. Ogni Stato è leg:1-".:> a luf.~i o ;t buona parte degli alLri da innume:re-voLi fili :ar,presenl,ali da in:l.eressi, da tradi.zionii e da sentimenti. Ci si ai~giun.gono i lra!- tarlii. Un cc-nflil-t.o fra . <l,ue, lra.scurabi,li S,ta,te:relli diventa fatailanente un confJit- ,.~ eurcipeo, forsci anche mo.,.diaJ.e. .Nl.01.Le.te,p, er esempio, che un gru;ppetl,o di sol,dati greci occwpi un villa~io W!igaro v-i:i-no a,}Ja coomme fronbiera, e un confotto può sorgere fra la Grecia e la Bu.Lgaria. Se ,,! conn.illo conduce ali.a guerra, tuLli gli S'.ali balcanici vi so• no trascinati come in un gomgo che inghictte lutti queL'li cbe nuotano in vicinanza. 1 Per qu~ite raigioni noi denunciamo oo• · me pericOllooo per il manlenime.nlo della i:,acc anche il nuowo t.r,ail,lartoitaJo.aJ. banese. Trallalo cli murlua assilstenza che fa de.ll'Albania una colonia al,a,Jjana, che dà a'Ll'Jtalia il mezzo di inter.venire ad ogni più piccOllo incidente cli frontiera fra d'Albam,ìia e la Jugoolawia. Riccaidiamo che gli -inoiden!.I di foonbiera sono, nei Ba'lca111,frequenti e facili. Un ,griuplJ)Odi solda:!j passa un condine, i1 doig.a.nierti de!J;J'allra parile s,parano, un coruiitto tra i .due gmppi s'accenide e si segnala qualohe morto. iLo Stato invaso inter• viene con ,prolesle; l'altro SI.alo r-isponde che i suoi so!<la:i non hanno passaito il conilime e che furono i dqga.nieri a sparare -pei primi. Se non si intervdcne, è, subito, la mohilirt.az-ion.e, l'apertura dei con,fliblo. E' quello ohe aviviene ogni tanto. Se ad uno Stait.eTeHo minuscolo si dà l' impretssione cli essere ben soo'len.uto alle s,palle, lo si incora~ia a prendere sul tr.1,~co - esagerandoli, magari ainc.he ,provo;:anr.lo'li - incidenti di ques'.a natura. I rpi-ocol:iSl.alli, come i !Piccoli cmi, wno i 'Più ringhiosi . .Date all'.Allbam.ia la wnsazione c'he ~~a può most.rare i denti a!la Jugoslavia ~ni vo1ta ohe se ne pre- ~:mla l'occa.sione, ed essa li moS'lrrerà. lncidenrt.:, dip1cmatici, intervento de11'Halia, int.crvento daLl'a~tra parte della Francia .... Eoco un perico1o di gueTra, tanto più se si tien conto dell'ecoifazione degli animi Jn 1t.aJia - conlTo la Jugc~]avi1 e la Francia - e in Ju,~oslavia contro l'1llallia. Vero dhe nes,l\lllo può dubita,T"e delle buone intenzioni pacifiche d~ Brfand, il qualle non main.ohea-.ehbe certamente di co,n,S1rgliare la nec.essa:ria pl"IJldentLa alla Jugoslavia. Ma Briand non è e:.eiino al pote.re. Se l'anno venturo le eJeziooi franceisi - daibo che si faicoiano in base a conlSiderazicnu unicamente naziona'li e maigari anclie wnic3· me.nle eletliclfali, senza tener conto anoh~ deilll'immenso problema inte.rna:rionale - dessero la vi<liloria ai1,Ja Desta-a, i,I parEo d'amicizia fraoncer-jugoolav-0 dJ. venlerrobe un rdegno pendant del paiito d'amicizja ilaJo-a1banese - e t.utla e due aip-pa,irebbero sipa,venlOISÌ strumenti di guUJTa. -0Del che i fascisti i'.al.iam.i, da una palf• te, i naz:onailis,li ju.gosla,vi daillfa,ltira poss:>no e.s>serewddisfal!li. Questa gaia gemle irr:1de a.Tla ne-stra paura di una guerra, peaisa che la guerra sia un.a fata un po' hruitaile, se si vuole, ma aworta1'r>ice <di gralT!1dbi eni aiglli,uc,mini. Parlar cLi pace è, per questa gente, maniifestarsi debo1li, smidclllarl.i: Bi.sqgna essere forl<i,'bisogna anohe es.szr.e vuolenti, bisc,gna 1xr.ar 1a guerra per espandensi 1• La vita è lotrla: lct'.a di razze, lc•Lta di ipc,pob ohe miraino a scannarsi a vican.da. Ebbene, c001l.ro queste teorie che non banno neanche il pregio0 dclJ°olfiginalità perohè cerla leitlera1u:ra te{de-.;ca de!l secolo scorso ne è fo'.lla infarcita, noi non ,, :'.:l>iamo riGtaire dru1tl'oq:tporre la teoria no.slra. Teo-ria di pace e di co'Llaibo,razione fra i pc-pedi non in base a enunciaz.ic-ni, vagh~ ohe del resbo hallJDo es.se i;ure il loro vaJore, ma an ba.se ai faliti. I fatti dicono che i ra,pporlri ecO!llomici, i-,' l'dlua'li e mcrali fra i pc,po,[j aurr,e.n'..ano cgni gicrno creando brecci.e -semr;,re più numerose arllraiverso le mu- " ie ohe diwidono i ,vari paesi. Noi vogl!~amo che qu:i ra-pporli aumentino di numeTO e di efficacia, mentre i vari ,nazicmaLl=i 1atv.oranc -piullwito a -diminuirli. Perciò vogliamo 1a ,pace .ftra i pOlpoli, alfzfi11-ohlfèli uOlmini p::.ss,1110deldicarsi con mao~gior.e tra,nquillità affcrpera irulesa a in:anaJa.r2 le forze ddla na,l,ura a beneficao de1,l.a o:,l,let:.:rv:ità. Dobbiamo dir chiaro, b2ne iLluminarl.i dalla e;perienza der passato, ohe coloro i qul!•l:i recitano oc,n ma,ggior fervore la parte ,di ,guerr:iara in tempo di pac~, qt:anr.lo vien la guerra ,lasciaino aogli smidollati ohe rvolewaino la rpa.c.e l'ono.re di staire in prima 1inea. Es.si, i .fOlrl,i,trovano più utile stare in :se::,on.da-linea, e ma~ari anche a ca.sa, sa,Jrvo a saJ~ar fuoTi, ess.i della ~sLa giornata, a guerra {1. n,iita rirven:di.cam<doper sè i vantaggi di una guerra che non hanno fatto. DoQibiamo a,nohe di,re che questi pn!• dicalori della guerra sono strumenbi di ce1'i pall'assirlari che non sanno uscire da uno stato cJj criis.i e.con.om.ica in cui vivono le lo.ro impre-s2 male impiall'~, se non bruciamdo la casa come fanno gli affaristi ma.lifamal1 per maschera.re il failliw..einlo. Di cemi paTassit.ad che dailla guerra si iri,promellono abbo-ndanza di a.Hari e cli g1.,adaigtii. 'Diet.ro lulta la rettorica guerraiola cJj cui, sono pienn, di- ~razi a!l.amen'.e, i :libri sco I astici; wetro i numerosi e grotle-schi esem-pi della stoMussolini non gradi queste dichiarazion-i. In una tetlera dirc~!a a~ se· gretario del Partito e{ii protestò, con la vio!'.enza.Ycrbale che lo d:'stingue e che fu sempre la sua forza inl mez;- zo agli ingenui italiafù, protestò contro questo senlimenta11ismo francofi'c, minacciando, se si fosse continualo, ,dii spezzare la penna e pian· tare , baracca e buratt:ni ·,. Poco te~npo dopo - persuaso da que:l'idealista che è Pio Na1 'lli - egli pigliava danaro francese, fondava ll Popolo d'ltct[ia, cantava inni al~a guerra, iniziava; quella can·iera che - atlraYerso ad altre caprjole e impres.c del genere - lo portò a; go- ,·erno d'Ilali'a. · Briand lullo questo 1o sa. Molli non lo sanno. E noi perciò ricord~amo. Memimissc juvabil. NOI. Lamlssladnaalol'n.Bottai L'on. Bollai, come ci hanno informato i giornali, ha scorazzato in lungo ed in largo ha -tPeriisola iberica. Ma di quale missione importante era latore? Forse che colla sua presenza abbia voluto inr.egnare al dittatore spagnuolo come ,si deve divorare? Difatti i giornali non hanno panlato che di copiose ed abbon• danti magnale e bevute e feste, sempre feste. Ed allora? Semplicissimo. Tanto in Italia che in lspagna si « magna » e Pantalone paga. La parola « ufo» si vede cbe è conosciuta anche nella terra di Cervantes. lottsoirinnosevtatIol realme tascl1t1 Belluzzo, il ministro della economia nazionale d'Italia ha racéolto i.11 volume rilegato in pelle di marmotta Lutti i suoi bolsi discorsi che ha tenuto in questi due ultimi aOI\i. Il libro ci dice che la industria italiana si è assetata, si è fatta forte, che si lavora, in pratica è tutto il contrario; fabbriche chiuSe o semichiuse, licenziamenli continui di maestranze e fallimenti, sempre fallimenti, tanti fallimenti. 1Solto il nuovo regime anche le basi londamentali dell'economia sono state investile, capovolte. li fallimento è divenuto sinonimo di floridezza, l'industria che lavora in pieno, sinonimo di crisi e di miseria. Sotto il regime fascida lullo è nuovo. d'ecisi per la seconda •. '· IJ popolo polacco - ohe è catto- · lico e religiòso - non ha ohe da ringraziare !_apmvvidenza. Un p~cco·o travaso di bile, uno choc di nervi un qua!che disturbo digestivo del dittalore, e la d·ecisione poteva, essere un'a-llra: la guerra con tutti i suoi errori, le sue rov!ne, i suoi disastri. . E non soltanto }a guerra J>Ot'aocoliluana, ~na la ~en-a euro~ea in eieno, la riapertura del, conflitto interrotto a Versai)Jes n-eJ 1918. Poilc!ltè dietro a queste bieche figure di dlitt.alori sian.no i maggiori, interessi de(lte po!cnzc imif)eriali~te eh-e le fan muovere e le agitano. La pace del mondo dunque, l'esislll)zr. di milioni di uomini la defin.itiva rovina d'Europa, son'o affida.te al c~priccio del'·e notti insoru1i, agi- · tate dai fantasmi di gi1oria e di domm10 dei Yari Pildsusky Mussoli'ni De Rivera, Vo!demars? ' • * • • C'è indubbiamente della ciarlataneria neJjle dichiarazioni di Pild.susky come in tutte quelle dei dittatori d~I su_o 1~aillgo.Fors~ più che deUe vibrazioni 1de1suo sJstema nervoso, la decisìone pacifista è frutto delle vibrazioni dei lì i telegrafici e tele· f?~ci. rccan~i al ~uo gabinetto gli ord1_ru~- ,le n11~acc1e dei. ~aggiori pa.- d~on1 •c:~1aegisco11;0e dirigono i confl~tti agA_anti la ,·1ta eurnQea di queSlt tempi, attra,·erso i fantocci detì~e clillatw·e baltiche balcaniche e mediterranee. ' ~a n.on ~r queslo il pe1icolo è n~mo!·c. Il glll_oco al qua.l'e si compiacc1ono Je diplomazie. delle gran.idi polenze è dei più pericoJosi. Sfidarsi, urlarsi, ricattarsi a vicenda attraverso I~_ lotta dei_ dillalori al proprio servizio, è un g,uoco che da un moment<;>aifi'a1tro può rivelare le più· !>gradite sorprese. Lo svolgimento dei conflitli r~nti e non ancora risoluti tra la Jugoslavia e l'Italia, e la Polonia e la_Liluan.i-a è slntomalico. -La tattica di ac.eend;re i con· flitti per poi smorzarli al momento critico, è W1a tattica da pa.7,.zi. Essa c~mdluce l'Europa \'erso il fatto compiuto che non sarà più possib~1c sanare. P?'lonia, I~alia, Lll~1ania., Spagna e tutti gli St~lt ba.!·camci sono oggi in. mano a dtllalure di irres.pon.sabi.li, sot~ra~ti a qu~lsiasi conlrolao dei popo!t r:s-~etu\'1. Anzi la voce dei pop()( i _v1e so!Tocat~ e solo parla minacc1osa e lurbo enta la voce dei liranni._ Ubbidiranno sempre questi aj consigli di moderazione che all'ullimo minuto gh.mgono loro dalle potenze aL1cqua.1i sono assOl'dali? Ed i consigli giungeranno sempre in tempo ulile? ~on capiterà una -tragica notte in cui un quaJche Pildsusky o Musso- ! tni. eccitato da alle compilicità e !dia q~1eslc 1_1011 fraltenulo in Lcmpo, a!J}- p,cchcra fuoco a'k po1,·eri aslciulte

stù!e quali è assisa l'Europa dol do: pogu.erra? Questa è la tragedia odierna che non trova soluzioni nel'c i-iunion.i di, Ginevra, e che si aggrava vieppiù de1::a loHeranza che Ginevra accorda alle ditLalurc impen·ersanl1. La soluzione l'unica, la veTa, è nell'abbaltimenlo di queste autocrazie personali e di cricca. ne.J'a" riconquista de, 1)a libertà da p.arle 1dle; popoli che oggi 1e 1,uhiscon.o, nella vii tori a deU:e classi operaie in seno a.giri Stati imperialistici che crear10. protcg~ono e fovoris.cono le obbrnb1<osc 'dittature fasciste. Finchè ciò non sarà, la. vita, 1'csistC'nza. l'avvenire cl"Europa sa1·anno attaccale a.d un fi'o ehe ogni giorno diviene più solli.1e. Ed i sonni dei popo1i saranno ango~,ciati d_ll!l'i'ncubo del grande ma'cello. alJonlanalo ma non scom1larso. Lalibertà sindacale Relazione della eonf ederazlone del Lavoro Italiana alla X eon• ferenza Internazionale del L~• voro. (Continuazione). P1llzla I fascismcollaborano Del resto che la Confederazione Generale del Lavoro venisse •tollerata come una semplice espressione verbale, è dimostrato dal fatto che, dopo essere stata mutilata di tutti i suoi organi periferici, non gli venne . più permessa la pubblicazion~ del suo giornale « Battaglie Sindacali». Ed a questo punto vale la pena di riportare int-egralmente due lettere che in data 4 .dicembre 1926 la Segreteria della Confederazione Generale del Lavoro inviò al P.reletto ed al Questore di Milano, non perchè si illudesse di ottenere giustizia, ma perchè la verità riman'<lsse documentata in atii consegnali alle autorità ipolitich'2 e di polizia dipendenti dallo Stato. « Ili.mo Signor Questore di Milano, Nel pomeriggio del giorno 9 scorso novembre il sig. Commissario di P. S. reggente la Sezione di Porta Vittoria consegntva a,[ sottoscritto, segretario conlederal-2, le chiavi dei locali posti al 1.o piano di via M. Fanti n. 2 e nei quali aveva ed ha sede la ConJederazio.- ne Generale del Lavoro. Le chiavi che, precedentemente alla invasione del 1.o novembre, si trovavano in un cassetto dell'Ufficio amministrativo, erano state prese dagli invasori o dalla forza pubblica. Il signor Commissario di Porta Vittoria, al quale ho rilasciato ricevuta, non ha ritenuto di farmi accompagnare per la consegna dei loçali nè di stendere verbale delle condizioni in cui essi si trovano a quella data. Perciò dopo aver rimesso un po· di ordine nei locali ritengo mio dovere di stendere e comunicarle questo breve r·apporto informativo. . . \Sono spariti (esportati o distrult1): due scrivanie, quattro cartelliere, dua «etagères», un tavolino per macchina .da scrivere, quind,ici sedie, 4ma macch~a calcolatrice, una bicicletta, un orol-0g10 a muro, tende, tappeti per la.volo. Sono visibili in sede rottami di tre macchine da scrivere e di un ciclostile a rotativa. Sono stati infranti i vetri, di qualtro finestre verso strada e (in quattro s-tanze) i vetri delle porle di comunicazione e degli armadi. Mancano carte e documenti dell't1fficio amministrativo, della segreteria e della redazione del gÌ'Oma.le, dell'Ufficio della Federazione Italiana Lavoratori della Terra, dell'Ufficio della Associazione Edile e della Federazione Italiana Operai Tessili. . In due locali non sono fatti dei danni al mobilio, ma gli armadi sono stati al completo vuotati di quanto contenev~no (libri, ,pubblicazioni rilegate, matenal.e di studio, raccolte di leggi) e che era •I risultato di Ùn ventennio di diligente selezione. Siccome alle chiavi di un armadio sono stati trovati infissi fogli di ca~- ta con scritto a matita: « non metter.e ~1sordine perchè interessa le Corporazioni fasciste», dobbiamo ritenere che quanto non venne distrutto è stato asportato. Gli agenti della forza pubblica che a~- sistettero alle r~petute invasioni (la prima con sfondamento della porla di entrata) sono certament" in grado di stabilire chi sieno stati gli invasori della sede confederale e dove. possa essere stato trasportato il materiale asportato. G!i agenti della forza pubblica possono inoltre stabilire chi ahbia invaso un locale composto di due stanze sito al piano terreno di Via F onla,na 22, dal quale vennero asportate cinque grandi casse di libri e raccolte di giornali ivi da noi tenute esclusivamE:nte in deposito. Noi adempiamo comunque il nostro dovere informando l'Autorità di P • S. e per essa ,l'illustrissimo signor Questore di Milano, dei danni che ci vennero inflitti. Colla dovuta osservanza. Il Segretario Con!ed·erale. Ili.mo signor Prefetto di Milano, Nei primi gio~ni dello scorso mese di nove111bre :venne data comunicazione al redattore responsabil,e, signor Giuseppe Prejalmini, di un decreto prefetlizio col quale veniva sospesa « sino a contraria d:sposizione » la pubblicazione del noslrn giornale «Battaglie Sindacali». I locali di via Manfredo Fanti n. 2, ci sono stati riconsegnali (sia pure nella condizioni esposte nell'allegalo testo cii memoria' trasmessa al sig. Questore di Milano) fin dal giorno 9 novembre; e non ci è finora ipervenuta alcuna decisione di scioglimenlo da parte delle superiori Autorità, ai sensi delle disposizioPi della nuova legge di P. S. Riteniamo pertanto noslro dovere richiedere se ci è consenlito di riprend<?re la pubblicazione del nostro giornale « Battaglie j)Ìndacali ». Colla dovuta osservanza. li S2gretario Confederale. Naluralmente queste lettere non ebbero alcuna risposta. Scl1gllmealltlieialità A Milano esiste un UJ:Scio di collocamento delle industrie grafiche che funziona mE!l'cè il contributo obbligatorio degli operai ,e degl' imprenditori. Se però gli operai ha.nno fulfi l'obC:ligo di contribuire per la vita c!ell 'UHicio, non è detto che abbiano lutti gli stessi diritti. Nel giugno 1926 la Confederazione Generale del Lavoro denunciò sui giornali che l'ufficio boicottava gli operai non iscritti alle Corporazioni fasciste. La risposta non si feoe aspettare. « Il Popolo d'Italia», organo dell'onorevole Mussolini, e « Il Lavoro d'Italia», organo della Confederazione delle Corporazioni fasciste risposero subito che l'ammissione al lavoro dei non soci delle Corporazioni fasciste dipende dalla munifica elargizione dei dirigenti corporazioni». Fino l'anno scorso la Confederazione Generale del Lavoro aveva ad essa aderenti quattro organizzaioni nazionali grafiche e cioè: la Federazione nazionale lavoratori del libro, la Federazione litografi, la Federazione fotoincisori e la Federazione legatori e cartai. La prima di tali federazioni, . dopo una serie di violenze, di minaccie e di intimidazioni verso i suoi migliori elementi, si staccò dalla C::onfederazione Generale del Lavoro per passare a quella delle Corpo• razioni fasciste. Le altre tre vollero rimanere fedeli al loro passato, ed allora vennero devastale, sciolte ed espropriale dei lono averi. Ognuna delle :;uddelLe federazioni era fiancheggiata da fiorentissime istituzioni cooperative, mutualistiche ed assistenziali. Le corporazioni fasciste pretesero anche queste islit·uzioni; e poichè la Legge mette al bando del movimento sir,da.cale chi non ha buona condotta dal punto di vista nazionale si deliberò che i « non desiderabili» sarebharo stati eliminati con .una « congrua indennità» anche dalle istituzioni t:ooperative e mutualistiche. Un gruppo di operai romani che ave. vano pagate regolarmente le quote pe1 anni e per decenni, ed acquisito così dei diritti di sussidio e di assistenza per tutta la vecchiaia, ten.tò di opporsi all:i suddetta risoluzione, ma gli ultimi gior• ni del settembre scorso i giomaJi roma• ni pubblicarono la notizia che l' on. Bramante Cucini, Commissario fascista no• nato dal Prefetto per reggere le sorti delle organizzazioni grafiche, aveva deeretato «la· radiazione dai ruoli sociali, colla perdita di tutti i diritti acquisi"t, dei ~guenli 17 soci: Luzio Ruggero, Bianchi F,lavio, Petrarca Goffredo, Pace Furio, lacchia Oreste, Regoli Allredo, De Pasquale Armando, De Sanctis Mario, Luzio Fernando, Gi,glioli Guglielmo, De Sanctis Ostiglio, Troiani Francesco, De Marchis Giulio, Luciano Domenico, Crocinello Romano, Rubino Amedeo e F ranchini Ettore. Fino al 30 Agosto 1926 esistette in 1talia i,l «Sindacato Trasporli Secondari» aderente alla Confederazione Generale del Lavoro. Anch'esso, come tutte le organizzazioni non fasciste, non poteva e- "plicare alcuna attività. /Siccome però per il solo fatto che esisteva, ostacolava l'alfennarsi del Sindacato fascista concorrente, quest'ultimo pensò di rivolgersi al Governo. In proposito esiste una circolare 8 Agosto 1926 del «Sindacato Nazionale Fascista comunicazioni ferroviarie» col la quale si avvertono le Sezioni che il Direttorio ha dato mandato alla segreteria «di continuare le pratiche presso il ministero dell'interno» per lo scioglimento del sindacato aderente alla Confederazione Generale del Lavoro. L'incarico venne espletalo con perfetto successo. Con decreto n. 14625 del 30 agosto 1926, il Prefetto di Roma sciolse il Sindacato Trasporti Secondari ed incaricò il fascista Valentini Alfredo « della liquidazione della attività patrimoniale» del sindacalo stesso. Perchè l'autorità politica ~ciolga una organizzazione qualsiasi non è necessario compiere reati. Nessuno dei dirigenti ·delle 01·ganizzazioni confedera.li sciolte è stato denunziato all'autorità giudiziaria o condannato. La procedura che si segue è molto sen:plioe. Quando un ~egretario di un fascio o di una organizzazione fascista si reca da un Prefetto a dichiarare che una determinata organizzazione deve essere eliminata, si può ess0re certi che viene il decreto di scioglimento e di esproprio. Tulle le motivazioni sono buone, anche le più banali. Ne diamo un altro esempio. Al prossimo numero: « Molinella eroica». '( vnuf/UOJ) Biblioteca.·GinoBianco L'AVVE.NIRE DEL LAVORATORE :...:..::=---------------------------------- Tra la farsa e la tragedia Per la dignità nazionale Al principe Pietro di Montenegro, !ratei/o deNa regina d'J,talia e successore al trono - che non, esiste più - del Mof/1lenegro, è cqpitata una d,:sgrazia. lncid.enli del genere, quarrdo accadono a dei miseni montali vengono chiamati «tmt&[e». Tralt'andosi di princ~i si adopera il termine di « d-i,sgrazie ». Per ora sono Ira gli arrestali illustri: il generale Ber.'Civenga, .il duca di Cesarò, la ,r.edJgf·a d'oro l'onzio di S. Sebast.iano, !'on,. Pivano, l'c.rvv. B2rgmann, /'on. Roberto Bracco. E se son vere le notizie dell'ultima ora, si sarebbe sulla strada di arrestare cDnche i wn.aloT1i Frassali, Albertini, Croce, ecc ... E' il destino del Fascismo di organizzare un com.pl-0tlo ogni Ire mesi. Il prossimo sarà organizzato nelle sue stesse file. Perc-hè il campo di o.perazion2 si restrin.ge ..... Che fortuna ! La povmcia di Udine è (orfunata. Possiede in .quesf.i J:iorni due arcivescotJi : l'uno per conto del duce e l'a•Itro per ir..c-arico del papa. Si può essere più a posto di cosi ? Voi ricorderete il provved:mento /asc~ta che r<?le,gava al conf.'no qu:i!lro alii r-rela!i della diocesi di Udine ac-cusali d. avversione ol reg:me? La popolaz;on•? dei ledei/i e lo slasso Vatica:no ravv,sarono i' is/li,gaftore del provvedimento nella p2rsona di Monsignor Rossi, arcivescovo di Udérte, adoratore più di Mlissol;ni che di Dio. I fedeli prot2starono contro 1''1rcivescovo facendo lo sciopero re1:gioso: diserlo:n.do cioè le CMese. D.i f,onie a tale fatto il Vaf'cano che pur:2 ha Wla voJ:110 matta di non urtarsi col re(,me, dove!te inforvenire invito.rrdo M orrsignor Rossi a dimettersi dalla car<'caarcivescovile. Mcmsignor Rossi, forte dell'~ppoggio del Duce, sf è r<iliulato. li pa.pa ctllora si è rrivolto al govemo p2r domand.crg[i che il ribelle alla SlliI autorifà ven~ privalo d.tl/2 indennità « di mer;sa » d,i cui in ltal:a godono i vescovi in virtù deNa legge del 66. Le aufoni!à fasci.sie re$ stono ali' ingiunz.ion.e papa:.le e si son, schierct.!e naJurc::rr.enle da/ifa p;.rle de-I Ras.si. li pa,pa a[Jora ha d~chiarato va.conte la sede vescovile di V dine, co,nJ:dan.done la tuie/a a Mo7S. Langh:n, arc!.vr?sco,vo di Treviso, no.fa - s: dice - per le su..e ide:2 antifasciste. Ma Mor.:s. Rossi ne,ppure dopo tale nom.'na intende andarsene. E Fino ad ora non ha lasc.:aJo il pro.pr,io pa!azz-0 dow hr!fo le sere si darrno convegno le alte g?r:.v-ch·e fo-sc·s!e del1a prou.incia. Jn, questi giorni sui muri esterni delle ch.'-?Se di Udine si potevano ammirare d,'.12 lettere episcopa/,i: l'una a firma di Mons. Rossi e /'dltra a firma di Mo-nsigr.or Longhi.n. E tutte e due le firme recavcno la qualWca di arciue5covo di Udine! Due V-?sc:11J,C:fh? lorluna! ,Dunque il roostro pnincipe v:ve a M onfec-arlo. Dove volete che viva un re disoccupaf,of Ed a Morolecarlo la vita di 11J1 pNndpe è terribilmente co:ra. Mantenere, vestire, aNoggiare un amante di lusso, assid,ersi tutte le sere al tavolo di J:iuoco del Casmo, possedere un automobile, son cose che cos/aruo. Le r 'sorse d,e/ principe sono invece modesle. Qualche mi/J.one da parte dell'Augusta sorell'a e basta .... Veramente dl/'c.t,/o de!fan.nessione d,el Monte negro alla Serbb, il governo serbo gli aveva pro-messo parecc-hie diiec,:ine di milioni in c:unb·o de.fla sua d.ei~rotiva ,rinuncia a qualsia.sii pre!esa sul trono de suoi avi. li pr:.ncipe Si affrettò a firmare il contralto. a vendere cioè tro- •:o e patria per un p:rcco di mNioni. Ma i mUJoni serbi pare che si facci·ano altend?re. N.e! frattempo il pr:ndpe Pietro cos/ru,i.sce su questo suo pr.zleso credilo i debUi più co'iossali. A M o:rtecarlo i suoi for,nj/ori non sono più diSJpost.i ad a.spettare. Ed allora il principe h'éI trovalo un riml!rPo: paga con chèque.s a vuoto. Politiecsateerapermanente statdoiguerra Giorni or sorto in,Jaffii trovandoSi nella assoluta necessità di acquistare un co'blier di perle per ornare il collo della proM"ia nol:Jile amante, si lasciò andare a questa d•i.sgrazia.... n gio:zl!iere, bwtale, è corso a "Sporgzre denunzia di truffa. Subilo altri 'cinquanta forr.~lori di S. A. han fatto altreNanto e lulli esigzvano /'arresto del pnincipe ... truffatore. La t:iusfiz.fa di M onleccrrlo si è trov:Jta U111 po' imbarazzata. Ma lina/me-nle è sor. fa l'idea g2nict1e: Rivolgersi a!/'Ambascia1 :r ito.J'ana! Voi direte: che c'entra /'I 1aUa? C-en•tra benissimo. Non è i! princ'pe Pietro, lra.!.z-l!o della nostra Regina? E tultociò che diminuisce il prestigio della nodra dirca-sfia, non diminuisce anche il presPJg.;o d.Jt,a/ia ? L·Am,b~ciafa d·1talia è subito intervenuta: ha p,:zgato i fornitoni ind 1screti ed ha tolto dall'a!!ua•Ie imbarazzo il disgra;;iai!o p1\ir.:cip2 e gli ha a.per!o le vie per l.i.berCI!Tsdia tutti gli imb:rnazzi futuri. L'eterno malconfr.!nto, bronlo/one conJribu:mte .iiai!iano, ha dunque un al,tro mofi:.vo di protesta. « Come se no.n bastassero la sangu,isuga lotsc:sta, i debiti del Duca d'Aosta ed i ma/rJmon-i dei suoi rampolli, adesso crnche le truffe del J]11incipa Pietro ! ». Ma chi rag:ona e protesta cosi è un vile o,p.posilore che non ha il senso della die,rità ncnionaJe. Il giubilo albane~e La stampa fascista ha riempii-e le sue colonne delle mani/esta:,;ion.i di g!Jubilo con cii.i U po1polo a1lbanese avrebbe accollo il nuovo trrctbtato di alleanza tra il proprio d,i/,tatore ed il noslr<>. Le cose part1 irtvzce che non si:Nio andate così Uscir2. Urea dimostrazione contro il trattato, capitanata da stude.nN., avrebbe attraversalo le vie di Scu/arJ, richiedendo /'allontanamento d'2i funzionar·, ufficiali e soldaii itoliani. Ma c·è un ratto a:-tche più grave. Nonos.!JJ11te il regime di cer.•sura che v!ge in A,/bcmia, tut,f,a la stampa di quel pae,se sta ccmdue0ndo una vi-0/enia campag.na contro la Banca Nazio,nacle e pnincipalmente conJ.ro i suoi direttori che sono i tctliani e rasc'-•sN. Tutti sanno che la censura dei g:orn~i a!br:..nes' è diire/,!ç; persona/mente da A,hmd Zo~. E che la B:inca naz;ionale alba.nese non è che un•a Banca italiana. La spiegat 1ane che si dà del fatto, è la siguanfe: Ah1m2d Zogu, ce, ca di far pr1?Ssion.2 suN' Uai-&i affi,nchè questa accordi delle più larghe sovvenzioni all'Albania e s()pr:1/,utlo :::l suo presidenl•e. In, quasta cr:..,mpaf,r..adi stampa c· è, tra le nigh2, un•a minace';a: se /'Italia cc>mmcia a mostrarsi avara, noi ci ,,ivolgeremo altrove ... - Alla Jugoslavia, per esempio. L' ii.mp.eriaNsmo fascista, costa. DemÌgogla Vii ricordate quanto chiasso per r invio al domic-ilio coatto d,i un 1padro-ne di casa e di un banchiere slrozz;ino? Il fasci-smo è ~iusto, d-icwan-o i giornal1i: non guarda in laccia a nessuno, quando si tratta di appl<icare l:i legge! J111 una lettera che i c<>nNn(lJ/piolitici di Us1dca - i rimas/,i - so-rto riusci/ti a far pervenire al!' estero, è rivelato il trucco. I due sigr.•ori furono, è vero, tradotJJ ad UsNca con tu/ti i riguardi del loro rango. Ma la lo.ro permanenza - addolcita rin lufrli i modi - non fu che di un mese, aNo scudere del quale sopravvenne un dwrelo di erazia con mill-e scuse. Chi può dire quanto inchioolr-0 è slato consuma,lo in qu.eslii uJt.im.i tempi dalila stam(Pa ufHciale, ufficiosa e di g11uptpi bonghe.i d'c,gni nazione sullia qu~liom del d.isauuno e della pace ? iA. dieci aruti ,da,lila fi.ne del più gra:nde mace'.fo che la slon:.a del mon.d-:>e dei popoli ri::onda, si discute ancora e =· pre se è, e può essere tPOO.;ibi!lei,l procejdi':re aj una smobili!.azione d;i,gli ordigni guerresoh:, come pure se pos.;ibi1 e è il r1ggiun.gere uno sla,to di convivenza so::iaile nai ra,µporli tra i vari p1ro:, perohà il pericolo di nuove guerre venga a sco-mpar;re cQIJTupl~tamenle. Cwì è ohe rrnent.re le cla.;sj diri,genli d'ogni paese nel mentre fanno dire a!1la lor:> sil:illlJpa che essi- .;on.o ,pe.r la pace ed una co.nvivenza <li reciproca cordia- !i,tà ed intesa fra i vaTi paasi, s'..anziano e.normi sc,mme per la costruzione c l'acqu.i,sto di nuove e p.;ù polenli armi, come 1Pur-ela,vi::;n.no e brigano a tull'uomo a combinare dei 1 pabli o traLta~i saparali, cioè fra due, tre e più paei.i, nei q11ali 1pa•tl!iè. s,t,a,b:.J,itanon solo !a reciproca 1d.iiesa, ma am.ohe, :se pu.re no,n è detto, b eventuaile aiggressione se gli i.n'.eressi d~gli St.a,Li conlraen,li si trovano in urto ed in conLrasto c<l(gliL"llle.rcssi degli aillri Stati non parLedjpamili alla 1or o {n Lesa. iLa creazione di ques,ti. lra1Lt.a:àhanno perciò rida,to vila a d<?i grnppi i quali si a,ptpogg.iano su dehle grandi Pol<?m.ze, qtta1,i. l~a Ru,11sia, la Gwmania, l' Inghilterra, la Erancia e 1'11,ta,lia.L·azione ohe &Viluppamo queste ,gram.di Pol2nze è di a1ttira.re ne'lla loro onbiLa i! ma,g.gior numero di paesi, i qual.o.per ragioni dj-vers2 non po:entdo essi glessi s,vilup,par~ un'az.ione ,di aigg.ruwameruto, ne d.iiv-en- .gono d-:igli a,g,gru-ppali altorno a quclla ,gralllde Potenza clie o::l'fre ad essi maiggio;ni aiuti nella even,lualilà d'un.a guerra coi paesi vici,ni non ,parteci1Panli al loro a>~nui:ipamenlo. Il ~io:x, perciò diviene molto chiaro, ohe c•icè è 1a prepairazion2 e la monta>lura par ge~lare i Pct;>oli gli uni contro ,gi~ allri, pervasi d'un Ia,J,o nazio:iilllismo, d'i.rrz.clent6sano e d,;,l!la paura d·:,na :uvasione del sucJo dcilloa.patiri':i, paura che ndn dovrebbe mai 0Si.,tere, se s1 ienes.s2 fPrasente in quale modo è sL:ila montai.a. C:xle.;li ar!iiizi c:he d .sgra21iala.menle L:,n.no an::o.ra moila p.res:i netll'otlene.bra1to ce,w~llo :li gran parte dei pOJpcdi,sono tenuti 'r,erennemenle acce~i da,l più ba-sso nazio,nalismo, .sinonimo di carnefice dai PO'J>Oq;p, er I suo' istinti bassi di ax,umuJl.a.zi:•):le del ca,p1lale e della COalJServazione ,H c!·,%c. .Diamo ora '.l!nl 'Sgu~rdo .;, quaJle sla- ,to ed in oh~ moj•J :, '>U id;v1;a in ques~o momento l' Europ:i, prq,r;o OTa ohe si continua '13 !ns:st<>re !.ù,I m<'lfro del djsarmo. Un mese di dnm1citio coalto: quan,to bastava per ia piccola specula:,;ione de- . magogica! Sul Mar Ba,ltic,i lr'.lv:,11no la Polonia e la Lilui1ni.1 ;n µ~•renne staio di guerra. La. pr'm'.\, pa.-•,.::d'un:i !.uperfice Lerni:istre di Km. 388.279 c con una popolazione di 29,249.000 Lnilividui, è 'legala ed ubbidisce aU'Ir,ghiilerra, la seconda, paesa d'una su,perf;-cc !er.reslre di Km. 55.658 e con ,tna rc,polazione di 2.229.876 indi!Vi<lui, e legata ed ubbidisce alJla Russia w4 alla G.umania. Tra quesli <Lue paesi e~,ste lo s,ato <lii guerra. Fra questi due paesi non eshlono re1a1tioni diplomatiche o consotlari, co~ rruunicazion,i regolari e scambi di prodotti. 11 ,po11lo di Memel, uruco sbocco IPOdacco col Mar Baltico è cOllll,plelannente ,pairalizzalo, causa la non garanzia del passaggi-0 delle m'<lrci, non esistendo un:i rappresentanza ulfioia.Je ,poilacca. Qualli sono le ragion.i ed i dieLroscena che tengono vivo queslo .slalo anormaile di oose ? Il campo si restr111g..e. La montatura del ccrnpdotito de/fopposizione monarchica e lib2rala si sta per lez.ia.nando. A prima vista par.rebbe che so.lo 1a questione di Vilma, oi,ttà della LiLuania, , occupala dai pollacoh.i nel 1921, sia la raigione del dissidio. Ma esso è ben più vasLo. Da u:ta 1parte s,la d'Inghilterra ohe doJl'.a.oadi già ila Polonia e voar21hb2 es!.en- <ler~ la sua ::bminaz:•Jne anch~ sulla Liluan.ia, p-21r accerchiare cosl lo St.ato ruGw o:ii ,.uo avanzali sate-llit:,, da.ll'a/Ltra parte la Germania coi suoi palli con la RU3$!a per i quaii d-u.e Stati ha Lituani:i è il ponte ~'<lrrest.re nalur.:11'.efra i dur:: paesi e la sola via di terra, diretta e neuLra, che mette in cc-mun:caz,on-2 J:i Pmssia orientah con la Russ:a. La eY ..:nLua!e caduta cl.olla L'-tua,n:a sollo la inJluenza delfo Polon:a vo.rrebbe <liTe .iii blc::co ,per via di terra della Rus,ia, blo-c CO voluto e d:relto dai~n~hiiliterra. .Per<..:iòmao.len:mznlo di un:i .ctato di ~erra Ira due paesi, man.tre l'InghiHerra conduce !a s.u1 az.ione per l'acce.rchiamen~·J d<itlla L:ituania con intensità, specia.tmen~ dopo la rottura dei suoi rapporl,i con Mosca. D'al'ra parie la Rll'SSia ap;,ogg:at:i dal la Garmwa -::.helen:le lutti i suoi sf{)(rzi per ere.aire uno stato di d:saig:o neHa palùlica interna e:I eslera :leLla Polonia per trame poi la posibilità di imporre la sua au.loirità. Il permanente s'.alo di a,ggressione tra l'Ungheria e la Riumania, la prima apipongi:i.nt~si all'llal:a-In,ghilterra, la se,coo,da fino ad ora aippaig~iala a.Ha Francia, ma coH.la moTLe di BraLianu e vin-cenr.lo ùl p?.rLl lo eh.e fa ca po a.d Avares::u ,paisser-ebbe soLlo il dominio e la sfoira d'irufl.uenza dell'I~alia. La J ugo.;la,via è I-e-gala con il recente trattalo :lei mes2 sacorso a!lb Francia, mentre su.biLo v.ii::inovi è l'Albania 1'.egata alle m:im.i ed ai pie,ji all'Jtalia. Si tenga presente ohe tra l'tma e l':illra non vi sono rappor~i di b-uc,n vicinato, a:izi continua a manlen~si uno slllLJ d; forte :-namicizia. Mi sembra quasi inut.iJe che io a,J!git,nga che l'Austria che sz per la sua ;:,recaria oondiZiione eoo.nom.iica mruruhi.en.e ni:;po.Pli c:ir::liali con iu.tti gli StaLi, le sue sim1pal.:,es~>no lota,!-m-:mler:vo-lte verso la Gerunania. La Bu:'lga1riaohe sl:i ancora nzigoziand.io la sua iru:l.i,pe.n,:len.z:il,a Gre.:ia soLto ~.1 imluwza deC'lr,ghlllerra, la S,pa,gna .lthi' on:li.ni ,fo1l'l taliJ. la Turchia accodala a.Ila Rl\.lssia, i: B:ngio neJ.!a sfora -:leigl-i· nte.r~B,i fra.nc1::si,e l'HaJia con le sue influenze cntr0 il gioe:> in'.ernaziona,le ddii1 ~hilte.,a Quzste formazioni di, grupp-: in contrailo g'.i uni coglli a•llJ·: per gli ,r>lell'a."3.i di e.spanGione delle ro,!,enze cl1e i:r~:;i-edon.o e comanda'llo nei grn,pçi shssri, nc-n p:,,,onJ e,.,sz,re altro ohe lamt; ~"c:lllai che se era pu rJg:oni pa,;G::c1ari il fuoco è tenu~ sol,Lo le ceneri, in un domani eh.- può essere prOGsw10, le f;amm, use ranno dalle ceneri e cl:v::111!):-erannoc-nn ·mP',do pa1t.roso, bru- ,:?.nd-0, di•!r;iggenc!,,, :111r,;enlando, sLron ca1,J,1 uorr:?ai e ccse e sen1in:ind:i a piene mani mrrlé a,..:cr, sofferenze, s,p.'.ls~mi e mi'Seria. iE tuLl.o ciò si va crendo cun cele.ri,là, merulre i respO'Dsab~li delO,a polilica inLernaziona1e conliinruano a chiaccheré..::'e nei raduni e nei con.sessi di d'isarmo e di ,pacz. Essi sanino ohe quanto dicono non è e no,n può· es,ere ne Ja loro volontà, ne quella de.i l-0ro padr07l.i, es-si sa,nno che mentre faranno di.re aùlra st:impa che vive a,IJa mall€ialoda dei loro g~rni, che ,la loro pol[,i,ti.cal.ende oon lutti gli sl0rzi a raiggiun,gere la aus,p]cata pa-ee, il Joro governo s,Lanzierà ;,,1c.v1 fond;, ~ nonmi sOl!Dmeche saranno detratte dai bi,lwnoio per ·l"istru.z.iomepubbljca, bi lancio ohe fairà morire di fame ~li inse~nanli e ohe obbliJgherà gli sc0tlari a non più segwre la souo,la l.lalusa le for,Li spe,I,(>. D~oevo ohe essi sanno ohe ,pr<>:prioin quei' moonenLo il loro g01Venno verserà DUO/Ve nOil"rnisomme nelle fauci delttnÙ,- 1i1ari.smo, o11eim'pJe.gherà la ,scienz.a allla creazione di più potenti nav1gli, di più '!)::l".fezio~ armi, e poten:i e mi.cidiali i!als 1/elenosi. .Sia. nella po'libica internaz1on.ale, sia MJLla pdl.iti.ca militare internc1. oJ:!ni p;i.eGe t,en;de \é!; l.:rea,rsi una snu..1z 011e ,cl: supremazia, dir~i quasi d, a.ge:nonia, netta qua.le esso vede la i.ua I orza e.:I ~l suo dCJllllinio. Per i I pUbblico, par i I iogi: onr; e la pi.ai~ ogni governo ta dire alla sua stampa eh.e è animato di ferrea volontà pe.r ragg'i'\llligeI°e la pace. iE' di questi giorni un fa~to eh.e prova quan,Lo io ,cli,co. In Belg~o venne :n ci;. scussi.one la questione miJlita.re. Una parte del governo, la ma,g_gi0:ra'llza,compai;ta di Jiberaili, COJtse.rvalori e catto!:ci pnesenilò un progetto con un::i lung.:1 k:rma n:u.lliaxe e lerribil.m.em~e grillvosJ 1,er le cass,e del.Io ~t.aA.o, i lire ~o.;:!aJhti p:.u es.si ,parie del go,vemo presentaron(, un progetto con una . ferma di so!: sei mesi, con un o.ndin.amenLo mSJit.are più agùle e ,molto m2no grawoso. J socialisti cdl loro p:ro.ge!ito sOOlo stati ba,t,tuti ed hanno do;v.uto ahbam.d.onaire il gQIVerno. Ed i.l Belgio s.i <lihazLtein slret~zu e:::onom'iah-e. .Or frOil'le a turt:ti. questi Iat!.i che non rappresentano in qua.nlo av,v;,ene nella politica inter.nazionale ohe una mini.ma pairle, viene spontanea la oer~ezza che il popolo va a g.ram.dipais:si verso una gr.:inde guerra più micid:ak e più feroce di quelil,a. di poohi anni fa. ll popolo che noo ha interessi col ca,pila.lismo, ma più spedialmente LI procletaria.to deve Iortem-enle preoccwp-ars.i, di quesLo mostro che -:livor-erà milioni di vil>e umane e dJs'.a-u,ggarà ogni ricchezza del s.u.Oiloe del sottosuolo. Protestare, aigila:rsi, meibtersi contro, far pesa.re la sua vo1onlà e la s.ua forza pe.r frena.re q uesia ter.r~b:!l.e '..e.mpesta ohe itu.iito distrugge, tutto frar.- tuma. Subito bisogna, non ablenid-ere, iì moolro s·ruvvi.cina famelico, cogli occhi ~infuocati, galc.ippa.Itte s:u lL'l dest.riuo dai mille e mille rf..ed.i, ulu.lan~. Esso ha set.e di saingue umano, abbasso la guerra sia il vostro tonante grido. B. lettere dal paese d l terrore Un compagno professonista del l'Italia Centrale ci ha inviato in questi ultimi giorni di Novembre la seguente lettera, alla quale nulla aggiungiamo percb.è essa dice abbastanza chiaramente quale è la situazione del popolo italiano sotto il terrore fascista. Novembre 1927. Carissimo mio ... ... Dal canto tuo che naturalmente sei lontano e che brami notizie di compagni ed amici posso immaginare il desiderio ed il piacere che ti può arrecare una di questi, ma bisogna pure caro ... che io ti dica quante sono le nostre contrarietà che ostacolano la volontà nostra, che come sai siamo tenuti continuamente in istato di completa soggezzione, sempre crescente. Devi puré sapc?re che solo nel mese scorso fui due volte .p1elevato di notte da casa mia e portato alla sede del Fascio ed insultato e diffidato, come pure ancora nello stesso mese la mia casa e la mia famiglia ha subilo due minuziose perquisizioni dalla polizia e milizia. Di fronte a tutto questo lu puoi immaginare con quale riservatezza sia obbligato a vivere. Eccoli la ragione del mio ritardo a scriverti. Ma tutto ciò mio caro ... se ci corrode nei-vi non ci stanca. Io e nostri compagni, tutti provati di _.Ai ogni più cieca violenza, non abbiamo mai avuto momenti di titubanza o d'incertezza, siamo e rimaniamo sempre fermi e risoluti avversari di questo feroce regime, e lavoriamo nel limite delle nostre forze e delle possibilità perchè la sua vita sia breve, brevissima. La disoccupazione è enorme. l disoccupati formarlo sovente assembramenti sulle piazze, come pure qualche volta si arris~hi~no .a fare dei lunghi cortei per le prmc1pali vie della città. Fra tutte le categorie di operai colpite dalla discx:cupazione tiene il primo pos.to .la categ~ria degli edili nella quale I d1soocupat1 superano il 50 o. c. Coslì viviamo in un ambient~ saturo di avvenimenti che penso non tardera.!1no a lare caipolino suLla scena di questo grande circo di furfanti, ladri e violenti. Il costo della vita non è diminuito, mentre i salari agli operai ed impiegati hanno subito un forte ribasso. . li r~g!me della nutrizione del ~opolo e ternb1lmente peggiorato, e nelle pl,1 - ?he. esclusivamente a carattere agricolo e ~1tornato. -sulla tavola come primo ed ~1co nulmr1ento, la polenta ed il pane d1 granoturco. Come vedi riprenderà di cerio .presto a far capolino la pellagra. Vorrei raccontartene tante delle porcherie di questo regime, ma il raccontarle mi fanno schifo, terribilmente schifo, tanto sono inumane. Ed ora chiudo, rassicurandoti che la mia fede e quella dei compagni è saldissima e si continua nel nostro lavoro per la Libertà d-el popolo italiano. ' Saluti, abbracci fraterni ed una stretta di mano, Tuo ..... -o-

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