L'Avvenire del Lavoratore - Ano XXXI - n. 7 - 12 febbraio 1927

_A_N_N_O_X_X_X_l_. _ __ (;_A__P.__;._J______________________ ZURIGD, 12 FEBBRAIO 1927. __________________________________ N_um_. 7 _· ' TELEFONO 4475 - Conto-Chèques N. Vlll-3646. SETIIMANALE DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO NELLA SVIZZERA'. ABBONAMENTI PER LA SVIZZERA PIER L'ANNO 1926: REDAZIONE: AMMINISTRAZIONE: PREZZI DELLE INSERZ10N.I · I anno, fr. 6.-; 6 mesi, f-r. 3,-; 3 mesi fr. 1.50 , L'Avvenire del Lavoratore, Commi~ione Eseculiva del P. S. I. ?et hr..:a. o sp,·H:io di linea (largbez~ una colonna), :w CMt Per réclame continuata, prezzi d& COD'V'enirsi PER L'ESTERO: I anno, fr. 16; 6 mesi fr. 8; 3 mesi, fr. 2,50. Zurigo Zurigo, Militii.rstrasse 20 -----------------"-···-- _______________________________ ;..... Aproposito~ d und[ ocumento Ognuno dei nostri. lellori sarà s·curam.cnte al con·enLc della pubblicazione comparsa slli giorna.\ fascist: della noli21a secondo la quale un gruppo degli orga.n.izzalori più emi11.entidei Sindacali operai della d - SC:.oltaCon[ed.crazion.c Generale del Lavoro (che da diversq tempo ha trasportato la sua SC'<lca Par1g·) a- \Tebbe redalto e dalo alla stampa una dich/ arazione contenente la formulla.zicmc di p1·,ncipì sindacali che so.no la negazione di tutti i postulali s;n(.iàcali socialisti La notizia, mollo d scussa nej n.o- :-Lri a.mb;enli, ha lutlavia impressiona.lo dolorosamente ognuno e da quando essa g.unse, grande è il dcsider o di poter sapere qualcosa di veramente sicuro e YiYa la speranza si Lratli sollanlo di una manovra fa.sci- ._,a - noncurante di una smentita all'estero - d:retla a scoraggiare e disor entare le mas.-;c openuc prigioniere in Italia. E la c;menlita del D'.\ragona - che noi riportiamo qui sotlo e che secondo i giornal, fascisti era uno dei fìnnatari ddla dichia.raz;one - è slala a-ccolla con grande soddisfaJ ,::ione da tutti. DegH altri, n~ssuna notizia diretta. ~fa essi s.i lroYano in Italia. a di!Te- - 1,en.zadel D'.\ragona .. \ \Tanno ver~ mente firmalo o qualcuno s sarà presto (J1H~stainiz;ali rn per loro? La smentila del D' .\.ragona ci autoriZ7..a ancor più a dubitare della veridicità di quanto la stampa. fascista ha lan~ ciato con tanto giub\lo a-i quattro ,·enli. E pur r· porlan.do la etrcolare in- ,·iataci dalla Confed'crazionc Generale del T..asoro. ci r·serbiamo, per nO!'.tro conto, ancoI-a il dir:tto d; all<>11de1p·erima di la::-/.:'·arcadere una condanna inesorabile su degli uomL 11· che - pur non concordanti con noi nelle loro concer,;oni sindacali P politiche - ha11nodietro di loro un pas.<,aloche ci rendP dubbiosi sulla loro :rnpro, ,·isa convC'rsione. L'Italia fascista è un' mmcnsa prig:0n1> doYe regnano persecuzioni, torture. frodi. 11 manifesto dellCa onfederazione generdaleelavoro Lnorator, [tal'ani! Gli avvenimenti cli questi ultimi giorni ci consigliano a rompere ogni indugio e ad assicurarvi cl1e la Con_ federazione Generale del La11oro Ilaliana, la vostra Con{ edcrazione, sta preparandosi per la nuova fase della sua attivi la col fermo, deciso pro Posi lo di rimanere rigidamente fedele al suo passalo e al suo nrogramma. internazionali di industria, perchè i lavoratori residenli in Italia possano iscriversi ad esse nei modi e nelle forme che le circostanze consentiranno; di svolgere la più intensa propaganda delle cll!'ettive e delle aspira- ;;ioni della Federa;;ione Sindacale Internazionale. Jicntre /'Esecutivo Si preparava acl esplicare degnamente i suddetti compiti, un gruppo di uomini ha tradito ed i stLOi esponenli Si sono resi indegni di appartenere al movimento sindacale inlcrna;;ionale. Ciò non deve scoraggiare alcuno. L'istituzione re_ sta. La Confederazione resta, e con essa le idee immortali che hanno alimentato la f cde dei suoi aderenti, che hanno ispiralo la sua gloriosa attività, che sono la guida sicura del mov ·m,·nlo sindacale di lutto il monclo civile. Ai•éllti dunque, lcworalori italiani. P1 r soddisfare ai suoi compili. la Con/e dl'l'a;;ione Generale del Lavoro c/t,ama a raccolta quanti di voi hannn l'll'O e vigile il senso di classe e della _ciignilàumana. I nostri compagni r:mast1 in Italia conservano in_ l,1/ta nel loro cuore - ne· siamo sici1r; -- tul/a la ioro f Pcle in un avvenire di libertà e di giusti.zia, ma non la possono esprimere. Ad essi, a lulli i cvlpili dalla rea::ione. vada il nostro sal!llo solidale e commosso. Gli italiani residenti ali' estero, i quali - s=apure fra tulle le amarc=- zc - vivono in paesi dove la fiamma rie/la libertà non è nè spenta nè affìevo_lila, h?nno il dovere di organi;;_ ;;arsi, mani/ estando cosi, aperi amen_ le, i _loro sentimenti e le loro aspira- :,()/11. Sarà una soddisf a::ione per la loro coscien:a. Sarà un grande con- {orto per i compagni costretti a ri_ manere ncll'inf erno itahano. Lavoratori ifalian; che sofTrile a ucdcre il uostro paese marloriaio; che lo uorresle libero {rn i liberi e c:vile fra I più civili; coadiuvatore di ogni politica di libertà e di pace, e non di intrighi e 1/i g11('r:-ecome ora in Cina; slringeteui intorno alla ban_ diera della vostra organi:;;a;;ione cli classe. Alla libera:ione àel/'Italia potranno concorrere altre f or=e, ma la {or::u predominante clou'rà essere e sarà queila del proletariato organi:_ :alo. Viva /' l nterna::ionale dei lavora_ tori! Viva la Confedera:ione Generale del J..,avoro Italiana! Il, COJJITATO ESECUTIVO. Amsterdam. Febbraio 1927. Le dichiarazioni d D'Araopna Egregi compagni, Leggo ora sui giornali la notizia che avrei firmalo una dichiarazione di ade- :;ione al fascismo redatta in Italia da organizzlori sindacai, italiani, or sono due o tre g1orn1. Non so nulla di una simile riunior,e. In ogni modo non v1 ho partecipato per la buona ragione che mi trovo all'estero dal 26 gennaio per recarmi a Ginevra alle riunioni de/l' Ufficio lnfernazi•Jnale del Lavoro e per venire a visitare dei parenti qui a Parigi. ln:u/ile dopc questo l'aggiungere che non ho affatto Firmata la dichiarazione in questione. E· vero che alcuni degli ex-funzionari delle organizzazioni sindacali che aderilXlJtO alla Confederazione Generale del Lavoro italiana hanno ultimamente diL'anno lestè decorso è stato inrlubbiamente il p:ù duro della sua ven_ tennale es:sten::a. Subi violenze e dePasla:ion:. e, insieme alle Feaeraziolli na;;iona/i di mestiere, venne messa n<'lla assoluta impossibilità di assolvere degnamente ai suoi compili. Q_ gn1 lentalwo di riorgan::za:ione locale venne sp:etalamenle sofiocalo appena conosc:uio. Decine e decine di suoi migliori elementi vennero inuiati al domicilio coatto. centinaia e centinaia ammoniti. In Italia insomma: le organiz:r.i;;ioni legalmente co- .,tituile o tacciono, o parlano come 1111oleil fascismo, o vengono sciolte e i loro dirigenti incarcerali o deportali. L'Esecutivo della Confederazio. ne ha capilo che, rimanendo in Italia, aiutava la sconcia commedia fa_ scista tendente a far credere che in Jtalia es;ste la libertà sindacale e si scussa la linea di condotta che avrebbero e trasferito all'estero sotto l' ~gida dovuto seguire dì fronte alla O'Tga.nizzadella Fedr>razione Sindacale Interna- =ione sir.ducale ifctliana quale viene imzionale. posta dalla legge fasci.sta. Ed è vero che La Con{ edera:.ione r;enerale del La_ ho preso parte io pure a questa discusvoro ha un nome e un passato da di- sione. Ma nel corso d-i questa nessuno fendere, che simboleggiano le tradi_ ha rr:aiFatto delle proposte suscettibili di ;;ioni più gloriose e p ·ù pure del pro- essere interpretate come una adesione al letariato italiano. Ila il debito d' ono- fascismo. Noi abbiamo esaminata la rire cli tener uiuo quel .~enso di classe. forma sindacale fascista nal punto di viin virtù del quale i lavoratori italiani st a dei principi ai quali si è sempre ispicombatterono e vinsero tante magni- rata l'azione sindacale delle organizz:a- (tche bollagli<'. Ed ho. inoltre il do- zioni della C. G. d. L. ilaliaTUJ.:e per vere: quanto mi concerne non ho che da ricordi inlen-:;i(icare la siw propaganda dare tutto quar..fo ho diverse volte espoall'esfero perché gli italiani si iscri- sfo quando ero segretario della Con/ed. uano nelle organi;;zazioni di classe Gen. del Lavoro stessa. rtei pae'>i che li ospitano, ed abbicmo Tengo solo a precisare che nella dila più larga e sicura assistenza; scussione che ebbe luogo tra i miei amici d1 accordarsi colle organizzazioni e me, noi abbiamo sempre affermalo il a Gino anco nostro dovere e la no.stra rr.'fenzion.e di rivendicare, per la vita dei sindacali ope1 ai, il ri-spe/to piiì assoluto dei principi democraiici. E' forse questa una adesiom, al fa-.scismo? Ag-giur.go sollanlo eh{! quando si frollò di sciofliere o di frcs/erire a/f'esiero la C. G. del L., io non ho nascosta la '' ia C,l't•ersio:1ea decisioni di q11eslo gerzere, poichè p;msavo e penso che per /tz difesa dei principi sindm:a[i ai qua11 resto fedele, era meglio che la C. G. del L. continuasse la sua esistenza in Italia. Non per svolgervi una a~ione positiva ormai impossibile, ma come per una rive.r•dicazione permanenle della sua lrt1dizione e del suo diritto. Coloro che mi conoscono sanno cl1e n():1 ho i'abi1udine di sfuggire all<.J111•e respon.,abilità: sanno quindi che se <r.Jessi •lirmctcr la dichiarazione che mi si attri/m1s{:f' 110n esiterei un mrn11to 'l ;ico• r•oscerlo. Co/oro che ,r;j conoscono •an110 pure che qualora avessi voluto aderire al !ascismo non sarebbero nè le offerte nè le occasioni che mi sarebbero mancate. Ho preferito restare fedele a me stesso ed ai miei 35 anni di partecipazione alle lotte delle organizzazioni so.:ia- /1sle i!d operaie, e preferii domandare al al mio lavoro privato, quanto mi occorre per me e la mia farr,iglia. Ecco perchè mi sento di poter riforr1are al mio paese, al mio lavoro, senza m::icchiae senza paura. LUDOVICO D'ARAGONA, ex-deputato i~al., ex-segrelario della C. G. del L. italiana. 6iuocdoiplomatico psricoloso · Sembra il caso di quei temporali d'ostate ohe vi danno iper un momento la sensazione dcii fin:rnond:>, e pO'i spari cono lasciando un ciclo tc-rso e luminoso, con solo qualche nuvola - grande fi.8cco di cot011c - qua e ,là. Q11.1a'lldao Ginevra si ri-u11ìuiluimamentc il Consig!.io dolla Società delle Nazioni, Ja posizione dcli' ItaJi,a si riassumeva in questo seir4Plice términe: isolamento. La Francia invitat>a, la Germania dirfrdente, r hlgh:i\tenna no'!lcurantc, di taiti bakanici osoili. Ma c'è un Dio per gli ubriachi, P<."r i malti e per i ministri deg'li esterni. Ora abbiamo sul caq)J il p:ìi azzurro dei cieli. L. fng-hiltcrra mandò il suo Churchill - scelto ap- ,posta porchè notoriamente rilofascita - da Mussoli11i. e Churchill fece que,Uc famooc dich·iarazio11i che ruitti sanno. 01c cosa sia a:ndato a fare c:>stu.i a Homa ora, ì1foalmente, lo si ~a. E' andato a prc entarc un conto. « A•mi- ~J ca.rei egri ha deHo wl tono di i\lofi tofole a Fau •t dopo quel po· po' di corsa attra vers-o a I piacere - noi vi abb:amo lasciato fare per l' Atlbania, e vostri $aran110 i vantag-gi ~o111c ·i cc-.;ci dell\Jpcrazic11e. Adesso bisogna pa,gare il favore. In Cina abbiamo qualohc grattacaipo. Noj abbiamo là gro~si interessi da difcndère. Vorremmo liquidare la faccenda ailla svelta, con metodi pers-uaisivi, senza la noia di dover r<."nderc::mto di rutto alla Socidà deJlleNazioni che quando i tratta di noi, deve lasoiar fare. La Fra11cia nicchia, la Gormania 1101h1a esercito, la Spagna le ha prese perfino dal marocchini e manderà uno scafo da passegg,io in arlwt:) ailla nostra flotta. Voi. che cosa ,ntendete di fare? ». Poichè Churchill era là col conto i11mano e gli occhi fi<;si n<."g11li occhi in attesa di mia risp::>stache doveva essere conforme aJLa su.a volontà, Mussoli11i dovette dire: «L'Italia è con voi . Sliido io che, poi, CJmrchill fc~e que,Jpo· po· di :nno a ~uS-..,'.)lini e a:\ fascismo! Così I' Italia dopo .le brighe che s'è pescato con l'affare dell'Atlbania - s'è procurata u,1·aItra gatca da pelare: la faccenda ci11ee, g-rarvi<ladi conscg-u<.'11z-.c~he non sarainno, col temp:> a:lmono, molto ravorovo1i per chi si an-enltLra in quel paese. Noi - neLI'interesse della pace tuùvcrsale e nel!' <i.ntcrcssc del nostro pa.cse - s'iamo accamo ai laburisti inglesi ncl1,t loro lotra, bene iJTIJ}Otali:a. contro la (;I.terra in Cina. E La Germania? Con la Cermania - tempo fu - il fascismo era in aperta rJtta. Diiscorsi violenti di Mussolini contro Stresemam1; ris,postc terme di tresemann; il Brc1mero presentato da una ,parte ccrnc punta 111inacoiosa,d.all'al tra come , J1f11a..::oìo di irre<lentismo tedesco. Ma in politica in ~enerc - in p:>- litica estera .;,pccia,lmente - nuUa è ~trrnamcntc ri~ido. DoPo un po' i ciamori si tacquero e nel silenzio sopravvenuto si capiva che quafchc cos~1 si stava preparando. Che cosa? \hisso:ini v:>k.va, addiritlura un patto ll! -unic:iz:a; Strescmann non voli~ concedere che un patto d'arbibrato. :\'on d'allPanza, per spiegarci; ma il mezzo per nsc,lvere pa..::i,firamcnce le querele. s~ querele. dovessero 11asceI e. Ma pare che Mu.soli,ni 11011~ia sJdc\isfatto. In ,una intervista concessa a non Lnicordiamo più quale giornale, e:gli fece rocchioli'l1o a Str-c-scmann. A11dò t.into oltre da 11011 cso]udcrc :a possibilità, ph quanto lontana, della riun!oue dell'Au tr:-a alla Germania. S'Jgno dc: tedeschi dell'uno e delì'altro paese. Scommetteremmo che Mussolini, quando faceva quesle affermaziLni, 11011 era sincero. Egli sa bene -- c!1ecc!.~ i pensi dell'unione dc: due srati t~deschi - che tale uillone urta contro opposi21i:>11foi rmidabili e che chi si \'UOl avventurare ne! giuoco in suo iavore rischia di schiacciars,i le di,ta. C'è la Frnncia da una park e la Piccola Intesa dal,l'a,1tra. Ma è appunto per prcocou1Pare questi Ste.<ti che egl'i ha parlato. Muss::iHni vuol piegare la Francia a ceder;: un ma:ndato su qualche colonia (la Siria forse?) e vuol far capire a-Ila P:ccol,a Intesa che, se essa v0lcssc t,1ostrare j denri a proposito della facce.nda ju,goslaNa, I' Italia può sollevar·.:! la questione dell'Austria. Fatt:> sta ed è che la Francia - di fronte a~li an:o,ri anglo-.i•tla1liani e ai poss~liili a.mori tedesco-itali-ani - ente 'il pericolo del\' isofamcnto. E ~:.:i. i J.riornaJifirancesi, anche que,Hidi S!QJisrra,lasciane i,11travvcdere Ja loro prc1ccwpazione. Tanto più che un fatto nuovo si agg,funge a complicare i rapporti italo~francesi. La Franl ia - causa na sua poliNca finanziaria - ha di fronte il problema grave d:!lla di e cupazio11e. Cli operai fra:1ce~i dicon::i: « Per i PoS1 ti che oi o- , o, prLma noi, poi gili stranieri ». Dat{' loro torto, se potete. Ma oiò non t •gl-ic :::he 1111 provvedimento di Hmibzio11c dc.gli en:igra11ti di :)grtli paese, colpisce iq1 pieno la classe operaia itmVi,anala quale trova ora nella Francia il suo 1111icosbocco per ,J'em~razione. Ed eccoti i giornaùi fascisti che evi<lcntemcinrc inspira ti, dicon, a11\a Francia: « Allora cedeteci un mandato su una colonia che ospit: l'eccesso qella nostra pOfD<}lazione». Tutto que co mira nè più nè meno ad un successo dipk:>rnatico di MQ1S- :;c,Fni, Cuanto a·I problorna dcLla cmit:"razJiane,noi dovremmo dire che il fay.:ismo è ben idiota se cr0des e sinccrnIr.en tc ohe una coloq1ia possa attrarre l'eccesso della mani::>d'opera. C: occuperemo la prossi,ma. vol<ta.di una tale que~tionc. M.a inlianto dobbiamo adicrmare che eutto questo !;:uoco diploma!licJ è. i!1 sostanza, fuori deLlo spirito di co~laiborazim1c d1C' dPvc animare nuoY; rap.- Iwrti ira ta:n e Stato. Qui si fa il \Cc::;hio pericol-c,so g,iuoco di apJ)l'0fittJarc delle contese fra Stati por far p<'Tiderela hilanc·a da una parte piuttosto che dall'a•ltra e ottenere qu:1.ld1c bri~i'ola come c:Jmpen<;o per la prestazione. Non ci vuol mica un gran genio per far<.' una politica di questo g-enerc. ll ziuCr:::oportò in passato abla .!tuerra. PuèJprepararcene un·altra. '\!!tenti! - nc,i dioiarno ai lav::>ratori. eg-uitc anche i problemi de~la politica estera. Essa può prepararci tristi sorprese. EDG. ROV. -o6ranmdai snsitfooznfaintifasc Accennammo recentemente aJ giro lrionfa1e di propaganda antifascista compiuto dalla illustre compagna nostra Dr. Angelica Balaba.noff nella Boemia tedesca. Ora 1:iamo Lieti di pubblicare la risoluzione votata in un grandiooo comizio tenuto a Karlsbad ed i commenti ciel giornale rncialista del luogo. La so-- [dar.ietà aippassionata dei compagni cecoslovacchi riuscirà il1.dubb:i.amenle as· sai gradita a tut.ti i pers-::guilati e martoriati dal fascismo il.aliano. Il loro atteggiamento fie:o e risoluto incuore~à lutti alla resistenza. ed alla battaglia. Sotto il titolo: Mar.ilesfazione di masse contro él Tascikmo - La compagna Balaba1;off perla alle masse operaie di K<IJ'lsbadsul sanguinario regime di Mussclirti - U11atto di accusa terrificante e la sua eco - il confrate1lo di Karlsbad scr,re: , La c mpagna Balaba.noff ha parlalo in tre assemblee - a Fal.kenau, a Ka.rlsbad ed a Ncudeck - sul fascismo in Italia, su Musrnlini e sul sistema fascista. Riferiamo qui soltanto sull'assemblea alla quale parteciparono, ossia su quella d-i Karlsba:l.. E noi ci troviamo ancora talmente sotto l'impressione :l.ell'immenso e smisurato comizio di mas~ che c:ediamo di poter limitarci a brevi parole di commento. Chi vid::: l'assemblea rimase esterrefatto. Pareva che la gente si fosse aggrappala fino al ~offitto de!la enonne sala. Tutti erano profondamente compresi della solennità dell'ora. Regnava un filenzio profondo e religioso interrotto da urli di mille voci e da uragani ogni qualvolta veniva illustrata una deil:: la,nte bestialità fasciste: Fu un avvenimento ,nd.imenlicabile, per ognuno delle miglia.fa di intervenuti. Nella noslra affrettala relazione di ieri non usa.m.mo un'espressione feLice scrivendo che la risoluzione fu elevata a decisione; quella ciel comizio non fu deliberazicne nel senso comune della parola, ma fu un grido unanime ed appassionato dell';mmensa massa rac.-oolta che alzava 1~ mani in r.egno di approvazione e' per manifestare: Lotta contro il fascismo, lotta per il socialismo. Ful un giuramento dato con cuori ardenLi e le lacrime agl.i occ.hi; fu un atto di fode espresso da animi sco..c,siche lutti a.fferrà con le sue voomenze. Alla tribw1a c'era una rivoluzionaria come son poche, una rrroluzion.aria di cui ci si augurano uguali, una socialista che ~colpì il proprio nQIDe nel libro della storia del proletariato rivoluzionario in Italia ed in !svizzera, in Russia ed in Inghilterra. La segretaria di Zimmerwald, la collaboratrice di Lenin, una de11e più prodi donne dcUa rivoluzione russa, una donna cacciata da quasi lutti gll Stati borghesi d'Europa. E dall'alto della tribuna parlava alle masse. Dopo solo pochi minuti, nessun presente era tranquillo e tanto meno indifferente; nessuno più i.g,norava perchè quella donna è truJ,to onorata e tanto qdiata ... Angelica Balabanoff ha regalate a noi della Boemia occidentaile delle ore meravigliose; ci ha permesso uno sguardo oell'avvenirn'ento 'Più spaventevole della nostra epoca, ed ha anche in.fu.so in migliaia di uomini nuovo enLusi.asmo per la lolla. Ciò che si disse nella risoluzione di Ka.rlsbad sgorgò dai cuori: Noi vogliamo dedicare tutte le nostre forze e la nostra vita alla lotta perchè la inumanità divenga ovnque impossibile». E' superfluo dire che il fortissimo discorso della compagna Balabanoff fu coronato da una tempesta di applausi. Dopo la BaJabanoff parlò il compagno deputato de Witte il quale disse che la assemblea era una fonn:idabi.1e protesta conlro il fascismo, contro le enormità umane e contro l'inumana barbaria. Illustrò i falli svolti a Praga in occasione della conferenza della compagna Balabanoff, le persecuzioni di cui fu oggeritto quest'ultima e le condizioni della « libera Repubblica ,. che ci costrinsero a dar carattere privalo al comizio per poter sentire questo 0 discorso. Il compagno de Witte propose quindi la seguente risoluzione che fu applaudita quasi ad ogni periodo: Risoluzione « Una massa di popolo quale non si ·,ide mai in nessuna sala della nostra zona è riunita altualmente nella Schiifzenhaus di Karlsbad. I convenuti, per poter riunirsi ad ascoltare la verità senza orpello sull'Italia fascista e su Mussolini dovettero scegliere la lonna di comizio privato, al quale poterono accedere soltanto g:li. invitati personalmente. Dovettero ricorrere a, mezzi di informazione del più tenebroso passato dellu Stato imperiale, per apprendere, nella Repubblica li~a e democratica la verità sull'Italia. L'esperienza fatta con la poFzia statale a Praga ed in altre locali.là della Repubblica costrinsero i convenuti a prendere tali misure precauzionali. La stolta pretesa delle autorità statali cec~llovacche che la compagna ,Balabanoff si astenesse nel pubblico comizjo da ogni critica contro il fasci.;mo italiano e contro Mussolini ci costrinse a far parlare la prode combattente contro il fascismo in un'assemblea dalla quale fosse escluso il braccio della polizia. I convenui; nn,graziano la compagna Balaba.noff per la sua chiara esposizione, solfo l'impressione della quale rimasero profondam-:::nte commossi. Ciò che abbia.mo sentito sull'Italia e sul regime di Mussolini ha commossi i nostri cuore ed ha rafforzata in noi la convinzione che dobbiamo fare di. tutto per organizzare un movimento socia.lJisla forle e serrato, alline di contribuire a far sì che il movimimlo operaio divenga in lutla Europa unitario e tanto forte da poter non solo impedire la diffusione del fascismo ma d.i abbatterlo anche in Italia. Porgiamo le grazie più ser.fite ai fratelli ed alle soreNe d'Italia eh.e sopportano far.li sacrifici per affermarsi contro .le Folli crudeltà del fascismo. Ogni convenuto è ·ardrr,afo da odio passionale contro gli assassini di MaiteoHi, contro gli a.ssassini ed i tormer.Jafori di mit:iaia di uomini o,r..esti.E' dovere socialista. è alto dovere morale di accendzre tale odio O'.JUnquevi sono ancor uomini non disumanizzali. Eleviamo la nostra voce contro il Governo della Repubblica nostrana che impedì alla nostra compag,na Bàlabanoff d1 dire pubbl-icamente ciò che è; eleviamo la nostra voce contro i partiti go- "emalori dilquesto Stato, che sostengo-- no un sistema che s1 dedica a un Mussolini. Invitiamo gli uomini del lavoro che ci stanno ancora lontani ad aderire all'organizzazione di lotta della Socialdemocrazia cd a combattere con noi non solo perchè il fascismo non possa mai trovar terreno tra noi per la sua spaventevole villoria, ma anche per spazzare il «fascismo secco» che abbiamo nel paese. Viva il pr<Xie prol~tar:iato ~/OC.Ìalista d'Italia! Viva la socialdemocrazia internazionale! V:rra la lotta per il Socialismo, per la liberazione di tutti i paesi e CÙ tutti i pO!po.li, per un avvenire veramente umano». Il compagno dc W.itte in,-n.tò l'assemblea a votare la risoluzione. Non. iftYate soltanto la mano! Levate j cuori. Ognuno div~ga propagandista! Così parla Karlsbad sociailista: Maledizione al fascismo! Siano malede~i gli assassini di Giacomo Matteotti. Loda a fon_do al regim.! di sangue; lotta con!r~ lutfz i suoi sostenitori, difensori, mag,:rficatori. Abbasso il nostro governo della borghesia internazionale! N_essuna tregua Fino alla vittoria corr.-. plera, _che sarà la villoria dell'umanità! La nsolu.zione viene acclamata, lungam~te in piedi. . ~ cù.scorso <li chiusura vi~e tenuto da H ein e spesso la sua forte v0ce vie.ne co,perta dai fragorosi applausi. . In tutti gli angoli deLla sala si intona il canto de:i _.lavor_atori.La massa esce poi rwlla pubblica via e, simile ad una enorme ondata, la nem,p.ie. E poi si scioglie. . La ~era~gliosa manifestazione sociali_sta -~rà in tutti i cuori . e varrà a viepptu incoraggia.re le migliaia di lavoratori nel compimento del loro sacrosanto doverei Nondiresc!occhez Sq:uil~a... la tromba intrepida è tutta giulw~ - come la vispa Teresa - pe~c~e durante le elezioni ticinesi non s, e parlato che di f asci.smo. Il f asc_,smo - dice il giornale del commecliogrpfo Laorca - ha domi_ nato le ele;;1oni lirinesi Bcll'a/}'are! · Anche la grippe, quando in(ìeriva er_c~ oggelto. di_ luf/e le discussioni ; JJI coccllpa:,orn, e dominava su lutti e su l11tfo... .lfa non per questo la m·ippe aa l>c iiu1.'a. An:i. o

__________________________________ ,_.',_\v_·_vl_~_~_m_E DEL L\ VOR.\TORE-:;_ .. ------=-.,,,.----;;--------- Incenso... •• mirra e denaro con~if:;·liere ,,, ovinci!!le cccauto a quale/te 1\/esbit o a quldc/1e mediocre nersonaggio del genere. La ondata fascista l lw portato più in alto. Ma le onde :-.alf,fnnoe scuulono. Ouando scenderà, addio, la cuccagna sarà finita - e sarà finito tutto. Dall' ''Avanti!,, DA MILANO. - Gennaio. - La disperazione e Ja fame stanno producendo i primi frutti. Al terrore di un meSt: fa è subentrato uno spirito di insofferenza nei ceti medi e proletari che ricorda slranamenlc le giornale che .;.eguirono il delitto f.-\.atteoHi. Basta far la co1sa mattutina d_i lramvai operai per s·cntirne di lutli i colori. S1 impreca alla dittatura, alla borghesia che ha conscpnala l'Ilalia ad una. banda di mallattori, al!a nuova classe dirigente avida di ricchezz.e e d1 piac-eri. Sacco e Vanzetti (Lettera aperta a tutti i cortigiani del "duce ,.) GENT. SIGNORI, Quando leggo sui gimnali itaUa11i i vostri discorsi, le vostre interviste, l vostri comunicati, tutta insomma la vostra produzwne più o meno intellettuale, vi scopro - ben nascosta - una vostra preoccupazwne. Pare che ogmmo di voi si dil·a: « Sono ben saldo in sella; o c'è r11talchecosa o qualcheduno che minaccia la mia posizione? Ahime! Non i i: mai sicuri con ,w uomo çome M11ssoli11i. Oggi •·- se è di buon umore, e se gli comviene - vi porta ai sette cieli; doma11i vi ouò dare, co11tut1a ind!/ferwza, una pedata nel sedere ". I:' pensa, con qualche intimo rodi111e11fo: « C'era un tempo, ben saldo a crNallo, Cesarino Rossi, e c'era fra tanfi altri - anche Finzi. Ma 1111bel giorno Mussol.ini. chiese loro di sacrificar~i per lui e li sacrificò senza misericordia. C'era potente fra i potenti farinacci. Guardalo lì, ora, in che condizioni si /.rova! Ha rifatto pace col «duce» e ha salvato il Prof. Croppali e gli agrari cre111011e i che egli a\'eva malamente compromessi nello affare del.la B<mca Agricola di Parma. Ma può fare tutte le paci che vuole: non riguadagnerà più il posto che aveva un t,empo nel partito"· Sento 1m sospiro come conclusione delle vosti-e considerazioni: ,, Mondo cane, che fatica tenersi in piedi con questo terremoto di «duce!». Per stare in piedi c· è, inta.nto, 11// mezzo: ti turibolo. L'incenso sarà 11n profumo sgraziato ora che c· è l' Acqua di Colo111ia. la violetta d:i Pa,r,ma, il Part:choulì, e simili porcherie. Ma <tg/j dei e ai timnru - ambiziosi e Wllùtosi some le artiste da teatro - esso piace ancora, piace assai. Forza, dunque, con Quel turibolo! Se avete da fare Qualche discorso, fate lll premessa di rito: « Ogni salvezza d'Italia è nel d11ce. Tutto il potere a lui, grande fra i grandi! » M<rgari, farete anche l' irwocazwne alquanto patetica: ({Duce, noi siamo pronti ai vostri or(lini. Diteci la parola che fa~ eia di noi tanfi artieri accanto a voi della grandezza della Patria nostra, e noi avremo la gioia anche di soffrire e di morire per un vostro coma11do ». E via di questo passo. Tanto, non è la rettorica che manca nella goffa prosa fascista. Ma il guaio è che e' è concorrenza fra voi. Si.ete molti e comi11ciate ad essere troppi. I posti sono, si, numerosi e - sì, si, - assai bene remune-_ rati. Ma gli aspiranti, ahimè, quanti S-0110 ! Ragwne per cui con ta11ta gente che - per salvare il posto, o per conQuistarne uno - rompe il naso del Duce a colpi di turibolo, Mussolini oramai ha fatto l'abitudine alle a.dulazwnl comuni e 11011ci trova più gusto. A furia di delicatezze culinarie, anche le pernici vengono a noia. Ed ecco, o cOJ·i illustri signori, un problema. Puichè tutti adulano, come si fa a troV(tre l' edulazione nuova che ri,esca gradita al duce e gli conci/ii le buone disposizioni d'animo? Indovinare i gusti del duce: eccolo il problema. Mica facile! Tigellino aveva a che fare con un duce- che si chiamava Nerone. Dnce, anche quello, di difficile accontentatura. Ma era, tuttavia, meno capriccioso del vostro. Bastava dirgli che i suoi versi erano magnifici, che i suoi canti e le sue danze erano la quintessenza dell'arte. Mussolini non scrive versi, non can,ta, non balla, non fa niente di tutto queslo. C'e in vista il suo roman_ zo; ma le lodi saranno tali e tante che le vostre non conteranno niente. Resta dunque, grave assai, n problema. Come fare? Un paio d'anni fa, quel piccolo grande uomo di Grandi si delle altomo per far avere al duce una laurea ad honorem presso l'Università di Bologna. ru una gafic clamorosa che rum sappiamo come non abbia accoppate Grandi che di gaffes ne mente grossa e non vorrei crear noi.e al governo svizzero che mi ospita. Ma fatto sfa -· se è vero quello che c;i dice - che Mussolini si dovette ritenere già abbastanza ùi ulto e che a Monte Mario apparvero alcuni ca1111011idi cui i romani a wtta prima uon sapevano spiegarsi l'eveTlluale uso. fJalbo dovette constutare t1 suo fiasco. Un po' di senso della misura non ·,:1wst.aaruhe per fasci ti dllla vo, tra risma. D'alfr 1: parte bi og11a escogit11re Q1talche cosa di nuovo e di e/ria •;uso. Non si può mica cnntinuare in etemo con le giaculatorie cli Rossnni il quale, ogni volta che parla, non 1,1 che ripetere fino alla noia il suo ~I - ché in unore del duce. Ci pensi, Rossoni; perchè personagf!i altolo~·ati non fanno molto mi~tero del conto in rui il dttce lo tiene. Cambi, c!1m[J1! Cost non va! SP poi la sorte vi riserba la pedata che ,· gia toccata a fanti, biso,gnc:ri cile pi endiate in tempo le opporf1111e mis,;re Non si diventa fascisti per la g/r,ria Vediamo un po'. Lei, A!1g:1sto Turati, eru. un modo.sto avvocato di Rre<;da. S<1 non veniva il fascismo, lei sare/Jbr pago ora di essere 1m Una lezi~ neaBernard Shaw In seguilo ad apprezzamenti slupL damenle elogiativi di Mttssolin.i e del Fascismo falli dallo scrillore :r1andcsc, app1-ezzamcnli che anche il Guguss di Lugano ha ri,prodolti, è slalo a lui invialo questo telegramma: Noi vorremmo sapere che cosa uoi direste di un llaliano che dopo aver so9g1ornalo qualche tempo in tJilleggiatura in Irlanda chiudendo la porta agli amici ed ai compagni, ma lasciandosi fotografare dai giornalisi i reazionari che gli imbottiscono il cranio, Si fosse permesso di scrivere che l'Irlanda avetJa un grande biso_ gno cli un tiranno efficace e che gli lrlartdesi amano il loro tiranno. Voi parlale d'un popolo che non avete conosciuto e voi aiutale il co11solidame11lo cl'u.n.a tirannia di san_ gue e di dilapidazione contro la quale cominciano a rivoltarsi anche co_ loro che lu vollero per schiacc,.are il motJimenlo proletario. Questo movimento ha talmente benemeritalo per l'elevazione umana del nostro popolo che qualche tumulto del dopo guerra non può legillimarne il soffocamento, soprattullo quando dei martiri come Matteotti si levano contro i carnefici. • Un grande pensatore che aderisce Ql Socialismo avrebbe potulo giudicare una tale tragedia di tutto un popolo usando una minore leggerezza. G. E. Mod;gliani, deputato per il Partilo Socialista dei Lavo_ ratori Italiani; Bnmo I3uozzi. deputato, per la Con[ ederazione Generale del Lavoro italiano; G orgio Salvi. per il Partilo Socialista llaliano; • Mario Pistocchi, per il Partilo Repubblicano Italiano •. Mussolini e il re I giornali parlano di dis ensi ìr<l i\lussoJini e il re. lii g-eneralc Bad1,- g-lio sarebbe in disg-raz.ia del d!1ce come tr'.J~)))Oamico del re, per certi ca11111011i da iui fatti piaz1-are su Monte Mario e certi carabi11i<-ri da lui mes~i a~tcrno a V•i.bla Ada. Fatto sta che M us clini , uole, se 11011ha g-:à Ntcnuto. ohe !"esercito e la marina d~(}cndano 1ra rutto da lui e 11011più drul re .;he lo statuto definisce « capo Ml,pren·o delle forze di terra e di ,rare . Se non c'è da parte il marsupio sarà un affare serio. Fucria presto! Si arrangi, se 11011 s'è ghì arranglia to. Lei, Rossoni, era un organizzatore \indaca/ista, stracciato più ancora di me. Dicono che lei guadagna assai, (,desso. E fa bene. Ma dicono anche che lei ha delle abitudini signorili: ci vogliono dei grandi mezzi per co11firwure que to tenore di vita. S'arrant':'i,. s'arrang,i ! Lei, Cra11(/i, /' ha 14iàfatto qualche wlru tto ~rosso. ,\fa poichè non si è mai ricchi abba,;;tanza continui. lJ1w1 ci a~!(i11111!.ere 111w lunga li-,ta di cortigiani: Giunta, Bianchi, Meravif!lia, Forges-/Javanzafi, Carli, Setfimelli, ecc. ecc. Ma mi occorrerebbe un volume se ci mette!> i tutti quelli cfu, meriterebbero di essere citati. A tutti dico: « Mangiate, mangiate! Arricchitevi! Cosi, se un giorno vi troverete sbalzati - per una ragione o per l'altra dal posto che occupate n n l<,nlo surcesso, pvtrere alrmmo palpare il portafogli e dire sorride11rlo: « Ceduto, sì, ma .... in piedi .... . Auguri, signori ! UN /T ALIANO. pensa al priucipc corne ad 1m possibile salvatore della situazione. ori abbiann:> le nostre idee, facil111entc irnmagi11abiJi. L'esame psicologico de1'la persona di Vmario Emanrnole lii non ci iq1teressa molto. Crediamo che -- cdJllaibor:12ione !.> rassegnavionc che sia - la monarchia abbia lc_g-arele sue sorti a quelle del fascismo. E l'aivveni.rc dirà se e sa ablxa iatto bene- o ~ abbia commcs o un errore madornale. lo! fatt') è che se il re volesse ora ribch!arr-si a'.tl' i11vad011za del duce. egli assa:: probabilmente perderebbe la partita. Mussolini impcra 1 torc d' !tallir? Pas mal! Capire il fascismo Sotto questo titolo - Squilla Italica dcl 3 corr. - ci fa. sape.re che il 30 genruuo, a Torino si è inizialo un corso di cultura fascista con un discorso di S. E. Bodrero e si dice li~ di offrire i pun'i principali del forte discorso che - ilggiunge - bisc1!na leggerli atlen~enle, •ye.rchè sono importanti per chiunque voglia capire il fa.scismo. Diamine! Leggere - ed :i.nchc atleolamente - più di lre colonne di Squilla per ca,pire il fascismo! Ma siete matti! Il iascismo lo abbiamo ca,µi'o già da un pezzo, anzi più che capile, arcica,pilo. E se lutto quello che già sappiamo sul fascismo non fosse ancora sufficiente basterebbe tener presente quelle piccole notizie di cronaca che si susse_guono quasi giornalmente già da anni. Eocono p. es. una, che ri,porliamo proprio da.I Popolo d'Italia, organo personale di Mussolini: Tedesco insultatore di Mussolini ucciso da un italiano in America. San Pmilo, 2. - A Itu, neHo Staio di San Paulo, in un pubblico locale, il tedes::o Guillerme Brook, dopo a.ver fatto a,pprezzamenti offensivi nei riguardi dell'Italia e del suo Pri:no Ministro. lacerava un ritra'.lo dell'on. Mussolini. « L' italiano Giust..r,p:: Bulli.cci, presente a.1 fatto e indi~nato dell'oltraggio, spianava la rivoltella sul tedesco uccidendolo sul colpo . Si rassicuri Squilla Italica; il fascismo lo abbiamo capito. PerAmilcare Cipriani Xella ricorrenza d:cl decimo anni- ,·ersario della morlp di .\milcarc Cpriani, il gn1ppo Filippo C:orrid?ni di Pario farà murare una lapide sulla ·a~a che o~p-lò il grande rh·oi uzionar=o. I lavoraton, gli .mpi~gali. i professiorusti e i picco'i c.-ommercia._11lisono stanchi ed alzano la voce. on è raro senl;re: «Mi mettono pure :.n ga!era: sarà W1a Lberazione!~. Ed infatti, pc, molli, la galera !i 1-r~·;:,entacome la risol uzionc <le:! problema quotidiano dd mang:are. La di.scx.:cupu vne poi è evidente dappertutto. Sono cominciale già I« primz mani;csiazioni; gruppi ccnc·o.si di uom•ni e donr_e che hanno bivaccalo sui gradini dc' Duomo e sollo la Gal!ena rincors• e dispcrr.i dall. guardie. Que:do sb.lo d'in;:;o;ferenza del!.~ ma"~ c.ilw.dinc non tarderà a.d estendersi n~!le borgal· e r,ei centri di provmc1a, dove tuttora \igono ;n pic:no il , cgime del lcrrnre e 1a leg_g_ del copni uoco. Le notizie delle dimoslraz.ioru de; disoccupai• mila.n~si si sono sparse n Ile cffidn ... del Bustese destando entusiasmo ne!le rr..asse. In wia oHicin.a di Busto è stato malm~·nato e scacciato dal lavoro il fiduciario del sindacato fai:.z;.sta.. All'indomani, essendo stati operati degli arresti gli operai m'.nacciarono lo sciopero e la din~zjone dello stabilim~-nto dovdte intervenire per ottenere il rilascio degli arrestali. Questo epirndio si è rapidamente diffuso in tutta la zona ridestando entusiasmo e volon~à di liberazione. Un maniL-st".no a firma •Il Partilo Socialista Itaitano, è stato distribuito nei giorni scorsi in molte oHicine di Milano. Esso terminava oon queste parole: • E' un impegno d'onore per ogni. lavoratore <le-i;no di qu··slo nome, la solidarietà e l'aiuto alle v:ltime del lascismo. In tulle le officine, in tutti i cantieri sorgano comitati per la rwecolta di fondi e siano i nuclei per la ripresa dell'organizzazione sul terreno sindacale e su quello politico,.. DA UN ISOLA. - Gennaio. «Saluti a uoi lufli. Non dimenficaleci!». - L. S. - G. C. - S. C..... Scherzando ... sul serio SCIOPERO IN ITALIA lettori non si devono allarmare nel leggere che nel novello Impero ... dei n-.:gri si riprendono ... gli scioperi; quesw parola è stata cancellata dal nuovo voc.abo!ario mussoliniano, e non deve più comparire sollo gli occhi dei felici cittadini del giardino europeo! Qu:sta parola dev•~sere ro!egata nei musz1 del novello Regime, come· un lriste ricordo ddla sfasciala e scoll4)arsa democra2.ia della mauoneria-lioorale-socialista. E' vero che gli scioperi neU'ultimo ventennio avanti gu;:rra avevano contribuilo a migliorare ìortemenk l<::condizioni economiche degli opera.i, e della dell'industria. Sì, anche dell'industria, perchè quando l'opera· o è ben retribuito, può anch_ pi.gare bene i prodotti industriali ed agricoli, e cio l'aveva anche sostenuto il capo Guarca, in quel tempo scalcagnalo rivoluz onario, ma... più lardi quf,.Sto si vendette ... e Ieee denari, ed ha e, cduto ~n. di aco!ire gli scioperi, ricorrendo a tutti i mezzi.. .... per il bene d-::ll'lmpero Cesareo! Ed ora i la,·oralori sollo l'alto patronato del Gran Comm.::ndatore Rossoni c. C.1, sono ben llatla~i .... col castone, e non pO.:.-Sonoaver pretese. nè far scioperi, ... lulla\"ia anche gli opera', talvolta wro presi da s-,nlimenli nostalgici ... e stanno rico, re.1do ad una nuova form.:1 d: sciopero c·oè lo scior•ro de1l.i lettura dei 1,11 rnah hscislizzat1. fa veramente troppe. Perocchè Muss-olini, da quel facilone che è, si mise in testa di guadagnarsi la laurea sul serio presentando una tesi su Macchiavelli - e fece una così povera cosa che dovette rinunciare a presentarla, e ora non ama più l'autore del Pri11oipe. Impari Grandi, imparate tutti voi, sirwori cortigiani, a non e porre il duce a passi che sono pili lun~hi della sua gamba. e· '>i di.:-: a•111.:heche qualche- vecchio ca.po dcl liberalismo Giolitti, via - a,\•rcbbe insistiro presso il re afì?n.;ltè COlllÌllvi Ull po' a 111:)sfrare i <lent" al duce, se non vuole t111bel g-; )mo trcnrs SO!)ra uu treno dir .!ttJ \'Crso quah.:hc :.;rande campal{'na i11g-lc. c. fn quf'sli giorni Luigi Campo101~- gh· ha COll'-C.f.(nato :11 gruppo C'orridcmi la scgurnlc C()'grafc>: Eftcllivam(.11tc lo sciopero di non leg1erc è g" à in e.orso da qLalche anno inizialo dall<1 ~iovinezza fa$:isla dell ~cuolc wperiori e dcl!e università, che fuperba d:::I d;stint•vo fMci•ta non crede n:cc.:;~a!'Ìo ~ludiare; tanto la vecchia letteratura elci Croce, Gei Salvemini, ccc. no:i },a più ra~ione di e: S"re clava:,li alla Radiosa cu1lutura del nuovo Impero, patrocinalo d l Prof _ssor:.- di Predappio, luminare della nuova scienza. Una bella penz:tt:i si dice che la escogitasse tempo fa il vostro collega Ba!bo che ubriacato dai successi e si('((ro che ora non firel"IJITI0 più fuori 1/orumenl' compromettenti per lui COTJW prr {l/fe/!o r;::_uarda".e l'assussini11cli Don Minzoni non ::i ferma mai a mezz1 J, nelle sue trovate. Ouale <;i.a qu!'sfa p.!11z:1t:1 io non dirò qi:i afiertamente vcrchè è vei'aNon abr..ianw elcml.!nti per !-!"ill<lii.:.1rc ;,1 re-. E" uorn1 attaccato al fas.:ismo o lo .:11l·i,i.:cs.. •np!'..:enh.ntc? $e < t:rn::a a s·1Lirl ), pc11 ·a Cl("!" di approf:tbrc di qualcLI.! po sibi.lc oc.:a- ~; 11!C p::!r ~.:, vai.:a,rc Mu ·s 11lini, 1> -..i ,.cl-::u dc:ia nws~alma 1:ur.cntc a~l" e- ,·...1ti dD\'UllcjUC vSSi \"Og!ian:) porr:1rlo? C'è chi, p:11 lando tanro per pariarc. -:~ lo prc~c:it·1 .;e11,c uc 'lJO eh.: ha i,I suo r:'-110 :n t,~ta; e c·0 an0he e so,pratutto fra i mo11ard1id -- chi g-li runpr· \ ._ra una ind;iierenza che lo rivC'l:.!rcbl;c uomo stanco e silducia lo. E 11cs-..u110. proprio nessuno, BibliotecaGino Bianco .\mikarc ClPnf.\Nf proscr·tto dal/'ltalta regia nspit<' del/Cl Franriu repubblicona trascors(' in q11<'sloeremo '" ~,w Pecrhiai 1 <li ~ol</alo <'di osceta -o Lr> l'<'gliarono , ricordi <i<'lla g11crr, per la libertà cl'ltnliC1 lo ronsolò la f ecle in un .\fondo miglior<' o Sia beneaella la Jlorl<' rhc gli tolse l'orr<'nda uisione di una llalia in catene in un Jfonclo sen:a pie/a E co~ì pu1c gli operai non ne vogliono p ù !'aper.:: di lcg~cre lf ornali. Tanto, si s.:. che co~a ci può, e può sscrc stampato: qu.ilche fattaccio di cronaca con r,1o!a~o,i '"l del littorio, e molte !odi a Cesare di Ro,.,,a, ai Podestà, ai Scnion, ai C,,DJ mat1ipo:i di ogni risma, ccc., ma d, lL,llo ciò, i felici cittadini del grard'InT ro, r.: h«nno r,icnc le scatole, e .. fanno lo scior,cro.. della lettura. I fascisti ~crivono i;cr sè stessi, e per pr;oncicz7a... Eja, Eja, Alalàl Il buo11/en·,:::or.e. Compa~ni. lavoratori, leg~ete ., L'Avvanlrn del Latratore,, Per quanto tutta l'infamia dEll verdetto che condannava a.ci una spaventevole f~ i due innocenti sia stata dimostrata le mille volte - in tutti i paesi del mondo in quest.i sei anni di orribile agonia sofforti dai nostri due infelici compagni, riteniamo utile e. doveroso riportare <la • Protesta Umana• - Bollettino del Comitato di difesa Sacco e Vanzetti - un bel'.issimo a.rlioolo del The New Republic che in Un esarr,e a,cura/o dei !alfi dimostra luminosamente l'innocenza di Sacco e Vanzetti e tutta l'ignominia de'. verdetto di classeUnes,meaccurato dRi fatti Ogni avvenimcnlo celebre, ed in ispecial modo i processi celebri, r1engono in generale rappr~tali sollo una falsa luce. Esaminali senza la ca!ma necessar:a e descr lli ,:nlaticame:nte, procurano tanto nei protagoninsli quanto negli spellator· uno stato d'animo che no::i permette di tenere nel debito conto i falli e rat onare ~ -rena.mente. La discussione del caso Sacco-Vanzetli deve, perciò, limitarsi ai !.alti. li 15 aprile 1920, verso le 3 p., un imp egato ed un agent:: di calzaturificio trasportavano due cassette contenenti dollari 15,776.51 desl:nati al pagamento dei salari de~i oi:,erai, dagli u!fio della compagn;a alla fabbrica, passando p-;,r la via principale di South Brainlree, Massachusetts, allorchè vennero presi di mira ed uccisi da due uomini armati d1 rivoltella. Nell'istante in cui veniva commesso l'au.assinio, si avvicinò un automobile, io CUJ ti trovavano altri lrc uomini. Gli ass.u:sini gettarono le due ca.ssette nella vettura, vi saltarono su e si allontanarono rapidamente, allravesa.n.do il bina.- rio della ferrovia. L'automobile fu in scgwto rinvenuto in un bosco. Il 5 ma.g- ~io icola Sa.eco e Barto!omeo Vanzett, erano accusati del delitto. IJ processo incom.inc;ò circa un anno dopo ed il 14 luglio 1921 i giurali emisero coniTo di loro un verdetto di c.ondanna per omicidio in primo grado. Si lratta;1a purament.-:: e semplicemente di ac~rllre l'identità d1.--glii:-xisori. Dei lesti, 59 deposero contro gli accusali e 99 a lavoni. La pubblica accusa presentò prove contro ambedue gli imputati pe:r dimostrare che essi s1 trovavano a South Brainiree la mattina del 15 aprile contro Sacco per accertare che egli aveva ucciso l'agente Berardelli ~ era poi fuggito nell'automobile e che un proiettile eslralto dal c.>:davere della vittima era stato esploso da una rivolte!la rinv~nula in lasca dell'accusalo il tempo dell'arresto. Quanto a Vanzelli, furono addotte delle prove per dimostrare che egli era stato visto ndl'automob"le. Inoltre l'accusa asserì che ambedue gli imputati coll'andare armati e col mentire all'atto dell'arresto avevano ri\clano la •coscienza della reità•. La dilesa, dal canto suo, soslenne due lesi: l'una negativa. nel senso eh:: 1'1denlificaz•one degli imputati non aveva alcuna base; l'altra posif11a, neil scnrn che il giorno del delitto Sacco e Vanzetti si trovavano lontano da South Braintree. Per dunoslrare ciò gli avvocalt difensori citarono numerosi testimoni oculari, i quali dichiararono che gli accusati non erano gli uccisori. Inoltre Sacco sosknne che il 15 apri.le egli trovavasi a Boston, per ritirare il passa.porlo in vista del suo ritorno in Italia. Questa circostanza venne corroborala dal console italiaro di Boston, il quale affermò che Sacco si era recato al com:o'ato ali~ 2.15 p. m. e da vari tcsl1 che lo avevano incontrato in queJ giorno. ;~egò, poi, eh:: il proiettile presentato dalla accusa fo~se rtato esploso dalla sua rivoltcl!a. Vanzett" sost::mne di c~scrsi inlratlc:1uto lutto il giorno a Plymouth per nmdcre il pesce, cd in prova di ciò addusse la testimonianza di numero.,e person(), Da questo breve 1·iassunto una cosa risulta sopratutto. Prima di emelbre il verdetto la giuria dovette convincersi della veiidic;tà della l:stimonianz3 di coloro i quali avevano a~cerilo che il 15 aprile aprile Sacco e Vanz~tti si lro- ,avano a South Bra·ntree. La ,a!idilà di questa testimonianza è 1a base d I proc~so. Cinque tc.•ti ide-nti.fìcarono posit ,·amenl.: Sacco come uno de~li uomini che lrova,·a:1s· sul luo1;0 de' delitto. i\lary Splain-', Frances Pevlin, Lola Andrews, Louis Pelzer. c..~rio Goodrid~c. La Splaine e la Dcvlin lavoravano ms;cmc: a: secondo piano d" una f.:.bbr ca, le cui fin,•sli.-e pro pelta,·a:10 i! passaggio a livello a circa 60 piedi di di!:t.>nza. Awbedue udirono i colpi, corsero alla finestra e ,·idero l'automobile attraversare il binario. Alla Corte di Polizia di Qwncy, nc.l maggio del 1920, ambedue i lesti esprc~se•o dei dubbi, ira è'li;o un arno dl!rar!e il proc~s0. si di ·rcro sicl.ir• che Sacco era nell'automobile. Miss Splaine altribul la sua precedente inc_-rtezza ad errori co~- mer.!'i dallo stc-nografo della corte; Ìlf•i· Dc, !in d1ss<>: « a motivo della immensità dc' de1ilto non ·olli ra•·Iar.; P<r,l citame:nte.. Due ucmini che hnO\i\'lo al tcrw p;ano dello si esso ~ :lific•e dissero che nè Sacco nè Vanzelt1 som'.<.lliavano all'uomo dell'automobil Pe;!zer, addetto ad un'altra fabbric·1, giurò di avere aperto la finestra all'udire !e detonazioni e di avere visto l'uomo che aveva ucciso 8<J"ardelli. ,,Non disse positivamente che chi vide era Sacco, ma certamente era l'esatt•.> ritratto di esso,,, I tre uomini che lavo~.tv.;n:> ._on lui oclla sessa stanza smentiron, la sua dE:"f-Osizione, dichiarando di averl;J u:lito dire: • Non ho visto alcuno degli 11c.::isori• ma ho osservalo il numero d.?ll'automobi.le:. Mrs Andrews affermè che pnma del delitto aveva parlalo _in . So. Brainlree con un uomo, che poi n.conobbe per Sa=o. Una donna che lrovaftasi in compagnia della leste sm2nh l'episodio della conversazione ed altr: testi dichiararono cJie ella aveva loro detto di non aver mai visto l'uomo :n qu-:.-slione. Vale la pena di riferire la deposiLione d1 uno di essi: «Io dissi, Lola, m1 sembri stanca; e~a di rimando: • SI, sono stanca, mi rendono la vita intollerabile; il governo mi ha condotto al carcere: e vorrebbe che riconoscessi quegh uommi. mentre io n0n. so nulla. Noo li ho mai visti e non posso riconoscerli•. Fu appunto a proposito di Mrs. A~- drews che rivo 1gendosi ai giurali tl D1strict Allorney disse: •Nel corso della mia lunga carriera non ho mai .inc~nlrato un tesic: p"ù convincente di lei~. Goodridge depose d'avers visto Sacco in una automobile dalla porta. di una sala da bigliardo, a trenta piedi di distanza. Parecchi altri testi dichiarano che Goodridge aveva detto loro che «era stato preso da wia tale paura da non aver potuto scorgere il VI.SO de:i. due uomini11. In seguito si accerlò ck G:xxlridge era reo confesso di truffa. Oli avvocati della dik-sa avrebbero voluto domandare al teste w gli' fo.ss-c stato permesso un trattamento indulgent.e m compenso della deposizione fav◊:evole d'accusa, ma il giudice non permise lo interrogatorio, in flagrante v-iola?Jone di tutti i precedenti legali. Il caos di Vanzetti era ancor più dubbio. Qua.l'è il va!ore di tutta questa lestimon;anza? L'identiiicazione è sempre discutibile, e nel caso attuale vi erano elementi speciait di inoertnza. I testi non poterono dare che una rapida occhiata; gli imputati erano completa.- mente conosciuti e di razza straniera. Un teste, fra i tanti, «credette, alla pnma occhiata che J'uomo vi.sto fosse un portoghese a nome Tony•; poi si disse sicurissimo che era Vanzetti. Ad alcuni testi non furono neppure mostrate varie persone net!a stazione di polizia, ma soltanto i due accusati. In tali circostanze il riconoscimento di stranieri è una farsa. Dove sta, dunq1:e, il segreto del verdetto della giuria? r el fallo che gli unputali erano sovversivi stranieri e l'anno 1920. I particoJari delle spedizioni do!l'Atlorney Gen<..--ralMitchel Palmer, dei f~chi allarmi. dei giornali e del regno del terrore denuncialo da Moorefield Storey sono lrOppo noti per dover essere ramm:ntati. (Continuar. e fine al prossimo num.f Perunadenuncia Il giorno 18 gennaio - proveniente da.li' Italia ci è arrivata una diffida contro un agente provocatoce che - di passa,ggio p.:,r la Svizzera - slava per recarsi in Francia. Abbiamo n:enulo nostro dovere porlare a cono::ceoza della diffida stessa, lan- !o i comp:..gni comunisti ed anarchici, qt,; nt, le organizzazjoni professionali, ed abbi.imo creduto tanto più dove.roso il farlo :nquanloche perfettamente sicuri dcli'a,:,soluta s-::rietà deJ nos'.ro informaLor.: * li Risveglio nel suo supplem~to al \. 71 I pubblicava sotto il litolo: PER U~A DL U'.\CJA " falce e M.a.rteilo • ha pubblicato un.a u ffida contro iJ. compagno F,_derico Ustori, attualmen'.è in Francia. Il Pcr.rf.rlo sociaiista, a mezzo letlcra, ci ha comunicato la s1essa cosa. Abbiamo 1mm.:dialamenle scritto per avere ma.ggiori spie- !!azioni e ricevuto una risp• sia in cui è de!lo che prima del 28 ottobre 1926, quando a /11.ilano ci furon.; circa cinquemila arresti, esso Ustori non nn.ne mo- !cslJ.t., ~on solo ma fu visto diverse volle recarsi ne-i caifè as;i.,me a dei poliziotti. Qualche volta fu udih qullche frase sospetta . S1 a!!g1,rng~ ancora che una donna • apprese da parie al'.end.bìle che I' Ustori fa il dehtor~ "· Davvero è troppo ,ago rer lanciare u~a ccsì grave accusa, la'.l!:> più che a noi non consta affatto eh;: Ustori abbia fatto la spola fra I' I!alia e la Svizzera. L' Ustori stesso ci manda u-n:i.vce:nenle prolesl:l, in cui naturaimenle r~clama delle prove e dichiara d'essersi •messo St,b'.tn a d·•,p:>sizione dei partiti soyvers ù i'al1ani residcn:1 a Par'g1 per una rigor ,sa inchi::-sta sul mio conto e per appurare la fonte certamente loséa d1 ccl b informazione . Sp.;riamo che questo increscioso mc1dcnle sia risolto presto 2 che all'avvenire si ~e.ceda ccn maggior cauL;a nel l.:_ncì,re accuse d~l )!ene-re, perchè come ben ci scrive un compagno, « se la pohz:a piglia questo sis'.ema di lasciar scivola.re fra noi e gli antifascisti in genere queste voci or contro l'uno or conlro

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