L'Avvenire del Lavoratore - Anno XXVII - n. 21 - 26 maggio 1923

ANNOXX.VII. {A. P._.) ZlìRIGO, 26 ~!AGGIO 1923. Num. 21. ' ':'ddono 4~ì5- - Contc-Chèques N. VIII-3646, SETTI.MANALE DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO NELLA SVIZZERA Centesimi 15 la copia. ABBONAMENTI PER LA SVIZZERA PER L'ANNO 1923: I anno, ft. 6,-; 6 tnai, fr. 3,-; 3 mesi, fr. 1,50 i ~ REDAZIONE : AMMINISTRAZIONE : PREZZI DELLE INSERZIONI:. ~ !! Llnenm del LaYOraton" 0 turtte -===-================ PER L'ESTERO: I aeno, fr. 10; 6 meà fr. 5; 3 mesi, fr. 2,50 CommJss1one Esecut1n delP.S. I. - ~=- ~.~ I Per linea, o spazio di linea (larghezza una colonna), 20 Cent. Per réclame continuata, prezzi da convenirsi. Lafindeell'Internazionale dVi ie na AMBURGO, 21. Nella grande aula della Casa del Popolo di Amburgo: quella Casa del PoJ)Olo, che fu inaugurata nel 1906 da Augusto Bebel, il quale di Amburgc, fu deputato al Reichstag dal 187Q al 1913, anno della sua morte. Da quest' aula, da questa tribuna, quel grande socialista, quel veramente grande rivoluzionario parlò ~nto volte elle mokmldini, disse, inaugurandola, che questa Casa del Popolv doveva essere la fucina, in cui gli operai avrebbero forgiate le loro arnù contro il capitalismo e il militadsmo gennmco e internazionale. E in quest' aula, oggi, una e,rganizzazione operaia socialista, rintemar zicnale di Vienna, nella sua ultima assemblea, spezzò l' anna che si era forgiata per quelle lotte, decise cli associarsi ad altri, in cui fino a ieri non aveva fiducia, per fcr.-giare ins;eme ad essi, anni le quali forse ne,n saranno quelle che finora aveva riconoseiute essere le s::-le utili ed eftìcaci. . Qu.ali e,ano i fondamentaii pu.nti teoretici e tattici. intorno a cui gLi uomini e le resi della Sece,nda Internazionale dissenrirnno dagli uomini e dalle tesi della Internaz:onale dl Vienna? · Ci seno. innanzi tutto. gravi problemi immediati. a cui gli uom;ni d: in temp0 di gu.erra, come è detto nelle tesi dell' internazionale di Vienna. Eppure oggi si Potevan'J vedere ai loro fianoo gli stessi uomini. di Vienna'-Ad.ler, Longuet, Crispien. si sono schie:-ati al loro fianco. Ncn vogliamo qire che abbiano rinu.nc:atv ai principi, altra volta proclamati. Ma, nel!' attuale infierire della reazione in tutta r Europa, essi pong~;10 al di sopra d~ogni lorv pensiero l'unione internazionale; essi credono che, nella te:-ribile situazione pù)jtica generale, ai partiti socialisti non resta che fare una Politica positiva, attiva, per restaLrrare la cremocrazia, per da re, con essa, al proletariato la possibiHtà di riconquistare le posizk:ni perdute. E per raggiu.ngere tale mèta, la grandissima maggioranza e i maggiorenti della lnternaz;onale cti Vienna non esitarono a fondersi con gli uomini della Seconda Jnterna;:.~nale: Quella lnrerna:zionale, di cui Adler sc;-isse che 'il suo rappresentante caratteristico è quel Partito social:sta di destra che f:nora, non scJo non ha mai ccndrumato il scciaJ-parriottismo. ma non \·olle neanche aver mai con esso una spiegazione seria. Pc.chi soltanto si batterono fino al· r ulfmo istante per impedire tale iusi:ne. Quando. a Vienna. la Internazionale due e mezzo Yotava Quelle tesi. di cui abbiamo citato sopra Qualche punto capitale. era nelf intenzion~ dei suoi ivndaio:--i di inìzjare ·c~n la nuoYa organizzazione. basata su Qi:ei principi. un· azione che mirasse alla n1:fr:::uione ccn la Seconda e con la Terza Internazionale. Questo còmpito di '.Wa unicne proletaria internazionale ricordò oggi ali. assemblea il compagno Ledebour, con la solita veemenza, che gli anni non hanno potuto affievolire. E poichè ad u.naiiusione con la Terza non è H caso, pel momento, di pensare, tanto Ledebour ·Quanto gli oratc..ri,dei socialisti rivoluzionari d"i sinistra della Russia si oppos~o alla fusione un:Iaterale con la Seconda lnternazk:nal~. E' una fusione che richiede ~:!~rifizi e rinu.nce, espcnendv, per di p;ù, a g:-avi pericc,ii. Anche i lituani, anche alc1::.i svizzeri si opposero a una fusìone unilaterale. E Ledebour e il sociallista r-:voluzic~ nario sostennero e&n molta foga il loro punto di vista. Ma la vittcria non arrise a loro. Con 90 voti contro 6 la Inte:-nazionale di V•;ennadecise di sciogliersi, invitando i partiti, che di essa fanne. parte, ad entrare in questa nuova ·Internazicnale operaia socialista, di cui si getteranno, domani l'altro, le basi. La Internazionale di Vienna è morta. E morta è la Seconda internazionale. Oia si troveranno do; ircnte in una unica organizzazione gli uomini che le componevano, e ognuno cercherà di far prevalere i ptincipi da lui professati. Elem~nti ererc.genei. diceva a ragione Ledebnur. Principi diameiralmente opposti. Sarà la Destia che attirerà a sè la Sinistrai? O la icrza d" ?itrazione preYarrà dalla parte opposta? Un compagno della « Due e mezzo >. uno degli spir;ti più acuti del s<:,ciaEs~ interna21icnale. mi diceva stamane: « Ora bisogne!·à fflre quel che vogliono i sociaHst: ingJesi ». GENOSSE. Lond:-a e di Vienna volevano dare due suluzioni profondamente diverse: la cliiesa na21:onale.la cooJizione ministeriale coi partiti b::rghesi. i crediti militari. Il pens:ero e. la \·olontà degH uomini della Seconda Internazionale imorn0 a sifiatti problemi è noto: alla l:ro influenza s: deye ancora se nel progetto di Statuto della noo\·a lnte~nazionale. che il Cc.ngresso è chiamato a discurere e di cui ancora parlerem~. \·i è glà un articolo che esamina la posiz'one di ouei membri del Comitato Esecutive, éhe entrassero à far pane di un Ministero {e\idememente non di soli s:-- cial:sti). ~fa r Internazionale due e mezzo. nelle deliberazioni p;-ese a \"ienna ed approYate a Lucerna. respinse<lecisamente Quei metodi di lc,na Politica. Essa \·oleva nel proprb seno soltanto partiti. i Quali ripud:no cgni pc.litica tendente a sopire la lotta di classe foss· anco coì pretesto della difesa nazionale. L'ORA DI BARABBA L. Internaz:onale di Vienna pro::lama\·a la necess:tà della L tta di classe ri\·oJuzicnaria. Dove - ctice'\a essa - la br-,ghesla dispo:ie della icrza n~essari:t per 1,;onserure ii suo c!o:nink contro le f rze layo~2tr"ci. essa inirangerà la -demo.:razla. apj)rcmerà ' mezzi della ri\·0Iuzi0ne. p:-cH; ... herà i! prc-letarfato alla l rta aperta. Jn Quesra :cna non decide- ~anncpiù le schede elettorali. ma 13 fcrze e_oncrr.iche e m!liiari de!!'.! ~lassi ·n !mrn. Al' ra la classe larnrarrice porrà conQuisrare il pcter-! solo coli" az·oi:e direrra de!le mllSse, con lo sciopero generale. c n r insu;-- rezicne a manf"' armata e da via. e ootrà rr.antenersi al potere sc,lo ccn la dittatura. Ci rammentiamo d: una lettera aperta. scritta Qualche temp ia da Feder:co Adler a Ramsay ~lacdonald. al oua!e cercava di spiegare che ccsa fesse Quel che separa,·a r Internazionale di \'ienna dalia Se..:ontla. dicendo. fra altre. che nella Seconda Internazionale c· erano pur sempre quei peccar"ri :mpen':enti. i qual. non hanno mai Yclut0 riccnoscere i rer- :-ibili errori comme si. durante la guerra, a danno della classe opera:a. Ora. Quei " peccatori impe11iIenti , erano anche ogg' tutti lì. al loro posto. Eran0 lì. e Qualcuno di essi iaceva anche molto rum~re. \\'eJs e _..,heidemann e Yandervelde e Crumbach e alt:-i molti: nè. per quanto iosse~o sinceri i loro applausi alle imprecazioni conrrc, le conseguenze della guerra e <lei trattat~ di Ver- "ai'!es. è a 1..redereche ·1 loro pensiero po!ir: ..o. -nazionale i.a oggi di- \·erso da quello del 1914. ~è oggi noi abbiamo sentito dalla bocca d. uno di lo;-o o dei loro am;ci una sola paroia. che maniiestasse adeskne al pr:ncipio della !orta di classe rl \"C,luzionar.a e avver _ione a!r unione sacra :n remPo ct· pace o Guglielmo Fenero, il r.oto pubblicista e storfr:o. r ex-socialista passato ali' altro campo, quegli che iu tra i piu' accaniti g.:erraioli e Ira i piu· caldi propagandisti della disfn.::ione degli imperi centrali ma in ispecie delia Germania, pubblicherà Ira bre::;eun libro su •· La tragedia della p .. ce ., (Edizione di Alhena). A quanto gia' ne scrivono i giornali italiani, egli fratte, in questo suo nuovo volume, della pc!,!ica europea da Versaglia alla R1.ihr. .Ve tratta co, w1 fo-.o di forte rimbrotto cor.f"O gli autori delrattucle sfa- ~o ii cose. E poicr.è egli. con la sua propoga-:C:a scri:~a e orde, conlribui non p::co a c ·eare lo stato attuale, le parole -:..e "::C'";!a;:o a!tenzione. Riproduciamo Oiii"ii su cuesfe colonne, togliendola da La Sta:-pa·. u ~a parie del capitolo ir.tiirJJaio ·· L':J. vittoria acefala e l'ora di Barabba··. Oucsta cronaca di quallro anni narra u..,a s!oria sangt:i!lantc di errori caparbi. Hanno sbafiato lutti e sempre, impanta·:ar.dosi nel pro;,r:o errore i governi, le a:p!oxazie. la Ba::ica, gli Stati maggiori. la Sòmza, gli oracoli della pubblica o;-inione e pedino la Retorica! So:10 sta- 'i del..si nc'.!e loro speranze i popoli, gli Star. i pa:;iti cosicchè tutti maledicono o::;gi la pace e si accusano a vicenda. Xon è co~tcnta l"inghilterra, che invece di conquis{a~ tutta !"Asia e lutti gli Oceani, ha perduto e sta perdendo l'Egi~to, l'India, !.Irlanda, la parte migliore della sua c!icnte!a forestiera; ed è minacciata sul i:r,are dall'America e dal Giappone. ;\on è conter.la la Francia, che si sente in pericolo auanlo oiu' la Germania si indebolisce;· non i contenta l'Italia, non è contenta la Polonia, non è contenta la Jugoslavia .... Dei vinti non parliamo. La Europa è tutta rancori, dispetto e rabbia La pace è il la\roro di Sisifo. Ogni stagione arr:va con una nu<1va promessa; ma il solleone uccide insieme con le rose anche le speranze della primavera, e lo autunno volta le spalle al solleone e alle sue promesse, per rincorrere un"altra illusione e delusione ... li male, d1 cui l'Europa muore, è questo. Xon l'intelletto soltanto è tocco, ma anche. e piu' la volontà. I vincitori hanno fatto male i loro conti allora; e oggi che si accorgono di averli sbagliali, non sanno rifarli. perchè hanno voluto e vogliono abusare di una forza. che non posseggono se non nella eccitata fantasia; e hanno voluto e vogliono abusare di una forza che non posseggono, perchè non sanno e non vogliono piu' sapere che cosa è un trattato, un governo, un esercito: e non lo sanno e non vogliono piu' saperlo, perchè sono dominati da cattive BibliotecaGino Bianco passioni: ambizione, orgoglio, prepotenza, cupidigia. vendetta, fatuità. La catena che la vittoria acefala ha gettalo al loro collo e con cui trascina al macello, è questa. Scampati alla disfatta quasi per miracolo, e soltanto per una abbondanza di uomini, di armi e di denaro cosi soverchiante, che tu:ti gli errori, le negligenze, le leggerezze, le inettitudini non hanno potuto annullarla, i vincitori tanto piu' si sono inebriati, perchè da un pezzo ormai, in fondo al cuore, disperavano di vincere; hanno dimenticalo, sebbene fosse ma11ifesto, che erano anch·essi spossati poco meno dei vinti e che la vittoria aveva accresciuta la sicurezza, ma diminuita la potenza di tutti i grandi Stati dell'Intesa; si sono ihvanili, esaltati, inferociti. Tutte le passioni del dominio e dcll"acquisto. che sonnecchiavano in questo o quel gruppo dei celi governanti; tutti i vulcani che durante la guerra parevano spenti per sempre hanno ricominciato a fiammeggiare. Gli uni adocchiarono territori: gli altri _sognarono vendette e rappresaglie. che amareggiassero agli avversari la disfatta quanto la loro tracotanza aveva inferocito la lolla; lutli furono invasi da una smodata smania di bottino e di preda; lutti si convinsero che erano stati i piu' valorosi che avevano fatto i sacrifici maggiori, che potevano :rivendicare il merito piu' in,signe e i trofei piu" smaglianti della vittoria, che il proprio interesse era diventato il fulcro dell'universo. Intanto i redivivi delle trincee si precipitavano affamati nell'orgia in cui già da tre anni tripudiavano i favoriti della gcerra; e facevano della pace una gigantesca kermesse. Tutti crecievano - o vivevano come se credessero - che la pace potrebbe continuare in eterno a liquidare il capitale, di cui la guerra ave\·a già divoralo tanta parte: fabbricanti e mercanti, banchieri e accollatari. funzionari e giornalisti, ministri e diplomatici. Era opinione UDiversale - pcrchè nessuno voleva pensare alle imminenti fatali scadenze - che incominciava un 'era di straordinaria prosperità per l'industria ed il commercio; e questa sorridente ma un po' sventala opinione si faceva forte, per rassicurare i dubbiosi, di ragioni sostanziose come questa; esserci nel mondo nazioni intere - la Russia, l'Austria, la Germania, )a Ungheria, la Romania e via dicendo - bisognose di tutto, pcrchè avevano logoralo nella guerra il proprio corredo! " _\fa se domani io avessi bisogno del castello di Versailles, non per questo potrei acquistarlo - dissi una sera a Parigi, a tre banchieri. che si lusingavano a vicenda c.:on questo bel ragionamento. Per comperare un oggetto, non basta averne bisogno; è necessario anche possedere i mezzi di acquistarlo, ossia qualche cosa da scambiare con colui che lo possiede!'" Ma questo ragionamento, cascando in Mezzo 2. quel ,~occhio di finanzieri, fece proprio a" tonfo di un incredibile paradosso. Tutti comperavano, vendevano, giocavano, speculavano, spendevano, gozzovigliavano da un capo all'altro della Europa. Uno sgualdrinaggio impudente svergognava le strade, i caffè, i balli, i ritrO\,; privali; l'oro e i diamanti scintillavano, la seta. luccicava, le pelliccie si gonfiavano pettorute in alto e in basso, in una ostentazione sfrenata che confondeva principesse e contadine, meretrici e matrone, in ogni paese. Lo Stato, slava al centro della kermesse, simile a un Gambrino ubriaco a cavalcioni di una botte gigantesca; e dominava dall'alto il baccanale, lo incoraggiava con la voce, con il gesto, con l'esempio, continuando a gettare alle folle ubriache il _salvadanaio di tutti a manciate. Guai ad accennare che ormai gli impegni degli Stati erano tanti, da doversi pens~re con prudenza non solo a ritornare all'aniica parsimonia, ma a verificare se gli impegni presi si potevano mantenere! Disfattismo della pace; crimine di lesa patria!. ... I conciliaboli, in cui la pace fu tramala, erano infettali dalle esalazioni asfissianti di queste torve passioni nemiche. Immersi nella nebbia di quelle esalazio- , b . ni, gli spiriti si sono ottene rah, non hanno potuto piu' discernere il vero dal falso, il possibile dall'impossibile, il fittizio dal solido, il sogno dal reale. Per pensare rettamente, come per pregare, occorre una certa purezza di anima. La passione a volte fa incespicare, J}onchè la logica, anche l"abbaco. Accadde cosi che i vi:icitori - popoli e Governi - non intesero piu' nè i comandi del dovere nè i consigli della prudenza. Non hanno capito che, tolte alla Germania l'A~sazia e la Lorena, spolverato l'articolo del vecchio trattalo di Prag~ ancora ineseguito dopo ta.'lti anni che le faceva obbligo di indire i plebisciti nelle terre dello Schles.,;g, • strappate alla Danimarca, bisognava rispettare l"integrità della Germania, anche a costo di deludere qualche speranza; andar piano con il coltello ad oriente; sforzarsi di ottenere il suo consenso a quei mutamenti territoriali che la risurrezione della Polonia imponeva; in ogni caso non smembrare l'Alta Slesia ma lasciarla tutta alla Germania, dopo che il plebiscito aveva scelto: Non hanno caoito che avevano il diritto e il do\·ere di dire alla Polonia: ·• tu sei resuscitala; e chi resuscita, puo· essere contento anche se resuscita con le sole ossa e la sola pelle. L'adipe verrà poi, se i tempi e .la salute e il destino e la Prov- \·idenza vorranno ... ". ;'ilon hanno capilo che dove\·ano incoraggiare e aiutare la repubblica tedesca. mostrandosi con essa meno esigenti che con la monarchia, e offrendole in ogni caso una pace non u:11iliante ma decorosa, come quella che ~li alleati avevano offerto nel 1814 a Luigi X\'III e alla monarchia legittima restaurata sul trono di Francia. :'\on hanno capito che, mettendo in UD fascio, oltre il Reno, repubblica e monarchia con un trattato umiliante, foglievano alla repubblica la forza, nonchè di eseguire il trattato, di governare la Germania e la precipitavano nel caos ..... =================== Al cospetto del Pilato Eccomi <li nuovo qua vecchio massiccio, ma tu sei semp:-e là, betlo, afiascinanre, ,colla tua bnrlla cima che si slancia al cielo, col caPo I uminoso cinto ancora della oc,rona di leggende che ti ha intessuta la fantasia popuJare. Con che cuore salirei fino a te! Senza guide nè corde, lo sai come, ma con 1a funicolare; e nc,n me ne ler visto che Tel-1 aveva preparato due f:-ecc.iee avendogliene chi~ta la ragione, TeH, calmo, rispase che se oon la prjma avesse coh:fto ,il figlio, la seconda freccia era destinata al governatore. E questi, allora, lo fece prendere e legare .... Leggenda di sei secoli fa ? No! Storia d' ieri, d' oggi. Di ber- :etti idi Gessler è oggii' seminata quavorrai. si tutta I' Eu.ropa, e quanti, quanti A tuoi piedi le cerule acque del la- fanno la lo.ro riverenza! go incantev<Je, primo e p'~ùseducente frai tutti i' suoi fratelli svizze,i. Quante schiene curve, quanti. inTutf intorno a te, lo spettacolo gran- chini, quante genuflessioni, anche per dioso dlelle Alpi e il verde ridente parte di uom.1ti che ieri ancora si delle prarterie. Vècino a te, sprigio- proclamavano, che oggi a.nc,ora connantesi da tutto il tuù essere, che :pur firmano a proclamarsi fieri tuto:-i e sembra tanto selvaggio, Quella calma vindici di libertà civ-iche. E ~g, con u.n profondo inchino al berretto di seremt e benefica, di cui _ncnsolo io, ~ tutta l'umanità av:-ebbe tanto bi- Cessler si va avanti, e ciù tale riverenza rmuta non è sicuro della, li- sogno in questi tempi. Sì, con che cucr.e scenderei dal bertà. • . . te trenc~ per sostare nelle tu.e vt'cinan- PiCosl , ctasottoè'd: fiero e une in ze per godere .della tua ospitalità, atus; n e ~ non a!" • pe'r farmi raccontare da te, che ne· cuore ]a fiamma della f~e, se non SI foste testimone, la stc,ria di lotte se- ayesse la speranza, la sicur~z~ ~el colari per la libertà. per fa;-mi. dire d!~ne, quasi verrebbe vogh~ dt mda te, che le vedesti e le sentisti, l1 ~i<hare quel . buon bened'e!fi: 10 , _eh~ cronaca di tante kere battaglie fra il 1l_!l· 0ra C01Jdivise con me 1 amnura gicrno e la notte. fra la luce e Je te- zione per la tua bellezza, per la. tua nebre. Ce,n che diletto ti starei ad a- grandezza. scottare! Ora egli, è sceso, Se ne va al suo Ma non possc non mi è permesso. Debbo, stavolta, contentarmi di gu.a:-darti, di salutarti da lontane, con u.nc.. sguardo lungo, con un vivo sent:mento· nostalgico. Senza sosta, sta scr~tto sul mio fogli,c di via. Semplice transito, vi ha impresso il rappresentante della libera Repubblica Elvetica. In treno. rn gran corsa. Dail" u.na ali' altra, front:era. Entrata e uscita. Tutto d' una tirata, senza mai fermarsi. Tale è la legge per t delinQuenti Politici espulsi àal paese; ed è già suprema grazia se si concede lor-e di passare tra queste belle montagne e cornnc. tre: ruscelli e cascare. fra gole e iorest~. senza posar piede a terra. Lu so: tu, certe cose non puoi nemmeno comprenkterle. Voi, monti e iiumi e mari, nc,n conoscete certe espressioni, .certe l:Onsuetudini, certe leggi. Vo: seguite ancora le leggi della natura, che ncn espelle gli uomini ma li invita, che non li respinge, ma li _atti,a a sè. li avvince, li <:ommo\·e, i.: esalta. Che puo•i saper tu di espulsioni, o solenne Pilato ? Ti dirò anzi che prima della guerra codesta parola era Quasi sconosciuta anche a c"loro che reggono le soni di Questo paese. Sì, ci furono eccezioni. Talora anche con eifetti orprendenti. Uno. che e,a stato espulso per tropp0 amore di libertà. di\·emò poi iedel serrn di re e super· ministro. e il suo amore per la libertà ia ora pensa:-e a Quei marit; che per amore battono e ammazzano la m:glie. celebre eunvento di Einsielden, nella pace del suo chiostro. A 900 met:i di altezza, in una J)C!Sizione magmfica, sotto arcate che seno gioielli d' arte, fra incunabili e manoscritti antichi, tra vecchie e nuove miniature d' una fattura meravigoc.63.,pensando al cielo e non disdegnando i .godimenti della terra, quei monaci vivono come te, o Pilatus, aJ disopra degli uomini, anch'essi con una fede 'tn cuore, in una pace profonda •.. Quasi comincio a credere che ero na~ per farmi benedettino. O è la tristezzai diffusa intorno a noi che talora disJ)vlle cosl stranamente I' an;mo? GENOSSE .. Senza libertà voi non potete compire alcuno dei vostri doveri. Voi avete dunque DIRITTO alla Libertà e DOVERE di conquistarla in ogni modo contro qualunque potere la ne.fhi.. Senza libertà non esiste Morale, perchè non esistendo libera scelta Ira il bene ed il male, Ira la devozione al progresso comune e lo spirito d'egoismo, non esiste responsabilità. Senza libertà non esiste società vera, perchè tra liberi e schiavi non p,:o' esistere ASSO-~IAZIONE, ma solamente DOMINIO degli uni sugli altri. La libertà è sacra come l'individuo, del quale essa rappresenta la vita. G. MAZZINI. I:>iffida \fa. dicevo. allora, prima delJa guerra. le espulsicni erano I' eccezio- ======="""""""=~"""'"""',.,,.,....,""""4 ne. La Svizzera offriva sacro, inviolabile asilo a profugh:. d'ogni classe. d. gni paese. Liberali. democratk:i (di Quelli genuini) ce:-carono e tro, varono sul suolo s\·izzero scampo alle perscuz:oni dei loro :·eazionari Co,·emi. Socialisti. rivoluzionari di ogni parte del mondo, sfuggiti alle galere dei loro prcpri paesi. S: sentl· ,·ano sicuri ai ruo'i piedi. o g;-ande Pilatus. La Svizzera era pur sempre la terra di Guglielmo Teli. Il C. D. del Circolo Proletario Italiano " Andrea Costa " e l"Unione Profughi Politici Italiani a Vienna, venendo a sapere che un certo signore Vittorio Amb1osini, Capitano ardito, ex-interventista, ex-fascista, ex-socialista ed ex-comunista espulso dal P. C. italiano e da quello austriaco, svolge a Vienna una certa attività, piu' o meno politica, in mezzo agli emigranti ed ai profughi politici italiani, dichiarano: Cose utili a sapersi SVIZZERA Il visto ai passaporti sul Lago di Lugano. E' stato istituito a bordo dei piroscaii della Società di Navigazione del Lago di Lugano il controllo dei passaporti anche da parte della polizia italiana. Con cio' viene reso possibile ai viaggiatori muniti di passaporto o di tessere !o sbarco a .tutti gli scali intermedi siti in territorio italiano, senza essere obbligati, come nel passato, di dover recarsi prima a Porlezza per il visto. GER.\.\A~ìA. Libero accesso agli stranieri. Il Wolll Bureau pubblica la segue'?te nota: "Le informazioni diffuse all"cslero per mettere in guardia il pubblic-0 contro i viaggi in Germania non hanno alcuno fondamento. Il Governo e le grandi associazioni economiche tedesche non oppongono alle imprese estere alcuna difficoltà. Gli uomini di affari autentici, i tl,risti, i viaggiatori per diporto, i visitatori delle esposizioni, i partecipanti ai congressi, ecc., non incontreranno difficoltà nè per la loro entrata, nè durante il loro soggiorno in Germania. Si assicura una applicazione liberale del controllo sulle esportazioni' '. E. vero. e poichè r ondata di stc,- 1.:doe feroce nazi"n2\smv non è salita rina ai.la tua ,·erta. con te si può dire che Quella certa st0ria del padre che con una freccia. colpisce il Pomo uUa testa del iiglio, non è di <Zigine svizzera. S: trcva già, molti secoli prima del vostro Teli. nella mitologia indogermanica, nella letteratura persiana. \fa com· è più bella. com· è più profonda la vostra leggenda svizzera! E pcichè Gugl:elmv Teli non \·olle fare la dovuta riverenza al berretto di Gessle:-. simboleggiante l'autorità tutOria, il governatore Gessler. che lo conosceva valente arciere, gli intimò di abbanere con una fteccia, :1 pr,mo posto sul capo del figliuol suo. Fece panire Guglielmo Teli la freccia e colpì il Pomo. Ma avendo Gess1. di non avere nulla di comune col panflelto settimanale, stampato dal citato signore, sotto il titolo " Corrispondenza Italiana " e con mezzi finanziati raccolti per ben altri scopi; 2. di protestare contro la non autorizzata diffusione di azioni e contro le sottc.scrizioni da lui iniziate a favore del- !' Avanti!, della Giustizia e del Lavoratore, tre organi di tre Partiti differenti, di cui il sig. Ambrosini non appartiene nè possiede alcuna legittimazione all'uopo; 3. di porre in guardia le organizzazioni politiche e sindacali del proletariato e dell'Austria da codeste signore e delle sue periodiche creazioni. Animati di fede e sicuri della nostra causa, speriamo di superare ben presto la nostra vita d'esilio e di dolore e di tornare ai nostri vecchi posti di battaglia. Con sentimenti di fratellanza socialista internazionale vi salutiamo e vi ringraziamo della pubblicazione. li C. D. A. C. e V. P. P. I. di Vienna.

' La predica di Savonarola In questi giorr.i assistiamo a una reviviscenza di "questioni morali"'; f. già c'è ~ f~scio. non disprege\•ole, di progetti mtcs1 a salvaguardare le esigenze di quelrimponderabile complesso di normP che pa.ssa sotto la comune denominazio ne di morale. che vola sul lago, senza di che non \·a a letto contento. L"arte è alquanto portinaia in Italia. ~on accade. del resto, lo stesso per il teatro? E' staio mai yOSsibile, i~ Italia, un tentativo di teatro di pensiero? Sono dieci anni che Ibseo è bandito dai reperlorii e che i 'Tessitori"· di Hauplmann, il capolavoro del teatro curopiw, non tro\"ano una compagnia che lo nporli alla rib31ta. Meravigliarsi? Di nulla. La genie non mo! pensare. In arte, in letteratura, in cinematografo, la morale è quella che è. Un conto da passare agli editor.. Sarà vero che non. riusciremo mai a far delb morale una scienza normativa, secondo una ben congegnala preceltistic1_simile a quella che disciplina\·a gli inchini degli abatini nei minu.?tli cinquecenteschi. ACQUEFORTI Cosi. in Francia è uscito ora un liòro in cui si vuol dimostrare che il maresciallo Foch non ha piu" ingegno d"un lorlunato boxeur. La iorluna del generalissimo, anzi. sarebbe consistila in cio", secondo quel libro francese: che Foch, grazie al giuoco naturale dell'ardente imaginazione, •· ignorc/ le reali condiDisciplinare le norme di quest"imponderabile è stata, in ogni tempo e sotto tutte le latitudini, un"impresa irta di difficoltà, anche perchè in fatto di morale ciascuI!o possiede i suoi pensamenti e ogni filosofo dispensa i suoi soecifici. Per uno - ad esempio - la m~rale consiste in una catena di requiem aeternam: per un altro nel non fornicare con la cameriera del parroco; per frate Macario nel non discutere e nel non ragionare ma nell'accettare a capo chino ogni presunta verità che viene dall'alto. Per ·conto nostro oseremmo affermare che è oltremodo arduo consegnare in un progetto di legge, che ufficiali giudiziari hanno l'obbligo di mettere in esecuzione, i presupposti etici, ~ quali hanno variato dall"una all"altra età; perchè nulla, nella complicata e irrequieta storia delle idee, è stato piu' mobile e variabile del cosi detto fondamento etico della società. Tanto che non riusci a scandalizzare, neanche le parrucche incipriate che circondavano il re di Francia. Voltaire, quando affermo' che la morale è cio' che piace. Puo', dunque - si chiederebbe un pedante austero, di quelli che popolano le nostre Università - essere materia codificabile? La morale. anche se il concetto puo' parere anarchico, è quella che ciascuno reca di sè ed è frutto dell'esperienza talvolta delle amarezze, sempre dell'educazione. Noi pero' non intendiamo gettare il facile scherno - cosi comune a tutti i dilettanti di umorismo - su coloro che, mossi da un apprezzabile sentimento, cercano di perlustrare i sentieri che conducono al vizio. La foglia di fico è ancora upa nobile istituzione, che puo' meri• tare rispetto. Del resto, oggi, il Dio Pudore è di facile contentatura. Ed è sotto ogni rispetto ammiranda la tenacia di coloro, i quali hanno obliato un esempio che sale dalla distanza dei secoli. Quello di frate Jeronino che, sulla mesta scorta. degli Evangeli, predico' a tutte le donne la severità dei costumi, in opposizione alle vesti succinte, e nusci con la sua immaginosa eloquenza a disertare le chiese, senza diminuire di un punto la statistica degli adulterii in Fiorenza e 8eDza recidere Wta sola penna. anco picciola, al Cupido libertino. E le fiamme, in un improvviso luccicore, sotto un cielo indifferente come sogliono essere i cieli, avvolsero lui, Savonarola. Ma infine l'errore nella valutazione del mondo morale sta qui: nel porre la realtà negli individui come separati da un concetto universale; quando, co• me accade, realtà e idea si concepiscono divise e opposte, è chiaro che la legge morale diventa un sillabario fonico, che parla e esclusivamente all'orecchio, come quell'organetto di Barberia che molesto· la giovinezza tribolata di Giaco• mo Leopardi, quando alla grandezza dell'arte greca cercava di attingere l'ispirazione per le strofe in cui doveva esaltan- l'alterna vicenda dell'amore e della morte. Ecco perchè, dopo tanti progressi di positivismo e tanto stolto dile~io di idealismo, non è possibile concepire ttna qualsiasi legge, anche quella che disciplina l'ordinamento deili Orti botanici, che non derivi dalle viscere stesse, del reale e in certo senso non rappresenti la essenza dei fatti. Non è forse il fatto la sola religione rivelata? Un esempio volgare: il piu' semplic1.. che capita tra le mani. Il cinematografo. Se esso è quello che è - se diletto di gusto , di nobiltà, di contenuto artisticc, - vuol dire che tale è il gusto del pubblico. Il quale ha assoluto bisogno di vedere con occhio cupo anche il gabbiano La medesima polemica. con i medesimi argomenti, divampo' in Italia venti anni fa e si ricordano gli argomenti squisiti portali io essa da Ferdinando f.lartil'li che la chiuse con le sue battute iro- !1iche. Sarà ben diHicile che, proprio ora che di quei magnifici polemisti si è perduta la traccia, la polemica, se taluno a\·esse la rr.alincom:. di ripigli.da. possa approdare a qualche risulta'lo positivo. Da qui deriva il realismo idealistico della leori;,i so:;hlista, la quaìc è morale; ed è appunto per questo antimoralislica. Tanto cio" è vero in auanlo ogni tempo è contrassegnato da una sua morale; ogni politica ha la sua linea etica e la grandezza di Machiavelli, che illumina il genio italiano e g~tta le prime lince del Rinascimento sia nell'aver spezzato e vinte tulle le regole gesuitiche, che formavano la condotta dP.i capitani e dei principi. La morale non si insegna e non si impara come le regole della gra:nmatica; essa sorge e nasce - come ammaestra il socialismo - in quel complesso di circostanze che forma il tessuto di una socie• là. La società capitalistica. sino a quando sarà tale. non iJOlrà che avere iatalmer.te quella determinala moralità. Guardate. SoI!o lrent"anni e piu· che i giuristi si industriano attorno al proge!- to per la ricerca della paternita. '.'{011 c"è uno che possa negarne il contenuto aliamente u:-nano è il fine nobile: ma allorchè i giuristi hanno cercato di trornre un congegno legale per !'a!tuazione di esso, non è stato possibile tradurrre il principio morale in una regola di diritto. Perchè nella nostra civiltà la morale e i! diritto sono com2 i due \"iandanti del deserto che, perduto !"appuntamento, c~mm:narono per due ,;e opposte senza inconirarsi mai. Cosi dal fondo della memoria emerJe la pallida figura di colui che fu veramente maestro di morale, Giuseppe Mazzini, ad ammonirci che fino a quando sopra,·- \ iverà la contraddizione Ira la morale e i! diritto, sarà vane, aspettarci leggi umane. Ecco perchè il nostro libro dei codici rz:sso:niglia al gufo morto appeso sul frontone di un vecchio castello. Corso Bovio. LO SPORT Domenica scorsa ebbe luogo all'Arena mare la "cronacà I!era ·· anzichè quella di Milano lo scol\fro cazzotti stico fra Er- " eroica ··. minio Spalla e Van der Veer. Ma per far cessare tanto obbrobrio, · Tutto il mondo sportivo era in freneti- c0me potrebbe intervenire la benemerita. ca attesa. quando le piu' alte autorità dello Stato Piu· di quarantamila persone assiste- ndla loro veste rappresentativa, non e- \3no al combattimento che decièeva a sclusa la legge, intervengono entusiaste chi dei due .. campionissimi·• spetti il p1ovando comuni sensa.zioni di contento? primato d'Europa. Ecco perchè ogni protesta sarebbe vaL' Arena era zeppa, malgrado .,; fos- r,a!.. ... sero dei posti da 400 lire e piu", un affa. Da parie nostra, pur non essendo conrone quindi... lrari a quello sport, che arricchisce. eFra quella fiumana di spettatori vi e- duca, fortifica lo spirito ed accresce la ra il Principe Ereditario, l'on. Mussolini, potenza fisica e morale dei corpi umani, l'on. De Stefani ed altre autorità, inter- al nostro proletariato, che di tanta col- ,·enute certamente non a nome di alcuna tura ha bisogno, non ci stancheremo mai scienza. dal consigliarlo, di seguire come noi facHa vinto l'Italiano Spalla, ma non è di questo che ci imporla, giacchè per noi l'uno o l'altro fa lo stesso. Sappiamo che il benessere del proletariato o di una nazione non si ottiene conquistando il primato europeo del pugno. E' della speculazione che ne fa la borghesia deUo sport, per devia.re il pubblico ed il proletariato giovane, in ispecie, dallo studio dei problemi se:ii, economici e politici. Purtroppo il pubblico abbocca, e cosi è venuta !"epoca dei campionissimi di Sua Maestà lo Sport. Toreadori, Schermidori, Pugilatori, Lottatori e Lottatrici, Calciatori, Balleri• ni e Corridori di ogni specie, uccidendo, ferendo-:i, cambiandosi i connotati, torcendosi il collo, rompendosi gli stinchi, esaurendosi, cazzotlandosi, ecc., formano, c'li loro spettacoli, la piu' interessante attrattive del momento e tutti gli app~ionati fanno ressa alle rappresenta- ;:ioni, non guardando alla spesa. Il filosofo del Corriere della Sera, giorni or sono, filosofando su di un av• venimento sportivo, nello svolgimento del quale, dopo cinquantasette ore di ballo, il ballerino veniva assalito da forte crisi, avrebbe preferito che quel tale eroe della danza. prima di cadere, fosse stato "assalito dai due carabinieri". Anche noi preferiamo, che là dove lo sport diventa parossismo, intervenisse la benemerita. E' \"ero. " Lo sforzo idiota non fortifica ma demolisce". Anche noi riteniamo, che certe notizie sportive, re• ~istrale dai quotidiani dovrebbero forciamo, ben altri e piu' illustri ed eroici Campioni Mondiali, quelli cioè che atll averso a diuturne lotte ad oltranza, sopportando irresistibili sforzi. si bal!erono e si battono, contro i fitti misteri della natura, riuscendo a scoprire inesauribili fonti di preziose ed indispensabili utilità; seguiremo e faremo seguire chi nella profondità di studi scientifici ltassero e gettarono in dono alla um;mi• èà spensierata d'ogni tempo, quel1e superbe invenzioni immortalatesi nella storia e che della loro benefica potenza ne godettero, ne godono e ne godranno le passate, le presenti e future generazioni: seguiremo e faremo seguire, in fine, chi in nome d"ogni scienza sacrifica se stesso, pur di creare, insegnare, educare. Oggi, mentre lo sport impera, quando uomini illustri gratuitamente si presentano al pubblico per insegnare, le platee sono quasi deserte. Grave errore, secondo noi! Ma non vogliamo disperarci pensiamo che la ragione sia del pensatore francese, Victor Hugo. perchè grande ·· L'avvenire è del libro•· egli disse. E noi modestamente aggiungiamo, che i destini e l'orgoglio delle Nazioni non poggiano sul primato ottenuto da un uomo sull"uomo. per avere il primo saputo piu' destramente maneggiare la spada del secondo; per aver saputo sferrare il piu" polente pugno; per aver roteato su se stesso piu' d'ogni altro, oppure l'avere vertiginosamente spaziato nel!' aria o riuscendo, con la [orza dei garretti o co;1 !"audacia di chi sta ad un volante, a battere il migliore dei record. Zeta. La rugiada della morte. Allegri, cilladini! Allegri o popoli di fotto il mol!do! La scien=a fa progressi enormi, sbalorditivi. Gas lagrimogeni? Gas asfissianti? Inezie, cose da Far ridere anche i polli. Un grande chimico lia la!!o altra scoperta. E" un gas ullra-asfissìa•ite, ur. gas che br..1ciatutéo, vite umcr.e e vile delle piante, che intossica l"aria e il suolo, che porla la morie dappertutto doue passa. Tar./o che l'hanno chiamato ·· !a rugiada della morie··. S!!.-ilife come ne parla un ,jer.erale ila1:ano: · " " Questo gas è il Levisite. a base di doro e di arsenio. scoperto nel laboreforio chimico delf"uniuersilà calto!ica americana di Broo1dand e perfezionato dal profrssore Levis delf"universilà di Norfh. u.:erstern. Questo gas ha u-ia polente az;one nello :.tesso tempo corrosiva e velenosa. ed un potere di propagazione 55 volle superiore a quello di ogni altro gm. lnvisiòi/e nemico di qualsiasi cellula animale o vegetale, penetra atlrauerso i veslifi ed anche allraverso la maschera fin qui in uso e. per /"arsenico che entra nella sua composi=ione. è assorbilo atlraVi!rso la pelle. La sola proiezione contro di esso è dafa da vestiti speciali, preparali con olio sp~ciale: ma questi vestili avvelencno dopo due o tre giorni. se sono toccali a rr.ar.i nude. La ~e//ula vegetale è uccisa dc questo gas, che ha anche la proprietà di isterilire: esso cioè, non solo uccide, ma impedisce anche la nascita Futura. Sulla· terra su cui passa questo arnese della morie - che il generale Fries, capo del servizio americano delle ricerche chimiche ha chiamalo la rugiada della morie - tulio sarà morfo e per un tempo che si stima di selfe anni nulla piu' nascerà". In aiuto di questi gas. poi, viene /"aviazione. L"aeroplar.o infatli lo puo' portare e gettare dove vuole. Cosi gas e aviazione si completano a vicenda: colpire sempre piu' lontano, sempre piu' forte. Cento tonneliate di Levisife, lanciata da cinquanta aeroplani portanti dascuno ur.a bomba di due tonnellate, Farebbero inabitabile fui/a Nuova York per circn una sellimana .. decimando la popola=ione, contaminando i viveri ed i medicinali, togliendo cosi la possibilità di soccorrere i superstiti solferenti e di seppellire i morti. Sulla gente nascosta per dilesa nelle cadine, le bombe ad alti esplosivi e gli incendi inestinguibili. Facendo crollare le case, meflereòbero la pietra sepolcrale. E già con la utilizzazione della radioaltività. !'atmosfera mortale permarrebbe sui luoghi devastali. non per giorni, ma per anni e per lustri ..:·. Civiltà! Civiltà! Ed è proprio possibile che gli uom111! vogliano distruggersi in tal modo? I milioni di Vorowsky. Sono in freno da Zurigo a Berlino. Con me viaggiano due sigpore e un signore, a cui esse danno il titolo di Console Generale. A ur. cerio punto il signor console generale comincia a parlare dei bolscevichi e dei lascisfi. Dice male di Lenin, di Trotzki, di Bucharin; è naturale. Poi continua: " Già! E quel signor Worowsky! Questo comunista possedeva nientemeno che 15 milioni di franchi svizzeri, da lui depositali a una banca di Zurigo, Ecco il comunismo di questi s,gnon. Prendere molto; non dare nulla!". 15 milioni• di franchi svizzeri. Quasi 130 miliardi di marchi. Quasi 60 milioni di lire italiane. Una bagatella. Ma io mi rammento di altre storielle simili. Quando le truppe di Noske assassinarono Liebknechl, era sfata dillusa dalla ç/ampa borghese una simile fiaba. Liebknecht aveva messo al sicuro presso una banca svizzera parecchi milioni di franchi. .. lanuggrnosi. le mani sporche di terra. - Prendi vecchio. ci comprerai qualt,llto questo sembra\"a quasi un giuoco che cosa. IL GOVERNATORE che un pittore ~enia,!c a,·esse ,·oiuto J egor spor-.: la n!ano. nel::i cui larga comporre. ri,·estendo la dura pietra di oa·n-u la moneta sembra,·a rotolare couna leggiera stofia di lana. mc da t;n teno. e ringraziò. di LBt)NIDJI JINDRBYEPP li ,·ecchio sorrise garbatamente aJraffabile sua interrogazione; se ne stava i.n libertà. cofle mani tutte sporche di terra. e le stropicciava leggermente l'una contro l'ah:ra. - Ho sentito che mi ,·ogliono uccidere. Per via degli operai. sai. allora ... foo-or contimrava a sorridere garbata- m~;e come prima. ma a.ve,·a cessato di str.opicciarsi le mani. nascondendole dierro il <!orso. - Dunque che ne pensi. ,·ecchio. mi ucc-lderanno sì o no? Sai leggere? :\la parla senza :-eucenze. siamo ,·ecchi tutti e due. J ej?'or scosse la testa. sir,trge'.ld~ ~o:i pCt" la fronte i suoi grigi capelli ncc1uh. guardò il governatore e rispose: E chi li conosce? Credo di sì. - ~Ia eh, mi ucciderà? - Certo il popolo. La società. come diciamo .noi altri contadini. - E che ne ilicc il giardiniere? _... l\òo litch. os h - Dunque. la mia situazione è d1sp~- rata. vecchio mio? ;\la siedi! Jegor non iece attenzione atrin,,to del go,·ernator.s e tacque. - E pure crede,·o che iosse mio dovere. quello di tirare. Scag-Jia,·ano sassi. gridavano. poco mancò che non mi colpissero. - A questo erano spinti dalla disperazione. Ieri al mercato un ubriaco. un artigiano mi pare. piange,·a. piange,·:. e poi preso un sasso lo scagliò. Cer.to era spinto dalla d~zione e nienfaltro. - :\li uccideranno. ma dopo se ne pentiranno. disse il go,·er.naoore pensierosi,. immaginandosi la facci1t del figlio c\les io Pe1ro,;rci1. :\la allora perchè uccidere? ~on è una sciocchezza? Lo sguardo de:ll'operafo par\"e inunergcrsi i.mprO\·vi.samente in qualche incommensurabile proionclità. si rabbuiò. ,:ome se fo-se indurito. E tutta la sua cmo sembrò - Chi può saperlo~ :<=.sposeJ egor sen- - Che gente curiosa! pensò il go\·erza guardare. Il popolo. cer.io. lo nwie. natore. a.nra.-:ersanòo le ombre dei \"'!a- :\ta noi. e1 pensa.te.. Eccellenza: si ,·an- le. frastagliato dal sole in zone chiare no dicendo tante sciocchezze. cd oscure. - Gente curiosa! non porDiranno .diranno e poi finiranno col tano neppure anelli matrimoniali. pe1 dimenticare. cui non i può mai sapere se sono amLa speranza si spense. \"elle parole di mo(?'liati o celibi. ..\nzi. no. portano a.nel. Jegor non c·era mùt.a di nuovo. nuWa di li d• ar!{ento e perfino di stagno. Com·è speciale: ma pure c'era una strana con- SLrano' anelli di tagno ! l:n uomo ~i \·inziocne. proprio come in quelle allu- ,posa e non può comprar.;;i un anello e-inazioni. cui an<la.,.·a soggetto il go'"er- d"oro da tre mb'i. \"on osserYai bene: natore. nelle s.,e lunghe solitarie pas- • quelli • nella scuderia. probabilmem s1.ggiare. ne,-zno a1che ·oro anelli di "-!agno. Si La ira.se: e il popcio ,·uole • esprime- di :<:tag-•ioccq1 una sottile stri..~:a ne! ,·a preci amente ciò che pensa\"a Pietro :11' zzo. adc~~o mi r;cordo Iljtch e questa irase era singolar.mente Girando. e rigirando- sempre più 111 pcrsua.sixa. ir.reiutabiJe: ma. forse. non 1-ias,o: come un an·oltoio che restringe tanto nelle parole di J eg-or era questa i suoi circoli sopra l'arbusto cui lende inesplicabile persuasione. qua.nio nello i.I suo pensiero scendeva nen'abisso. li s~uardo. nei ricc1 dei suoi capelli gri- S{Me s"est.inse. il \"iale span. una ioglia ~- nelle mani larghe come palette. co- fnoo.>..11-0<> passò ~ui:a sua te ta e tu~ oertc di fresca ,·erdura. to scompar\"e: perfino lui stesso scom11 soie brilla,·a. par\"e in ttno dei suoi incubi cupi e peDunque. addio. J egor. Ha.1 figlioli? - Dio consen·i \ ·ost ra Eccellenza. .. Il ~o,·erna1ore i abbottonò ermeticamente. raddrizzò la schiena e i~rò dalla ta~ca un rublo d'ar!!'ento. nosi. Gli si presenta aUa mente un operaio. La sua iaccia è bella e gio\·anile .ma sotto gli occh:.. in tuu.e le ca\-Ìti e le rug-he de.i. \0 1,ltl• nere(!'t!'ia la corrodente poh·ere E la realtà è, inuece. che Liebknecht {ascia la sua iamig/ia in una onorevole povertà. Qual!do i reazionari assassinarono Kr:rt Eisner. la stampa borghese racconto· che egli aveva messo parecchi milioni al sicuro in ur.a banca sui:=era. E la realfa è, invece, che anche Eisner mori povero. Mc cerlu genie noi: sa immaginarsi sccriii=i per un ideale. Non vedono che milioni. Falso, falso, falso. h lia/ia ci sono siate fiere discussioni in/omo a Cadorna, in Francia si discute il maresciallo Foch. Quegli, un '"vinto"; questi. un ·· vincitore •·. !Ja mentre per il primo sorgorio le voci che vogliono resta..irarne la reputazione di grande stratega. per Foch sorgono le voci che vogliono demolire la lama del '"grande maresciailo". =ioni della guerra moderna··. E per un generalissimo non è un ;;ran complimento. Ma in quel libro c"è qualcosa che per noi è molto piu· inleressante. L"autore pone infatti in risalto guenli due ordini di laHo: se1. I comunicali militari erano falsi, quasi sen=a ecce:ione. 2. I resoconti z:fliciali delle battaglie, se-riffi dal/"una e dall'altra parte della linea del Fuoco. erano deliberatamente monchi e tendenziosi··. Falso. la/so, tuffo Falso, adunque scrive quel critico militare? Ma non lo dissero sempre anche i giorr.a/i socialisti? GEJ\OSSE. .1 laoorafori e la democrazia L'Austr:a è senza alcun dubbio uno C:ei raesi più d::mocratici dell'EuroO¾ del dopo-guerra. Grazie alla loro esem;>"c:r~ o,g;;.,r.izzazione politica e sindacale ; 1a- \.vra,ori au~triaci hanno strappata alla "lilS<..itura Repubblica una leg:sJa-i:i"ne ::, c.iaì:: ed un assetto politico che confer;:::ce un caratte:e moderno ad un ,>ac:i-e che, un lust:-o fa. era medioevale n~lia sua costituz:ono, nel suo spirito. Alla c·a~ lavoratrice austriaca è perfi.-,., riuscita di dare una impronta di cksst: all'esercito e ài contrappOrre una fitta rete di scuole e di convitti socialiste ali.- deleteria influenza dello insegnarr.~nto c!er:cale. Hanno saputo conquistare ed alT';n'nistrare esempl:armente il C:>:nune di Vienna e sottrarre, colla concess:c~e di ri:evanti !avori pubblici, una parte dei proletari a! flagello della disoccupazione. Inoltre ha .conquistato narnerosi seggi parlamentari e comunaF. Più oltre ài que::.""t.onon S')nO andati, nè. p0ssono andare i lavoratori in UIU soc:età basata sul privi:egio economico e politico, cioè in un paese e borghese •. La detenzione dc: mezzi di produzione e dei potere politico da parte della bor. ghesia rende illusoria ogni fede nella • èe:--.ncrazh . &::o perchè ci sembra 2.lquanto :nesatto chiamar<. demOcratico un paese in cui la cl~se lavoratrice s·è ocnquistata colla forza della propria org::nizzaz:one di c:2sse. quello cile nessuna borghesia - sia pure :n]le volte illuminata - non le avrebbe mai conC-C!:rC. Nor. è lo spirito liberale o democratico o rept:bbiicano che ha rinnovato la v:to del paese, seb~ne b spirito e la iorza. la lotta della lotta di classe. Non pa~sa giorno senza che vi s;ano nuo•:e e se!l"lpre più chiare conferme di questo stato di cose. In Austria. come ovunque, la b:>rghesia, i pescecani, i borc..ai'.:>":i adottano alla classe produttrice le dis3Strose conseguenze della crisi de\ dopo guerra. Licenzié,nenti di oçerai ed impiegati, r:duzione del sussidio ai disoccupati n->- nostante il vertiginoso rincaro dei viveri, invasione èelfe scuole co:1 intento di c:ericalizzarle, miEtarizz:azione della stud~ntaglia universitaria. - onde difendere la patria ed il capitale contro le rivendicazioni proletarie - ed altre misu. re del genere, contro la quale i socialisti. cor..ducono nel parlamento e fuori uni letta energica sebbene impari. Nè ciò basta. Con sicuro ist:nto di auto cnnservazione i privilegiati dell'oggi e de!l'ieri non ancora tota:rnente sradicat vogliono fiancheggiare la loro offensiva economica con una offensiva i:olitica, organizzandosi fascisticamente attentan.. do alla vita stes;:a del nemico interno •· troncando esistenze oroletarie. Tutto ciò naturalrnente. ancora in proporzioni :-niinet.ffic:i.. come se da -prima a,·e..:;se scel- ~o ;· cranio: ia bocca è spavcntoS,3,{nente a·icna. E!!!i g-rid:.1. Grida qua.lche cosa. c'ie il :!O\·e:-i1atore non può afferra-e. La ~•:a c-an:'c'-3 è lacera sul petlto ed e~li ·?. !ace-a ancora d; più. leggermente. senZ;? ~umo~e dcn.idando così il seno. li sen<J è bianc.:> e u.na metà del collo è pure bianca. ma fa.;rra metà ,·erso la caccia è !)runa. come se nel corpo fosse s:miie a L,a:i i(: altri uo:nini. ma la testa fosse o-e•:> da chi ;1 io\·e e sovrappo-;ia a1 suo terso. - Perch.- iaceri la camic-;a? non è una heila ,·is.ta guardare il tuo corpo. ~h. il petto bianco denudato si -ianc::! verso d: lui. - Ecco prendi! eccola' ~la dammi la \·crità. dammi la ,·erità. - :\la do,·e ho da prenderia questa , erità? Come sci orig:~..a!e ! C na donna dice: Tutti i bambini sono morti. tutti i b2.mb:ni sono morti. i bambini. i hambini. i bambini. tutti sono morti - .\i)pttnto per questo la \"OStra strada è così deòerta? - T bambini i bambini. i bambini ,ono :-.E.ti morti. I bambini. nime, le quali però non sono det tutto ins:gnificanti Se i.i tien presente che il paese stesro è ridotto in proporzioni minime dalla catastrofe imperialista. Il 17 febbraio un openw.>socialista viene ucciso per istrada da \Dla schiera di fascisti, che in numero di 15, guidati da un comandante, occupano una vettura troJT1viaria, distribuiscono frustate a dei lavoratori che pur essi voglio:10 salire nel.la vettura, ~pure in· un alt:I;O scom-- p.·~.-t~ento e poi, sparano da 15 a 20 colpi di rivoltella uccidendo un lavorato-- re e ferendone due altri. All'operaio, al compagno trucidato il rroietariato viennese tributa i più alti onori. Il funerale è :mponente, solenne, maestoso. Ma viene il giorno della « giustizia democratica,. L'incolpato princina:e viene condannato a due anni di car- ~re duro. gli altri due a 2 mesi di arre- !'t.:>. E ciò, perchè nonostante sia dimostrato che tutti erano armati e testimoni affermano che dal comandante sia stato impartito l'ordine di sparare, non è stato oossibile stabilire materialmente quale delle nalle abb;a recato il colpo micidia:c... E per rEndere il verdett? ancora p·u democratico . se n'è fatto preceèe:-o la lettura dalla dichiarazione che non s; tratta di giustizia di classe ... Altrettanto istruttivo quanto il verdetto, sono le generalità degli imputati, tutti ~ovaru, disoccupati, S9()Stati. la maggior carte cregiudicati, condannati per delitti ~omuni. Sono questi gli elementi che sj tasc:kno reclutare dal oartito monarchico ... Ad essi si promette lavoro, e difat- :• r.:;m rimangono disoccupati. diventano sub:to sicari, li si conduce in un convento od in \Dla chiesa dove giurano fedeltà ali' ideale monarchico •· I condottieri - ne è apparso uno solo più o meno noto alle Assise del Tribunale - sono pur ~ degli spostati, ex uffici;:;li di carriera, ex diplomatici che colla restaurarlme dei loro privilegi di oziosi. decorati ootenti Sono essi che. coadiuvati dalla ~lasse privilegiata e dal fascismo internazionale, si organizzano, si :nuniscono d'armi modernissime, provvedendone i sicari alla cui organizzazione dànno il sintomatico nome di e Di- [c:1sori dell'ordine e della proprietà>. *** It giorno stess? in cui vengono ttat• tat: con mitezza gli uccisori di un lavo. ratorc socialista. il !)<>vero Svinettr, muore un altro operaio socialista, il ~- pa..,c,noCarlo Still perito il 4 maggio durante i'assalto dei fascisti ad una Casa cel Pcr;olo Socialista. .. Ecco cc.me la borghesia intende la, democrazia: distrugge chiunque OSa attent2rc a: suoi privilegi., alla sua infallibilità r. ehi unq ue prenda sul serio le conquiste della Rvoluzione. l'inviolabilità· delle istituz:oni Repubblicane. mio bambino a\·esse fame. gli darei da mangiare. Sì. ma YOi a,·ete solo anelli di stagno. - \" 01 portiamo anelli òi ierro. 11 corpo è incatenato. !"anima è incatenata ... Sulla scala di dietro. a'fombra, la cameriera ,·a sirazzolan<lo le \"e5ti di :\[aria Petrowna. ~ua moglie. Le finestre della cucina sono aperte. e dietro ad es- -;e. di tanto in tanto. appare il cuoco ,·e- "tito di bianco. Si sente un odore nauseante di risciacquatura. - Do\·e sono ?. si chiede perple..,--0 il :!Overnatore. ':\[ a que5ta è la cucii1a ! :\ che pen:;axo ? Ecco qua: bisogna guardai e r orologio per \"edere quanto ci ,1.anca ali" ora di col:azione. E" presto: rollo appena Je dieci. La mia presenza ii mette in soggezio~: bisogna allontanar i_ - E ,·ag-ò ancora a lungo pei ,·ral; immerso nei suoi pensieri. li suo modo di pen.5are era co:ne un uomo che ~uadi un largo fiume a lui ignoro: ora l'acqua gli ba_,,"'Tlail ginocchio. ora spari cc sott"acqu~. e riappare pal!Ìdo. an- - ~la <' impo;;sib. e che un bambin<> mu !a! C n harnbiho. un piccolo essere. che nl)n è neanche capace di aprire la ante alla uperficie. Pensa,·a at figlio .\!css;o. si sforzava di pensare al suo ufficio. ai suoi affari. ma. do\"unque ri- \"Olgesse il su.a pensiero. es o i pie<>ava insensibilmente ,·crso l'an·enimemo. iru_ g:ando in e !-O come in una miniera inesaurihilc. (Continuo}.

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