L'Avvenire del Lavoratore - Anno XXV - n. 28 - 8 luglio 1922

ANNO XiX'VI.. A. P. Num. 18. ZURIGO, 8 LUCLIO 1922. =:z:::11:1=============-===-1::=:===-=======;::====-=====-===-~~~~~~~=======================:;..;:;·=--------= ' Telefono 4475 SETTIMANALE DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO NELLA SVIZZERA ,.---·=.:-·:.:::.· ==C=en=te=sim=i•-=- 1 s l-"-ac,.::o=;:,=-ia-=======C=on=to=-=C=h=èq=u=e=s=,..=======~R=E=,D==A=Z=IO=N=E=:==============A=M=M=IN=I=-S=T=RAZ==IO=NE==:========i1,==A;;;;B;;;;B==Oa=J\=J=A-=M=--=E.::.;Na-=T.;;;;I=P=E;..:R~L=A=S·;:.:;V;.;;I;.;..Z-'"Z;;;.E-'-RA.:::...::=P=E=R u L'l .. 1.. dIL t ....a.... 11 Isl B ti del p 8 I ZURIGO li'° r anno, fr. 6,-; 6 mesi, fr. 3,-; 3 mesi, fr. 1,50 UN NUMERO SEPARATO Cent. 20 N. VIII-3 5 4 5 JT81UI8 e llYOf0a18 19 ~ ZDftgt ~ ùOmISD 088 leOU J4 , . , . · MUttmtraut, 11 PER L'ESTERO: 1 anno, fr. 10; 6 mesi fr. 5; 3 mes~ fr. 2,50 ~=============:::::,;::=====1================================~,,;;':=================-======== -LA B1\TT1\GLl1\ l?ER LE 48 0RB Il eonsiglio Nazionale vuole il prolungamento dell'orario.· La fi_eraopposizi()ne socialista. = Un forte discorso del compagno Greulich. La prima fase della gigantesca lolla in~giala intorno alla legge delle 48 ore è chiusa. L~on.·1cra da preYedersi, il Consiglio !\azionale ha accettata la modiftcazione all'art. 41 della legge stessa, proposta dal Consiglio Federale. Secondo quesla modificazione, il Consiglio federale medesimo. sarebbe autorizzalo a permettere, quando e cloYe lo crederà opporluno e utile, che l'orario di lavoro settimanale Yenga prolungato fino a 54 ore. La legge cosiddetta delle 48 ore resterebbe dunque sulla carta a far bellà moslra di sè, ma pralicamenta l'orario di laYoro non sarebbe più cli 48, ma b<'nsì di 54 ore per settimann. prende;·e la buona fede cli qualche cill.ldino ingenuo, no11 ri11scirà a trarre in inganno gli operai organiz2.ati ed adusali alle lotte. I nostri L:ompagni sanno benissimo che una rnlla peggiorala la legge e prolungato l'orario, il peggioramento ed il prollmgamenlo non durerebbero sollanto tre anrù ma bensì per un tempo indeterminato, cioè fino a tanto che il proletariato non imponesse lui, con la sola sua forza un ornrio più breve. Per noi è malemalicamentc certo che se un peggioramento subentrerà non sarà limitato nel tempo, malgrado sia stata accettata la proposta Walther. Perciò bisogna che i lavoratori dcUa SYizzera raccolgano tulle le loro energie e le tendano in uno sforzo supremo· alla disperata difesa della settimana di 48 ore. Il Gruppo parlamentare socialista ha dichiarato al Consiglio nazionale che :,\ rebbc chie'-lo il referendum sulk decisione del Consiglio stesso. Il recente Congresso sindacale slra01·diriario fu pm· esso del parere di poria,e la questione Ira il popolo, nei comizi, nel caso che il Consiglio nazionale :wessc accettala la modi~ fìcazione proposta. .\ vremo quindi senza dubbio il referendum; la battaglia entrerà nella seconda fase, che potrà essere l'ullima, ma che potrà anche lasciar posto ad una terza. Vogliamo dire che se il referenc1um respingerà la modificazione Yotala dal Consiglio ~azionale, la l;altagl:~. potrà ritenersi Yirtualmente fìnila; se invece la accetterà è prob::Lile che alla lotta con la sclieda succed~ quella della piazza culminante nello sciopero generale. • Ma non precorriamo gli e,·enti, raccogliamo, discipliniamo le forze e tendiamole ad un'azione coordinata e yigorosa, capace di respin~e1"(' l":.illac<'o reazionario e scong1u1 are il gravissimo pericolo che mi- ,1acc::ia il proletariato. · E' giunta l'ora del fronte unico reale e fattivo .• 1eila questione di !~;·incipio non vi possono essere discordanze; lutti i p::!rtili e lutti i sincfacati sono d'accordo nel Yoler con- :CrYalo l'orario cli 48 ore. Circa i rne7,zi da impiegare pc1· raggiungere !o scopo l'intesa do\Tebbe essere facile; comunque è necessaria e t;ar:'.t 1aggiunta senza cl uhbio. Si st:1 formando un Comitato di :,g:lazione, composto· di rappreseni.:1nti di tulle le tendenze; esso a\Tà ["incarico di dirigere la batt::iglia. Le Dr,çraniz;,:azicni economiche. quelle ;>olitichc, i singoli compagni dovranno muo\"crsi ed agii-e nelle direltiYe c.:he il C.omilalo indicherà. Sia conscio ognuno d('lla gravita dell'ora e del clo\·ere che gl'incombe. '.\elio stesso anno si riunì a Ginev~a ii r70 delegati. la protezione delle donne e I Con~rc:sw dc"Ja \·ecchia Internazio,,ale dei f;nciui'i è stata propugna,ta alfunac oi r,ro•rnnciò per la g-iorna:ta dj :~ o~e; nimità. La differenza principale esistente ,,c·J 1l-l(;g ,,i riunì ii I Congresso ùella lI tra ia tesi dei cattolici e quella dei iSociaf?,,n·n2zionale e fece a·trettan:o. C..osì listi \·erteYa sul divieto alle donne marit:'1 pc- alla \·olta nel r919 venne anclt,: da ta,te di lavora,r,e nelle fabbriche rio;. ,c non la giornata • rigida , di R ore. I] cons. naz. Decurtiifs. emin.ente ca.po l:i ~cttimar:a di 48 ore - che reca a loro. operaio cattolico. parlò in favore di tale o ~1~nori. tanti dolori spa,·e11t·:1·01mente di\·icto e Rebel contro. Ora io mi sono ò!C',tti. fn òccas·,one di rutre le r.ri~i CC! an- meravigliato che i" sig.1or Abt abbia pochc ;.1 tcmni normali, i ,ignori i;nprcntii- tuto trascinarsi dietro 100 membri del tori <; ,emi vano affamati di 01e i"'tcrc Consiglio e La mia meraviglia fu a.ncti.ra rli mezze nrc cd anche di quarti ci'ora. nraggiore nel vedere fra i cento anche r Ci volle molto prima- di poter . tabilire catto'ici. che prima avevano affermato che 11elle fal)b,ichc de" canton Ticino r,on essere un comandamento della loro reli1·eni,,ero occupati ragazzi inferiori ai :4 gione. quelfo di pro<teggere le donne ed ?.nni e prima d"impedire che gl'industria.li i bambini nelleJ fabbriche. O si è favoporc,sero siug-g-ire alle ri,pettive disposi- revoli a& una po."itica. soci-ade e att'ora si zioni di. legge. ,·otano certe riforme. oppure n·on Io, si, è. Fuoricol vostro spennacchio! Ai CIOngressi dell"A ssociazione internaziona1e per la protezione legale degli operai. di cui era presidente il compagno consigliere di Stato Enrico Scherrer, la Santa Sede era ra,ppresentata regolarme11te dal conte Soderini. Sign,o,ri del Gruppo ~attolico. voi potete ri-flettere La reazione parhm~niare operò abilmente; cercò e cerca di far credere che non si tra 11a di un Yero e certo prolungamento dell'orario di laYo,·o, ma soltanto di un • cYentuale • prolungamento parziale, da effettuarsi soltanto in caso di bisogno. I signori reazionari lo hanno detto e· ripetuto fino alla noia. che non intendeYano di far introdurre un prolungamento dell'orario in generale e duraturamente, ma soltanto proYdsoriamente, parzialmente, quando le condizioni di determinate industrie e le esigenze della concorrenza con l'estero lo imponessero. Senonchè a tali dichiarazioni nessuno può prestar fede, tulti sanno che sono state fatte per indorar la pillola, per ammansare quella parte della popolazione che era ed è lra il sì ed il no, contraria per principio a-1 prolungamento dell'orario. ma preoccuoata delle sorti dell'industria nazionale, per la quale sarebbe clisposla ;i dare uno strappo alle ragioni di principio. Unfaierraequisitoria alConsiNglaiozionale fl la\·oro nelle fabbriche non può ,·er>ir conrqo:1tat'o con ouero all"aria, liber.1. Il cont?..dino la \·ora ·i,~ casa propria. L'v- ~:irio di ·a\·oro dc[ contadino non h-a nulla 1 che fare con guel1o dell"operaio di fabbrica. anche pcrchè il contadino 11011è • cost.ret to » ad andar a lav,ora re a deterancora una volta. Alla larga Il Gruppo parlamentare socialista si è battuto valorosamente. con sagacia e con ardore. Più di un terzo dei suoi componenti hanno parlato sull'argomento; hanno pronuncialo discorsi Yigorosi, serrati che frantumarono rargomenlazione avversari'1. Sollo questi colpi di logica e di ragione. per tema che il popolo che legge finisca per srhiernrsi al fianco dei socialisti. ::ilcuni con<;i,/!c1i reazionari si sono sentiti Yar;llare ed all'ultimo momf'nto il r-onsigliere caltolico-conserY::tore \Yalther di Luc<'rna. propo'-e che la modifica~ione all_'art. 41 della legge duri in ,.-igore solo per un periodo cli tre nnni, dopo il quale do,-rebbe cadere, se nel frailcmp0 non si prenderanno altre decisioni in merito. La nuoYa proposta sorprese alquanto ;1 Consiglio \"nionale e sçoncertò numerosi cosiddetti r:;J.ppresentanti del popolo. farnrernli intimamente al prolungamento 1leìl'orario generale e duraturo, ma preoccupati di non apparire reazionari. . Si ebbe un momento di incerlezzn, ma infine la prnposta \Valther fu apprnn1ta c~m voti 81 contro 77. Dici~PTIO subito che la mossa del co:1:;crvatore-catlolicc lucernese tn ahiJis,;irn:,.. Fu abile ed utile alla reazir,nc.:; non al proletariato, come potrebbe apparire a prima vista. f! furbo consiglinrp luce··nP,e. senlilP le form:dabili :,rgomcnlaz..ioni dei socialisti. conosc:uti gli umori della popolazione de\·<· <1 \"Pr l<>muto che il popolo. inlt-rpeìlato p<-'r referendum, nvrebbe respinta ia modificazione proposta. Perciò ha cercalo di addolcire ancora la pillola amara, facendo credere che si tra Lti di un provYedimenlo proYvisorio, limitato ad un massimo di tre anni, avente l'unico scopo di aiutai:e l'industria sYizzera a superare la crisi che attraversa. La proposta \Yalther è un'altra trappob lèsa agli _e_leltori inccr~i ~ titubanti. dibattent1s1 tra le rag1om ideali ed umane che li consigliano di respingere la modificazione_ in paroia ed i motiYi d'ordine pratico acrampat i dngl'inclust rir. li. che li spingono ad accettarla. Ma la mossa del signor Walthcr, per quanto abile e se pur può sor- ~.,~ ·'· :\'ella campagna contro- la modifìca:.ione della vigente le_qgesulle fabbriche. il Gruppo socialista a! Consiglio .ì\·a:ionale si;, fatto ve:-a'Tlenle onore . .\"iunerosi suoi membri hanno pronunciati discorsi notevolissimi. densi cli pensiero, ricchi di dati; hanno esaminato accortamente il qrave problema in tutti i suoi lati, io hanno sviscerato e hanno climostralo fino all'eviden:::ala possibilità e la necessità di monlencr-3 l'orario cli 48 ore. .4. un giornale st>/fimanale. qual'e il nostro. non è possibile riprodurre i discorsi stessi. per quanto uliti es- ··i siuno alla cac1,~ache si discute. Dobbiamo quir.rl; lirnitarci ad accennare appena od essi o a pub/Jliror!i snllanlo in parte: 09gi diamo un lnrgo sunto di un robusln discor-:n tlel compagno r;reulich. il merriviglioso vegliardo rlo(fli impeti gi0van.ili. il veterano instancabile cli mille battaglie prole- /arie. Eccnlo: In nome aella -econda minoranz;i, del12 Coinmi~sione. propongo di non entrare a discutere la redsiorre delrart. 41. Questa mia è una proposta di principio. rii ironte a quella dei signori che \·orrebbc:ro rnltanto rimandare la. discussione. Il signor Abt, nel discorso tenuto nelt"tr· tinr?, ses~ione. ha citato a paragoni:- il pmlctariato romano. s·egli a\·esse studiato ,·n p-o· cli più la storia. avrebbe tronto il seg-uente b,·an.o cli Dismon.di: « Il proletariato deM'antica Roma \·iveva de:- la società: l-a.società moderna invece vi1·e del r~oletariato ,. Qui v'è una grande differenza. Il sig. \ bt dichiara che il sala rio deve venir rirlctto del 30 per cento. Secondo le sta.- tist:che de"!Tificio nazionale di assicurazione. r.el 1919 ,i a,·e\·a.110 i seguenti s,lari: Operai ansiiiari nel'"industri~ dc-1'.falimentazione fr. 8.,17: mano\·ali edi operai :!usi liari nell"industria del legno fr. 8.37: mano\·ali nell"industria del!;,. carr.a. franchi 7.84: nei cotonifici fr. 7.04. Lcrnte i 30 per cento e rimarranno nelle di,·erse branche fr. ~ 93; 5.~6: _:;.49: 4.93_ Levate il 40 per cento·. ciò che secondo .-\ht sarebbe possihi!-e. cosi a questi operai re- <:f eranno ,alari da. fr. 5.09 in g-iù fino 1a f.. 4.23. Può forse qualcuno affcrma.-e che con rnlari s.imili. dati i prezzi vigenti. un operaio può vi\·ere. senza dover chiedere il ,us<irlin? Della riduzione dei salari pa.r- ·1;,n soltrnto indi,·idui che andrebbero rnllc forie ,e dovcs,ero vi\·ere anche soltanto un me-e. con ~li « alti ,a·ari di g-uerra "· Sono membri della. class" pos- ;idente che vogliono la riduzione. gente che non ha neppure un'idea di come è costretta a \"i\·ere nna famiglia opei,aia. che de\·c fare gli acquisti in: piccola quan- •ità. irrazionalmente. La classe borghe,se ;1arla di rirlurre i salari agli operai in un 1,criodo di tempo nel quale essa si è arricchita continuamente. B liotecaGino Bianco 500 milionidi più ai fannulloni. Sè \"Oi ,ommatc i prestiti cont-ratti ad :,lto interesse cfai•a Federazione. dai cantoni e dai comuni negli ultimi anni e d0<. mandate chi ha guadagnato tanto denaro. 1·i risponderanno che l'ha gu:a.cla.gnato la ~Ja«e dominante. Ora la horghes:ia ha J111·cntrata annua per « sai:ario di disoccupazione» di a'.me.no 500 milioni di franchi superiore -a, quella del pre-guerra. Gli operai invece rlevono subire riduzio11i di salario. Le hanno subite tutti; anche quelli ,neglio organizzati. D'a-'tra parte v·è da dire che un aume11to di paga assoluto non lo si ebbe mai. Dalle statistiche dell'economia domestica del 1912 risulta che i\ gruppo con un·entrata inferiore ai fr. 2000 a\-e\·a un"entrata media cli fr. 1803; quello con 11:i· entrata superiore ai 5000 fr. ne a\-e\--a una me!dia di fr. 6135. Il gruppo più ba,sso doveva spendere per la sola alimentazione il 54 per cenfo delle entrate comp.essi,·e. mentre !"altro spendev.a per lo •tesso scopo soltanto il 31 per cento. La classe operai,1. ha un nutrimenbd in- ,u fficiente ed ogni riduzione di sala.rio causa denutrizione. E" stato creato un istituto per il n°utrimento deglli animali domestici. io mi auguro che se ne ere~ un ?.ltro per il nutrimento degli operai. fo vorrei che in \"Oi tmti ,,i destasse la 1·c1·!!02;na <ociale. così come si è destata :n Tolstoi; yorrei che la vergogna sociale che colpirebbe tutti i rnstri programmi rli partito. ~ortisse degli effetti pratici. Voi. o signori. conducete la lotta di classe rla"!'alto: 11011 mcravi,gliate\·i se a suo tempo la ri•posta viene da! basso. Il tappetoverdeumano Lassalle <li~se che « il dorso dell'operaio ... è il tappeto verde disinteressato. ,nl quale gl"imprenditori e gli speculatori ;;ioc-ano il gioco d'azzardo, qual'è divenuta oggidì la produzione. Il dorso deK'operaio è il tappeto 1·erde su~ quale essi incassa.no i mucchi d'oro. che lancia loro i1 fa,·oH•,·ole colpo di roulette. sul qua?c ,,icchiando e sperando in una prossima mi1:'1or sorte. si confortano». che ;imita legalmente !"orario di lavoro, dimostra soltanto di essere un ignoran- mina..ce ore fisse. I contadini non mante! 0 in cose economiche. rlcno ia fabbrica le lono donne ed i loro Per lungo tempo i~ medio evo è stato considerato come l'epoca più scura. eppure allora. con un orario di 8 ore di lavoro. il padrone g11acbgna va poco più rlell"operaio. Ii medio evo dieèle i natali al lavoro libero ed all2. libertà borghese. Al ora le arti cd i maestieri erano uniti. Le nost,re helle cattedrali. i palazzi comunali e quelli delle corporazioni ne fanno testimonianza. Con le scoperte e le in1·<'nzioni si cost:tui !"economia mondiale cd il capitale commerciale. Ulrico \·on IIi.itten ha scritto un trattato rn· c;ipiwle intitolandolo «Predoni». Dal momento in cui intc;rvenne il capitale co,mmerciale. !"arte della p:ttura ~tti v<'tri. p. e.. andò in ro\·ina. Intere piccole industrie e par- !icolarmente quelle in cui si applicava l"ute scompan·ero co1npletam-<'nte e do1·ettero poscia ,·en 1r rei n.trodotte. Qm:sti sono \·a ntaggi del vostro capitalismo. La primaleggesvizzera sai lavoro nelle fabbriche Prima che venisse introdotta. :a grande industria dél cotone, noi a,·evamo n,el cantone di Zurigo più di 30.000 filatrici cd oltre 6ooo telai. Quale effetto ebbe da noi t"int•T'Oduzione dell'industria moderna? Le conseguenze peggiori si manifestarono in bre,·e tempo. L'orario di lavoro fu prolungato sempre pit1 ed il salario fu s'cmpre più ridotto. Ragazzi di IO ed anche di 9 cd 8 anni venin.no costretti a lavorare 12. l.j. perfino 16 ore al giorno. Così in due età d'uomo si :idoperarono quattro generazioni. Quando nel 1859 nel cantone di Zurigo fu promulgata una '.cgge che permetteva di occupare i dodicenni oltanto per 13 ore al giorno, la si considerò come un enorme progresoo. Il sig-nor .-\bt potrebbe domandare: « Come ~i fa ad c:-manare una legge simile?,,_ Si do\·ette emanarla.! Se ne conYinsero g-li stessi ig-nori militari; fwrono prcprio ie autorità militari che reclamaronO' tale legge. perchè il larnro nel'e fabbriche ro1·inava i giovinetti in modo tale da mettere in serio pericolo la salute del popolo e la capacità a portare le armi. Questo però è !"unico progresso propugnato dai s'gnori militari. 'Xel 1864 il cantone di Glarona ridusse per legge ..orario di la \·oro a 12 ore al giorno e nel 1872 lo ridusse a 11. :\fa nel 1877 io vidi ancora molte fabbriche. n·elle bambini. come fanno gli operai cl! fabbrica. li contadino intasca il frutto ùel suo lavoro, ma l'operaio no. Nella gr:in parte dei casi. non è colui che organizza "impresa. la dirige. fa i calcoli ecc., che •ma~ca il g-uadagno. ma bensì l'azioni•sta. Quando ci si riunì per discutere in me-- rito alla rc\·i,:ione clell'a,rt. 4r, il signor Sulze., par:ò di un minimo d:a. concedere ?.ll"indu•t,ria. ed il signor Tschumi parlò di 1:11 acconto. Si ntole ancor più per l'an·enire. I signori Schirmer e C.. che ,·og-Jiono le 58 ore. ~.ono già malcontenti def Consiglio federale. Se non si avesse soggezione ,i chiederebbe fin d'ora la ziornata cli 10 ore. L'iniziativa Briigger vuole ancor di più: essa chiede la revisione clelrart. 34 che Alfr. Escher e Gioacchino Heer riuscirono a introdurre nella costitt1zione del 1874. Bri.igger e C. vog-lio-no to,rnare indietro di mezzo secolo. Io non temo questa inizia,tiva. « Fuori col vostro spennacchio! ». La vostr.a iniziativa .scuoterà i lavoraooni: ricordatevelo 1·oi signori che la recate in grembo. Comprende!'! perchè noi ci opponiamo e dobhiamo opporci. Mandatein fabbrica le vostre donne? E' una caratteristica de'la legislazione SYizzera sulle fabbriche quella di noni ~ver mai reso possibile l'introduzione di note\·oli disposizioni sulla proteziione dei gio\·an-etti e de:!e donne. Intanto voi penf?.le sempre soltanto all"orario deg_.i uomini adulti. Voi. n.on \"i rendete conto di quanto e cosa vi rendete c6l.pevoli verso ile dionne ed i giovanetti. con questo prolungamento dell'or:uio X e· r9r 1 erano occup.a.ti nelle fabbriche _:;r.noo gùovanetti d'ambo i sessi. inferio,ri ai 18 anni: nel 19r8 ve n"erano 52.700, Xcl 1911 1··erano 99.000 donne di età superiore ai 18 anni e ne-] 1918 ve n'erano 117.000. Il numero delle donne occupate nelle fabbriche dunque è aum•enfato di 27.000. SI' si sommarJIO le donne ed i gio1·,.netti d'ambo i ,essi si trova. che vi -0110 hen J 6<).ooo lavoratori delle fabbriche i quali ?.hbisognan'O di una maggiore pro: ezione. E qui io de\'O domandarvi: TI si:rnor \\"a!ther ha chiamai?. • bril- ';:n~e ·a moti,·azionc: della mozione Aht; a me non h;i. fatto impressione. li sig-nor .\bt ha sfondato porte dei t•empi primitivi. Questo sig-no_re non ha nulla da reclamare d,dl"Gffìcio federale della proprietà spirituale_ ,e quali si la,·orarn anche nei più bei giorni dell;,. domenica. Pcnsino soltanto cosa an·errebbe t,1tti · pa·esi !i imitassero e prolungassero tutti l'orario a 54 ore! Se è vero. come clicc :\fotta. che la Svizzera è all·a testa riel progresso socia'e. gli altri paesi non ,i richiameranno ad essa e non seguiranno i! i;uo esempio? Donemmo poi continuare la gara a prolunga.re ancora l'orario? :\[andate voi nelle fabbriche i vostri bambini. le vostre figlie, le vostre mog'li? Xo ! Voi sapete benissimo che isui portoni delle fabbriche sta scritto come -sull'inferno di Dante: « Lasciate ogni speranza voi che qui entrate'•· I rapporti degl'ispettori delle fabbriche dimostrano che l'art. 41 si è dimostrato ;.ufficicn•e per tener conto cli tutte ]e circostanze. Quando il signor , \bt dom::i.ncia come si può approvare un articolo 40. .\llora non fu il senso di umanità <lei fabbricanti. ma bensì la tenace lot.t.a deg'i operai. che strappò la prima legge fec.lera)e sul lavoro nelle fabbriche con un orario di 11 ore al g-iorno. "'.\foia.Itriabbiamo combattuta tale lotta malgrado i c·)ntrattacchi e le persecuzioni. La giornata «rigida,, di 8 ore venne introdotta in Inghilterra nel r850 e ;1ell'Australia nel 185P, Nel 1866 :;li Stati Uniti d'America concessero ìa giornata •rigida,, dl 8 ore agli opera; dello Statd. :\"e] c918 si a\·evano 36.700 operaie che, oltre al lavorare nelle fabbriche, dovevano accmlire a,1le faccende domestiche. Voi non volete lasciar fono neppure il tempo nece.ssario per farlo. Un monitoai cattolici Al Con,gresso per la protezione degli operai, che si tenne a Zurigo nel 1897 ed al quale i cattolici parteciparono con da certa solidarietà .f A pa,gina. r2 de! messaggio de' Consiglio federale si legge: « "\' on l'obbedienza ad errate opinioni" preconcette circa supposto corrtr.ast:o tra la,·oratori ed imprenrditori recherà van,.. taggi ai primi. ma il riconoscimento della so'idarietà che abbraccia entrambi». Ciò che \"1()1chiedete per solidarietà agli operai è un po' troppo. J o non ho mai pre<lic:ata l'inimicizia personale, ho sempre detto invece che anche i fabbrican-ti sono uomini. Ma essi pensano borghesemente; poichè un uomo che vive sempre nell'ambiente borghese non può •saltare :il di là. del"a propria, ombra, ossia del ,modo borghese di pensare. Io riconosco per tromini anche i banchieri. sebbene quando 11 C-o,nsiglio federa-le cantò loro qualche cosa. abbiano dichiarato che gli operai :fevono lavora.re più a 1Jungo. Fatto sta che la classe possidente arricchisce· sempre più, mentre gli operai rimangono sem- · pre poveri e vengono respin1 i sempre al tenore di vita. più basso. Quando il signor Sulzer dice che sul pir01SCafo deve comandare il capitano, si afferma per tuia nuova sudditanza. I signori ed i servi si dividono sempre più e con crepacci -sempre più ampi. Credete 1·oi che questa sia, l't{rtima p:aa-ofa della storia dell'umanità e che quest'ultima rimanga ferma allo stato attu.a1le? Essa ha 1.m concetto della solidarietà pii1 alto di quello che voi prospettate e no-n pensa a fermarsi sotto il domini·o e lo sfmtta,. mento a la Rockefeller_ Il primo presupposto per un'ullteriore eleYazione dell'uO'lll10 è il tempo. Da questo lato i possidenti stanno meglio. Firro a tanto che i lavo,ratori non ,avranno tempo sufficiente, per vivere da uomini. vivere anche la vit'a spiri-tuale ed int~lle,t, tuale, la lotta non cess.erà: durerà .la. lotta per la conquista del tempo. " lo nome della borsa onnipotente,.~ La Svizzera non aveva nè materie prime nè materie ausiliari neppur quandlci si trattava d'introdurre l·'ora,rio di II o-re. Ciononostanite, allora, precedetlt'e tutti i paesi della terraferma nell'accorci;a.mento clcll'orario di lavoro. E cionondimeno l'industria si è affermata e sviluppata. Perchè? Pcrchè il principa_le fattore d'ell'indnstria. l'uomo. è diYcntato un, :altro. Gli operai hanno acquistata maggior capacitlà produttiva. sono divenuti piì1 mio'rigeraLi. L"ottusità e 'a scompostezza che amora: ia;mentava ~l cons. naz. Keller della Fi~ schenthal, hanno ceduto . Ma_quest'uomo che è cLi\·enuto \m operaio migliore. ha anche ,maggiori esigenze di vita, di quant-0 voi volete concedercrli. Si disse che •l'operaio sarebbe corso n:Ìle osterie ad annegare la sua ÌnitelligenZJal; !"operaio invece è divenuto più sobrio. Questi lavoratori, pos,o'no venir deva.ti ed educa,ti maggiormente so'tanto se a- \'.r~nno maggior teJrnpo a propria dispo~ siz10ne, solq se potranno rimanere più'.

i ·I _::::_··-··-·-·----=.:.:.._···~ ·-- ...... ···- .. L'AVVENIRE DEL LAVORATORE ·---- ---···---·-----•-.:..:_· ·----- . • -::...:..:_:.:_:__:__:: ·-· ··=:.:.::.:.. ::: :-.::::-.- =-___,,,,,,,,____~::::z:=:==~~~~:::::::s.::=:::s.:=:=========-===:.:.:....:....::=:...:.·. --: :-. --- a lungo presso la loro famiglia, dedicarsi un po' più ai loro bambini. L'art. 4 della costituzione federale dice: « Tutti gli svizzeri sono uguali di fronte alla legge. X ella Svizzera non v'ha alcuaa condizione di sudditanza. akuna differ~nza per nascita ». Questo arricolo 11011si è a v,·erat@ nei fatti. X oi abbiamo condizioni economiche di sudditanza. "\'eppure i privi, egi sono st::ni eliminati. I' Con~iglio federale ha lii\ orecchio sano ;>er i signori 11111ir.:nditori cd uno sordo per gli operai; se oo5t non fosse non si sarebbe lasciato intimorire dai signori Abt e C. :-;e i:· cc.:onomia <l'emina la borsa, allora in po• 1itica la parola cklla costituzione t: in1·na. S.: non ,·olcte tc11en.: la costituzione in una considerazi-0ne più alna, al\.. lora, ali' introduzione ta\'Orite sostitunc le p:1nok: « ln nome di Dio on11ip-0tc11tc » COI' k cC,:'11c11li; ,, !•1 !!Ome d ·Ila P,orsa 1:P11q,01c·ll<; .... -oLette.e dall'Italia Le varie frazioni di :r•onte al Cong•esso Soeialista Fervei 0/illS 11el campo soci::tlista. La. com·ocazione str~ordinaria del Cong,resso per il prO$Si1110mese ,dii «gc.sto ha segnato l' intlzi,j di un iel·- l-rile lavoro di prc.parazio111.: in seno alle Sezio.ni e in tutta Li stamp:.1 del !10Stru Partite. Le frazio11: si s0no co-st-itrnite, elaiboran_o i ris1•ct\.i\'t Programmi, si scambia.no le ncim-:: scherm,aglk: pole111iclie e sta1i1!·0 gi:\ scontt'andOSii neile assemblee Jelk Sezioni e ne,i Ccng,cssi prov·incjali. Poichè scn noti i principii s,;-stena.bi dai vari gruppi, p1)<:;s1:rn1f:i)n da ora i;rospettare le nnee ~cr.eral: Jd· I" i11:111incntedibattito. Intanto avveniamo che il Panic·J s: !).:esenterà nel Congresso str:10rciina.1fo di quesf anno con un :1umer·) ccm;lJessivo di iscritri di circa % mil.t. Se si tieri conto dell' estellsione d:!,l fascismo in nuove provin..:ie, e ùella forti1S.si1111e<mèigra~ione ,·eri fi- ::,;ta:;i J1elle provincie de.li'A:lta !~J!ia, si deduce che i nosiri qu:-tdr; n•Jll son i.:olto diminuiti ·in cca1fronb :11 Congress.o di Mifano e che i1 Partib, comi rutto il proletariats, s.a resistere ~tr~nuamente aUb bufer,l reazionaria che 1· tn\'este da o.g.ni pan'.!. . Cornc :-1 Milano, qt•e:,ta --:ompagine di i~ct itti si pre~ente;·~, ,11 C0n~r,ess0 di\ 5·, in quattro fraziO!Ji: la frazi,Jn1:: ai c:on~entrazione, che più -~sattame:itt si 'deve dire collabor<lz:ur.bt,1, l:1 1.:en-:rista, la massimaht:1 e l<l fra· zicne deUa Terza lnteii·:inic11alc. La frazione collaborazionista - che cl!ov,rebbe essere « la grall'de imputata » del prossimo Cang,resso - ostenta g1iàuna t~ quad sicurezza cli vittoria. Gd in verità ad essa fanno capo oltre i vecchi .r1f0irmisti più autorevoli, anche una q1Uantità di conversioni di questo quarte d'ora ,politico. Dove s· è ~nsecLia,toil fascismo, dove esso ha terrorizzato le masse, prilvand01le di ogni libertà e d'i ogni mezzo di difesa. è facile insinuare I.a feàe netla vùrrtù mLracolosa del co1l«òorazjoni,smo. Pochi sono quelli che ~::umo resiistere ailla sed11zione illu· sor,i.a di u111 ritorno alla situazion~ pol1t1ca del 1920, qu:i.ndo ìa potenza delle nostre 011g,anfizzazioni era ,nella sua pj:ema effi-cienz:.t: pochi SHiltio co11trapporvi quella stess.;;1 sde~n◊sa :11trnnsige, z:.i \)er Clii ..turante la , . l' {:ìa:rra, re~is!endo a:d 0~111 a 1~,l;:;·, mento, il F:1rtito socia1lisra !id 5apu - to rimanere sè stesso, conse,rvando le pro1)rie energie --· nelb nien:1 fiducia <leHe masse - µer 11 su1pe-, ba riscossa del dopog11crra. Siarn'l di fronte ad tlJJ'lproblema di psicol,,gia più che cLi tattica. Sotco I" infuriarre della to,rmenta reazicn:ir:a a rr.olt1 sfugge la e..."-:lttavaluta0ione storica deHa situazione e, poidlè il collaborazicnismo è presentato come 1· unica à•ncorJ di salvezza. :id essa si agg,rappano col1la conVlinzione di poterla presto. abbandon~re per trarsi a salvamento col le prQprie forze. C' i.; dunque, nella grande schiera dei collnboraz,iornislt1i, una sottospecie che è quella del collal!Jorazionismo occasicnade, transi tonio. collaborazionismo lradizio11ale. di rn,~codo, che si sempre aiiermato nei n:)Stri Ccngressi sotto il nome di riformjsmo, di transigenza, di graduaHsmc.. che ha avuco in FiHppo Tu.rati da un trentennio il suo tenace e c011vinto assertore, e che soltanto nella breve PJ rentesi dei Congressi di 13clog11ae d·i Livorno ha aittemwto la sua vera essenza facendo molte conccsS'ioni non convinte e nan s::ntite, alle correnti di sinistra. Qu,~sto collaborazionismo ohe conside,ra il so· cialismo cc.me un nuovo s.istem:i che si vien.e graid!ualmente fo1mando nel1' airnbito stesso del sistema borghise, è logico quando rinn,2ga la presa vfolenba del potere, la d'iltatura, ~'l pentraZJione nel potere della borghesia. 1:· logico sebbene si:i contro la storia. La frazion.e centri:-.,ta •.:: un se1:1p1ice espeàien-t-e da Cot! 6rc,;so. Vuole il collaboraz.icnisi: 1.0 col freno 'vVesthi;:'.~ause. Dice; i! Cruppo parlarne;,tare socialista de,·e arri,·are fin:') :11!' appoggio· al Go\-crno. Poi deve iunzionare il freuo. (J11a~;:.:hè u:111 ricordassimo che al Congresso di Milano si diceva: Tua· ai p1ìi si può arrivare fino ali' ast0ns.i0nc dal vot:-, per tavorLre un Gov~rn0 miglio:-c: pi;1 in iù 1~0.Oggi si f:1 :;i:1 un:1 con.::e-;- s:one di secorucLo ~r:tù,>, pur di..:liiarando cli voler sa1v:.1r-~il r~sto di verginità. Domani s: a:1:.:rebbe inJubbiarrnente fi·no in fonuo. la frazione de!la Terza lntemazionale - che si fa forte rldla àebole2,za deJla Direzi 1J1!~ e d-ell' indisciplina della maggioranza ·del Crup - po - si rivt-ia i11 tutta LI sua azione e nel suo atteggiamento per il Congresso come la Jy.nga mano del Pa:rtito comunista. Si potrebbe dire che essa è l'occhio di Mosra nel n0stro Partito. Nel campo sind:icale Lia quailche tempo questa frazione fa co· stantemente blocco coi comunisti contr,o i socia~~sti anche quando questi sono avversi ,alla tatti-ca dei dirigenti conf.e:d~r,ali. Per il Congresso di Roma la frazione della Terza lnternaziìona1e riassu111ecosì, i suoi proposi ci: sepa.r:izione dai rifonniisti - contro i massi,nalisti - adesiione alla Terza lnte,rnazionale. Ora non è chi non veda come arttraver.so questa tattica il P:irtito sccialista in un pi-imo tcmr,0 si ridurrebtre ad una piccola setta, dalla quale verrebbero autornaNc2,mente eliminati i massimall.sti che sono già d:efi.niti quali traditori, e poi Ln un secomdlo tempo si sopprimerebbe per la magg,ior gloria del Partito comiLlnisfa. Poichè reclamare l'adesione al1a Terza lnternaziona·l,; - dato che l'Internazionale di Mosca riconosce come sua unica se2,ione in Italia rii] Partito comu,nista - significa ,realamare il nostro ingresso nelle f.ile comuniste. Chi vuole il suicidio del Partito socialista - e ce ne sono di quelli che. per errore, sono r,imasti con noi dopo Li\·orno, e fanno ora i maddale11i pentiti - voterà per le tesi di questa! frazione. La irazione massimalista è a1h.:ora quelJa che era al l·ongresso di Milano e si richiama alla tattica tr.Jdi. zicnale ·del Partito socialista. Non si chiama più unitaria, perchè dopo tutto quello che è accaduto, dopo la ri-· Deilione della rnag~ioranza del G1 Ui.1po, l'affermazione dell'« unità ad ogni costo » ·arebbe un an1c!'Onis•no. Ma ess:1 non può neppure decretare l'espulsione in blocco Ji tutta una ìrazil ne alla quale. come abbiamo 'ci.etto, molti hanno aderito scnz<:1-.:on- ,·inzic11e, sotto la violenza reaz1onal'ia, cotr illusione di rentare un -esperimemo. , Se il Ccngresso di Roma Cle\e sosliruirsi alla Direzione del Partito ed al Co1ÌSiglio Nazion.'.l.leche 110nhanno saputo o non hanno potuto applicare le ~anzicni contro 1· i11disciplina della maggioranza del i ,ntppo par· lamentare, lo farà sapendo sceverare le responsablrlità di qudli che con costanza e tenocia perseguono l' intento di cal6estare deliberatamente le decisic11i dei Congressi dalla responsabilità. ben più lieve. eh: cc-lc-n che per ·olc ragioni sentimenrali si sono indotri a votare.: I" ordine del giorno Zirn,rd~ni. Ma, oltre al giu<11z.iosul cc-ntegno della maggioranza. dd Gruppo. si dovrà troncarla per sempre colle ma· novre cvilla.corazioniste. Se c'è u,11 gruppo che ritiene utile l' appoggio e la pa,rreoip:izione ai Go,verni bor· ghesi, vada per La sua stralla. colle sue masse, se ne ha. Ma il r:1rtito rde,·c riaffermare r incom1ntib-ilttà della tendenza collaboraz,ioni<:;t:l e radiare coloro che persistessero ae!- la p,rc.p;1ganda e nell'azione 1 favo• re del collabora2>ionis,mo. Chi n!Ol restare nel Partito deve accettare la concezione e l'applicazione t:tt!ica del.la lotta di cbsse. La frazi 1 ->r.e mass:mali ta. OO!)O· nendc.si così al miro.::011smoLii ùe tra e :il mirocoolismo di si11i.,;tra, a q:.ielli oioè che vogrlfono debelbre :1 ia~c:- smn cnt~a11do nelle co,11binazio11i rn:- nistcr:ai1 - mentre il fas,c',;n1:1(' prevalent~mente un fenomeno extralegale - e a quelli che si illuu.nno di risclvere la situ.a.z.ìonericorrendo allo sciopero gener:ile o ad un'azione violenb per cui non c· è ne&mna p,reparazione. dice l'unica parola ragio, nevole che si può dire in quest'ora: Affrontare ques,ta bufera come ;;bbiamo affronta.to quelb delb guerr:i, di.fendendoci come si può, resi sten· do quanto più si può. senz.a fare nessuna r.inunoia a1i 1ncstri principii. li tempo. che è galantuomo, ci darà ragione. TENAX. GliaffamadtiiRussia aunaconferenza l ternazlonala a Berlino Per inizi,ni,-a del Comitato Panrusso di soccorso agli .affamati; avrà luogo a Berlino, a partire dal 9 lugiio, una Conferenza internazionale di rutti i Comitati e di tutte le organizz:i.zioni, che prendon parte a'.J'azionc cli soccorso. L'ordine del giorno ACQUEFORTI Mazzini, i Savoia, lo zar. da una delle più vergognose, delle più d~- littuose istituzioni del mondo. Quei milioni, che egli profondeva per iscruta~e le profondità del \ffiare, erano il frutto di Giuseppe Mazzini è stato com,,r.en:ora. tante lagrime, di tanta disperazione, di to a Londra, da ingle;i, da italiani, da tanti delitti anche. Erano il prodotto di cosiddetti mazziniani, da repubbrcani i:o- .un vizio, d'un malanno inguaribile, che sì cosi, da monarchici. Parlò quel fiero egli però fomentava, nutriva, favoriva. repubblicano che è l'on. Col'T'.and ini, poi Nelle sale del suo Casino veni van distrutLloyd George, po1· J'on. Schanzer. I te e. te esistenze; il lucido pavimento dei suoi grJmmi da Londra ai giornali italian: di- saloni fu più d'una volta macchiato aeJ cono che fu una vera grandiosa apoteosi, 1 • sangue deg i sciagurati, che si uccidevzno degna del Grande che si commemorava, sul luogo, e che i suoi servitori si affretdegcn dell'Inghilterra. de:I'Italia ... E c JSÌ tavano ad allontanare, affinchè gli altri fosse, ce ne com.oiaceremmo a.iche noi, gi ·ocatori non li vedessero e no:i n~ veni5. che vorremmo veder meglio conosciuto sero sgomentati ... da tutti il pensiero mazziniano. Ma in E' uso che, quando muore un sovra:io, quella commemorazione ci fu specialmen- tutte le Corti mettono il lutto, Lo mett·- te un momento, che ci interessò in m:ido ranno ""nche per la morte dei si-g:ior di particolare. Lloyd George parlò del sog- Montecarlo? giorno di Mazzini in Inghilterra; disse che il grande Apostolo tr:ivò su] suolo ing!es? rifugio, protezione, appoggi; amici; dis,e che il grande ligure trovò i.1 Inghilterra la sua seconda patria. ProteziOr,e contro chi? Erano presenti l'ambazciatore e un imnistro del re d'Italia. Che cosa ne avranno essi pen<,ato? E che cosa riferiranno al Governo del re? Perchè, evidente,. mente. se Mazzini cercò e trovò in InghiJ_ terra un rifuJ;io, vuol dire che avrà dovu. to fuggire da- qualche luogo. s; avrà chia_ mata l'Inghilterra sua seconda patria, vuol dire che \a sua prima patria lo avrà trattato tanto male da obbligarlo a svignarsela. E se non sarà stata proprio la patria a costringerlo a fuggire, sarà s ato qualcun altro. I Savoia. ad esempio; o i giudici della monarchia sabauda che l'avevano condannato a morte ... Che brutta commemorazione pei Savoia questa apoteosi di Mazzini per bocca di L!oyd George ! Ma così è. Qualche volta i monarchici debbono proprio pregare Dio che li mlvi dagli amici. giacchè sono precisamente essi che giocan loro i tiri più birboni. Eccovi qua. fresco fresco, un altro simile infortunio. Colui, al quale è capitato. non è più un presidente di ministri. E' un semplice giornalista. Ma il giornalista scompare. Dietro a lui sta il giornale, E stavolta si tratta nientemeno che del • Corriere della Sera •. Un suo redattore, adunque, rievoca un ,:erto suo incontro con Gorki, il quale una sera gli chiese notizie precise sull'assassinio di re Umberto. Glie le diede. Il morto sul letto. il sangue che non si st"?- gnava, il figlio lontano. Gorki ascoltava immobile. la testa in avanti. D'un tratto due lacrime gli tremaron nelle palpebre rosse. Si ·alzò, si riprese, esclamò: • Non avrei mai creduto di commuovermi così per un re•· Laonde il redattcre del « Corriere della Sera • si do,r-ianda se non avranno mai narrato a Gorki un altro regicidio, altret. tanto infame, più vicino a lui ... Evidentemente, l'uccisione dello zar Niccolò IL Ma, francamente, nemmeno noi, che non siamo monarchici, avremmo mai fatta alla memoria di Umberto I l':ngiuria di paragonarlo a Niccolò Il. di metterlo allo stesso livello con quell'imbecille sanguinario. Vi è tanta differenza nell'uccisione dell'uno e dell'altro quanta ve r.e era tra le person.e e la politica dei. due uccisi. E solo un imonarchico settario Patriotismo a1irrario. Dalla Germania viene una nuo n. magnilìca prova del patriottismo di c::rti ... patrioti. I nostri lettori sanno che, du~ante la guerra, venendo a mancar l'imoortazione di cereali e altri prodotti delh terra dall'estero, il Governo germanic:> aveva emanato numerose disposizioni per indurre la popolazione a intensificare la coltivazione della terra. Noi, che scriviamo, ci trovavamo allora a Berlino, e be."! ci ricordiamo che, di fronte a! perìC'.)?o del!a fame - e poi si vide che quel pericolo non era immaginario - ogni pezzo di terr2 veniva coltivato, sur ogni pezzettino di terra lasciato incolto o coltivato a fior~ veni van seminati o pia:1tati pomid-ro o cavoli o patate o grano ecc. ecc. E il Governo e i patrioti eccitavano, spronavano la popolazione a perseverare su quella via, e facevano propagand,. e promettevano premi ... Ed ecco ora come un grande patriota metteva in opera i! monito de! Governo e dei tempi. Il deputato S-Ocialdemccratlco Stampfer, direttore del • Vorwarts, di Eerlino, ha letto al Reichstag la seguente lettera: Cariss:ma Eccellenza Fritz, In procinto di ritorm.re al mio posto in Po!on.ia, ringrazio Dio che sia fi:iito : utto questo tormentO' coi poderi e con l'amministrazione civile. Con tu:te queste disposizioni, che sempre cambiano, le cose in campagna sono diventate insopportabili. Oramai io lascio incoltivate 500 g=ornate di terren:>; e come me fanno molti altri, perchè l'incertezza del raccolto e delle disposizioni è troppo gra.1de ... ». Chi era la carissima Eccellenza, a cui era diretta la lettera? Era il ministro degii interni signor von Loebell. E chi era l'autore di quelra lettera? Era il signor von Oldenburg, uno dei pezzi più grossi ciel nazionalismo agrario tedesco, uno di coloro che oggi ancora portano l'uniforme militare con la croce di ferro di prima classe: quello stesso che, una volta, dJ Reichstag pronunciò le memorabili parole; " Dieci uomini mandati dal Kaiser dovrebbero bastare per r!T'..andaral diavolo il Reichstag ,. è: r seguente: poteva farsi quella domanda riguardo a r. Relazione sulla ~itu.azion.: gent!rale Gorki. Proprio vero che ... dagli al'T'ici mi Ma questo grande patriota, che. anc:>ra onalche giorno fa, si faceva fotografare ;o! maresciallo Hindenburg. che oggi ancc::a va gridando che la sconfitta delh Germania è dovuta al disfattismo socialista, questo grande patriota, quando già su'.la G~rmania incombe\'a il terribile pericolo della fame, piuttosto che s:,ttomet. tersi alle disposizioni governative c'rca la distribuzione dei prodotti della terra, lasciava incolte 500 giornate di terreno ... dei paesi della iame. 2. Relazione delle differenti organizza• ziorti sulla loro attivilà. 3. I comp;ti pratici imminenti dell'azione di ;.occorso agli affamati. 4. Proposte clel'1e ,organizzazioni. fnt:lllio. ceco. secondo un comunicato uifici:..:c ciel a Rus ia. gli ultimi dati sul numero cleg-li affamati. Sur una Pstcnsionc abbracciante 21 pro,·i,:cic con una. popolazione urban.a e rurale di 23.866.000 pcrrnne. il numero degli 'lfia.nati raggiunge 14.920.000 persone (8.202.100 adulti e 6.726.900 fanciulli). il che ia in media il 62,6 per cento. ìl piì1 g-ran numero cli affamali si trova ncìla provincia di Samara: 2-430.100 per- ~onc .. '\e!la Repubblica Tartara soffrono a fame :::.15r.900 ::,crsonc; nc'.Ja provincia cli s~ratoi 1.383.700: in quella di Ufa 1.292.6co; in quella cli Sinbirsk 1.679.430. ccc. ecc. salvi Iddio ! Il princioedi Monaco. E' morto un altro sovrano, non diremo grande, ma indubbiamente celebre; si potrebbe anche dire famigerato: Sua Altezza Serenissima Alberto I Onorato Carlo, duca cli Valentinois, principe sovrano di Monaco, forte marinaro. grande scienziato, benemerito della scienza oceanografica, valente investi~alore delle profondità dei mari, illustre creatore dell'unico Museo Oceanografico finora esis:ente, sicchè l,a sua morte Ì! u.1 vero lutto per 1:1 scienza ... Quante altre persone però hanno preso il lutto per causa sua! Perchè, se è vero che Sua Altezza Serenissima è stato t1nto benel"'lerib deila scienza oceanografica, non è men vero che i dan:iri per I~ sue spedizioni, per il suo Museo gli ve.1ivano Sublime patriottismo di nobile agrar:o. La riabilitazione del fascismo. Certi giornail nazionalisti e filofasci.sti del bel paese d'Ita!ia non possono più capire in sè della fierezza nazionale per quanto sta avvenendo ali' estero. In Inghilterra ammazzano il ma1·escia!lo Wil- :or> ; in Germania ammazzano il ministro R2:hc,...:1u. I loro buoni cuori s Jffrono uno strazio indicibile all"apprender la notiz;a di tanto efferrati delittL Ma subito si sprigiona da quei cuoricini un fiero sfogo di orgoglio nazionale. Ecco, ecco - dicono alcuni con la parola o con la vit;netta - ecco le barbarie. E poi dicon ·------------- dell'I tal.ia ! Si, è vero, da noi cade qual• che socialista. Ma dove mai, quando mai si ebbero a deplorare assassinii come quellu di Londra e di Berlino? Da noi, in fin dei conti, si tratta di risse, nelle quali purtroppo c'è sempre !a vittirr.a, ma è una consiiguenza del temperamento. Che barbaria invece negli altri paesi! •. E di fronte alla barbarie degli inglesi e dei tedeschi, l'Italia civile ouò vantarsi ;;ì:e no.i è r.1ai stato ucciso,·un ministro ma che sono stati assassi:1ati s::iltanto a{ cuni deputati socialisti e parecchie migiiaia èi O,!)Crai e contadini, uomini e don- .ie e fanciulli. Latin sangue gentile! GENOSSE. Mancano i diri1tent Cos'è che a noi manca ? Manca la coltura fra i ccnwnisli dirigenti. Consideriamo Mosca con i suoi ./700 com//rdsri r~ponsabili delta sua macchina burocr(i[ica. Chi suno irz realtà i dirigemi? lo dubito assai che essi siano i comunisti. Effeftivame,r te essi sono diretti dagli altri. A 1•1·ienequi qualche cosa di simile a ciò che ci si raccontara nella infanzia a scuola, nei corsi di storia. Alle volte a1·viene, ci si dicei-a, che un_ popolo conquista/ore l'enga conquIsfato da quello che esso crede di dominare. Se il P0fJ0lo co11quis1atore è r,iù colto de/ popolo conquistato, esso gli impone la sua coltura. Se è meno cc!ro, sono i vinti che gli im• pongorw la loro coltura. Qualche cosa di simile è avvenuto nella cavila!e della nostra Repubblica. I nostri ./700 l'Omllfl.isti non sono forse sottoposti ad un cottura estra· nea? Non si pensi ver questo· che i vinti abbiano una cottura elerata. Nulla di ciò. Essa è meschi!ut, misere1•ole, ma essi ne hanno viù che 11011 i nostri militanti responsabili verchè essi sanno amministrare. I comunisti 11osìi a capo delle imprese - ed alle volte degn abiti sabotatori li pongono a quel Posto a1,vositamente per crearsi un f}(tr(i\'ento - sono soI'ente Kiocati. Questa confessione è spiace1•o!e, ma noi dobbirnno farla. Ouesfa è la lezione '/P 1 !" a11110 scorso e noi dob· biamo prendere nota per l'anno I·e11turo.... 01•um1ue i hcrghesi hanno Plll conoscenze oratiche dei mi~liori conm. nisri che d::-:i:011 !!01?0 del· poff?l'e, che /1:1,mo tutte !{> !Gcilitazioni e pur con tu!fi : lorc dilitti ed il toro volere non sanno fare r:n solo passo lffanti ... Vo:cr ccstruire !a società comunista con !e sole forze comuniste è un infanfi!ismo. I comuniSti non sono che uIIa goccia d' acqua nel mare. Essi JJotranrzo ccndur!:e il popolo soltanto se sapranno trovare la buona 1·ict... .Voi sav, emo gestire r economi.a, se sc11;remo ricostruirla utiliz· zcmdo le terze al/mi e se noi stessi andremo a scuola dalla borghesia 1mr or ierztando[a 1;er (fuella via che voz!iamo farle sev1ire ... Noi dolr/1iamo ora gettar.: le basi del!' economia socialista. E' sfato fa:zo ouis:v ? No. L'economista che pen a il contrario commette un errore m[:dcrnare. Oggi è necessario distinguere chiaramente. nettamente ciò che costili:fsce i/ merito storico mondiale de!1a 1frolnzio11e da ciò che noi facciamo alla mena peggio, da ciò che non~ ancùra iatzo, da ciò che don·emo ricominciare ancora per /Jare,rhil· ,·oile. LENlN (1). ;{1) 0/é': <H~-cc.r.:,aobl',u.Hiim•Coomgre.sso 1diei! P.ani: ito ocrn1UJniis ta 1r,u& o. Bastonare e, peggio ancora, far bastor,are invece di discutere e persuadere è ignominiosa brutalità di cri~inali · ma' rinunciare alle proprie idee e al 'proprio diritto per 13 paura d'essere bastonati, è viità da schiavi. Ma campegg,ia in p11i1malinea il 11:zm!SHl!ll!!!l!l!ilii!lll!!!Btl!i!"'!!*!!·eli!!:Yt!3f!!Yl:...,,,,,,,!!=!!::S•!!•!!!!:!!!!!!!!!:!-!!!:!~~!!·~-~~·~~,sw;:!W:!!=:==~~c::ee:~-~rn:!!w~~•='~i!!!!~•~~!!~~~-~•~-~-~-~?Ei'!~-!!'!!~'l!l!l!.'5:!!!l~!!!!•~~!!!!!!!:•·~~!!! -~~~~ W!!,~~~~~~~~~a.dì •Pww:ew J»• Appendice dell' < Avvenire del Lavoratore,. IL TREBBIATORE ·commedia ài NATALE VILLANI MA1~CO. - ... imcdiaLore. oome· lei, ,per ,e,semplO. PAOLO. - Sicuno e •ai vuole più i11ge- ,gmo,ce:rùo a fare ii'. aneòiaibcxreohe a ,cùaire 1deUe,cbalb,attc. .M1\ROO. - Sairà 1ve1r<r>n,etndioo di no. 1Ma,!e ,ciaJbalbbe ISQlllO ,rnfiHim, entre l'olPOriaisua, am,chese .inl(ge-,gmosa, è irl:U'rile. .An1ahe a fu:r..::dl 1!1a;cl:1rod.cllre.suo oi •VJuo:,1eder1"~1lg;egu~o. PAOLO (ioon ca:jore). - Mia come si ,può .amdarre lé!VaJl'lUi s,e,nz;aml commer- .cio ..... LULQI. - Ma la;so(aiLi 111airla:re. So.no le 1idee modenrue ,ohe ipenetramo ·,mcl1e ,ne!le ,aallrwagne. VOigilranod1..::I,a .sodetà rdi\·emti oome 11.macooper:1tiva cok'~s:r!e. . CA!!~. - Ho caiplto: dove but.ti do- ,,nanno fare 'Il caf'.zC!!aiifo ctono rtutti). :BORTOLO. - E oa.:itorQ v-cgi.iono ·an- -0hc ,abojire fC's~rcente. Carne se noi n ie fal?S~ ·ohe iea\thiaimo non co:c.- 1tri'bu~ssnmoaibbaistamza rulla società. MARCO. - Diioo una 1oosa.sC'lla: Gli uomÌlni ·li rv,ogli.aimo1tutuiJ)lrocLutlor,i. LUIGI. - Ciame Ile iv.aioohc(rldon-0 tutt~ men.orel...n.tigi si .amo111t:an.a). CAm,O (a Maroo). - Vioi .av,ete dclla 'Vlifia un ,cance\tto s,bag,Kiaito(.France- :sca 1en,tra in oemia ']){'1rtQgLieire i bicd1~eri e •~a 1botthgllia). - Questa .è la vLtia (inldirc.alib giovaine). PAOLO. - BontcY!o,"·olete maTi1rare rvostr.a figl:ia? BORTOLO. - \fiafonbemi,ima a ,ahi? CAIRLO. - A me, se,riannente {g1.1ar1dal]dOai:Ja1donna). PAOLO. - if•ra:nces~, ihaii sQntito? FRAJ.CESCA (rf.ing;emtdidoi 111,011 a.vur ,ca1pito, isohernaindo): - U:n'aLbra,borrti- •.irlùa? • BORTOLO. - 1M:1m.o, t,on ,tscJte<.rzail, ignoo-Cairlo; ,e !lì roi sono i m~tironi. LUfOl (niton11ai11do)-. U cavallo è wranto; se ,· ~ete imani.aire... CO PAOLJO. - Alllora arrtdiaimo(vi.a). CAim....O-. Sì, lllJl1d~aimmo,a r~ncmnere1mo,presto. (A Flramoe.soa).Ci pe,n i. (Vii-a). BORTOLO. - ,E ila ibabtig,lia è ,Pa1gata? LUIGI. - P.atgherò i·o. (VJa). MARCO la Fra-ruc:ie.soa, dopo un p-o' d,i 1.:.aiusa)-. e lho ca•p:to,bene, tli voglio1w dare ma:rito, e wn 1mihomario. BORTOLO (a iF1~cesca). - Ti ,piacc- •nebbe? E' un OOél!I1e d'oro, ,11011 ,la- ,sctaliti -se21ppairiean,ohequesta ,combin,azione. Va a wepamare 1a m;nesora Gcon,Dron:,a):1A momenti ia.nriverà N Messia. (A ,Jvfurnoo) A 1proposibo,-debbo r,airlaini. (A f,rainc~sc:i) 1E tu '\'.l. e 1 peinsa a'l tuo 1111atriimonio. •HRA. !OE::,OA.- Ci pelllSarò J}f1r ta1nio ,tQinpo. (Vna). 1MiARCOG~111tuend-o). Mi 1pasrlercbed01p.o;hscnartiemi,prepananerda mangia- •r re( fa [])er anidar.sene). BORTOLO. - .Asipebta un momento! Sai mìl'.:a. tdi q,uainfio è stam1lato sul giionnailccorurro il mi.o 1nego~10? MARCO (come ,se 'fosse e.sbnaine·oall'a'rgomm~to). - Sì, ho letto .am,ch'io. i sa. i giorma•~idebbono ,pure dire male rdi Qtta:l:cuno.Quo)lo è un •gio.rnalc sooialii.sta; ,è ,na1tura%ohe 1dic-11111atle cli \·Oia:ltri borghesi (per .andarrscine), BORTOLO (:1raiilJ~1~eirndo:o e ,:,v.:~so ,'.,1 vcmo, t1:1r-a ft:01,i 1ill gieirndlle). - Eh! <,i 19L,rivi0n1,d0i QllD~tc COSL: (per Jc.~-~erl! cer,caodo il segno). « l'.I prete ... « :..:: o~sc bmn~.:. il i!11! t:.l!bìle si-rutr:;mun..:.. coc. . « Ou-e!'l~O:o prC1\'ai110 colv,ro OÌ!C .rra•nJ: 1'.:i.1 or.o ,c.)11.a ,cailne di \'.:t~.:.i « mort:1 . da l!tl'i "imruoellata ,,. c.he fc- ·o::: \"<1!"J1,r~e'. m.;i!e idi \1cmtre a wc,:. Ott.:Hfio bC'\ttl~gJ,{Ì.0 Qgoista ·ohe era iino a ,rQ,:fr1iZJnnli fa 11h11 seinY~tare,., Jir.a s: è ~nrioohiW, spe-culamdosu,~i<bauona ,fode ,cii QuM~i 1PQ\~er' ed ig,nic.ranrli ,cQnhalà:r•i paic·!-.,b..l.l! » (:vie.nrre rkige >arnQna O:qvai1mi, ohe ,àqpu•n.~ :a b;ci- •oLc:Uta ·contro ,il 1m~ro ,deiHa ,ca a, icr - 1111'.llrndasii ,rud •aiS'Colta'lle).- Olle t:t è rdiliftarrna~icme. ,di Qt1inon si "-l031PP.l: ma v:Q.?,1ìpìorocessare, e ,~v.rò ,u,nasodc.ii- .sbiz.ione da qu~•:i 10ci!nnnàa1co.rj, (Funfbanido,1alilo.nit~nar~duasima vista di Glava1mi). Scop11irc1mo il' a.urorc ,de.Ma cor11~pandenza e lo man~dcrcmo in •l!;aJ!e1'a. in ~allera ! (Y1<1). SCENA TERZA Marco. Giova1:ni, Francesca; poi Siro, Felice, Maria. r1lARCO (a O'.o,,:mni). - F im1ibondo, ,~eimo,ohe oi <1blf.a~capt:.rri. GlG\'i-\..:\/NI lvonDl'c.!o <irm:rnzi).- H,lKne '? (c?J'.mio): Abb',amo -deù~O Lt ve• rità e •non dabbiamo ,s,p,wcmarci ù-.:.1H \1;,.'.:') è i1 ,nt'r, 1r(l~jic1rc ·:umi.:oe mi pi'.!:L~ la sn:.1 ccrmpai~ni:1. '.'!on •è ycro, F·-~•P.·:i~'1.:::u. \,.:le ,1 ·1ne p~n1~.; ,u Yillo? i,l~\\C;_··C\•. -- E QL1j:Jo ,b,w;·.> 2,:1d1.: (:,:;•D..trcooh•:aJa• ~aYula so~to il i•~:·. ;c.'.•a·oe 1~\·,J,g'-w1do_i a OiQ,·anini): 1~ ,1 ,rm.~, ·,f L m rt!, ira è ,r,rn•·,c;1. ClO\' \NNI. - Cr::.z:c'. V!Mr aindui~: -:- : ,e). ( .. è -L'.t· ir1a,cq n:i di so.pr .a "? !e oor.segiuunzc. MARCO. - c:,i•~Pisce: ,lui •:ion crcd~ :1 1ARC'O. Ce 1·,è ,a,-:vJ1c .__,;;· .,qu:l {via). uh0 at:IJ·•:~1rit'l':> 1:io,ma imm:i.gin.ao:1c noi ,de'l 1pa 1 ~e aitJbilmo inronn:1.0 i' rgionna'.le. GIOVA1\\'J (oomc per assLc11ra1rso-i). ;\,t.a è ,•0ro ·o rn,o morta? Il' aicli:lu 1c della ,na.cc:1 ~.lARCO. - Alnro. ise è rnro! L,c, haanJ 1dda~o t,dtitù... Siro, Folice, Marta, e ... GIOVANNI. - Al1\ahcrnu il·o hai d;},t,o! :\1ARC:O. - ~airà, nna s'Cfoamc io 11' li nna;ngliomaii ,oarrnc ,-: .sai!;aun,;, lJ co-:1 111011 mi 1111.teo,e~\'><l. C' 1è,deffl,":iiltro! 8i- ·~oigin:a•Loaaam:os1S,l,iino. .Lì ."Ì ohe è 13jCl.l:ro Il' ,in1;arm10. CIO\~.\\'.\I. - Ouaniro ·,ul ,·,1110. -..i l}UÒ fa1nr l! J ni1 eno. \LAT~(~O.- lo no. tEnira Frian.:e-.ca). Fh'.A>.:.'.CSC:,\ (:i. G~cn-.a;:'.,tti). (C;~~)v:1_r1pt ,r. 1 .~). - Crd,). SIRO tcinLra,ch!I' osteria 1s01;uitod..t Fc- •ri-c-~. •C ,i",cd~ orè.inain!do).- Un. b'> rchierc, Fran.Jc-.sca, ci:i queHo chiaro. FAUC:E. E' ,imq -an,oh{a! m~. ·di quclito più ohia1ro. (Si od(}). l~l~-\;,..'-ìr2iCA. - A1•1dirò:i:d atti,1•g,eirlo ai'i:-a h~'Lan:ia que,lo ohtairo. (Po.i): A- ~·-1>,ll~~·c ii! lir_:,bJIJ'.:atQrc ? E' .andaJno a /:a1\'.Lr-1i 1e ,1 c.amibiarc I' ..albilto., Vha). MAl~!A (dal 1turJdo ideJHaponta s~g;uìta ,d1 ,contaidini -. ,ounaaldinc).- C'è? (C Olllb!·I, ua).

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