L'Avvenire del Lavoratore - Anno XXV - n. 16 - 15 aprile 1922

/ ANNO nv. .L P. ZURIGO, 15 APRILE 19~ . Num. 16. ' Telefono 4475 SE'ITIMANALK D~ PARTITO SOClALISTA ITALIANO NELLA SVIZZERA Centesimi 15 la copia REDAZIONE~ AMMINISTRAZIONE: UN NUMERO ARRETRATO Cent. -, Conto-Cbèques N. Vlll-3646 "L' lnen.lPe d lLavoratore,, ..Zarigo + Oommlsstone BsecntdilealP.S.I.- ~~ 1! ABBONAM...]:NTIPER LA SVIZZERA PER L'ANNO 1g:u: 'I anno, fr. 6,-; 6 mesi, fr. 3,-; 3 mesi, fr. 1,50 PER L'ESTERO: 1 anno, fr. 10; fi mesi fr. S; 3 mesi, fr. 11,So LA Cf lNFERE~ZA INTERNAZIONALE DIBERLINO Verso il fronte unico del proletariato La conferenza degli Esecufh·i delle tre Internazionali a Berlino, con l'intervento è.ei rappresentanti il Partito So~ialista Italiano, non fu soltanto un evento di altissima importanza. ma. pure attraverso le gravi divergenze ivi manifestatesi e pure attraverso le aspre rampogne h,i scambiatesi tra l'una e l'altra organizzazione proletaria, essa ha dato risultali tali. che è lecito aprire i cuori a. liete speranze. \~ogliaino perciò riprodurre su queste colonne i brani principali delle dichiarazioni fatte dai rappresentanti Je tre Internazionali, e riprodurre per intero la risoluzione volata. Sono documenti di tale portata. che ogni proletario deve prenderne cognizione. Pur non facendo qui nemmeno cenno dei discorsi pronunciati, il solo porre di fronte le dichiarazioni delle varie Interna- '1.Ìonali. mostra già quanto sia profondo il dissidio che ancora sussiste tra di esse; ma la risQluzione che esse poi votarono, dimostrerà altresì che, non ostante tutte le enormi diffficoltà che ci sono, il vagh~giato fronte unico del proletariato mternazionale non è un'utopia, bensì un iden le rc:1lizzabilc. Ed ecco orn, in parte o integralmente. le dichiarazioni delle varie Internazionali. L'lnl1rnaz1o·n111 Comanlst1 diMosca [ nione lnterno:ionale dei Partili Socialisti di Vienna. Noi dichiariamo però che la Terza Internazionale deve dichiarare. prima di quella con/ erenza. d'essere d'accordo sulle segllenli condizioni: 1) Rinuncia alla tattica delle •cellule•; .2) Nomina di una commissione delle tre InlernazionaTi per esaminare la situazione in Georqia e net paesi che si trovano nelle stesse condizioni: e ciò, aTlo scopo di ragc1iungere un'intesa tra i partiti socialisti; B) Liberazione dei prigionieri politici e processo davanti a un trib1111ale contro le persone accusate di reati comuni, accordando loro il diritto di di/e.sa. e sotto il controllo del socialismo internazionale. Noi fa cci amo tale proposta, perrhè desideriamo sollecitare la Con- {eren::a: os.<:P,rviamo però che noi mnnteniamo le nostre rteliberazioni. nellP quali abbiamo chiesto per il rwpolo rteor_qiano il diritto di fissare la sua forma di Governo senza pressione militare•. Il PartSitoi cialilsttaatrana d) Riconoscimento compie/o della Repubblica dei Soviely e. azione cli soccorso per la sua ncost ruzione economica; e) Impedire, nella m_isura_ in rni ciò sarà possibile s9tto 1l regime capitalista, che fui/i gli oneri della guerra pesi:10 sulle spalle della classe lavoratrice; f) Di{ esa delle condizioni di vita della classe lavoratrice contro le rid11zioni delle pa_qhe e il prolungamento della giornata di 8 ore. 7) É' desiderabile che le decisioni a cui si giungerà rigue:-rdo_ al[.~ questioni suaccennate trovino 11 consenso unanime. f.) Nel Comitato di organizzazione della Conferenza internazionale debbono essere accolli i segrearetari o i rappresentanti di quei Partili, i quali, benchè non appartengano finora ad alcuna organizzazione internazionale. sono d'accordo con qli scopi della Con{ erenza e si dichiarano pronti a lavorare per la loro realizzazione. 9) Per la difesa (' l'applicazione delle decisioni e dell'azione parlamentare approvala dalla Conf erenrn, viene creala una unione dei (;ruppi parlamentari dei vari paesi. 10) La Conferenza nominP.rà un Ufficio internazionale, il quale do11rà vigilare sulla realizzazione degli scopi prefìssisi dalla Conferenza. Serrati - Fioritto - Baratono. L'lntarnazlonala di Vienna zionale Comunista, Radek, replicò che, cosi stando le cose, egli riteneya fallita questa conferenza e che 3nebLc pubblicalo una dichiarazione nella quale sarebbero esposte al proletariato mondiale le ragioni, per cui lè trattative non avevano approdato a. nulla. La conferenza slava veramenle per naufragare. Ma, sotto la guida di Adlor, si ripresero nuoye tratlati- ,·e: e alla fine i delegati delle tre Internazionali approvarono e firmarono in comune la seguente. DICHIARAZIONE: Per quanto sia desiderabile l'unità dell'organizzazione di classe del proletaria/o, la Con{ eren:za è d'accordo nel constatare che, nel momento alluale, si può trattare soltanto di deliberazioni comuni allo scopo di azioni comuni,. con fini concreti, di tutte le tenden::.e rappresenlate alla Con- ! erenza. La Conferenza propone perciò che gli Esecutivi diano il loro consenso alla nomina di una Comm,issione di -nove membri, con l'incarico di fare i prepara/ivi per altre Conferenze dei tre Esecutivi, come pure per una Conferenza in più vasta scala, alla quale vengano invitati anche Partiti che non appartengano a nessuna delle Ire Internazionali. Ogni Esecutivo ha facoltà di designare &. suo piacimento i delegati inuestiti dei tre mandati ad esso spellanti. In questo Comitato organizzatore non ci posso110 essere deliberati di maggioranza. Esso avru per compito di esprimere i punti di vista comuni ai tre Esecutivi. La conferenza ritieiutto il mondo a fare, possibilmente uniti, energiche DIMOSTRAZIONI AL 20 APRILE a qualora ciò non sia possibile, al PRIMO MAGGIO; e precisamenle, dimostrazioni per la giornata di otto ore; contro la disoccupazione. che cresce smisuratamente causa la politica cli rfparazione delle polen=e vittoriose; ., per l'azione unila del proletariato contro l'offensiva capitalistica per la rivoluzione russa; per la ripresa delle relazioni politiche ed economiche di tutti gli Stati con la Russia dei SoYiet; _ per la restaurazione del fronte unico in ogni paese e nell'J_nterna7ionale. • • * Questa la dichiarazione votala dalla Con.ferenza di Berlino e firmala, come abbiamo già detto, dai rappresentanti della Terza Internazionale Comunista, dell::i Internazionale di Vienna, della Seconda Internazionale. Lo sappiamo, siamo ancora lontano da quel fronte unico per cui si fanno voti. M:1, innegabilmente, quella dich.iarazione forma già una base per una comune azione immecliata del proletariato durante la Conferenza di GenoYa. Possano a questo primo passo seguire presto altri passi, che ci conducano veramente aHa ricostituzione della nuova IntPrnaziom•Je operaia. Viva l'unica Internazionale del Proletariato! GENOSSE. Con·tro 1e espulsio Marte-di u. .s. ebbe Ju0go a Lug~ un convegno tra i rapp.reseGtanti della Camera del Lavoro del Canton Ticino... della Federazione italiana operai edili, del Gruppo ,parlamentare socialista italiano, deUa Federazione svizzera dei lavoratori' edili e del Partito socialista italiano nella Svizzera. ScoPO del convegno era quello di coordinare il lavoro di propaganda ed escogitare il modo ed i mezzi per una più intensa ed efficace azione di difesa dei lavoratori italiani m !svizzera. tln seguito agli accor<Upresi, i deputati intetvénuti on. Piemonte e Quagli. no inviarono al Ministero degli esteri italiano. la seguente interpellanza : S. E. On. Presidente della Camera dei Deputati Roma. I1nt;eripe·liiia(ITT0 ~I !M:iln:istro pe.r d A.fltar rl :6stelrii !Pei" oonos.ce.re qua,le azkme alblbii:a· fatto -o i,rrtier.,da rtame'Verso Jo Staito iEivetrm iper iii' risp<,tto idel-1' accordo ooncemente il trattamento degli italiani in lisvizzera e degli svizzeri in Italia in materia di sussidio di disoccupazioae, .aoco;lido canltiniwame:nte clusq - a ,dalll~ 11110 idieigili: ~r.ait:i IÌltailiatll.-.i cot.11-e ~Js.i.ome cogli siiraitti •sitsrema tici dre:i 1noot.ri cornniaJzi,oruadJ!siiooOUiPa1aUlvi em1t,,bdirttto a sussidio. ID.es:iicferiiatrno GlllolhJ6 oon-qsoer,e.se ,l}():n .risu'lJti iatl1 /M.i.nlilsi'.mo 1d,eg~i1 ·Aff.a.riEsteri che ,detti Slf.rait!ii eid iesipu:loonii COtPrii5n>ondono al IJ):remedita!to il1flOI>OOÌlbci ,di ùna>ouita.T-e ri1ni !'.OStililuzioru-e altra mamo -d' qpe;ra non oarut-el.aitada.Ile igar.a1J1iziesaincite da!ll' o,ncLlicato iacc0!1d,oe quindi ,più iaidatfia: .a,d .aisooco111diame ti, ·lotta iJ)31Cir-onate con;bro Ja icon,iquista.de~leotto we e per cl" if.ilbaJSSO odelile1IaJrtlii'e di J.arvoro. Piemonte - Quaglino - Canevari - Paueblanoo. Subito dopo il discorso d'inaugurazione. pronunciato da F{'<lerico Adler, la compagna Clara Zetkin, rappresentante la Terza Internazionale Comunista, lesse un::i dichiarazione, ne11a quale espose i motivi, per cui l'Inlnn::izionale comunista, non ostante i rliss"nsi che esistono Ira essa r. le altre Internazionali. h:1. creduto di venire anch'essa a sedere ::illa stessa tavola coi rappresentanti di tutti gli strati del movimento oper:i.io inlern:nionale. Anzi. l'Internazionale comun_ista propose persino di invitare a parlecipnre al fronle unico proJ,.,tarin anche le organizzazfoni sindaca.liste e anarchiche, non aderenti alla Intern::izion. sinrhcale di Mosca e nemmeno a quell::i ,li Am<sterrbm. E oo;t::h~. rome è nolo, la conferenza di Berlino non era che 11n8 conFeren;r,a nreoaraforia per una prossima conferenz? internazionale. la dichi?razione df'l]a Jnternrizionale comnnista culm.innYa nella seQuenle prooost::i: Basta leggere le due precedenti dirhjarnzioni, ner accorgersi che la Conferenza di Berlino correva pericolo di naufragare, il che ·avrebbe significato ancl1e fallimento deU:> progettata prossima conferenza di lutti i oartiti socialisti. Allora si alzò il c'ompagno Serrati, il quale pronunciò 11ndiscorso, con cui invilaya a mettere da parte le ragioni che diYidono per pensare intanto a quelle che ci uniscono; e in nome del P. S. I. il compagno Serrati pre- '>eritò !a seguente dichiarazione: Noi. delegati del Partito Socialista lta{iano alla Conferenza di Berlino. <;ramo del pnrere che la presente r:onf eren:a debba avere gli scopi seCome è facile immaginarsi, anche l'Internazionale cli Vienna, la iniziatrice e promotrice di questa conferenza preparatoria, fece di tutto per ismussare le angolosità e assicurare a questo convegno un esito proficuo. Il compagno Paul Faure presentò quindi una dichiarazione. nella q11ale si f::ir-evano bensì ris<1lt:>re i pnnti in cui l'Internazionale di Vienna dissente dalla Internazionale comunista e dalla seconda Internazionale. Anch'essa, però, come gli italiani. er::i convinta che questo con- ,·egno di Berlino doveva essere una b.1pp::i necessaria 'sulla via della unifìc::izione del proletariato internazionale. L:.~ sua dichiarazione culminaya perciò in queste paro,le: ne opportuno che il Comitato or9anizzatore faccia per ora il tentatwo e· di avere W1 colloquio non impegna- ongresso ti_vo coi rappresenlan_ti della Interna-· .,wnale Szndacale di Amsterdam e sindacsatrlaeordin La rappresentanza dell'Inlernazionale comunista. senza nnsrondere uemmeno per un istante m,,,l che la separa dai partili riformisti e semi riformisti. è disposla a parlecipare con l11lfe le for;;p -alln lot!a com1111e de[ pro[ef0riato inlerrw=ionn[P. Ess'I prn11one di lralfarP. nella proçsima conferenza inlerna:ionale. ml/anta rwell,, auesfioni che ria11'lrdano /r, immediala pratica azionP cnmune delle masse nperoie; quelle questioni. che non le .~eporono ma le uniscono. Perciri, in delertazione della Tnterna=ionole Comu11isla vroprme per la confp•·en=(I internazionale il seguenfp ordine del giorno: 1) Difesa contro l'offensiva capitalistica; 2) Lolla contro la reaziol)e; 8) Prepara::.ione della lolla con1:·rr flllOJJC rtuerre imperialislicii•". ft) Aiuli per la reslai.ro:-ione della Repubblica Sovietisla russa. .i) li lrattrito cli Versoi!les e ,·a ricosln1z;one delle terre devastate. le seconldnaternazronale Per la seconda Intermi.~ion'.lle parlarnno VnnderYelde e M::ic nonnld, i quali risollevarono la questiont> della Georgia, del terrore con; unist11 iP. Russia, dell'azione rhe i comunisti vanno spiegando per creare i loro • noccioli • o le loro • cel1 ule > nelle organizza7ioni sociali.,le ecc. ecc. In nome della seconda Inlernazionale il delegato Mac Donald l<:>ssequindi la seguente dichiarazione: « Noi ci dichiariamo d'accordo circa il principio di una conferenza generale per il raggiungimento di çcopi limÌloli, _alle condizion_i e con l'ordine del giorno proposti dalla ca guenti: 1) La prepara::ione di una Conf eren:a inlernazionale generale di /11lli i partiti socialisti. appartenenti 0 non a1inarfenenli a organizzazioni interncòonali. /anta in vista di 1111 piano di a:.ione comune per tutti i Pnesi. ourmfn per certi punti già in 1ireceden::a determinati. ~) Fare tiltto il necessario perrhè q1wsfa r:nnf eren::a internazionale, 1wN1n rnn iderala rfa tu/li i prolelori dei dinersi vae~i come una tapun s11/lr, via rlelf'11ni{icazione del mo11imento socialista e proletario. 3) Organizzare lo Confere,nza inlerna=ionale in modo che i dele- _qa/i di ciascuna organizzazione parteripino cnn un mandato ben definito 1dla discussione dei punti dell'ordine del qiorno e che si possano ollenere tutlp le informazioni preciçp e sicure sulla corn posi:ione e la Ìf!lp~rtan::.a politica delle organizza- :10m rappresentate. 4) Jilla Conreren:a sono invitale lui/e le orqanizzazioni che riconoscono la neÙs.<:i/à dell'intesa interna=ionale e dell'a=ione inlernazionn- /p della classe lavoratrice. tulle le orgoni=::azirmi che sono organizzate in partiti di classe lottanti per la conn.uisln del notere a scopo di socializzazione di lutti i mezzi di produzione e di scambio. che a~pirano, rioé. alfa lra.sforma=ione della società capilali~ta in una società comunista o collettivista. • La conferenza di Vienna ha fnrmulato i principi della Unione Inlernazionale rii Partiti Socialisti; ha constatalo i dissensi che la separano dalla SPconda. Internazionale e dalla Tnterna=ionale comunista; si è prefissa come méla di riunire tutti i partiti urolelori. senza distinzione alcuna in un fronte unico contro il capitalismo e l'imperialismo; e ha posto /11/la la sua allivilà al servizio di oueslo compito. Essa saluta questa Conf Pren::a nella speranza chP questo sia,oil primo passo verso il ragqiun(fimento cli quella méta... Essa esprime lo convinzione che la neCPssilà della lolla di classe proletaria condurrà alla villoria i pensieri del fronte unico. e quindi farà ,·iconoscere a tutti la necessità dell'unità del proletariato inlernazionrile. · Con questa fiducia l'Esecutivo dello Unione Internazionale di Parliti Socialisti ritiene inopporluno discutere le controversie in auesto convegno, che deve servire so.llanto di prepara:.:.ione. e si dichiara disposta a entrare in discussione circa il lavoro necessario per lo costituzione del f ronle unico proletario •. :5) La Conferenza non deve di- "PnrierP dr1 r,lruna condi7-iOnP preliminare. L'Ufficio generale. che po- le conclus·,onl dellCaonferenza lril ssere nominalo dalla Conferen- =n. sori, inc1iricalo di risolvere le rliflerenze che possono esistere tra Gli sforzi dei compagni italiani e le sinqole Sezioni dei narlecipanti dell2 J nlernazionale cli Vienna, paralla Conferenza, SJJ(~cialmenle per ,·ero, per un isl::mte, dover riuscire vani. Il dissidio lra la Seconda e la quanto riguarda la rigorosa applica- , . _. . . :inne del prillo di alleanza e ne[l'in- Terz:i. I nle1 nazionale e ,cosi. profonteresse del movimento inlernazi _, do,. che, p~r. un 1no~1ento, s1 credetnale. 0 le 1mposs1bile r_agg1ungere un acG) f SP({llPnli punti formann lri co:·cl~.. I clelega_L1~le'.Ja. Seconda Inl1asP <" il pronramma comune d,ella te1naz10naJe ~hch1a1a1ono che_ non Con{ erenza: _, po levano_ adenre al p_rngetlo d1 una . . con vocazione della Conferenza ge- . a) L~ lollf}- in_ter:7-az10nalecon- nerale, se prima j deìegati della lro I nuovi pencoli di guerra; Terza Inlernazionale non dichiara- . . b) L:annu~la~n~nlo dei tratta- vano per iscritto che accellavano le li cli pace 1mpenaltsti; condizioni espresse nella clichiarac) Azione internazionale con- zionc letta da Mac Donald. A una lro la rea::.ione; tale pretesa il delegato dell'Interna- o 1anco della Internazionale Sindacale Ras- A norma degli articoli 5, 6 e 7 sa, per esaminare il problema come dello Statuto. il Comitato Esecutivo possa essere assicuralo il manteni- dell'Unione Sindacale svizzera conmento e la restaurazione del fronte vaca un unico sindacale su base nazionale •e internazionale. CongrBSsa slnd calB sf 'aordlnarlo La Conferenza prende atto della dichiarazione dei rappresentanti dell'Internazionale Comunista che, nel processo contro ft7 social-rivoluzionari, saranno ammessi tutti i dif ensori da essi desiderali, che, come era già stato affermato dalla stampa sovietisla . anche prima della Conferenza, sarà esclusa la pena di morie, e che il processo sarà pubblico e per conseguenza vi polrannp assistere rappresenlanli di tutt'e tre gli Esecutivi, ai quali sarà anche permesso di fare resoconti stenografici per riferire ai Partiti ascrilli agli Esecutivi. La Con{ erenza constala che ognuno dei ire Esecutivi si è dichiarato pronto ad accettare ed esaminare i materiali preparali dalle varie tendenze intorno alla questione e/ella Georgia. La Conferenia incarica il Comi- /alo organiz::alore di raccogliere le condusioni di quell'esame e di rifen u; l.'1 uryo Con{ eren::,a clei tre Esecwiv1. Lr1 Conferen=a constata che i rappresentanti della Seconda lnlerna;;ionale i:anno dichiaralo cli ritenere im. possibile l' organi=zazione di una Con{ erenza generale durante il mese di aprile e nemmeno durante la Conìerenza di Genova. La Conferenza è, in massima, d'ac. corclo circa la necessità di convocare al più pre lo possibile una Conferenza generale. Gli Esecutivi assu, mono l'incarico di informare i Parli li a loro aderenti in/orno ai progressi di quesli pensieri durante le discussioni di Berlino, e daranno ai loro membri nel Comitato organiz- :alore i pieni poteri per condurre a un risultalo le deliberazioni circa la convocazione di una Conferenza generale. Siccome, per le ragioni suddelle, è impossibile organizzare entro queslo mese una Conferenza generale, la Con{ eren::.a odierna, di fronte all'avanzala del capitalismo imperialista inlerna=ionale, dichiara necessario di dar subilo espressione, in una dimostrazione internazionale, alla volontà del prolelariato internazionale cosciente di classe. La Conferenza invi/a gli operai di per sabato 27 Maggio, alle ore 3 pomeridiane e domenica 28 ma_qgio 192.2, nella Casa del Popolo di Berna. · ORDINE DEL GIORNO: 1. - Apertura. .2. - Nomina dell'Ufficio e della Commissione per la verifica dei poteri. 3. - Fissa;;ione dell'ordine dei la- ,;ori. li. - Prolungamento dell'orario di lavoro. .5. - Previdenza e assicurazione per i disoccupati. Il Comitato Esecutivo, d'accordocon la Commissione contro il prolungamento dell'orario di lavoro, in considerazione della serissima situazione e degli sforzi continui e intensificantesi degli imprenditori lendenti a peggiorare le condizioni di esistenza degli operai e degli impiegali, ha ritenuto necessario di con11ocare il Congresso straordinario di cui si parla da lungo tempo. Il Congresso deve limitarsi a trattare gli oggelli indicali dai commi ft e .5 dell'ordine del giorno. Le proposte al Congresso hanno da venir presenlate al Comitato Esecutivo entro il 7 Maggio. Hanno diritto di presentare delle proposte: 1) I Comitati centrali; 2) le se=ioni delle federazioni; 3) i cartelli sindacali locali e cantonali . Le federazioni sindacali hanno diritto di nominare due ·delegali ciascuna purchè abbiano un numero di oltre 1000 soci; Per ogni altro migliaio o frazione di esso superiore ai .500 soci, possono nominare un rillro delegalo. Possono venir nominati soltanto membri delle federazioni. Il modo della nomina lo stabiliscono da per loro le singole federazioni. (fl numero dei delegati va proporzionato al numero dei soci paganti nel 1921 ). I membri del Comitato Esecutivo e della Commissione sindacale hanno diritto a voto consultivo, al Congresso. Oqni Carlello sindacale aderente all'Unione Sindacale svizzera, ha clirillo a un delegato con volo deliberativo; i carlel.li che hanno più di 10.000 soci ne possono nominare 2. A del.egati possono venir nominati soltanto i membri di ima Federazione centrale aderente all'Unione Sindacale. La nomina ha da venir fatta in un'assemblea regolarmente convocata. 1 delegati devono venir annunciati entro il 14 Maggio. Con l'annuncio bisogna ·indicare se occorre procurare l'alloggio per il delegato e in caso affermativo, se per una o due notti. Per alloggi ordinati e non usati, è responsabile l'organizzazione che delega. Berna, li 10 aprile 1922. U C. E. detl' U. S. S. la serratdaeif•alegn-am La battaglia dei lavoratori del legno continua compatta. Nessun segno di stanchezza da nessuna ,parte. J dirigenti l'organizza~Oine .padronale sono irritati per l'insuccesso della serrata medesima e per la compattezza, fermezza e risolutezza degli operai. Essi tengono riunioni e convegni, prendono decisioni, scrivono lettere, pubblicano manifesti agli operai; cercano di aizzare questi contro i dirigenti della loro Federazione, di indmli all'indisciplina, ma sempre ed ovunque inutilmente. I falegnami' non abboccano all'amo padronale; essi sor. ridono ai puerili tentativi dei padroni e persistono e pers.isteranno ne.Ila lotta, finchè i piccoli tirannelli verranno a migliori consigli. In alto i cuori e sempre avanti, comJ}agni falegnami! C•avaua ne•a • -- Signore, senta, son disoccupato;· A casa ho quattro figli da sfamare, La moglie, il padre vecchio, malandato ... Mi trovi, lei che può, da lavorare! Uscito so:i dal carcere stamane ... Lo sa perchè? ... L'ha letto sul giornale? Fu pei bambini, sa? ... Rubai del pane ... M'aiuti 1-ei!.. Non voglio far del male! Che dice? ... Mutar fede?! E che rinneghi Pel suo favor, questa cravatta nera? E tutto mi darà, senza ch'io preghi? Ah! Questo no, padrone! Invan lo spera! Meg~o rubarlo il pane che mi neghi, Megho tornar, ma libero, in galera! ALFREDO ZERBINI. Bergamo, aprile 1922.

L'AVVENIRE DEL LAVORATORE LamozioAnbetalConsignlaiozionale Tirate d'orecchi Un forte discorsodel compagnoClrimm Recentemente discutendosi al Consìglio Nazionale la mozione Ab!, il compag,w R. Grimm r;ronunciò u11 notevof,e discorso polemico dal quale stralciamo i seguenti brani: comenza cai paesi ohe hanno cambio basso. regala,re l' ima)ortazione di arti.coli di mass.a, J)e!J" eliminare i parassiti che fanno rincarare tutto. Oltre a ciò si rert<llerà necessaria una legge per la sorveglianza dei c;u-telli, dei s.i.ndacaun ti e dei trusts. Il ComifJaitoEse~utwo •deiJJ1nrte:nrua.z.iona'!Cl 'Cii Mi0!90a: hia i!r1r0..éi!tO unt suo créllro)!resentante, -certo Ko.La.ro.f,al Con,g.re.sso dei Comun.i.sciitaJ.iaqw,corJVocato ~a set- ~ima'!1a scorsa ia, Roma. U di.,"'-C().J"JS.o di KoLaircd fu accoJ.to « <la una Q.ir.,a,nùmc-dc entus:ta.Sticai o,v.a,zionc durata ,per più di òL<!uc minuiLi «, <liicc il rese.conto nthciale; ma 11100 ,oove aive·re a,oconterAatii e:.oce,ssivannent◊ i ,su~1momin.i w-Oifesso• ri, iav.vo.cati •ed ir'lg",e,~ncroi he "2,ui-0anoil P1a1r 1.:umen,oCornwn·sta iiita,\:amoe si oiiron.o come ifutu-ri dittatori. « Tra ·le mo21i•oni del signor Abt, quell:a del sign.or Walther e ia mia esiste un nesso, questo: tutte parto no daJìla 'J)remessa che esiste una aris.i internazionale. Ma noi ci dividiamo qua,rudo 1ce.rchiamo ri me1,zi di eliirninarrla. I signori .Abt e Walthe:· vogtliono tornare alle condizioni del 1914. Ma tra il 1914 e l' cggi v· è un forte aannbiamento delle condizioni di ,prod~ione ,e di srnercio. Dalla mo1,ione Aibit, congLuruta alla rid'Uzio11edel s.aJarrio emeirge la nuda e rude volontà degl" imprenditori, che 110nsi preoccupano affatto <li cio che avverrà dei lavorait:'{)lri. Abt afferma che tiu:tti i ceti sociali avrebbero scpportati i 1mwrii sacrifici, eccettuata la iclasse lav:-or-atriice. Ma .<llurante !al guerra la curva de- ·g1i aiwmenti <li salario noo s.alì mai così alta come quella Idei rincaro del- . la vita; tuttaviiai la ri<luzicrne <lei saIairJo è già avventtta - e non soltanto da oggi. Nell'industria dei ricami si ·cor.rj~ondono salari inferiori di Quelli che si corriSIJ)Ondeivano prim.i delll:aJ guerra. La riduziO'l1e <lei costo dclla vita non si è verificata nella misurra indicata <lai signQr Abt. L' ufficio istatistiiico id!elila·•oittà di Be,rna, cUmastra che la riduz-ione è del •14 per cento non del 30 11Jercento. E' ipoi urrm, cosa diversa, se i sacrificj, li deve sowortare il poss~dente -o l'operaio. Se i1 possidente parla di sa;crifici, egli vuol 1)1.Jrsempre realizzare giuadagini; egli pretende di Poter <lare ai suoj bambini un' ~slrttzione icorris.wnrlente al « suo ceto "· egli vuole 1per le sue figlie un ... vele~ no c~latiivo 0Ula sua posizione so1Cia1lev, uole oondluir,r:e una vita corriS'J}ondente al SiUO srt:ato. I GUADAGNI DEI PESCICANI Prima di chiedere sacrifici alla daisse lavoratrice, bisogna· assicurarle un'esistenza ·degna di essel"i urn:ain1i. Ma i signoTi possidenti hanno fatti molti sacri•fiici? Di questi ultimi parlano gli utili netti delle banche: 25 banche 5 !banche 4 gr. banche 1921 1920 Fr. Fr. 5.026.000 3.536.000 3.154.000 2.741.000 13.300.000 13.896.000 Totale 21.470.000 20.173.000 10 bainc. ,cant. 13.406.000 10.797.000 Dove, come qui, i guadagni nel 1921 liurono maggiori di quelli del 1920, non si •può parla.re tli sacrifici pei: la cni.si. Nel Canitone che è dimora deL ·si.gnor Abt, il Cantone Argovia, nel 1920, nove banche ebwro un utille netto di fr. 2.900.000: nel 1921 ne ebbero uno uguale d1i fir. 3.660.000. Se qui si citano 1e perdite subite una volta tiainto, bisogn,a rioor.dare anche i g,ua<lag!llri realizzati in precedenza. Una ditta che tende ·i'l1 mo.do !{}cl!rti.colair·ea 1prolungare l' oratrio di 6avoro, 'la •ditta Bally di Sd1oencnw1e,rd, nel IJ)eriodo eh~ va dal 1918 al 1920 realizzò un utile netto dli fr. 10.400.000; la Società Per l' assicur-a0ione oont,ro gl' infcrtunj di Wirnterthur ebbe un utile netto di h-anchi 6.400.000, oosia <lei 20 per cento: la Società IJ)er azioni dell'allumini:) di Neuhausen, si il}RPIPÒun utile netto di fr. 18.990.000 (20 per cento); la Società P,eter, Cailler, Kohler per la produzione di 1cioccola1ta, eboo il non di$P,rezzabile tttile netto di franchi 28.040.000 (22 1Per 1cento); 'la Società Nestlé-Milch ebbe un uti 1le netto idi fr. 97.500.000 (.nel 1918 il 25 per cento). Queste società unite assieme negli ultimi tre anni ebbero un utile netto di fr. 171.576.000. Prima dii l)),arlare •di rovina e di pretende.re dei sacrifici dagli operai, ibisogna parlare anC!he di queste cifre. Il signor AIYt ebbe la disinvoltu1--a: d:i affenmare: « Io non predico la lot- , ta idi classe». . Egli non ha biscgno idi ,predicarla, egH la ,condwoe, e lo fa in una foym~ rnaLto 1J'iù aSPrni <li nari. Ciò fac,2n~D egli semina l'odio. Il sjgnor Abt afferma, ma non d;- mostra. che .della cri,si è colpa Ll giornata di otto ore. Affenna fooltre che nei prezzi del,le materie prime e 11egr impianti tecnici non si posso110 ·introdurre modifioaiziioni notevoli. per elimonare il defi:cit. Secondo lui non resta altro che ridurre il salario. prolung.are r orario icli lavoro e limitare il ,consumo. Io osservo d1e se an,J,c voi ridu- ,ceste i salari1il del 50 rper cento. se anche prolungaste di qua.ttro ore :11 giorno r orario di lavoro, il nostro paese non ,potrebbe soste.nere la conFUORI I REGISTRI! Ma se veramente le condizioni de-lI" industrfa sono così cathve com.e si \'al afferrmando, perchè avete tanta a>atvraquando si parla. di dare u1ù)icc:!1iata ai registri ? Se è vero ohe b industria stai maJe. fuorri i registri! » L' oratore esamina quin.cLi le azio11i parlamentairi dei Proc!Juttori e le confronta con '1o svdtlu.ppo della disoccupazione. Un anno fa avevamo un terzo <li disoccu1pati totalme11te e due terzi di disocoulJ)ati l)a,1,blmente: ora abbiamo 150.000 dis.ucu:pati. dei qnali due terzi tioralmonte e. uri terzo parzial m,ente. La si-~uazion1:.dunque è peggiorata !)arecchio. Queste sono le conseguenze id/ella vostra politica cn.n la quale voleste la UimHaizione 1d~lle i~nportazioni e l' aume11to delle tariffe doganali. Dopo ttLtte le crisi is,i ehbf un trabaUamento concerrtr:ico d~lle aziende, una forte concentra7,i<me del capitale, un progresso neLia q:rroletarizzazione. LE CAUSE DELLA CRISI Una causa <lella cti-1:;i va ricercab nel fatto ohe sono venute a n1ancare le ondinazioni di guerra che venivano daU' estero; una seco-11daneU' immiserinwnt,o ,dei pop0li, una terza nefie difficO\ltà ca.usate ida'l camb:io, 1difficoltà che non pennetto110 a certi popoli di acquistare i noi-tri Prodotti, mentre dànno loro la possibilità di conquistare i nostri mercati di eswrraz_ione. E' sbagliato ,1ttribuire le cause <iella cri,si s.oltanlo alle differenze del cambio e ali' introduzione della gic;rnata di otto 0re. DuraTite la guerra· noi ebb:imo uno wilu'J)'Po economico, quale non si ,i~ontrò mai 1iTI !svizzera. Si sono realizzati guad:agli •enormi, che non poterono venire investiti tutti nelle a2iiende. Nel 1919 la somma di emissione <le1le banche svizzere raggi,Llln.sei 690.000 milioni. Malgrado l'a!umento del numero dei f,a hliimen ti che <la 290 nel I917 sa~ lirono- a 670 nel 1921, si vuol conserva•re una s.it1uazione insostenibile; si vogl.iono conservare 2')0.000 aziende mentre ne'! 1913 ve 11· erano soltanto 100.000. Se queste aziende non trovano sttffiibiernte shocco per i lor-o i]Jrodoitti in tempi r.ormali, come possono essere conservate in tempi di crisi idi .esportazione ? La crisi non (PUÒessere Tisolta nazionalm·ente; ma questo fatto non può e non deve indurci ad assistere Pas-sivamernte allo svolgersi della storia. Una soluzione non può veniij-e diretta con una fl)Olitica di cortissima vediut.aicom'è la vostra. La quale tP◊· litica comirnciò con la moratoria: questa non giovò; poi vennero ·i sussid:i di diisc!::.iOwpazione,poi venne la lott<1 prodruttiva contro la di.soccupazione; s.eguì la (POiitica id/elle limitazioni delle ùn1J]Jorta~ionie degJi aumenti delle t;.,rifie doganali - sempre con la speranza di aveir brovaita la soluzione. La nosbra eccnomia. si troiva nella situazione della vecchia indipeTidenza •d:ei Cantoni. JJ-rima della caduta deJla vecchia Confeder,azione. Allora cia 1scun Canton e credeva di poter c.1.- varsela con la ;prcipnia ec;onomia. Con questo sistema la vecohia Ccnfederazione andò in ,rovina. Oggi noi ci troviamo davanti. ad 1una identica <;ituazione. con la sola di,fferenza che ora le <llimensioni sono maggiori. ABBASSO LE Fl~ONTlERE ! Noi non possìamo cavarcela con una eoonamia chiusa di uno Stato. Noi ddhbiamo avere il coraggio di dicsiarare che le barriere economiche che ogni Stato el.eva •contro gli altri Pirossimamente dovra111cadere. In un perio:do di rivoluzione economi•ca, noi dabbi,amo liberarci da1II'idea di poter tornare a11le çondizioni del 1914. Perciò una delle domande più importanti dev' esse.re quella riguardante la nazionalizzazione delhu nostra eoonomia. Poichè noi, no'lll abbiamo materie pr,ime e soltanto pochi generi al1Mmentairi. noi dnbbiamo cercare di abbreviarre più che sia possibile la stralci-a che va dalle sergenti delle mate.rie prime alla località della lavorazione. Le s,pese relative devono venud dirni111uite. Prima della guerra I~ ferrO'Vie federali inwortavano il carbone per due terzi più a buon me.reato dei commercianti privati. Una volta. il s,i'5•nor Schuthess. in una sedutai di una Commissione del Cc.ns,iglio Nazionale, ha accennato al « guaio del cancro» nell'attuale sistema ,di aipprovvigiona111e11to, constaitando elle ur1 Kg. di pulla lo si importa a Basilea per 34 cent., ma che a Berna viene venduto per franchi 1,40. Perciò iJ nostre pae e dovrebbe Bib.liotecaGino Bianco Noi non siamo orientati circa le basi della Produ·zione no-strana. Non abbiamo alou,na. esposizione cU dati concernenti le cond:izicni della produzion~ 'Prima, dUJrante e dopo la guerra. Se un conPo economico è malato, noi d'ol!}biarno stabilLre le basi dell'economia, dobbiamo constatare il costo della 1Produzione. E' nece5Sa'ria un'inchiesta generale sull'economia, alla quale parteciPino lavoratcri e imprenditoni. Soltanto in tal modo noi potremmo ottenere una base per una saggia poUtica economica. Nelcampteossile IL VANGELO DEL CONSilGUO FEDERALE « Rtre.rie-ncl.oci iait,:,a Sua. <loman.da dc.I... JPO.TIL~a:mo ,a Sua oonoscenza. che, Le abbianrlo a.-ccondatoil diri•~to al proiuag-a.- merbbO .die'L!twe,e idi Ja,voro,sctfii.ma!n,aslii. no a 52, ido;po ,aweir seintito il ~J.a,rcre<leiil' ,i..'l!}CbroralllaJe<lera:,cidelle ,fa:b.btriche, tleJle F,edenazion~<lei •datori di Javor:u e diegfu qperaii, nu~Is.e1~s,o ,de[:' antcolo 41, 1iet .a, <le>Ua lel&)gle su'ite fa!b:bri.ohe,a.Uo SvOiPO,di irili.t.i,nr-e i'I c:as.to d!eita JJrod·uzion,c ». iC-ent1na.i,a Idi ,volt-eques,t.atr.aisestcreobi:p.a,ta è già tS.crnLtta <l!a·ilP.afazzq Foocra- ,\c, -e ·cc:n.tilllalim d~ v-0!.tc 1?:Jli in.dusLrir.ù a}- 1".appa!rire.diÌI 1UJru tdleo.reho1foderatle-con teui,er;teJ Questa Sir.a.sesi ra1L'.eig1rairon,doel suooesso ict,te,i~u1:o e J)iù .ailljC()Ta ,d-etl' aicQitdeiscermaidi e'.flie<l!Ulbomità feldena.tL iNeSSUJn1octi not però, si mcravi-gilia <leil:':aIJ).airt~:1a1neriidaiel llùCi->tlro Governo. :hl :sig:nor Sdhruifuesis, <:a(J)O ide.t Diipa<rtiimervto ide::11" lE:oonmn/;iaiP.ulJibbca., -si è hss.o in ~els'tia eh.e iool oorucèide:r.e .s:e,nz' a:t1tro La seithlma:na idi. 52 ore si potesse .ri.- :medi,a,11e iaA!laJ ,cr.rsi e ri.aitti•vare J' ~'l'Jatlr seda (Planail!izzata.. !Però iin. taliwruica•si .lia,d'rt:tatu,mde!l'on. Schulthe.sis 111011 'h:a ia,!Jteochit.o. .Do.ve vi t'll\1. ,una:irnae.str,ainzaT/isolutia .a non ,'.avonaJr,el))lù di 48 ore a, ,lliuHaigiovò il fl)ermesso <li _p,ro'tu,njgJaim,:elnto ,ai::,coJ1da1:o dia SiahtMHhe.s.s Da •dàve<nSe r,.airti s~ è ,c,b-i•:: t1taito,0011,raigtone ohe ,bi·pm!,u.rngame.n.to dEfil'ommri.o ,d'i Larvooo1ao11JJOtessegua1ri- :rc il pae,se lcLa,11o:.raiLSi ccono.mroa•.Mia iqrne.s.te'. v:ooi -veinmiero.SO!tfocate da.ll'airrogante ~mPosi.z.Lanedegli iin,d,LLSJ1ri.a.:,i, i qu.a,li,yc.griùno .se.rv'1rsi 1cLi.oig,ni,mezzo peT rovesciarre ila se,t:ti,ma'lla,cLi 43 ore. Le .an.1toiritàri,rwe,ce - e SJpeiciia.ment~ 1'•001. Sch.uill'iheiss- iaivrebbewo ~l sa,c,nosan,to tdO!Vc!r'e .d:ill)!i700ur,a.rel I.a voro a q.ue,i l 50.000 OJ)erraied qpera:e ohe in.Lttor,as. ii hro-v.a1rois,uLl~ilrko. 1MiaLg-r,a:d'.ao l.a,rga ico,r,oc~t0inede 1, 11:c-roliungiamendteo·1l'ciraTio idi !ruv.oroU1cari.sii si aigg;rava oSClmJ}re .elfi l])iù. Otra 11 Cwsag!',o feide,ra-lev10.r.reb- ·oo ,arlìfiretuairIe.a, caicllutaide.'.l.a.setliman1.a di 48 ore e J)e,rciò fa subì,rc ,ai decreto d'.aipp\icazh:xne,detla .1oggc sukle iabbirich,e 1una 11ie,vm,codilfiloalbione I.a Q.tLa1elc- sclude .d'ona inn,amzi le rfed-erazioni opera1~edi meistierc da'. <ìi:.rii,to ,fin.or.a e e111c·1rac,i:{,)olè ,dt :ixor.1wnician-s~,u .Gt_g-n~ isnngo:,a,cf.cimanur,lcaLi1prolungaimento dò1·anairio 'Clii q a:vo.ro. Neimrnc.:io l,a C oanm:usic.ne feide,r.ailc.su1,l1e f,a1l)!b.ni1c.he .a,nù il ,dE1r~ttiodi ,c;ooupa1rsdi i taleJqueslr.c111.~. So 1.ramtol'·oll!. Sdh1L)lihes.es H suo segretarrio idi ,cor..'Cctto arrammon.el ,iutwro padiromli ,di n111am.egigia<r-e e,d ,irnt:eri:i,reba.rlac lc1;,g-eISlLII'.fLae1bibr'1dhe ,oonceiderela scttismarna,dj 52 c,rn a <e1hi 111,:: fa ir:•chiesta. J,! pqpol:o 1,a1viora,t0Tee.d i &uoi ralJ)lpre- &e,nò:i.t'i.111101,a1'V1na.11Jpnioù .a!kllln d:1ri,:lo. La ,s<w,r.air.rli,tdàei, IJ}O)p-0.c·1e0ide iJ .Pais,,o ailliaJidiittaitlura<lleiba<roni1d.el.l'in1dusrte.rdia i 1oro m.ainicfiata1:ri se,noiall Consiglio fe• dera-lo. Ev,v;i;va l::t ciemaionaziia ! G. Wolf. PRO "AVVENIRE•· SolrnnnaIPlfOOejdeITTtc f.r. J6?8,70 Herbrug - 1Mre1111eDgon,a<lio, sail,utairncLio·I oompa,gno .P,1.- 1vesiodi Aar.aiu Samaden - Ca,rta•1~C1-0iovan.:1-i, a¼1Jg1a1111do r:atb namen.to Zurigo - La oot,tOSivrizio.n-cdi F::rndi,n rne'. ,rnuanero se.or.so 1dov;eiw1elssere idi fr. 30 e n.on )) 1,-- )) 1,- ,ili 30 icemt.,IPeTOÌ..Òa'lilOOra " 29,70 Mohlin - C:1:~p0iJ.eo1~i C arl'O, [Palga1111f,dàobboi:iaomento Winterthur - Fr.a. c0impa1[11i, in oooa1SbO,n,'cef;~lla visita <li !Mfllia,nvo11 K10llb111.rn.p1o1l.'.i1venidcòo lilottlllrno - 1Mi~i-ain,saluttairudotu1,ti queJ- 'Fi d1c scma ail'ia oat1cn1Jane' TosfSLltéd -- ,A L. Q.LLarnti crcri,ni vi sono .a,rn:,ora~, p-e-ci.a,Jmenatel1 La <loanCnicasc,ra - iP e.i 30 icC'nt. .di Peir-0 i n : a Wintert.hur no,n sii accettano lsahtti: o due ilinan1,ahoi,i riiiiuto. Ba.nbo,ne » 4,- .3,-- » 1.- » 1,- )) 1.- TOTALE Fr. 3670,-t0 .50001ma1:rtù. quailahc iSaig,gio di ciò cli<.: d.iis~ \"am~tore •di Mosca parlar.d-0 delle lcl9i e ,dethi a ttcggi.a.mcn,: i di costoro: ""A M,o~,oaio ,ho .letro !e tesi sui:.a ta ttica 1 ~1 '\11()S>'P.ir.'o.llrti 1to, conte ~e hai.no let>tea,ltri ccirrwaigirri_ E oi è ap-parso che esse si.a.no~oritte ,con u.n :irnguaig,gioinacc::s~Joi~e.a ùa ana~:s,a.Re,~,o'.a<leìld lll1!te,maiziona.'l~comwn:iJsta è di ,pa:r,!arre invece '111 mcd,o da e.s:seire iaclmr:nie; ii11oosi diaL:{!g-rta!,,di mai~«e anche }e più ,:Lrretrarte. '« Lo s1:r...':S-.<;)() ,rlLi~vo ,dc-vo f.arlo ~eT il Jinguag,;io de:ila 'V·ClSitrsa!JaJTn!pNao. i -s:amo un -pa,rtiito-proletario; raJJ!)rcse.rnti.a, mc a.ndhe-gli strati rp:ùi-gnar.amti,più a,rret,r.aiti1i dle,!emasse lavoratrici •e ·do.bbi,amo ifia.n~I i111 modo dhe ◊S.Se c'',n~en,oor,o ,sera;.r<Sforno... « Le questi'oni tabti,che sooo questi.ani temporan.ee etd c.ss-e pf!trciò han.no hrn- .portta1n.,,..oa1 .c-emJJOra.neca,'.imitata. La J}r-et.i~ia id!e.l Comi t:ai:IO Ese,c,u t ;vo de: P.arti to Gamu1m,s,taid.'iftalia <li formuilalre deMe tesi itattiche <lear,nitive è esa,gea-afa.Bisogna cssie.re~r.afci e vedere le s-o'.•uz.[o_ ,ni che li!Ì ,pocsooo dia.reia.i',esitua,z~on:ei h<! stroxs,sÌ'Vlarmen'.Je, si :J).re,sen1a,no. « tNeJl';~ITTTTl.eidtoap.to ,g-ue:nra, la man·ca sailemte del pro\etar,iato rirvaI.uzi:.ooorio 1Potcivaperrmrette;rea!i ,rivo!uz:onari iCl;i 1.s.ei..1r<urre nma; ocJ1ta l~nteiae! OOitutti ab· biìaimo fur.1:,0 i-1 'l'Jastro doverei. Ma .j t.omp.i SOJro mutati: J'an1daitari.voh.1.ziona'lia è l(Xl)<l~ata, SCill!Ul isortire l'effe::'◊ da no.i ciesndte.naJt1oE. d~i !!il icatpitaih~noha, scatentifo iCC!nl -SUJOOess·o la oon:tr-.oiffensi'Va co11Jtrole oon:Q1uiist-pero],eitiairit1. « •Osser.vate ogigi !lo s ,aito di {lllletsi e m~~z: ,g-'i ;aliifama.ti. i seniza Ja,voro, i m.airtiorilatr lhiamlr!io irr1 quesito ,rnooneiu~ounsa tenidenoa arla unificazione •del fronte di fobt!a. qS..51aJ .se1rntd1hee ila S'lllaJ .ai\auailecon- -dfd.an.e k ~n (Palnte l®iv:uba iam,ah,e a!ile sue moJl~bilict idi'VITISci011i. A q,ue.sitae_ire1dtài <lel ,1x11~iSato 1V1U o1ie1ru1x11r.aLr',eL.ntcnn.aziona!e C,c1mu·nis!l'.1 d1'a, ,ilrt:·~ <Ciò e ,rJisporn!de a quro'.ia r,ic-hiest.a id.tel'.-emaisse idiicemido: faoo:0ano il dìn01m1tlcwll!o00. « Vi,ceveroo il .Pairtito (<Qmu,nistiad'lta!l:ia.che pu.r sj è a'{vic:1rirutoima~:.oalila ,rattiica,del terno iC.iem,greSSd'eO'1l'l,11tcirnaziona:lc Comwnis!a ime1tten1dlo,sn,li)1Wordinc ,d'j1cli:;ed.e1!'..a oontQuistadelle ~,se, si è J:>e{rÒ ,aJ,!on!lallùa,l!dl(ia) i'la·tattica del fro.nLe,uri•CO eld iha: 1v:otai:ooontro .:e tets.i .eh-e i1nlllliatic1r:01·1Esoc,.1,t:h,vao •[)Te·sr:nitt.i!orieila ir,e.cienteConif1ere,nz.alLJJr,~ata. « Noi ieisi,giamo -p:.:irc-n•toria meJ1-tc: i1n questo momen:o J'.uin1ùc.1zio,n,dec: fronte <li 1otta..... L'Jnte,nnaz:onale COimuni- :,a,r.lOln è ,u.n10.rg-a1ùsmIfo nma.to df pairiiti ~n•di;Jen:den,tli'wno dal•l'ailtro.ma è invece ~.l'll so\J tP'.llllti:omonclù1lc del pa-cr ta1rioatoTi<\oluz:.::ma,r:o, di Ciii i s;n,~c.'.,ì IJ)arti{i oomun.isti .akro non sano che ;cJcl- ,!e ~ez:,o,ntni.raJZ:071,aili ». Forma re il ,iroll<t è! u1i1:coe ,Oin(Jnit1l,re :·.a,de,ione d.ell:a maggioranz.a delle ·masse lavoratrici ·come a,de~sovuo-ic M~ è e;vi,de.ntementei,n oie.nn ,cr:,11t,ra1dldià)- ne can .Ja i:,rnce1dente ;,::ttiica della st,e:-sa 1Mo__~a1ohiencitava le minoranze .a ribol1:Jirs,.ja11:Je,11111Jal'sKic,ra1J1 ze ~,dh:i cOIì m:ùipl:::aite in t,u~toH mol'ldD I~ s-ci<~:,ionfria i l.arvora ·o•r;. Si SPi1e1iaqui1:iidi.:a sonpresa e la r~- &iS!te,n~a,dei oomwn,isti. 1M1r:ul ve,rbo 'cii Mio-o1ca.a,1. 1d1e i SLlperll C'ln·mi idoe1c,o.rniunr', 0,mo i',alio.no han <ll· chi,a,na1t<odiJ)'.cg.aire1chs.cip'i"1:1a!ati testa. Tamto ,J)liù dhe ,la.a::u.ov:at.:i•.tiica&lei kon· te n.IJruilcio tn/Ollt !deve 131!1r-es:tar,el J•aQul0ttl3diai;a ca1rnP,::ia1~11,a di ,dimann1z,''c,n~•cc,rntiroi soda.I:~ '.i ,e nnira a t1ra1rireaibh11rne:nte,:.- naw,,·c1nti1:1aiment,cle ma se 1pr.ole1:a.ri.e 1,c'.l'o:1ibita1dle,lfa-zic1ntm•c1ti.r.re:zi•cm,ac'11:!-:r s<.mido,c:p·•n.',ordei Miosic.ai.0emeha 1,}ctvo Kiola<ro.fo, he a,noheco!1 rant.uaiLeTeazioJ,ie ,, i,! ,c-ar1~ba,l.iL,'1Tl'011c.cinc,;}ic qpc1ra c.g-.1L- 2.l rnente ,ri1vol1wzio1111aini1, 1pir{:pairalo sl:ai!Jo .ctìrun.i.miionidl.s,pe:111'-lalb,ce fa ,ripre!sa riv;o_ 1l1uzùcm.a,r1i.ao,i01è "ti ma,ioo.mC'fLto,e noi sia1m.o,ogiguirnfaitti aiil'nnizio di wn.a1111tLova 0111dait1amvi0Lt1z'ionar,iiai ». Aforismi rossi « ..•• Essere rivoluziona.rii, o signori, non vuol dire essere violenti. Quante volle nella storia la violenza fu dalia parte della legge e dei suoi difensori e l'ordine invee.e dalla parte dell' insurrezione e dei suoi militi! Essere rivoluzionarii per la grande idea di giustizia sociale, vuol dire mettere la forza cosciente a servigio dei diritti dei [a,voratori, e cospirare col pensiero e con l' azione a ristabilire l' ordine vero al mondo, con la 11acificazionedegli animi neU' armonia degli interessi e deUe libertà degli interessi e delle Ubertà individuali"· PfETRO GORL Federazione svizzedrealiavoraetodriili SGIO.RERI: BA.SILEA: Gessatori. THJUNP: itto-ri e gessatori. Zl.JR(.G{): Scatpe.llin.i. BOICOTTI: lNTERLA!KEN e DINTORNI: Boicottaper i pittori. WINTERTHUR: Boicottato Clivio, padron.e scalpellino. ZURlJ:GO: Boicottati i padroni pittori: Gianotti; Bawneister WilheJm; Gais-er, HiHdeJiweg; Anderegg, Winkelstrasse. LosciopedreolgessatdoiriBasilea La F'<'Cle.rozione dei JJ,aid!roni .gessa.tori <li Basilea, dctiò 1\.1111.a ,rii>duzior..,edi s::itla· r;i_o idi 20 ceni. aiN'ora ed un 1J}rOliJ.l/l1.g;am<'R1todcli' orario ,di )a v.Qro d.a ore 47 a 50 per se:irimama. Le tr.aitiratiJVe ohe <.:b-bero Luogo cl.i.rettannerrtecon i pa;droni stessi e <lava,nt,i f Ui!ifici.odi Conci.fazione, 11011ITTCva.rono,a indur.re ,lor si- ~norj a ir.munc.:.a1rae.te 1l◊iPO as&urde pretese 1e~lrciò è <Stata pnocLaanaitolo sciopero. Jl rol.P-0 ,dei 1padnan.,igessatori è un ai!ibo d1 vi-oileui.z.a 'CO! IQillalesi ivuol cos:ir~'.11{-ca.-r•ei.avor.airealle .medesime candmani 3Jlliahe içli .a1hbr1ign~i detl' ,in'cl.ustir:h Qdilizia. L' .aibbandono del ~,a.vo.Toè comrAeto; gll soioPjflr.aint,i ison.o .p"tenarnento -cosciffiliti de'll' a,sper.ità ·d-e>llalotta, ma somo ,an:;he tiso}u,ti ,a resi.&tere fui ohe :a pe.azìon-edei padroni gessaroni sarà odom.aiiia. N~ss,un g<essaitore si iroohi a. bra'Cl:iire i compagni m tl-Oita; .11essuno facci.a iJ c:r.tm1"1ro. v or-o non o- e-tir 1bu:a o a i!:airIBi,a, IJiCi diso.'ccupati •çNotsta.r.<lsarbeit) iche apparten· ~ooo ai sudtiet.ti gfll/P.Pi di ooJTJWLi.ca.Tlo subito, -PN 'isaritto, .ahl•.ufficio cc,nrr:ral-e deJ.la.-,c,straFeiderazioo.e indicando esaittarrncnte j,[ loro .r.o:mc, cognome, mestiere, iJ irN.unero<lei ,oompor~lll.ti i.a !oro fam\!("iia e<i il ~oro in~Tiz.zo. ,Mcgi10 :sa.•rebbed, 1e i C-0mita::-ls·eziolnLi raiccogVi~.sero questi Id.a.ti e clic li ;,,.v'assero lmrn12-dii-a.taime111te; J).iù presto ci ve,n1;or,o1reca.pitaiti, tanto meglio ii C:om'•ta:•o -C.t•n1;rale •Potrà provvedere per essi. Nessun disoccupato e nessw1 occupato mei laivari ,ocsidctti e.segiuitiper CCiJTl- <bMtere ·11 <l'~,c,cicuJ)a:ziord..ie queste c.1tegorie ~iralasci di ,ann.unciarsi. U Comitato Centrale. Iersi obillaotogrgif,ai scisti Tutti sanno che \a ma®g"'.Q.rParte dei ca.pi dcli i.aisci.smo, 0~1<...~n.do ,d,t Mussol-Jiti, •eTaino'])6rn1a,de'.'ia,igue1rr.a i :Diù iaiocesi r,:,rqpaigar.ktis:ri ·dC.Lla .rivolumme :p:nob':ainla.Di .loro <Sc:nvc C. De RaG-co atei « 1l.a(voro » 1è1.Gi enova: « ... E' ,a1oca1diuto eh-e llll i0€lr~onume0ro idi IJ)Onsalbiesieoo ri.maiSte petr una iqrtt'~lldiic:n.aod'aimi 1n una p~aig;a per i.str.aDJ).afr-e i ,comiajdi11ii. a:Wurrilha,zron.ed.i ,aiooog1ieire-ervanl(g,e:ti!Cannemite qz;ni afìfesia. A (l'Ulei IOOlltaicbn,i si so:no ill!Stl'.tlati ddi., ran,cori 111on s-empre gjustitf.:icar'1i,, ~n QgJl\ oai..,<:.Q ~nahi; si è •SIJ)in.ta, q.uet!.a,pave- :na igente .aid una ootta esasp,erraq ia.oohe icon.1rm•c<ùwo, oh-e., pur DS.Wrn:ior.i.vci,tt• z:-o!1ari, non (J)Otwam.o .amunetteirie che ta ~'.ta 1 cH .a"'.Jaiss.e ISii rh-astanmass e in !P<lOOS!Smsmo. !Ma ,quam,doJo <SOOPO fu atirernuto, <Qt~a:rldaoiL'.'~n,dsmerem.,zpadmitiva _Le espu:lsionl e gli arrivi di operai e- · fu sostituita. J'esaiSJ)erazion-e, cco, i ;pa• dìfi italiani succedono ancora contem- stor.i .passairono idia. J'aitra Jlél,rte <le.1la poraneamen~. Quando arrivane Operai barr.t0c11t.ai e 10apjnamarono raz.ione re· dall'estero e nel medesimo posto o net press,va e p,uni#va. Cantone vi sono dei disoccupati ed.m, ~, Ma, -.r;s-Qmma!, qua.il.ecorp.a orr-eJ1Jda ogni operaio organizzato dovrebbe su- ona;culaV1a fa .CO-..QCiem.7Ja di quei con1la!dmi bito comunicar ceto e dirci: presso che pe.ndhiè iioss-eaut,orizzaita La. sq;;pr,es.si.one padron.e lavorano i nuovi venuti, che di essi, iJ',mce!ldio d.C:.:le case •lQrO, fa mestiere fanno e quanti sono. proscriz~, :la: ,bastonaro,·:- p neWlinteressel d(ei nostri operai che da molti anni sono qui residenti, e « 5ooo ,lla .co,~pa: .aivier iort'duto .aldun.a de~li' G'J)erai svizzeri, di aiutarci in que- preldicardQIT'Je ,Gira, oorucLa111nad.ata coloro sta lotta, onde evitare che entrino ope· medesimi .cl1e 1a dMia.i.sero; aver, cioè, rai daU'estero, fine!?~ vi sono de.i di· -presoo&uls-eirhoo, reiduto sinceri òifO!l\SOsoccupati sul costo. Quan<lo non vi sa- ni CO'.Qlro .ah,e, ',n ireiaiYtà, '11oClìl crc.dev.aoo rà più disoocupazione sarznno ben ve,. fa :miila, ma iSi [pia(V,o,n,e,gigi.aJVano n-e-1!'.atfnuti gli organizzati; ora però non biso- .fei:,to,p,r.o.'./eitami-ieoir.i,w.me or.a si .cl.ra.p~ gna ,prestarsi alla manovra degli im- 1Pe~1;iairnoiel'!.a vi11a comoda che I-oro p•.-end.ito.i, i quali vogliono mari:tenerc conserte il ,cLainair,odei -pa,dron.i. una folla di cfisoccu,patip, er pater ribas- « In breve!: i 'P'l'Oleoarri oono b.a:stonati. sare i salari a loro piacimento. ,pe,rchèhan: oreldiuto 1ne1iaL:JiroPa•gancd,ai Anche le espulsioni di operai edili de- co.\aro ,ohe 1lt(ib.as,t,o.n.a1110 ! vono veru.rci comunicate subito; ci si « Paro1::la.sso? No, « idinarrnismo ». la ~vverta anche se arrivano sulle piazze pairo·a, -oloè. 1dh,e ,or,ai,si iè iri.mes,s.a . . .nuodi !a,·oro overai disfrrganizzati. vo 1::-e-,dr el'lin'•r-e.ciò idhe 1una'VOita, con Da Thun Sciopero di pittori e gessatori. Sono a,nri,v;a,tui :,;amam·::!Jl~-tdei pir:10ri e gl!ssaitoiri nc'mesi .i quali diisseiro di ,1on aver :eit!Jo :rn m,ess,ungionn.al'e•cLlii,n- ~LLa 1talia·ria che qui a TJ1Iwnvi è .10scioJ)e,ro. Ripebaano a.ruco,ra, di.e i pittori e gessaitOlfi di TJmn si brovaino da pareicdùe ISCt!,nman.)en i cio])e.ro. pe,rciò tutti coloro ch,u amri,~eraJ11111.{) :n. quesita locaJlitfl vernann1°011irsittati come si -trattano i cr;um'Ì*r.i) Non si può ,credere scml}r1e a.li' 'ngcnulti rdi questi CiPe.raiche teq1,.:111d1i0 ,nas~or1der◊ la loro az.ione i,i1- •deg;r..a;lo so:ctpero di ThUJaè stato sern•1''1111ma1.;:-me 1111 idl'icta. & chiam3M'.l. .a,nics,t c,oi a c):11 .s e,n,:,o me:r,a.~e ! « 1!0ron no~g-oeJ:naitooil 1dir•ilt·1a0l mutamento ide.l,fdjlé1ee.',n .seniso cvohutèvo e'd i•n s~.:11<ò0nv.c,',ut,:iv,o. ,I -cervdli ma,!Jun:m•oo si ramm0<1l'i.socm,v, Cld i.'., mor.ido... ,;:-,::1rn:11i 01 ,au1g-u.a.l1111em1:e. «1M.a ,qu.aITT::.fo 1rnia p0r~on:a - 1 irtcnd.o aluideir~ a:'k 11yerso,n•e Lll'U ,be,n.e- .s.i riore,de1d.qpoal\·e,rbitto ,pro,el~'.i; qua111do llil uca110 i5f a.ccong,e ,d~ es.se.restla!to e di a;v.c.r;fr.attto ill e,nr:::ired. iuev'1~ ha dinanzi ,a . è: o S\1Jen~mei11 tare 1un1,parC'J)aga'l1cfia 1d·,.,intosisica!',ri-oeo rifiiJrains.ir.n una ·.r,au:i;i.a. ièoma,r!da.r p·::md.on.ao,d 1111 <lio qua!u:iqne dei peocati O(,mtmcssi~. g-r1ial.atoa ~iù rlptr•csedal'.a st.ampa 1i:a-"""===="""'= .,....,....,!!!!!!!,......,"""""""" zic,:,:iLe e,d e51te•ra. Disoccupazione ed i..-nmigrazione. !Le i11osilr'eaiutorità statali e canronali .sositergono che .il1 1.svi.zze-rarn.an1c:1. la ma1no cl' o1 pcra ,di. open.i edi1Lsi pc-ciahzz,ati •e <:ihe la disoocupa.zione c11evi è ,nnquesta ca tegic,ria 1ècomposta di o0pe1raa-iu.siliairi. Per .qu~st,amanc1.nza di La:voraitori qoo 1,ilf,oaU,•l'autorità dice di c.ss•eredb,b<'~gata .a oee-dereai desiòe:ri dei oapimastri, i qu.aJliahiedono di faT vcm.:.rcdegli -oiperai idaLi"],t.aLia. !Noi sa1P'Piamocihe i:n c~rtc loca.lità n,omivi è disoocu,pél.Ziioncin questa ca1.egorta,,ma saJ},piamo anche che una una ,pairte è co.str-ett.aa fare il lavoro obb'~Jgator,iopei d.is.occt~patia.<l una lar~lfa 1bassi.stm:i; questi op<)rai sarebbePO'be,n felici di. 1pc,te,irri1Prnnde1e.r•de,: lavoro a ta ri;ùfa co11cord.ata. Di cost0tro ci m1a,ncai·I 'Clcm,:irallo pc.r poicr dire: q11a1ntsiono. Sa,ppiannoiél\nolted1e ,UJ11b.uao. na pa-rte ,di opeirai italia,n.t son.o ancoira di:;oc· cupali. ma,Jgr.adonon si siamo ianu1,umciiar ti al1!eauVorit.àicantonali, .p-erdtè ,tomo·no <l'eS'.scre,per 1questoIJ)orbaitialla firon,tiera. NJC1i:ipur idi! questi iaib.ui.amo un ro:1trollo esabvo. tPo;i vi so1to1de,g::0i 1~e-ra,iai qua·li ij}et u1nnmtjvo o ,per .l',a,l,bro, 11~011 venine carriSJ)osto il .sussildio idi di~occup.azione e ohe ora moinfig1urnno come ,disoccupati. IPrcndianno tur.ti i C31Ssi .uacce1nna1tiassicmc ed .avremo a~1cornun numero enore di di.sooc.U'J),aM .. I 'OaJlimastri ilnv:ei::e,doma:n,da,no.a.ùlc a·utorità che diiarn-o il IP~rmcsso pe.r .fa1r~ entrare iin sipecia,l imo<lo <lei nni.rato·ri, sterratori, cementori e scalpellini. ~oi i1witiamo tutti gli 0iperai dei,l'arite cc.:i1ccli.~occuJ])atoi oh-ecompiano IL11•nla· Sport primaverile (Dal vero). <=/ulll!),a,·IIT\1}.at'cuara alta 1criea 12 mctni. due mura:ciri s.tanrnoig-ua<lagina.ndos,i iL l]:Jf:lneq1uo.l!di;3!11,o. P•:ove 1 cta 1cPugeiorr;ni. IJe cord!e e.be s1ci.s,tc1,igonI•o} sta.~hc t,r-a:vicrs1ai ,« 1110'!:amo » ,lant.an11-0nte. IJ1i.a ta1vo::a.,C31dirntia,1111w·o;v,vis.aimen1te sul ira.~ v10-hafo1c!1e,::1' ,i.m(,a•l-oaitura1,11c,pro:voca lo s.l;a1xOamem,o!.omple'.o. Pa'llico. 'll.rl\. 1Mo:iitre i :ctu.~ mwra1 1bri si sa.I va.no ,a,gg,na1PtPa1111dO!S,i ,ai .d,aiv.a,rnza<ll~e,lle fii11estre, c1a1pi.t1n1. 1nal1.,:e·i-m,-;irie~1d:i.toorhe faootrnJCaT~vcie1(ileq,uan1o~ slia 1PeJicoloso Lavomme. E pur eiSs,o,IJ}a1.1f.cl<.olia1!P.ts0ipav-e.nro, i·n1v.i•!gia:,U 1a1Jiirioi1xmaf.foorl da•l1a z;c,;;o,deI ,1>etJ1:i0ei'.o, .ai s~rl•vrnr.,ei djsgra - zi.aiti ,ri1T11a1SJili agg,ra1Ptpa1l1'. fic,alm~nL!e IQUestin1',l!irni. ~111 /PO'.si:;oss.i dalllo 1s11)\1l~.e.tt:oJ).o()1Ssonipoa, rJiiduoci più ohe noi, iPOSarc il 'Oje,dc1ak'rna. JI pia1d1wnicia, ,I qua,1 ,c ri,to,rna il c,o,~Qrit.o w,llc .go'e !),corla ,soddiisf.az.rorr<el'e.~la r-c~,p0u1sabiSiJ•àli1Quj<l.a1ftitJa,O"Clllide <OO!l1alg- ~i•o. sfi a1V;vitu11a11da.u111d0e.i r.,c,~lri eroi 1-cao-n11;,eatico.ria~iosame11111,1gc:h, <dice: - A1ndatca b·e1rc,un ibiochif.,re ,d'.1cQ•LK1.; v,i 1])1:11'-',scirà 1 lia paura! SOfllJ)11CS~O'I murar.ore !i() iii,ssa e id.i. botbo: - Scusi, ,sig111orrpaod1r0111<cla. quau1ti metri d' aHezza. uiis~ ri\m.airncrc a[l!;ig,na1~p,a-1ptei ria'Vetreil ,di•riltitodn bcrn ,urnbJoohht:,re dli rvunio? , i \eme..~. I'. 1C1a1po.ma:si!tro ill!ldiam.a!ll1lc'Cm fila a ben111eun1mezzeitlllo• e I' Qperna,io rim:i1nie ,a fare ,deilf1aiHoso1Ha.s,tel~an btro,n 1C,LLC1drcei pa!CLr-0111 iL MASTRILL.1. 1.111"111 l' n1111 del fflrllll ., ,.

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