Almanacco socialista per l'anno 1896

- 103 - E il vecchio anno se ne va logoro, affranto, come chi ha compiuta la sua vita senza avere es,~urit0 il suo compito, portando con sò molte maledizioni, più d'una disillusione e appena qualche rimpianto. Esso non ha dato H pane a' chi lo chiedeva, non ha portato la pace a chi l' aspetta·rn anelante , non ha recata la giustizia sulla terra. Esso non ha sapnto ricondurre alla .luce del sole chi geme tra i ceppi ; esso non ha saputo an- .cora riconciliare l' uomo con l' uomo , gli uomini con la vita; e se ne va così, dimenticato , inonorato, maledetto. Pure il vecchio anno affranto se ne va dolente , ma consapevole, in cuor suo, che non tutto il biasimo gli scende meritato sul capo. Esso sJ1 bene , in cuor suo , che più di un anello di una lunga catena si è spezzato tra le sue mani, che parecchi claustri si sono stremati sotto la sua lima e eh' esso , infine , è come un vecchio ariete , rotto o consunto, che non ha aperta la breccia, che non può aprirla, ma che , battendo con furia rabbiosa ed ostinata , ha inteso sotto i suoi colpi lo scricchiolìo sordo della muraglia che vacilla. Così l' anno vecchio se ne va , confortandosi del seme che ha sparso , del sole che lo farà schiudere; e dice in segreto qualche cosa al nuovo anno; perchè essi, i vecchi ed i nuovi, sono i mille fratelli, tutti d'una genitura, animati dal pensiero di una somma speranza, raccolti nel pensiero di un compito comune, onde è sacra l'opera del tempo, e nulla ,a pcrdnto di qnel che in esso si compie. E il nuovo anno spunta, simile - per chi volesse figurarlo in forma umana - al Gesù giovinetto, quale amava dipingerlo il Van der \Verff, col volto luminoso, pieno di sogni e di promesse, avente nella misteriosa profondità dell'occhio un vago riflesso dell'infinito.

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