Almanacco socialista per l'anno 1880

142 l'ERCHÈ SIAMO COLLETTIVISTI. contrarre debiti; cause che nelfo stato attuale delle cose capitano infallibilmente l' una dopo l'altra, quando non sopraggiungono contemporaneamente entrambi: la mancanza di lavoro e le malattie. Noi non siamo più nei tempi in cui il lavoratore attencteva fieramente che venissero a reclamare i suoi servizì; oggi i lavoratori sono aumentati , i 1·icclti diminuiti - ho detto i 1·icclii e non_la 1·iccliezza. Il nostro uomo implora il lavoro col cappello in mano, come una .grazia. Il padrone gli concede la grazia, ma gli fa osservare che non può pagarlo più L. 2,20, ma L. 2. Ma ... - il povero lavoratore voleva osservare che con 2 lire non poteva vivere. - Non vi sono ma che tengano, replica burbanzosamente il padrone, se non vi conviene, ne pre~do un altro. Resista o no l'infelice, la sua resistenza non potrà, lo si sa bene , .che essere temporanea. Egli deve mangiare· e dare il pane alla famiglia. E questa legge dell'offerta e delia domandà, tanto ben determinata dagli economisti, non regna · solamente s11lbracciante, ma sopra ogni uomo, che non sia capitalista. Io ho udito un giovane e opulento galuppo, sudante il vizio da tutti,i pori, porre, a uno scrittore conosciuto, la medesima alternativa, e negli stessi termini ora citati. E lo scrittore, come il bracciante, dovette accettare la dura condizione. A che si riduce l'eguag·lianza innanzi alla legge, senza l'eguaglianza inn_anzi al capitale? Ecco in che consiste la libertà e l'eguaglianza dell'uomo, senza _capitale e senza istruzione: egli deve lavorare dal mattino alla sera, e spesso anche una buona parte della notte, per ottener:e lo stretto necessario; egli vive semplicemente per esistere, Biblioteca Gino Bianco

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