130 SCOPI SOClALlSTiCI, ECC. Noi abbiamo qualche volta combattuto per la repubblica universale, noi consacriamo i nostri pensieri, i nostri cuori e le nostre braccia allo stabilimento della pace sociale nella giustizia. E i sovvertitori delrEuropa, coloro che dai Balcani ai Carpazii e ai Vosgi, dal Danubio alla Loira, dall'Oriente e dall'Occidente dell'Europa ai confini dell'Asia e all'estremità dell'Africa lanciano milioni d'uomini sui campi delle stragi ci accusano di « turbare la pubblica quiete », e ci perseguitano! Noi vogliamo la modificazione della prop?·ietàromana (diritto d'usare e d'abusare) in p?·op1·ietàgermanica, cioè, divisa in dominio eminente (lasciato alla società) e in usu,.frutto (concesso agli individui), con certe clausole. I più radicali fra noi fanno un passo di più verso il comunismo, e lasciano a delle collettività sociali, non la proprietà ddla materia e dei mezzi di lavoro, che non apparteng·ono che all'Umanità, ma la direzione della produzione (salva restando la libertà delle vocazioni), garantendo però agli individui, soddisfatti i carichi sociali, l'equivalente del valore prodotto dalla loro partecipazione al lavoro sociale. Nell'uno come nell'altro caso noi proclamiamo sacrosanta la proprietà acquistata dal produttore mediante il lavoro. Eppure, tutto ciò sembra che sia predicare il furto; e con tutta disinvoltura gli sfruttatori, i trafficanti, gli speculatori, gli oziosi, i parassiti sociali, tutti quelli insomma che vivono a spese d'altri ci accusano di prèdicare il saccheggiq e la spogliazione universale! Noi annunciamo che l'idea gove1·nativa, al punto in cui or sono i paesi civili, è in ragione inversa dei progressi sociali; che l'Umanità, di mano in Biblioteca Gino Bianco
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