Almanacco del Partito socialista italiano - 1931

. on c'è dubbio: questo presidente, e questo sosLiLuLopmruratore del re son fuori posto: essi e i loro simili non son nomini da corte: tutL'al più animali da cortile. Ma, intanto, che diavolo fanno? Sono 1e quatLro del mattino, quando si annunzia: ent1·d la c01·te! In piedi, fra un silenzio di tomba, nell'afa opprimente ,I ella nolte calda, il presidente, con un foglio di carta fra le mani pronuncia: «Vittorio Emanuele.III, per grazia di dio e YO....• ». Non puo' continuare. Dalle finesLre spal~ncate della sala, che chiedono alla brezza rnaLtutina un po' di refrigerio al caldo che opprime gfr attori della tragedia che si svolge, entra a larghe ondate il raglio poderoso, sonor~ · metallico, di un asino del :vicinato. Il presidente commendator Delpino, che è restato interdeUo, senza voce, mi guarda, scorge un sorriso ironico inrresparmi il labbro, e impallidisce. Sente, egli, nella voce possente del eiuco, una protesta, un inoniLo per quello che ha detto? Non lo so, non posso saperlo. Comunque è evidente che quel raglio arriva a tempo per acquistare, Iiel. pensiero dei magistrati e della giuria, il significato e il valore di una tromba dell'Apocalisse. Il rappresentante la legge col capo ricurvo. sul petto sembra allendere rassegnat~ la punizione che ha domandata per oi. Gli stessi giurati hanno un'aria compunta, si direbbe che i giudicati sono esF-i, e non coloro che sono rinchiusi nel gabbione. Ma l'ultima eco della voce poderosa del ciuco si è frattanto perduta nell'infinità dello spazio e nei corridoi del ·palazzo, e il comm. Delpino puo' quindi riprendere, scandendo le parole, la lettura della formula d'uso-: Ed è nel nome dello Spiombi che mi affibbia sei anni, undici mesi, e :veni i nove giorni di reclusione. Non son pochi! Sopratutto quando quattro piccoli esseri, attendono il pane quotidiano dal mio lavoro. Un senso di tristezza mi assale; reagisco. 3 ,. •

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