Almanacco del Partito socialista italiano - 1931

- 104 - La mia giovinezza si rideva delle difficoltà e non YOlcYa conoscere ostacoli. Ma in tempo di rivoluzione non è possibile lrincerQr-- si dietro un piano concepito in precedenza. Pn,· pros,~- guendo l'opera fondamenlalc, bisognava trovare soluzioni urgenti ai problemi della vi La qu'JI idjana. Si fa falica a credere come il passaggio al potere dei, « socialisti» e dei « repubblicani » non avesst: lasciato alcuna traccia nel dominio delle relazioni tra Chiesn e Stato. Tutto era rimasto come in passato. Il pope o il rabbino celebravano i matrimoni, per un diVL•rzio occorreva mettere in marcia tutta la macchina arrugginila dei concistori. La religione ortodossa era rimast,i. la religione ufficiale dello Stato, i preti erano pagati dall'erario. i\Ia era sopratutto il regime famigliare che era 1n contraddizione stridente con i principii della rivoluzione sociale proclamati nell'ottobre del '17. La famigli~ era ancora regolata dalle au Li che leggi che davano la supremazia al padre. La donna, .che aveva acquistato tJulli i diritti politici da più cli 10_mesi, non godeYa ancora cli l.ulti i diritti civili e non era ancora sopra un piede d'eguaglianza con l'uomo. . 1-hrndo i bolscevici· altre gatte da pelare nelle prime sci settimane cli potere, l'onore di inaugurare l'era delle riforme trasformanti tutta la vita privata dei ciltarli11.idella Repubblica dei Soviet è stato dunque risc1·- Yalo ai socialisti rivoluzionari di sinistra. Cinque gi0r11i dopo il loro ingresso al commiss~riato del popolo per la Giustizia, il 20 dicem'bre 1917, veniva promulgato il famoso decreto sul « matrimonio civile, il divorzio e gli atti dello Stato Civile». Io ero appunto sprofondato nell'esame minuzioso delle bozze dei registri degli atti dello stato civile, venute quel giorno stesso dalla Tipografia dello Stat.o, _quundo intesi la voce della mia segretaria, che non

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