Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1918

' I 234 L'industria del. giocattolo italiano e l'iniziativa femminile. (Ved. Tav. I). I LA ~nerra, che ~a interrotto bruscamente rapporti commerciali ed in- <l us tria] i diventati ormai consuetudinari e tl'adizion~li, ci ha fa.tto scoprire come fossimo prigionieri dell' in<l.ustria tedesca per un'infinità di generi, la cui fabbricazione era pur poco complicata ed esigeute un modestissimo impianto. Così per qualche tempo siamo rimasti sprovvisti di bottoni a scatto (poussoirs), di ganci, di utensili in ferro sinaltato, di ferri da calza, ecc., perchè tutti questi prodotti venivano dalla Germania e non pareva lJossibile introdurne ' la fabbricazione da noi. C'era una gius ti:ficazione a questo preconcetto. Dalla Gormania questi prodotti, per l'industrializzazione a cui era ;:1,ssoggettato ogni articolo, e più ancora per il ~ dumpiug -., giung~vano a noi ·a prezzi così bassi. da scoraggiare ogni concorrenza. La guerra inter1·ompendo l'importazione, ha pern1esso che l' articolo, anche a prezzo elevato, trovasse compratori e che quindi ne diventasse redditiva la produzione. I giocattoli erano · appunto ·uno dei prodotti per cut noi eravamo tributari alla Germania e se ne hnportavano ogni anno in Italia per circa venticinque milioni. · S.i tratta precisamentr-di un' industria che non esige spese troppo ingenti cl' impianto e di materia prbna. Così in questi due anni abbimno veduto in vari centri molti, svariati e anche fortunati tentativi per crear un' industria del giocattolo italiano. Sono state le donne, da noi, che ne hanno avuto l'idea e l'iniziativa, sia perchè gli uomini che volevano esplicare il loro genio inventivo, avevano uu più largo campo <li azione in cui provarsi, sia perchè il giocattolo, come tutto quanto tocca il bambino, è un genere d' industria più confacen~e alle tendenze della donna. Un'idea pratica e felice che le donne P.ubito hanno avuto, fu quella di far servire l'industria del giocattolb a procurare un lavoro piacevole ed un guadagno non sperzzabile n.iJnntilnti di guen·a. " Così si impiantarono vari laboratori di giocattoli, a cui furono aJ)plicati &olda ti mutila ti. Uno dei più importanti è quello istj-· tuito vresso il castello di Moncalieri da S. A. la Principessa Letizia Bonaparte, qiretto con molto gusto e molto senso pratico <la una giovinetta: Paola Bologna. Già. prin1a d1. accingersi a quest' hnpresa essa s' er2 dimostrata una disegnatrice originale, con· rara abilità, manuale; 1na non av.eva mai costruito giocattoli: da sè studiò es' impratichì~udiò i vari tipi di giocattoli, i sist~;,_. di tornio e di se~he. meglio adatti, i legni e le vernici. Fondò un piccolo ]aborat'orio e potè trovare fra i n1utilati un piccolo nucleo di uomini che, sia per aver esercitato un mestiere analogo a quello in cui dovevano ora produr;:;i (falcgna1ni, verniciatori, tappezzieri, ecc.), sia per l'intelligenza naturale, la seconda,rono mirabilmente. Adesso, dopo un anno circa dacchè è stato fondato (uell' agosto 1916), il la1,oratorio dà lavoro a sessanta operai e ha un giro d'affari di 1nolte migliaia cli lire al 1nese. I gio-cattoli sono esclusivamente iii legno intagliato e verniciato: moltissind animali stilizzati molto gra,ziosament<·, uso Rabier, n1olti bei ca1Tetti ripro<l.uzione dei vari tipi di carretti che si usano nelle nostre campagne; mobili delle bambole, botteghe, bersagli e birilli. I prezzi di questi giocattoli sono m~t.i, in modo da renderne l'acquisto accessibile anche alle borse modestissime. Gli operai mutilati che lavorano in questi giocattoli guadagnano dalle tre alle quattro lire al giorno, e anche quando sono usciti dal Castello di Moncalieri possono continuare il lavoro. Appunto Paola Bologna mi raccontava di ce1·ti mutilati che, tornati nel loro paese, ebbero in dono dal comune un picçolo tornio elettrico e continuano a lavorare ai ~pezzi» che le spediscono ogni mese in una gran cassa. La montatura e la vernicin,tura del giocattolo si fa però solo a lVIoncalieri, per poter BibHoteca~ino Sianco

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