0,03 - '- - ù0paupcl'Ù l'agricoltura italiana facendo letterahneute difettare le braccia e rialzare il prezzo del costo delle derrate con danno gravissiino dei consumatori. Or, è evidente che ùopo guerra le can1pagne non solo dovranno essere coltivate co1nc prima, 1na si dovrà cercare ùi intensificare la produzione, 1nentre ·la guerra stessa avrà falcidiato un discreto numero di esistenze. Nello stesso tcinpo si dovrà intensificare ]a produzione industriale nazionale con lo scopo che l'Italia cerchi di bastare a sè stessa, diminuendo quanto più possibile le importazioni dall' estero; il che significa ùiminuire i nostri pagamenti all'estero. E ciò , costituirà una necessità impresuindibile, giacchè, dovendo pagare i debiti della guerra, o - se non altro - gli interessi dei debiti, occorrerà, rispar .. miare negli altri pagamenti. Non è certo qui il luogo di approfondire siffatte capitali questioni. Ma, tutto considerato, mi pare che sarebbe 1niglior consiglio di accettare il modo ùi vedere ùi eoloro che opinano se non di evitare in modo assoluto ogni emigrazione, frenarla quanto basta, perchè le industrie e sopratutto la nostra in- . ùustria agraria abbia ]a manodopera suffir,iente al suo incren1ento È però prudente e meglio, più che prudente, uecessario, -assecondare la propaganda di coloro che 111irano ad adottare nelle campagne tutte le ini- ~dative e i provvedhnenti atti a pro n1uovere il 1~itorno ai can1pi dei contadini dopo la guerra e mantenerli legati alla terra. È ben noto come l' abbandono del lavoro can1pestre ·sia lamen- , tato da noi., in Italia, ·come Ìn Francia· la città, la grande fabbrica,. h~nno una uotevole attratti ,a sull'animo del contadino. Spesso è dopo il servizio u1ilitare che questi non vuole saperne più ùi tornare alla sua terra n11tiva, al duro lavoro dei can1pi: i due, tre anni che ha passato nei centri popolosi, dove ha i1nparato a ·godere una vita nuova, diversa profondamente da quella vissuta uel piccolo ambiente del cornune rurale, gli fanno rinunciare volentieri alla pace ùe' suoi campi', delle sue colline, dei suoi monti e non vi pu"t>tornare più. La guerra avrà. influenza su questo fenon1en0' più volte lan1entato clcll' urbanesimo 1 Si tenie che sì. Il contadi- .no-soldato, nel contatto cogli operai della città, nelle amicizie fatte e rese più intin1e dal pericolo e dalle an:;;ie comuni, troverà l'invito aù abbandonare le campagne e a correre dietro alla speranza ùi alti sala.ri che _. al1' estero o all'interno - saranno una conseguenza della guerra e del bisogno di ricostruire quanto venne distrutto. È in considerazione di ciò che il valoroso propagandista della cooperazione e della mutualità agraria, il ùott. Casalini, invoca proV'vedimenti coraggiosi di carattere so.ciale quale solo niezzo effièace per trattenere nelle campagne gli agricoltol'i e per· invogliare il contadinosoldato a ritornare e mantenervisi. Egli chiede sia una buona volta sancita l' assich.razione contro gli infortuni agricoli, chiesta da, gran tempo: il contadino deve, co1ne e quanto l'operaio della fab- :orica, essere garantito contro i sinistriche lo possono colpire nell'esercizio del suo lavoro. Lo sviluppo <.lelle istituzioni ,di mutualità (sindacati, .credito agricolo, assicurazione ecc.) è pure nel prog1·amn1a: e da tempo è chiesta una legge .che renda più facile e spedito ~l funzionarnento delle cooperati ve e delle mutue agrarie, r)erchè ciò che può salvare il contadino, è la cooperazione, .e i problemi clie lo interessano possono.in essa trovare opportuna risoluzione La cooperazione e la 1nutualità tengono, at:.. traverso allo spil'ito di fraternità che si svilnJ.>pa, legat,i al paese j contadini che si sentQno i più isolati. Occorre n10ltiplicare le opere sociali nelle cainpag.ue, se si vuole mantenere legato alla terra il contadino: non basta più la propaganda poetica. l'inno alla terra 1nadre, nè la predica morale per irì1pedire l'accorrere verso la città tentatrice. Bisogna che il contadino trovi 1naggiore· compenso al suo lavoro, la sicurez-za del don1ani. In queste aspif IPRUlfflEHTI in rERFlffllCA ijrllo .STABILlmEOTO G. RPPIAHI • TREVISO H-Anno fAfflA fflDHDIFI_LE CSJ6EAe s·uaPAO~orn ,A1 mARCR 01 ff\SC;lR\CA • UH,-LQ6HI PI Rl(f\JESH~ BibliotecaGino 'a11CO l ,
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==