- 201 -- ! tc,·,•a .' Alla stanca o <liinagrita terra .<li questa vecchia Europa, scri\re, chiede-. e remo in maggior copta àli1nenti e prodotti, lavoro e salari, ~ dal suolo della patria, esau~to,in rnolta parte da un'agricoltura povera e SJ>ogliatrice, invocheren10 agiatezza i11cliviùuale, ricchezza. .nazionale e ristoro del pubblico erario. E fa delle· osservazioni sagaci per diinostral'e conie sarebbe possibile annientare notevohnentè le nost1:e prodn- ~-doni agricole. Nota che in cifre tonde l'Italia ha quasi 5 n1ilioni di ettarì colti vati a grano con un rendimento 1nedio assai tenue di 1O qnintali per ettn.1ro. Un quintale <.li grano <li più per ett~lil'o 11.el dopo-guerra - e sarebbe un progresso 1niuimo - rappresenta 4 n1ilioni cli <ptintali <l) più e eirca 150 milioni µi lire ùi maggior rr.ddito all' anno. E due quintali <.li più <li maggiot' proùotto rneclio per ettaro darebbero trecento nlilioni di Hre ùi 11uovi proventi.'- Un rilievo consimile l' on; J?erraris lo fa' per il bestianie. Questo, afferma ben a ragione, è la ùase della riccher,za agricola di un j_)aese. L' I tali a prilua ·della guerra aveva n1eno di 7 rùilioui di ca.pi <li bovini, con una niedia piuttosto tenue, di 23 caJ)i di bestia1ne per chilo-· 1netro quadr,}to. Uu amnento di 10 o 11 ea,pi di best:Jame per chilometro qua.: drato ci dn,reu he 3 · 1nilioni di capi in più ed un maggiore capitale agrario di un miliardo. E questo uu11 solo sarebbe progresso utile, 111a·rappresenterebbe eosa assoluta1nente doverosa. P1·ima della gnerra l'Italia avcYa 23 capi di bovini per chilometro qnaclrato: la Francia 2t!, l'Austria 30, l'Inghilterra 30, la Gern1ania 36 e la Danimarca 66 capi di bovini! Ma tutte ei superavano nel nli1nero dei cavalli e del l>estia,me piccolo. Quindi s~nza l' aurnento <lel l>rstiame è impos~ibile 1·i::;;catt.are l'Italia dalla sua :µresente 1nedioerità. .C01ne rfa,~sunto del magµ;jor redùito che si potrebbe ricavare dalla terra, l' on. }.,erraris fa qnesti altri rille.vi: un an1ncnto piccolo, insignificante, di 25 lire ali' ·:nu10 <:li prodotto lordo medio por ettaro di terra produttiva, rappre- • seuta un 1uaggior reùclito nazionale dt a,lmeno 500 milioni di lire all.' anno. Uua politica agraria più intern~a, e più organica che accrescesse di 50 lire all' ettaro il rendhneuto lordo, medio della · terra, dareuhe al pa,ese una mn.g-gior p1·òduzio11e di un miliardo di lire a,l1' auno. Un la,yoratore ,li più per ogni 10 ettari di terra offrirebbe impiego, salario e pace a 2 1nilioni di braeeia. Questa è la grande, la vera politica eèono111ica e sociale di un indirizzo positiYo, pratico e benefico por un Governo, che dalle imn1a,ni rovirie e sciagure ·della guerra sappin, trarre le energie di pe11slero e di a,r,ione necessarje ad una pace operosa e feconda di lavoro e di scuola: a.d una pace di beuessere popolare e di grandezza nazionale. E fa.tti questi rilievi, l' on. Ferrarjs si domanda: quale altro ran10 della produzione economica del paes~ può dare col suo increrriento egua,le ristoro alla ricchezza pubblica, all'agricoltura in.di vidnale, al bilancio dello Stato 1 l\'Ia la ·nostra a,gricoltura è sus.cettiùile di siffatti auspicati progressi 1 Cert aniente negli ultimi anni ehe precedettero l' imrna,ne guerra, la nostra a,gricoltura ha progredito, ed in qualche plaga i progressi furono veramente sensibili. l\Ia è innegabile che ben altri migli9ranienti la nostra industri~, agntria può ancora cou1piere. Nei cinquant'anni dell' unith nazionale, l'Italia aig1·ico1a- lo constat.arono uomini cornpetenti quali lo Stringher ed il Va-- lenti - ebbe tardo eù inadeguato incremento . .: La sua produzione - scrive Bonaldo Stringher - uon progredì in una proporzione corrispondente a quella, delle industrie manifatturiere e forse non in ragione dell'. anniento della popolazione italiana ». E4 e è cosa del 1·esto da tutti. conosciuta - aggiunp;e alla sua Yolta Ghino Valenti - inùipen·dentem.ente da ogui h velazione statistica, che il risveglio detern1inatosi nell' agricoltura dei paesi più ci vili d'Europa si è n1al!-ifestato iu Itali,1 assai tardi». l\Ia bcu sa6gian1cntc si an1munisco •••••••••• o ••• o •• ••••••• o ••.•••••• • o : L' As?fl~~f;~u;:.,~~1"~~•;j!7ct~f}: 1~lina) l 1 l~ ·: o al:o stesso pn•,-:1..ueui si yendeva l'ASPIRINA 'T'EDl-1:.~CA • t • l,rima della cruerra cioè a --------- 1wr tuhHtt.o e "' dtL :zo tHYolette • 0 CARLO ERBA • MILANO t.i.L 5o cg. • 8 • G e e O, e •··• e O • • •· ~ • • e • O G • e e e 9 • O C> • t e 8 BibliotecaGino Bianco
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