IO lo I~ 111 ne IO· ore me ro- -· 3G1 - Lavorazione del terreno colla dinamite. La dinamite può essere utilizzata con profitto nella lavorazione del terreno specialmente per rompere il sottosuolo, scassare terreno, e anche per bonificare lagune e pa• ludi, Colla rottura <lel snt_tosnolo si faciliht 1a penetra~ione dell' aequa negli sfrati profondi, e si accresce così la quantità di acqua cbe si immagazzina n~l terreno nel pel'iodo delle piogge. I risultati conseguiti in alcm1e loc-alità della co~ta del Pacifico sono così so<ldisfacenti che la lavoraz:o:1e del sottosnolo è stata sostituita alle costose irrigazioni .fatte con le acque raccolte durante l:t stagione delle piogge. Il metodo consbte nello sra,·are dei fori distanti gli uni dagli altri da 4 a 7 me· tri, e profondi da m. 0;7 2 a m. 1,50, nei quali si introducono da 125 a 250 gr. di dinamite. Si riempiono poi i fori con terra umida e 8i pro-voca l' esplos:one accendendo una miccia che esee dal suolo. Per lo Sl·asso genera'e del terreno si apre un canale lungo il ciglio del terreno da sca'3sare, p:i;ofondo nn metro, buttando la terra dalla pnrte opposta a quella da scassare. Lungo detto ciglio, a debita distanza, si introducono delle cartucce di diuamhe in fori praticati con una trivell~1, o con un palo di ferro alla suddetta profondità. Quidi con una, mkcia comune si iqcendiano coutemporaneame11te le cn.rtucce ehe, esplodendo som:movono il terreno, il quale si rovescia uel c:an.tle. E così via di seguito. L'accensione potrebbe anche essere elettrica: la cou ,·enienza dipende dalla estensione del terreno da, scas- ~are. · Naturalment,C', non si. ha da credere di potersi dare a!la lepgeru a queste lavorazioni del terreno colla dinamite; occorrono cautele e perizia che non si ::cqnisl·ano che colla esperienzza. Perciò chi 11011 aùbia la pratica suflh·ente necessal'ia, occorre aJfid i il lavoro a per,:;onale esperto in tale uso della, dinamite. Risollevia!J'.lO la bachicoltura. Grazie ai migliori prezzi a cui vennero pagati i nuovi bozzoli, que3t' annata si è parlato urt po' meno funerariamente degli alle- .vamenti dei bachi da seta: c'è stato anehe qualche risveglio. Ma ancora fino a poco fa, i-i parlava della baehicoltnra come di un'industria che ormai aveva fa.tto il suo tempo e votata fata'mente a sparirei Sinceramente, non sono mai riescito a persuadel'mi conie si potesse essere così spens1erntamentc mnssulmani I In un paese come l'Italia, che si potrebbe dire la ci1llit pri\"ilegiata dei filugelli, e che d:1. ques~a industria ha tratto e potrà aneora trarre fior di profitti! Il professor· Bizzozero, della Cattedra ambulante di Parma, calco·a che uua ventiua di auui fa nella provincia cli Pt1nna si producevano circa GOO mila chilogrammi di uozzoli che procuravano ai campagnuoli un bel p;lio di mi:ioci di lire di utile netto: ed ora quasi più nulla! -· Il dottor Sanfelice, della Cattedra ambulante di Cremona, calcola che nel · solo Basso Cremonese si produrano in meri i.t 400 mila chilogrammi di bot:zoli, del valore di 1 milione e 200 mila lire, di CL1ila metà ai lavoratori. - Il dottor Soresi, dell::t Cattedra ambulante di 1\'Iilauo, cako'a che s..>1tanto uell' altipiano milanese ancora oggi si allevino cirra 90 mila once di se111e,rh-anrndone un prodotto di nn valore di 12 milioni di lire, di cui la metà a i eoloni l Ma, senza soffermèn·ci a questi casi sin- ~oli, consideriamo le cifre compl~ssi\'e ufficiali che troviamo nella relazioue della Commissione go,·ernativa d'inchiesta per le i 11dustrie bacologica e serica. Fino a pochi an 1i or sono l'industria serica italiana lavorava ogni a·mo 75 milioni di chilogrammi di bozzoli (a peso vivo) del valore di circa 250 milioui di lire, ed esportava per 612 milioni di lire all" a.:mo tra, seta greggia e materie ma.- i L11u u::;va u 111u e:, 101 ,vv • nufatte. Di quei 75 milioni di chilogrammi di bozzoli, 55 erano prodotti in lta.lia: anche al solo prezzo medio di lire 3,25, dànno 179 milioni di lire, di cui una buona metà intascata da,i contaìiui. Vi si aggiunga1!0 le merce-di gùad,tgnate da'la gente di campagna, di di· verse età e categorie, impiegata nel!' indus~ria serica: sono altri 75 milioni all'anno, non compresi gli stipendii dei direttori, capi tecnici ed impiegati. Ed è di un· iudustl'ia simile che ci si deve rassegnare a recitare l'elogio funebre senza tentare ogni via per salvarla? E i cu11tadi11i sono forse diventati altrettanti Nahabhi da poter rinunciare così allegramente ad una ottantiua di mili on i all'anno?! M-a ci sono le solite obiezioni: la d a-;pis, i ba;:;si prezzi dei bozzoli, le indnstrie che assorbono la mano d'opera! Quanto 31la diaspis, ormai noLJ dovrebbe più spaventare nè essere un ostacolo al rifiorire della bachicoltura. Anche senza par• lare di traUamenti difensivi, e' è la prospaltella, che, come dico in altra uota, la.scia sperar ben~ per ~alvarci da tanto tl:igello: ma se mai, eolti\"ando il ge'.so a basso ceppo, non si dà più modo alla dia.spis di trova.re ricetto e farci fallire, co:ne ora, la, produzione della foglia .. Quanto ai b.1ssi prezzi, certo cl1e raccogliendo, <'Ome ir. pas;:;ato, 40 a 45 chilogrammi di bozzoli per oncia, con un r.eavo di lire 130 a 140 sarebbe un affare ben magro l Ma salendo ai 60 e 70 chilogrammi, e molti sanno arrivare agli 80, cosa 11011 iperbolica, solo con un po' più di uuona volontà e di attività, anche al p.-ezzo di lire 3,25 vogliono dire lire 250, e così lire 115 a 120 di più collrt stessa faticct E si tratta di un lavoro che dura. forse una quindicina di giorni al massimoNon si può quindi uuit:Jttarn che l>isog11e-
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