:Ila 11. ,le ìJ,' li· ,IO Il 11· o 111 11· Ile !1· 111· m zionè ,lene spedita à1l'Estero e che perciò il dh·ieto, nella •circostanza ·speci-ale, era piena men te gin~tifieato, tanto più che oggi pei• alimentare il sold.ito si fa un più ln.rgo uso che in passato di tale prodotto. Jl raccolto delle olive, che in principio si prevedeva. ottimo, fn in\'ece grandemente d:mneggiato ·a.1lla persistente siccità che fa. Tori il diffondersi delle malattie pr·oprie agli ulivi. l3uo:1i 1:isultati diedero altri proJot.ti. dt~l1' agrieo'.tura, e fra questi le fave, che si calcolarono in 3 milioni e mezzo di quintali; il granoturco il c·ui raccolto si aggirò intorno ai 2G milioni di quintali; la cannpa con cil'ca \100 mila fJUintali. Superiore al prodotto (lel 1913 fn ()_nello della segala; assai inferiori invece furono quelli dell'avena e dell'orzo. La campi:igna bn.cologica nei riguardi de- . gli agricoltori fu comples;i\"amente buona., sopratt11tto in qnei territori dove la foglia fn suflieiente nl bisogno. La media dei bozzoli, che comparvero sui di\·ersi mercati d'lta- ·Ha nel sessennio 1908-1913, fu di 11.G~0.156 kg., dei quali 4: milioni e 800 miln, per il solo Piemonte. L'anno 191-1 segnò un prodotto com- -plessiro di- 10.96~.6SS kg-., cifra inferiore alla media del sessennio, ma assai superiore a qne11n del!' airnnt::i precedeute che era salita a soli 8. I 31.~87 kg. · Discreta annata fu il 1914 per la r,roduzione del bestiame da maeello; la cui alirnentnzione fll facilitnta dall'a,bbondanza dei fieni. Il cataclisma che imperversò sull'Europa rese però assai gravosa la posizione degli alleva-· tori nel seeondo semestre deT annata, poichè non solo si videro chiusi gli sbocehi del1' esportazione, ma dovettero sopportare le conseguenze della diminuzione del consumo interno, dovuta al disagio a cni dovet~e soggiacere la popolazione per la disoccupazione o per la riduzione del lavoro che imposero restrizioni forzate al fJ.UOtidi::wo regime alimentare. Vita industriale. La cronaca della Yit.a industriale italiana durante il 1914 si divide nat.nralrnente in due distinti, periodi: il primo semestre, durante il quale un lieve aceenuo al miglioramento annurndatosi fin dallo scorcio del 1913 sembrava voler dar ragione a coloro ohe ritellevano non lontani i giorni migliori; il· secondo seme::;tre in cui tutto sogginc(lue n.lle ,•icende orribili della maggior guerra che aùbia mai insnnguinato la ,ecchia Europa. Non è qui il luogo, nè ce lo concede il tempo, di analizzare nel loro comples-,o le consrguenze dell'immane cataclisma, ma è fadle comprenderne tutta la gravità quando si pensi che in un. solo mese, dal 1.0 agosto al 1.0 settembre l'Italia, che pur non era uno Stato belligernute, vicle il ritorno in patria ·di oltre mezzo milione di suoi ftgli, già emi ... grati all'Estt'ro, senza risorse, privi degli ultimi guadflgni e dei sudati risparmi, del'ubati spesso del modesto lwgaglio, av'"iati verso la madrepatria come maudre di quadrupedi entro treui viaggianti con disperant-3 lentezza, talora ~neo• a malt1·attat.i qui da Teutoni là da Frauchi di.tfideuti per l'incerto conteiblioteca.Gino Bianco gno d' Ita1ia di fro1Ùe agli inca.lzanti avvenimenti. E si videro aUungarsi le rapaci unghie degli acL•aparratori, le oscillazioni dei titoli di Borsa e dei cambi, le riduzioni d'orario nelle offidne e le successive Òhiusure, i falliiuenti innumeri, le moratorie concesse dal Governo e q nelle rese 11ece:3sarie dall'arenarne do degli affari, la scompars·a della mouet:1, la 1·iduzione delle disponibilit.à presso le B:rnehe, le Casse e i vari Istituti di credito, lo sfruttamento n. danno dei consumatori, il licenziamento d,,i lavoratori, la ridu• zione dei servizi nei mezzi di locomozione, le chiamate sotto le armi, la scarsezza dei prodotti, la mancanza di mn.teri,t prima ançhe. per le industrie più vitali per l' esisten7,a delle mnsse, e ovunqne scomparire i sintomi della lenta agiatezza acquistat:i con lunghi anni di faticoso lavo1 o, pel' lasciar posto, poco per volta,, per molti ad una tollerabile poYertà e per tanti altri, purtroppo alla miseria. Durissima fu quindi la vita delle aziende industriali, e poche furono qut:;lle che poterono fare argine alln, marea inealzante, quelle che pote1·ono resistere ai fieri colpi della più tremenda Cl'iSi economica che la. stor;a del mondo ricordi. Limitiamoci quindi ad un a•'cenno sulle condizioni della vita iudustr·a e durante il primo semestre dell'annata. Già abbiamo pa ..lato della raccoHa bacologica; essa fn relati\·amente bllona: La rendita in seta dei bozzvli fn però assai meno soddisfacente a causa delle c0ndizioui atmosft'l·iche elle tanto influiscono stilla qualità. Gli impegni dei filatori erano stati num.erosi e i risultati si prevedevano tali da accontentare quest,1 cntegoria di industriali che d,1 tanti anni sopporta con coraggio la sorte contraria. L'industria cotonier:1. ebùe nel primo semestre un iucoraggiante risvrglio. Le statistiche danno le seguenti 0-ifi;e: Dal 1.0 genna'o a1 30 giugno vennero importati quintali 1.244.194 (per L. 206.536 204) di ~otoni sodi, contro quintali 1.112.587 (per Lire 184.6S9.442) e qninta'i 1.346.704 (per L. 215.472.640) 11ello stesso periodo rispettivamente del 1913 e del 1912. Le altre cifre di cotoni e cotonnmi i,nportati, fanno gi1111gere il totale di queste importazioni, sempre, pel primo semestre di ogni anno, a 237 mi l'ioIli 57S.472 lire pel 1~14, a ·215.904:.,172 lire uel 1n3 ed a L. 24G.495.286 nel 1912. Il totale ò.elle esporbzioni, sempre per Io stesso periodo, si rag~un.glia nel 1914 a L. 115.956.046, co1Jtro L. 113,.795.'787 nel 191:J e L.· 87.\H9.728 nel 1912 (sempre primo semestre). Dopo tale periodo, l'industria cotoniera non subì, in massima, i gravi danni che colpJrono le altre; i11fatti, quantunque il commercio ordinario sia st:tto arenato, molti stabilime11ti rimasLlrO im11egnati per grosse for- . niture al ({overno, ciò che permise loro di conservare huona. pa1 te della maestranza e di risentire in proporzioni minori le conseguenze dell'immane conflitto. L'indt1stria laniera ebb€ buoni risultati nèl primo, semestre; più ta1·di dovette ri23
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