Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1915

- 351 - L'annata commerciale e industriale italiana (1914). Sguardo generale. L'annata economica Hll4: si era iniziata con rinnovate spera11ze. Il precedeu te triennio, per numerose c·anse, aveva pesato sulla vita ita'.ian.i in gui<;n, da anestarne od ost:i· cularne in molta parie la prospera n.sceusi•one; le risorrn agricole non erano, nel ti iennio, molto migliorate; la guerra libica prima, quelle ba'caniche in seguito, aveyano creato uno stato di disagio sui mercati; gli iu\estimenti dei capitali esteri in Ifalia erano dimi1miti, e le scemate ,esportaz1oui di molti dei uostri prodot.ti verso antichi sbocchi resi imposs1bi!i o malsicuri dalle guerre, avevano 1inito coll' iutluire in guisa da far annove1·are il 1913 fra le peggiori annate economiche del1' ultimo d( cerrnio. Anl!ora 11el 1913 altre <'anse di disagio si erano aggiunte a render~ pii.1 a;;pra la vita nl nostro tntYa 6 1iato paese, e cioè le inconsutte agitazioni delle classi operaie che non solo turbano l'ordine pubblil'o, ma agiscono irremissibilmente sull'economià nazionale deprimendo il commercto e le industrie dall'3 t1uali il capitale, se non è sicuro, rifug.ge. "La guerra proluugata oltre il prevedibil~ - ebbe a dire l'on. ministro Rubini in un discorso alla Camera - ha iut:Iuito suJ disagio economico di tutti i paesi, ma la. ·vita economica. 110n rifiorirà in Italia finchè il capitale non avrà riacquistato quella fiducia nei collocamenti industriali che ora ha purtroppo in gran pa1 te perduta. Si commise inoltre nn grave enore, e non soltanto in Italia, colle moltiplic .1. .zioni degli im.pianti industriali P colle non oculate nmministrazioni del danaro che afflui\·a alle industrie. Questa è la ragione perchè il c•n.pitale privato o si nasconde o CL'rca iuvestimeuti anche a saggio minimo come quelli delle Casse di risparmio purchè si tratti di investimenti sicuri. Inoltre il capitale italiano è continuamente attirato al- )' .Estero dai miraggi di impieghi più vantagg1o~i che non sia i,ossibile presso di noi. Sonc innumere,·oli gli artifici e gli nllettn.menti coi quali Ja bancct estera cerea attrarre a sè il capitale italiano, che ya per tal modo perduto per l' ecunomia italiana. ,, Purtuttavia l'annata 1914 parve iniziars! sotto· mìgliO'ri auspicii e le cifre del prim::> semestre ci dicono, che malgrado Je piu ostili vicende socia.li e politiche, l'economia nazionale parve avviarsi ,erso una meta profi~ua. Infatti dal 1° gennaio al 30 giugno le importazioni furono valutate L. 1.842.766.215 con una 'diminuzione di oltre 61 milioni in confronto del eorrispondente periodo del 191:3e le esportazioni ammontarono aL.1.273.79U.:382 con un <1u-mento di quasi 65 milioni in confronto dello ste~so periodù. Ma p_ui'troppo quelle migliorie verificatesi nella bila11cia durante il primo semestre (sensibili soprattutto nei primi 4 mesi), vennero ad esse1·e troncate irrimediabilmente dalla 81u11uL~l;d \.:JII IU Dldl ll;U bufera orrenda, che nel luglio 19U si seagliò 8ull' Europa, estendendo la ripercnssione del1' immane disastro su tutto il mondo. Per l' Itali.i furono dapprima. le preoccu~ pazioni d'ordine internazionale che carica- ', rono di nubi l'orizzonte politico: la grnve crisi dell'Albania, la guerra civile cl0l Mesc:;ico e la lotta di predomini·o da parte degli Stnti Uniti, che fomentavau,o la ri\·olu~ioue e intrigavano prr agginngere una nuova stella nl loro Ye.-;sillo; seg11irouo gravi pcrtlubamenti d'ordine interno, la cr:si minis:eriale, gli scioperi generali, Ja rivoluzione che per alcuni g.orni n1ise in mano a fa1.Jinorosi, ad esalta.ti, ad illusi, tanta parte della penisola, eolpendola nelle parti sue più Yitali, cooperando alla depre.s~ione del lavoro, alla irregolarità del a. prodnzione,-al panico dei capitalisti grandi e piccoli, allo sconfort:-tnte svohrersi della, vìb delle Borse co11tntte le riperèussio11i che in ultima analisi co1JC•orrono a deprimere l'economia 1rnz.01rnle e ad ostiwolarne per lungo per~odo di tempo la. nuov.t ascJsa. Furono in sf'gnito tre scioperi di c·a:·attere pa'rticolare a singole regio11i d' I tal Ht; ma tutti e tre da111wsissimi al comme.rdo e add1ritturn le'·ali per certe categorie di indnstriali. Il primn, gt·avissimo, fu quello derl,t gente di rna1 e; Ja sospensione del lavoro nei porti fece s1 che per p:incchie settimane ùen 160 piroscafi delle Società non suvvenziou11 te {di cui 110 a GenoYa) rimasero iuoperosi mentre le merci <'la trasportare si ammnccbi.tvano sulle gettate e gli industriali attendevano invano i prodotti indispens.,ùili alla ,·ita delle loro aziende. 11 secondo fu quello dei caricatori del porto di Savo1rn., seiopero eh~ ebbe non lieYi intiuenze sul cornmercio generale, le quali ful'Ono soprattntto dannosissime allo svolger.si del lavoro industriale in Liguria, Piemoute e Lombardi~. 'l'erzo fu lo seiopero dei lavoratori delle risaie, sciopero che avvenne nel ~ettembre per il rifiuto dei• lavoratori di pre:-;t:u· la loro opera a L. 4,50 al giorno, mentre de~ine e decine di migliai,i di emigrJnti 1itoruavano in patria,· di.sposti a qualunque retribuzione pur di tro\'are lavoro e pane. E fu infine la deficienza dell'annata agricola, che si iniziò poco felicemente con un mediocre raccolto del frumento, ciò che costrinse a provvedere dall'estero grosse quantità di cereali, a prezzi elevati. Gravi problemi si presentavaao, prima. che la grande guena venis.se a tutto sconvolgere, problemi economico-sociali di grand~ importanza per la naziolle e sui quali gi.\ si rivolgeva110, con intelligenti cure e benefico spirito di combattività., i nostri migliori studiosi di eco11omia commerciale. Infatti, la maggfor parte dei nostri trattati di commer-· cio scadono nel 1~15 e lo studio dei nuovi accordi da stipulare non è facile. Le basi sono controverse; gli industriali si organizzano perchè i dazi protettori delle loro in-

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