- 313 - qna1ità e, per quantità al naviglio di Venezia. La marina di Carlo II( (1735-1759) era 1ìel 1749 già così. vigorosa da partecipare alle 'operazioni navali della leo-a che" Napoli sti- , o pt:110 col Pontefice~ con Venezia e con Genova per reprimere la intollerabile pirateria di Algeri e di Tunisi. Giovanni Acton, chiamato da Ferdinando I e da Maria Carolina ii governare la marina delle due Sicilie, ne migliorò le sorti. Essa cooperò coll'armata britannica nella guerra tra la Repubblica franeese e l'Inghilterra. Pur troppo il superbo naviglio delle Due Sicilie che componevasi di sei vàscelli di linea, sei grosse fregate, sei corvelte, quattro brigantini, dieci galeotte e cento lancioni .cannonieri, fu incendiato dagl' inglesi quando, nel dicémbre del 1798, abbandonarono Nap?li, e scortarono in Sicilia la fuggiasca Regia famiglia .. Nel 1794 il bilancio navale delle due SicUie saliva ad una somma pari a un milione e mezzo di lire italiane. Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, i due re fran- <·esi,si diedero a ridi Venezia; e infine compra dai Genovesi il castello di Livorno nell'anno 14:21 per 100 mila fiorini d'oro. Lo popola col darvi asilo a chiunque lo chieda. Sostituito al regime repubblicano quello principesco dei Medici; Cosimo I crea insieme la marina granducale e quella dell'ordine Stefanesco. Se Firenze repubblicana aveva edificato la Torre del Marzocco sulla spiaggia livornese, Giulio Medici (non ancora papa sotto nome di Clemente VII) aveva circonvallato la città, Alessandro aveva ultimato Ja Fo,·tezza Vecchia, Cosimo iniziato lo seavo del Fosso dei navicelli tra Livorno e Pisa, aperta una fonderia di ancore, e bandita 1~ seconda livornina, cioè la nuova legge che chiamava nell'ampliata città Corsi, Francesi, Ebrei scacciati di Spagna e Greci di rito cattolico. Qualche anno prima di morire impose a Bernardo Buontalenti di tracciare il porto di Livorno che fu iniziato nel 1571 e condotto a termine nel 1618. Ferdinando figliolo di Cosimo si giovò dei sercostruire il naviglio el introdussero nella marina nuova p.trecchi regola111 enti francesi. Uhiuso col 1815 la 1 unga tenzone, i Borboni restaurati cnrarono assiduamente lo sviluppo navale., I pl'imi s1·rittori .che trattarono del potere nrtvale e della iufl uenza che esso e-;ercita sulla publ>'ica economia e ~mila storia politica sono stati due napoletani, Gaetano Filangieri e Giulio Rocco. I costoro consigli vei,mero ascoltati, di guisachè tra il 1830 e il 1H48 il reame delle Due Sicilie, accettando la riforma GALEOTTA SOTTOYELA. vigi dell' ingegnosissimo duca di Nortumbria cui affidò la direzione dell'arsenale labronico ove si andarono costruendo le navi più possenti di quel tempo. La m·ari n a toscann, m ari n a medicea, con la. stefanesra in qualità di ausiliaria, è a Lepanto, al Pignon di Veles in Barberia 1564, a Candia nella Morea, a Corfù addosso a Turchi e Barbereschi dovunque li può raggiungere. L' Inghirami, il Montauto ed il ·Guidi, ecco i più noti eccelsi capitani dell'armata toscana. Mutato il ·principato da Mediceo in Lorenese, Disegno a penna di Raffaello. (Fotogr. Alinari). prodotta dal motorè a vapore e la riforma delle artiglierie indicata dal Paixhans, occupò il terzo posto nella scala delle marine militari. Napoli costruiva le macchine dei suoi piroscafi, e le artiglierie che ne guarnivano i fianchi; insomma era indipendente da.Il' estero nei riguardi industriali. Il naviglio napoletano costituì la spina dorsale della marina d' Il alia quando in questa si fuse nel-· l'anno glorioso 1861. Il. Marina toscana. - L'odio inveterato che Firenze nntrì per Pisa ha la sua ra,gione di esistenza nella necessità sentita dai fiorentini di apr:rsi una via al mare. Nel da11tesco "Godi Fiorenza poicbè sei sì grande, che per man e per ten·,t batti l' ale ,, echeggia la storica verit~. Firenze conia uno speciale fiorino, detto fiorino di galea, prima di possedere il minimo lembo di littorale. Raccoglie nel suo Statuto-I.e leggi marittime al pal"i di Ancona, Genova e Biblioteca Gino Bianco la reputazione del cantiere labronico oltrepassò i limiti de] lo Stato. Caterina II di Russia, impegnata in guer:- ra contro i Turchi nell'Arcipelago, fè costL-uire a Livori'lo due galeottine e vi fè riparare i suoi vascelli a due ponti. Più tardi Maometto Alì, pascià macedone dell'Egitto, commise al cantiere di Livorno alcune fregate. Ma tra il tempo di Caterina e quello di Maometto, il cantiere aveva costruito bellissime navi per la marina dello Stato che, governata da Giovanni Acton p1·ima che Napoli lo prendesse.a servizio, avevano mosso guer, a al Marocco e obbligato lo Sceriffo ad un trattato di commercio favorevole alla Toscana. I fasti della marina toscana sono tuttora visibili nella chiesa di S. Stefano dei Cavalieri a Pisa dal cui soffitto pendono numerosissime le bandiere di navi conquistate dall'Ordine . Stefanesco il quale fu abolito con decreto d~l Governo provvisorio tosca.no nel 1869. , ' .
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