- 311 - banchieri. Del suo· impero coloniale' le ·1•imangono ancora la op1pressa Corsica e la piccola e povera Capraia. _M-unicipei.Ducati dell'Adriatico. L Bari. - Giace_ di fronte ad AntiYari, il cui nome significa di,fanzi a Ba?'i. b' una e l'altra città furono le estremità del ponte attra.verso il qttale, pe1~ mezzo di navi, i· greci di CostantwopoU pa<,sav,ano in Italia. Capoluogo di ducato sino al prim0 quarto del sec ,lo XI, Bari 1imase -greea sino a che certi avventurieri normanni. dei quali a sno luQgo si dirà, invitati da Melo, cittadino _barese avverso al, suo duca, s· impartronirono della città. Il duea di Ba i è l'hiarnato ta:lont il c.atapano negli scrittì dei nostri vecchi novellieri. Il'. Ancona.. - L'anno '99 dell' èra volgare 'rraiano, reduce d_aiCAmpeggiamenti sul Danubio, amµnò Ancona città antichissima, edi- :fieata dai Piceni e poi decorata dai Greci. Traiano condu-,se il porto a perfezione e i cittadini gli attestarono la loro gratitndine col dedicai·gli l'arco trionfale che tuttodì. esiste davanti all' a·rsenale. Ancona.fu base 11aYale tra 'l'nrauto a mezzogiorno e Aquile,ja a settentrione. Con Fano,· Pesaro, Senigallia e Osimo formò la ·così detta Pentapoli, ove i Longo bardi situar.ono, in qualità di, governatore. un marchese; d' onde - origina il 11ome delle dne Marche, l'una di Aucona, e l'altra di Ferrrio. Per donazione degli imperatori ai pontefici, questi ebbero l'Esafoato di Ravenna e la Pentapoli di'Ancona, la quale ai pontefici fu. fedelissima nella tenzone coll'imperò. Codesti possedinienti della Chiesa ebbero fra11chigia di eleggere i propri consoli e di foggiare i propri statuti. Il Pardessus, nella sua collezione di 1E>g 6 i· marinai'esche, che tuttora fa testo,, giudic.a gl'i statuti di Ancona più saggi C'he i co,ntemporanei di .Pisa, di G-enov~ è lii Mar• silin. Fedeltà al Pontefice e consuetudine di traffico commerciale coi Greci, ecco i- motivi . sufficienti a spingere contro Ancona i furori di Federigo BaruarQssa e del Doge di Venezia. Per cui e11r1~f\mòi nel 1774 diedero modo agli Ancouitaui che avevano stretto di. assedio da mn.1·e e da terra, di manifestn1·e l'avita virtù. Virtù di tutti, ma in ispecial modo d .'t console Bonifacio capo sti:- pite dei conti Fazioli di oggidì, di Stamura eroica donna·,· e del c,monieo Giovanni da Chio. Quantunque ·Pietro Zeno figliuolo del Doge di Venezia tentasse di penetrare -.nel porto -con le navi e -Cr:stian.o ·arcivcs9ovo di Mn.gonza, ·si ostinas,5e alla conquista delle mura, i loro sforzi riuscirono vani. La farne infieri-nt in città, ma gl-i.abitanti i'ifiutarono le condizioni della re,!a im.poste da.ll'irnpero Biblioteca Gino Sianco e da Vénezia. Attesero sdcc'oi''si' dalla. 1 • Lèf~ Lombarda e loro li .condusse Madonna Al• druda contessa di Bertinoro .. L'assedio :fu -toltQ, l' C?rgoglio teutonièo fiacca'to; e 1' at~ mata di Venezia, abbandonata alla. sua sorte 'dall'arcivescovo magonti-no, scio'lse le vele. Navi anconitane pa.rteciparo170 alfa t.t>l'za.. crociata. Undici ne incontro alla sesta cbf-\ nel 1218, tentò la conqu"ista dell'Egitto. Qn~ut.:. tL1Ìlque- Damiata fossé in breve occupat.1 dai nostri, nel 1221 fu .necrssario restituirJa al Holdano. -Segnata la tregua, Ancr.ina 1·iprese i co,11suetudina1·i suoi traffici coll'Egitto, doye a lungo mantenne,èonsoli. Ma col tramonto del soqolo X V trarnon"ta eziandio la gloria ài A ttcona il cui stuolo di navi non riesce a stornare da Otranto le atrocità del sacco famoso (14811)·. Venezia e il Turco, rivali in Lévante, get.ta ·ò Ancona -nell'oml,ra; ed anehe la Stla prospéri-tà si - perde lentamente col proceàere degli anni. lii. Ravenna. - Prosti·ati Antonio. e Cleopatra al .promontorio azi:Lco: Augusto, ·e per lui Mar00 Vipsanio Agrippa, murar.ono il portò dell'antica Vr,v 0 nnrt, divenuta Ravenna. Ciò che ·il golfo di Napoli fu per il MediterL raneo occidentale, Ravenna imperiale fn 1->'è't· l' orientalP Siccome da Pavia discendevasi per ca.11ali navigabili atil·averso la l'ad, s·, sino a Ravenna, quel-ta fu una metropoli ideare· nei tempi torbidi del decadente lrri.l. pero. Perciò eccola capitale degli ultimi Cesari, dell' erulo ,Odoacre, del goto TeodoricÒ, dei costui successo,l'i e, riconquistata da ~el:- sario generalissimo di· Giustiniano, capo·Iuògo dell'esarcato gt·eco, <:ioè dellà luogotenenza in Italia dei Cesari di .Bisanzio. Ma gli inter~ rimenti di numerosi corsi d'acqua, nonch'è ·]e viol'enze dellà bora, vento che soffia d-alfo ·Alpi Noriche, spogliarono Ravenna di qualsivoglia valore nM·ale. ,Del porto, delle da,· 0 sene, dei moli, delle torri,·, dei palagi non vi è più alcun vestigio: nè un novellò Sidon;.o Apollinare potrebbe scrivere il viaggi() pe:r acqua da. Pavia al porto pt·.incipe dell'Adl'-iatico, quale egli lo com pose duran,te. l'agonia dell'Impero d'Occid?nte. Marine principesche., I. La ltal~-Normanna. - Quando un manipolo dj venturieri normanni ebbe condotto a termine la 8tUpend~~ gesta militare e politica per cui nelle maui poderose di Roberto Guiscardo e di suo fratello Ruggero si ·raccolsero in fascio le energié di Latini, di .Gret'i, di Longobardi e di Saraceni, disseminati cta:l Tronto e dal .Garigliano a setteut,:ione sino a Gapo Passaro -a mezzogiorno, p1'ima ~ura. di quegli audaci ed avveduti fondatori rlì Stato fu dotare il Regno di un'armata possente. Lo ·spi-rito del mare era familiu1·e ·a.
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