3]Ò - s~iiza 't'régu'a cbnfr'ò ·venezia.·Questo è n trattà'to' ò.i ,Ninfeo col quale i (ienove3i sono esenti' da dazio nei porti dell'impero, hanno Smirne e Tene·do <in· bàlia assoluta e sonò soli a poter. penetrare liberamente nel Mar Nero. Già ,Venezia aveva ue'l 1284: succor:-;o Pisa col darle in persona di Alb~rto Moro• sini il ·capitano generale che, insieme al coute UgoJino, della Gherardesca, spattì gli one~·i del comando ed il disdoro della sronfitta 11 giorno della Meloria. Ma ecco che nelle acque di Cipro l'anno 1293 quattro galee veneziane e sette cocehe ge1'l0Yesi accendono battaglia,. quantunque tra i rispettivi Comuni regnasse apparente pace. Il proditorio assalto diè il tracollo alla bilancia e Genova nel 1295 si apprestò alla gl,].erra armando 160 galee il cui equipaggiamento importava circa 36,000 uomini, un terz·o di più della forza biLwciata. delr Italia. 11ell'anno corrente. L'armata genovese che aveva incrociato tutta restate nel Tirreno senza incontrare il uemico, tre anl}i dopo Jo andò a sfidare in pieno A.driat'co. Là~' drna Dandolo eApitanava 95 galee. Lamba a· Oria, consanguineo di Oberto (l'eroe della Meloria) e suo luogotenente in quel giorno, ne gover11;;,tva numero minore. Le forze avverse s' incontràrono all'altezza dell'isola di Curzola. La zuffa si ac ·ese al grido genovese di '" S m Zono ! ,, cui fece eco .il veneziano di '" San Murco ! ,, Lamba d'Oria, imitando Oberto ché aveva distaccate 10 galee governate da Benedetto Zaccaria p~rcbè ad azione avviata percuotessero il nemico sul fianco, diè 15 galee ad un suo ~ongiunto perchè le adoperasse come oppol'tuaa risei·va: il che fu fatto. La. sera Lamba r.::ccoglieva is galee pl'edate cariche di 7000 prigioni fra cui Andrea Dandolo, menfre le fiamme consumavano altre 66 navi del nemico. La interposizione di Matteo Viscon. i indusse i due Comuni a concludere la pace. Non· fu. pace sincera, ma tregua. Infatti poco dopo i Genovesi incendiarono Negroponte veneziana, nel 1352 sconfissero nel Bosforo Veneziani e Catalani consociati• e nel 1354 Pagano d'Oria distrusse presso l'isola della. Sa.pienza 1é forze di Niccolò Pisani. Qni nuova tregua, foriera di nuova guerra nel 137:3 per causa di Cipro che i Genovesi aonquistarono. imponendo al Re un tributo perpetuo a Genova ed il riscatto di un milione di ducati. In sostanza,, conendo il 1378, Genova collegatasi col rP. d'Ungheria, col Carrara si- 'gnore di Padova e col Patriar0a d' AquiJea indisse formale guerra: a Vt,nezia. Il motivo specifico fu che questa aveva occupato l'iso 1a cii 'l1enedo situata all'uscio dei Dn.rdanelli, per opera di Carlo Zeno cospicuo cittadino ve11eziano e genero del Bailo veneto a Costantinopoli. Nella guerra che si chiamò <li Uhìoggia, durata tra il 1378 e il 1381, la repubblica, di Venezia fu degna figlia della rornai1a al tempo dell~ seconda guerra pu1liea. Vinth a Po!a Vettor Pisani da Luc•ia o d' Ori~' che, vi morì, espugnata. Ohio~gia da Pie.ho. d'Oi'i~. condannato nel eapo Vettor-Pi· sanf e poì. commutatagli la. pena col c·arcere perpetuo, stremato il tesoro, ~c:ir8eggianti le veLtovaglie in città prfva di qualsivoglia Biblioteca ljlno Bianco aiuto esterno, Vén~zia ·rifiutò riot'ldime·no l~.: proposte infamanti di pace manifestate dal He _d'Ungheria e ·dalla Signoria di Gènova,. Uarlo Zeno e Vettor Pisani (che il popolo trasse fuor di prigione, per affidargli il su~ J>remo coma11do della riscossa) sono fignra,-: zioni veue 1e di Fabio Massimo e di Marcello romani. Aiutati d-ai ricchi me.rcanti cittadin'i ehe fornirono il dena:·o indispensabile alla continuazione della guerra, essi da assediant~ fatti si asse"liatori di. Pietro d'Oria a Chiog-· gia, lo seonfissero: contemporaneamente una. nuòva. squadra veneta aprivasi il varco ~l mai•e aperto. Auspici Firenze ed Amedeo V I di Savoia fu alfine stipulata la pace il 2 maggio dell'anno 1381 sotto la condizione ohe Genovesi e Veneziani rinunziassero per se111-· prè al lucroso commercio del mare di Azof (la Tana dei nestd cronachisti), e che i prigionieri da ambo le parti si restituissero. Le isole dell'Arcipelago ve1Ìnero spartite ka privati signori veneziani e genovesi cbe le tennero a guisa di f~µdi. Ma lo sforzo di Genova, superiore alle sue forze, l'aveva indèbolita. siffattamente che discordie eivili la di,laniarono ed aprirono il varco a successive signorie forestiere. Pur tuttavolta lo spirito marinaresco·, pur continuando ad aleggiare sulla Repubblica, non intervenne che· s, ltuariamente nena politica. Dico saltuariamente; perchè, ove se ne eccettui l' impre~a di Tunisi del 1388 in cui il doge A ntòniotto Adorno, éon mezzi propri e di amici, impose al re ·cti colà di sciogliere dai ceppi i C'ristiani e di astenersi dal ladroneggio mari ttimo; e la giornata di Ponza vinta il 6 agosto del 1455 da Biagio Assareto contro Al fon so H Ma.gnanimo re di Napoli che vi cadde prigione insieme alla più eletta barpnia di A, agona, di Sicilia e di Napoli, Genova ces,ò dall'esercitare influenza sulla politica mediterranea. 11 seeolo XVI la trova comrnercialmeute pros11era ma non navale. Sott1a.ta ANDREA DORIA « PADRE DELLA PATRIA>. (Da nu ritratto del tempo). al giogo straniero da A.lldrea d'Oria, cogno-· minato Padre deU,t Patria, si tl·asforma in sede di possenti armatori a servigio militare di Spagna e di consorterie di facoltosissimi
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