Alfabeta - anno X - n. 113 - ott./nov. 1988

Alf abeta 113 Le piccole editrici francesi Camilla Maria Cederna U no degli aspetti che colpisce di più nell'attuale panorama editoriale francese è l'impressionante moltiplicarsi di «piccole» case editrici. Tra gli anni 1974-1980 ne sono nate 1652 di cui un terzo è sopravvissuto, e attualmente se ne contan0 circa 5.000. Narrativa straniera, poesia, saggistica, storia e filosofia, sono le aree in cui operano principalmente questi editori. Temute dalle principali case editrici che in genere preferiscono non rischiare troppo oltre i confini culturali francesi, o con generi impopolari come la poesia, queste aree costituiscono invece un terreno favorevole per gli editori minori per i quali anche vendite di 2.000, 2.500 copie possono essere più che sufficienti, se non addirittura redditizie. Così, paradossalmente, i più sprovvisti di mezzi finanziari, ricchi però di un pubblico limitato ma fedele, si trovano a pubblicare una letteratura più difficile non solo da vendere, ma spesso anche da leggere. La situazione per questi editori non è rosea; così come sono nati, rischiano di scomparire. Bisogna infatti tenere presente che delle 5.000 case editrici citate solo 400 raggiungonò un fatturato annuo pari almeno a 200.000 franchi: «Una cifra ridicola - commenta Liana Levi, responsabile dell'omonima casa editrice fondata cinque anni fa - un milione è il minimo per sopravvivere; la nostra che è piccolissima ottiene con quindici titoli annui un fatturato di due milioni di franchi». Uno dei problemi principali che incontrano questi editori è il costo della distribuzione, poiché non avendo una propria rete distributiva si trovano a dover ricorrere al servizio offerto dalle grandi case editrici. Esistono, è vero, dei «distributori di piccoli editori», come Distique, finanziariamente molto più accessibili, che spesso però non si occupano della diffusione e cioè della fondamentale attività di promozione presso i librai della casa editrice e dei titoli pubblicati. Le cifre relative alle vendite sono piuttosto disarmanti: dei 9000 titoli distribuiti da Distique, per conto di 350 piccoli editori, 1'80% è stato venduto in media a meno di 100 copie. Malgrado queste difficoltà, l'emergenza di piccoli ma combattivi editori, che non solo riescono a sopravvivere, ma anche a garantire una certa politica culturale, influisce in modo significativo sulla configurazione editoriale francese. Due obiettivi apparentemente contrastanti sembrano determinare il loro orientamento: da un lato, un impulso a colmare le lacune, a ricostituire un tessuto organico di autori e opere, soprattut_to stranieri, ancora più o meno sconosciuti in Francia e a specializzarsi in un settore, genere o area. Dall'altro la riscoperta e la promozione del nuovo, dell'inedito, del sensazionale. Il primo obiettivo è quello seguito soprattutto da case editrici piccole ma affermate, come Verdier, che - mi dice il suo direttore letterario, Girard Bobillier - con dieci anni di esistenza, 15-20 titoli l'anno e un fatturato di 4 milioni di franchi si trova oggi ad avere un impianto editoriale piuttosto solido. La peculiarità di questa casa editrice, che ha recentemente acquistato una certa popolarità con la pubblicazione del libro di Victor Farias (Heidegger et le nazisme), è il dialogo tra alcune grandi correnti • metafisiche (il pensiero ebraico, quello islamico e la filosofia neoplatonica) che ne costituiscono la colonna vertebrale. Tra le novità di settembre, Le Logos et la lettre di Benny Levy, (uno studio dell'esegesi biblica di Filone d'Alessandria in relazione alla lettura della tradizione farisea all'inizio dell'era cristiana), e nella collana «Scienze umane», La danse de l'argia un saggio di Clara Gallini sul rito· di possessione sardo. Per quanto riguarda la letteratura sono recentemente usciti alcuni testi di giovani scrittori francesi, ma senza dubbio è la letteratura straniera (italiana e spagnola) e soprattutto quella italiana ad avere il sopravvento. Particolarmente indicativo è l'indirizzo della collana di letteratura italiana «Terra d'altri», fondata un anno fa e diretta da Bernard Simeone e Philip Renard, al cui lavoro congiunto si deve la traduzione, tra gli altri, di poeti come Luzi, Caproni e Sereni. L'idea è di pubblicare 5-6 titoli l'anno, ripartiti tra narrativa, poesia e anche saggistica. Ciò che in particolare interessa i due curatori della collana, come mi spiega Simeone, è la poesia post-montaliana, poeti della terza e quarta generazione come Luzi, Sereni (del quale in autunno usciranno le raccolte di poesie Les instruments humains e Journal d'Algérie), Caproni, Penna, Fortini, Gatto, nati tra il 1905 e il 1917, che dopo l'esperienza della neo-avanguardia sono rimasti dei punti di riferimento per i giovani poeti italiani. Nella narrativa invece si rivolgeranno soprattutto a scrittori regionali, come Dessì, Bonaviri, Raffaello Nigro, di cui in autunno usciranno rispettivamente San Silvano, Le pays des olives, Les feux du Basento. Sempre in autunno è prevista la pubblicazione di un romanzo di Attilio Bertolucci (La chambre) e di Gianni Stuparich (L'fle), e in campo critico-saggistico il trattato del 1641 di Torquato Accetto Della dissimulazione onesta (De l'honnéte dissimula- 'tion). La serietà e la professionaliCfr tà di questa collana è evidente in ogni dettaglio, dalla scelta dei testi a quella dei traduttori e dei collaboratori, tutti professori universitari, ricercatori, consulenti ..e. ditoriali in Francia e in Italia. Anche Liana Levi ha in catalogo vari testi italiani che non fanno però parte di una collana specifica. Le memorie di Giorgio Amendola e la testimonianza di Nando Dalla Chiesa, così come i romanzi di Andrea De Carlo, Pasinetti, Campana (del quale a settembre uscirà A l'abri du sirocco) e Primo Levi (di cui ha pubblicato la raccolta di novelle Lilith, e sta per uscire Sans aucun message, testi vari apparti sulla «Stampa»), si intrecciano al resto delle opere pubblicate, che vanno dalla narrativa contemporanea e la storia francese del XIX secolo, ai saggi di attualità sul conflitto israeliano-palestinese. Un'altra interessante casa editrice con un progetto organico e determinato è l'appena nata Le Promeneur (15 titoli l'anno), di Patrick Mauriès scrittore e fine conoscitore di letteratura inglese e italiana. Se inizialmente è il caso a muovere e determinare gli spostamenti, le indagini del promeneur, i suoi incontri non sono poi così casuali e lasciano intravedere una coerenza di fondo. In questa prospettiva Mauriès ha pubblicato, per la letteratura inglese l' «eccentrica» Edith Sitwell, (Les Excentriques), e gli scrittori Norman Douglas, e Peter Ackroyd. Per quanto riguarda la letteratura italiana, di cui Mauriès si è da anni occupato presso altre case editrici (facendo pubblicare, non senza difficoltà, Gadda, Arbasino, Manganelli e Macchia), sono appena usciti Lunaria e Retablo di Vincenzo Consolo, ed è infine in corso di pubblicazione Le sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi. Nata recentemente è anche la casa editrice Miche/ de Maule che un anno fa ha iniziato la sua attività specializzandosi nella pubblicazione e riedizione di testi teorici sulla musica, e ha oggi inaugurato collane di letteratura, arte e filosofia. Per la letteratura straniera quella italiana è dominante, con la pubblicazione, nella collana italiana diretta dal giovane scrittore e traduttore René De Ceccatty, del saggio di Pirandello sull'umorismo (Humour et autres essais, di Le capitaine au long cours di Roberto Bazlen e Un peu de fièvre, testi in prosa di Sandro Penna. Imminente la pubblicazione nella collana «Souvenirs d'enfance» di testi di Moravia e Dacia Maraini, e di Giuseppe Bonaviri. La particolarità della casa editrice P.O.L. (una filiale di Flammarion solo per quanto riguarda il pagina 17 ,, servizio commerciale: distribuzione, diffusione, servizio diritti stranieri), a differenza delle altre qua~ si esclusivamente orientata verso la letteratura francese contemporanea, è legata alla sua storia. Fondata nel 1983 da Paul Gtchakovsky-Laurens, fino ad allora direttore della collana di letteratura francese presso Hachette, P.O.L. oggi pubblica 20-25 titoli l'anno di una cinquantina di autori, per la maggior parte provenienti dalla precedente collana di Hachette. Si tratta di testi fortemente caratterizzati da un certo sperimentalismo, e nella narrativa, in particolare, un punto di riferimento importante è l'esperienza del «nouveau roman». Da qualche mese è nata una piccola collana di letteratura italiana diretta da Mario Fusco, scrittore, traduttore e professore universitario (Paris III). Dei 4-5 titoli l'anno previsti sono finora usciti Chronique d'un siècle qui s'enfuit, di Marco Lodali, e La jeune fil/e au turban di Marta Morazzoni, mntre in autunno è prevista la pubblicazione di Artemisia di Anna Banti, l'ultimo romanzo di Balestrini, Gli invisibili e L'oro del mondo di Sebastiano Vassalli. Un approccio più frammentario, e a volte pieno di sorprese (qualche volta anche di delusioni), quello di Arcane 17, Alinea e Dejonquères. La riscoperta di autori portoghesi, sudamericani, italiani e dei paesi nordici, finora rimasti ai margini è l'obiettivo principale Primavera - Estate 1987

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