Alfabeta - anno X - n. 112 - settembre 1988

Alfabeta 112 assoluto I ... la vittoria è un vuoto assoluto I ... il tempo è un vuoto assoluto I ... la storia è un vuoto assoluto ... » Un messaggio al resto del mondo? Nello stesso clima di tensione, serietà morale, disperazione stupisce, a migliaia di chilometri, la consonanza fra La scuola serale di Sergio Salmi, del 1963, e Compiti di Chen Jingrong, una donna, del 1983. . Dice il primo: «Ancora ci è pres~ìitto I un altro testo. È sempre più oscuro/ da decifrare, e la luce agli occhi stanchi / ogni sera più s'abbassa. La nuova / scienza ogni giorno cancella l'antica ... / L'aritmetica ci propone / calcoli sempre più astrusi, e non possiamo / fare più assegnamento su manuali e prontuari». E la seconda (più prosaicamente, forse per la traduzione): Al risveglio non c'è più / il sorriso trionfale, / ci sono invece tanti compiti in questo mondo / e noi stupidi non riusciamo mai a svolgerli. I I compiti sono molti, molti. I Un altro risveglio dal sogno I e non ci sono più i compiti precedenti/ ma nuovi compiti tanto più strani. / Allora siamo come scolari delle prime classi / di fronte alle incognite x y». Documento, specc~io eccellente, su due piani, come s'è detto all'inizio. Sul piano più propriamente letterario e linguistico, l'aggiunta alla traduzione del testo cinese, in ideogrammi e in pinyin (la loro odierna trascrizione ufficiale in c~ratteri latini), avrebbe fatto di questo libro uno strumento impareggiabile nelle mani degli ormai tremila e forse più italiani che studiano, hanno studiato, insegnano questa plurimillenaria e meravigliosa lingua e scrittura. Un pesce fossile rinato A cura di Yuan Huaqing Lanfranchi, Milano, 1987 pp. 102, lire 24.000 Saggio su Luzi Roberto Carifi H a scritto Maurice Blanchot che l'amicizia «passa attraverso il riconoscimento della reciproca estraneità che non ci permette di parlare dei nostri amici ma soltanto di parlare a essi», preservando quella distanza e quella discrezione che rendono possibile l'autentica prossimità. Conservare un segreto, esattamente il segreto dell'opera, è il solo atto critico che abbia a che fare con questa amicizia, con il dono Cfr che si fa all'altro lasciandolo parlare dal luogo irriducibile della sua alterità. Anna Panicali attraversa l'opera di Luzi rinunciando alle categorie oggettivanti, si mette in ascolto di una parola poetica che nasce bagnata dal segreto e ad esso si dirige, alla sua indeducibile e oscura evidenza. Non si tratta soltanto di un saggio, nel senso riduttivo e asettico di un genere letterario che spesso manca di discrezione, piuttosto di un'avventura che ripercorre, con la stessa cadenza di un racconto, «un lungo tragitto poetico al centro del quale è sempre stato esso costantemente rinasce, una domanda che potremmo qui assimilare alle parole di Rosenzweig: «Ma per quale destinazione si aprono dunque i battenti . della porta». Che una porta vi sia, già spalancata sull'evidenza di una verità che non ha bisogno di prove, garantisce di una rivelazione che fa da contrappeso al dubbio, di un'apertura che per quanto sia problematica è pur sempre orientata verso una fondazione "f)Ossibile. Ma la rivelazione, come ha scritto Pierre Boutang nel suo stupendo e ormai introvabile OntoloSamuel Beckett, Secondo atto senza parole; foto di Vasco Ascolini il rapporto con la vita». Un racconto a più voci, dove quella di Luzi parla nell'eco di altre voci ugualmente interrogative, radicalmente votate a testimoniare l'enigma, a comunicare con il nucleo centrale della realtà e del linguaggio; soprattutto Jabès e Lévinas, ma anche André Neher e lo stesso Blanchot sono presenze che con Luzi condividono una medesima passione per la verità, la stessa pazienza di fronte al silenzio, l'attesa che si fa parola aderente all'appello, ferma nella domanda rivolta al limite ed alla frontiera. La poesia di Luzi, come le scritture di questi compagni di strada, appare abitata da un'interrogazione che oscilla tra il dubbio e la certezza che da gie du secret, «è istituzione di un segreto», lo salvaguarda e lo mantiene nell'atto stesso in cui lo mostra; interrogare la verità significa in Luzi puntare «al cuore _dell'enigma», uscire dalla propria identità per consentire che l'Altro venga conservando il suo mistero e la sua trascendenza, traccia di chi, ~ome direbbe Lévinas, «à proprement parler, n'a jamais été là, de ce qui est toujours passé». Andare verso l'Altro significa dunque procedere verso un passato assoluto, un già stato, un principio che in Luzi comporta, come scrive Anna Panicali, un processo che «si muove nel senso di un ritorno», un transito che «è l'attraversamento del negativo, della perdita, della morte» pagina 19 verso un «futuro che per Luzi è. all'origine: della lingua e della persona». Di questo usteron-proteron, passaggio che è anche una svolta e un ritorno, transito attraverso il «presente della rovina» (Jabès) per superarne gli esiti nichilistici e negativi, Anna Panicali delinea una mappa affascinante che inscrive il discorso di Luzi dentro una linea di pensiero oggi più che mai deciso a interrogarsi sul destino del nichilismo e sull'urgenza del suo oltrepassamento. Si tra,t(a di luoghi, di una topologia che dallo sguardo, dall'ombra, dalla memoria procede, attraverso l'abbandono e l'appello, verso l'incontro con «l'altro, l'oscuro, 16 sconosciuto» finché con esso si stabilisca la relazione e l'incontro: «Ormai la verità - scrive la Panicati - non è più altrove rispetto al mondo e all'io. Abita ai bordi del dialogo, che è una sorta di contraddittorio, di contrasto con l'altro, di confronto drammatico. Non è neppure nella risposta - chiara e manifesta - dell'una o dell'altra parte, perché s'invera dentro, nel silenzio _interiore, e non trapela mai completamente. Se ne colgono frammenti o bagliori, e non sempre attraverso la parola pronunciata. Spesso, infatti, è tacita, nascosta, e affiora appena dal non detto: occorre saperla vedere, leggerla nel volto, nello sguardo, nell'atteggiamento dell'altro».· Siamo davvero, con Nel magma, nel punto cruciale dell'opera di Luzi; di fronte a una svolta.deci- . siva·che il libro di Anna Panicati ci restituisce in tutta la sua pienezza, nella coscienza che solo «la poesia può accedere, al di ·là del regno della vista, al segreto dell'esistere». La profonda .drammaticità dell'ultimo Luzi, da Su fondamenti invisibili fino all'intensa produzione per .il teatro, esprime il ritmo stesso del vivente, è «pensiero· immerso, al pari della lingua, nel processo della creazione, e perciò· in atto, in movimento»: Tra l'io e l'Altro, tra il linguaggio e la vita, tra il volto e la maschera «cui Hystrio affida il dire proprio e al- • trui» si •giuoca il grande destino della poesia luziana, farsi costante testimonianza det vero, dolorosa ma sempre capace di illuminare; come scrive la Panicali, «quanto ancora non si è manifestato e chiede di esistere». Anna Panicali Saggio- su Mario Luzi . Garzanti, Milano,_1987 pp. 170, lire 18.000 . Novità Ottobre HildeBruch ANORESSIA CASI CLINICI L'ultimolibrodella famosapsichiatra:le cause,glieffettie la terapiadi unamalattia sconcertante. MarioTrevi L'ALTRA LETTURA DIJUNG Iltestojunghianocome fontedi inesauribile immaginazione psicologicad, i originali costruzioni antropologiched,i modellinterpretativi multiplei sostituibili. Biblioteca di Psicoanalisi SandorFerenczi DIARIO.CLINICO GENNAIO-OffOBRE 1932 Un'operainanticiposUi tempi,pµbblicatasoloa cinquant'anndi allasua stesura. Di prossima pùbblù.:azione nella stes~acollana: A.A._Sem(ai curadi) TRATTATO • DI PSICOANALISI VOLUME PRIMO TEORIA E TeCNICA • D.WW. innicott LETTERE Riproposte M.SelviniPalazzloi •S.Cirillo M.SelviniA.M.Sorrentino • I GIOCHI PSICOTICI NELLA FAMIGLIA Unaricercasui pi~gravi • • Cfr/ ostre·•· · disturbimentali , dell'infanziae della. adolescenzaattraverso la terapiafamiliare. F.Foniari . AFFETTI .ECANCRO. I: possibiler_iorganizzare la speran~a? L'allegoria: tutto Mari nella Repubblica di San Marino Eleonora Fiorani A ncora una volta, qui, nella sua San Marino (chè vi lavora da tanto tempo e con tanta passione), nello splendido spazio del Palazzo dei Congressi, Enzo Mari con ungesto che Renato Pedio ha definito «impossibile» si presenta insieme come artista, designer e teorico dell'estetica e del sociale. Nella mostra complessiva delle sue opere stanno insieme la ricerca rigorosa delle funzioni-forme percettive; la produzione di oggetti del quotidiano, le grandi allegorie. Sono per Mari tre vie o percorsi o modi con cui riconfigurare il reale. E Modelli del reale è infatti - provocatoriamente - il titolo che Mari ha voluto per questa mostra, da lui stesso progettata e su di essa nel catalogo (edito da Mazzotta) prende la parola in prima persona, rinnovando un dialogo - ormai consueto - con Renato Pedio, per contraddire, forse, l'«impossi.bilità» del suo gesto o per dire, che è lo stesso, che è di questi gesti impossibili che si ha bisogno oggi per non morire. . . . . Modelli del reale è il titolo scel- ad indicare Ùdffficile, complì~atis- o. DeMartisF.Petrella to da Mari per la sua mostra; e già simo· rapporto ira· H ·pensiero, .la P.Ambros(iacurà·di) ciò è scandalosamente urtante ..e parola. e· là ;cosa:· anzi, nella mo- ..• FARE E PENSARE provocatorio: in questione non è. dernità sul modello si dissolve la IN PSICHIATRIA l'arte sola, ma il reale appunto, e il .. c~sa ~tessa: siamo solo di fronte. a RELAZIONE-E ISTITUZIONE rapporto che intercorre tra i due: delle rappresentazioni. Il «reale» .è· • •Un'analisdi eiproblemi di noi, dell'oggi e di ieri, qui si . invece posto Ii; accanto a. «model- suscitatidal nuovo parla. .. • li» volutamente da Mari in tutta la , • assettodell'assistenza Moqelli innanzitutto è parola su? durezza.: è evocato, trattò fuo-. psichiatrica.• densa: del linguaggio comune e, ii <;tasl ilenziò e dal nulla, provoca,~ per elezione, dell'epistemologia: torianiente, appunto. . sta a indicare che .pensiamo per Dice bene···Filiberto Me.nna osmodelli, cioè con strutture raiio- .• serva~do che ·«ropera, di Mari si nali e formalizzate, •costrue~do presenta effettivamente còmè urta marchingegni, artefatti, n:i·a:échfoe c~iar'.a-éd~dsa I?resa_·&posizione reali o immagin~rie. Ed, è in~ie.me .ne~·dil:?at~ito,che ha,contrapposto termine che oscilla tra la-descdzio- •• progetto· ._moderno .e condizione rte e la prescrizione. Tutto ciò sta • postmoderna: i.11iacontrapposizio-

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