Alfabeta - anno X - n. 108 - maggio 1988

Le forze morbide Al Teatro Petrella di Longiano (Forlì) si è svolta dal 16 aprile al 14 maggio 1988 una rassegna di Danza e Poesia ideata da Marinella Guatterini: Le forze morbide, Ballate Ballatette n. 2, in collaborazione con il «Centro teatrale San Geminiano». Il teatro Petrella è stato restaurato di recente e il costo dell'operazione è stato di 1300 milioni, circa 400 in meno di quanto è costata, sempre nella primavera di quest'anno, all'Ater-Ert di Modena, la produzione di un solo spettacolo: i Dialoghi delle Carmelitane di Georges Bernanos per la regia di Luca Ronconi. È un dato su cui occorre perlomeno riflettere. Il recupero del Petrella, teatro ottocentesco dall'acustica sublime, permette di presentare, per merito anche di un organizzatore attento come Sandro Pascucci, un fare teatro nuovo e a costi ridotti senza incidere minimamente sulla qualità, riconosciuta per altro da tutti come degna di una circolazione europea. Poiché le regioni italiane sono ricchissime di simili strutture (alcune già restaurate altre in fase di ripristino) si disegna subito nella nostra mente la mappa di un teatro che torni a essere quel che deve, vale a dire circolazione di progetti innovativi capaci di fare evento culturale. Si vuole suggerire che un'alternativa alla stanca e poco motivata routine attuale (con le debite eccezioni, si capisce) è possibile e perfino probabile. Certo, intelligenza e vitalità si devono mettere in evidenza lì dove ci sono e sono pronte ad agire, vale a dire nella cosiddetta «provincia», dal momento che nelle città ex-grandi prevale la stanchezza. Ma parlare di «provincia», oggi, in una regione come l'Emilia-Romagna, può Mario Vegetti 1. Remo Bodei Scomposizioni Saggistica Torino, Einaudi, 1987 pp. 271, lire 28.000 2. Giuseppe Cambiano Il ritorno degli Antichi Saggistica Bari, Laterza, 1988 pp. 174, lire 20.000 3. Sofocle Antigone far solo sorridere chi cono ca appena il lavoro che sviluppa con orizzonti ormai planetari sul serio (non solo sulla carta). Se qualcuno fosse tormentato da qualche dubbio residuo dovrebbe meditare sul successo decretato, la sera dell'inaugurazione della rassegna, alla compagnia Luisa Casiraghi (che progetta a Milano) da un pubblico da «tutto esaurito». Il testo di danza, possiamo chiamarlo così, presentato da Luisa Casiraghi (Giù non c'è più nessuno, con Claudia Balboni, Alessandro Bernardeschi, Laura Girotto, Mirella Grillo, Maresa Moglia, Luisa Casiraghi) era bellissimo nel suo fitto narrare per mezzo di una gestualità tutta inventata eppure fortemente comunicativa, senza alcuna «esibizione» virtuosistica fine a se stessa; tuttavia poteva essere considerato di non facile o immediata assimilazione. È accaduto che il pubblico lo abbia accolto con un calore così partecipe da sorprendere anche i più ottimisti. Di tutti gli altri eventi si potrà riferire in una prossima recensione globale; qui, ora, preme sottolineare quanto abbia funzionato l'idea di fare interagire la poesia (letta dai poeti) con la danza, senza predisporre presunte affinità (se non quelle che sono nella contemporaneità dei lavori e nei parallelismi della ricerca teatrale e letteraria). La poesia apre lo spazio alla danza e la danza ne sviluppa il di~corso mettendo alla prova il linguaggio del corpo in tutte le sue valenze. La reale affinità tra fare poesia e fare danza oggi nasce dal fatto che anche alla «danza oggi non deve mancare l'energia del pensiero e l'ambizione a puntare comunque a un pensiero forte», come scrive Marinella Guatterini 4. Enzo Morpurgo Vallememoria Racconti nella presentazione del catalogo. E aggiunge che occorre: «rallentare anziché velocizzare, diminuire anziché accrescere, puntare sulla nudità anziché sulla ricchezza, se il problema non è solo quello urgente e necessario di debuttare ma soprattutto di durare e soprattutto di come durare». Antonio Porta ~erleau-Ponty E curioso leggere nella presentazione di un convegno di studi dedicato a un'importante figura di pensatore una frase come questa: «L'omaggio che gli viene reso in questi giorni non corrisponde a nessun anniversario, e avviene in un luogo 'indifferente' rispetto alla sua vita». La figura è quella del filosofo Maurice Merleau-Ponty (morto nel 1961) e il convegno, che si intitolava La prosa del mondo, si è tenuto a Roma dal 21 al 23 aprile scorsi (è stato promosso dal Centre Culture) Français e coordinato da Anne-Marie Sauzea.u-Boetti). Che rilievo ha per noi questo filosofo per permettersi di infrangere il rigido gioco degli anniversari che perfino Heidegger ha dovuto rispettare (1986, dieci anni dalla morte), mentre adesso è il turno di Husserl (1988, cinquant'anni dalla morte)? Poiché è stato il più significativo e originale tra i fenomenologi francesi, Merleau-Ponty potrebbe rientrare bene nell'anno di Husserl: ma qui, per una volta, le ragioni dell'attualità di un pensiero lasciato un po' da parte non hanno davvero bisogno di aiutarsi col· calendario. Ci sono infatti due ordini di motivi. Il primo è teorico-politico e si collega alle acque mosse del dibattito sull'ideologia comunista: l'antistalinismo di Merleau-Ponty, il suo percorso più aspramente critico e poi meno entusiasticamente rivoluzionario rispetto, per esempio, all'impegno di un Sartre, la sua capacità di «vedere» cosa era accaduto e cosa stava succedendo (anni quaranta e cinquanta) a sinistra, restano oggi una lezione per chi ancora stenta ad aprire gli occhi, ma anche per chi conserva nostalgie per la buona dialettica, e naturalmente per chi ha chiuso anzitempo i conti illudendosi di avere già visto tutto. Il secondo ordine di motivi è propriamente filosofico e ha a mio parere un rilievo ancor maggiore in rapporto alle domande teoriche che il relativismo ermeneutico solleva. Nella Fenomenologia della percezione (il suo capolavoro) e poi nel suo ultimo e incompiuto lavoro filosofico, Il visibile e l' invisibile ( oltre che nelle raccolte di saggi come Senso e non senso e Segni), Merleau-Ponty ha proposto un'idea di esperienza soggettiva che è sicuramente tra le meno riduttive fra quelle che la filosofia contemporanea è stata in grado di elaborare. Direi eh.e la sua peculiarità è stata quella di far incrociare, in un orizzonte di radicale finitezza, l'attenzione alla positività del vissuto fenomenologico con l'attenzione all'ambivalenza, alle zone d'ombra e di opacità, al lato che nel nostro rapporto con il mondo appartiene all'«invisibile». Enzo Paci aveva dato grande vigore (anche con iniziative editoriali) alla conoscenza in Italia del pensiero di Merleau-Ponty; poi, negli anni settanta e fino a oggi, la presenza di-questo pensiero è molto diminuita restando confinata per lo più a iniziative specialistiche. Le cause di quest'oblio possoRoberto Esposito 1. Georg Bachofen 4. Franz Kafka Lettere Letteratura no essere di varia natura: ma è comunque certo che le opere di Merleau-Ponty meriterebbero di tornare a circolare nelle librerie e sui tavoli dei giovani, studenti e studiosi, interessati al senso dell'epoca presente. Pier Aldo Rovatti La realtà inventata «Un capitano che in una notte buia e tempestosa debba navigare in un canale non riportato sulle carte, senza l'aiuto di un faro e di altri supporti per la navigazione, o andrà a infrangersi sulle scogliere o riguadagnerà il mare aperto oltre lo stretto. Se perde la nave o la vita, il suo fallimento prova che la rotta prescelta era sbagliata. Si potrebbe dire che ha scoperto ciò che il passaggio non era. Se d'altra parte supera lo stretto, il successo prova semplicemente [... ] che in nessun punto è entrato in collisione con la forma e la natura [... ] del corso d'acqua [... ]. Egli ha attraversato lo stretto com~ un cieco. La rotta prescelta si adatta alla topografia sconosciuta, ma ciò non significa che le corrisponde [... ]. Non dovrebbe essere troppo difficile immaginare che la reale forma geometrica dello stretto potrebbe offrire un certo numero di passaggi più brevi e più sicuri.» Con questa metafora Paul Watzlawick sintetizza il punto di vista del costruttivismo radicale sul rapporto fra realtà e conoscenza scientifica: fra i due termini non esiste corrispondenza ma adeguamento funzionale; conoscere non significa affatto scoprire la natura del mondo oggettivo, ma verificare uno dei possibili accessi a una meta da noi scelta nel mondo dell'esperienza; noi incontriamo il Ancona, Il lavoro editoriale, 1987 pp. 153, lire 16.000 Il matriarcato Saggistica Torino, Einaudi, 1988 pp. 522, lire 60.000 A cura di Ferruccio Masini Milano, Mondadori, 1988 pp. 1220, lire 45.000 5. Altan Cento di questi Altan Fumetti .. Milano, Panorama-Mondadori, 1988 pp. 98, s.i.p. 2. Karl Schmitt Ex capti vitate salus Saggistica Milano, Adelphi, 1987 pp. 142, lire 10.000 5. Tobias G. Smollet La spedizione di Humphrey Clinker Intr. di Giancarlo Mazzacurati Letturatura Torino, Einaudi, 1987 pp. XLVIII-448, lire 50.000 A cura di Rossana Rossanda Classici 3. Jean Améry Intellettuale ad Auschwitz Saggistica Torino, Bollati-Boringhieri, 1987 pp. 162, lire 16.000 Milano, Feltrinelli, 1987 pp. 157, lire 17.000

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