Alfabeta - anno IX - n. 96 - maggio 1987

Cfr. Il lavoro delle riviste «Anterem» Frediano Sessi Che cosa c'è di più ambiguo, di più scomodo dell'inafferrabilità del senso che si cela sotto il fraseggiare del poeta? Chi attraversa le parole assume in sé una predisposizione al viaggio, sa che entra in un labirinto molto intricato di rimandi e di riferimenti, ognuno dei quali lo interroga, lo scuote, allontana da lui la certezza che si possa pur giungere ad una verità data una volta per tutte; e questo accade tanto più se ci si immerge nella biblioteca sotterranea del poeta, i cui scaffali sono spesso, volutamente impolverati, e le pagine, nei libri, appositamente disordinate. Così, accade che molti di coloro che si confrontano con la lingua del poeta, hanno imparato ad accedervi mediante una lettura trasversale, compiuta cioè più sul corpo del linguaggio che sulla sua pelle; in altri termini, più sul significante che sul significato, perché il senso non è della parola in quanto pronuncia delle cose, del mondo, della realtà. Esiste la fondata convinzione che il senso della poesia abiti i bordi, i confini del mondo e delle cose; sia dentro e fuori insieme, perché gioco insensato del pensiero, la cui produzione sfugge anche a chi volesse a tutti i costi sapere dove mai, o in quale luogo della psiche si celi il gesto, o l'atto, che dà il via alla creazione poetica. Ma è forse possibile ingabbiare un senso, quando si è convinti che le parole parlano un'infinita quantità di lingue e di dialetti? Nel lavoro di ricerca, documentato in questi anni dalla rivista veronese «Anterem», questa pare essere una delle interrogazioni cruciali. Fondata nel lontano 1976, per dare spazio, dicono i redattori: «a quella parola che ancora non ha varcato la soglia oltre la quale la rappresentazione del mondo comincia a scindersi in distinzioni sottili e il sembiante dell'esistenza a dispiegarsi in una classificazione articolata di specie e sottospecie», «Anterem» va alla ricerca della parola «che non subisce sopraffazioni da parte dell'oggetto». Nel panorama letterario , «Anterem» è una fra le non poche riviste che conferiscono spazio privilegiato alla poesia, pubblicando a tutt'oggi circa trecento autori tra italiani e stranieri. Ma la rivista veronese, oltre che per serietà, emerge anche per lo spazio dato a quelle voci che altrimenti sarebbero destinate al silenzio, perché non istituzionalizzate, o perché considerate «minori», o, ed è questo il caso più frequente oggi, perché praticano un discorso ai margini dello spettacolare e dunque poco appetibile ad un grande pubblico. In questo disegno di ricerca che tende ad esplorare l'anfratto, l'interstizio, il marginale, la rivista accoglie nelle sue pagine «testimonianze appartenenti ad un orizzonte espressivo alquanto ampliato». Non ha e non fa questioni di Linea, ma semmai di rigore. «Anterem» è in questo senso una rivista àperta a tutte le voci, purché inclini «a cimentarsi con la parola affacciata sull'incompiutezza, il contrasto, la mancata pacificazione». Il suo pregio sta dunque non solo nelle proposte monografiche o tematiche di ricerca, ma anche nel suo essere terra feconda di conoscenze poetiche in formazione; «e non già rassegna di materiali del tutto certi», aggiungono i redattori. A questa posizione investigante e conoscitiva, va aggiunta la funzione importante di porsi spesso al centro del dibattito letterario in corso, come è accaduto per una serie di numeri monotematici. Tra questi, basterà ricordare: Le ragioni della poesia; La parola nell'itinerario del testo; La citazione nel testo; e il prossimo, Luoghi geografici nella Letteratura, che si avvale di contributi provenienti da più ambiti: la critica, la scrittura poetica e narrativa. «Per 'Anterem' il concetto di ricerca corrisponde a quello di tensione indeponibile. Una profonda tensione dell'animo in ascolto dell'incertezza e della fragilità. Una terialistico» al campo critico-letterario (la rivista si dichiara esplicitamente, nel sottotitolo, «per uno studio materialistico della letteratura»), muoveva fin dall'inizio dalla consapevolezza che qualsiasi «rifondazione» non potesse evitare un confronto il più possibile serrato e non pregiudicato con quelle correnti di pensiero, come l'ermeneutica e il decostruzionismo, che ponevano dubbi radicali alle procedure analitiche; un confronto aperto e chiaro, e purtuttavia non eclettico, condotto ad appurare da quale posizione provenissero quelle questioni e a quali esiti conducessero (nella pratica interpretativa, ci si doveva accorgere di quanto fossero opinabili ed arbitiari i risultati prodotti - sia attraverso la è in libreria Il piccolo Hans 53 diretto da Sergio Finzi Anno 14", pp. 208, Lire 10.000 L'etica delle forme Sergio Finzi: Misurazione. calco e originale nell'analisi di un caso di psicosi infantile Virginia Finzi Ghisi: La forma logica del. luogo della fobia, preliminare a una comprensione della schizofrenia. Ivan F6nagy: Le lettere vive in poesia. e scriui di G. Gabetta. I. Viola, M. Spinella. G. Gramigna. E. Krumm. A. Prete. Trimestrale di psicoanalisi e cultura. Abbonamento annuo L. 35.000. C.c. postale 33235201 o assegno bancario intestato a Media Presse. Via Nino_Bixio 30. 20129 Milano tensione che tiene conto di tutti quei processi interiori dove positivo e negativo, ascesa e caduta, appropriazione e rinuncia convivono indissolubilmente.» «Anterem» Quadrimestrale di ricerca letteraria Direttori: Flavio Ermini e Silvano Martini Verona - Abbonamento annuo: lire 15.000 L'ombra d'Argo Francesco Muzzioli L'attività della rivista «L'ombra d'Argo», iniziata nel 1983, si è andata progressivamente concendialogicità della lettura che attraverso l'erranza avventurosa - dallo scetticismo sui contenuti di verità dell'atto critico): e dunque si trattava di confrontarsi, senza perdere tuttavia i contatti, sull'altro versante dello schieramento, con i rami più produttivi della semiologia e della psicoanalisi. Insomma, una grossa mole di materiali si presentava necessariamente all'indagine, ad impegnare seriamente il bisturi di un marxismo sempre più determinato dall'aggettivo «critico», e di un razionalismo alieno da rassicuranti certezze. Nelle riunioni periodiche del gruppo redazionale si sono accentuati i caratteri di lavoro collettivo, non solo per la divisione dei Università degli Studi di Siena DIPARTIMENTODI FILOLOGIA E CRITICADELLALETTERATURA via Roma 47 - 53100 SIENA - Te!. 0577-284152 Convegno internazionale organizzato dal dipartimento di Filologia e critica della letteratura dell'Università di Siena e della rivista «L'Ombra d'Argo»: SULL'INTERPRETAZIONE ERMENEUTICA E TESTO LETTERARIO Relazioni di Ezio Raimondi, Romano Luperini, Jonathan Culler, Franco Brioschi, Francesco Orlando, Giovanni Jervis, Hans George Gadamer, Michael Rayan, Gianni Scalia, Sandro Briosi, Gregory Lucente, Robert Dombroski. Tavola rotonda con Franco Fortini, Edoardo Sanguineti, Remo Ceserani, Filippo Bettini, Antonio Prete, Walter Siti. trando sul problema teorico dell'interpretazione, e sugli interrogativi che oggi assillano le scelte di metodo e la stessa verificabilità dell'adeguatezza dei giudizi. Il gruppo redazionale, composto da esponenti di diverse esperienze culturali e diverse aree geografiche, accomunati dalla convinzione nella validità dell'approccio «macompiti che ha consentito di affrontare un notevole numero di autori e di testi; ma soprattutto per l'interscambio delle idee e delle opinioni, con puntigliose discussioni sui punti che via via apparissero come fondamentali, procedendo con il vaglio delle ipotesi verso un approfondimento sostanziale e non appiattito della linea di tendenza comune. Ma, per sua stessa natura, la discussione non poteva restare entro i confini della redazione, hé essere limitata alle pagine della rivista; un momento importante di confronto diretto sarà il convegno internazionale, intitolato appunto Sull'interpretazione, Ermeneutica e testo Letterario, in programma a Siena dal 21 al 23 maggio,_che la rivista ha organizzato in collaborazione con la locale Università: vi è prevista la partecipazione, tra gli altri, di Gadamer, Culler, Ryan, Lucente, Raimondi, Orlando, Luperini, Sanguineti, Brioschi, Scalia, Jervis. In vista del convegno, «L'ombra d'Argo» che ha già provveduto a pubblicare, nel suo numero doppio 7-8, alcuni materiali di studio in una sezione apposita dedicata a Ermeneutica e testo Letterario. Inoltre, a fornire un sostrato agli interventi dell'incontro senese, è appena uscito un numero speciale «sull'interpretazione» che raccoglie un consistente corpus di saggi e note riguardanti i principali protagonisti del dibattito teorico odierno: da Gadamer a Hirsch, da Ricoeur a Derrida, a De Man, ai nostri Eco, Vattimo, Agosti, Prete, ecc. Il numero non rispecchia soltanto il lavoro dei singoli redattori della rivista, ma ospita anche contributi di collaboratori esterni, tra cui spiccano quelli offerti in forma di intervista e raccolti in una sezione a parte: accarito a Maria Corti che interviene su Storia e semiologia: per una combinazione di «mots» e di «choses», troviamo Franco Fortini su La critica come genere, Giovanni Jervis su Ermeneutica e psieoanalisi, ed Ezio Raimondi su La razionalità Limitatadella critica. L'impostazione del fascicolo è data da un ampio saggio del direttore della rivista, Romano Luperini, Semantica e interpretazione, che i lettori di queste pagine hanno avuto modo di conoscere anticipatamente, sia pure per excepta, nel numero di marzo di «Alfabeta». Il saggio di Luperini copre, «a tutto campo», l'area problematica che ho sopra delineato, compiendo un attraversamento spesso polemico, ma sempre mediante precise articolazioni e contestazioni «dall'interno», per arrivare a delineare una posizione alternativa (il saggio tiene conto anche di tutto il lavoro di discussione redazionale, con i problemi in esso ancora aperti). I punti nodali su cui incentra la proposta di Luperini sono: 1. La dialettica interattiva (inscindibilità) di semantica e interpretazione, ovvero di contenuto reale e verità; 2. il rigore delle procedure argomentative-dimostrative dell'interpretazione, come carattere necessario della loro validità; 3. la compresenza, accanto all'ottica interna all'opera e al suo orizzonte, di un'ottica esterna che procede a «contrappelo» nell'esercizio del sospetto (per tale via riportando il giudizio alla sua responsabilità sociale e politica); 4. la presa di posizione in favore dell'allegoria contro il simbolo, sulla base della mondanità storica e della concettualizzazione dei significati proprie dell'allegoria, ed estesa alla critica che viene considerata come allegorica essa stessa. Da questi punti, e dalle loro interconnessioni, provengono stimoli ad ulteriori riflessioni, nel convegno e dopo. Del resto, la vita di una rivista di «teoria», come «L'ombra d'Argo», è legata all'allargarsi di questi spazi di ricerca. Sull'interpretazione. Ermeneutica e testo letterario n. 9, speciale, a. III, 1986 de «L'ombra d'Argo» Direttore: Romano Luperini Lecce, Editore Milella Herbert Vorgrimler Comprendere Karl Rahner Introduzione alla sua vita e al suo pensiero pp. 240 - L. 20.000 Karl Rahner Herbert Vorgrimler Dizionario di teologia pp. 784 - L. 18.000 Morcelliana Via G Rosa. 71 - 25121 Brescia re ·ac'è librodi piritin ercadi • un Gabriele Frasca Il fermo volere Una nuova avventura dell'ingegnoso Spirit CsCXR)TIJ

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