Alfabeta - anno IX - n. 94 - marzo 1987

ADELPHI ALESSANDRO MANZONI Tutte le lettere A cura di Cesare Arieti Con un'aggiunta di lettere Inedite o disperse a cura di Dante lsella «Classlcl », tre volumi In cofanetto, pp. 3400,3 tavv. f.t., L. 250.000 HIPPOLYTE TAINE Le origini della Francia contemporanea L'antico regime A cura di Piero Bertolucci Introduzionedi Giovanni Macchia «Classici», pp. 764, L. 80.000 SERGIO TOFANO Il teatro di Bonaventura A cura di Alessandro Tinterri «Fuori collana», pp. 502, 19tavv. f.t. In nero e a colori, L. 50.000 KENNETH ANGER Hollywood Babilonia, Il «Fuori collana», pp. 352, 330 lii., L. 60.000 MARYLAFALK Il mito psicologico nell'India antica «Il ramo d'oro», pp. 526, L. 60.000 MANFRED EIGEN - RUTHILD WINKLER Il gioco Le leggi naturali goveroano il caso «Biblioteca Scientifica», pp. 332, 69 lii. In nero e a colori, L. 45.000 PAUt VALÉRY ' Quaderni, Il Linguaggio • Filosofia A cura di Judlth Roblnson-Valéry « Biblioteca Adelphl », pp. 460, L. 32.000 JOSEPH ROTH Zipper e suo padre « Blblloteca Adelphl », pp. 172, L.16.000 OLIVER SACKS L'uomo chescambiò sua moglie per un cappello « Biblioteca Adelphi », pp. 318, L. 22.000 ISAIAH BERLIN Il riccio e la volpe e altri saggi A cura di Henry Hardy e Alleen Kelly Introduzione di Alleen Kelly «Saggi», pp. 492, L..38.000 MARGARETE BUBER-NEUMANN Milena L'amica di Kafka « La collana del casi», pp. 304, L. 22.000 ADELPlil nella ricerca del rigore, della «purezza», della «perfezione», anche là dove appare «non umano», ritrova la propria umanità (e storica finitezza) - come non sempre Lowith considera - nei saperi frammentati, nelle incertezze del creare, nell'uso dell'arbitrario, nell'intervento del caso. Le «interferenze» che possono presentarsi in qualsiasi azione dell'uomo non devono venire «superate» o «annullate» in una sobria o scettica «coscienza cosciente» poiché sono parte di questa coscienza, che rivela così la sua originaria dimensione «mitico-favolistica» in cui sono «sensibilmente» radicati sia il corpo sia lo spirito. Nella «provvisorietà» dell'epoca moderna ben tratteggiata da Lowith, la ricerca cosciente della classicità operata da Valéry non si risolve in una dimensione «eterna» poiché l'incontro mitico di Spirito, Corpo e Mondo nell'unità cla~sica dell'opera ha come sua trama costitutiva il problema storico moderno di una «creazione» la cui unitarietà è «casuale», data anche attraverso conoscenze ridotte o escrezioni inconcluse. Il «rigore» non basta dunque a condurre al «disincanto» poiché vi è nell'uomo una «oscurità» che nulla può pienamente rischiarare, che è il segno di una «alterità» che è dietro il visibile, che è al di là, come Valéry scriv~ nel Mon Faust, di «ciò che il mondo offre a tutti». Nell'eternità del «classico» che, come nota Lowith, Valéry, recupera, esiste allora, nello stesso processo poietico dell'arte che lo instaura, il principio della «fine» della classicità che il tempo moderno - il tempo di Leonardo - porta in sé ed al quale non ci si può sottrarre. Se l'opera d'arte può essere soltanto classica, il suo rifuggire gli «eccessi» ha tuttavia in sé, quale dato storico, l'eccedenza stessa, l'intervento del caso, una trama temporale che nel suo movimento rivela le possibilità costruttive del .molteplice. La «coscienza cosciente», che giustamente Lowith vede vigilare sopra un'humanitas sempre minacciata dagli idoli dell'epoca cristiano-borghese, ha così anche un aspetto «infelice», che non ha la certezza di raggiungere la coscienza di sé in uno spir_itoconciliato: il fare d~ll'arte, nel pensiero puro o nella «sostanza sublime» dell'angelo, mostra un'irrisolta tensione fra le dimensioni del classico e del romantico, una tensione in cui si rivela la necessità antropologica del fare, l'uomo come «misura di tutte le cose» che, nelle cose stesse (e nella loro storicità), cerca sempre di nuovo il senso incompiuto di una non componibile eternità. Karl Lowith Paul Valéry a cura di Gianni Carchia Milano, Celuc Libri, 1986' pp. 207, lire 25.000 Cfr. Mostre d'arte La Biennale di Salonicco Gabriele Perretta La Biennale delle espressioni artistiche giovanili dei paesi del Mediterraneo quest'anno si è tenuta a Saloniccp, organizzata dal Comune di Salonicco, dal Segretario Generale della Gioventù e dal Ministro. della Cultura. Questa seconda Biennale si è mostrata quasi impeccabile da un punto di vista organizzativo rispetto alla prima; ma poco bella ed interessante da un punto di vista dell'indicatore sociale e culturale. Alcuni degli enti coinvolti nell'organizzazione, come il Comune di Barcellona, il Comune di Torino, quello di Bologna, l'organizzazione francese «Eurocréation», che agisce come l'Arei su territorio nazionale, si sono accorti di queste carenze e mi sembra che nei dibattiti e nelle tavole rotonde da essi tenute in loco si sia discusso spesso di un miglioramento della qualità di questo appuntamento giovanile che, partito da Barcellona, tende a diventare quasi un'istituzione nel mondo delle espressioni. Ciò di cui ci siamo accorti guardando attentamente i padiglioni e gli stand della Biennale è che dal- -l'arte alla moda, dal design all'architettura, ed alla scultura o al video ed alla poesia, mancava soprattutto la qualità. Perché chi ha pensato ad organizzare queste mostre non ha raccolto il materiale seguendo un criterio espositivo, ma legando le farraginose scelte ad una casualità fieristica. Si sente in queste mega - manifestazioni e kermesse internazionali che spesso, per tener ben salde le redini della macchina organizzativa, si perde di vista la selezione accurata e la scelta appropriata delle opere da esporre. Se i paesi del mediterzione e su materiali di prima mano raccolti a contatto col fuoco e con l'acqua. Dunque, anche se la situazione artistica giovanile internazionale ci lascia molto perplessi, si avvertono dei segnali di ricerca che tuttavia in mega-manifestazioni come queste, si disperdono e sono difficilmente individuabili. II• Biennale di Salonicco Catalogo genarale a cura delle edizioni del Comune di Thessaloniki Novembre 1986, Salonicco Grecia. Sabino Ventura, l'arte con musica Francesco Leonetti Fuggendo Milano è consigliabile vagare a sud traversando il parco del Ticino. Ci sono anche mappe. Ho battuto la zona nel mio sogno di lasciare l'aria cattiva di Milano e persino la massa dolce di allieve artiste di Brera, e invece trovare alloggio in una cascinetta. Ora, il punto più straordinario di questo famoso paesaggio rurale perduto, con tratti bramanteschi sparsi, è il «centro» di Sabino Ventura, ceramista e operatore col vetro attraverso tecniche di Murano, e scultore; anche grafico pubblicitario a Milano, ben trave- ............................................ • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •• t . ... . .. . . ' ........ .. . .. . . . . . ...... ' . . ... ... . 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Tra i paesi e le regioni partecipanti alla «Biennale di Salonicco», come Cipro, Firenze, Lombardia, Valenza, Venezia, Calabria, Madrid, Siviglia, Lisbona, Portogallo, Larignedoc-Roussignol, Lubiana e Dubrovnik si segnalano per una spiccata originalità la mostra da Napoli Implosioni dalla Memoria ( composta da dieci fotografije le fotografie di Marco Modic (Jugoslavo) particolarmente tese ad una ricerca «intenzionalmente» forte. Ricordiamo inoltre le sculture della emiliana Marina Gasparini, le pitture di Laura Avondoglio di Torino e lo spiccato senso di tensione militante che si respirava in genere fra i ragazzi che trasmettevano video, moda e fotografia provenienti da Dubrovnik e Lubiana. Le atmosfere che ne scaturivano p'Ossono diventare una dimostrazione di lavoro artistico paradossale e convincente nell'opera di Alen Ozbolt e Janez Jordan che tentavano di creare un'atmosfera tutta «particolare» attraverso una esposizione improntata sull'istallastito, scop-ribileper un timbro più spazioso della voce... Ha una comunità con amici, nell'aura di una ex-chiesetta, che sta subito prima del leggendario spazio dell'abbazia cistercense di Morimondo. Qui ha posto di recente un'operazione complessiva di strumenti immaginari per suonare, quasi corni, con proprie referenze arcaiche. Su un palco basso, davanti a ogni suonatore-fantasma dell'orchestra, oltre ai corni di vetro.sorretti da strutture, c'è un leggio. Ciò appare in mezzo agli archi e scalini pieni di ceramiche bellissime: e chi non sa che la competizione artistica massima di tutti i tempi protostorici e storici si dà sul piatto? dall'arcaicità greca e etrusca ad Albisola e a Morimondo? e che si dà nell'invenzione di forme che si cuociono al forno? mentre tutta l'altra è materia più vile? ~a giunzione problematica e audrO-edel lavoro di Ventura è fra ceramica e vetro: le condizioni caratteristiche dei due materiali si influenzano a vicenda presso di lui, che da un certo Leoncillo ha proceduto per conto suo. Davanti al Gioco recente io vedo apparire suonatori con occhi spiritati, bislacchi come il vento; poi penso però che sono stati costretti a tornare a Milano, mentre lì c'è il grande mondo dell'arte di una volta, con bottega, spazio, animali fantastici, comunicazioni umane; ma è il mondo perduto. Il problema teorico è diverso (ed è però espressionistico come queste forme): Schopenhauer collega la volontà, l'assoluto, alla musica e non all'arte; e Kandinski la rivendica negli anni dieci anche all'arte. Bene stanno tutt'e due assieme: inventando, cioè, come accade pur qui, un'evidenza precisa del fatto che c'è una musica interna all'arte, come alla poesia., Sabino Ventura Jeux pour des instruments au vent 13 strutture in vetro e acciaio Centro d'arte «Laboratorio» Chiesetta di San Bernardo Morimondo (prov. Milano) Tra percorso e luogo Marco Meneguzzo Le fortune di Martin Heidegger presso critici e storici dell'arte molto spesso si limitano a quell'interessante ma occasionale scritto del 1964 - Die Kunst und der Raum, L'arte e lo spazio - che dichiara di parlare di scultura, ma che di fatto pone in essere una serie di interrogativi sulla possibilità di costituire quel «luogo», quella «contrada» e quella «dimora» che è il farsi corpo dell'opera e il suo porre in essere la verità (argomento trattato con assai maggior ampiezza in Der Ursprung des Kunstwerkes). Anche Achille Bonito dliva, gran manipolatore di parole si lascia sedurre dalla magia di alcune frasi heideggeriane, tanto da porle come «emblema filosofico» alla sua mostra siciliana, in cui presenta sei scultori (?) internazionali: Douglas Abdell, Carlo Ciarli, Philippe De Luyck, Diohandi, Fast Wiirms e Ivens Madiado. Come gli accade spesso, da quando cioè esiste una sfasatura tra la sua agilità dello scrivere e quella dello sguardo, il testo accenna a problemi fondanti, di cui gli artisti esposti possono anche non essere exempla calzanti e folgoranti. La «dimora» del filosofo tedesco diventa così per il critico italiano quasi una negazione della scultura, in nome di un allargamento del concetto tradizionale - e nella tradizione A.B.O. inserisce anche l'esperienza poverista - al «luogo», all'opera da fruire erraticamente, e che non nasconde la dispersione e la disparità di sensi compresenti nello stesso lavoro. Un inno alla polverizzazione linguistica, da ottenere anche grazie all'uso nuovo e postindustriale della «tecnica» (altra parola-chiave di questo saggio), che postula per l'arte un suo uso disinvolto, frammischiato, che porterebbe a una «totalità tecnica, in un'opera capace di restituire la rappresentazione di un impiego complesso di più generi possibili». La complessità invocata, come analogon della complessità della vita, rimane sconfinamento interdisciplinare, senza pretese però di comprensione totale, di riconduzione a unità globalizzante che pone in essere la verità. Heidegger è ormai lontano, ma si sa che non era che un pretesto legittimante: Bonito Oliva rimane fedele alla sua vocazione nomade, al «percorso erratico» che non può che prevedere la disseminazione, lo sguardo trasversale, la compresenza non amalgamata di più linguaggi - spesso si tratta soltanto di allusioni a più linguaggi - che fanno dell'opera un luogo di passaggio, un'immagine che ne presume altre, che si disfa nel momento di essere percepita. Nulla di più distante dalla «dimora». Erratici percorsi a cura di Achille Bonito Oliva Acireale, XIX R{lssegna Internazionale d'Arte Catalogo Mazzotta L_ _____________ ___J_._..___________ ....._____________ __..______________ ~----------------' "'t- ..... ~ .s ~ ~ l"-... ~ ..... o ~ ~ E ~ i::: s ~ ~ ~

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