Alfabeta - anno IX - n. 101 - ottobre 1987

Alfabeta 101 Prove d'artista pagina 43 Temiedeser • • di media d_____ •• coltà I I quadro sono io. Filosofi e psicanalisti sono spesso indotti a parlare dell'individuo come di un «tableau» con molti segni, diversi, ma non facili da decifrare. Per un artista identificarsi con un tableau è facile e necessario. Il pittore poi si riproduce in tableaux-enfants, lui, tableau père. Il quadro riassume involontariamente una totalità di situazioni anche se rappresenta un solo carciofo; (meglio comunque per chi dipinge metterne molti di carciofi nello stesso quadro). La tendenza a dipingere più o meno clandestinamente che distingue gli scrittori starebbe a significare che con la sola scrittura l'individuo-tableau non si sente pienamente gratificato. Il quadro sono io è un esercizio mentale, di tipo preliminare e consolatorio. Il colore. Il bianco. Si impara a pensare il bianco. Incerto ineffabile. Tempo indefinito. Spazi bianchi collegano le frasi-isole di un amichevole Arcipelago Paradosso. Il bianco copre materie segrete (nasconde per mostrare, senza dire). Si pensa al bianco come a una arena delle Probabilità, al luogo dove coesistono le contraddizioni. Come al disco rotante dove ogni colore (così come le contraddizioni) si annulla nel bianco. Il monte, meglio se coperto di neve, è la sede di vecchi Dei che nessuno è veramente riuscito a spodestare o dimenticare. La «parte sacra che è in noi» fa capo a quel luogo di comandi bruschi da dove parte il fulmine. Cézanne con cavalletto e zaino da pittore «allant au motif» si reca appunto a dipingere per la ennesima volta il monte S.te Victoire. Seguirne l'esempio con la mente. A sinistra si vede delinearsi il Parnaso, mentre alla destra si staglia l'Olimpo. Una pianura unisce le pendici delle due montagne. Per chi teme i disastri della pianura, inondazioni, sabbie mobili, apertura di voragini sismiche, cadute in pozzi incustoditi, non c'è che l'arrampicata libera, a scelta, su uno dei due massicci. Torre. Torre d'avorio. Pensare alla torre; ci si identifica con la torre. Si costruiscono piccole torri, torrette, mediante l'ausilio di una saldatrice con colla a caldo. Il primo materiale che capita viene pazientemente montato in forma di torre: barattoli vuoti, pezzi di pane avanzato, stecchi di legno o canne; frammenti di mattone, ghiaia etc. Esercizio per pensare-con-le-mani. Comunicare con gli altri? «Sì - dice Borges - ma come da torre a torre ... » Mare della tranquillità. Fondi marini, abissi, fossa delle Filippine. Basta una tazza d'acqua al Lama per meditare, concentrarsi sull'Oceano. Sembra che al momento della massima intensità della mente, l'acqua si faccia di un verde brillante. Pensare a se stessi, alla propria vita in forma di fiume. Con sorgente, corso torrentizio, secche, isole, affluenti, ponti, curve, golène, e foce. Problema della foce: estuario, delta, palude, scomparsa carsica? Lunghezza del fiume, durata della vita, soluzioni per l'al di là. Forse c'è il fiume analogo, sotterraneo che riporta alla sorgente (così almeno il papiro). Il Rimosso, sotto le spoglie di un uccello tropicale dal piumaggio vivace, ritorna, provocando un immenso fruscio nel fogliame della foresta che circonda la vostra casa. La porta si schiude, la creatura si affaccia, esitante. Gianfranco Baruchello .. Ci si procaccia voglia di vivere disponendo sui piani dei tavoli, negli scaffali, sui muri, materiali, immagini, oggetti come in un SELF SERVICE. Al mattino si passa e ripassa davanti al Self Service: ci si lascia cogliere dalla prima cosa che attrae e si comincia a vivere così la giornata in funzione di quella cosa, delle parole, dei suoni, delle immagini che implica. Se il Self Service (che va predisposto con tutta attenzione e abilità) non funziona ci si dà appuntamento «a dopo» senza farne una tragedia. Nelle campagne circostanti si seminano segnali inquietanti, oggetti effimeri «di avvertimento». Esempio: 1) Schegge di selce legate con rudimentali spaghi si appendono ai rami più bassi degli alberi lasciandole liberamente oscillare al vento. 2) Assi, leggeri rami, pezzi di cassette per frutta vengono messi in bilico o assicurati per una estremità al ramo basso di un albero. 3) Si applica al tronco, per esempio di un olivo, un cartello ben visibile con la scritta «io sono un olivo». 4) Si tendono lunghi fili, purché fragili, tra albero e albero. 5) Si compongono frecce direzionali con ciottoli, a caso. Si disegna poi dal vero o a memoria ognuna di queste istallazioni o se ne registrano i dettagli, il moto, con un mezzo elettronico. Vegetale/animale. Primato vegetale. Uno spettacolo di sole piante verdi; lieve stormir di foglie. Qualcuno spiega brevemente i motivi del primato: minima aggressività (almeno nei tempi brevi animali), sistema nervoso in equilibrio perpetuo, disposizione all'estetica pura, (fiori, boschi, verde in generale), rapporti sessuali privi di complicazioni animali, senso dell'ecologia spiccatissimo. La natura (morta?) come spettacolo. Anche: teatro del paesaggio, l'alberoin-scena. All'obitorio, una chiromante-a-posteriori legge la mano ai cadaveri. Un corso di chiromanzia (verifica della) sul campo, affiancato alle pratiche anatomopatologiche. JTTELAGES )!MMAINS . (adapté par , Equus Eroticus di Krafft-Ebing Si prepara una o più LISTE DI NOMI come un appello, un censimento, un invito. La lista deve apparire ambigua (che c'entra lui? e io?) per accostamenti provocatori di personaggi diversi, contraddittori, appunto. Gli elenchi (vi si è inclusi, se ne è esclusi) creano comunque inquietudini, dai quadri degli esami agli invitati alla Prestigiosa Rassegna o al Premio. La vita, costellata di elenchi: prima non c'ero (nell'elenco dei ... ) ora ci sono, e viceversa. Tener presente anche gli elenchi dei morti sui monumenti ai caduti. Si fotografano lapidi di caduti alla ricerca di una archeologia dei nomi, per paese e regione. L'elenco dei nomi propri come genere letterario. Lavorare sul e con l'elenco del telefono sul tavolo. Il famoso scrittore, le pesanti palpebre socchiuse in un sonno che proclama la sua assenza del dibattito çon gli altri scrittori, si ridesta solo quando viene fatto il suo nome da qualcuno dei presenti. Il suo cranio calvo appare improvvisamente nelle forme di una CARAFFA contenente spicchi di frutta sciroppata. Il vetro lascia trasparire, in sezione, la grossa lingua che spinge a tratti il contenuto zuccherino verso l'alto del recipiente provocando un lieve risciacquìo. Il tappo superiore a vite e l'altro a portagomma, sul fondo consentono di cambiare spesso il liquido con altro più fresco. In full colors. In un libretto tascabile vengono annotati gli odori che si incontrano o che vengono alla mente per analogia con altri. Per ogni odore una paginetta. L'odore va descritto senza usare la parola COME. Titolo del libro: Odori. C'è una parola, più parole che si temono? Individuarle e seppellirle in un oblìo deliberato. Dichiararle IMPENSABILI. Ogni tanto, provocazione ed esercizio di abilità, quelle parole vengono quasi evocate, quasi recitate: ma prima di farle prorompere, si indirizza altrove la mente. Le parole impensabili gorgogliano, si smorzano, si autocancellano? L'esercizio è riuscito. Altrimenti si ricomincia da capo. Monologhi. 1) Con vocina vezzeggiativa «che-parla-al-cane» oppure 2) con vocina vezzeggiativa «che-parla-al-bambino», (vi figurano espressioni onomatopeiche, proprie dell'individuo recitante), oppure 3) Mangiando nel contempo un panino ricco di croste, oppure ancora 4) Fingendo un accento regionale che non si possiede: si recita un libero testo a scelta. (Anche: voce radiofonica che-ha-appena-preso-il-cappuccino ). Achille, prima di affrontare il campo di battaglia viene munito di uno speciale copritallone antiproiettile che completa l'armatura (del tutto inutile vista l'invulnerabilità delle altre parti del suo corpo). Andare a Chiunzi. In un momento vuoto di un pomeriggio libero si «va a Chiunzi». Automobile, apparecchio fotografico, libretto di appunti. Chiunzi non è raggiungibile? Non importa, si percorre parte della strada che approssimativamente va a Chiunzi. Veloci rilievi, brevi note (come per la Cattedrale di Reims) sugli edifici, la lontana collina, le condizioni meteorologiche, eventuali minuzie (che non costituiscano racconto ma pure banalità), quel casuale scorcio etc. Il disegno, stenografico, dal vero viene corredato da istantanee. Si bada bene agli incroci, alle targhe dei luoghi come se si stesse per perdere la memoria. Tornando da Chiunzi: ci si è comportati «come se» fossimo stati in un luogo importante o memorabile. Ma non era Chiunzi importante o memorabile lo era applicare a questo fatto (andare a C.) apparentemente insignificante, i parametri dell'insolito, del «destarsi», del teatro personale. In luoghi diversi, in stagioni diverse, all'esterno si costruisce un modesto castello come dovendo giocare con un bambino. Si usano sassi, legni, foglie, terra, quel che c'è (la neve d'inverno) e gli si dà un nome (che viene registrato su un

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