Alfabeta - anno VIII - n. 86/87 - lug./ago. 1986

Cfr. Schede Il «Cfr. » ( confronta) è la sigla dei rimandi nella ricerca teorica, critica e saggistica. In questo giornale la sezione indicata «Cfr. » è la sola serie di recensioni in senso proprio, e raccoglie dunque le scelte di lettura dei direttori e collaboratori frequenti del giornale. Noi non ci fidiamo più della sistematica delle varie discipline, e usiamo qui, riproponendo più fitto e continuo il nostro «Cfr. » bibliografico, vari modi di approccio (recensioni e notizie, soggetti, veline delle riviste, stato de~'arte, pagine degli editori, ecc.). Olive Schreiner Marisa Bulgheroni Un best seller d'epoca vittoriana (1883) firmato con uno pseudonimo maschile, ma scritto da una giovane sudafricana d'origine europea; un'opera per moti aspetti divinatoria che il potere scardinante della profezia destina a una fama improvvisa e presto rimossa, ma rapida a rinnovarsi quando le stigmate del visionario, del femminile, del coloniale che marcano narrazione e autrice, vengono infine decifrate: sarebbe arduo nominare un altro romanzo che all'oblio e alla canonizzazione abbia opposto la stessa impervia resistenza di Storia di una fattoria africana di Olive Schreiner, ancor oggi intatto alla lettura nella sua originaria forza di totem. Presentandolo per la prima volta al pubblico italiano, «Astrea», la nuova collana dell'editore Giunti curata da Roberta Mazzanti, afferma la propria intenzione di esplorare le latitudini della scrittura femminile, gli spazi testuali ancora in parte sconosciuti, in cui l'etnia diventa una pronuncia dell'immaginario. Con un atto di grandiosa arroganza fantastica Olive Schreiner fonda la letteratura sudafricana di lingua inglese; trascrive un paesaggio fino allora mai cartografato dalla parola, .il rosso, onirico karoo, deserto mentale prima che geografico, e vi proietta quella aspra babele di modelli comunicativi, economici, sociali, che, ai suoi occhi, compongono il Sudafrica di fine secolo, un intarsio di isole linguistiche - le boere, le inglesi, le tedesche - in conflitto tra loro per il possesso della terra di fronte ai muti abitanti neri. La letteratura sudafricana nasce inevitabilmente amputata: la metà nera è presente, ma sigillata dal silenzio o dall'inarticolato, o murata nel linguaggio del padrone bianco. La Schreiner per prima deruba i neri di un'autentica funzione narrativa (come osserva Itala Vivan nella sua nota critica al romanzo); li priva del potere decisivo della comunicazione, riducendoli a interpreti o a ricettori passivi. Un confine viene tracciato, così, sulla pagina prima che sulla mappa dell'apartheid, tra le culture non scritte del passato africano e l'emergente cultura coloniale, pronta a fare dell'alfabetizzazione un'arma psichica. La coscienza di questa imperfetta nascita letteraria, di questa scrittura della scissione, ha impresso una forte tonalità politica al convegno che, in occasione dell'esordio di «Astrea», si è svolto a Verona il 5 e il 6 marzo, organizzato da Itala Vivan con il titolo «Letteratura sudafricana prima e dopo Olive • Schreiner» e la partecipazione di studiosi sudafricani e europei (C. Heywood, C. Clayton, A.M. Gentili, I. Vivan, R. Mazzanti, J. Wilkinson, M.A. Saracino, L. Ngcobo, M.R. Cutrufelli, A. Oboe, A. Viola, R. Duranti, M. Daymond, L. Caretti, G. Nocera). Un convegno che, lontano dal canonizzare Olive Schreiner, ne ha evocato e interrogato la figura irriducibile di sognatrice, veggente e ribelle, e ha saputo usare i suoi testi narrativi e saggistici come prove dell'esistenza di un Sudafrica mentale, frammenti di un più vasto e ancora incompiuto testo africano. 1923) giungerà a riconoscere i neri come protagonisti, legati ai bianchi dalla comune esperienza interrazziale, e a fissare lo sguardo sul futuro in lucide ipotesi. La femminista, pacifista, antirazzista Olive Schreiner lascia, dunque, agli scrittori del «dopo» - Doris Lessing, Nadine Gordimer, J.M. Coetzee - un patrimonio di archetipi narrativi e un'eredità «onirica» e utopica, senza tuttavia saper trasmettere quel «prima» che al convegno ha trovato un'interprete eccezionale nella scrittrice zulu Lauretta Ngcobo, autrice del romanzo Cross of Gold (1981), da anni in esilio politico a Londra. Parlando da «donna sudafricana a donna sudafricana», rivolgerttlosi direttamente a Olive Schreiner, la LA PRIMA RIVISTA D'ARTE IN EUROPA 8AUDRILLARD, DERRIDA, SOLLERS, KRISTEVA, DELEUZE, MARIN, GUATTARI, LYOTARD, SZEEMAN, AMMANN, AGAMBEN, CACCIAR!, RELLA, ARGAN E TUTTI I MAGGIORI INTELLETTUALI DI OGGI SULL'ARTE. PERCHÉFLASH ART DA 20 ANNI RAPPRESENTAUN PUNTUALE INCONTRO CON TUTTE LE NUOVE TENDENZE DEL PENSIERO E DELL'ARTE. MA SE NON Lo CONOSCETE ANCORA Lo POTETE TROVARE IN EDICOLA OPPURE RICHIEDEREUNA COPIA IN OMAGGIO A: GIANCARLO POLITI EDITORE VIA FARINI 68 - 20159 MILANO TEL. (02) 688.7341 PER ESSERE INTERNAZIONALI NON È SUFFICIENTE PARLARE INGLESE. In una sequenza di· letture discordanti il duplice ruolo, di fondazione e di cancellazione, di Storia di una fattoria africana, si è andato specificamente definendo. La Schreiner, si è visto, elegge a modello strutturale del suo testo il paesaggio africano; vi inp.esta mitologie e ideologie europee; lo popola di miraggi e di stravolti echi biblici; lo dissemina di lunari immagini del femminile; ne fa una potente metafora della homelessness, dello spaesamento che in Sudafrica è condizione esistenziale dei bianchi come dei neri. Ma contemporaNgcobo ha ripercorso il proprio itinerario di lettrice amareggiata dal mutismo dei neri in Storia di una fattoria, di romanziera decisa a trascrivere l'impossibile - la sommersa multilingue vita africana-, di sognatrice che la lettura di Thoughts on South Africa ha educato a immaginare un futuro unitario per la sua terra violata e un continenete in cui il «sé» africano, privato del diritto all'autonominazione, ritrovi la propria identità di soggetto. L'atto di «scrivere in Sudafrica oggi» - tema della tavola rotonda che ha concluso il convegno - si è Mensile del cibo e delle tecniche di vita materiale In questo numero: La sete, i viaggi Cene futuriste: A. Porta, A. Capatti La cucina in Corsica: L. Vigliardi Paravia La battaglia del grano: M. Minghetti 40 pagine a colori, Lire 5.000 Abbonamento per un anno (11 numeri) Lire 50.000 Inviare l'importo a Cooperativa Intrapresa Via Caposile 2, 20137 Milano Conto Corrente Postale 15431208 Edizioni Intrapresa neamente espropria i neri della loro virtualità di personaggi per immergerli nel paesaggio e omologarli con la «natura», caute figure di testimoni, spie di un animismo diffuso che investe cieli, pietre, vegetazione. E se nel conflitto tra i sessi individua già i meccanismi dell'oppressione e dell'insofferenza rivoluzionaria, soltanto più tardi, dopo gli anni della militanza femminista e dell'impegno politico (ricostruiti in interventi su Woman and Labour, 1911, e Thoughts on South Africa, allora configurato come sfida, al verbale e al preverbale, al silenzio e al plurilinguismo: come ricerca di una pronuncia in cui l'etnia, bianca o nera, risuoni di tutti gli echi profondi della comune, lacerata memoria culturale. Olive Schreiner Storia di una fattoria africana traduzione di Riccardo Duranti primo volume della collana «Astrea» Firenze, Giunti, 1986 pp. 346, lire 15.000 «Letteratura sudafricana prima e dopo Olive Schreiner» convegno organizzato dalla sezione di Letteratura dei paesi di lingua inglese dell'università di Verona 5-6 marzo 1986 Invasioni in America Enrico Testa Il volume, curato da Paul Vangelisti, presenta una serie di traduzioni di poesie di Porta, con i testi a fronte, tratte da Aprire (1964), Cara (1969), Metropolis (1972), Weekend (1974), e la traduzione integrale di Invasioni (1984). La prima sezione, intitolata as if it were a rhythm e tradotta da Paul Vangelisti, offre al lettore alcuni dei più importanti testi di Porta composti tra il 1960e il 1972. Il traduttore, mimando con il proprio periodare lo schema sintattico originale e valendosi di una lingua standard, senza particolari scarti «letterari», riesce, facilitato anche dal parallelismo (caratteristico di questa fase della poesia portiana) tra unità metrica e unità semantica, a raggiungere effetti di calco e di fedele adeguazione al testo di partenza (cfr. «Perché la tenda scuote, si è alzato,/il vento, nello spiraglio di luce, il buio,/dietro la tenda c'è, la notte, il giorno,/nei canali le barche, in gruppo, i quieti canali»: «Because the curtain flutters, it rises,/ the wind, the light in· the fissure, the dark,/behind the curtain there is, the night, the day ,/boats in the canals, in bunches, the smooth canals», pp. 8-9). Anche nella seconda parte (Metropolis) che raccoglie La Rose, Modello di linguaggio per coppie che lavorano e Modello per autoritratti, tradotti da Pasquale Verdicchio, ci si trova di fronte ad una traduzione, che, né «libera» né ricostruttiva, adempie funzioni ausiliarie alla comprensione del testo italiano. Questo implica un'inevitabile «normalizzazione» della struttura sintattica originaria e, al contempo, il venir meno degli iperbati: «incitano le mosche i cavalli alla rivolta»: «flies incite horses into revolution» (pp. 44-45). Ma ogni traduzione che si misuri con la duplice difficoltà di trasferire in un'altra lingua, oltre ai contenuti semantici della poesia, anche i suoi rapporti di equivalenza, spesso dà origine a sottili effetti di compensazione. Così al dissolversi delle inversioni sintattiche corrisponde la «ricostruzione», suppletiva, di una serie di parallelismi (interni al verso e anaforici), come in questo caso: «dall'utero il riflusso del seme incustodito/dove il viaggio si compie il viaggiatore è reale/nell'acqua della rosa il mare del cibo»: «the ebbe tide of unguarded sperm from the uteruslthe traveller is real where the voyage endslthe sea of food in the rose's water» (pp. 445). La terza parte del libro è dedicata ad Invasions. Il compito del traduttore (Anthony Baldry) è qui forse più difficile. Un percorso immaginativo ricco di illuminazioni e di soprassalti lirici, infatti, si presta con una certa riottosità ad essere trasferito in un'altra lingua. La traduzione, in tal caso, integra quanto perde con nuovi rapporti di equivalenza e con inserti esplicativi («gemito acuto breve/( di piacere, di pura gioia?)/quando colpisce la palla- /e la palla schizza via,/così la ragazzina, l'efebo/gioca a tennis e quel grido/di piccola vittoria/velocità del corpo flessibile/lampo della racchetta fionda/verso la bocca che lo ispira»: «that sharp brief moan/( of pleasure, of pure joy?) is heard/when the ball is struck and darts free/when the little giri or effeminate young man/plays tenedizioniLibreria Sapere Pallonetto S. Chiara, 15 80134Napoli Telefono: 201967/223948 1. A. Tagliafico Gli Incolpevoli di H. Broch. Per una metafisica della costruzione pp. 173, L. 15.000 2. R. Della Pietra Otto Weininger e la crisi della cultura austriaca pp. 187, L. 18.000 3. L. Terreni La prosa di Paul Celan pp. 173, L. 15.000 4. F. Liberatori G.B. De Cesare Nozioni di storia della lingua e di grammatica storica spagnola pp. 189, L. 20.000 5. E. Sicurella (a cura di) La segunda parte de Lazarillo de Tormes y de sus fortunas y adversidades Anvers 1555, pp. 127, L. 8.000 6. C. Bordoni Il romanzo senza qualità. Sociologia del nuovo rosa pp. 184, L. 10.000 7. M. Argentieri L'asse cinematografico Roma Berlino pp. 130, L. 9.500 8. N. Briamonte Saggio di bibliografia sui problemi storici, teorici e pratici della Traduzione pp. XXXVI-253, L. 20.000 9. L. Caruso (a cura di} Continuum. Contributi per una storia dei gruppi culturali in Italia, 1966-67. Tavole illustrative pp. 194, L. 18.000 il Mulino James H. Billington Con il fuoco nella mente Le origini della tede rivoluzionarla Agitatori, libellisti, carbonari, professionisti della congiura e apostoli della rivolta, barricate e bohème: l'incendio della rivoluzione nei suoi protagonisti grandi e piccoli, dall'Ottantanove all'Ottobre russo Catharina Lis Hugo Soly Povertà e capitalismo nell'Europa preindustriale L'evoluzione del sistema economico, le gesta del capitalismo allo specchio dei tagliati fuori Philippe Lejeune Il patto autobiografico Quando lo scrittore dice io: storia, psicologia e retorica di un genere letterario Strumenti critici Quadrimestrale di cultura e critica letteraria diretto da D'Arco Silvio Avalle, Maria Corti, Dante !sella e Cesare Segre. Con un inedito di Borges, è in libreria il secondo fascicolo della nuova serie

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