Paradossdielromanzo Il testo qui pubblicato fu dapprima una sorta di editoriale per il supplemento che El Pais (14 marzo 1985) dedicò a ripercorrere i «Cento anni di romanzo» in Spa- - gna trascorsi dalla apparizione de La Regenta, il capolavoro di Leopoldo Alas, «Clarin». È ovvio che solo a metà potei eseguire l'incarico del quotidiano di Madrid: e forse non tanto per la difficoltà di ridurre a un epigramma descrittivo la traiettoria e il senso del romanzo moderno, quanto per l'impazienza che spesso mi spingeva a presentare come fatti provati giudizi non già personali ma addirittura sfacciatamente prescrittivi, destinati a intervenire tendenziosamente o, quanto meno, a seminare certi dubbi nel processo della giovane narrativa spagnola. Il lettore deciderà se alla fine abbia vinto la descrizione o la prescrizione, e quale delle due gli sembri più· tollerabile. U na serie stridente di paradossi presiede la storia del romanzo. Durante migliaia di anni gli uomini hanno preferito a quelle di qualunque altro tipo le finzioni i~cui ambito non è soggetto alle limitazioni e alle noie dell'esperienza quotidiana. Tuttavia, fu precisamente quando si prefisse di sottomettere l'universo del racconto a queste limitazioni e a queste noie, sotto l'effimera insegna del «realismo», che il romanzo • conquistò quella preminenza che ancora gli si suole attribuire nel campo della letteratura. La sottomissione della finzione alle misure dell'esperienza più abitudinaria - un'esperienza da pantofole, se si vuole - si accompa- · gnava alla imposizione di una stupenda chimera. La realtà veniva presentata come nessuno poteva o potrà mai afferrarla: in effetti, il romanzo classico, il romanzo «realista» del secolo XIX, la proponeva non come percezione individuale ma come termine di un'irraggiungibile conoscenza non soggettiva. Fino ad allora le narrazioni fittizie che occasionalmente si erano rette secondo i criteri di un certo empirismo si sapevano obbligate a giustificarsi, più o meno bene, mascherandosi da testimonianza personale: lettera, memorie, cronaca... Il romanzo ottocentesco si considera esente o tende a liberarsi da simili giustificazioni; e, se non lo instaura ex novo, rende però ammissibile e desiderabile che l'orientamento verso la realtà non si annulli ma, al contrario, si potenzi attraverso il grado zero del narratore (poiché, se il narratore fa sentire la propria voce, questa è già un dato in più e non il veicolo della finzione propriamente detta). Trionfa, così, il racconto da nessuna parte, il linguaggio teoricamente scisso dalla soggettività. È Francisco Rico l'invenzione massima, la suprema fantasia del «realismo». È inoltre uno stratagemma intelligente. Posto che i contenuti della finzione erano omologhi a quelli della esperienza, non risultava troppo faticoso accettare che lo erano an- ,- ,r,._ ~· ·~_::'-:" /' /,.::•,.,. che i percorsi verso gli uni e gli altri. I lettori borghesi caddero facilmente nella trappola: dovettero sentirsi lusingati da questo proposito di rifare i conti alla tradizione letteraria servendosi di strumenti a prima vista non letterari, di strumenti il cui uso essi avevano la certezza di controllare, fiduciosi com'erano nell'esistenza di verità solide e universalmente valide. L o stratagemma era così buono che l'età successiva non esitò ad appropriarsene. Non sorprende però che l'artificio della cornice si estendesse ben presto al quadro e che al suo interno andassero trovando posto cose non meno straordinarie del prodigio di una narrazione senza narratore. Neppure la vocazione soggettiva del linguaggio poteva tardar troppo a ribellarsi: ciò che meraviglia è il fatto che essa si esacerbasse non tanto esibendo se stessa - come sempre aveva fatto - quanto pretendendosi altra, in un delirio di oggettività ereditato dall'Ottocento. Per questa via, all'ombra di una nuova epistemologia e alla luce di una estetica diversa, il processo di sviluppo del romanzo moderno ha significato di fatto il recupero di tutti i modi e maniere della narrativa preottocentesca, di tutte le zone e versioni della realtà messe da parte dalla grande scuola «realista»: le selve geometriche dell'allegoria, le creature della favola e le caricature del fabliau, gli allucinanti paesaggi con figura della visione medievale, le dimensioni della leggenda e le coordinate dell'epopea ... I nomi di Faulkner, Hesse, Virginia Woolf, Unamuno, Mann, Musi!, Becket, Calvino, Garda Marquez ... dicono la profondità e la portata del riscatto. Ma basterebbe menzionare Kafka, Proust e Joyce: tutti e tre coincidono nel restituirci diafanamente a modelli narrativi che sembravano irrimediabilmente scartati. Gregor Samsa non subisce una Progetto Cultura è il nome del nuoyo rapporto di comunicazione tra Montedison e la società. E un programma organico ispirato dalla ricerca e proiettato sull'informazione e sulla formazione. Con il Progetto Cultura, Montedison apre alle nuove generazioni il proprio sapere scientifico e tecnologico, integrandolo con ! più prestigiosi contributi della conoscenza contemporanea. E in questo quadro che si sono inserite le «Letture Nobel» dell'autunno, recentemente avvenute nella sede centrale milanese della Montedison - Foro Buonaparte 31, che qui di seguito presentiamo. Il ruolo dell'idrogeno e dei metalli nella sintesi dei composti organici Sintesi delle conferenze del professor Geoffrey Wilkinson ·-:::::,:::,:,:J\{lkfMNt'U]tln mo anno il gruppo di Fermi fece un'importante scoperta: i neutroni lenti. Nella seconda metà degli anni Trenta, le vicende della comunità scientifica internazionale cominciarono a intrecciarsi con drammatici avve1metalli «di transizione» e i loro composti sono nimenti storici. Mentre si trovava a Berkeley, il tema delle conferenze, a Milano e Venezia, all'Università di California, Segrè venne privato del professor Geoffrey Wilkinson, premio No- della sua cattedra universitaria a Palermo e debel 1973per la chimica. cise di continuare il suo lavoro in America. L'importanza di questi particolari metalli risiede Nel frattempo, nuove scoperte mutarono in monon solo nel fatto che essi consentono deterrai- do significativoil panorama scientifico: «Fermi nate reazioni chimiche, ma anche nel loro valo- ricevette il premio Nobel - ha ricordato Segrè - re di modelli quasi creati «ad hoc» per consenti- proprio nei giorni in cui Hahn e Strassre al ricercatore di meglio comprendere tutte {@!1};} man stavano scoprendo la fissione e subito dopo quelle reazioni chimiche che coinvolgono l'uti- partì per l'America. Era giunto da pochi giorni lizzazione dell'idrogeno. a NewYork quando sentl la mirabolante notizia Per quanto riguarda la prima funzione, bisogna del lavoro di Hahn e subito iniziò l'opera che si ricordare infatti che molti composti organici, tra concluse il 2 dicembre 1942 con l'avviamento cui l'alcool metilico, l'alcool etilico, il glicole del primo reattore nucleare a Chicago». etilenico, gli intermedi per la produzione di de- Nel racconto di Segrè seguono gli anni di Los tersivi e resine, vengono prodotti in grandi Alamos e gli avvenimenti del 15 luglio 1945, quantità dall'industria chimica mediante l'utiliz- quando si realizzò la prima esplosione nucleare. zo dell'idrogeno. Questo gas viene usualmente Descrivendo l'immediato dopoguerra, Segrè ha prodotto dal cosiddetto «gas di sintesi», cioè da commentato le trasformazioni che intervennero una misceladi idrogeno e ossido di carbonio che nel mondo della ricerca: «C'era di nuovo un si ottiene bruciando in opportune condizioni il «Letture Nobel» in onore di Giulio Natta, in- la occasione la meccanica quantistica fosse uffi- certo numero di scoperte puramente scientifimetano o altri idrocarburi più pesanti (etano, ventore del polipropilene, le conferenze del ~ialmente inaugurata». che, ma gli sviluppi tecnologici erano più imporpropano, butano ecc.). professor Wilkinson fanno parte del Progetto E in quel periodo che Segrè entrò a far parte del tanti». Indicando i nuovi campi di studio, l'oraQueste reazioni, che comportano l'utilizzazione Cultura varato dalla Montedison per celebrare i ristretto gruppo di «studenti-amici» che si rac- tore ha precisato che «siprospettava la possibilidell'idrogeno, devono essere facilitate (o, come suoi cento anni di vita. colse intorno a Enrico Fermi. tà di iniziare l'esplorazione di un nuovo strato più correttamente si dice, catalizzate) dalla pre- In breve, la «scuola di Roma» acquisì un'impor- nella struttura della materia scendendo dai nusenza dei cosiddetti «metalli di transizione». Mezzo secolo tra atomi e nuclei tanza crescente anche sul piano internazionale. dei alle particelle». In genere si utilizzano metalli come ferro, ni- Sintesi della conferenza Segrè ha accennato al lavoro di quegli anni: Segrè ha poi ripercorso le tappe di questa esplochel, cobalto, cromo, ma spesso bisogna ricorre- del professor Emilio Segrè «avevamo la sensazione che lo studio dell'atomo razione, dalle ricerche sui raggi cosmici, alle 'O re a metalli preziosi (platino, rodio, rutenio, iri- fosse un'azione di retroguardia e che la mecca- nuove opportunità aperte dagli acceleratori («il ~ dio), che generalmente vengono adoperati in «Cercherò qui di dare un'idea di come mi è ap- nica quantistica avesse prodotto un tale sfonda- mondo subnucleare esplorato con le macchine e '@:> soluzione sotto forma di opportuni composti so- parsa via via la fisica durante i cinquant'anni mento che era ormai necessario concentrarsi su con le nuove camere a bolle rivelò presto una I::). lubili. della mia carriera. È una visione personale, ma soggetti con una nuova fenomenologia, e tra ricchezza inaspettata che richiedeva urgente- ~ Il catalizzatore di Wilkinson, per esempio, è una ha il vantaggio di provenire da un testimone che essi si offriva come primo il nucleo». Segrè ha mente una classificazione»). La testimonianza o. sostanza contenente rodio, un metallo prezioso ha avuto occasione di osservare l'azione da vici- descritto i grandi cambiamenti che caratterizza- di Segrè su questo periodo è di importanza fon- ~ dai molteplici usi nell'industria chimica, che può no e anche di parteciparvi». rono la fisica all'inizio degli anni Trenta, indi- <lamentaleperché egli stesso e il suo gruppo die- ] trovare impiego anche nell'industria farmaceuti- Con queste parole Emilio Segrè ha aperto la cando le tappe più significativedi quel periodo. dero un rilevante contributo con la scoperta del- ~ ca per la produzione di farmaci, steroidi ed altri conferenza («Mezzo secolo tra atomi e nuclei»), L'oratore ha ricordato gli avvenimenti del 1931, l'anti-protone nel 1955. c::i éomposti ad altissimo valore aggiunto. che ha inaugurato le «Letture Nobel» 1985,nel- quando cinque importanti scoperte tra cui quel- Nella parte conclusiva della ·conferenza, Segrè I'.::: Gli studi in questo setto.rehanno quindi la possi- l'ambito del Progetto Cultura Montedison. la del neutrone «cambiarono la direzione dello ha illustrato il quadro delle ricerche sulle partibilità di ottimizzare i processi chimici usati nel- Dopo aver descritto lo sviluppo della fisica alla studio del nucleo», e si è soffermato sul 1933, celle elementari così come émerge dalle teorie s:: l'industria, con notevoli benefici di natura eco- fine della prima guerra mondiale, Segrè ha ri- quando Fermi scoprì l'interazione debole, e proposte negli anni successivi e dalle verifiche ~ nomica, ambientale, energetica. cordato l'importanza del congresso internazio- quindi sul 1934, quando I. Curie e F. Joliot ot- sperimentali fatte in seguito, comprese quelle ~ Organizzate nell'ambito del secondo ciclo delle nale di Como, nel 1927:«si può dire che in quel- tennero 'nuovi isotopi radioattivi. In quest'ulti- più recenti realizzate al Cern di Ginevra. ~ '--------------------------------------------------------------------------~I:!
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