Alfabeta - anno VII - n. 76 - settembre 1985

Elogiodellosguardoimpietoso I n piena rivoluzione industriale, nell'epoca fra la rivoluzione del 1848 e la Comune di Parigi - l'epoca del Romanticismo e dello Scientismo trionfanti - Félicien Rops ha deliberatamente scelto di percorrere la via del Simbolismo, tendenza filosofica e estetica assai vicina alla tradizione iniziatica dello gnosticismo licenzioso dei Catari e al Buddismo tantrico. La pulsione erotica ambivalente e polisemica, sacralizzante e profanatoria, che caratterizza la sua opera - e quella di altri poeti, pittori e musicisti del movimento simbolista - ha ovviamente dato luogo a numerosi controsensi, soprattutto nella mentalità semplicistica di quanti, ancora in maggioranza, considerano l'esistenza stessa di un'arte di ispirazione erotica come una mostruosità patologica e come una anomalia culturale, convinti come sono che la sola sessualità «normale» è nascosta, socialmente ipercodificata e rigorosamente familiare. Grazie a .due mostre dedicate a Rops che si .completano a vicenda·. - quella del Centro culturale belga di Parigi, del 1980, e quella del Musée des Arts décoratifs di Parigi, inaugurata a·Bruxelles e-attualmente prorogata presso il. Musée Chéret·di Nizza-,- e con il distacco necessario, si è in grado di apprezzare meglio il contributo non irrilevante. che Rops. ha dato al movimento di esplorazione psichica e probante sapere se la necrofilia simbolista di Rops corrispondesse o no alla dichiarata gerontofilia di Baudelaire. L'importanza del loro incontro si situa, a mio avviso, sul piano transculturale dei linguaggi scritti e disegnati. Chi, del resto, può ritenersi autoriv:ato a sostenere che il lavoro creativo sia direttamente connesso con la realizzazione di un fantasma o con la sublimazione di una pulsione sessuale precisa? L'abicì della filosodi «trasmutazione di tutti i valor.i», movimento nato nell'Ottocento e sviluppatosi nel Novecento, e• da cui Freud avrebbe tratto· la sua teoria deWinconscio, ·Saussyre. e·, .. Jakobson le loro teorie del lin° guaggio. . Si può subito constatare· che l'accoppiamento simbolico di Eros e Thanatos - l'un l'altro trasfigurati all'infinito - costituisce uno. dei suoi principali ·assi di 'ricerca estetica e filosofica-. Oltre al Pornokratès • f alla Tentazione di Sant'Antonio che lo scandalo rese celebri ancora vivo l'autore, si rimane colpiti guardando certe opere meno conosciute, l'Iniziazione Sentimentale, IL Vizio Supremo, L'Agonia o Mors et vita di Santa Teresa per esempio, dalle loro affinità con i Canti di Maldoror la cui importanza sembra essere sfuggita a Rops malgrado la sua frequentazione di Baudelaire, Mallarmé, Huysmans e Verlaine. Rileggendo il poema di Baudelaire Danza macabra, al quale si dice che Rops si sia ispirato per incidere La morte che danza, si sente passare una corrente di tale forza nei due sensi, che non è impossibile pensare che l'immagine di Rops abbia potuto influenzare e precedere il poema. Poco importa, del resto. Lo scambio dei,flussi di intensità che è ragion d'essere per gruppi e movimenti culturali e. scientifici, non è certo appannaggio dei simbolisti, e lo si potrà con- . statare più oltre a proposito del movimento Dada e della spettaco- .. · lare connessione fra alcuni,dis:egni di ,Grosz e la poesia, simultanea di Mehring. Quel che è certo, .è che i versi di Baudelaire s'attagliano perfettamente a quella creatura; mezza· Eros ,e mezza Thanatos,. che alza la gonna per mostrarci il suo nero deretano: «Tu rispondi, •gran scheletro, al mio gusto più caro»... Contrariamente all'opinione di· certi critici o storici,. non mi pare , fia dell'arte, o semplicemente della filosofia - di cui solo raramente l'industria culturale diffonde la %Versioneoriginale» - ci insegna, fondandosi sulla pratica, che quel- .lo che Breton chiamava «l'infracassabile nucleo della notte» risiede nel cuore stesso del desiderio umano. •Ecco-quale sentiero della cono- . scenza Rops ha deciso di imboccare, sentiero che.l'ha portato a interessarsi, tanto da vicino, alle copulazioni organiche e psichiche di Eros ·e Thanatos-. Nello stesso tempo· parata amorosa e rito di passaggio d'antica tradizione pagana, questa danza· oscena della Jean-Jacques Lebel morte ha ossessionato Grosz, Dix e Munch, e prima di essi Holbein, Baldung-Grien e una pleiade d'anonimi autori di immagini popolari in Europa, in Africa, in Polinesia e in Asia. È opportuno insistere sul fatto che la permanenza del mito osceno non è per nulla eurocentrica, come è attestato dall'iconografia tantrica. Questo accoppiamento, immediatamente intellegibile o invece tributario di una complessa decodificazione, produGaiezza ermafrodita ce sempre, in noi, una vampata emotiva. Il meno che si può dire è • èhe Rops si è spesso avventurato nella zona dell'innominabile e dell'inanalizzabile, nello spazio cieco della coscienza, e che ne ha ripor- . tato il meglio della sua opera, come .i suoi amici Baudelaire e Mallarmé. Si è molto discusso sugli influssi letterari e ideologici subiti da Rops, fino a imputargli (ma, secondo me, a torto) procedimenti .puramente analitici, tali da illustrare freddamente un pensiero estraneo alle arti plastiche. Ritenere la storia dell'arte distaccata da quella del pensiero, contemplativo o discorsivo, è averne una conoscenza molto imprecisa. Del resto, una osservazione pertinente di Edmond de Goncourt mette in giusta luce il ruolo di faro, assunto da Rops nel corso dell'elaborazione del proprio romanzo naturalista: «Cogliere, nel mio romanzo. .sulla prostituzione, quel tanto di macabro che hanno gli schizzi di Guys e di Rops». Si tratta probabilmente de La fille Elisa, romanzo di costume che propone una sociologia del decadimento - una specie di Resurrezione senza la metafisica di Tolstoj - che segue passo a passo, fino alla de-sessualizzazione e alla disperazione assoluta, il degrado di un corpo prostituito. Si possono riconoscere le macabre puttane tanto spesso sbozzate dal vivo, nella strada, nei saloni d'attesa o nelle camere dei bordelli, da Guys e Rops. Attenzione tuttavia a non tare di tutte le opere, tanto contraddittorie, di Rops un sol fascio! Infatti, egli ba inciso numerosi ritratti, naturalisti o simbolisti, allegorici o osceni, che. esaltano il versante gaio, rabelaisiano, ludico della transazione prostituzionale. Lo si immagina facilmente, nel Teatro erotico di rue de LaSanté, recitare la farsa di Maupassant Foglia di Rosa o La Casa Turca, davanti a Flaubert, Turgenev e la principessa Matilde. L'universo prostituzionale ha fatto il suo solenne ingresso nella storia dell'arte con gli affreschi della Villa dei Misteri di Pompei - e fors'anche prima, ma in modo più discreto - fino ad affondare profondamente le proprie radici in essa. È vero che Rops e Guys sono stati preceduti da Holbein, Carpaccio, Urs Graf e Fiissli, e che hanno preceduto Toulouse-Lau- '·trec, Degas, Picasso, Pascin, Dix e Grosz, tutti ammaliati dal corpo prostituito in quanto protagonista - non sempre fantomatico - della sessualità teatralizzata, tutti spettatori e attori della messinscena prostituzionale. Rops ha abbordato in tre modi l'archetipo della donna pubblica, ogni volta con fini diversi: In mo- . do allegorico:· La prostituzione ·e là follia che domi:nano il -mondo (ne ·ha inciso differenti versioni) o La fiera degli amori; in modo naturalista: Richiamo alle masse, • Bestie da soma e da sommier, A te, caporale!; infine, secondo una modalità meno.cupa, pjù allusiva: Messalina e La Presidentessa. · Quest'ultimo ritratto•merita alcune considerazioni. A portare il nome di «Presidentessa» o di «Madame Sabatier», era una . demi-mondaine che .aveva avuto la sua ora di.gloria in .quanto-amante ufficiale di Baudelaire, destinataTia delle, lubriche Lettere alla Presidentessa ·di ThéopilÌle Gaùtier, ·nirìfa ege_riad· el Club des Haschichins, e infine modella di successo. Si chiamava Aglaé-Joséphine Savatier. Eccola sotto i nostri occhi, tutta aperta, cuore e sesso de- •·nuc;iatidagli stessi suoi celibi1 • • Come per tutto quanto riguarda là passione amorosa, la chiave di quest'icona - se pure esiste - si nasconderebbe nello sguardo particolare di colei che esibisce le sue grazie, specchiandosi negli occhi dello spettatore, protagonista insostituibile del suo godimento narcisistico. L'oggetto bramato che, attraverso Rops, ella ci mostra, non occulta né la chiave dell'enigma né la Clef des champs2 - titolo di un'altra «stampa licenziosa» - benché le parti che spiega qui, davanti a noi, questa regina delle notti parigine, questa vedette degli ambienti intellettuali, questa cortigiana corteggiata, verranno definite «vergognose» o «magiche», secondo che lo spettatore/giudice/cliente sia di religione cristiana o animista. In ogni caso, colei che ha così provato piacere posando per la posterità, ha senz'altro meritato di entrare nella leggenda accanto ai suoi c.elebri ·ammiratori, non solò· a titofo di esibizionista mercenaria ma anche di soggetto desiderante . Questa immagine emblematica della donna· pubblica, aperta ai quattro venti, ·Picasso-I"ha ripresa e trasformata all'alba dell'era cubista, ·nel 1907, in un'altra·storica scena di bordello, intitolata Les Demoiselles d'Avignon. Due anni -prima.di morire,,nel 1971, Picasso ·inciderà una serie di •acqueforti . consacrate• a .scene di bordello, tornate alla memoria. In molte· di esse, raffigurerà espressamente questa .dialettica dello sguardo,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==