Darko Suvin Le metamorfosi della fantascienza Profezia e utopia, macchine del tempo e isole non trovate in un genere che attraversa le letterature, da Platone a Hobbes, da Cyrano a Wells Friedrich Ohly Geometria e memoria Lettera e allegoria nel Medioevo L'enciclopedia di immagini e di idee della letteratura medievale al vaglio di un metodo che unisce passione di filologo e sensibilità poetica Lorenzo Renzi Come leggere la poesia Attraverso la lettura esemplare di alcuni testi contemporanei, una piccola, preziosa guida alla comprensione della poesia Pier Giorgio Zunino L'Ideologia del fascismo Miti, credenze e valori nella stablllzzazlone del regime La mentalità diffusa, i miti quotidiani di cui si nutrì il consenso al regime: un inedito ritratto del ~fascista della strada• il Mulino ARCI/media UCCA Omaggio a Pier Paolo Pasolini marzo/giugno 85 Città: Agrigento, Arezzo, Bari, Berlino, Bologna;- Carpi, Catania, Catanzaro, Codroipo, Cosenza, Crotone, Firenze, Giarre, Lamezia, Lucca, Massa, Melfi, Napoli, Palermo, Potenza, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Sarzana, Siracusa, Taranto,_ Teramo, Temi, Treviso, Udine e Verona. PEUGEOT TALBOT amore, quella fusionale che di due fa uno. È ancora l'occasione per rinunziare al risarcimento «via bambino», atteso fin dall'infanzia, dal primo fiutare la castrazione. Paradossalmente proprio ciò che nell'immaginario si attendeva come consolazione di una ferita antica, la riapre e ne esaspera la ineluttabilità: la maternità non è la terrapromessa del desiderio. L'incon_scio, quando riesce ad affiorare, attraverso la metafora del sogno fabbrica l'equivalenza parto=castrazione. «Secondo una comunicazione di C.G. Jung nelle donne i sogni da stimolo urinario hanno il significato di sogni di parto ... Di ciò ha dato buona conferma E. Jones (1914). Il lato comune tra questa e la precedente interpretazione è dato dal fatto che nei due casi (castrazione-parto) si tratta del distacco di una parte dal complesso del corpo» (Freud, Opere, Torino, Boringhieri, voi. III, p. 356 n.). Quoad matrem. L'insufficienza a ~re Per l'inconscio la sola rappresentazione possibile della donna è la madre. «Un uomo non incontra una donna che in quanto la madre»: è un aforisma di Lacan. E le donne? Come incontrano, loro, la madre? Se la maternità come evento non le rende madri nella dimensione dell'essere, sono obbligate a confrontarsi con il significante madre per tentare un modo di diventarlo. Nel farlo sperimentano, inevitabilmente, una insufficienza. Scoprono l'impossibilità di essere, secondo un'espressione di Winnicott, una «madre sufficientemente buona». L'insufficienza è strutturale, ma ammetterlo presuppone l'abbandono della credenza nella madre fallica. È lei la vera madre nell'immaginario. La clinica psicoanalitica ha molto spesso a che fare con sintomi che sono espressione di questa forma «al femminile» della mancanza. Essi esprimono un'insufficienza alia femminilità e alla maternità, come se una sufficienza fosse possibile e l'essere fosse concesso alle donne. Prendiamo come esempio le anoressie - diffusissime se diagnosticate secondo un'ottica psicoanalitica e non medico-patologica -, le amenorree oppure le sterilità psicogene (anovulari). Sono sintomi caratterizzati da un «a», detto privativo, che dà inizio al loro nome. L' «a» contrassegna quello che non c'è, che viene messo in scena come mancante; cibo, ovulo, sangue, oggetti che transitano nel corpo, che si introiettano o si espellono, ma non ne chiudono gli orifizi; non lo riempiono. Per tradurre la verità del sintomo occorre lasciare che esso si disti in parole - come avviene in un'analisi - attraverso una sequenza di domande e una produzione di significanti. Se non c'è un analista a raccogliere l'appello «perché manco a», l'alternativa che resta sarà tra il permanere nel sintomo col suo tot di sofferenza e soddisfazione e il cercare nel reale quanto possa colmare la mancanza. Dal secondo caso nasce la collusione tra le donne e la scienza. La scienza, oggi, è quasi sempre in grado di rispondere, a livello del reale, all'insufficienza a essere ... madre o donna; confonde domanda e desiderio, resta a livello della domanda, vi risponde, la ottura. L'ignoranza su di sé, che il sintomo può lacerare quando la sofferenza ne rompe l'omeostasi, resta irrisolta. Un sintomo è più facile farlo tacere che parlare; tanto più se ha a che fare con una credenza di cui si può dubitare solo con un'ammissione forzata. «Sì, lo so, ma· comunque ... » oppure «Non è vero, ma ci credo» sono le formule che mantengono il fallo alla madre. Si può sapere della sua castrazione ma non si può fare a meno di crederci. È per questo che la scienza ha buon gioco quando si offre di supplire alla «insufficienza» di una donna risolvendo, ad esempio, una sterilità, fecondando la donna, offrendole il bambino reale. Naturalmente, perché questo avvenga, bisogna che le donne stiano al gioco. Sembra, infatti, che tra l'ingegneria genetica, la tecnologia ginecologica e le donne corra un patto silenzioso. Le donne, che protestano per la medicalizzazione della gravidanza e del parto che vogliono naturali e fisiologici, tacciono sui modi del concepimento anche quando essi sono tutt'altro che naturali. Appaiono indifferenti a ciò che l'avanzare della tecnologia scientifica rende evidente: la contingenza del donatore di sperma, del genitore naturale. Quando la tecnologia si sostituisce alla coppia per supplire alla sua impotenza a riprodursi, la funzione del padre reale, biologico, diventa assolutamente intercambiabile. L'intervento della scienza non fa che mettere in rilievo ciò che le donne sanno: il padre non è il genitore, il papà. È qui una ragione dell'apparente incongruità tra le rivendicazioni di naturalità e l'acquiescienza a farsi oggetto di sperimentazione. Nel commentare le previsioni sugli sviluppi futuri della scienza genetica, Lacan osservava che essi si sarebbero congiunti con le affermazioni della psicoanalisi riguardo all'attribuzione della paternità: «Un padre non è affatto, necessariamente, chi ha fatto quel figlio a quella determinata donna. In molti casi, non c'è alcuna garanzia, dato che alla donna, dopo tutto, possono succedere molte cose, soprattutto se si dà un po' da fare! Questo 'papà' non è affatto, ne- ...I ' eserv1 ca: la notlZla, riportata recentemente con stupore dall'articolista di un quotidiano, di una donna che chiedeva di essere fecondata artificialmente dal padre del marito a causa della sterilità di quest'ultimo perché, diceva, «così si resta in famiglia». Vale a dire che resta il Nome di famiglia al di là dell'individuo, marito o suocero in questo caso, e che è il Nome in quanto tale a istituire la filiazione. Se è per questo che le donne non fanno ostacolo a ogni sperimentazione genetica che separi la fecondazione dal genitore, è legittimo chiedersi: la funzione della scienza per le donne è solo quella di rendere possibile nel reale una paternità che esse concepiscono nella sua dimensione simbolica, oppure è la scienza stessa ad assumere per loro la funzione di terzo simbolico? Non si dice forse «i figli della provetta»? La partenogenesi Vediamo adesso come stanno le cose dalla parte della scienza. La scienza produce un appiattimento del simbolico sul reale perché risponde con effetti nella realtà a dei problemi dell'immagina: rio. Ciò non toglie che anch'essa, nell'operare, sia guidata da obiettivi che trovano sostegno in una dimensione immaginaria. Questa dimensione, invece di colludere col sapere delle donne, come avviene per gli effetti reali, ne diverge. Se le donne sognano di essere fecondate dal.padre, il sogno della scienza è invece l'autofecondazione. Il progetto avviato sembra essere la partenogenesi, vale a dire la riproduzione al di qua della donna. Non a caso la provetta, l'involucro dentro cui si conserva lo sperma, l'ovulo o l'embrione, riproduce.la.cavità chiusa del corpo femminile che ambisce a sostituire. Una grande quantità di miti, arNel numero 31, maggio 1985 Cioccolato, biscotti e caramelle Pornofilm: primo, non mangiare Archeologia cinese: cucina nella tomba A tavola dopo l'amore (A. Piccinardi) • Cibus '85 (B. Carta)· Inserto Berealto (-vino,cocktail, dimllato, champagne) 40 pagine a colori, Lire 4.500 .. ._.,....,..,.._.. .. .,....,..,.. .. Edizioni lntrap!esa ,..,...,....,..,.. .. .,....,..,.._... cessari3J{lente, chi è, è il caso di ticolati in varie versioni nelle didirlo, il padre nel senso reale, nel verse culture, testimoniano quansenso dell'animalità» (J. Lacan al- to sia antico e diffuso il sogno parla Columbia University, in Scifi- tenogenetico maschile, l'aspiraziocet, 6n, Milano, Feltrinelli, 1977, ne omosessuale a partorire senza p. 45). La cultura occidentale e la la donna. Ricordo come solo sua religione confermano: la Ma- esempio particolarmente suggestidre per antonomasia è Vergine, vo il mito greco che narra la nasciconcepisce per intervento divino e ta di Orione {da cui l'omonima coil suo compagno, Giuseppe, è pa- stellazione). Orione è concepito dre adottivo o; più correttamente, con l'aiuto degli dei da lrieo, un putativo, cioè supposto, reputato apicultore vedovo, vecchio e imtale. Allo stesso modo non è per potente. Egli, su istruzione divina, ignoranza - come ha notato E. Jo- versa dell'acqua, raccolta nella nes - che alcune popolazioni attri- pelle di un toro sacrificato, nella buiscono la paternità a un antena- tomba della moglie morta. Dopo to, vale a dire, simbolicamente, al nove mesi di attesa apre la tomba, Nome del Padre in quanto tale ne estrae il bambino e gli assegna piuttosto che al padre reale. C'è il nome. un sapere delle donne sulla pater- Il mito, pur rappresentando una nità che la psicoanalisi sottoscrive partenogenesi maschile, attribui- (d'altronde: non l'ha estratto da sce la paternità solo dopo la nasciloro?) che le rende disinvolte nei ta, all'atto del nominare. Inoltre loro maneggi con la scienza. conserva il silenzio sull'origine, sul Un esempio tratto dalla crona- tempo della gestazione {l'ignoranza dei nove mesi trascorsi nella tomba-utero); preserva, in altri termini, la dimensione immaginaria del segreto e l'indicibilità del reale. La scienza riprende il tema omosessuale del mito, ma non ne conserva le distinzioni. All'immaginario dell'utero-tomba sostituisce il reale della provetta. Lo scopo è sorvegliare la chimica delle cellule sessuali e impadronirsi del. segreto della riproduzione: come se l'alchimia genetica potesse catturare il reale e così esaurirne il sapere. Vedere l'origine è il suo progetto e il suo mito. Si possono proporre delle interpretazioni di questo agire scientifico: è un modo per tenere a bada, attraverso questa pretesa padronanza del reale, l'angoscia prodotta dalle fantasie sulla vita intrauterina. Oppure: soddisfare la pulsione scopica è nello stile della perversione scientifica. Si può ancora ipotizzare che dietro la fantasia partenogenetica si nasconda il fascino esercitato da un godimento pieno, al di qua della mancanza, supposto nella maternità. Ma quello che più ha a che fare con l'impossibile è il fatto che nello sforzo di manipolare la chimica della riproduzione sessuale ci sia il tentativo di evitare l'impossibilità di scrivere «ciò che in nessun modo può dirsi», per dirla con Lacan; vale a dire, il rapporto sessuale. Nella partenogenesi scientifica il rapporto sessuale, in questo caso ridotto all'atto sessuale, avviene fuori corpo, fuori sesso, fuori di quel «no~ va» che costituisce il fondo della vita e - sono ancora le parole di Lacan - «concerne tuttp quel che è rapporti tra uomini e donne». La scienza si fonda sull'ideologia della soppressione del soggetto dell'inconscio, quindi del soggetto della mancanza e del desiderio. Sappiamo che è il soggetto della psicoanalisi, ma è anche un soggetto cui le donne tengono, soprattutto le isteriche. Loro tengono a che la mancanza non venga a mancare, a che il desiderio sia sempre rilanciato, tengono a quel «plus-godimento» che le concerne al di là del fallo, quindi al di là del bambino che pure può rischiare di otturarlo. In questo senso la collusione delle donne con la scienza non può che essère contingente, vale a dire limitata agli effetti nel reale. A questi effetti, per disdirne l'onnipotenza, rifiutando di farsi appagare, l'isteria replica: non è questo che voglio, non lo è ancora. Cfr. Sigmund Freud Introduzione alla psicoanalisi (1915-17) in Opere, voi. VIII Torino, Boringhieri Il disagio della civiltà (1929) in Opere, voi. X La femminilità (1932) in Opere, voi. XI Jacques Lacan alla Columbia University in Scilicet, 6/7 Milano, Feltrinelli, 1977 Michèle Montrelay L'ombra e il nome Milano, Ed. delle donne, 1977 Bernard This Come nascono i padri Bari, Laterza, 1984 Donald W. Winnicott Il bambino e il mondo esterno Firenze, Giunti Barbera, 1973 G. Colombo, F. Pizzini, ~ A. Regalia s:: Mettere al mondo. La produzione ~ sociale del parto l Milano, F. Angeli, 1985 ~
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