Alfabeta - anno VII - n. 68 - gennaio 1985

La presenza o l'assenza di notizie, la loro rilevanza e continuità non sono gli unici criteri di analisi. È importante anche vedere in che modo i diversi giornali abbiano agito per raccogliere le notizie. Qui possiamo os~ervare che Il Giornale è l'unica testata italiana - nel nostro campione - ad aver mandato un proprio inviato a Bhopal (almeno fino al giorno 13). È interessante notare che 1'11 Il Giornale non ha pubblicato nessun articolo sull'argomento e che fino a tale data il suo comportamento non si distaccava troppo da quello osservabile nella media delle altre testate (3 'uscite' in prima pagina). Il 12 dicembre però c'è il primo articolo dell'inviato a Bhopal e il tema ritorna subito in prima pagina. La correlazione fra uso degli inviati e rilevanza accordata al tema non si osserva solo nel Giornale. Il Financial Times che, come abbiaintenso del proprio corrispondente americano, La Stampa ha effettuato sul tema di Bhopal uno sforzo particolare, pur senza affrontare gli oneri che comporta l'uso di un inviato a grande distanza. Torniamo al tema centrale, quello del 'basso profilo' della media della stampa italiana. Anche le 'eccezioni' osservate - Il Giornale e La Stampa - non intaccano l'appiattimento in modo sostanziale: fino all'arrivo del proprio inviato (una settimana dopo l'incidente), Il Giornale non si era distaccato dalla media (la notazione si può ripetere a maggior ragione per il Corriere della Sera); La Stampa, nonostante l'encomiabile sforzo di cui s'è detto, comunque non ha ritenuto che la vicenda di Bhopal rientrasse nel novero degli eventi che richiedono una fonte di notizie diretta. Perché il Bhopal non è 'degno' della prima pagina e/o di un inviato, nonostante la forte ni italiani: Bhopal è in prima pagina solo tre volte. È vero, per contro, che il Financial Times e il "tV ali Street Journal (che ha sempre collocato 1~notizie su ,Bhopal fra le prime del suo <<What'sNews») si possono indicare come esempi di segno opposto; ma si può pensare che entrambi i quotidiani abbiano motivi 'peculiari' per dare rilievo alla catastrofe indiana: il Financial Times per i tradizionali legami tra Inghilterra e India, il Wall Street Journal per il semplice fatto che la Union Carbide è americana. Inoltre, entrambi sono quotidiani economici, quindi più coinvolti dalle molteplici ripercussioni industriali e finanziarie dell'evento (si pensi solo al fatto che il governo indiano si appresterebbe a chiedere all'Union Carbide un risarcimento enorme, nell'ordine, si dice, di 45 miliardi di dollari). Quest'ultimo aspetto ~i presterebbe a qualche cinica consideramo visto, accorda il massimo rilie- ============================== vo all'argomento, è (insieme al Giornale) la sola testata del campione che abbia un inviato sul posto. Per completezza, dobbiamo aggiungere che il 14- mentre stendiamo queste righe - anche il Corriere della Sera pubblica il primo articolo di un proprio inviato: è notevole che, anche in questo caso, l'argomento, relegato da una settimana nelle pagine interne, torni subito nei titoli di testa. Contrariamente a Le Monde e al Financial Times, nessun giornale italiano ha un corrispondente stabile a New Delhi. Di conseguenza, in alternativa alla scelta di mandare un proprio inviato sul posto, ai quotidiani italiani non rimane che affidarsi alle notizie diffuse dalle agenzie di stampa o al lavoro di corrispondenti in altre capitali (in particolare dagli Stati Uniti). Di regola, un giornale difficilmente accorda molto rilievo di argomenti per i quali deve basarsi solo sulle notizie di agenzia. La vicenda di Bhopal sembra confermare in pieno tale regola. Diverse sono le ragioni che sono alla base di questa regola non scritta. La principale, forse, è che un giornale tende a dare spazio e rilievo soprattutto ai temi su cui ha effettuato uno sforzo, un 'investimento' di tempo e danaro. Rimane, com'è ovvio, da spiegare perché il Financial Times, Il Giornale e - alla fine - il Corriere della Sera abbiano deciso di effettuare questo sforzo e gli altri no. In proposito si possono solo avanzare ipotesi. Tuttavia è importante notare, in ogni caso, che in rapporto alla tragedia di Bhopal non sembra possibile avanzare una spiegazione del comportamento delle varie testate secondo la rispettiva tendenza politico-ideologica. Come abbiamo visto, i giornali italiani più 'impegnati' sono il quotidiano di Montanelli e il quotidiano della Fiat, mentre l'Unità non si distacca dal basso profilo della media (qui prescindiamo, come s'è già detto, dal contenuto delle informazioni e dei commenti: ma la rilevanza, la continuità e la fonte delle notizie non sono fatti da cui la qualità delle informazioni possa prescindere). Finora, non abbiamo parlato del ·caso della Stampa. Nel quotidiano di Torino il Bhopal compare 6 volte in prima pagina, ciò che la colloca alla testa di tutti gli altri .§; giornali italiani qui esaminati. Ep- ~ pure La Stampa non ha un inviato c::i.. a Bhopal e neppure un corrispon- ~ dente nella capitale indiana. Biso- -. gna tuttavia rilevare che La Stam- .S; 1::1• pa, attraverso accordi di esclusiva, i:: i.:: è in grado di pubblicare traduzioni ~ l:l() di articoli di importanti quotidiani OQ 'O stranieri, come il Times e Le Mons:! de. Nella circostanza, La Stampa ~ ha fatto largamente ricorso a que- l sta opportunità (soprattutto per il ~ Times). Per tale via, e con un uso drammaticità (anche da un punto di vista 'spettacolare') della vicenda? La prima risposta che salta in mente, la più banale, è che i disastri del Terzo Mondo fanno notizia solo entro limiti abbastanza ristretti. Sciagure 'naturali' (alluvioni, terremoti) o attinenti più direttamente la sfera delle responsabilità umane (carestie) ci hanno abituato a considerare i paesi in via di sviluppo come teatro abituale di ecatombi. II carattere 'industriale' della catastrofe di Bhopal può, o potrebbe, costituire un tratto che esorbita dal quadro 'abituale'. Impianti chimici analoghi a quello di Bhopal esistono anche in Occidente, anche negli Stati Uniti. Da questo punto di vista, Bhopal non· è lontana. Occorrono altre ipotesi. Forse, semplicemente, il Terzo Mondo 'non è di moda'? Se si analizza il comportamento di Le Monde, in fondo, osserviamo un basso profilo che ricorda, in termini di rilevanza, quello di molti quotidiazione, ma sorvoliamo e torniamo al punto centrale dell'analisi. Proprio negli stessi giorni in cui iniziava e si sviluppava la sciagura di Bhopal, a Teheran si svolgeva un'altra vicenda, anch'essa nell'ambito del Terzo Mondo: il dirottamento di un aereo del Kuwait e il conseguente sequesto dei passeggeri, alcuni dei quali sono stati seviziati e uccisi. Ciò offre un ottimo termine di confronto per 'misurare' la rilevanza relativa accordata alle due vicende. Il risultato è interessante: la vicenda di Teheran compare in prima pagina, nei quotidiani italiani in esame, un numero di volte maggiore della vicenda di'Bhopal. Per la precisione, 6 volte in tutti i casi (nel Giornale 5 volte). Solo nella Stampa ciò dà luogo a un 'pareggio' di occorrenze; il rapporto è 6:2 nel Corriere della Sera, nella Repubblica e nel Giorno; 6:4 e 5:4 rispettivamente nell'Unità e nel Giornale. Nel complesso, dunque, non ci sono molti dubbi sul fatto che i principali quotidiani italiani abbiano ritenuto opportuno dare la preferenza, come 'notizia di prima pagina', al dirottamento dell'aereo kuwaitiano. Si potrà obiettare che esistono anche altri criteri di rilevanza, diversi da quello da noi utilizzato; ma si dovrà ammettere che la collocazione in prima pagina non è un criterio 'sec_ondario' o 'debole'. Si può aggiungere che effettuando un analogo confronto su Le Monde il rapporto si inverte: Bhopal compare tre volte in prima, la vicenda di Teheran due volte. Come si è visto, per il Financial Times e il Wall Street Journal non ci sono dubbi sulla netta preminenza accordata alla catastrofe in India. Anche in tale confronto, le tendenze politico-ideologiche delle testate non sembrano giocare alcun ruolo nello stabilire la rilevanza accordata agli eventi. Tutti i quotidiani italiani sono pressappoco sullo stesso 'livello' per quanto concerne il dirottamento di Teheran: l'Unità non opera scelte diverse dagli altri e il 'punteggio' più basso è quello del quotidiano di Montanelli. Bisogna ricorr~re ai particolari 'orrorifici' della vicenda di Teheran: le sevizie ai passeggeri, l'uccisione di ostaggi inermi ecc.? Oppure si deve pensare che il dirottamento di un aereo sia più 'occidentale', più vicino all'esperienza quotidiana dei lettori? Il gioco delle spiegazioni può proseguire indefinitamente. Non è il caso di farlo. Restano i dati. È difficile allontanare l'impressione che le proporzioni (anche puramente 'quantitative') dei due eventi confrontati siano tali da rendere poco comprensibile la minore rilevanza accordata alla sciagura di Bhopal. Anche accantonando un simile confronto (utile quanto 'sgradevole') perdura la sensazione, che i dati sembrano confortare, di una netta 'sottovalutazione' della tragedia indiana in buona parte della stampa italiana e anche, forse, in alcuni quotidiani stranieri prestigiosi come Le Monde: il 13dicembre il quotidiano parigino non porta nessuna notizia da Bhopal. In compenso, ben venti pagine sono dedicate alle strenne e ai regali natalizi. Ancora qualche anno fa un simile fenomeno sarebbe stato inconcepibile nel quotidiano parigino. Le più gravi sciagure industriali precedenti 1921: Esplosione nella fabbrica chimica della BASF a Oppau (Germania), 561 morti. 1942: Esplosione nella miniera di carbone di Honkeiko (Cina), 1.572 morti. 1947: A Texas City (USA) esplode una nave carica di fertilizzante, 561 morti. 1956: Esplodono camions di dinamite a Cali (Colombia), 1.100 morti. 1974: Esplosione in una fabbrica chimica a Flixboroughi (GB), 28 morti. 1 1975: Esplosione in una miniera a Chasnala (India), 431 morti. 1976: Esplosione in una fabbrica chimica a Seveso (Italia); la diossina costringe all'evacuazione 700 persone, uccide centinaia di animali e provoca malattie della pelle in circa 200 uomini. La bonifica non è completata fino al luglio 1984. 1979: Incidente nello stabilimento per la guerra biologica e chimica di Novosibirsk (URSS), viene riferita la morte di 300 persone. 1984: Esplosione nell'impianto di gas naturale della Pemex, a Città del Messico. Almeno 452 morti, 4.248 feriti, 31.000 residenti evacuati. e: ca o e: ~ edizioni costa & nolan ca I , ~ (.) Pontormo Il libro mio edizione criticadi SalvatoreNigro presentazionedi Enrico Baj Il hbfom,o '. ,.·, .. ,. •. I\ '-4,I'. .. ,I";: :: eòzon \ ' \. : :, ~ ~ Fbntormo p-esentaziooe d, Enrco Bai costa & nolan Le proprietà degli animali Bestiario moralizzato di Gubbio Libellus de natura animalium a cura di Annamaria Carrega e Paola Navone presentazionedi Giorgio Ceffi Giammaria Ortes Calcolo sopra la verità dell'istoria e altri scritti a cura di Bartolo Anglani presentazionidi Italo Calvino e Giampaolo Dossena Hubert Damisch Teoria della nuvola Per una storia della pittura Gillo Dorfles La moda della moda Tom Stoppard Teatro delle parodie Acrobati I mostri sacri Michel Vinaver Teatro minimale La domanda· d'impiego Dissidepfe, o~viamente,· Nina, è_un'altra cosa Le opère· ~ i giorni ' Edizioni Costa & Nolan Genova Via Peschiera 21 tel. 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