LaCinadelviandante Matteo Ricci Nicolas Trigault Entrata in Cina de' Padri della Compagniadel Gesù _(1582-1610) Volgarizzazione di Antonio Sozzini (1622) Introduzione di J.Shih e di C. Laurenti Roma, Ed. Paoline, 1983 Il Nel secondo mese [del '' 1601) l'eunuco Ma Tang • di Tianjin portò alla corte Li Madou [Matteo Ricci), un uomo dell'oceano occidentale, che aveva dei.doni preziosi per l'imperatore. L'imperatore inviò il memoriale dell'eunuco all'ufficio dei Riti che rispose: • «'I Paesi dell'oceano occidentale non hanno relazioni con noi e non accettano le nostre foggi. Le immagini e le pitture del Signore del Cielo e di una vergine, che Li Madou offre come tributo, non sono di grande valore. Egli offr~ una borsa dove si dice che sorio contenute le ossa di immortali, come se gli immortali, quando ascendono al cielo, non portassero le loro ossa con sé. In una occasione simile Han Yii disse che non si dovrebbe permettere che tali novità fossero introdotte nel palazzo, perché non portino sfortuna. Noi consigliamo perciò che i suoi doni non siano accettati e non gli sia concesso di rimanere nella capitale. Egli dovrebbe essere rimandato al· proprio Paese'. «Nonostante questa decisione, Timperatore ricevette i doni e permise a Li Madou di restare nella capitale». È un brano della storia della di~ nastia Ming, riportato nell'introduzione recente a un testo latino, dai Commentarij di Matteo Ricci rielaborati dal gesuita belga Nicolas Trigault. Fu tradotto in italiano e uscì a Napoli ai primi del Seicento; viene ripubblicato ora dalle Edizioni Paoline. Insieme con Joseph Shih è autore dell'intr.oduzione Carlo Laurenti, che appartiene alla penultima generazione· dei messaggeri in Cina: specie lontanissima dai viaggiatori occasionali, . per non parlare dei moderni turisti. E anche dagli imitatori su scala industriale delle «tentazioni» d'Oriente e d'Occidente - Oriente e Occidente generici, dove inconsistenti e informi si mescolano entità' inconfrontabili come l'India e la Cil).a, o come l'Europa e gli Stati uniti. Messaggeri furono in qualche .misura i mercanti, in versioni fantasiose e approssimative - prototipo Marco Polo. Ma i veri tentativi di conoscenza reciproca cominciarono, e sono continuati fino a oggi, con i grandi intellettuali (e i meno grandi) al seguito e ai margini delle avventure colonizzatrici: religiosi dal mondo latino nel Cin- ' Edoarda Masi que-Settecento, religiosi-politici-studiosi dal mondo anglosassone nell'Ottocento e fino agli anni venti (di questi ultimi J.D. Spence ci ha dato biografie affascinanti). Dagli anni venti e trenta il numero delle persone che si recano in Cina per restarvi a lungo, ecomunqué non casualmente coinvolte, è andato crescendo, e i messaggeri si trovano sparsi fra le varie "'nazionalitàdel conglomerato occidentale e fra i diversi gruppi che per motivi professionali o passione individuale hanno con quel paese un rapporto di «andare - e - venire», come dicono appunto i cinesi. Commercianti, diplomatici, sino-· logi professori e sinologi poeti; politici e giornalisti. -Per la maggioranza costoro non si propongono . di esser messaggeri, o lo sono per un quoziente minimo; ma i messaggeri si trovano in tutte le categorie, nessuna esclusa né privilegiata. «Nel mondo 'sempre più piccolo' - scrive Laurenti - i popoli ere- .dono di conoscersi, ma in realtà quest'illusione scava crepacci sempre più irrecuperabili, proprio perché così inappariscenti, sepolti dalla consuetudine dell'omologazione planetaria. Flagrante esempio di questa cecità verso la possibilità stessa di un incontro con altre culture che non sia sopraffazione o 'assimilazione', è il silenzio che per secoli ha circondato una serie di personaggi che invece questo incontro ebbero, e per nulla immaginario, ma alla pari e per entrambi proficuo o letale in egual misura. Di costoro poco si sa, eppure tutto si può sapere; tali furono ad esempio il gesuita P. Matteo Ricci e il francescano Raimondo Lullo (che tentò un impatto non puramente apologetico con l'islamismo e la sua cultura): 'uomini della soglia', in bilico fra due culture, né di qui né di là, apatridi spaesati, uomini del pianeta. «Considerare i loro destini può servirci a ripensare le nostre difficoltà; abbiamo in controluce la gamma dei problemi che sono ancora i nostri» (pp. 17-18). «Ricci primo antropologo culturale», «personaggio chiave», che conduce un dialogo «sul crinale di due mondi separati e quasi irriducibili». Non è un caso che uno dei giovani messaggeri di questo presente sia attratto da quella grande personalità e ce la ripresenti a specchio di noi stessi. La comune appartenenza al mondo latino ci dà l'immagine meno sfocata e astratta di quelle omologhe di sfera anglosassone. Cultura cattolica· e del Rinascimento legano qui . passato e presente: nella vocazio- • ne a farsi messaggeri, che accomuna uomini affini dei diversi continenti, ciascuno può riconoscere anche impresso il carattere originario e paradossale della nostra nazione di «apatridi spaesati, uomini del pianeta». V ent'anni di soggiorno in Ci-• na sono necessari a Matteo • Ricci per ottenere l'autorizzazione a stabilirsi a Pechino - con non poche difficoltà fino all'ultimo, incluso un periodo di quasi· prigionia. Quando muore nel 1610, la sua autorità di letterato e di scienziato è ben salda, ha stretto amicizia con funzionari illustri, è protetto dall'imperatore: eppure il confratello P. Pantoja ha da condurre ancora una lotta ostinata per. riuscire a seppellirlo nel palazzo a ciò destinato dallo stesso impera- • tore. Favore e disfavore, successo e disgrazia si alternano imprevedibili e improvvisi: gli umori della burocrazia celeste, nelle sue complessità e divisioni celate allo straniero - salvo che per i conflitti più appariscenti, come era al tempo di Ricci quello fra eunuchi e.letterati - appaiono inspiegabilmente mutevoli. Tanto che il gesuita Trigal}lt, nell'impossibilità di dame ragione, si richiama alla Provvidenza divina - imperscrutabile e •estranea alla sfera dell'intelletto umano. Ogni messaggero, fino ad oggi, è passato attraverso questa inspiegabilità dei comportamenti, capace di trasmettere un solo, costante messaggio: 'Qui non ci sono vie NOVEMBRE - • • ,, I " n edicola r ,- r
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