Alfabeta - anno VI - n. 66 - novembre 1984

Lo scritto p!IJI parlato L'italjanonegli Stati uniti Convegno di studio Fordham University (New York, 19-22giugno 1984) Ludwig Wittgenstein Zettel a cura di G.E.M. Anscombe e G .H. von Wright trad. di G.E.M. Anscombe Oxford, Blackwell, 1967 e hiediamoci quale sia oggi in Italia la tattica effettiva dei rapporti tra italiano scritto e italiano parlato. La distinzione se) è che vi è stato un passaggio tumultuoso da una situazione di autoritarismo a un situazione di demagogismo. Nella prima di queste due fasi - che appartengono oramai alla storia d'Italia, e che trovano evidenti paralleli in altri fenomeni culturali- la lingua scritta nascondeva il parlato; nella seconda, un'aggressiva ideologia del parlato ha incrinato la tradizione della lingua scritta, senza collocare ------- quella delle opere di fantasia e finzione, o ficzione come scrivevano alcuni nostri cinquecentisti (poesie, romanzi, drammi, ecc.). No, no: qui si parla di quelle forme d'espressione linguistica che costituiscono il tessuto connettivo tra questi alti momenti di una lingua (le opere letterarie) e la quotidianità del parlato. È il tessuto connett'i.vo da cui dipende la qualità, non soltanto d'una civiltà Bressanone, penso al simposio su «I carteggi: le figure dell'epistolare» di quest'estate a Urbino), sia negli-Stati uniti e altrove. Tutto ciò riporta alla problematica da cui sono partito: che cosa possiamo dire noi stessi - non· di quello che stiamo dicendo ma di come lo stiamo dicendo? Che dire per esempio di una conferenza, di una replica a una conferenza, di un intervento dopo una conferenza? non è senza conseguenze, e vale la pena di soffermarvisi un momento poiché, come dicevo, le apparenze possono risultare ingannevoli. In problemi come questo, infatti, le ricerche empiriche - anche le più ,,, microscopiche e afilosofiche - ri- ' flettono strategie fin troppo generali: si tratta, in sostanza, di confronti o contese di metodologie. Ma se guardiamo alle istanze della lingua come forma dell'essere, ci rendiamo conto che ciò che dà il tono, il colorito, diciamo pure il senso fondamentale, al rapporto in questione è un nodo storico - dunque un fatto che dev'essere definito in termini tattici più tosto che strategici. La peculiarità, insomma, della dialettica di lingua scritta / lingua parlata com'essa si è venuta sviluppando in Italia (rispetto al suo diverso movimento in altre culture, per esempio quella statunitenessenzialmente nulla al suo posto. Io non trovo esagerato usare l'aggettivo «tragico» per definire alcune conseguenze di questo tumultuoso passaggio da una solidità, per quanto petrosa, al vuoto. Una precisazione, a scanso di equivoci: queste mie osservazioni non hanno di mira quello che, per la linguistica, continua a essere un ghetto dorato in cui relegare i fenomeni più irregolari; voglio dire la lingua letteraria in senso stretto, Angese letteraria, ma d'una civiltà senz'altri aggettivi. Il dramma italiano (non voglio abusare di questa grave parola, «tragedia>;), il dramma italiano è che questo tessuto connettivo si sta dissolvendo e sfaldando. Parlo di forme intermedie dell'essere linguistico - forme che cominciano a ricevere una sempre più estesa attenzione critica sia in Italia (penso al tema di quest'anno all'annuale convegno di retorica a è uscito Possiamo dire, intanto, che in un'espressione linguistica qual è una conferenza la lingua scritta si protende verso il parlato; là dove, in una forma dell'essere linguistico qual è la lettera privata o il diario, è il parlato che ansiosamente tende verso lo scritto. E eco un passo tratto da un romanzo famoso che - al di là delle apparenze ingannevoli d'un protoromanticismo che pobol ainoontri n. 10/1984 Inizia un viaggio nella musica a Bologna Il Teatro Comunale Il capolavoro del mese I «Alcina riceve Ruggero nel suo castello» di Nicolò dell'Abate Marcello Conati I Carlo Vitali Emani, Emani involami La Fortezza della solitudine / Silvia Pompei Armare le pubblicazioni «locali» contro il monopolio dell'informazione. Per un identikit di «Bologna Incontri» L'editoria pubblica secondo Sandra Soster e Andrea Emiliani Cristina Bussolati Nel laboratorio del «gioco povero» Inserto speciale Una guida alla mostra DALLA STANZA DELLE ANTICHITÀ AL MUSEO CIVICO Il romanzo della nascita di un grande museo, eh~ accompagnò la scoperta degli Etruschi nella Valle Padana Bibi Ballandi Come dev'essere un locale di successo, oggi; parla l'organizzatore di «Bandiera Gialla» a Rimini e «Variety» a Bologna Joris /vens Vado in Cina e, col vento, passo dall'oggi al taoismo Leo de Berardinis Dante con variazioni Renzo Renzi In attesa del «Delitto e castigo» di Ljubimov, quello di Visconti nel 1946 Ugo Berti Arnoaldi «Il Mulino» e la cultura anglosassone dal centro dell'Emilia rossa Elena Gottarelli Uno sfascio sinistro a Villanova, il luogo che ha dato il nome a un periodo della storia umana Dede A uregli Angiolo Mazzoni e il «superamento futurist~ del semplice razionalismo» (Marinetti) Una copia L. 2.000 Abbonamento annuo per 11 numeri L. 1S.000 per l'Italia - L. 30.000 per l'estero I versamenti vanno effettuati sul conto corrente postale n. 15591407 intestato a Bologna Incontri, via de' Foscherari 2, 40124 Bologna trebbe sembrarci desueto - ci consegna invece il senso vivo e immediato di quella che è la vera dialettica (la dialettica d'una lotta costante, benefica ma dura) tra il parlato e lo scritto: • «Meditando per strada sulla tua ultima lettera, ho risolto di porre insieme in una raccolta tutte quelle che tu mi ha scritto, ora che non posso più .·ricevere le espressioni della tua bocca (... ) la carta, insensibilmente, si usura; e io voglio ricopiarle tutte, le tue lettere, prima che esse cadano a brandelli, dentro un libro bianco che ho appena scelto espressamente per questo scopo. «È un libro abbastanza grosso; .ma io penso all'avvenire, e spero di non morire troppo giovane per dovermi limitare a questo volume. Dedico le mie serate a questo lavoro pieno di fascino; e procederò lentamente, l?er prolungarlo il più possibile». (E la Lettera XIII - dalla Parte seconda - diretta da Saint-Preux a Julie nella Nouvelle Hélo'ise di Jean-Jacques Rousseau). Guardiamo, ripeto, al di là del velo vaporoso; vedremo allora che tutta un'antropologia dell'espressione linguistica è qui evocata: il lavorìo materiale - con un certo suo fanatismo della minuzia-, lavorio che si svolge, non nella monumentalità (più o meno conativa) della scrittura d'immaginazione, ma nella trascrizione del quotidiano.

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