lità indicando, nel processo invo- la società funzionalmente differenlutivo del sapere degli strati eleva- ziata comporta una serie di rotture ti, la fonte delle nuove modalità di nel continuum di razionalità fra il rappresentazione simbolica dell'u- mondo e le sue rappresentazioni nità sociale. sociali, attributo della società preProprio il distanziarsi delle fun- moderna. Fra i grandi sistemi funzioni, che investono ormai l'intero zionali, infatti. non esiste più un corpo sociale. offre all'interazione ordine gerarchico; per cui, se si incomunicativa degli strati elevati la tende il compito della teoria sociopossibilità di sviluppare pienamen- logica in riferimento a una esigente le sue potenzialità di interazione za di autorappresentazione del sispecifica: confinata a corte e nei sterna sociale, esso appare del IUt· salotti privati, progressivamente to impossibile. espropriata dei suoi significati so- La moltiplicazione dei rifericio-strutturali. !"interazione comu- menti sistemici ha moltiplicato ciò nicativa dell'aristocrazia comincia che Luhmann definisce «bisogno a celebrare la capacità interaziona• di latenzai., e che può essere farle come scopo in sé. mulato in questi termini: i sistemi Oltre a svilupparsi secondo mo- funzionali tendono a includere la dalità autoreferenziali, questo par- totalità degli elementi del sistema ticolare tipo di interazione funzio- sociale, attribuendo validità unina da catalizzatore in un complica- versale ai loro codici; si tratta di to processo di trasformazione del- una pretesa giustificata dal punto le forme di rappresentazione cui- di vista dei singoli sistemi, ma inturale dell'uomo. La tradizionale fondata dal punto di vista del sisteconcezione religiosa di esso si con- ma sociale complessivo, il quale serva e si riproduce come antropo- non appare tuttavia in grado di inlogia negativa: dalla condanna eti• globare la razionalità dei suoi sotco-religiosa dell'amor proprio, al- tosistemi in una razionalità di ordil'autoconoscenza del soggetto ne superiore, in quanto è ormai umano come conoscenza di un sé privo di un vertice e/o di un centro cattivo. Nel passaggio, tuttavia, il ordinatore, di un punto di osservagiudizio etico sfuma in secondo zione unitario nei confronti dei piano, mentre si evidenzia un sa- suoi sottosistemi. Quindi, non so-- pere positivo: nella comunicazione lo il sistema sociale non è più in Ego, che si conosce appunto come grado di autorappresentarsi, ma cattivo, presuppone l'amor pro- addirittura esso esiste per i suoi Luhmann affida alla teoria sociologica il compito di stabilire un principio di razionalità capace di fare a meno di un punto di vista unitario del sistema sociale; e, per parte sua, ritiene di avere individuato tale principio definendo la razionalità di un sistema in relazione alla sua capacità di re-introdurre al proprio interno la differenza fra sistema e ambiente - cioè l'autoriferimento sistemico dev'essere utilizzato per «sensibilizzare» il sistema nei confronti del proprio ambiente. A questo scopo Luh• mann descrive il sistema come operativo a diversi livelli logici: differenziazione dal, e comprensione dell'ambiente. Questa tesi tuuavia, come ha fatto osservare Danilo Zolo - mi riferisco al suo inlervento al convegno di Bologna (cfr. l'articolo informativo qui in finestra), - si fonda necessariamente su un assunto: l'autoriferimento non è condizione esclusiva del soggetto conoscente, ma appartiene all'essere oggetto, ne fonda anzi l'osservabilità in quanto oggetto. In un certo senso, è l'auto-osservazione degli oggetti che permette la loro etero-osservabilità. In tal modo, l'autoreferenzialità diviene un attributo costitutivo del mondo reale, fondando la possibilità per ogni sistema di misurare l'efficacia dei prio di Alter e- ammaestrato dal- ,------------------,------, le raffinate regole del gioco di corte - per salvaguardare la pace si rivolge a verità indifferenti. L'interazione •coltivatai. si fonda quindi sull'esclusione della negatività e sulla simmetria fra Alter e Ego. sviluppando uno specifico stile di razionalità, destinato a divenire il paradigma della •socialità•: •L'autoriferimento sul piano antropologico formula già anticipatamente ciò che deve essere prodotto subito Jopo a livello concettuale e istituzionale nei grandi sistemi funzionali della società. La forma del relazionamento sulla base di autoriferimenti, che rende un sistema autonomo t. mollo più dipendente dall'ambiente allo stesso tempo, viene, per cosl dire, provato sull"uomo• (Struttura del• la società, p. 191). Indifferenza, interazione simme• trica. sociaJìtà astratta ... Sono i presupposti genetici dell'individuo pri· vato e del moderno conceuo di uguaglianza. Uguaglianza è la relazione che appuoto collega i soggeni privati come centri di imputazione di una serie di possibilità indeterminate. L'antropologia negativa air proda aJlora alla negatività indeter• minata dell'individuo privato, vuota astrazione che si offre a una negazione determinante: all'indifferenza della interazione simmetrica deve corrispondere la differenza strutturata dei codici che governano l'interazione asimmetrica dei grandi sistemi funzionali: venditore/compratore, autorità/suddito. insegnante/aJunno. ecc. L·uguaglianza richiede la libertà come scelta delle motivazioni di un agire altrimenti privo di senso: •Non è più l'inquadramento sociale strutturalmente predeterminato in uno dei sottosistemi della società( ... ) che conferisce la caratteristica più stabile della personalità; ma è una storia di autodeterminazioni nell'ambito della determinazione dei sistemi funzionali ( ... ). ~ L'ordine sociale poggia sulla possibilità e sulle sufficienti probabili- ·i tà di tali sintesi nel singolo stesso, _ il quale decide autonomamente ~ ;::~::1: 0 ~::::: =~• (~~r:: l tura <kl/asocietà, p. 216). 1 N elle sue grandi lince, il modello evolutivo proposto da ~ Luhmann è abbozzato. In· questo modo, tuttavia, abbiamo j offerto una immagine troppo li- §.. neare dello sviluppo teorico, men- ~ Ire la descrizione del passaggio alsottosistemi solo come «ambiente,., scarto residuale della pletora delle razionalità sottosistemiche. La perdita di au1otrasparenza del sistema sociale non è un problema meramente cognitivo, ma una tragica evidenza empirica: i si• stemi funzionali della società tar· domoderna non sono in grado di valutare il proprio impatto am· bientale, e la nozione di «ingovernabilitài. ha perso i suoi connotati meramente politici, estendendo drammaticamente il proprio ambito di applicabilità. In questa fase, l'astratta socialità del soggetto antropologico non solo non è più in grado di offrire un punto di riferimento unitario all'analisi, ma costituisce un osta• colo, in quanto ripropone il compito illusorio di ritrovare un centro progettuale: chi può agire con efficacia e razionalità? chi è portatore di una nuova razionalità complessiva? Occorre respingere questo falso interrogativo, sfuggendo contemporaneamente alle tenta• rioni di uno scetticismo venato di irrazionalità (il quale inviterebbe a accettare la ..latenza,. delle funzioni sistemiche come condizione necessaria per l'operatività dei codici. operatività che l'autotrasparenza distruggerebbe inevitabilmente). suoi sensori riguardo alla percezione degli effetti della propria azione sull'ambiente. e ortocircuito fra la teoria e il suo oggetto: questo dispositivo non può non stuz.zicare i critici di formazione marxista. La fascinazione cui accennavo in apertura di articolo nasce qui, dall'accostamento fra due invenzioni metodologiche che sfruttano l'apparato concettuale del sapere scientifico delle rispettive epoche, senza farsi catturare dalle sue regole procedurali. Inoltre, le distanze semantiche, storico-culturali e linguistiche, non possono neutralizzare l'isomorfismo con alcuni temi marxiani, che mi vedo costretto ad accennare in modo puramente suggestivo: Awonomizzazione del sociale dal referente antropologico. L'antiumanesimo di Luhmann trova un corrispettivo non meno energico (soprattutto se si tien conto del diverso contesto storico) nella liquidazione marxiana delle «robinsonatei+ dell'economia politica. Oggettivazione del conflitto. C'è naturalmente una radicale differenza fra la tensione luhmaniana sistema/ambiente e la lotta di classe; tuttavia entrambi i punti di vista sfuggono a determinazioni eti• che. Non deve ingannare in propo- ~-----------, ,;,o J'a11,;buz;one alla classe 0pe· 6 bertanieditore raia del ruolo di interprete dcll'in• teresse sociale generale: infaui. Marx le attribuisce tale funzione non come portatrice di una «concezione del mondo», ma perché i suoi interessi parziali la costringono a «negarsi in quanto classe». a appropriarsi della potenza produt• 1iva sociale - del «generai intcl· lect» - solo in quanto questa le si oppone come apparato produttivo del capitale. Impossibilità di una aworappre• sentazione del sistema sociale. L ·e· quivalente del «bisogno di latenzai., di cui parla Luhmann, è il concetlo marxiano di coscienz.1 necessariamente falsa di un soggetto sociale sovradeterminato dal codice del valore di scambio (sa• rebbe molto interessante rileggere tutta l'analisi marxiana del «feticismo della mercei+ dal punto di vista dell'interazione comunicativa). Si potrebbero tentare altri esempi. Preferisco tuttavia insiste• re su quest'ultimo perché - come già molti altri hanno sottolineato (cfr. Romano Madera, Identità,, feticismo, Milano, Moizzi, 1977)- Marx si è qui scontrato con l'impossibilità di rappresentare il pro· cesso di trasformazione sociale CO· me prodotto dell'azione cosciente di un soggetto storico, e ha tentato di aggirare la difficoltà presentando il suo discorso teorico come 41fi. losofia della prassi», sforzandosi cioè a sua volta di abolire la distin• zione fra soggeno e oggetto della conoscenza. Le ragioni dell'irritazione che i due sistemi teorici suscitano negli epistemologi di tendenza positivista non sono perciò molto diverse. I due tentativi di erodere la differenza metafisica fra soggetto e og· getto muovono tunavia da prospettive temporali diametralmentl' opposte: Marx fonda il dinamismo del processo rivoluzionario sulrir• reversibilità della storia; Luhmann affida la stabilità delle strutture sistemiche a una «duratai. che sfug• ge alla irreversibilità dei processi ambientali. La «storia» del sistema non dev'essere concepita come movimento, bensì come molteplicità delk sue configurazioni strutturali, come «temporalizzazionc della complessità». Questa nozione va compresa in relazione alla giustapposizione fra struttura e processo. Ll· strutture riducono la complessiti1 ambientale selezionando i relazionamenti fra gli clementi del siste· ma e «interrompendo» determinate interdipendenze. In questo modo, esse si proteggono da una dipendenza troppo puntuale dai mutamenti irreversibili dell'ambicn• te. I processi, a loro volta, non vanno concepiti come serie di fatti, ma come fenomeni in ragionl· dei quali la selezione di un evenltt co-de1crmina la selezione di un altro evento (si dà processo quando gli eventi si susseguono e nella loro selettività si interrelano). È chiaro, dunque, che la funzione evolutiva si concentra nelk strutture, le quali permettono di limitare il determinismo processuale attualizzando in successionl· più relazioni possibili. La selettivi1à, anche se non può essere neutraliz.zata, viene così ampliata, trasformando le esclusioni in rinvii. La sfida che questo sofisticato modello evolutivo propone a chi voglia rivalutare il ruolo dinamico dei processi storici, non può esserl' raccolta regredendo ai vecchi paradigmi di una «necessitài. storica unitaria e totalizzante. Occorre accogliere il fondamentale contributo che il punto di vista della complessità sociale ha dato allo svilup• po della teoria sociologica, e inie• grarlo nel programma di ricerca di forme pluralistiche di rappresentazione dei processi temporali. Nuo1·asede: Via S. Salvatore Corte Regia, 4 37121 • Verona - Italia Tcl. 045-32686 DISTRIBUZIONE: RETI REGIONALI Dopo il boicottaggio di: ANONIMO, L'INTUIZIONE "dossier" esplosivo ... di fantapoJitica, ecco m,01•e scom·oJgenti rfreJazioni in un romanzo che ne potrebbe essere il seguito: ,\NONIMO Viaggio nella Polonia di Solidarnosc e di Lech Walesa e inoltre le seguenti novità: MIMMO GARRIBBA, IL BUCO una storia di tabù e trasgressioni nel sud ASTOR CUBO, VALENSIA il dolce profumo della rivoluzione SEBASTIANO TIMPANARO, IL SOCIALISMO DI EDMONDO DE AMICIS lettura del "Primo Maggio" 6 bertanieditore
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